Commodore 64, gli anni di ZZAP!, della tartaruga e dei joystick disintegrati (I miei computer - parte 3)

Commodore 64 ZZap! Golden Axe linguaggio Logo

Dicevamo: la scoperta di Zzap!, nell'estate dell'87, cambiò tutto. Non era la prima rivista sui videogiochi che ti trovavi a sfogliare, ma era completamente diversa dalle altre. Era il futuro. In senso relativo, per le pubblicazioni del settore, e in senso assoluto, perché finalmente sapevi cosa avresti voluto fare da grande. E non era il pirata spaziale. Anche se il tuo Commodore 64 era impegnato a fare disegni con una tartaruga e ad accumulare joystick scassati [...]


Da principio non erano le recensioni, a colpirti. Più che altro, ti faceva strano che esistesse una rivista piena di pubblicità sui videogiochi. Avevi scoperto da poco l'esistenza di un mercato ufficiale delle cassettine e ora ti si spalancavano brutalmente davanti le porte di un universo popolato da pubblicità a tutta pagina di joystick fantascienzi, negozi, conversioni da sala giochi promosse con fantasiose reintepretazioni dipinte e botte d'aerografo. 
Impiegasti quanto, un numero e mezzo? Un numero? Mezzo? per ritrovarti invaghito di quelle copertine della U.S. Gold e della Ocean. Ne sei innamorato ancora oggi, chiaro. 
C'era per te, in quei numeri diretti da Riccardo Albini (che poco dopo avrebbe inventato il Fantacalcio), tanto altro da scoprire, esplorando con gli occhi quell'universo su carta. Le avventure testuali, i giochi fantasy, i fumetti presi dalla rivista originale inglese, Zzap!64.

L'esistenza di persone pagate per scrivere di giochi.

Quell'universo te lo travasavi, mese dopo mese, nella testa, a partire dal numero 13 o 14 di Zzap!, e spesso lì restava. A tanti titoli di cui leggi in quei giorni non giocherai mai, ma un po' è come se lo avessi fatto. Memorizzi i nomi di tutti quelli che scrivono per il magazine e sono ritratti in quelle caricature, italiani e inglesi, e li senti tuoi simili.

Tanti redattori di Zzap! e soprattutto di TGM sarebbero diventati negli anni colleghi e amici, con cui dividere viaggi intercontinentali, scadenze, sonno perso, gag sceme. Ma tutto questo, nel 1987, non potevi ancora saperlo: Milano era lontana troppi parsec e non c'era il teletrasporto chiamato Internet.


Il flusso di cassettine originali si andava intensificando. Avevi smesso di prendere le compilation in edicola e tenevi da parte i soldi per i titoli che ti interessavano davvero. Erano spuntati in città altri negozi che vendevano titoli e hardware Commodore e, ogni volta che potevi, facevi il giro per vedere cosa ci fosse in vetrina e sugli scaffali. Ti perdevi tra quelle scatole e quei posterini esattamente come ti eri perso tra i primi cassoni da bar una mezza dozzina di anni prima.

Ti fidavi delle recensioni di Zzap!, e a volte facevi bene (Strider), a volte meno (la sola di Golden Axe, "uguale al coin-op" un'infiocchettatissima, ti brucia ancora, trent'anni dopo). Buttavi le ore a veder caricare giochi come Dynamite Dux e a sperare che un Dragon's Lair uguale al vecchio cassone da bar prima o poi ve l'avrebbero davvero tirato fuori, in qualche modo. Beata l'innocenza.

Intanto ormai da qualche anno, con tuo fratello, continuavate la ricerca del joystick perfetto.
Una periferica di gioco che rispondesse alle seguenti condizioni:
1) Fosse bellissimo da guardare2) Non si distruggesse dopo mezza partita a Danko / Red Heat3) Non provocasse crampi mortali 4) Avesse un nome sufficientemente fantascienzo e avveniristico
Perciò continuavate ad accumulare in uno scatolone, il grande cimitero degli elefanti dei joystick morti di casa Apreda, i rottami di Quickshot II, Flashfire, Cobra, Tac-2. Un ammasso di plastica nera e rossa (e qualche volta giallina), una carcassa indistinta fatta di leve e tastini dell'autofire e ventose da scrivania con le orecchiette, che a un certo punto poi è sparita.

Tuo padre l'ha buttata via, o è diventata senziente e se n'è andata da sola. Una delle due.



Fatto sta che la ricerca condusse infine a casa di amici dei tuoi. Il cui figlio, genio vero già da rEgazzino, s'era montato da solo un joystick in stile sala giochi per il Commodore. Con il pomello del cambio di una 500 incidentata montato su una leva d'acciaio. Giuri.

Al posto dei contatti, all'interno di una scatola di ferro aerografata, delle monetine da 50 lire. Dice Indiana Jones che era più a prova di esplosioni nucleari quel joystick custom che il suo frigorifero. 

A casa di quel ragazzo, Mariano, vedesti per la prima volta con i tuoi occhi anche un'altra roba di cui leggevi e sentivi parlare spesso, ma che rappresentava una regione per te ancora fondamentalmente inesplorata di quell'universo. La grafica col computer. Erano passati pochi anni da quella semplice scritta di benvenuto con un paio di simbolini PETSCII del VIC-20 con cui eri stato spinto a forza tra le braccia del domani, e ora quel ragazzo un po' più grande di te ti faceva vedere come cambiare carattere e colore a un testo che ubbidiva al suo volere.
Quando ha scritto sullo schermo "Sperlari", con la font delle caramelle, hai avuto un'altra epifania in testa. E in effetti eravate a Sorrento per le vacanze di Natale, fuochino.

A far disegnare le cose al Commodore 64, fatta salva la triste epopea dei listoni che a un certo punto avevi mollato, vinto, sconfitto, arrivasti davvero durante il tuo ultimo anno di medie, a cavallo tra l'88 e l'89. La tua scuola aveva organizzato un corso pomeridiano di Logo, un linguaggio didattico in cui una tartaruga disegnava figure geometriche attraverso una serie di comandi: vai avanti, gira di 90 gradi, ruota ancora, spicciami casa. E la tartaruga muta, lì a disegnare cose, a fare i disegnini via via più fighi.

Non era esattamente il massimo della vita, il Logo, certo. Ma la sala computer era una stanzetta con venti Commodore 64 collegati ad altrettanti lettori di floppy Commodore 1541 e monitor a colori. Già solo entrare lì dentro, nell'88, era per voialtri giovani selvaggi di Rende un modo per sentirvi davvero i discepoli calabresi del saggio e onnipotente saputello Richie Adler. Ragazzi del computer pure voi. Non proprio quelli del telefilm, ma tipo. 


Nel frattempo, mentre le case di tanti tuoi amici si popolavano del nuovo modello beigiolino da parvenue della legione del commodoro, il Commodore 64C, c'era già il love is in the air per la nuova generazione.

Il tuo Commodore 64 continuava a scassarsi - partiva l'alimentatore, lo portavi in assistenza da Sirangelo Computer, lo riparavano e l'assistenza copriva sessanta giorni, durante i quali si scassava di nuovo, lo riportavi in assistenza. RIPETI 4, tartaruga - e leggevi meraviglie del nuovo modello di Amiga, il 500, in vendita dall'87.


Dall'autunno dell'88 c'era in edicola la sorella maggiore di Zzap!, The Games Machine, e parlava di Amiga, Atari ST e console giapponesi. Inizi a comprare pure quella, in attesa di poter fare il grande salto, di lasciar perdere le cassettine del 64 e passare ai floppy rigidi da 3,5 pollici di Amiga.

Come tuo cugino Marco, come Andy Warhol prima di morire e Debbie Harry. Tuo padre, d'altronde, aveva promesso già da tempo di comprarti un Amiga. C'era solo stato un piccolo, enorme incidente di percorso.

[CONTINUA]

LE PRIME DUE PARTI


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Commenti

  1. Mai stato un appassionato di computer (ok, non lapidatemi...) ma leggere una frase come
    "Quando ha scritto sullo schermo "Sperlari", con la font delle caramelle, hai avuto un'altra epifania in testa. E in effetti eravate a Sorrento per le vacanze di Natale, fuochino."
    è più che sufficiente per andare in dipendenza totale da questi racconti.

    Doc, caspiterina come scrivi bene!

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  2. Due cose. Nelle versione per C64 di Golden Axe c'era dentro il poster richiamato dalla pubblicità in cui il barbaro sta per fare una brutta fine tra la tipa con il drago e l'altro che sta per calargli un martello in testa.
    Quel poster è rimasto per anni sulla porta di camera mia e ignoro dove sia andato a finire.

    Alle elemententari, dalle Suore Canossiane, facevo lezione di Logo sul C64 almeno 2 o 3 volte a settimana e mi divertivo un mondo. Tra le altre cose ero uno dei più bravi.

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    1. Eh, i posterini. Eh, che negli anni del berserk da retrogaming ho recuperato TUTTE le versioni home computer di Golden Axe, e di quelle scatolette uguali con posterino ne ho una mezza dozzina.

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    2. Io quel poster (assieme a quello di Turrican 2) l'ho incorniciato e lo tengo ancora appeso in camera.

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  3. Cosa hai tirato fuori!! I joystick scassati accumulati che si autoriparano e volano via, tipo Miracolo sull'Ottava strada!! Personalmente ricordo lo Slik Stick della SunCom come quello più resistente della cumpa, peccato che poi sul lungo periodo si bloccasse su una direzione sola...
    In ogni caso ho vissuto le stesse emozioni con Zzap e poi TGM e infine Console Mania (Super Console era troppo professional). Purtroppo non ho avuto il tuo coraggio, la costanza e la capacità di cimentarmi in un mondo che mi appassionava tanto. Però era davvero forte la bromance che si sviluppava con i redattori delle suddette riviste, c'era davvero una sorta di empatia e di voglia di essere lì con loro a provare i nuovi giochi oppure in viaggio verso le fiere del settore.
    In ogni caso ricordo anche molte sole di recensioni che erano poco veritiere (per usare un eufemismo), però era tanto il piacere di leggerle dopo averle attese a lungo, spesso perché in edicola le riviste non arrivavano con molta regolarità, che si passava sopra a tutto.
    Conservo ancora gelosamente i numeri di Console Mania a casa di mia madere e qualche volta li sfoglio ancora per l'effetto vintaggio delle pubblicità, soprattutto di negozi, con le lire che ti dicevano quanto costava ogni bene...

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  4. Da qualche parte, nell'universo, deve esistere un luogo di riposo per i poveri Quick Shot II...

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  5. Che poi va detto ,i joystick erano spesso quello che erano,ma eravamo quasi sempre noi a devastarli. Avevamo troppo le mani "calibrate"su i comandi dei cabinati(leve a pomello effettivamente simili a vecchi cambi fiat),e quelle mazzarelline finivano per arrendersi presto alle"carezze".

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    1. Hai ragione, non eravamo proprio "delicati". Però diciamo che la qualità costruttiva non era propriamente eccezionale...

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  6. io ho avuto una sola coppia di joystick "WICO BOSS", un solo tasto ma erano davvero indistruttibili, li ho maltrattati, sbattuti in tutti imodi ma hanno sempre funzionato.

    quando un paio di anni fa ho ritirato fuori l'Amiga entrambi funzionavano solo parzialmente ma era colpa dei cavi, li ho rifatti nuovi e sono ancora li.

    ad uno dei 2 ho rifatto la basetta in legno perchè la sua originale in plastica l'avevo buttata: alcuni anni fa li stavo buttando perchè sapevo che non andavano più, erano smontati e già nel cassonetto ma preso dal rimorso li recuperai, purtroppo una delle basette era caduta in fondo al cassonetto... ma tanto ora è più bello di prima!

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  7. Io nell'88 ci sono nato, eppure anche io alle elementari ho disegnato con Logo una volta :D
    Ricordo ancora lo stupore per il primo computer che io abbia mai visto! Chissà se era un C64 o cosa... Nemmeno so che anno fosse, sicuramente tra il '94 e il '99...

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    1. Uh, blogger mi ha resettato l'account?

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    2. Ti cambia il nickname a tradimento, Gabriele? :D

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    3. In realtà prima il malvagio GugolPiù mi obbligava a usare il NomeCognome invece del nick tradizionale, presente pure sull'AntroMaglietta XD
      Quindi diciamo che sono state messe a posto le cose :P

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  8. Spettacolare! Bellissimo racconto e molto coinvolgente. La copertina di Golden Axe che, come già detto, fu il mio primo videogame originale acquistato la ricordo perfettamente in ogni dettaglio. Il mini poste al suo interno ma anche la piccola brochurina con le figure dei personaggi disegnati a matita sulla falsariga delle animazioni dell'intro gioco. Di per se ovviamente non poteva competere con il coin-op da sala ma assolutamente non lo reputavo graficamente e giocabilmente malvagio, anzi.
    Tonnellate di filoncini di pane al vedere la scritta Zzap!. Rivista che cominciai a seguire con assiduità negli anni dell'Amiga 500 & c. più che del C64 ma ricordo benissimo la passione e il divertimento messo dai redattori di quegli anni. Pionierismo puro che ha fatto scuola ed è sfociato nei bellissimi anni d'oro di TGM, quella targata Xenia per intenderci, che è stata la mia guida di riferimento ludico da adolescente. Dopo TGM infatti cominciai ad acquistare anche le riviste dedicate al mondo PC. Alcune veramente molto belle. Anni stupendi (dal 1991 al 1999) per i patiti dei videogames e successivamente per gli studiosi dell'informatica. Grazie per aver tirato fuori dal baule dei ricordi queste chicche Doc!

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  9. 1) Il povero Andy Warhol ha il viso avvilito di un pensionato alla fermata che non ricorda più l'indirizzo di casa e aspetta che venga a prenderlo sua nuora.

    2) Debbie Harry invece testimonia l'insicurezza del copywriter:
    - Ci mettiamo Warhol!
    - Ma i regazzini non lo conoscono, penseranno chi è 'sto vecchio?
    - Boh, allora buttiamo su anche Blondie!
    - Vabbuò ma che c'entra?
    - Lassa fa' che Blondie ci sta sempre bene!

    3) Mi assalito a tradimento la rimebranza vietconga per la tartaruga che fa le figure geometriche sul computer alle elementari ('91-'95)! Che se sbagliavi a preimpostare l'angolo invece di un una stella a 5 punte veniva uno scarabocchio tutto storto.

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  10. Non mi ricordo se fosse LOGO, ma un "linguaggio di programmazione" in cui si davano ordini ad una tartaruga per disegnare righe su schermo lo ho adoperato anche io qualche anno dopo (anno '93 o '94 direi) in un laboratorio di informatica delle medie.
    Sulle riviste, io leggevo quelle console (console mania e game power) ma il primo impatto fu esattamente lo stesso.

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  11. Il "piccolo, enorme incidente di percorso" è un cliffhanger o rimanda ad un vecchio post?

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  12. Io Doc mi ricordo che avevo il joystick Albatros, primo modello. Per me il migliore di sempre

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  13. Che ricordi... scoprii Zzap! al mare (grazie a Stefano di Ferrara, se ricordo bene, magari è qui che legge), nel periodo in cui passai dal Vic20 all'Amiga, e di lì a poco arrivò TGM.

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  14. Quello dei joystick era un vero problema. Dopo l'ultimo Quickshot con i contatti a molla, lentissimo, ne comprai uno da 10.000 lire, poi riparato con pezzi dei vecchi caduti sul campo. Funziona ancora. Ci installai anche un interruttore che chiudeva il circuito di uno dei pulsanti fuoco, per avere un vero autofire, non quello a intermittenza, che in certi giochi serviva (Warm-Up, per esempio).
    Un abbraccio, Doc.

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  15. Non so perché ma tgm non mi ha mai preso come zzap. Sarà che sono passato all'amiga relativamente tardi, ma al formato di Zzap ero molto affezionato. Parlando di joystick, io avevo questo, sembrava fighissimo e invece era una delle cose piùsscomode del pianeta, tanto che non l'ho nemmeno distrutto. ��https://www.picclickimg.com/d/l400/pict/253022482450_/Navigator-Joystick-for-Commodore-Atari-Amiga-Amstrad.jpg

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  16. Zzap! era all'epoca la mia rivista preferita e, al di la delle tonnellate di pubblicità al suo interno, il bello era poter leggere una rivista che parlasse di Home Computer/Videogames nel modo migliore, ovvero poco tecnico e molto, molto ironico. Ad alcuni questo aspetto non piaceva, ma personalmente credo che fosse il "plus" della rivista: del resto ad un ragazzino di 11 anni come ero io interessava leggere cose divertenti, non disquisizioni sul numero di pixel o come era realizzato lo scrolling parallattivo di un gioco.
    Per quel che riguarda i Joystick, credo di averne rotti almeno cinque/sei tra Quickshot e un paio di altri modelli, fino a quando non arrivai a scoprire ed acquistare il massiccio Albatros Ball. Indistruttibile, preciso, "cliccoso" grazie ai suoi microswitch praticamente perfetti.

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  17. Zzap! la scoprii relativamente tardi (poteva essere l'88) ma divenne subito la mia rivista preferita. Tra tutte le rubriche, a parte quella della posta, apprezzavo moltissimo i diari dei programmatori.
    Mi faceva specie vedere come questi personaggi, ai miei occhi mitologici (voglio dire, vivere di videogiochi) fossero in realtà spesso dei gran cazzeggiatori...
    Sul finire del suo ciclo vitale credo di essere riuscito anche a farmi pubblicare un paio di lettere.
    Ma io ho avuto delle tempistiche strane con le cose da home computer. Per dirne una, il primo gioco che comprai per C64 (Barbarian II, con quella interessantissima copertina) lo feci all'estero, in UK, prima ancora di possedere il computer...vabbè.
    Per quanto riguarda il joystick: il Competition Pro con i microswitch batteva tutto, non c'era storia. Mi ricordo quando lo comprai alla GBC di Cinisello (storico negozio di elettronica sparito da lì a un decennio) e ancora penso di aver fatto un investimento, visto quanto mi è durato.

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  18. Questi racconti sono come le mini - console, Doc: trappole per nostalgici.
    In cui sono ben felice di cadere, pero'.
    Perche' evocano tempi che mi sembrano lontanissimi, e mi fanno riflettere sul perche' e sul percome di certe scelte.
    Si, perche' e' proprio tra l'infanzia e l'adolescenza che si formano i gusti di una persona.
    I videogames li ho sempre seguiti. Giocati tanto, alle volte. Oppure poco in altre occasioni.
    Oggi come oggi, pochissimo.
    Ma resto informatissimo su uscite e recensioni. Cerco sempre di stare sul pezzo, insomma. Lo faccio da quando li ho scoperti, e non ho mai smesso.
    Zzap! e TGM, a quei tempi, credo di averle lette tante di quelle volte da consumare sia occhi che pagine.
    Una buona fetta delle mie esigue finanze se ne andava in riviste specializzate.
    Leggevo TUTTO. Consolemania e Super Console ce le ho ancora. Le altre...distrutte, a furia di sfogliarle.
    Segnalo anche K, che alle volte trovavo indigesta ma che era seria e professionale come pochi. E ci trovavi articoli interessantissimi. E il numero speciale dedicato alle console rimane una delle robe piu' belle che abbia mai letto.
    Tornando al passato...alle volte ho l'impressione di aver sbattuto ripetutamente contro qualcosa che era oltre la mia portata.
    E' innegabile che molto dipenda dal caso o dalla fortuna. Dipende da tanti fattori tra cui trovarsi al posto giusto e al momento giusto, avere i giusti contatti e conoscenze, ma...nel mio specifico caso, molto probabilmente, quel che ho fatto e ho tentato di fare non bastava.
    Non mi sono sbattuto a sufficienza. E non ero abbastanza abile. Specie con l'informatica, che era di sicuro una delle basi da cui partire per poter lavorare nel settore. Oltre alla conoscenza dell'inglese, sicuramente.
    Tutto tempo perso, dunque?
    Non e' detto.
    Se c'e' una cosa che ho imparato e' che le passioni inutili non lo sono mai, e che alle volte decidono di ripagare per tutta la dedizione che hai donato loro.
    Direttamente o indirettamente. Esistono molti modi.

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    1. Ciao Roberto, devo ammettere che i tuoi interventi sono sempre interessanti, perché toccano delle corde che mi rappresentano in pieno ma spesso non riesco a esprimere in modo efficace. In particolare, come ti scrivo sempre, abbiamo molto in comune, a partire dalla passione per i videogiochi e l'elettronica, al fatto di avere un'adorazione quasi Mistica per le riviste dell'epoca. Forse l'unica differenza è che qualche occasione mi è capitata per seguire le nostre passioni ma mi è mancato il coraggio di provare e di buttarmi, in parte anche a causa della mia grande insicurezza che mi faceva sentire inadeguato e mi provocava anche dei problemi a livello di socializzazione. Non nascondo che per una lunga parentesi della mia vita sono stato rintanato in casa, tra le mie certezze, per paura di mettermi in gioco. Il problema principale è che avevo delle competenze informatiche e linguistiche di tutto rispetto, però non ho mai conosciuto nessuno che abbia mai visto tali qualità in me o mi abbia mai incoraggiato o dato una mano, soprattutto a livello psicologico. In ogni caso poi ho avuto altre occasioni per dimostrare il mio valore ma solo quando ho svolto un lavoro su me stesso per riuscire a superare le mie paure. I videogiochi hanno contribuito a questo passaggio terapeutico, dandomi la possibilità di esprimere le mie potenzialità. Buona serata

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    2. Ciao Daniele, i periodi come il tuo li abbiamo avuti in molti e perciò ti posso capire e non ti biasimo, anzi non sai quante volte non riuscivo a capire perchè ad altri riusciva facilissimo rapportarsi per esempio con le ragazze e a me invece veniva difficilissimo, con cuore a mille e balbettio annessi mentre nella vita di tutti i giorni ero sempre scherzoso e sfacciato.

      Daniele anche se in ritardo colgo l'occasione per fare gli auguri a te e alla tua famiglia e voglio mandare un abbraccio speciale a Raoul, stringilo forte da perte mia!

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    3. Ciao Nemo, ti ringrazio tanto e ricambio con grande affetto, un grande abbraccio virtuale anche a te e tutta la tua famiglia, bimbi compresi!
      Anche io ero timidissimo con le ragazze, tanto che facevo spesso come George McFly che si scriveva quello che doveva dire, sbagliando ancora di più nel mio caso. Forse la fonte della mia grande insicurezza è aver perso mio padre quando ero tanto giovane e quindi aver mancato di una figura di riferimento e di sostegno quando più ne avevo bisogno. Per questo motivo ho sempre cercato da grande tra le amicizie delle persone più grandi che mi facessero un pò da padre... In ogni caso condivido in pieno il tuo pensiero che siamo parte di una grande famiglia che non solo condivide ricordi e confidenze ma che con il confronto quotidiano si aiuta e si sostiene a volte più e meglio delle famiglie reali. Auguri ancora

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    4. Caro Daniele sul cercare i consigli degli altri posso dirti dell'esperenza sulla mia pelle.
      Le cose per me sono migliorate in qualsiasi campo quando ho smesso di seguirli e ho cominciato a fare di testa mia, cercavo sempre consiglio e supporto per ogni cosa e puntualmente le cose andavano male perchè trovavo sempre persone o ragazze che si approfittavano della mia bontà e ingenuità ma queste esperienze mi hanno fatto diventare più duro e tra virgolette cattivo anche a costo di farne pagare le spese a chi non lo meritava.
      Ho conosciuto mia moglie che è stata l'unica ragazza che non ho cercato e neanche le sono andato dietro, è stato semplicemente destino e la risposerei all'infinito, ma anche in altri campi questa durezza acquisita mi è servita, ho fatto di testa mia e nel bene o nel male sono stato contento, anche quando siamo stati senza soldi o abbiamo avuto emergenze ci siamo sempre rialzati e andati avanti.
      Ancora un abbraccio

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    5. Guarda Nemo, anche io, alla fine, non ho mai dato molto retta agli altri e ho (quasi) sempre deciso da solo, senza curarmi troppo del pensiero altrui, spesso prendendo delle grosse cantonate, però almeno mi sono fatto le ossa e non ho dovuto incolpare altri per quanto deciso.
      Le figure paterne "putative" le cercavo per avere un surrogato di paternità di cui sentivo la grande mancanza, sebbene mio padre fosse piuttosto lontano dal concetto di responsabile e solido capo famiglia, però ci voleva bene (a me e mio fratello) e questo era quello che contava per noi. Tante volte avrei voluto averlo accanto, soprattutto nei momenti più difficili, però il destino ha deciso così, dovevo cavarmela da solo e così ho fatto...
      In ogni caso mi sa che abbiamo vissuto esperienze simili, nel senso che anche io non ho cercato mia moglie, è semplicemente "capitata" in un momento in cui volevo, tra l'altro, starmene per i fatti miei. Poi è successo tutto in modo naturale. Un pò meno naturale è stato il fatto che Raoul ci abbia messo tanto ad arrivare, però questo ce l'ha fatto amare ancora di più (se si può)!
      Un abbraccio, a presto

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    6. Caro Daniele come hai detto le nostre esperienze sono simili ma come hai visto dopo tante insicurezze e tentennamenti la vita ci ha premiati nel modo più bello: una famiglia che amiamo!
      Ciao, alla prossima!

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  19. .. io adoravo il quickjoy su amiga. Feel da cabinato ma problema che era coi tasti a sinistra.

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    1. L'unico che ha resistito fino all'arrivo del PC era lo zipstick, rigorosamente nero e giallo. Fantastico!

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  20. Rapidosapido: dei joystick seviziati i miei preferiti furono albatross ball (credo che sia stato il più longevo, mi ha servito fino alla pensione dell'amiga) il competition pro naturalmente e il Konix speedking che si rivelò stranamente comodissimo.
    Il Quickshot Maverick con tasti A e B inutilmente indipendenti (su C64, su MSX qualcuno li usava) lo desiderai a lungo. Bellissimo ma si rivelò una mezza sóla, rotto in poche settimane

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  22. Grande Doc! Inconsciamente ancora aspetto Turbo Outrun, Game Over II e Black Tiger graficamente fedeli ai belliffimi poster con cui erano pubblicizzati...

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  23. Un affresco di quegli anni scritto com'è solo tu sai fare. Ormai lo attendo con la scimmia per il FuturoPassato .

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  24. Quanti joystick ho seppellito? Impossibile ricordarlo.
    Quanti ho provato a salvarne? Solo il saldatore e gli switch sparsi per casa possono saperlo.
    Finchè non è arrivato lui, il mitico Competition Pro, l'unico che poteva resistere alle lunghe ed epiche sessioni di international soccer, e alle mostruose e distruttive partite a summer games, hyper sports e affini.
    Che bei ricordi!

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  25. Un pezzo di cuore e l'ennesima madeleine che il Doc mi propina a tradimento.
    Ricordo che ritagliavo le pubblicitá piú fighe di Zzap! (ricordo con affetto DragonNinja e il suo stile quasi-manga) e me le appendevo in camera.
    Sui joystick ricordo dui aver utilizzato una soluzione particolare: un amico mi passó un vecchio joystick dell'Atari ST - spartano ma di robustissima fattura e soprattutto 100% compatibile con il C64. Ricordo che lo modificai per ridurne la legnositá e smanettare meglio in Combat School.

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  26. Vivo in un costante senso di nostalgia per questo periodo e per Zzaap! L'attesa spasmodica di ogni mese aspettando il nuovo numero e la religiosità con la quale veniva sfogliato.
    Bellissimo sapere che non sono l'unico ultraquarantenne a provare ancora affetto per questa amatissima rivista.
    Doc ti invidio per avere alcuni dei mitici redattori tra i tuoi amici, io adoravo Marco Auletta e ovviamente i BovaByte.

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  27. Questa vissuta piena, ancora ricordo la recensione di Elvira, Mistress of The dark su ZZAP! Gioco desiderato e mai giocato purtroppamente :)
    Team Quick Shot 2!

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    1. Seee, la recensione :)

      "Che occhi! Che bel paio di...occhi!"

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  28. Hai ricalcato la mia vita... che meraviglia quegli anni! Il logo a pomeriggio a scuola (io su 80186) il C64 a casa col floppy di cartone che non funzionava per colpa dell'umidità ( a Ferrara è un problema serio). L'Amiga 2000 (tedesca - con floppy tedeschi) regalata da un amico trafficone nel 1994, i numeri di TGM da mangiarsi con gli occhi e la fantasia. Il C64 e l'Amiga li ho ancora... non ce l'ho fatta a regalarli o venderli. Ora sono in mostra nella scuola dove insegna mia moglie, in un'allestimento dedicato all'oldware e messo in piedi da ragazzini di 16 anni... e il cerchio della vita sembra quasi chiudersi! Bruschetta mariomerola. Buona Pasqua!

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  29. Io purtroppo ho saltato quell'epoca: sono partito direttamente con un 286 e la rivista "kappa". Bei tempi, comunque!

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  30. X Daniele:
    Credo che anche la motivazione personale avesse anche il suo peso.
    Guarda, Danie'...se uno aspetta di venire motivato dagli altri, sta fresco.
    Il punto e' capire quanto si e' decisi a raggiungere il proprio obiettivo.
    Un conto e' pensare che ti piacerebbe fare una cosa, un conto e' volerla fare a tutti i costi.
    E qui la faccenda si complica.
    Ci sono persone che scoprono la loro vocazione da subito. Altri devono affrontare un percorso piu' lungo. Ci sono persone a cui non basta una vita intera, per scoprirla.
    E' probabile che mi sarebbe piaciuto fare il recensore di videogames. Ma non saprei dire se volessi farlo ad ogni costo.
    Comunque...ritengo che un buon punto di partenza siano le passioni.
    E' una cosa fondamentale.
    Capire cosa ci piace, e farlo per il puro piacere di farlo. Senza secondi fini. Continuando a fare quel che ci piace, un giorno si puo' scoprire cosa vogliamo fare a tutti i costi.

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  31. Ma sarebbe bastata pure Debbie Harry, e un computer scrauso a manovella, per essere felici, per dire! 😊

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  32. I migliori joystick erano gli albatros ne ho consumato solo due rispetto a tutta la robaccia comprata prima (e di certo non potevo permettermi un joystick ogni mese!)

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  33. Il joystick definitivo per C=64 e Amiga esisteva, era il cruiser di powerplay, una cosa indistruttibile, quei microswitch non cedevano mai (ne ho ancora uno in soffita imballato col 64).

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  34. Oddio il Logo. Ricordo come se fosse ieri anche io l'aula delle medie piena di Commodore 64 e lettori di floppy. E il prof di tecnica, quanto ero grato a quell'uomo per avermi portato li, in quell'aula. Per me, ancora piccolo, era tutto merito suo. E disegnare con il Logo quanti bei ricordi.

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  35. Zzap 1 era Maggio 1986.
    Avevo 17 anni.
    Le salegiochi erano la normalita'.
    Avevo il Commodore 64 da circa 1 anno.
    Il mondo era migliore di adesso.
    E giusto per :
    nonostante siano passati 35 anni,
    ho qui con me i primi 22 numeri di Zzap.
    Dal 1 al 22...quelli della prima redazione.
    Adesso ho 52 anni, ma il cuore e' rimasto li'.

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