Perché ti stanno così sulle balle i gianfransuà. Una storia vera


Che quello sarebbe stato un giorno terribile, lo si capiva già da tante cose. Un giorno che avrebbe cementato per sempre il tuo vivo senso di disprezzo per i Gianfransuà, e il loro essere Gianfransuà, perché certe cose non le dimentichi, eh. È il giugno del 1986. Per tanti, troppi italiani, miscelplatinì è un idolo, un eroe da poster in cameretta, con quella maglia da carcerato con il logo di una cucina. Tu non ti fidi, e cerchi conforto nelle parole di Bearzot su Topolino. Ma pure quelle lasciano presagire il dramma in arrivo. Quasi quanto il vetro della malvagia signora Finnuzzi mandato in frantumi poco prima, e l'inattesa reazione della vecchia [...]


Ma andiamo con ordine. miscelplatinì (con la minuscola), dicevamo, è un idolo degli juventini di tutta Italia, e cioè di un sacco di siciliani e calabresi. A scuola vivi praticamente circondato da suoi fan, qualcuno ha iniziato pure a scimmiottare la lingua d'Oltralpe quando giocate a pallone nel parco sotto casa. Cose che non erano proprio cose. Ma a fartelo stare sui cojones non è solo la maglia che indossa, si badi.

È che un anno prima l'hai visto festeggiare in quel modo il rigore dell'Heysel, in quel contesto, con i suoi tifosi morti, in un clima surreale e assurdo. Una festa dello sport trasformata in un massacro. Non sapevamo, avrebbe ripetuto per anni. E per anni Boniek e Tardelli lo avrebbero smentito: ovviamente sapevano, erano lì. Non avrebbero voluto giocare, non avrebbero voluto festeggiare un bel niente. Ma lui l'aveva fatto, e questa cosa non l'avevi mai mandata giù. Ti era sembrato, ecco, assurdo. Il tifo, pur nello sturm und drang da quinta elementare, non c'entrava: tu il poster di uno così, nella cameretta, non l'avresti voluto più, ecco.

Il 17 giugno di un anno dopo, un pallone di cuoio dell'improbabile marca TeleSbam disintegra la porta finestra della cucina di un appartamento del primo piano. La porta finestra della cucina dell'appartamento della signora Finuzzi, anziana megera che si vociferava avesse 112 anni, e che incarnava da sola, in una perfetta sintesi di anzianità anni 80, gli stereotipi della vecchia zitella acida, dell'anziano bucapalloni, della scassamaroni condominiale. Due anni prima, nell'estate dell'84, Luigino detto Pinocchio-chiò, era andato a recuperare un Super Santos finito su quel terrazzo. Non era tornato mai più.

Il rumore di quel vetro in frantumi viene perciò accompagnato da tuoni, il cielo si apre e ne piovono rane, e tutto si fa nero. O così almeno vi parve, perché temevate che la Finuzzi vi avrebbe uccisi tutti e trasformati in marmellate da vecchia, con il copricoperchio di stoffa sul barattolo, per far sparire i corpi. Come il povero Luigino. E invece la megera vi porta il pallone, chiede a chi appartiene, e rifila un buffetto sulla guancia a Damiano Melvasini, dicendo solo che avrebbe parlato con il padre per farsi sostituire il vetro. Cioè, senza uccidere nessuno. Senza marmellate di bambino.

"Ho un bruttissimo presentimento", dice Melvasini, scoppiando a piangere per la tensione accumulata.

E il brutto presentimento, all'improvviso, ce l'avevi anche tu. Eri fiducioso che quella sera avremmo rotto il culo a quei francesi della cippa. Eravamo i campioni del mondo in carica, avevamo pareggiato con l'Argentina di Maradona e sconfitto i coreani. Altobelli era in gran spolvero, il pareggio a tempo praticamente scaduto con la Bulgaria era stato solo un errore di percorso. Tornato nella tua stanza, corri a trovare conforto nelle parole del maestro Bearzot.

Il Vecio, sulla panchina degli Azzurri da undici anni e nostro condottiero nella vittoria dell'82, da mesi spiegava sulle pagine di Topolino tutto quello che c'era da sapere sul mondiale di Messico '86. Le squadre, i loro punti forti, the rava, the fava. Si era arrivati a quel Mondiale del puparuolo Pique preparatissimi, anche psicologicamente.

Nella sua scheda staccabile su quelli che sarebbero stati gli avversari di quella sera, nell'incensare miscelplatinì, Bearzot aveva dimenticato di menzionare quella brutta faccenda dell'Heysel e in generale che era una brutta persona, ma avevi pensato fosse un errore di stampa. Magari quella parte lì del discorso si erano dimenticati di impaginarla. Ma la cosa più grave era un'altra.


Sul numero uscito una decina di giorni prima, terminate la storia a fumetti dei Mondiali presentata da Topolino e la carrellata delle 24 partecipanti al torneo, era stata pubblicata questa lettera di Bearzot. Una lettera ai lettori in cui si mettevano almeno sedici mani avanti: siamo arrivati fin qua, il Mondiale l'abbiamo già vinto l'altra volta, è difficile ripetersi, e questo e quello. Il 17 giugno rileggi quelle parole e ti senti salir dentro una tigre. Cioè, ti chiedi, ci stiamo già arrendendo? A quelli?

A completare il sinistro allineamento astrale è la frase profetica con cui il signor Genassi, vostro vicino di casa dal naso importante, accoglie sull'uscio te e Apreda senior per vedere la partita sullo schermo enorme appena comprato. "Giovanni", dice a tuo padre, "mi sa che stasera facciamo bagatte e bagattelle e ce ne torniamo a casa". Hai dieci anni e non sai cosa sono le bagatte, men che meno le bagattelle, ma capisci il senso. E la resa arriva.

Altobelli resta a secco dopo quattro reti di fila segnate nel girone, e usciamo dallo Stadio Olimpico Universitario di Città del Messico, dal Mondiale dell'86, dai tuoi sogni di rock'n'roll. Buttati fuori agli Ottavi dalle due reti di quelli. miscelplatinì, proprio lui, e Stopyra.

"È finita. È finita l'avventura degli italiani, dei campioni del mondo qui in Messico", dice, amarissimo, il grande Pizzul al fischio finale dell'arbitro argentino. Prima di riconoscere la superiorità dell'avversario, cosa che tu non avresti fatto neanche se sottoposto a tortura. O mandato a vivere due mesi a casa della Finuzzi. Non gliel'avresti mai perdonata. Al tizio dell'esultanza all'Heysel, certo, ma anche a tutti i suoi connazionali. Non era più una faccenda di partite e di palloni Azteca da buttare in porta. Ora era una questione personale.

Vivi quella sconfitta come una profonda ingiustizia. Otto giorni dopo, quando, dopo la sculata transalpina ai quarti col Brasile, Brehme e Völler spiegano in semifinale a quei pagliazzi dai nomi risibili come si gioca a calcio, esulti come un eroe dei tokusatsu. "I galetti arrosto!", urli, come se fosse la più volgare delle frasi da muro di una stazione. Ma quella sensazione amara, l'odio per i gianfransuà e tutto quello che rappresentano, con l'eccezione forse solo di Sophie Marceau, ti sarebbe rimasto addosso.

E quella stessa sensazione amara l'avresti tu, l'avremmo rivissuta tutti altre volte. Francia 98, dove si è sprecata ai rigori la grandissima opportunità di ammutolirli in casa, agli ottavi, quelli. O il gol di treseghé al 297° a Euro 2000. Amarissima aranciata da deglutire in una festa delle medie della vita infinita: fino cioè alla grande liberazione del mondiale del 2006. Vent'anni tondi ad aspettare il giorno, la rivincita, il come back. Caz*o. Dalla ola di Mexico 86 al popopoppopoppopo di Berlino, Beppe.

Ma era solo una partita, potrebbe dire a questo punto qualcuno. Capirai. Ma per un pallone c'è chi è diventato una marmellata con il copricoperchio in tessuto, oh.


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Commenti

  1. Insomma ti stanno antipatici per una partita di calcio ?

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    1. Dove "antipatici" è un clamoroso caso di understatement.

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    2. Mah, se vai a leggere cosa è successo all'Heysel altro che "una partita di calcio"...

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    3. Tra l'altro ha pure praticamente ammesso di aver truccato i sorteggi di Francia '98.

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    4. La partita fu imposta dal governo del Belgio per evitare altri morti, ormai i tifosi italiani e inglesi si stavano affrontando di brutto all'interno dello stadio e la polizia non era preparata; ci sono vari documentari che lo affermano .

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    5. Niente giustifica una esultanza come quella, se si doveva giocare per ordine pubblico (come dici tu) sarebbe stato indispensabile mantenere un basso profilo almeno per rispetto delle vittime. Guardate le foto della esultanza sulla scaletta dell'aereo all'atterraggio, in quel caso non si può neanche parlare di trance agonistico. Una vergogna per tutta l'Italia.

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    6. Concordo appieno, un uomo brutto, poco da dire. Come canta un tizio che non mi è nemmeno simpatico, un calciatore lo riconosci dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia, ma in quella occasione ha dimostrato davvero di essere poca cosa, per me non è mai stato un campione. Poi sono anche granata quindi lasciamo perdere....

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    7. L'hai a dire a me Daniele che sono viola...

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  2. Il mio odio ha radici meno calcistiche e (molto) personali. Un giorno, se mai ci incontreremo di persona, te lo racconterò...

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  3. Beh, certo, ovviamente tranne Sophie Marceu,!

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  5. "Ma era solo una partita"...contro quelli là non è mai solo una partita...maledetti...

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  6. Dell'86 ero troppo piccolo per ricordarmene, ma le delusioni del '98 e del 2000 le sento ancora sulla pelle. Quando vidi il cucchiaio di Zidane pensai che anche quella sera sarebbe andata male. Poi un inaspettato Materazzi e quella traversa di Toni mi fecero tornare speranza. Il gol annullato a Toni nel secondo tempo. La paratona di Buffon. La testata di Zidane. Il rigore sbagliato di Trezeguet. Il rigore di Grosso. Che liberazione.

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  7. Ah quanto hai ragione Doc, mi sento di confermarti questo mio medesimo sentimento nei confronti del vilissimo Gianfransuà "le roi" merlin platini (volutamente minuscolo). Piccolo uomo che si è confermato anche alla guida del colosso Fifa negli anni scorsi. La tragedia dell'Heysel fu vissuta dai giocatori in campo in maniera totalmente differente. C'è chi ebbe l'onestà umana di dire che non si doveva giocarla e che non ci sarebbe stato nulla da festeggiare ma ci fu invece il gianfransuà in questione, che ebbe non solo il cattivissimo gusto di farlo ma anche di insistere in questa pessima figura data al club e alle famiglie delle vittime ed in generale a tutto il calcio.
    I francesi e gli Italiani calcisticamente parlando (e nella stragrande maggioranza dei casi) non si sono mai sopportati, fu pesante quella brutta figura mondiale in Messico ma personalmente lo fu ancora di più quella dell'Euro 2000 dove davvero pensavo che la portassimo a casa quella coppa. Il golden gol di Tre-seghett per la legge del contrappasso si trasformò poi nel palo-fuori del calcio di rigore decisivo e da lì la catarsi italiana nei loro confronti. Tuttavia quel mondiale pieno di giubbendini dentro e fuori dal campo non mi trascinò del tutto, fatto salvo per Dortmund. Ad ogni modo il binomio gobbo gianfransuà tuttora perdura ai primissimi posti nella mia scala di mal sopportazione calcistica. Ricordo solo le prime parole di Thuram passato da noi a loro in conferenza stampa dichiarare che finalmente approdava al grande calcio...ecco tutto questo è generatore di forte antipatia ma ancor di più di mancanza di rispetto. Quello che appunto fece il capostipite Miscel dopo quella finale.

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  8. L’antipatia profonda e radicata nei confronti del gianfransuà non ha bisogno di giustificazioni di sorta. È incisa nel DNA italico ed è giusto che sia così. È l’ordine naturale delle cose. #ridatecelagioconda #mangiaraneatradimento

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    1. Sono d'accordo con te in tutto e per tutto,però adesso faccio il pdf....
      La Gioconda mi sa che è l'unica roba che hanno il "diritto" di avere e le rane le mangio anche io ;-)

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    2. @Sith Lord 138: mi spieghi sta cosa della gioconda?

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    3. Copia-incolla da Wikipedia:

      La Gioconda in Francia

      Fu Leonardo stesso a portare con sé in Francia, nel 1516, la Gioconda, che potrebbe essere stata poi acquistata, assieme ad altre opere, da Francesco I.

      Si sa che un secolo dopo, nel 1625, un ritratto chiamato la Gioconda fu descritto da Cassiano dal Pozzo tra le opere delle collezioni reali francesi. Altri indizi fanno pensare che fin dal 1542 si trovasse tra le decorazioni della Salle du bain del castello di Fontainebleau.[15]

      Più tardi Luigi XIV fece trasferire il dipinto a Versailles, ma dopo la rivoluzione francese venne spostato al Louvre. Napoleone Bonaparte lo fece mettere nella sua camera da letto, ma nel 1804 tornò al Louvre. Durante la guerra Franco-Prussiana del 1870-1871 fu messo al riparo in un sito nascosto.

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    4. In pratica, la Gioconda è dei francesi, non degli italiani: gliel'ha venduta Leonardo in persona, manco un intermediario/direttore di museo/trafugatore di opere d'arte ad insaputa di tizio e caio :D

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  9. Grande Doc!!! Permettimi di scrivere un po' qui sul tuo blog...
    Per molti di noi, ragazzini degli anni ottanta, il mondiale 1982 era stato il primo da seguire con
    (una certa) consapevolezza... vincerlo proprio noi, dopo un biennio di prestazioni stentate e una prima fase moscia, fu qualcosa di magico... nell'86 arrivò una squadra simile a quella del 2010... il "Vecio" punta ancora sui suoi senatori (Scirea, Conti, Cabrini... porta addirittura un Rossi ormai alla fine) e inserisce alcuni giovani di belle speranze (De Napoli, Vialli, Galderisi)... con la Bulgaria dominiamo e arriva il golletto all'85 di Sirakov, con Galli in evidente ritardo (da Biscardi, Zoff in diretta dall'Azteca e Albertosi in studio, proveranno a fatica ad assolverlo)... con l'Argentina, dopo il rigore di Altobelli e la beffa di Diego (Galli ancora sorpreso), c'è un patto di non aggressione... con la Corea si patisce un po' la velocità fosennata degli asiatici (e magari si pensa a Pak Doo Ik), ma si passa....

    La Francia è superiore... nel girone non ha fatto grandi cose... ha battuto con fatica un Canada da dopolavoro, ha superato l'Ungheria in una gara equilibrata (dopo che i magiari ne hanno presi sei dall'URSS) e ha pareggiato anche lei con i sovietici, 1 a 1, in un altra partita abbastanza tranquilla...

    Ma è superiore... ha ottimi centrocampisti (il preciso Tigana, il settepolmoni Fernandez, il piccolo e intelligente Giresse), una difesa abbastanza affidabile, un attacco pregevole (al forte Rocheteau si affianca, dopo il fallimento del giovane Papin nella prima fase, un convincente Stopyra) ...dopo le incertezze di Ettori, hanno addirittura un buon portiere, Joel Bats! ...e poi c'è lui, le Roi...già consapevole di essere alle ultime recite e del fatto che quello sarà il suo ultimo mondiale...

    La partita l'ho rivista circa un mese fa su RaiSport che, in tempi di Covid, ha dedicato quasi ogni sera alla riproposizione delle sfide storiche dei mondiali del passato (dal 70 al 90)... l'Italia è surclassata, dominata, battuta sotto ogni punto di vista... il Vecio rinuncia al regista (Di Gennaro) e schiera tre mediani (Bagni, De Napoli e Beppe Baresi.... Franco nemmeno è stato convocato, dopo le liti con Bearzot)... praticamente, tutta la fantasia ricade sul solo Bruno Conti, anche lui ormai non propriamente quello dell'82...

    Al 14' il gran visir dei Gianfransuà è liberato da Rocheteau, da solo dinanzi a Galli, mentre Beppe Baresi è già in ritardo...pallonetto beffardo ed è 1 a 0... la reazione italiana è solo in una confusa azione sotto porta in cui lo Zar Vierchowod quasi segna in mischia... tutto qui! Altobelli non è mai servito bene...Galderisi corre a vuoto ...i francesi riprendono gli attacchi e Fernandez coglie una traversa con una bomba da oltre 30 metri, con Galli immobile... Platini tira una punizione sotto l'incrocio e Galli ci arriva...

    La ripresa è, se possibile, pure peggiore: francesi in pieno controllo, attacchi italiani confusi e sterili... contropiede d'antologia... azione Platini, Rocheteau, Stopyra (simile a quella che portò il Brasile al gol del 4 a 1 nel 1970) e tiro in corsa.... Galli, per la prima volta in tutto il campionato, è esente da colpe sui gol, magra consolazione... a una manciata di minuti dal triplice fischio, su tiro di Ferreri, evita con un difficile intervento il terzo gol transalpino...

    Fine dei giochi... torniamo a casa, senza rimpianti, è la fine di un ciclo, ma nel 1982 - appena nell'edizione precedente - abbiamo sbaragliato tutti ...abbiamo comunque passato il primo turno e nel 1990 sarà tutta un'altra cosa....
    Chi ce lo poteva dire che nel 1990 avremmo patito la più grossa delusione calcistica del secolo.... e che, nel secolo successivo, dopo un altro mondiale vinto alla grande, avremmo avuto due edizioni in cui nemmeno avremmo passato il primo turno... e una in cui ...nemmeno ci saremmo arrivati, ai mondiali!!!!

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  10. Onestamente?
    Dopo aver viaggiato spesso in Europa sono giunto alla conclusione che siano tra i popoli più accoglienti e simpatici del Vecchio Continente...Fuori da Parigi. I parigini sono tra i più arroganti e antipatici di tutti, ma in qualsiasi altro posto i francesi che ho conosciuto e con cui ho parlato sono persone squisite.
    A conti fatti è l'esatto contrario della terra di Albione, a Londra e in altre città grandi come Birminghan e Manchester gli inglesi si sono dimostrati aperti e decenti (la storia che fanno finta di non capire gli italiani non è vera perché la nostra pronuncia è ostica, in generale leggiamo tutte le lettere delle parole anche quando non si deve fare come "woRld" ed in più il suono th non l'ho mai sentito corretto dalla bocca di un connazionale) ma appena esci un pochino trovi tanti razzisti, non sono necessariamente scortesi ma te lo fanno capire che preferirebbero non avere a che fare con un mangiaspaghetti.

    Andando OT dico solo che in Europa il mio odio lo riservo principalmente per gli austriaci, teste di cazzo bestiali

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    1. Ciao Elia. Credo che gli austriaci abbiano motivi storici importanti per non amarci. Poi hanno un po' la sindrome nazionale di quelli che hanno perso un grande impero e di essere perennemente umiliati dall'ingombrante vicino teutonico

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    2. Concordo al 100% con Elia suglia austriaci: in un weekend a Vienna (peraltro splendida città) ho visto più episodi di razzismo esplicito o sottinteso che in tutti gli altri viaggi che ho fatto a giro per l'Europa negli ultimi 20 anni
      E non parlo nei miei confronti, parlo di sguardi, espressioni, gesti, frasi nei confronti di persone normalissime ma che avevano i colori sbagliati per i locali

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    3. Vabbè, ma quello pure in un paesino calabrese a tua scelta.
      Te lo dice un calabrese. :D

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    4. Mi associo al commento di Elia solo per dire che anche a me è capitato di viaggiare un pochino in Europa e oggettivamente ero molto prevenuto sia sui Gianfransuà che sui Teteski e sono rimasto veramente sorpreso dallo scoprire che in entrambe le nazioni non mi sono mai trovato male.. con debite eccezioni, tipo che in Germania del Sud, Monaco per dire sono orrendi mai razzisti quanto gli Altoatesini (tieni presente che sono terrone come te, quando giravo a Parigi i mediorientali mi parlavano nella loro lingua :D ). I Francesi li ho trovati sempre amichevoli, specialmente devo dire quelli di origini "coloniali" diciamo ... una faccia una razza! Unica cosa oggettiva, i Francesi sono oggettivamente gli unici in Europa a guidare peggio di noi! Dei maledetti pazzi, con le loro Renault o Citroen (guidano solo auto francesi) ti sfrecciano a destra e a sinistra come se fossero tutti a Le Mans!
      Calcisticamente parlando comunque.. odio infinito! Non ho vissuto Messico '86 perché ero troppo piccolo (classe '81) ma Francia '98 e Euro2000 li ricordo bene... ma diciamo che ho imparato negli anni a separare la "fede" calcistica dalla nazionalità. Per dirne un'altra a guardare Ibrahimovic uno dovrebbe odiare gli Svedesi e pensare che sono tutti teste di caxxo....
      Comunque sempre ottime le tue storie :)

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    5. Sul fatto che i francesi fanno finta di non capire sia arriva all'estremo in costa azzurra. Fingono di non capire ma quando vogliono romperti le palle salta sempre fuori che parlano un po' di italiano.
      Ho la fortuna che mia Moglie ha lavorato 6 mesi a Parigi e dopo qualche giorno in Francia ricomincia a parlare fluentemente con un accento invidiabile, infatti le fanno tutti i complimenti.

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    6. Come ho scritto nel mio commento sotto,in Francia ci sono stato parecchie volte è un po' il francese lo parlicchio,non ho mai avuto problemi a parlare coi franceselli e vi dico che metto insieme qualche frase non lo parlo bene

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  11. Lo sapeva anche il buon Hank Scorpio:

    - Qual è il paese che ti piace di meno? L'Italia o la Francia?
    - Francia.
    - Nessuno risponde mai "Italia"

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    1. Nata in Algeria e da madre italiana. Non vale.

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    2. e padre maltese di lontane origini palermitane....

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  13. a parte l'86 per ovvi motivi (non ero ancora nato), l'odio atavico per i cuginotti gianfransuà è lo stesso per me: 98 (ma erano i quarti ;) - 2000 una combo terribile per qualunque 10enne dell'epoca!
    I mangiaranocche con la baguette sotto l'ascella pezzata hanno sempre ( = da quando ho memoria) innerbato i gobbi: da Platini a Zidane fino a Trezeguet, quindi ad odio si aggiungeva odio! Noi al limite abbiamo avuto Djorkaeff, ma quello era un esule armeno...

    Per fortuna il 2006 ha rimesso le cose a posto e anche il 2008, l'ultima partita del gironcino degli Europei è stata una goduria: 2-0, galletti di 'sta minchia a casa e noi ai quarti, amarissimi, contro una ancora acerba Spagna ad inizio ciclo (malanova, che odio pure verso gli spagnoli, il loro tiqui-taqua di sto 'cazzo e le loro hit estive stracciamarroni!)

    EDIT: ripensandoci, un altro motivo d'odio è che i gianfransuà c'hanno EuroDisney, li mortè loro... da piccolo 'ste cose le vivi malissimo! Infatti mai andato e credo che mai ci andrò, non mi avranno mai!

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  14. Calcisticamente li odio anche io


    Poi la combinazione bianconero gianfransuá è particolarmente dirà da digerire


    Io spero che gli juventini abbiano la decenza di non conteggiare quella coppa tra i loro trofei

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  15. Gli va riconosciuto almeno che quanto a fumetti si fanno dare del lei (anche se moltissimi dei capolavori più amati della BD sono in realtà belgi, ma non sottilizziamo).

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    1. Tintin è belga, Asterix ha più sangue italiano (Uderzo) che francese... fossi in loro controllerei se almeno la Tour Eiffel è francese perché mi verrebbe il dubbio xD

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    2. Tintin certo, ma sono belgi pure i Puffi, Blake e Mortimer, Lucky Luke, Gaston Lagaffe, Marsupilami, Blueberry per metà...
      Ora che ci penso, dei pezzi grossi gli rimane solo Asterix!
      Basta, mi rimangio tutto, abbasso la Francia, viva il Belgio (terra di cioccolato, birra, patatine fritte e fumetti fantastici, cosa vuoi di più?).

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  16. SE si parla di "odio" intrinseco in stanno sulle palle molto di più i tedeschi...anche per motivi ben noti che mio nonno mi raccontava in guerra...poi diciamo che l anima tedesca non sembra essere cambiata poi di molto...vedi Europa. Francesi mi lasciano indifferenti...anzi...quasi simpatici...quasi solo perché adoro Parigi

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    1. coi crucchi è odio atavico, coi mangiaranocchie è rivalità cuginale tipo Paperino con Gastone... maledetto fortunello impomatato!

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  17. Gianfransuá the origin vol. 1
    ...spero non finisca qua.
    Grazie Doc, finalmente iniziamo a dipanare il mistero 😁che poi mistero non è.
    Questa cosa dell'esultanza non la sapevo.

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  18. Mi spiace doc, ma adoravo la Francia 82 - 84 -86. Essendo milanista, odiavo più Maradona di Platini, il quale rimane persona di spiccate qualità anche se usate male, come ha dimostrato la sua carriera extra calcio. Forse ha proprio introiettato le lezioni del cosiddetto avvocato... I francesi, per quanto ne so, non sentono un granché la rivalità con l'Italia. Però sono pronti ad ammettere quando siamo a loro superiori nonché ad umiliarci quando ne veniamo sconfitti. Cosa che a noi fa difetto: se perdiamo, ci sputiamo in faccia da soli ed è raro che ammettiamo che gli altri siano statipstati forti o bravi. Questo, se mi permetti, è un grave difetto.

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  19. A proposito di Francia, Italia e sport, in questo rugby: a me sarebbe piaciuto un sacco, ma davvero, vedere la mitica partita di Grenoble del 22 Marzo 1997, quella che ha messo fine a piú di 60 anni di cinquine propinateci dai francesi con un significativo 40 a 32 per noi. E che è servita a farci ammettere al 6 Nazioni. Non solo cinquine, comunque, ma anche sberleffi non da poco, come la decisione, presa dai galletti a un certo punto, di non far piú scendere in campo contro di noi la loro Nazionale maggiore, ma Francia B e A1. Atteggiamento che é durato per vari anni.

    Quanto mi sarebbe piaciuto viverla quella partita! Ma all'epoca avevo solo visto, per caso, un incontro del Tri Nations non so su quale canale e non sapevo nulla di rugby (non che ora sia un grande esperto, eh). Almeno non ho il rimpianto di averla persa in TV: fu ignorata completamente dalle nostre reti.

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    1. Beh, Grenoble è stata una delle partite più belle ed emozionanti della storia dell'ItalRugby.
      C'è da dire una cosa, però: loro ci snobbarono perchè, a tutti gli effetti, avevamo una squadra abbastanza modesta. E loro dei signori giocatori, gente che andava a battere Sudafrica e Nuova Zelanda anche a casa loro. Il divario era spaventoso.
      Certo, quella fu una soddisfazione insuperabile

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    2. Si, hai perfettamente ragione. Gente che veniva cacciata dal 5 Nazioni quando noi nemmeno sapevamo cosa fosse, quasi. Ma parliamo dei francesi: fa comunque male a pensarci 😂.
      E non sono stati di certo gli unici a snobbarci. Se non sbaglio la Scozia è stata l'ultima delle Home Nations ad accettare di incontrarci con la Nazionale maggiore, negli anni '90.

      A proposito di All Blacks, posso dire che io tifo SEMPRE le squadre europee quando li incontrano? Si, anche la Francia (e l'Inghilterra), lo ammetto 😅.

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    3. No, l'Inghilterra no, dai! 😀

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    4. 😂😂😂 E' dura, ma contro gli All Blacks si. Ovviamente li ammiro tantissimo, e mi esaltano, ma mi scatta qualcosa quando li vedo contro l'Europa. Forse è solo il desiderio di assistere a qualcosa di importante, come può essere una loro sconfitta.

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    5. In realtà ci hanno snobbato un po' tutti, almeno fino al 1994-95. Da lì in poi, l'Italia ha affrontato tutte le Nazionali vere, e non "etichettate" o camuffate da altro. Resta la goduria di aver battuto la Francia vera e da Grande Slam a Grenoble, concedendo loro 2 mete quando i buoi erano ormai scappati

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  20. Da psico/sociologo da strapazzo penso che gli oltrealpini abbiano un senso di inferiorità nei nostri confronti, altrimenti perchè avrebbero inventato Asterix (NB che mi piace) ? Però da ex-cestista (sempre da strapazzo) il bronzo agli europei 2003 proprio su di loro (NB dopo averne beccati 33 in girone eliminatorio!) è come un'orgasmo per un ultracentenario! Devo ammettere che la scuola fumettistica franco/belga è da Unesco, è il fantasy alla Thorgal, Gorn, La Saga dei Chnikel, Il lamento della Terre perdute, Rahan (quando lo tradurranno tutto ?) Le leggende delle contrade dimenticate etc; mi ha regalato ore di beatitudine. Quindi li perdono? No mai!
    PS la marceau è una Bellucci con meno seno e più spocchia, talento e paracul... uguali.
    PPSS da friulano so quanto poco gli austriaci ci considerino (da me personalmente ricambiati).

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  21. E'nell'ontologia dei Gianfrasua essere come sono. E tanto basta ad odiarli.

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  22. Vedendo come e' finita a Mexico 86 (grande delusione pure per me, visto che e' stato il primo mondiale che ho seguito per intero. Quattro anni prima ero troppo piccolo), ragionandoci a mente fredda e anni dopo forse uno si rende conto che a Spagna 82 gli era andata pure bene, agli azzurri.
    Grazie al fatto che i crucchi ribaltarono in modo clamoroso una partita gia' persa. Arrivando in finale bolliti.
    Se Bearzot e i suoi beccavano i gianfransua' non avrebbero vinto.
    Leggendo le cronache di quei tempi, ci si rende conto che la Francia, calcisticamente parlando, era fortissima.
    E Bearzot...era fuori dal mondo, ormai. Lo dimostra il fatto che non abbia convocato giocatori che sarebbero stati ben piu' utili.
    Ancora ancora che si era portato dietro Dossena.
    Ma come fai ad escludere uno come Baresi (Franco, non Beppe), santo Dio?
    Perche' non lo conosceva. Non lo considerava. Come Mauro, Pruzzo, Ancelotti e tanti altri.
    Ma ti ha fatto vincere un mondiale quando non ci sperava nessuno. Glielo dici tu che ormai era giusto un filo rimbambito?
    Non hai il coraggio.
    E poi...nel 2010 e' finita uguale.
    Il nostro difetto. Prigionieri del ricordo.
    Francia 98. Anche li' bisogna ammetterlo. La Francia era fortissima. Aveva il meglio del calcio europeo e mondiale. Ma come al solito usciamo con l'onore delle armi.
    Eliminati, si. Ma imbattuti. Non pare vero, visto come abbiamo giocato male.
    La vera delusione e' stata euro 2000. Con Zoff (grandissimo allenatore, e spesso bistrattato e sottovalutato).
    Vittoria gia' in tasca, al termine di una cavalcata entusiasmante. Peccato che Pinturicchio si mangia clamorosamente il gol che avrebbe chiuso il match. E due secondi dopo Er Pupone si mette in testa di fare l'idiota con Deschamps, che calcisticamente ha il doppio dei suoi anni. Perdendo la palla a ridosso della difesa.
    Faccenda Heysel.
    Ho letto parecchi libri, a riguardo. Cercando di farmi un'idea. Arrivando a leggere pure l'autobiografia di Platini.
    Ci si rende conto di tante cose.
    Del tipo che lo avevo giudicato dal gesto di quella sera.
    Ma leggendo quello, e altre interviste, si capisce che quella tragedia lo ha rovinato.
    Qualche anno dopo si e' ritirato, quando avrebbe potuto proseguire.
    Platini e' stato un personaggio discutibile, nel privato.
    Specie durante il periodo dei grossi scandali finanziari delle societa' calcistiche francesi. E lui c'era sempre in mezzo. Basti vedere quando e' andato a dirigere la Fifa...
    Calcisticamente parlando...era un fuoriclasse, punto. Senza contare che non e' finito all' Inter per un soffio.
    Ha sempre ritenuto che il calcio dovesse essere gioia e divertimento. E che certe brutture dovessero rimanere fuori.
    Tipo Argentina 78. Dove l'opinione pubblica non voleva che i Bleus giocassero in un paese governato da una dittatura (spietata).
    Lui disse che i calciatori devono fare il loro mestiere. Giocare a calcio.
    Mi metto nei loro panni.
    Arrivi a fine stagione. E quella sera ti giochi tutto..
    E scoppia un massacro. Cosa fai?
    Cosa fai, dopo una stagione intera passata tra infortuni e sacrifici? Cosa fai, mentre ti prepari al match decisivo e ti vengono a dire che non si gioca piu', e che ci riproverai il prossimo anno?
    Non sai neanche se arriverai in finale, il prossimo anno.
    Un anno. Per un calciatore sui trent'anni e' un'era.
    Sai che sei li', quella sera. E che puoi vincerla.
    Cosa fai?
    Non lo so.

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  23. Per ora di francesi simpatici ne ho trovati tanti solo in Camargue. Negli altri posti, in genere, non sono molto affabili o collaborativi.

    Parlando in generale dell'Europa del nord la cosa sconvolgente per me rimane il personale nei ristoranti. In quei posti divento veramente il milanese imbruttito.
    Arrivi in un ristorante VUOTO e ti chiedono se hai prenotato, se non hai prenotato ti dicono che non c'è posto e se insisti ti guardano male. Non ci provano neanche a vedere di trovarti un tavolo, non gli passa manco per l'anticamera del cervello. Come si dice a Milano "voja de' laurà saltum a dos" (voglia di lavorare saltami addosso). Chiudono la cucina quando il ristorante è ancora aperto e non ti portano più i piatti; in pratica o ordini per tempo o loro devono chiudere tassativamente. Quando ti presenti tardi non sempre ti accettano (parliamo delle 20,30 o delle 21,00) e questo succede soprattutto in posti sperduti dove per attirare i cliente dovrebbero concedere anche lo jus primae noctis.
    Aneddoto: sono in un paesino della Baviera con la mia famiglia non lontano Garmisch. Bona la carne con patate arrosto e crauti più birrozzo ma dopo un po' il mio fisico implora pietà. Andiamo a mangiare una pizza e fortunatamente il gestore è italiano e la pizza è discreta. Non eravamo arrivati prestissimo, per gli standard locali, ma durante la serata sono entrati in successione coppie di italiani che erano stati rimbalzati in successione da qualsiasi altro ristorante perché era troppo tardi. Mogi mogi entravano ma alle parole "benvenuti, accomodatevi" si scioglievano commossi visto che ormai avevano messo in conto di non mangiare.

    PS: a Garmisch ho mangiato in un ristorante tipico molto buono e sulla stessa via pedonale c'erano altri ristoranti. Quello di fronte si chiamava Calabria e c'era una tavolata unica di 30 persone circa tutti in abito bavarese. Spedì immediatamente la foto al Doc chiedendo se erano ambiti tipici.

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    1. Ho trovato la foto sul cellulare e il ristorante si chiama Calabrese.

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    2. A me è capitato in Polonia,a Cracovia,stavamo mangiando,abbiamo chiesto altro e ci dicono che sta chiudendo il locale. Erano tipo le 20:30... Abbiamo capito perché dalla cucina continuavano a guardarci.
      Comunque no scortesi e ne maleducati i polacchi,solo spigolosi ecco

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  24. Il professore di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana, quando spiegava a lezione alcuni monumenti presenti sul suolo francese, se la rideva di gusto e asseriva 'Ahahahah questi francesi che chiamano i loro ponti, i loro acquedotti, le loro strade, gallo-romane... ma quali gallo-romane? Quelle le hanno costruite i romani, gli italiani insomma, e basta!'. Beh, mica aveva torto! A parte questo, io ricordo con affetto quel mondiale, il primo che seguii con consapevolezza, in particolare teneri ricordi mi legano a quelle partite della prima fase, diciamo fino agli ottavi, quando trascorsi alcune settimane dai nonni a Mestre, e attendevo con ansia quella gara contro la Francia, ho presente l'istantanea del tizio del negozio di alimentari vicino casa dei nonni, che, mentre torna amo per pranzo da una passeggiata, esce sul marciapiede, saluta me e il nonno e mi chiede 'Allora, stasera battiamo la Francia?'...Non ricordo cosa risposi nè che previsioni io covassi nella mente...so che avevo chiaro il fatto che tutti elogiavano e temevano Platini, ma in me stava nascendo un amore folle per l'alieno di quei mondiali (e di sempre), il nanerottolo con la 10 a righe bianche e celesti.

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    1. "Quelle le hanno costruite i romani, gli italiani insomma"
      Piuttosto discutibili le opinioni del professore, diciamo....

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    2. La sua era ovviamente una iperbole, detta col sorriso. Il discorso del professore era volto semplicemente a sottolineare che, a suo avviso (e io ero e sono d'accordo con lui), quella è arte romana e basta. Nel senso che i Romani nelle loro conquiste militari e culturali, per così dire, applicavano anche fuori dai 'confini italici' i sistemi costruttivi e le tecniche ingegneristiche/architettoniche che conoscevano. E il prof. rimarcava che non aveva molto senso che i Francesi (con un orgoglio nazionalistico senza senso, tutto sommato) qualificassero alcune opere fatte dai Romani come arte gallo-romana.

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  25. Doc per quanto riguarda quel giocatore li,non scrivo neanche il nome va,sono assolutamente d'accordo con te in tutto e per tutto,mi fa schifo.
    I franceselli da italico mi stanno antipatici per il loro essere sempre i più bravi e i più belli,tutti a dire Je Suis Charlie come giusto che sia,poi quando è partito il virus qui da noi loro invece di spendere parole buone subito a prenderci per il culo col pizzaiolo che scatarra sulla pizza (che poi quella pizza lì era palese che non era fatta da un italiano... ) però ammiro quel senso di unità nazionale che o bene o male hanno più di noi,sta il fatto che mi stanno sulle palle comunque.
    Devo ammettere però,che in Francia ci sono stato molte volte,l'ho girata in lungo e in largo,ed è meravigliosa e col loro autoctoni del luogo non ho mai avuto problemi,ho sempre trovato gente cordiale e gentile.
    Ma è così tra noi e loro ci sarà sempre uno stare sulle balle a vicenda.

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  26. Confermo tutto, un mio collega Ultras dell'Inter mi ha confermato l'alterigia di questi transalpini del ciufolo, spocchiosi oltremisura. Avevo pure un cliente gianfransuà, col tempo se l'è filata. Insomma è tutto vero. :(

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  27. Allora immagino non ti vedrò mai qui, in Valle d'Aosta ;)

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  28. Per dirla tutta però,io ho girato parecchio anche fuori Europa,e noi italiani siamo parecchio fastidiosi eh.. Io se sentivo la "presenza" di un connazionale mi defilavo o facevo finta di niente perché la figura del cazz0 era dietro l'angolo.

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    1. Mi è successo in Aldalusia, stessa cosa

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    2. Confermo, successo anche a me a Narita nel 2009, ero vicino a un gruppo di italiani fracassoni, maleducati e fastidiosi, in attesa di imbarcarmi. Inutile dire che ho cercato di frapporre più spazio possibile tra me e loro per non essere scambiato per uno di loro... 👋

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    3. Ah io pure, una volta ad Amsterdam mi vedo venire incontro due fattoni con zaino invicta d'ordinanza, che mi chiedono "noio vulevam savuar l'indiriss del campegg..." io ho sfoderato il mio miglior accento anglo-nordeuropeo e li ho più o meno perculati di fronte ad una folla plaudente ;o)

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  29. beh Doc finalmente conosciamo le origini dell'odio, pensavo qualcosa di più cruento invece è vero che il pallone fa girare il mondo.Da parte mia ehm .... come dire in quanto gobbo ho una prospettiva differente dalla tua. Aggiungi che quando andavo in vacanza in Spagna ,da giovane,riscuotevo un buon successo con le francesi,più che con tutte le altre nazionalità perciò mi dispiace ma siamo su piani differenti ,i francesi sono gli europei che mi piacciono di più nonostante tra i classici che hanno formato la mia infanzia ci sia il soldato di ventura di Pasquale festa Campanile che descrive esattamente il sentimento che tu provi, io amo la francia ..e le francesi

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  30. Ti capisco, anche a me stanno sul pazzo i francesi, ma per me è soprattutto un'intolleranza alla loro lingua, quella roba tutta piena di cediglie e accenti strani e quella r arrotolata che mi fa uscire di senno.
    A proposito di sen(n)o, però, oltre alla Marceau concederei il beneficio del dubbio anche alla strapheega Laetitia Casta. Mon dieu quanti ricordi ! :)

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  31. La Castà! Mammamia, tutti si ricordano di lei e nessuno della Herzigova che oltre a d essere più bella (Castà sta ad Herzigova come Scamp sta a Golden Saint) l'italiano lo parlava eccome mentre l'altra ruttava fonemi leggendo da un pezzo di carta.

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  32. Alors, voilà pourquoi j'aime la France:
    - Le Sauterne
    - Le paté de fois gras d'oie (mais aussi de canard)
    - Six huître avec un verre de champagne, dans un bistrot de Paris
    - La marveilleuse literature française
    - La charmante langue française
    - Les ravissantes jeune filles françaises
    - Les Bluebelles du Lido
    - Les vines de Bourgogne
    - Le paysage de la Camargue
    - L'Illuminisme et la déclaration des droits de l'homme
    - La soupe à oignons
    - Le musée de la Gare d'Orsay
    ... et beaucoup d'autre choses. Vive toujours la France! ;)

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    1. * huîtres, naturellement. Chaque erreur est à moi, pas à Google traducteur :)

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  33. Il post è splendido come sempre. Però devo dire che ha scatenato un po' di sciovinismo (che è parola francese, dovrebbe far riflettere) italico, e molti a dire "io odio questi, io quegli altri", e così via.
    Posto che ovviamente i frequentatori di questo blog sono generalmente al di sopra di certi stereotipi, a me fanno sempre rabbrividire le generalizzazioni, anche quelle un po' giocose come quelle che si leggono qui.
    Dire "io odio i romulani perchè sono degli insopportabili saccenti" o "odio i babilonesi perchè il cuneiforme lo capiscono solo loro" è sempre riduttivo, ci saranno sempre romulani capaci di ascolto o babilonesi esperti di altre lingue.
    Poi è chiaro, lo stereotipo gianfransuà (perfettamente incarnato da quel giocatore lì) lo trovo pure io insopportabile, ma è uno stereotipo, appunto. Ho conosciuto francesi splendidi e francesi pessimi, tedeschi pasticcioni e spagnoli che si svegliano alle 7 del mattino, calabresi... no calabresi buoni no (dai, scherzo!)
    Tutto questo pippone per dire, e scusatemi, di fare attenzione alle generalizzazioni. Se qualcuno dice (in modo serio, non come qui) "tutti gli X sono Y" verificate che parli di matematica, che sennò in genere è una stupidaggine. Potevo starmene zitto e allinearmi all'atmosfera giocosa dei commenti, ma è più forte di me, sono molto sensibile alle categorizzazioni che generano -ismi brutti. E' un po' parte della mia storia.
    Scusate ancora: Live long and prosper.

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    1. Sarebbe tutto giustissimo, Travis, non fosse che, appunto, è un discorso giocoso. Lo è il post, frutto della solita iperbole, lo sono tutti i commenti. Almeno credo e spero. Come quei discorsi da campanile che si fanno con la città accanto, e poi in realtà non te ne frega niente.

      Ora, tra due secondi, arriverà un toscano a dirmi "Parla per te" ;)

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    2. Grazie Doc, in effetti non potrei essere più d'accordo, ma il mio lato PdF su questi argomenti è inarrestabile... se e mai ci incontreremo capirai perchè ;o)

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    3. fortuna che qualcuno lo fa notare.

      mia moglie è francese, soffre di depressione grave e tutte le ultime crisi sono scaturite da commenti razzisti tipo questo, fatti basandosi su stereotipi (tipo piazza, mandolino ecc) che nella realtà non hanno praticamente alcun riscontro.

      tutte le volte che qui leggo "battute" mi sento letteralmente male, esattamente come ora.

      e dire che tutti i francesi che ho conosciuto si sono letteralmente fatti in 4 per mettermi a mio agio, socializzare, parlarmi in italiano quanto potevano (perché si, nel sud della Francia quasi tutti hanno parenti italiani e l'italiano in molti lo studiano a scuola) o in qualunque altra lingua capissi.

      gente che non ho mai visto che viene a salutarmi per conoscermi solo perché una volta ha visto una mia foto sul profilo fb di mia moglie.

      e poi sta cosa che i francesi ci odiano è una delle più grandi cazzate mai sentite: in Francia adorano i vini italiani, lo spumante, i formaggi italiani, la musica italiana, i nostri film, gli attori e l'Italia in generale.

      siamo noi che abbiamo un senso di inferiorità innato e cerchiamo costantemente di convincerci che il sole la mattina sorge solo per nostra intercessione...

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    4. Senti, pg667. Mi spiace per tua moglie, per le crisi, per tutto. Ma razzismo? Perché si racconta di un trama calcistico da bambino? Per un tormentone scemo come tanti, che di razzista non ha nulla? Usiamo le parole quando vanno usate, non a sproposito. Perché - e non lo dico io - le parole sono importanti.

      Potrei elencarti le decine di volte in cui qualcuno, soprattutto a Parigi, mi ha trattato male o con sufficienza senza alcuna ragione, ma non è una gara. È che una battuta è una battuta, sugli italiani ne ho sentite di ogni e ovunque. E finché è una battuta, non fa niente. Nel senso che i problemi sono altri, e più gravi. Soprattutto legati al razzismo.

      O finiamo come quello, a chiedere ufficialmente scusa a un governo perché una trasmissione satirica ha fatto una gag scema su una pizza. Je suis Charlie, poi uno si sente male perché si prende per il culo Platini. Suvvia. Dai.

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    5. avrei piacere di risponderti con calma, se non è un problema, ma il discorso rischia di essere un po' complicato.

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    6. ...Calabresi buoni no? Eh, si vede che non sei stato a Catanzaro, ma solo a Cosenza :)

      Si battutizza e si sdrammatizza, eh :D

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    7. Io sono stato a Botricello e c'erano delle calabresi buonissime, delle ragazze davvero generose! 😜

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    8. No ma ragazzi a parte gli scherzi, io senza 'nduja non vivrei eh! Purtroppo ormai non ho più l'età per apprezzare fino in fondo la generosità delle bellezze locali, come Daniele (nè uscirei indenne dalle grinfie di Mrs. Bickle!) e mi devo limitare alla cucina... ;o)
      Gianni, purtroppo non sono mai stato in Calabria, ma conoscevo uno di Soverato!

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    9. Eh eh, caro Travis, anche io ho una certa età, nonché una certa moglie, parlavo del passato, molti anni fa, quando ancora non c'era internet... Ora le mie frequentazioni calabrose sono legate al cibo, proprio come te!! 😜

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  34. Ma ora io vorrei sapere Luigino in effetti che fine ha fatto.

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  35. Invece io quando penso alla Francia e ai francesi penso queste robe qua.

    1) Il fumetto francOFONO, che sì, i migliori vengono dal Belgio, ma stiamo comunque parlando della "bande dessinée", quel formato, quei disegni, quei colori, quel modo di raccontare (le storie drammatiche in un modo, quelle comiche in un altro) è lo stile "francese", che quando prendo in mano un fumetto e mentre leggo dico "Và! Và com'è francese!", anche se viene dal Kazakistan, è uno dei complimenti più belli che la mia mente limitata riesca a concepire. E poi Angoulème che ha quasi sempre occhio per i fumetti migliori, e la Legion d'onore a Riyoko Ikeda per come ha narrato la Rivoluzione francese (pensa se, che so, Buronson e Tetsuo Hara facessero un manga epico sul Risorgimento italiano, a qualcuno verrebbe mai in mente di farli Cavalieri del Lavoro?...), e quanto è migliorato in Francia il già bravissimo Mario Alberti, ecc ecc

    2) La mia prof di francese delle medie: all'epoca troppo "adulta" per costituire un reale interesse (oggi probabilmente mi sembrerebbe una ragazzina), ma ricordo ancora i capelli biondi, gli occhi azzurri e le minigonne notevoli, e un compagno ripetente che fingeva sempre di perdere dalle mani penne, gomme e matite per sbirciare sotto la cattedra...

    3) La mia prof di francese della quarta liceo (ne ho cambiata quasi una all'anno alle superiori, e purtroppo in quinta cambiò anche lei): questa volta la differenza di età era più contenuta, tipo 24-17, e sono stato (e mezza classe con me) a tanto così dall'innamorarmi davvero: anche lei bionda, occhi verdi e una vaga somiglianza con Uma Thurman, diplomata in violino al Conservatorio (io studiavo chitarra da privatista dopo la scuola, ogni tanto chiacchieravamo di musica all'intervallo e sono stati, come dire, bei momenti)

    4) L'AMICA della mia prof di francese della quarta liceo, attrice madrelingua che non parlava mai in italiano e veniva ogni tanto a farci laboratorio di teatro. Carnagione scura, occhi e capelli neri, fisico mozzafiato, accanto alla prof parevano uno di quei fumetti con l'angela e la diavolessa sexy in missione sulla terra per salvare o tentare gli umani. Altera, autoritaria, antipatica, durante le lezioni ci comandava a bacchetta con quella voce calda e un po' roca da attrice, alla fine dell'ora ci dicevamo sempre "Oh raga, io quella non la sopporto" e lo dicevo anch'io, ma poi ci ripensavo con calma e, ecco, l'idea di lei che mi comandava a bacchetta si colorava di nuove e inedite sfumature, non tutte spiacevoli... Quando anni dopo ho letto la saga dei Malaussène di Pennac, nella mia testa Julie aveva il suo aspetto.

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    1. 5) L'aver amato in maniera confusa e adolescenziale tre delle donne che mi hanno insegnato questa lingua mi ha ben disposto verso la lingua stessa, la sua letteratura e la sua cultura: mi è piaciuto studiarla e nel corso degli anni ho recuperato alcuni classici, Choderlos de Laclos, De Sade, Voltaire, Hugo, fino al più moderno Pennac, trovandoli sempre molto interessanti. E poi i poeti simbolisti, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, i grandi pittori dell'800 David, Manet, Monet, Pissarro, Toulouse Lautrec, Dégas, e poi la musica, Débussy, Ravel, Fauré, Dyens che io e mia sorella abbiamo studiato durante gli anni al Conservatorio, senza parlare del jazz "manouche" su cui mi sto spaccando la testa da anni, che quando parte "la pompe" con quegli accordi ribattuti dico subito "Ah, la France!", e quando mi sembra di cominciare a capirci qualcosa ascolto Django Reinhardt, Angelo Debarre, Bireli Lagrène, Stochelo Rosenberg ecc che mi riportano dove devo stare, cioè sotto la suola delle loro scarpe :)

      6) La cucina italiana è la migliore del mondo e questo non si discute: e non lo dico solo io, lo dice il mondo intero, e il mondo intero ha ragione da vendere. Ma se devo trovare un secondo posto, per varietà, qualità di ingredienti e cotture, equilibrio di sapori, ecc, il Giappone e la Francia se la giocano...

      In pratica, vi voglio bene francesi, anche se magari voi non ne volete a me in quanto "italien", non è un sentimento che pretende di essere ricambiato. Comunque tutte le volte che sono stato in Francia mi son trovato in mezzo a gente a posto, a parte quel barista che davanti ai miei occhi ha sfasciato a colpi di mazza da baseball la "voiture" di una signora che gli aveva parcheggiato davanti alla porta, quello no, mi inquieta ancora adesso, ma tutti gli altri sempre gentili.

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  36. 9 anni, mio padre subisce un'operazione a cuore aperto. Fortunatamente va tutto bene e per festeggiare ci porta ad EuroDisney. Bellissimo tutto, 4 giorni spensierati, i francesi mi fanno un po' paura, ho le vertigini sulla tour Eiffel.
    Autobus per l'aeroporto per il ritorno. Traffico incredibile. Arriviamo 4 min dopo la chiusura del gate. Non ci fanno entrare quei figli di ratatoullie. Siamo costretti a rimanere un altro giorno. Da quel momento ho capito: gianfransuà, non mi avrete mai più.

    PS: Non è che sia stato sbagliato non farci entrare a gate chiuso, ma mondieu, mancavano 25 minuti alla partenza e le bestemmie di mio padre non le dimenticherò mai.

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