Gunpla: HG Grendizer Infinitism, pure Goldrake verso l'Infinity e oltre

Dopo i suoi due cugini, i Mazinga (Z e Grande) pescati dal film Mazinger Z: Infinity, è arrivato anche il kit del Goldrake / Grendizer infinitizzato. Ché nel film l'actaruso non c'è, ma Bandai ne ha tirato fuori una versione piena di pannelli e decisamente badassica uguale. E scalcia culi di plastica? Oh, se li scalcia [...]

Ricapitombolando: lo scorso novembre eri rimasto abbrustolito, come un finto supergiovane, dalle fiamme e dalla figosità espulse dal model kit del Grande Mazinga del film Mazinger Z: Infinity (recensito qui). Tanto che la della banda di antristi meneghini+forasteroromano ti aveva regalato qualche settimana dopo anche il Mazinger Z (recensito qua).

A completare il trio, c'è ora anche il Grendizer/Goldrake. E siccome nel film Infinity Goldrake non appare, in Bandai se ne sono inventati una versione infinitizzata, chiamandola appunto Grendizer Infinitism.

Uh, ok.

La scatola è grande esattamente quanto le due precedenti e ha un artwork altrettanto figo, di quelli che poi ti dispiace buttar via il cartone e finisci col ritagliare la copertina e metterla via, per aumentare il fattore "rischio incendio" in una casa già satura di libri e fumetti.

Ma oh, una capoccia di Goldrake così figa non credi di averla mai vista. A tirarla fuori a fine anni 70, quando Goldrake era il sovrano dei rEgazzini di tutto il paese, la gente si sarebbe buttata davvero dal balcone.

Come per gli altri due kit, il montaggio è semplice, non richiede alcuna abilità e neanche il bisogno di mettersi lì a rifinire e limare i pezzi. Ad eccezione di un paio di elementi, che richiedono un po' più di garbo e attenzione, stacchi, assembli e tiri dritto.

Il tutto richiede un paio d'ore scarse, ma già dopo dieci minuti hai la testa del robot lì pronta, per darti coraggio ed entusiasmo e pure un po' gioia di vivere. Le istruzioni sono tutte in doppia lingua, giapponese/inglese, a prova di errore.

Ed eccolo qui, nella luce ancora un po' azzurrina del mattino presto, il Goldrake pronto. Come per i Mazinga, ne viene fuori una figure solida, ben articolata, posabile in tutta tranquillità senza il timore che si stacchino pezzi, cose, sentimenti.

Un giocattolone pronto all'uso, indipendentemente dall'uso che ne volete fare, sia questo piazzarlo su uno scaffale in bella mostra o giocarci con figli o nipoti (occhio solo, in tal caso, alle punte sugli avambracci. C'è scritto pure sul manuale, più volte).

E a proposito di punte sugli avambracci. Si assemblano a coppie, ma una è singola e dotata di uno snodo, per spostarla di lato. Una soluzione già adottata da Bandai sul fronte Chogokin, che permette di piegare le braccia senza rovinare i triangoloni rossi.

Nonostante la posa un attimo troppo ingobbita nella foto, ecco il Grendizer con il Double Spazer - nella versione italiana dell'anime chiamato Goldrake 2 - pilotato da Alcor (un Koji Kabuto degradato a fare da zainetto al robot protagonista).

Il livello di dettaglio, anche per il Double Spazer, è davvero ottimo. Non è possibile piegare e orientare le ali, ma ci sono alcuni accorgimenti carini, ne parliamo tra un attimo.

Come i suoi compagni dell'infinito, Grendizer ha una base con trespoli trasparenti utilizzabili per più scopi. Si può innanzitutto esporre il modellino in posa volante, così 

oppure così. In realtà manca un accessorio presente nei due kit dei Mazinga: il sostegno da piazzare sulla pancia per sorreggere il robot dal basso, nella posa "orizzontale", a pugni in avanti, qui sopra. Basta un po' di equilibrismo da posatore di robottini, comunque, per ottenere lo stesso risultato anche senza, ma non capisci perché non l'abbiano inserito.

Il trespolo trasparente snodato più sottile serve invece per esporre il Double Spazer in volo. La punta del velivolo può essere sostituita in questo caso con una versione più lunga. In pratica si usa quella corta quando fa da zainetto con le ali al Goldrake, quella estesa per esporlo a sé.

C'è anche un pannellino bianco extra per tappare il buco sotto alla navicella se invece non la si vuole agganciare a nulla.

Un uso alternativo del medesimo supporto è agganciarci uno Screw Crusher Punch in volo, il caro vecchio Maglio Perforante di Goldrake. Sì, funziona allo stesso modo del Rocket Punch del Mazinger Z Infinity, con un piccolo pannellino che va a coprire il moncherino sul braccio del robot.

I Magli Perforanti sono ovviamente due. Non vengono piegati al contrario i triangoli rossi, sono dei componenti separati all'interno dei quali si fissano gli avambracci del robot e due pugni appositi.

Ma siccome non c'è un Goldrake senza la sua Alabarda Spaziale, il nome sbagliato più fico di sempre, ecco i Single Harken

e la Double Harken. Sì, sì, lo sai: avresti dovuto staccare le "lame" dalle spalle del Goldrake, perché nell'anime è così che veniva creata l'arma. Non lo fai praticamente mai, con i Goldrake.

Mai nel senso di mai. Il confronto alla nippoamericana con il Goldrake Soul of Chogokin GX-76 DC mostra non solo quanto le lame dell'Alabarda siano decisamente più grandi in questo modello, ma anche i dettagli del nuovo design. Le pannellature in stile Infinity, le spalline grandi, la placca pettorale trasparente.

Se vi state chiedendo se manchi per caso l'adesivo del triangolino nero sul mento del Grendizer Infinitism, la risposta è sì, perché te ne sei accorto solo dopo aver scattato ed editato le foto, cioè troppo tardi.

Tirando le somme, un'ottima aggiunta al duetto mazinghico già esistente, ma anche un Goldrake/Grendizer notevolissimo se preso a sé, per tutti gli estimatori del primo robottone sbarcato in Italia, che va, distrugge il male, va.

Messi tutti e tre insieme, uno accanto all'altro, sono davvero una qualchecaus.

Quanto picchia il tutto? 69 carte. Lo trovate in quel covo di perdizione che è lo store online dell'antrista Wargarv, Ai-Robot.it. Nel caso, dite che vi manda il Mago Mirkos.

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