Il corriere dei piccoli: il settimanale illustrato con la magia dentro (n.10, 6 marzo 1983)

E ok, va bene. La sorpresa per la quale hai menato il torrone negli ultimi dieci giorni era questo lotto di albi raccattato sulla baia. Questa serie di deliziose scatole del tempo formato rivista di metà anni 80. Perché allora, chi c'era ricorderà, il "settimanale illustrato di racconti, giochi e avventure del Corriere della Sera", il Corriere dei Piccoli, per tutti il Corrierino, era diverso da qualsiasi altra cosa si trovasse o si sarebbe trovata in seguito in edicola. Non era Topolino, con le sue pubblicità fuorvianti e le storie Disney di quando la Disney era ancora la Disney (anche se i conti li pagava la famiglia del signor Arnoldo), non era il Giornalino, con i suoi fumetti avventurosi, e non era neanche Più, con i suoi gadget e i personaggi bislacchi come l'ispettore Bobop. Era un perfetto condensato di quello che passava all'epoca la tivvù per voialtri: fumetti e rubriche tesi a riprenderne personaggi e protagonisti al punto di sfiorare il parossismo, l'esplosione cerebrale di chi, tipo, nel 1983 c'aveva otto anni e si sentiva al centro di un bombardamento audiovisivo nippoamericano incrociato quali non se ne sarebbero più visti. A ragione. Considerate se vi va quello che segue come un post pilota: se funziona, se l'esame autoptico condotto su questo numero del marzo 1983 vi aggrada, ne potrebbe nascere un'intera rubrica parallela a quella delle pubblicità fuorvianti. Ché qui sul Corrierino di pubblicità ce n'erano poche, ma tutto il resto era un resto incredibilmente meraviglioso [...]

Per dire, già la copertina. Mi spari lì un Ulisse 31, promettendomi addirittura un poster. Ulisse 31, la versione fantascienzoallucinatacristologica dell'Odissea (ma ne riparliamo tra un paio di scansioni)
Si parte fortissimo, con la posta dei lettori incastonata direttamente sopra al sommario. E sono lettere importanti, missive cariche del peso della vita, confessioni di giovani lettori tristi per le sofferenze impartite al proprio gatto in vacanza o grandi fan di Alberto Camerini. Perché sì, era il 1983, e l'artista di Rock 'n' Roll Robot andava ancora fortissimo con Tanz Bambolina, Maccheroni Elettronici e Computer Capriccio. (OMiGiDio!)
Dunque, i fumetti. Sul Corrierino ce n'erano di quattro tipi: quelli autoctoni (vedi sotto), un paio di sparuti manga giapponesi originali (tipo Hello! Spank), i fotoromanzi realizzati con fotogrammi dei cartoni (I Puffi, Jenny la Tennista) e quelli sugli eroi dei cartoni scritti e disegnati in Italia. Come in questo caso una storia di Flo la piccola rompipalle Robinson (prodotta su licenza non della Nippon Animation, si legge, ma della Mondadori, che all'epoca deteneva tutti i diritti per il nostro Paese)
Tra i personaggi nati e cresciuti sulle pagine del Corrierino c'era invece la Stefi. La Stefi non puoi dimenticartela, perché le sue storie erano il punto d'incontro ideale tra quei film d'animazione strani dei Beatles, un cartone educativo tipo Esplorando il corpo umano e la Famiglia Mezil. Ti insegnava le cose, la Stefi, guardando a modo suo il mondo creato con uno stile unico dalla grande Grazia Nidasio, già autrice di Valentina Mela Verde. Il caso volle che a Cosenza, proprio in quel periodo, furono tirate su tre grandi cupole geodetiche per ospitare la fiera campionaria cittadina. Quando se ne iniziò a parlare, in tutta la scuola, il quartiere, la città, la regione, il Regno delle due Sicilie, grazie alla Stefi tu e gli altri lettori del CdP eravate gli unici a sapere di cosa diavolo si trattasse
E poi la Pimpa. Cioè, la Pimpa, creata dall'emisfero buono della mente di Altan, mentre quello cinico pensava a Cipputi e alle sue vignette corrosive per L'Espresso. Ecco, leggere le avventure della Pimpa, con i suoi dialoghi con gli oggetti, con le sue risposte spiazzanti, con il suo quotidiano fatto di colori pieni e tinte forti, era la cosa più prossima a un viaggio lisergico che ti sia mai fatto in vita tua prima di quella brutta storia dello sciroppo per la tosse
Ma, signori, fermi tutti. Altolà, falsità, fermati malvagità: ci sono i Ronfi. I Ronfi di Adriano Carnevali ti facevano semplicemente morire. Quelle facce, le loro storie, perfino il lettering. Con le risse, le cattiverie, il gergo imbottito di ronf, erano quello che quei pirletti belgi blu non sarebbero mai stati. Ma neanche lontanamente, guarda
Segue specialone di quattro pagine, tutto scritto in maiuscolo da futuro troll dell'internetto, in cui si racconta di Ulisse 31, questa serie in onda dal giovedì al venerdì (no, davvero) su Rai 1, alle 17. Con il figlio Telemaco...
...il robottino scemo antireferendario No-No, Circe con il copricapo problematico, Temis la gotriana (il cui nome è scritto male, visto che la corretta ortografia sarebbe Themys, ma vabbè), eccetera
Ulisse 31, peraltro, pur essendo una produzione francogiapponese è stato trasmesso originariamente, leggi su uichipìdia, solo in Europa. In Giappone sarebbe arrivato solo molto anni dopo, grazie alle pressioni della potentissima lobby dei fan di Shingo Araki
L'ultima pagina dello speciale spiega chi fosse il vero Ulisse, e lo stile dei disegni sembra proprio quello della Nidasio, che del Corrierino era anche redattrice. Tu non sei decisamente il tipo - e chi incrocia a queste coordinate da tempo se ne sarà accorto - da incensare il passato con gli occhi foderati di prosciutto. Ma proprio per niente. Però certe cose non le fanno proprio più 
E veniamo a Secondamanina, la rubrica per gli scambi tra i lettori. Lettori di cui hai segato l'indirizzo con abile mossa fotoscioppa, per impedirvi di andarli a molestare sul faccialibro, e le cui richieste erano un perfetto specchio dei tempi: le foto di Nikka Costa e Lio, le figurine di Lady Oscar, i poster di Luca Barbarossa, gli scambi di cartoline. Le cartoline. Quando ancora si usava spedirsi quella roba di cartone. Quando per far vedere a gente che non vedevi da anni che eri stato in un posto fico non c'era ancora questa cosa dell'aggiornamento di stato su feisbuc
E vogliamo parlare della Pagipazza? Con i disegni più folli dei lettori? Con la caffettiera con parrucca immaginata dalla piccola Letizia? Quanti incubi avrà prodotto in una generazione l'immaginario distorto della Pagipazza? Quanti? Tantissimi
E qui bisogna proprio levarsi il cappello. E se non se ne ha uno calcato in testa proprio in questo istante, occorre andarlo a pescare dall'armadio, cacciarselo sulla capoccia e poi sfilarlo con fare teatrale. Perché non c'era nulla di più perversamente geniale, per adescare i poveri teledipendenti under 10 dell'epoca, che regalare loro questa bellissima, truce, orribile, vigliacca, deliziosa illusione di scrivere direttamente al proprio eroe della tivvù. E leggerne una risposta. C'è così chi confessa il proprio amore giovanile al Ken Marshall di Marco Polo o alla Donna Bionica, chi proprio vuole comunicare la propria stima a Spank o a Nils Holgersson, quello del viaggio meraviglioso, chi rimpiange già i Chips e chi, uh, vuole seguire le orme di Lupin 
Un veloce giro di barzellette e disegni inviati dai lettori. I disegni sarebbero stati usati in seguito dalla DC Comics per ideare qualche nuovo supervillain pezzente, mentre tra le barzellette, occhio, c'è quella che ha fatto epoca della Kawasaki in riva al mare
E siamo di nuovo ai fumetti. Con una storia di Big Jim che coglie alla perfezione la natura ridicola del pupazzino e del suo mondo
o una di Barbaverde, di Fabrizio Ostani e Lorenzo Mattotti. Sì, quel Lorenzo Mattotti
Gli eroi dei cartoni sconfinano naturalmente anche nelle pagine di enigmistica. Se vi va, per dire, potete ancora aiutare Babil Junior a raggiungere la torre senza che Yomi lo veda. Su, ché è lì che vi aspetta da ventotto anni, il povero cristo
E chiudiamo con le pagine della guida tv. Una guida tv naturalmente a misura di ragazzino iperattivo dell'83. Una guida tv in cui si parla di Uomo Tigre e Ape Magà, Belfy e Lillibit, Sandro, Marina e Paolo (dove Paolo è Bonolis)...
e l'albero delle mele con la governante di Arnold, Galactica quello vecchio, Ralph Supermaxieroe, la trasmissione Videogames su Rai 2, i ballerini di Pop Corn, le repliche infinite di Star Trek su Retequattro, e Moby Dick 5, e Superauto Mach 5, e più in generale un sacco di roba su Canale 5. Che sembrava ancora una dei nostri, una rete amica, non il cuore pulsante dell'impero del male. Lacrime amare, dissolvenza in nero
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Commenti

  1. Doc. Ti voglio bene. Sinceramente. Grazie di esistere! :)

    Anche se mi fai sentire vecchio... :P

    Ed il conclusione: "Io sono NO-NO, piccolo Robò. L'amico suo!" (Che con tutte queste alliterazioni ritmiche e rime, si dichiara fortemente un testo NON avalerimanieriano, che oggi non è giornata, come direbbe un mio amico. :) ).

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  2. Ho appena visto la copertina:

    U ulisse U ulisse
    Vagabondo delle gallassie
    Casa tua
    E' tutto quello che vuo oi

    http://youtu.be/7X0upzVqOA0
    Già all' epEca i francesi sapevano fare le cose degli americani non come loro am molto meglio di come le potevamo e le facciamo oggi noi... maledetti franzosi!
    Adesso leggo l' articolo

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  3. Dato che s'è dichiarato già Marte, lo faccio anch'io, così sembriamo ricchioni un po' tutti e non diamo nell'occhio: ti voglio bene anch'io, ma tipo bene così eh (braccia allargate allo spasimo)!

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  4. Ok. Dopo l'affetto, è il momento del qualunquismo. :P

    Non esistono più i cartoni di una volta!

    E nemmeno i fumetti!

    E, per inciso, non c'è nemmeno più la mezza stagione! :D

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  5. E neppure i bambini di oggi sono come i bambini di una volta, se posso permettermi.

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  6. Ma tutto 'sto ben di Dio che scansioni... ma dove lo trovi?
    Tra l'altro conservato perfettamente!
    Complimenti!
    *bows*

    P.S. La cosa intramontabile, multigenerazionale è la Pimpa.
    Perchè è la Pimpa, ecco perchè!

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  7. Mi è piaciuto questo pilota, spero continuerai.

    Dovrei rivedere Ulisse 31, ne ho solo vaghi ricordi e non mi sembrava fosse una serie malvagia. Ne vale la pena?

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  8. Baron Karza: compro dei blocchi di albi sulla baia, come ho scritto, e li faccio ingoiare allo scanner. Tutto qui. Questo numero, come molti altri del periodo '82-86, ce l'avevo, ma è finito vittima con i suoi fratelli di qualche trasloco.

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  9. @Doc
    Scusa non avevo letto le prime righe dell'articolo :-)
    Ero stato attirato dall'immagine di copertina e ho letto da lì!

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  10. Doc, sei un mito! Pollice in alto per questa iniziativa che spero continuerai parallelamente ai fuorvianti annunci.
    Non è vero il tuo "tutto qui", che fai scansioni e basta: senza la tua sagacia non sarebbero niente!
    Come premio spammo sul twittèro e sul facebucco :p

    Ah, quale Lorenzo Mattotti?

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  11. Ulisse 31, da quel che ricordo, era fico. In particolare per il modo in cui erano resi alcuni temi mitologici, come il supplizio di Sisifo.

    Noy: Lorenzo Mattotti, grande disegnatore e illustratore http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Mattotti

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  12. Hai appena fatto piangere dalla commozione un bimbo grande sappilo.
    Ahhhhhh i Ronfi !!!!!!!

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  13. Compravo il Corriere la domenica, dopo messa, assieme alla Famiglia Cristiana. Il tutto perché a casa mia ovviamente stavano attenti a cosa si leggesse e questo prevedeva di stare attenti a cosa si comprasse. Ho un vago ricordo di quanto da caxare mi facesse il Corrierino, mi stava sul cuxo la Pimpa e i fumetti che giravano erano particolarmente sfi-gatti. Preverivo già al tempo "I fatti del giorno" della Famiglia Cristiana. Però, rivedere numeri interi del giornale dopo una botta di anni, secondo me, è idea molto gradita! Piccola nota: nella "Seconda manina" una certa Carla Cicali cerca adesivi e promette in cambio "varie soprese"...cacchio vuol dire varie sorprese?!!?

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  14. Ho il problema diessere troppo giovane per il corriere dei piccoli, quindi doc mi dispiace, ma non mi fa scendere la lacrima napulitana, molto Mariomerolo...al contrario delle pubblicità fuorvianti si intende!

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  15. Doc spero che tra i numeri che hai comprato ci siano anche quelli più vecchi, quelli del vero Corriere dei piccoli: quelli con la carta ruvida, i gadget da costruire fighissimi, la palestra dei lettori e i fumetti scritti da Tiziano Sclavi. Il numero che hai commentato, mi spiace dirlo, rappresenta il Corrierino (per gli amici) nella sua fase calante: di lì a poco si trasformerà in un'accozzaglia di fotoromanzi fatti con i fotogrammi dei cartoni animati.

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    1. quoto completamente, anzi, grazie, pensavo di essere la sola vecchiarda a pensarla così..

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  16. Prima di tutto dico che ti voglio bene anch'io, via.
    Poi ti dico che quoto al cubo l'amico deimosmj avendo scritto praticamente le stesse cose nel mio precedente commento che si è perso nella rete.

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  17. Grande idea anche questa del Corrierino.
    Complimenti Doc.
    Spero diventi una rubrica fissa. La penultima barzelletta, è qualcosa di agghiacciante.
    Grazie mille.

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  18. Sto provando dispiacere nell'essere troppo giovane a 'sto giro.

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  19. Lucio: immagino intendesse le sorprese del mulino (quelle delle merendine) e simili

    deimosmsj: ci sono un paio di numeri del '72 e uno dell'80. I primi due sono ruvidissimi ;)

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  20. @Doc
    Ho letto il commento di Oscar quando dice che la penultima barzelletta è agghiacciante e vedendo il tuo nuovo post sulle pubblicità fuorvianti di topolino, per associazione di idee, mi è venuto in mente tal Sergio Paoletti che nelle due pagine delle barzellette di Topolino (quelle con Sansone e Isidoro) firmava le barzellette testuali.

    Quelle sì che erano agghiaccianti!

    Visto che sei fornitissimo di Topolini, ti inviterei a tempo perso a raccogliere le più "belle" e farci un post.

    Ero lettore assiduo di Topolino negli Anni 80 quindi credo che troverai le sue barzellette di sicuro nei numeri del 1985 1986 etc etc
    Poi non so se abbia continuato e che fine abbia fatto.
    Saluti

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  21. Sulla Stefi giù il cappello: da quel che ricordo trattava con leggerezza e stile tematiche che non si potrebbero passare oggi su Rai Uno: il bizzarro Adelchi e la sua famiglia atipica (dove faceva il Mammo), l'Eziomaria dileggiato e sfottuto ad ogni due per tre (con il padre di Stefi che addirittura, per invogliarla a leggere, gli diceva che poteva utilizzarlo come faccia per i cattivi), l'amica (di cui non ricordo il nome) con i genitori alternativi che giocava col Diablo almeno 15 anni prima che diventasse sport da centro sociale.
    Ancora Corrierino Please, mi ricordo che alcuni fumetti erano davvero ottimi: Zeb, le avventure enigmistiche ed anche una lunga saga con due fratelli in viaggio prima per il mondo e poi nel tempo.

    Ok alla patina dorata dei ricordi ma credo che a rileggerle ora avrebbero comunque una qualità notevole.

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  22. Il Corrierino lo comprava mia sorella e io prontamente glielo sottraevo con abile mossa (un calcio uattá).
    Adoravo i Ronfi, leggevo di gusto La Pimpa e se non sbaglio ricordo anche un certo Gastone che veniva premiato con svariati milioni in storie con rime.

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  23. Baron Karza: le risatissime boom. E chi se le scorda.

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  24. ma io ti amo!!! da piccolo ne avevo una collezione mastodontica, ma ovviamente è sparita al primo trasloco... avevo troppa voglia di rileggerne qualche numero! è vero che ne scansionerai altri vero? vero?

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  25. Benissimo il corrierino (ero abbonato ...), però vorrei non si dimenticasse una rubrica cui sono molto affezionato e che ultimamente latita: le classifiche (delle) pheeghe

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  26. @deimosmsj: non saprei... io il Corriere dei Piccoli l'ho comprato per lo più dall'83 e ricordo bene il periodo dei "fotoromanzi tratti dai cartoni"... e non chiedevo niente di meglio all'epoca! era un vero orgasmo per noi nippodipendenti :)

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  27. @Mars: io purtroppo lo prendevo da prima... e chiedevo di meglio di un Grand Hotel dei cartoni animati. In più all'epoca c'erano altre pubblicazioni (una mi pare si chiamasse Cartoni in TV) che presentavano all'interno storie a fumetti inventate e disegnate in Italia sui cartoni animati giapponesi ;)
    @Dr.Manhattan: mi sembrava di intravederne un paio nella foto (quelli con fondo bianco); adesso però non puoi esimerti dal commentarne almeno uno, ORPO!

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  28. Comunque, mi sembra di capire... PIÙ RONFI PER TUTTI!!

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  29. Olá Doc! ADORAVO il Corriere dei Piccoli!!!!
    A proposito di riviste e giornalini dei bei tempi, dimmi ti prego dimmi che conosci e ti ricordi di quella BRUTALE figata che era "Masters e il Team dell'Avventura" (http://gs348.photobucket.com/groups/q352/Q30KOCCI5M/?action=view&current=MASTERS_s2013.jpg), coi fumetti dei Masters, di Big Jim, Bravestarr e VOLTRON!!!! In ogni numero c'era sempre un gadget da pParadiso del Nerd e potevi anche iscriverti al CLUB, ricevendo la tessera tarocca "MASTERS CLUB" ahahaha ^____^ Dimmi che ci farai (almeno) un post (pilota) anche su questo!!! Dimmi dimmi che Non hai la tessera del Masters Club ancora nel portafoglio....

    (Mundo)

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  30. Dio che bbbelli che erano i Ronfi! :-D

    E comunque il Corrierino era tantissima roba; l'unico difetto era che se non ricordo male, le storie prese dai cartoni venivano spezzate tipo 6/8 pagine per numero... Un roba che la finale New Team - Muppet è durata tipo un anno... :D

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  31. Sabatino: ne ho solo un vago ricordo. Ma deve avermela passata qualcuno, perché di sicuro non l'ho mai comprata. Il problema è recuperarle queste riviste: da mesi cerco sulla baia qualche numero di "Più e il suo gioco" per parlarne qui sull'antro.

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  32. Sono sempre io, il Sam originale, che però non ha voglia di accedere all' account di Google.
    Di Masters e il Team dell' Avventura ho qualche numero, e c'erano cose buone come i Masters disegnati in stile Kirby da un certo Michael Gotze e il Voltron di Laura Anselmino, italiana che andò in Giappone (dove tutt' ora risiede) a fare da assistente a Osamu Tezuka fino alla sua morte.
    Di brutto c'erano le storie orrendamente mutilate dei Masters e i mega marchettoni della Mattel (il giornale era comnpletamente sponsorizzato da essa, e su 52 pagine ce ne erano 30 di fumetti su Masters/Voltron/BigJim e il resto pubblicità di giocattoli Mattel e menate varie)
    Sul CdP vorrei solo sapere quanti numeri si è cattato il DoC e a che prezzo così posso rosicare in pace:)
    Perchè il CdP degli anni 80 era davvero orribile e lo scansavo ala grande, ma ora non sò cosa darei per averli tutti.

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  33. Sam: due lotti, venti albi circa, una quindicina di euro in tutto. Spese incluse.
    C'è speranza di avere in prestito quel paio di copie di Masters per passarle allo scanner? No, eh?

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  34. Io ho il problema opposto del Coinc, ossia sono troppo grande per ricordare il Corrierino di cui stiamo parlando.
    Infatti leggevo il Corriere dei piccoli intorno al (difficle ricordarlo con esattezza),direi, 1966/1969.
    Ovviamente, col rincoglionimento che colpisce molti di quelli che superano gli anta non mi ricordo quasi niente dei fumetti ospitati sul Corriere (e, naturalmente non ho una fetente di copia).
    Il ricordo più vivido che ho riguarda alcune pagine di Blueberry in bianco e nero in cui lui era nell'esercito, mi pare come scout, e i soldati venivano attaccati dagli indiani e decimati nel corso di una ritirata.
    Poi ricordo Comanchy e i Puffi e poche altre cose.
    C'è fra gli antristi qualcuno che leggeva il Corrierirno nell'epoca indicata o sono veramente il più vecchio qua in mezzo?.
    Saluti

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  35. Vorrei aggiungere che la trovata del CdP di creare una posta dove rispondevano gli eroi dei cartoni, veniva utilizzata anche da "Cartoni in TV" e " I nostri eroi" ma chi ebbe per primo questa idea mi è ignoto.
    Aggiungo anche di come le licenze su poter realizzare versioni a fumetti degli anime trasmesi al tempo erano abbastanza fumose.
    Infatti si vendevano i diritti per fare fumetti alla voce "merchandising" che comprendeva un pò tutto, dai giocattoli, agli adesivi , i fumettie e tutto quello che volete voi.
    Celebre fu la causa che la Fabbri ( che pubblicava il manga originale di Lady Oscar) fece al CdP che invece pubblicava contemporaneamente una versione nostrana della storia.
    Solo che la Fabbri la comprò diretamente dall' editore Kodansha, mentre il CdP dal licenziatario italiano.
    Morale della favola: 1 a 0 per la Fabbri in tribunale e senza rinvio a giudizio.

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  36. pimpa 9.5

    ronfi assolutamente 10.
    tra l'altro non ho mai capito che belin di animali fossero

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  37. Colpevolmente in ritardo ho gustato la sorpresa...grande!!
    Che ricordi i Ronfi cacchio...i Ronfi!
    Ulisse 31 mi faceva brutto già da bambino, non so perchè ma non mi gustava...

    p.s. i tizi che scrivevano agli "Amici della Tivù sono gli stessi che oggi parlano e fanno i complimenti sulle fan page di personaggi famosi su Facebook, anche se c'è scritto fan page ovunque, loro ci parlano lo stesso.

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  38. Sarà che sono cresciuto coi corrierini di madre e zia degli anni 60, dove circolavano fumetti del calibro di Jacovitti, pratt ed un scco di roba francese (ie. principe valiant) ma a me i corrierini a me contemporanei (questi) mi facevano una gran pena...

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  39. E infatti Doc, se non te ne sei accorto, la Stefi era la sorella minore di Valentina Melaverde. Nient'altro che uno spin-off. Ricordo di aver letto la storia che ricorda con un flashback la nascita di Stefi: Valentina e il fratello maggiore Cesare, allora ancora piccoli, si chiedono perché la mamma è in ospedale a Natale, e il papà, angosciato per la moglie in travaglio, ha dimenticato di comprare i regali per i figli (il trenino per Cesare e la Jenny, bamboletta modaiola simil-Barbie, per Valentina). Ma il giorno di Santo Stefano il papà porta i bambini in ospedale a conoscere la sorellina e li invita a scegliere il nome: loro la chiamano Stefania per omaggiare il santo del giorno, e quando tornano a casa trovano i regali che desideravano, comprati dalla zia.

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  40. Ok: vista la circostanza triste di questi giorni, mi permetto di togliere la polvere da questo post dell’ottimo Doc per rivendicare il mio pezzettino di storia (se non di Storia). L'architetto baffuto nel racconto della Stefi qua sopra era il signor Adelchi, vicino di casa dei Morandini, architetto e pamamma (o mappà). Per aspetto fisico e biografia era ispirato a Elfo, fumettista fresco di laurea in architettura che disegnava per il Corriere dei Piccoli in quegli anni, e ogni tanto si faceva vivo in redazione col suo pargolo Mattia, immarsupiato nella salopette anni Settanta. Alla Nidasio questa faccenda del pamamma piaceva, e infilò i due nelle storie di Stefi, rimescolandone caratteristiche ed elementi biografici: l’architetto (molto più architetto di Elfo, che di mestiere ha sempre fatto il fumettista e incontrerebbe difficoltà nel montare la caserma dei pompieri LEGO) fu ribattezzato "Adelchi", in omaggio al collega Adelchi Galloni. Mattia — che poi sarei io — conservò il suo nome anagrafico, ma col tempo la sua versione fumettistica gemmò una sorellina, l'Anastasia che vedete nella pagina quassù.
    …E poi cos'altro?
    La Nidasio l'ho incontrata due o tre volte nella vita (una sola nella vita adulta): la signora più laica, più perbene e meno perbenista che si possa immaginare. Ma parlando di lei e del suo modus operandi di autrice, il mio frammento personale di Nidasio — aldilà del piacere tutto mio che provo nel ricordarlo e raccontarlo — descrive bene, credo, la vivacità del suo sguardo sul mondo: oltre ad essere una disegnatrice straordinaria, era una narratrice curiosa che raccoglieva, elaborava, e che poi te lo restituiva con gli interessi, il mondo.
    Come seminatrice di talenti, poi, non parliamone. Un nome per tutti, tra i giovani che ha preso sotto l’ala negli anni del Corrierino: Sclavi, che sul CdP, oltre a sceneggiare bei fumetti — un po’ acerbi— per bambini e ragazzi, scriveva una stupenda pagina di posta dei lettori, cazzatine e flâneries varie, identica per tono e stile a quelli che sarebbero diventati, pochissimi anni dopo, i redazionali senza autore di Dylan Dog.
    Ma ora divago. Un abbraccio alla Nidasio, e a tutti quelli che se la ricordano, e non la scorderanno.

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