Cyberpunk: come Moebius ha influenzato Blade Runner, Neuromante e Akira

Blade Runner Akira Neuromante e Moebius

Dopo aver parlato la volta scorsa degli esperimenti in casa Marvel con i cybercomics, è il momento di fare un passo indietro, scivolando fino al 1976 e a un breve fumetto scritto da uno sceneggiatore americano (per ingannare il tempo) e disegnato da una superstar del fumetto francese... Questa è la storia di come quel fumetto apparentemente come tanti, The Long Tomorrow di Dan O'Bannon e Moebius, ha influenzato Blade Runner, Akira, gli scrittori cyberpunk a cominciare da William Gibson per il suo Neuromante, e a cascata tutto il resto. In breve, cambiando per sempre il volto della fantascienza e il concetto di metropoli del futuro [...] 

Cyberpunk: Moebius, Blade Runner, Akira, Neuromante

A rileggerle oggi, quelle sedici pagine di The Long Tomorrow, devi metterle un attimo a fuoco prima di realizzare che si tratta davvero di una delle opere più influenti di Moebius. Eppure è già tutto lì.

Nato nel '38 e attivo nel mondo del fumetto francobelga da quando aveva 18 anni, Jean Henri Gaston Giraud ha scelto a inizio anni 60 lo pseudonimo di Moebius (se vogliamo essere precisi: Mœbius). Negli anni 70 Jean Giraud è già una stella della bande dessinée grazie a Blueberry, il western creato nel '63 con il belga Jean-Michel Charlier, e nel '74 ha fondato con Jean-Pierre Dionnet, Philippe Druillet e Bernard Farkas Les Humanoïdes Associés, la casa editrice che dallo stesso anno pubblica la rivista Métal Hurlant

La fondamentale, importantissima, incredibilmente avanti Métal Hurlant, che nel '77 ispirerà la nascita dell'omologa testata USA Heavy Metal, e questo a sua volta darà vita nell'81 al bellissimo film d'animazione per adulti con lo stesso titolo, prodotto dall'Ivan Reitman di Ghostbusters

Ma tutto questo, a metà anni 70, ancora non c'è, e Métal Hurlant è ancora il campo da gioco in cui Moebius e colleghi sperimentano quello che vogliono.

Metal Hurlant Heavy Metal

ARZACH, IN VOLO NEL SOGNO

Su quello che da principio è solo un trimestrale con poche pagine a colori, infatti, nascono opere di Moebius fondamentali come Arzach, lo pteroguerriero dal nome scritto sempre in modi diversi, che ispirerà Miyazaki per Nausicaä della Valle del Vento (l'amicizia e collaborazione tra Moebius e Miyazaki darà anche vita, nel 2004, a una mostra congiunta a Parigi: "Miyazaki-Mœbius").

Oppure Il Garage Ermetico, a cui Moebius si impone di lavorare per avere una presenza costante sulle pagine di Métal Hurlant. Sono fumetti onirici, dallo spirito fieramente underground, in cui Moebius si sente libero di esprimersi, a differenza di un'opera mainstream come le avventure del tenente Blueberry (a cui comunque continuerà a dedicarsi per molti anni).

Fumetti in cui Giraud può riversare tutti i viaggi, anche e soprattutto della mente, che ha vissuto in Messico, specie dopo essersi interessato ai libri sullo sciamanesimo di Carlos Castaneda su suggerimento del regista cileno Alejandro Jodorowsky. Jodorowsky che lo ha portato a Los Angeles per uno dei più ambiziosi progetti cinematografici di sempre, che non vedrà mai la luce. 

Dune Moebius
Design di Moebius per il Dune di Jodorowsky

LE DUNE INVISIBILI

La storia del Dune-che-non-fu è nota, ed è stata raccontata anche dal documentario Jodorowsky's Dune (2013). Per riassumerla in breve, Jodorowsky, portato in spalla dalla critica internazionale dopo il suo La montagna sacra (1973) avrebbe dovuto realizzare una sontuosa trasposizione del Dune di Frank Herbert, alla guida di una squadra impressionante di mostri altrettanto sacri: i Pink Floyd, Salvador Dalí (e Amanda Lear), Orson Welles, Mick Jagger...

Moebius deve occuparsi insieme a H.R. Giger e a Chris Foss dei design, e si mette al lavoro. Ma il film non si farà mai, perché in due anni e mezzo di pre-produzione viene bruciato quasi un quarto del budget e nessuno studio vuole finanziarlo. Il resto della storia la conosciamo: i diritti di Dune finiranno nelle mani di Dino De Laurentiis e David Lynch. 

Se volete, se n'è scritto qui, raccontando anche come tutto il lavoro preparatorio del progetto di Jodorowsky, inviato alle major, avrebbe ispirato grandi classici della fantascienza venuti dopo, come Star Wars e soprattutto Alien di Ridley Scott, al quale hanno lavorato diverse menti incontratesi sulla strada senza uscita di quel Dune: O’Bannon, Giger, Moebius e il concept artist Chris Foss. 

Ma da quel Dune di Jodorowsky è nato anche The Long Tomorrow. Grazie alla noia.

Cyberpunk: Moebius, Blade Runner, Akira, Neuromante

UNA STORIA DEL DOMANI, PER INGANNARE IL TEMPO

Dan O'Bannon, ai tempi, ha già realizzato Dark Star con Carpenter, ma non ha ancora scritto la sceneggiatura per cui verrà ricordato nella storia del cinema, quella di Alien per Ridley Scott. Viene ingaggiato per curare gli effetti speciali di Dune, visto che all'epoca è quello che vuole fare nella vita, e  proprio il fallimento del progetto Dune, lasciatolo senza un soldo, lo spingerà a mollare quel settore e dedicarsi a tempo pieno alla macchina da scrivere.

A ogni modo, per Dune O'Bannon incontra Moebius nel '75. Come siano andate le cose lo racconta lo stesso Moebius nell'introduzione pubblicata, anche in Italia, nella collana Absolute Moebius di Panini. Essenzialmente, Dan O'Bannon era stato ingaggiato per gli effetti speciali del film al posto di Douglas Trumbull, e quando questo tizio col barbone e l'aria "da californiano post-hippy" arriva a Parigi, non ha niente da fare. Il suo lavoro inizierà solo quando cominceranno le riprese, e O'Bannon si annoia.

Cyberpunk: Moebius, Blade Runner, Akira, Neuromante

Un giorno butta allora giù gli storyboard di una storia poliziesca ambientata nel futuro e li mostra a Moebius. Questi ci mette mano, ne cambia l'impostazione grafica di diversi elementi e realizza quelle sedici tavole. The Long Tomorrow viene pubblicata nel '76 in due parti da otto pagine l'una sui numeri 7 e 8 di Métal Hurlant, e poi negli USA su Heavy Metal 4 e 5. 

Da noi la prima pubblicazione è su Alter Linus 35 e 36, alla fine di quello stesso anno. In seguito verrà ristampata varie volte, ad esempio ne I Classici del Fumetto di Repubblica (numero 37, 2003) oltre che in un volume di Absolute Moebius

La storia piace ai lettori e Moebius vorrebbe farne nascere una serie, ma O'Bannon ha già la mente altrove: nel giro di qualche anno scriverà Alien, due episodi del citato film d'animazione Heavy Metal, e in seguito film come Tuono blu e Atto di forza, con qualche sortita alla regia (Il ritorno dei morti viventi).

Cyberpunk: Moebius, Blade Runner, Akira, Neuromante

UNA METROPOLI PER BLADE RUNNER

Cosa c'è dunque di nuovo in questo breve fumetto? Tante cose, e tutte insieme, la cui enorme influenza è evidente solo col senno di poi. In The Long Tomorrow c'è un detective privato alla ricerca delle spie arturiane infiltratesi nella popolazione, ma Pete Club, che finirà a letto con la sua cliente e scoprirà che anche lei è una "di loro", è il prototipo di Rick Deckard. 

La sua città, "sprofondata nell'infinito" (cioè che si sviluppa verso il basso, nella gigantesca fenditura di un pianeta) è il prototipo della megalopoli su livelli che vedremo in centinaia di opere di fantascienza, compreso il nostro Nathan Never. E poi, oltre alle auto volanti, il tema dickiano del doppio e dell'essere artificiale indistinguibile dal vero, e soprattutto lo sporco. Quelle strade cittadine piene di persone, cartacce, insegne, degrado. 

Per trasporre il romanzo di Dick nel suo Blade Runner, Ridley Scott - che per Alien si è ritrovato come detto a lavorare con i due autori di quella storia, O'Bannon e (seppure brevemente) Moebius - viene fortemente influenzato dalla città del detective Pete Club. Tanto che - raccontavi anni fa qui -  Scott cercò di coinvogere Moebius nella pre-produzione di Blade Runner, ma il fumettista rifiutò perché già impegnato con il film d'animazione Les Maîtres du temps (1982), di René Laloux.

Akira Kaneda moto

INTANTO, IN GIAPPONE

Parlando della genesi di Akira, qualche tempo fa sottolineavi come il capolavoro di Katsuhiro Otomo e Blade Runner, due opere simbolo fortemente influenti per la fantascienza di tutto il pianeta, nate lo stesso anno (il 1982) a un oceano di distanza l'una dall'altra, avessero come punto di contatto proprio Moebius. Qualche anno prima, Otomo come Ridley Scott ne ha scoperto i fumetti, e questi lo hanno colpito molto.

Quando Moebius ci lascia, nel 2012, Otomo scrive un affezionato ricordo del collega francese, spiegando come il mondo sporco di The Long Tomorrow ha rappresentato per lui un contrasto così netto rispetto a Star Wars di George Lucas. Nella trasformazione della bella cliente di Pete Club in un ammasso tentacolare di carne è in fondo già scritto il destino dello sventurato Tetsuo di Akira.

E peccato che quel progetto di una trasposizione anime del Garage Ermetico, prodotta da Kurosawa e animata da Otomo, non sia mai andato in porto.

Neuromancer William Gibson

NEUROMANTE E LA NARRATIVA CYBERPUNK

L'ingombrante presenza nella stanza ancora non affrontata, in questo discorso sul cyberpunk, è ovviamente il media in cui non solo questo nome è nato, ma il genere stesso ha preso corpo. Il romanzo manifesto del movimento, Neuromante di William Gibson, vede la luce nell'84. Il termine "cyberpunk" lo ha coniato intanto quattro anni prima Bruce Bethke nel racconto omonimo (dell'80, ma pubblicato nell'83), di cui magari torneremo a parlare un'altra volta.

Quel tipo di sensibilità comune, quel sottofondo perfetto per intrecciarci su storie fatte di macchine, interfacce e disperazione umana, in mondi tanto progrediti tecnologicamente quanto alla deriva, esisteva però in nuce già da tempo. Frammenti di una rosa olografica, dello stesso Gibson, era stato pubblicato su rivista nel '77, per dire. 

E Philip K. Dick e altri precursori avevano già sviluppato alcuni aspetti, decenni prima, di quello che diventerà il genere cyberpunk.

Neuromancer Epic Comics graphic novel

"QUEI FUMETTI HANNO INFLUENZATO TUTTO IL GENERE"

Ma è innegabile che anche per il cyberpunk le opere di Moebius come The Long Tomorrow, e tutto quanto veniva pubblicato su Métal Hurlant e di riflesso su Heavy Metal, rappresentavano una fortissima fonte d'ispirazione. 

Lo racconta un altro dei padri del genere, Bruce Sterling, nell'introduzione alla corposa antologia Cyberpunk uscita per Mondadori, così come lo fa lo stesso Gibson, nel presentare ai lettori, nel 1989, la versione a fumetti del suo Neuromancer (foto sopra), pubblicata nella collana Graphic Novel della Epic per la Marvel:

"Va ricordato che il 'look' di Neuromante fu in larga parte influenzato dai fumetti visti su Heavy Metal. Ma lo stesso vale per 1997: Fuga da New York di John Carpenter, Blade Runner di Ridley Scott e altre opere originali dello stile che chiamiamo cyberpunk".

Marvel Age 55 Moebius Epic

EPIC: LA CHIUSURA DEL CERCHIO

Sono gli ultimi anni 80, e il fenomeno cyberpunk sembra ormai agli sgoccioli, dopo aver esaurito la spinta iniziale e l'energia di questi giovani e occhialuti ribelli della tastiera. E invece sta per essere rilanciato nell'immaginario collettivo all'ennesima potenza, valicando i confini della carta stampata grazie anche all'influsso di film anime come lo stesso Akira e Ghost in the Shell. Ed è buffo, ma in quel preciso momento lì, a fine anni 80, proprio l'etichetta Epic della Marvel si ritrova al centro del tutto. 

Dopo aver provato a inseguire Métal Hurlant/Heavy Metal sul loro terreno, senza riuscirci, con il magazine Epic Illustrated (chiuso nell'86), la Epic della Marvel diventa infatti una sorta di punto di raccolta delle varie anime del cyberpunk: c'è, abbiamo visto, il Neuromante di Gibson a fumetti; è appena arrivata la versione a colori di Akira; ci sono le sperimentazioni informatiche dell'Iron Man cyberpunk disegnato al computer di Crash. E - poteva mai mancare? - c'è lo stesso Moebius.

Silver Surfer Parabola Moebius Stan Lee

La Epic ha iniziato a ristampare dall'87 vari suoi lavori, e nell'88 pubblica anche la celebre miniserie in due uscite (poi raccolta in un unico volume) Silver Surfer: Parabola, scritta da Stan Lee. Il Sorridente aveva incontrato Moebius a una fiera del libro ad Anaheim, i due avevano pranzato insieme e Moebius gli aveva parlato di quanto trovasse affascinante il surfista d'argento. Due giorni dopo, l'artista francese aveva già in mano la sinossi della storia.

Fu Moebius a chiedere che la storia venisse pubblicata in due albi nel classico formato Marvel, perché gli era piaciuta la resa di uno speciale sulla sua carriera pubblicato su Marvel Age 55, l'anno prima (due foto sopra), per introdurre le ristampe per la Epic dei suoi lavori. 

Certo è che quella Terra minacciata dall'arrivo di Galactus in Parabola (un mondo parallelo poi indicato come Terra-7888) era, appropriatamente, il mondo Marvel più prossimo alle storie di Métal Hurlant che si fosse mai visto.

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Commenti

  1. I post del Doc. Quelli belli belli. 😍

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  2. Post sempre interessantissimi, che mi permettono di scoprire cose di cui non sapevo nulla.
    Bello, bello, bello.

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  3. Non riesco ad immaginare cosa sia essere una di quelle persone che hanno plasmato gli stili della cultura pop (e non solo) per decenni. Immagino questi artisti, Moebius in primis, che leggendo riviste, programmi televisivi o anche solo passeggiando, riconoscano la loro influenza ovunque posino gli occhi.
    Credo davvero che non si possa separare la narrativa Cyberpunk dagli stili grafici di questi grandi artisti. C'è da dire che, come per tutte le "rivoluzioni", le idee erano in qualche modo nell'aria e occorreva che qualcuno, con coraggio, le sperimentasse.
    Da ricordare il bel Dragon's Heaven, OAV dell'88 che riprende di peso lo stile di Moebius anche se lui, da quel che ne so, non ci ha avuto personalmente a che fare.
    Il Giappone è forse il paese che meglio ha usato gli stili di Moebius e Giger proprio con quelle punte massime che sono Akira e Ghost in the Shell.
    In Italia li ricordiamo sicuramente per l'Eternauta.

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  4. conoscevo Moebius ma non questo aspetto,grazie per averlo pubblicato!

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  5. volevo dire che adoro questi post seminali dove si mostra la rete di connessioni e di rimandi che genera le cose del mondo , ma sono stato preceduto da tutti perciò per anticonformismo mi limiterò a scrivere: viva i gianfransuà ..e bravo anche il doc ovviamente

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  6. Gran bel post Doc. Ma per dire ti è mai capitato di giocare con Sable? Trovo che ha dei tratti e un'atmosfera che unisce Moebius con Miyazaky.

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  7. Sapevo delle influenze di Moebius su cinema e letteratura, mi mancavano quelle in ambito fumettistico con la Marvel... Grazie Doc, utile e interessante articolo. Combinazione ho iniziato a interessarmi del cyberpunk proprio con Sterling, da un suo romanzo trovato in un mercatino a inizi anni '90. Poi sono passato a Gibson...

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  8. Post in pieno stile "antristico", appassionante e inaspettato come una doppietta di Ronaldo contro il Brescia. Certe robe non cambiano mai Doc.

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  9. Super interessante, grazie Doc

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  10. Ineccepibile riassunto della grandezza di Moebius. E bisognerebbe obbligare tutti gli appassionati di s/f a vedere almeno una volta il documentario sul Dune mia fatto da Jodorowski, è la genesi di molta della fantascienza dei successivi decenni. Oltre a Giger e Moebius, Jodorowski ebbe anche l’intuizione di chiamare Syd Mead che fu concept artist per blade runner e Aliens tra gli altri

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  11. Cattive notizie https://newsdig.tbs.co.jp/articles/-/337157?display=1

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  12. Roland Deschain di Gilead20 febbraio 2023 alle ore 12:14

    che brutta notizia, se ne va un altro "mostro" sacro dell'animazione nipponica

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  13. Arrivederci maestro Matsumoto. Malgrado tutto voglio continuare a credere che l'Arcadia continuerà a solcare il mare delle stelle. Maestro Matsumoto " noi ci incontreremo di nuovo " .

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  14. So di arrivare in drammatico ritardo ma, visto l'argomento, avrei una domanda: qualcuno ha letto la nuova edizione italiana di Heavy Metal Magazine di Sprea? Pareri? Ne vale la pena?

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  15. stavo guardando qualche illustrazione di Moebius visto che oggi è l'anniversario della sua scomparsa e ho trovato il tuo articolo, molto bello e tante cose che non sapevo! Complimenti!!!

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