Z-Knights della Tomy, i cuginetti degli Zoids nati in un computer (più o meno)

Sì, persiste questa cosa imbarazzante che anni fa hai attaccato a un sacco di persone la mania per i Gunpla, e ormai non ne monti da un pezzo. Qualche giorno fa, però, ti sei imbattuto in un negozio in un vecchio e polveroso scatolone 37x30x28 di uno degli Z-Knights, model kit di robot giapponesi della Tomy. Ma da dove salta fuori questo robot-vichingo chiamato Megahertz, parte di una linea di simil-Zoids antropomorfi? Che ci facevano in Italia nei primi anni 90? E cosa c'entrano i computer? [...]

Premessina. Nel 1992 la giapponese Tomy, oggi Takara-Tomy, affianca ai suoi popolarissimi Zoids una linea spin-off chiamata Z-Knight. Non più animali (più o meno) preistorici biomeccanici, ma robot da combattimento, sempre venduti come kit da montare e anche qui spesso dotati di movimento a pile.

Il loro background si intreccia con quello degli Zoids, perché gli Z-Knight sono stati costruiti sulla Terra partendo dal metallo organico trovato sul Pianeta Zi. Seguono catastrofi e l'utilizzo di questi Titani nel futuro per una nuova guerra fra la Terra e i coloni di Marte, per non farsi mancare nulla (di Gundam). E ok.

Ne vengono prodotti all'incirca una ventina, di varie dimensioni e i due modelli principali e più grandi sono il robot con la testa a punta che avete visto qualche foto più sopra, Great Z-Knight, e Marine Kaizer, vichingo grigio, nero e blu con tanto di bandiera della Norvegia sullo scudo. Che sembrerebbe uscito dritto dal club di Gundam Matador, a forma di mulino a vento e sirenetti di G Gundam, non fosse che quell'anime ha debuttato due anni più tardi.

Qualche tempo dopo, nel 1993, gli Z-Knights arrivano negli States e in Europa, e la linea, oltre alla S del plurale nel nome, riceve un restyling di nomi, colori, storia, cose e città.

Z-Knight e Marin Kaizer diventano così il primo quasi tutto blu e il secondo, grigio e rosso, e i loro nomi cambiano in Hardware e Megahertz.

La decina di modelli che vengono importati (in Italia da Giochi Preziosi) vengono divisi in due nuove fazioni, sbrigativamente di buoni contro cattivi, con un background completamente diverso. Questi Z-Knights provengono infatti da un videogame, e per colpa di un virus sono finiti nel nostro mondo: sì, praticamente Tron al contrario.

Questo spiega sia i nomi da rivista di informatica per i robot (CPU, Hacker, ROM, Kilabyte, Boot, Shutdown...), sia quei circuiti dorati nelle illustrazioni.

Ma veniamo al nostro torvo vichingo. La confezione, portata a casa per l'esorbitante costo di tipo 15 euro, conteneva una decina di telai colorati, due fogli di sticker e un circuitino alimentato a pila stilo per far muovere il robot una volta assemblato.

Spoiler: la trentina d'anni trascorsi in paziente attesa in qualche magazzino buio non devono aver fatto benone al circuito, e infatti non funziona.

L'assemblaggio è stato semplice e piuttosto veloce, in linea con i Gunpla meno impegnativi. Il livello di dettaglio apprezzabile: in foto non si vede, ma c'è pure la cabina di pilotaggio nel petto, con un minipilota. La parentela con gli Zoids, infine, è evidente per forma dei "meccanismi" e tappini rossi di gomma che coprono alcuni incastri. 

Quello che è oggi un fondo di magazzino dimenticato da tutti era del resto, trent'anni fa, un model kit deluxe, venduto da una Giochi Preziosi in procinto di rilanciare anche gli Zoids (ve la ricordate la pubblicità di Zoidzilla degli Zoids 2, con il concorso per diventare "un vero Power Rangers"?).

La cosa più interessante è che il modello finito è un vero e proprio giocattolo, alto 25 cm dai piedi alla punta delle corna, solido e decisamente pesante. 

L'hai tempestato di adesivini un po' alla caz*omannaggia, e sullo scudo campeggia al posto del vessillo norvegese un generico, villanzonissimo teschio accompagnato da serpente. Le mani hanno una molla per stringere le armi.

Sul retro c'è lo zainetto che ospita la pila, e il movimento è (dovrebbe essere: come detto, qui non va) attivabile con una levetta. Un altro tocco carino sono gli slot su zaino e spalle in cui è possibile incastrare sia l'ascia che lo scudo:

Insomma, bello tamarro il giusto, con un'aria decisamente e comprensibilmente vintage. Qui come nel natio Giappone, gli Z-Knights non hanno riscosso un particolare successo, come avvenuto invece per gli Zoids.

Questo anche perché l'anime che avrebbe dovuto accompagnare i modellini non è mai stato realizzato: ne sono usciti solo dei brevi filmati promozionali per due videocassette allegate ad alcuni model kit. Tempo qualche anno, all'incirca nel 1995, e la linea era già stata accantonata.

Proprio come per gli Zoids, però, nel decennio scorso ne sono stati realizzati dei model kit remake, dallo stile moderno e più curato, venduti da Kotobukiya. Tra il 2014 e il 2015, ad esempio, nello store di Akihabara di Kotobukiya erano esposti, accanto al meraviglioso gorillone Zoids gigantesco, i nuovi Marine Kaizer (foto sopra) e Z-Knight, re-imagining di quelli originali venduti all'equivalente in yen di 50/60 euro l'uno. 

Il primo, Marine Kaizer, era tornato a usare la battiera norvegese, in attesa ovviamente di imbarcarsi su un cargo battente bandiera liberiana.