Static Shock, un super-eroe in TV contro il razzismo (e che se la giocava pure con i Pokémon)
Nuovo appuntamento con Stay Tooned, il nostro viaggio nella storia dell'animazione USA. Oggi parliamo di Static Shock: inizio millennio, sempre DC Animated Universe, le avventure di un ragazzo afroamericano che diventa un giovane super-eroe e affronta nemici bislacchi e razzismo. E fa amicizia con almeno un paio di Batman diversi [...]
Static Shock va in onda per la prima volta negli USA il 23 settembre del 2000, per il primo di 52 episodi divisi in quattro stagioni (l'ultimo è del 22 maggio 2004). La serie è ispirata a un personaggio dei fumetti DC dalla storia ai tempi non molto lunga, ma particolarmente significativa: Static della linea Milestone.
Facciamo un passo indietro di qualche anno. Nel 1993, un gruppo di artisti afroamericani crea l'etichetta Milestone Media, pubblicata e distribuita dalla DC Comics. Lo scopo è quello di rappresentare meglio le minoranze, che nei comics USA sono lasciate spesso ai margini. Le riviste USA sul fumetto, come Wizard (ma anche alcune pubblicazioni italiane), criticano questa e altre iniziative simili, parlando di "riserve indiane", e cose del genere. Ma i ragazzi di Milestone, Dwayne McDuffie, Denys Cowan, Michael Davis e Derek T. Dingle, se ne sbattono.
Il loro intento è chiaro: creare dei personaggi neri che non siano un ammasso di stereotipi, ma sembrino delle persone vere. Nelle parole di McDuffie, che del gruppo diventa spesso il portavoce:
"I personaggi neri o femminili o asiatici spesso rappresentano un'intera etnia o sesso, il che non può essere interessante, perché stanno lì a simboleggiare un mucchio di persone. Superman non rappresenta invece tutte le persone bianche, né lo fa Lex Luthor".
La linea di fumetti Milestone include nel '93 quattro serie, tutte ambientate in un universo separato, chiamato "Dakotaverse", perché ambientate nella città di Dakota: Hardware, Icon, Blood Syndicate e Static, appunto. Proprio Static, personaggio creato dai quattro membri fondatori di Milestone e le cui storie sono scritte da McDuffie e Robert L. Washington III, crea tensioni con la DC, che si è data la facoltà di rifiutare la pubblicazione di alcuni contenuti ritenuti inadeguati. Come una scena in cui il protagonista, Virgil Ovid Hawkins, bacia la sua ragazza su un letto, e lì accanto ci sono dei preservativi in bella vista. La pagina viene censurata per accontentare l'editore.
Il Dakotaverse si trova intanto stritolato tra le decine di universi lanciati in quel periodo, dalla Marvel 2099 all'Ultraverse, ai vari sottoboschi Image. Molti autori neri criticano inoltre la scelta del gruppo Milestone di accasarsi con la DC e subirne le decisioni, e il tutto non avrà vita lunga. Chiusa la divisione Milestone nel '97, il Dakotaverse confluirà in seguito nel DC Universe tradizionale, dopo l'evento Final Crisis del 2008.
Static farà amicizia con i Teen Titans, indosserà un costume simile a quello della serie animata, tornerà con una sua serie personale ai tempi del New 52 (Static Shock, novembre 2011).
Torniamo al 1993. In casa Warner Bros. Animation, mentre va avanti con grande successo la serie apripista del nuovo universo animato DC, Batman: The Animated Series, si pensa a qualcosa che possa seguire la scia di X-Men. Una serie su un supergruppo di giovani eroi. L'Editor-in-Chief della DC, Jenette Kahn, è affascinata dal potenziale della neonata linea Milestone, e propone di sviluppare qualcosa che utilizzi gli eroi di McDuffie e compagni. È il progetto "The New Guard", che alla fine diventa però una serie incentrata sul solo Static: Static Shock.
Un personaggio che si decide di calare nell'universo animato DC, permettendogli come vedremo di incontrare più volte gli altri eroi, per non stare a rompersi troppo la testa con le dimensioni multiple pure qui in TV. Static Shock viene supervisionata da Alan Burnett, produttore e sceneggiatore tanto di Batman quanto di Superman: The Animated Series.
Anche in TV, Static è Virgil Hawkins e ha acquisito dei poteri elettromagnetici in seguito a un incidente. Tanti aspetti del personaggio e del suo background sono diversi rispetto allo Static a fumetti: Virgil è più giovane, ha un costume diverso, poteri usati in modo differente; tutto riflette il fatto che comunque si tratta di una serie animata per ragazzini, anche più piccoli di quelli che stanno impazzendo per Batman: TAS.
Ma questo, secondo McDuffie, che viene ingaggiato come sceneggiatore e story editor della serie, non intacca lo spirito del personaggio, che rimane fedele alla sua controparte cartacea.
In particolare, McDuffie fa di necessità virtù, sfruttando con gli altri sceneggiatori i paletti che vengono imposti dal target. Si è deciso di rendere ad esempio Virgil orfano di madre. Da principio McDuffie non è d'accordo, perché la cosa sembra ricalcare il solito stereotipo dei nuclei familiari afroamericani privi di alcune figure. Ma poi lo spunto viene utilizzato per creare un forte legame tra il padre e il figlio, o mostrare le reazioni dei ragazzi quando il padre prova a rifarsi una vita.
Richie, amico, confidente e poi spalla di Static con il nome di Gear, nei fumetti è apertamente omosessuale. E in un cartoon per bambini del '93? Ma figurati. Perciò McDuffie fa in modo che la cosa in TV si colga tra le righe, quando Richie ostenta con troppo entusiasmo, a ogni occasione, di essere etero ("Guarda quelle ragazze in costume! Mi piacciono tanto le ragazze!"). In seguito, a Richie rifilano dei poteri perché altrimenti veniva difficile fargli tenere il passo dell'amico, e i produttori volevano che la chimica tra i due non andasse persa.
Static Shock affronta il tema del razzismo - il padre dello stesso Richie, in un episodio che dovrebbero far vedere a tanta gente adulta che riempie l'Internet di cazzate: Sons of the Fathers, il nono della prima stagione - e in una struttura tipicamente alla Peter Parker/Spider-Man dei primi tempi, fatta di vita scolastica, fughe in un vicolo per cambiarsi d'abito e supercriminali bizzarri, anche di gang giovanili, droga, bullismo o del problema molto americano delle armi.
In Jimmy, undicesimo e ultimo episodio della seconda stagione, un compagno di scuola di Virgil e Richie, Jimmy Osgood, viene bullizzato dalla mattina alla sera da un branco di stronzi. Finché non si presenta in palestra con la Beretta del padre per difendersi. E le cose ovviamente non finiscono bene.
Altri episodi hanno invece un taglio più leggero, come quello che cita i Backstreet Boys o quello con il cestista Shaquille O'Neal (Static Shaq, stagione 2, ep. 4; scritto da Denys Cowan). Ma l'incontro con il tipo che qualche anno prima era stato il Superman fabbro, il John Henry Irons di Steel (episodio voluto dalla produzione e, pure qui, sfruttato per parlare d'altro: il rapporto di Virgil con la sua comunità) non è l'unico cross-over con altri eroi DC, dicevamo.
Static Shock è calato nel DCAU, perciò Static incontra Batman e Robin (The Big Leagues, Hard as Nails), la Justice League (A League of Their Own), Superman (Toys in the Hood), il Batman del futuro di Batman Beyond (Future Shock) o la Lanterna Verde John Stewart, in un altro episodio molto bello che parla di simboli, eroismo, miti che ti crollano davanti agli occhi (Fallen Hero).
Nella terza stagione, Virgil cambia look, e il nuovo costume con i suoi colori scuri riflette un mood diverso per il programma. Il tono diventa spesso più drammatico, l'ambientazione più cupa. I cieli azzurri lasciano spazio a nuvoloni scuri. E anche se Static tende a scherzare come al solito, si apprezza la maturazione di quel mondo. Ancora, lo schema è quello rodatissimo del primo Uomo-Ragno. Il giovane pubblico apprezza, si va avanti. Gli ascolti sono buoni anche per tutta la quarta (e ultima) stagione.
Nel 2004, Static Shock è tra i primi 20 programmi per bambini più visti della TV USA. Viene cancellato, essenzialmente, perché non si riesce a vendere i pupazzetti.
In una vecchia intervista, McDuffie spiega che "l'animazione negli USA costa più di quanto si ricavi dalla licenza ceduta a un network. Per guadagnare, devi contare perciò sugli incassi derivanti da giocattoli, abbigliamento, etc. Static Shock aveva ascolti ottimi. Durante l'ultima stagione, su Kids WB, è stato superato solo dai Pokémon. Quando per le repliche è passato su Cartoon Network, è andato anche meglio".
Quanto meglio? Abbastanza. "Un singolo episodio, un venerdì sera, ha fatto 5 milioni di spettatori. Ma nonostante questo, non è riuscito ad attrarre aziende di giocattoli e altre compagnie interessate alla licenza. Solo un accordo con i ristoranti Subway, un videogioco per Gameboy Advance (poi cancellato) e poco altro. Non siamo riusciti neanche a realizzare un fumetto nello stile del cartoon. In una situazione del genere, è un miracolo che siamo arrivati a 52 episodi".
Finita l'avventura di Static Shock, Dwayne McDuffie continua a lavorare nel mondo dell'animazione. Su serie come Ben 10: Alien Force, Teen Titans e soprattutto Justice League. La tentazione di riportare in pista il "suo" Static è forte, tanto più che anni prima McDuffie ha scritto un soggetto intitolato "Whatever Happened To All The Fun In The World?", con l'ultima avventura di uno Static adulto nel futuro.
Cambiando diversi dettagli, è quello che avviene nel tredicesimo episodio di Justice League Unlimited, The Once and Future Thing Part Two: Time, Warped (2005), qualche mese dopo la chiusura di Static Shock.
Ci ha lasciato pochi anni dopo, Dwayne. Nel 2011, per le complicazioni in seguito a un intervento al cuore. Un giorno dopo aver compiuto 49 anni. Static Shock, così come il fumetto frutto di un lavoro corale da cui è stato tratto, restano però una testimonianza preziosa non solo di un periodo, nel mondo dei comics e in quello dell'animazione, ma di un modo sempre verde di raccontare storie per bambini agganciandole al mondo là fuori. "Con un piede nella realtà", come diceva lo stesso McDuffie. Senza pistolotti da fine episodio di He-Man, ma mostrando, raccontando.
In Italia Static Shock è rimbalzato su Boing (ah ah) e Cartoon Network. La qualità delle animazioni - affidate ai soliti studi coreani visti anche negli episodi visivamente più scrausi di Batman o Superman, come Dong Woo Animation e Koko Enterprise - è spesso claudicante, e qui manca uno stile affilato e un character design particolare come quello delle altre due serie che riesca a compensare.
Ma le storie sono ben scritte, i personaggi anche, e alla fine è una serie per bambini di vent'anni fa che si riguarda con piacere. Per quanto tu ne sappia, esistono solo i DVD delle varie stagioni, in versione USA, a una ventina d'euro l'uno. Prossima tappa di Stay Tooned? E chi lo sa. Ma... com'era? Ah, sì: "restate sintonizzati, il viaggio è ancora lungo".
LE ALTRE PUNTATE: BATMAN, GARGOYLES, DUNGEONS AND DRAGONS, X-MEN, SPIDER-MAN, SUPERMAN...
"I personaggi neri o femminili o asiatici spesso rappresentano un'intera etnia o sesso, il che non può essere interessante, perché stanno lì a simboleggiare un mucchio di persone. Superman non rappresenta invece tutte le persone bianche, né lo fa Lex Luthor".
RispondiEliminaMa QUANTO è DIFFICILE far capire ai non addetti ai lavori (e anche ad alcuni addetti ai lavori) quanto è importante la "rappresentazione" delle varie categorie umane? E specialmente di quelle che alcune parti politiche "mettono nel mirino"?
Eh.
EliminaNon ho mai visto la serie se non l'episodio crossover con Batman del futuro che mi era piaciuto molto.
RispondiEliminaFacendo una considerazione generica trovo sempre molto fastidioso vedere che un personaggio ha determinate caratteristiche solo perché la produzione e gli autori voglio fare i paraculi.
Il personaggio, per me, deve essere ben fatto senza ricordati ogni 5 secondi che è un nero o gay o qualcos'altro. Per meglio dire non deve ricordarti che è diverso da un determinato canone o che è una eccezione ma si deve amalgamare bene con tutto il resto.
Visto che potrei essere frainteso e l'argomento è spinoso faccio un esempio per capirci. Ho visto la prima stagione di Kipo su Netflix con mia figlia e adesso è uscita la seconda stagione. Ho letto un articolo in cui intervistano l'autore e leggendo l'intervista ho realizzato che i tre personaggi principali sono volutamente di colore (tecnicamente la madre della protagonista è bianca, il padre è nero e lei per motivi narrativi è rosa). Inoltre il ragazzo è gay e lo si scopre perché lui dice a Kipo che sono solo amici e non è interessato alle ragazze dopo che Kipo pensa che lui sia interessato a lei.
Questo per dire Kipo è un bellissimo esempio di quello che intendo sopra. L'autore ha voluto mettere sotto i riflettore sia gli afroamericani sia i gay senza ostentare nulla o spingendo su alcun stereotipo ma dandogli quell'aura di normalità che poi il vero obbiettivo. Sono personaggi ben scritti che empatizzano con lo spettatore perché sembrano veri e mostrano come alla fine fare distinguo in base a certi aspetti etnici o di orientamento sessuale è sbagliato.
Spero si sia capito il mio punto di vista.
Ma proprio raccontare i personaggi come persone, senza cadere in stereotipi, è il motivo per cui è nata come detto la linea Milestone. E, pur con le semplificazioni viste, per via del target, parte di quello spirito è stato trasposto in Static Shock.
EliminaPerché gli stereotipi nascono e proliferano? Perché un autore che non sa di una cosa finisce per raccontarla con i sentito dire e i luoghi comuni. E anche questo era uno degli argomenti su cui puntava il collettivo dietro a Milestone. Il punto non erano i pochi eroi appartenenti a una minoranza, quanto il modo in cui questi erano spesso rappresentati.
Ho premesso che erano considerazioni generiche, certo non rivolte Static Shock il cui intento, come dici, era chiaro dalla sua nascita.
EliminaMolte volte, oltre agli stereotipi, si vede l'approccio alla Power Rangers in cui si immagina un addetto al controllo della qualità che va dagli autori e dice: "il nero muscoloso c'è? l'asiatico/a che fa arti marziali? la ragazza carina associata al rosa?...". Una sorta di check list che periodicamente viene aggiornata inserendo altri personaggi stereotipati e togliendone altri.
Beh, sì. Ma i Power Rangers, con le loro tutine a guida colore, sono proprio l'opposto. Mi chiedo come sia venuto loro in mente di farlo... :)
EliminaCoincidendipità! Static veniva citato proprio l'altro giorno da ComicTropes (un gran bel canale YT sul fumetto americano) in un episodio dedicato al povero Dwayne McDuffie, che non sapevo chi fosse. Oh, tra le altre cose era l'editor dietro all'idea di Damage Control.
RispondiEliminaBeh, visto quello che è successo negli USA, non credo sia un caso. Sono andato a rivedere quell'episodio sul razzismo proprio perché ricordavo come era stato affrontato tre lustri fa. Il discorso alla base dell'esperimento Milestone, ripeto, è importante. In generale, e tanto più in questi giorni.
EliminaSì, ci ho pensato dopo. È ovvio e giusto che a diverse persone sia venuta l'idea di parlare di questo tipo di contenuti, visti gli eventi recenti.
EliminaIn generale ComicTropes è un canale Youtube consigliatissimo, sia per gli argomenti trattati (oltre a McDuffie consiglio il video che ha realizzato su Jim Shooter o quello su Raina Telgemeier e l'ascesa delle graphic novel per ragazzi negli USA) sia per come li tratta.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDa brava fruitrice di Cartoon Network nei primi anni 2000, ho visto ed adorato Static Shock. A mio parere una delle cose migliori che sono uscite dal DCAU, soprattutto per la non-paura di raccontare storie "mature".
RispondiEliminaYep. Pur con il suo tono cartoon, per lo stile grafico e quello che vuoi, puntate come Jimmy sono molto mature. Soprattutto se consideriamo target e periodo. La terza e la quarta stagione sono nel complesso le più belle anche per il tono. Si percepisce, come ho scritto, che era una serie che cresceva con il suo pubblico, per così dire.
EliminaQuoto anch'io in pieno per Kipo, che mi sta piacendo un sacco.
RispondiEliminaDevo dire che l'animazione americana sta spingendo molto, in quel senso.
E mi pare anche giusto.
Li' e' una cosa perfettamente "normale" (lo si consideri tra virgolette, anche se odio le virgolette) e consueta. Il nucleo famigliare non e' per forza composto dal binomio padre - madre.
E credo che, presto o tardi, sara' cosi' anche da noi. Ma la prevedo ben piu' lunga, e con maggiori resistenze.
In effetti ho visto la scena in questione. Ma anche quando arrivano nel rifugio, e il protagonista incontra quello che con tutta probabilita' diventera' il suo boyfriend.
Come lo si spiega, ai bambini?
Lo si spiega. Che esistono ragazzi a cui possono piacere i ragazzi, e idem per le ragazze. Magari anche con un po' di ironia, se occorre.
Un conto sono le opinioni personali. Si puo' essere o non essere d'accordo.
Un altro sono i diritti degli individui. E li' non si discute.
Anche in She - Ra, Bow ha due padri.
Non potevo fare a meno di pensare a una battuta, quando scoprono che combatte per la ribellione.
"Io non sono come voi, mi dispiace!" Dice loro. "Non sono uno studioso, sono un guerriero!!"
"E sono ETERO!!" Ho aggiunto io.
Si fa per ridere, eh. Non si vuole offendere nessuno.
Ritengo che l'importante sia crescere ed educare un figlio, e volersi bene.
Per il resto...cosa importa?
Anche due delle principesse provano lo stesso sentimento, li'. Pero' la cosa e' un attimo piu' velata.
Persino la Disney si sta emancipando.
Infatti sono curioso di vedere Onward.
Ma gia' in Zootropolis due personaggi lo erano.
I due vicini impiccioni della protagonista. Si vede lontano un miglio.
Oh, se lo fa pure la Disney...
Static lo conoscevo, ma il cartone non l'ho mai visto.
Magari lo mettono in streaming, prima o poi.
mai visto static shock, ricordavo solo il crossover Milestone con Superman e Superboy degli anni 90 uscito nelle pubblicazioni PlayPress.
RispondiEliminaLa serie in questione ricordo che l'hanno maratonata un paio di anni fa di notte su ITA1 assieme alle altre DC... in quell'occasione ho recuperato la 3^ stagione di Superman (arrivata in "leggero" ritardo da noi... solo 10 anni!) e la notevole Lanterna Verde in CGI (spero che ne parlerai!)
Sì. Non so quando, ma una dopo le altre le facciamo tutte, quelle Marvel e DC (e non solo).
Eliminami ricordo di aver visto qualche puntata di questa serie e mi era piaciuta parecchio. Grazie per il post, è stato un piacere rileggere di questo cartoon
RispondiEliminaMai compreso perché la DC spinga su barzellette come Cyborg o Signal quando potrebbe contare sulla vasta scelta di personaggi Milestone.
RispondiEliminaIo e il fratellino fummo ASSUEFATTI dal Static Shock all'epoca, uno dei mille tasselli che ci ha forgiati nel nostro essete appassionati di animazione, fumetti e simili.
RispondiEliminaNon ricordavo neppure che fosse in continuity con l'universo DC, all'epoca se mi fossi visto entrare in scena Batman probabilmente ci sarei rimasto pure male XD
Ricordo bene la serie animata! Da buon regazzino mi era piaciuto molto l'eroe: ricordo che la mia giovine mente aveva accostato il volo sui coperchi dei bidoni al ventaglio di Kit in Tale Spin :-D
RispondiEliminaRicordo però anche il taglio meno stereotipato della serie, quella sensazione che fosse semplicemente un ragazzo con i poteri in cui identificarsi, senza far caso al colore della pelle. È una considerazione ingenuissima, ma so quanto la mia fantasia fosse esigente con i requisiti perché io potessi calarmi nei panni di un personaggio immaginario.
Anche per questo poi ho un po' approfondito la sua storia editoriale e sono stato molto contento di averlo ritrovato qui sull'Atro. Grazie Doc.
Il bello dell'Antro è che da anni prende per il qlo il concetto di quota etnica che, lungi dall'essere antirazzista, e' l'emblema della ghettizzazione culturale: con il classico esempio dei Power Rangers in cui il nero è un appassionato di hip pop e l'estetica di arti marziali...e soprattutto non si capisce perché debbano essere 3 bianchi e due "quote" e non altre combinazioni... Adesso infilano quote gay nei cartoni animati per il medesimo motivo (waiting for omofobo dinosauro etc etc) giusto per mostrare "oh quanto siamo moderni e tolleranti" .
RispondiEliminaNella saga Fantasy Everworld una piacevole novità era il nero esatta antitesi dello stereotipo razziale : secchione, imbranato, sensibile, e sfottuto selvaggiamente da un altro protagonista su argomenti tipo basket rap e così via.
Non conosco Fantasy Everworld ma quello che mi dici mi ricorda anche un altro discorso che solitamente viene portato avanti come bandiera da chi si ritiene nemico dei razzisti, il punch-up.
EliminaIl punch-up è il concetto che la satira e la comicità debbano essere sempre partire dal basso, da chi è svantaggiato o ghettizzato, per poi essere rivolte verso l'alto ovvero verso chi è privilegiato o più fortunato. Questo concetto manicheo per me è sbagliato. Quello che va necessariamente evitato è lo sfottò pure e semplice dei problemi altrui, soprattutto da parte di chi quei problemi non lì ha.
La satira e la comicità devono mettere alla berlina gli stereotipi e le storture della società scoprendone tutte le contraddizione e la stupidità di fondo dietro certi comportamenti, ovunque si annidino. Anche ripensare questo concetto è parte dell'integrazione.
Mi scuso per la filippica.
Esiste questa serie in italiano?
RispondiElimina