Il Godrake più tanto bellissimo che c'è (Soul Of Chogokin GX-76 Grendizer DC) e un paio di gundamini

Siccome questo popolo di deboscia ti vuole bene, la cumpa antristica milanoromana ti ha fatto un regalone per il compleanno (sì, fai gli anni a dicembre, ma il robot è uscito mo'): il nuovo Goldrake della serie Soul of Chogokin, il GX-76 Grendizer DC. E sì, è bellissimo. E sì, è il nuovo ras della tua scrivania. E per restare in argomento robotico, ci buttiamo dentro pure un paio di action figure di Gundam Bandai/Gig vintagge saltate fuori dal puffo, teh, crepi la liquirizia [...]

Partiamo quindi da un doveroso ringraziamento al clan menegocapitolino composto da Drakkan, wargarv, Bluecyber74 e Roby il Mangusta (che ha un altro nick di luce blu, qui sull'Antro, ma ormai, per tutti, è Roby il Mangusta): domo arigatou gozaimasu, gente. Dunque, il Grendizer GX-76 D.C. (Dynamic Classics) è l'atteso nuovo Soul of Chogokin dedicato a Goldrake. Perché si è tutti affezionati al vecchio GX-04, protagonista di tante avventure del Twisted Theatre (vedi qui e qui, ad esempio), ma quello è un robot di 18 anni fa, e si vede. Ci voleva insomma qualcosa di più prossimo al Goldrake dell'anime, dopo gli altri SoC Dynamic Classic dedicati ai due Mazinga o al Getter 1.

La scatola, proprio come per i modelli recenti citati, è molto piccola (ewwiwa!), e quello qui sopra è il suo contenuto: il robot, una basetta e due tray di plastica con i vari accessori.

La modellazione è strepitosa. Per proporzioni, sculpt e materiali è un Goldrake davvero eccezionale, solido e verniciato come si deve. Ottima anche la testa, della quale hai trovato particolarmente azzeccato il "naso" trasparente.

Un modellino che, per forma e proporzioni, è finalmente quello del cartone. L'unica cosa è che bisogna prestare attenzione ad alcune parti appuntite (come le due "lame" dell'alabarda incastonate sulle spalle), perché ci si buca facile un dito.

La basetta si apre e all'interno ci sono altri accessori, come mani e pugni di ricambio, e quei due cosi rossi e neri che sembrano minigonne. Cosa sono? Minigonne, su rieducational channel!

Per rendere più agile, disinvolto e sbrìfio il movimento delle gambe, in altre parole per aumentare l'escursione degli arti inferiori quando li si solleva, si possono sostituire i due pezzi della, uh, mutanda di Goldrake con queste versioni più corte, come si vede qui sopra.

E questo è il risultato! Alè, ché Goldrake è arrivato in Italia nel '78, le Kessler furoreggiavano ancora sulla RAI e la Parisi era dietro l'angolo. Cicale, cicale, cicale di Vega.

Naturalmente, Goldrake non sarebbe Goldrake, ma Ginetto dello Spazio, senza la sua alabarda spaziale, che sì, in originale è Double Harken, lo sappiamo. La posa, con l'arma in pugno, è adeguatamente scalciaculica, ve'? Un altro paio di scatti:

"E uno! Du... uno! U... uno!"

Se invece preferite una configurazione falce falce - ché falce e martello non ci sono i bambini edibili e non si può - due appositi puntali si agganciano alla base dei manici. Indovinate un po'? Esatto, bucano pure questi, occhio, pinocchio.

Le altre armi sono tutte sparabili dalle braccia, tonnellate di acciaio buttate ogni volta, ché c'è l'industria siderurgica giapponese da far galoppare, che gli frega. Sostanzialmente, sono tutte varianti del caro, vecchio librocuor maglio perforante: il crusher punch (le lame si chiudono a punta e il pugno, una volta sparato, non ruota su se stesso),

le stellone dell'amaure dello screw punch,  

e il maglio perforante classico. Il buco che resta ad altezza gomito può essere tappato in questo caso da quei cosini che emulano una ventola.

Questa foto di Bandai rende decisamente meglio l'epicità del cazzotto partito alla volta di nemici vicini e lontani da perforare come il cartellino di Fantozzi.

Per evitare che le lame sull'avambraccio si deformino quando si piega l'arto (come avveniva con quelle del GX-04), alcune possono essere spostate leggermente di lato, liberando l'articolazione. Sì, è la stessa soluzione adottata anni fa per il Super Robot Chogokin (la linea di robot più piccoli e articolati) di Goldrake/Grendizer (vedi qui).

Goldrake può essere assicurato alla basetta in due modi: c'è questo snodo articolato sotomayor che gli si pianta nella schiena, in una presa a scomparsa (dovrebbe servire per le pose aeree, magari, ma il robot è troppo pesante. No way),

e c'è quest'altro coso qui, rigido e dall'altezza regolabile, che gli si assicura in vita come una cintura el charro da paninaro. 

 Va' che roba. Ah, non hai tolto la pellicola protettiva sulla targhetta: va' che pirla. 

Un confronto all'americana con i primi due  SoC pescati dallo scatolone: il bestione Godmars (GX-40) e il Getter 1 (GX-52).

L'altezza è all'incirca quella dei recenti Soul of Chogokin D.C. dei due Mazinga, 18,5 cm di dimensione artistica. Oh, è ben sopra la media nazionale! Quanto picchia tutto questo? Da wargarv, nel suo shop ai-robot, lo trovate a 145 euro, ma capace ci sia un po' di sconto antristico se glielo chiedete. Naturalmente, per farlo stare dentro un prezzo umano, Bandai ha dovuto barare, togliendo e vendendo a parte l'accessorio principe di Goldrake: il cacchio di Spacer.

Lo Spacer, il disco volante di Goldrake, sarà infatti disponibile in autunno nel set GX-76X, che comprende anche il Goldrake 2 e il TFO, l'UFO giallo. Naturalmente, Goldrake si può agganciare sia allo Spacer, sia allo zainetto Goldrake 2. Ma il tutto costa più di cento carte, di suo.

Per completare tutta la banda meccanica (cioè quello che era incluso nel vecchio GX-04 versione S), arriverà poi tra qualche mese un secondo set extra (GX-76X2), contenente il Drill Spacer e il Marine Spacer (Delfino Spaziale e Trivella Spaziale), ma sono altre cento+ carte, e lì non sai se ne valga la pena, boh, vedete voi, sossoldi.

Il tutto, a ogni modo, si incasella sulla basetta con varie estensioni plasticose così, in posa da sfilata di moda. Il solo Goldrake, comunque, merita tutti gli euris che costa.

Molto, molto più economiche queste due action figure Bandai della linea Mobile Suit Gundam, importate in Italia da Gig/Giochi Preziosi nel decennio scorso, ai tempi del ritorno del mobile suit bianco in TV, su Italia 1. Le hai scovate in un negozio di giocattoli, qualche settimana fa, e sono venute via a dieci carte. Un Guncannon e lo Zaku rosso di Char Aznable: potevi mica lasciarli lì?

Il retro delle card mostra altri modelli della linea da 12 cm (come il Gundam e il Dom), e quelli più articolati della linea Deluxe Edition (il Gundam Alex di War in the Pocket, il GM affiancato da un Ball, un Gouf che fa il surf su un Dodai). Interessante la presenza di una cronologia in alto, che cita serie mai arrivate ufficialmente in Italia come 8th MS Team.

Sono modellini semplici, ma abbastanza curati, trattandosi di giocattoli. 

In particolare, lo Zaku MS-06S della Cometa Rossa. L'impugnatura del mitragliatore è troppo molle,

perciò sei passato al bazooka per sfondare le navi della Federazione di classe Magellan, come nella battaglia di Loum.

Queste sono le tre armi da fuoco. La scure (Heat Hawk) è invece agganciata sul fianco del mobile suit del buon (?) Casval Rem Deikun.

Il Guncannon ha proporzioni un po' più tozze rispetto a quello dell'anime, ma per quello che costa, anche questo fa il suo.

In dotazione, oltre al fucile (Beam Rifle), ci sono i lanciamissili cilindrici (Spray Missile Launcher), da piazzare al posto dei cannoni, come si vede nella prima foto.

E questo è quanto, magari provi a dargli una botta di marker sulle pannellature, mo' vediamo. 109 è il numero atomico del Meitnerio (Mt), ma anche un numero nontotiente, oh.

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