Paranoia Agent di Satoshi Kon e le nuove avventure di Lupin di Miyazaki (promo per Lady Oscar incluso)

Paranoia Agent Satoshi Kon Lupin III Miyazaki

Animeray, la nostra scampagnata nel mondo degli anime in raggioblù, si è già occupata di Satoshi Kon. Del mai troppo lodato o compianto Satoshi Kon, e del suo sguardo critico sulla società giapponese in generale, e il suo mondo dell'entertainment nello specifico. Torniamo a occuparcene parlando oggi della sua serie del 2004 Paranoia Agent. Per poi dare un'occhiata agli episodi della seconda serie di Lupin III firmati da un Hayao Miyazaki di ritorno [...]

Paranoia Agent Satoshi Kon

Eravamo rimasti a Perfect Blue, la pellicola che doveva essere la trasposizione live action di un romanzo sulla rivalità tra due idol e che il sisma di Kobe prima e Satoshi Kon poi avevano trasformato in un thriller psicologico tesissimo e viscerale, che fungeva prima di ogni altra cosa da critica spietata nei confronti del mercato tritacarne delle idol. Si diceva qui.

Sette anni più tardi, dopo aver portato in sala quel gioiello di Tokyo Godfathers (2003) e prima di tornare al cinema con Paprika (2006. Torneremo a parlare presto di entrambi), Kon si dedica a una parentesi televisiva. Una serie lunga 13 episodi, prodotta da Madhouse per il canale satellitare a pagamento WOWOW, e intitolata Mōsō Dairinin ("agente di delirio"). Titolo internazionale: Paranoia Agent.


Come in altri lavori dell'ex assistente di Otomo, la vicenda parte da un'indagine, un lavoro di detection di quelli che a Kon piacciono per dimostrare soprattutto quanto inconcludente (e/o collusa) sia la polizia nipponica. Quella delle opere di fiction, per lui incapaci di mettere in scena robe poliziesche un minimo credibili, e magari pure quella vera. Qui il detective Maniwa, per combinare qualcosa, non solo agisce da solo, ma diventa in pratica un eroe da videogame.

Ma la caccia allo Shonen Bat, questo ragazzino armato di mazza da baseball che colpisce varie persone apparentemente a caso, sfocia anche qui in una serie di piani onirici e in un finale in cui ai personaggi viene chiesto di fare i conti con sé stessi. Tra un evento catastrofico che è un omaggio proprio al maestro Otomo, un senso di ineluttabile ciclicità degli eventi, contaminazioni dal mondo fantasy e dei videogiochi. E un'altra occhiata nell'animo umano. Del singolo e della società nel suo insieme.
In buona sostanza, come tante altre opere di Kon, ti siedi, allacci la cintura e lasci che la giostra delle emozioni ti metta a testa in giù tutta una serie di volte.

Lo spunto da cui Satoshi Kon parte per scrivere quella che sarà la prima e unica serie della sua carriera è un fatto di cronaca. Come racconta Guido Tavassi nel suo Storia dell'animazione giapponese, nel dicembre del 2000, nel quartiere di Shibuya a Tokyo, un ragazzo uscì in strada dopo una lite con il padre e per la frustrazione ferì in modo grave otto passanti con una mazza da baseball.

Lo stesso Tavassi sottolinea come tutta la serie sia una "complessa metafora critica della società capitalistica dei consumi" in Giappone. Cosa resa evidente dalla scelta di alcuni personaggi, molti dei quali soggetti attivi nel mercato della cultura pop. A cominciare dalla disegnatrice Tsukiko Sagi, creatrice di una mascotte in stile Hello Kitty.

Un mondo dell'entertainment che quando non sfrutta ragazzine lucra sul disperato bisogno di fuga dalla realtà di consumatori preda della solitudine. E fa niente che questo possa portare a volte ad esiti come quelli descritti nell'ottavo episodio, Una pianificazione familiare luminosa. Ma anche un mondo dell'entertainment che, dal lato di chi quei contenuti li produce, è una macchina feroce, fatta di scadenze impossibili e ritmi disumani, come raccontato nella puntata dieci di Paranoia AgentMaromi dolcesonno.


Insomma, galoppate e sfornate materiale, che servirà anche e soprattutto a persone in difficoltà per sfuggire alle domande che dovrebbero porsi sulla propria esistenza. E se (quando) qualcosa o qualcuno si rompe, pazienza, avanti il prossimo.

L'importante è non fermarsi. Perché se lo fai, se ti fermi davvero a dar corpo alla paranoia dilagante nella società, il tuo senso di colpa può dar vita a qualcosa di mostruoso. Qualcosa che farà subito presa sulla gente, perché la paura è un virus potente, e la voglia di esser salvati, quando percepisci un pericolo comune, ancora più forte.


Riassumendo. Indipendentemente dal formato diverso, qui serie e non lungometraggio, Paranoia Agent è un altro fot*uto capolavoro di Kon, un'altra sua opera imperdibile. Di quelle che faranno galoppare anche la vostra testa, durante la visione e una volta arrivati alla fine. 

Il cofanetto da due Blu-ray di Yamato/Anime Factory contiene anche un booklet da 16 pagine con le note agli episodi, che spiegano le varie citazioni e i riferimenti contenuti nella serie. Dal fatto che tanti nomi richiamano quelli degli animali ai conigli sulla luna, passando per gli auto-omaggi ai lavori precedenti di Kon.

Lo trovate su Amazon a 31 carte (o 21 per la versione DVD).


La volta scorsa dicevamo del primo dei tre box della lunghissima seconda serie di Lupin III - aka Le nuove avventure di Lupin III - in versione Blu-Ray. Bene, ti sono arrivati nel frattempo anche gli altri due, che completano la raccolta del Lupin in giacca rossa. Volendo, il tutto è disponibile anche in un'unica soluzione da 18 dischi BR, che ora è pure scontata (81 carte).


Ovviamente qui sei partito dalla fine. Cioè dall'ultimissimo episodio, il 155, per poi passare al 145. Entrambi diretti da Hayao Miyazaki, reduce dal successo de Il castello di Cagliostro e tornato sul Lupin televisivo (lui e Isao Takahatane avevano diretto praticamente tutta la prima serie) con due puntate incentrate sui temi a lui sempre cari.

L'industria bellica, e quindi l'antimilitarismo, nel 155 (I ladri amano la pace), con una banda di imitatori di Lupin, Jigen e Goemon e una giovane donna, Maki, così simile a tante eroine del sensei. Praticamente la cugina di Clarissa. Per combattere questo robot scatenato nelle vie della Tokyo del 1981, l'esercito non esita a impiegare carri armati e bazooka, fregandosene delle conseguenze.


Un robot con le braccia lunghe il cui design dev'essere rimasto impresso al maestro, vero?


È ovviamente l'ecologia l'argomento dell'altra puntata, la 145 (Albatros, le ali della morte), con il solito scienziato pazzo con baffoni che progetta armi nucleari e rapisce Fujiko. E con un po' di vecchi aerei, naturalmente.

Due masterpezzi della TV, e momenti altissimi delle avventure del Lupin giacca rossa, il "James Bond col sorriso a 76 denti e la mano lunga. In tutti i sensi". Autocit.


Ah, dimenticavi. Nel mare di citazioni di questi episodi, ti piace ricordare gli omaggi a Superman (ep. 90 e 94, Super Lupin e Lupin contro Superman), con tanto di cartellone del primo film dell'eroe DC, con i nomi degli attori in parte sgarrupati (chi è Marlon Brand?), come da tradizione. 


E, certo, tutta la puntata con Lady Oscar, la celebre Folle amore a Versailles (ep. 107). Messa lì a scopo puramente promozionale: l'episodio è andato in onda su Nippon Television (NTV) il 17 settembre del 1979, e la stessa rete avrebbe ospitato meno di un mese dopo, il 10 ottobre, il debutto dell'anime Versailles no Bara...

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Commenti

  1. Paranoia Agent è una delle migliori serie di sempre. Punto.
    Da far vedere a chi crede che gli anime moderni siamo solo roba alla Naruto.

    E sul Lupin di Miyazaki che dire?
    Ovviamente...I'm the one, everybody's waited for. Scream for me, a romantic modern hero...

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  2. Satoshi Kon sempre nel cuore. E sempre dispiacere a pensare alla sua perdita. Mi capita lo stesso con il grande Yoshifumi Kondo (forse il vero possibile erede di Miyazaki, ma questa è un'altra storia).

    Le puntate 145 e 155 sono una meraviglia assoluta, lo sappiamo. La 155 la vidi la prima volta una mattina mentre stavo a casa con la febbre e non ero a scuola. Facevo le elementari.
    Volevo chiedere se qualcuno, nella 145, ha mai notato (immagino di si 😂) il lato B di Fujiko in bella mostra quando dentro l'aereo gigante si libera e assesta un paio di bei calci volanti. Mandai avanti e indietro ripetutamente la puntata registrata in cassetta per vedere fotogramma per fotogramma.
    Anvedi Miya-san 😜.

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  3. Due meraviglie!
    Lupin è il mio amore di sempre!
    Paranoia Agent è il capolavoro per sempre!

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  4. Finalmente riesco a recuperare Paranoia Agent, i DVD n. 2 e 3 della precedente edizione erano introvabili. Adesso me lo compro il cofanetto ma Satoshi Kon rimane nel mio cuore per Millennium Actress.

    Della puntata di Lupin con il robot stile Laputa ho una cell originale dove si vede il robot.

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  5. Paranoia è strapieno di roba a livello di finezze la puntata della setta suicidi era una roba pazzesca. Ci sono sul web svariate analisi delle puntate coi fotogrammi sul web.

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  6. Versailles No Bara, cioè sono tutti vivi! (Cringe)

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  7. doc, il robot con le braccia lunghe di Laputa, Miya l'ha preso da un corto di Superman dei fratelli Fleischer degli anni '30 "I mostri meccanici"

    https://en.wikipedia.org/wiki/The_Mechanical_Monsters

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    1. Si, ma il Doc lo cita già nell'articolo dedicato a Laputa...
      Ma se vogliamo fare un altro parallelismo sempre nei meravigliosi cartoon dei fratelli Fleischer Ve ne è uno forse più sorprendente che è nell'episodio The Artic Giant (1942) dove un lucertolone gigante si fa una passeggiata tra i grattacieli della metropoli ricordando un altro rettile sovradimensionato e nipponico, un certo Godzilla che vedrà la luce nel postbellico 1954.

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    2. Ecco, appunto :)
      L'avevo scritto sei anni fa nel post su Laputa, linkato in questo articolo (https://docmanhattan.blogspot.com/2014/08/laputa-castello-nel-cielo-recensione.html)

      Per Gojira, ricordiamo sempre che è figlio, come tutti gli altri mostri giganti di cui abbonda il cinema anni 50, del primo kaiju della storia. Che non era giapponese. King Kong.

      Il film Il risveglio del dinosauro, ad esempio, è del '53. Un anno prima del Gojira di Honda. Poi sì, le cose dei Fleischer hanno davvero influenzato il mondo. Giustamente.

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  8. Satoshi Kon avrà sempre un posto nel mio corazon. Un grande dell'animazione.
    Lupin Terzo è uno dei miei eroi giappo, la seconda serie poi è stata la mia preferita di quando ero piccolo e pischello. Da grande ho nettamente rivalutato la prima, ben più seria della seconda

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  9. beh paranoia agent rimane sempre nel mio cuore e la seconda serie di lupin ha un prezzo appetibile e manca nella mia piccola videoteca di classici, quindi .. magari.. forse... ok mi arrendo estraggo la carta e pago

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  10. Paranoia Agent, bellissimo! Mi sa che me lo riguarderò. La puntata che ho adorato in assoluto è stata quella dei tre sconosciuti che si erano dati appuntamento per suicidarsi insieme. Ironica, dissacrante e poetica...

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  11. Doc, visto che si parla di anime penso di non andare troppo OT se chiedo la tua opinione ponderata sul nuovo adattamento di NGE (mi scuso se ne hai già parlato altrove).

    Io l'anno scorso seguii la vicenda con curiosità distaccata (non sono più tornato sulla serie dai tempi di MTV e i film Ghibli li ho visti quasi tutti subbati). Ora Cannarsi sta facendo delle live con Dellimellow in cui spiega il suo percorso lavorativo e la sua filosofia. Pur non condividendo tutto ciò che dice (secondo me lui rigetta il concetto di compromesso, che per un adattatore/traduttore è fondamentale) non si può negare che abbia una visione coerente e che sia educatissimo, e credo pure preparato. Il problema è che il dibattito è scaduto molto in basso ultimamente, diventando una questione di tifo.

    Non lo so, probabilmente il suo lavoro è sbilanciato e perfettibile ma quando una massa di persone urla "Ecco, è lui il cattivo! Lo sanno tutti!" di solito qualcosa non quadra. (Specifico ovviamente che tu l'argomento lo hai sempre trattato in modo pacato e preparato, ça va sans dire).

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  12. Stavolta hai scovato dei veri gioielli, doc. Grazie per entrambi

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  13. Aspettate, vuol dire che quella nella puntata di Lupin, è la prima apparizione di Oscar?

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