Laputa - Castello nel cielo (i film dello Studio Ghibli)
Il nostro viaggio nei film dello Studio Ghibli ci porta oggi alle sue origini, al primo lavoro della compagnia fondata da Hayao Miyazaki e Isao Takahata dopo il grande successo di Nausicaä della Valle del vento: Laputa - Castello nel cielo (天空の城ラピュタ Tenkū no shiro Rapyuta, 1986) [...]
Aeronavi, fortezze volanti, pirati, soldati, servizi segreti e addirittura robot: a leggerne gli ingredienti sembrerebbe la fiera del già visto, eppure Laputa - Castello nel cielo è un film che brilla assolutamente di luce propria. Un'opera che riflette da un lato, come vedremo tra un attimo, l'influenza dei lavori precedenti del regista giapponese, ma che presenta allo stesso tempo dall'altro una serie di spunti poi ripresi nei film successivi dello Studio Ghibli. Ribollente calderone di idee nuove per la neonata realtà destinata a cambiare la percezione dell'animazione nipponica nel mondo occidentale.
Ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, Laputa è un'isola volante popolata da persone coltissime nel campo della tecnologia ma prive del minimo senso pratico, presa i fondelli per nulla velata da parte dello scrittore irlandese degli scienziati del suo tempo. Miyazaki (qui regista e autore di soggetto e sceneggiatura) prende il concetto di isola volante, ci butta dentro la vita d'inferno dei minatori - realtà che lo aveva colpito molto durante un viaggio in Galles di qualche anno prima - e un pizzico di religione, confezionando quella che resterà una delle pellicole più votate all'azione della sua carriera.
Laputa, per farla super-breve, è un film di Indiana Jones filtrato attraverso la sensibilità di Miyazaki. Pazu, trombettiere, giovane senza famiglia come Remì, aspirante Leonardo con le sue macchine volanti per riabilitare la memoria del padre, corre scalzo come Conan per salvare la sua Lana, Sheeta, in una giostra di esplosioni, cannonate, sparatorie, arrampicate folli, corse a rotta di collo, gente che precipita e inseguimenti impossibili. Dal canto suo, Sheeta, all'inizio timorosa principessa sballottata ovunque dal corso degli eventi, acquista pian piano maggiore determinazione, assumendo alla fine i tratti di molte altre eroine coraggiose di Miyazaki.
Poi ci sono le auto de Il fiuto di Sherlock Holmes, le cannoniere di Nausicaä e i mezzi militari di Conan, il ragazzo del futuro, la banda di pirati dell'aria guidata da Dola, prototipo dei Mamma Aiuto di Porco Rosso e anche loro dotati di un cuore d'oro, e proprio come in Porco Rosso c'è il senso del volo, la meraviglia per il mondo visto dall'alto. Eppure i due film, nonostante tutti gli elementi che condividono (scazzottata compresa), sono così diversi. Al posto della struggente malinconia del maiale che assomiglia al Rick Blaine di Casablanca, qui c'è lo stupore e la voglia di scoprire, la fanta archeologia robertogiacobba dei segreti di Laputa, mondo perduto nascosto in quel cielo dalle nubi immense.
Come Conan e Lana, Heidi e Peter volanti, seguendo il mistero della loro pietra azzurra come avrebbe fatto Nadia qualche anno dopo, Pazu e Sheeta scoprono alla fine l'isola nel cielo, questa oasi di serenità con le superarmi da film di James Bond, e incontrano i suoi custodi: i robot di Laputa, come quello con cui ti sei ustionato una mano un anno fa. Potenti, enigmatici, silenziosi golem che, privi di una guida umana, sono rimasti a guardia dell'isola volante. Immersi nella natura ed essi stessi parte del paesaggio, un momento del film che ricorda molto Nausicaä, con tanto di cameo di un piccolo branco di scoiattoli volpe come Teto. Ma anche lì, Nausicaä e Laputa son due film diversi.
Torneremo a parlarne quando sarà la volta di un post dedicato ad anime e manga dell'eroina della Valle del vento (arriva, eh), ma in Nausicaä il tema di fondo è che gli umani sono diventati un peso per quel mondo post-atomico, un bug del sistema che il pianeta sta cercando di eliminare. Qui il consueto messaggio ecologista e antimilitarista di Miyazaki, forse altrettanto feroce, parte dalla stessa premessa ma focalizzandone gli effetti sull'isola volante, per sposare poi la morale non edulcorata da fiaba classica: sorrisi e allegria per buoni della prima ora e redenti, tutti salvi, morte per i villanzoni. L'isola di Laputa è andata avanti così dopo la scomparsa dell'uomo, vivendo nella pace e nell'armoniosa convivenza di flora, fauna e robot col pollice verde. “Gli uomini sono come spazzatura”, dice il perfido Muska, prima di finire anche lui nella rumenta dopo la parola d’estinzione pronunciata da Pazu e Sheeta. I mucchi umani dei poliziotti de Il fiuto di Sherlock Holmes qui sono i soldati che muoiono a decine, precipitando nel vuoto assieme ai resti della loro fortezza in fiamme. Non c'è scampo o assoluzione per quel concentrato di pura malvagità di Muska e per chi come lui stava sparando poco prima addosso a dei ragazzini con l'intento di ucciderli, ma solo una fine atroce. Niente sangue, ma un body count come neanche in Commando. In un film per famiglie.
Priva di tutta la sua sovrastruttura, precipitata come i sogni di gloria e la sete di potere di soldati e uomini dei servizi segreti, di Laputa resta alla fine solo l'albero con le sue immense radici: Yggdrasill sfida-gravità che si perde in cielo, volando sempre più in alto, come un palloncino da un miliardo di euro sfuggito al suo giovane proprietario. Lassù, in mezzo ai titoli di coda, proiettato verso lo spazio, al termine di due ore dense di azione pedal-to-the-metal, eppure in grado di emozionare anche alla seconda, terza (come nel tuo caso) visione. Gratificante come sanno esserlo solo le storie che fanno sognare lo spettatore, distillato purissimo di avventura che però non si accontenta solo di quello, di botti ed esplosioni.
Laputa non è soltanto uno dei lavori più riusciti dello Studio Ghibli, ma probabilmente anche uno dei più universali. Fatelo vedere a un vostro amico che guarda solo film badabùm, e si divertirà come un matto. Fatelo vedere alla persona più sognatrice che conoscete, e la spedirete per 124 minuti con la testa tra le nuvole, letteralmente, insieme a due ragazzi che si tengono per mano. Ma soprattutto, prima di farlo vedere agli altri, assicuratevi di esservelo gustato voi, perché se non avete mai visto Laputa, state facendo un torto a voi stessi. Un grosso torto. Vogliatevi più bene.
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Aeronavi, fortezze volanti, pirati, soldati, servizi segreti e addirittura robot: a leggerne gli ingredienti sembrerebbe la fiera del già visto, eppure Laputa - Castello nel cielo è un film che brilla assolutamente di luce propria. Un'opera che riflette da un lato, come vedremo tra un attimo, l'influenza dei lavori precedenti del regista giapponese, ma che presenta allo stesso tempo dall'altro una serie di spunti poi ripresi nei film successivi dello Studio Ghibli. Ribollente calderone di idee nuove per la neonata realtà destinata a cambiare la percezione dell'animazione nipponica nel mondo occidentale.
Ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, Laputa è un'isola volante popolata da persone coltissime nel campo della tecnologia ma prive del minimo senso pratico, presa i fondelli per nulla velata da parte dello scrittore irlandese degli scienziati del suo tempo. Miyazaki (qui regista e autore di soggetto e sceneggiatura) prende il concetto di isola volante, ci butta dentro la vita d'inferno dei minatori - realtà che lo aveva colpito molto durante un viaggio in Galles di qualche anno prima - e un pizzico di religione, confezionando quella che resterà una delle pellicole più votate all'azione della sua carriera.
Laputa, per farla super-breve, è un film di Indiana Jones filtrato attraverso la sensibilità di Miyazaki. Pazu, trombettiere, giovane senza famiglia come Remì, aspirante Leonardo con le sue macchine volanti per riabilitare la memoria del padre, corre scalzo come Conan per salvare la sua Lana, Sheeta, in una giostra di esplosioni, cannonate, sparatorie, arrampicate folli, corse a rotta di collo, gente che precipita e inseguimenti impossibili. Dal canto suo, Sheeta, all'inizio timorosa principessa sballottata ovunque dal corso degli eventi, acquista pian piano maggiore determinazione, assumendo alla fine i tratti di molte altre eroine coraggiose di Miyazaki.
La colonna sonora, del solito Joe Hisaishi, affianca senza timori sintetizzatore e pianoforte |
Come Conan e Lana, Heidi e Peter volanti, seguendo il mistero della loro pietra azzurra come avrebbe fatto Nadia qualche anno dopo, Pazu e Sheeta scoprono alla fine l'isola nel cielo, questa oasi di serenità con le superarmi da film di James Bond, e incontrano i suoi custodi: i robot di Laputa, come quello con cui ti sei ustionato una mano un anno fa. Potenti, enigmatici, silenziosi golem che, privi di una guida umana, sono rimasti a guardia dell'isola volante. Immersi nella natura ed essi stessi parte del paesaggio, un momento del film che ricorda molto Nausicaä, con tanto di cameo di un piccolo branco di scoiattoli volpe come Teto. Ma anche lì, Nausicaä e Laputa son due film diversi.
Torneremo a parlarne quando sarà la volta di un post dedicato ad anime e manga dell'eroina della Valle del vento (arriva, eh), ma in Nausicaä il tema di fondo è che gli umani sono diventati un peso per quel mondo post-atomico, un bug del sistema che il pianeta sta cercando di eliminare. Qui il consueto messaggio ecologista e antimilitarista di Miyazaki, forse altrettanto feroce, parte dalla stessa premessa ma focalizzandone gli effetti sull'isola volante, per sposare poi la morale non edulcorata da fiaba classica: sorrisi e allegria per buoni della prima ora e redenti, tutti salvi, morte per i villanzoni. L'isola di Laputa è andata avanti così dopo la scomparsa dell'uomo, vivendo nella pace e nell'armoniosa convivenza di flora, fauna e robot col pollice verde. “Gli uomini sono come spazzatura”, dice il perfido Muska, prima di finire anche lui nella rumenta dopo la parola d’estinzione pronunciata da Pazu e Sheeta. I mucchi umani dei poliziotti de Il fiuto di Sherlock Holmes qui sono i soldati che muoiono a decine, precipitando nel vuoto assieme ai resti della loro fortezza in fiamme. Non c'è scampo o assoluzione per quel concentrato di pura malvagità di Muska e per chi come lui stava sparando poco prima addosso a dei ragazzini con l'intento di ucciderli, ma solo una fine atroce. Niente sangue, ma un body count come neanche in Commando. In un film per famiglie.
Priva di tutta la sua sovrastruttura, precipitata come i sogni di gloria e la sete di potere di soldati e uomini dei servizi segreti, di Laputa resta alla fine solo l'albero con le sue immense radici: Yggdrasill sfida-gravità che si perde in cielo, volando sempre più in alto, come un palloncino da un miliardo di euro sfuggito al suo giovane proprietario. Lassù, in mezzo ai titoli di coda, proiettato verso lo spazio, al termine di due ore dense di azione pedal-to-the-metal, eppure in grado di emozionare anche alla seconda, terza (come nel tuo caso) visione. Gratificante come sanno esserlo solo le storie che fanno sognare lo spettatore, distillato purissimo di avventura che però non si accontenta solo di quello, di botti ed esplosioni.
Laputa non è soltanto uno dei lavori più riusciti dello Studio Ghibli, ma probabilmente anche uno dei più universali. Fatelo vedere a un vostro amico che guarda solo film badabùm, e si divertirà come un matto. Fatelo vedere alla persona più sognatrice che conoscete, e la spedirete per 124 minuti con la testa tra le nuvole, letteralmente, insieme a due ragazzi che si tengono per mano. Ma soprattutto, prima di farlo vedere agli altri, assicuratevi di esservelo gustato voi, perché se non avete mai visto Laputa, state facendo un torto a voi stessi. Un grosso torto. Vogliatevi più bene.
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Gli anime di Miyazaki prima dello studio Ghibli
Laputa - Castello nel cielo
recensito da DocManhattan il 2014-08-26
Rating:
recensito da DocManhattan il 2014-08-26
Rating:
heee già....due ore di sogno
RispondiEliminaMi fido alla cieca... se devo cominciare e recuperare i film dello Studio Ghibli comincio da questo, allora, che dici?
RispondiEliminaConsiderando che tecnicamente è il primo film dello Studio - Nausicaä della Valle del vento, pur se uscito prima della fondazione dello studio, è considerato di fatto il primo suo lungometraggio - direi che fai benissimo.
Eliminascusa doc una domanda ...ma questo tipo di robot non era apparso anche in qualche cartoon vintaggio...ne ho una vaga memoria in bianco e nero e non riesco proprio a ricordare...ma forse era proprio superman...boh chi sa
RispondiEliminaPotrebbero essere quelli del cartone di Superman o quelli del film Sky Captain and the World of Tomorrow,film dieselpunk che rendeva omaggio proprio a quell'episodio si Superman
Eliminami sono cercato il cartone di superman e credo sia quello...anche se lo ricordavo in bianco e nero e non a colori... scherzi della memoria
Eliminaerano dei colori molto spenti,quindi è normale ricordarseli come fossero bianco e nero se li si è visti tanto tempo fa.
EliminaUn film magico che cambia pelle più e più volte mostrandosi scanzonato e malinconico, divertito e impegnato.
RispondiEliminaLa figura dei robot è forse il mezzo più efficace per far cadere la maschera ai vari volti dei protagonisti: mostra l'odio dei soldati per cosa non riescono a comprendere, la malvagità del cattivo che li vede come efficienti strumenti di morte e lo stupore dei ragazzi che capiscono che in realtà sono lì solo a proteggere i loro antichi padroni che li hanno rinnegati.
Da rivedere!
Bellissimo film. Uno di quelli da guardare col figlio almeno un paio di volte, o più. E vedere come si espande la percezione del pargolo. I livelli di godibilità, come hai giustamente detto, sono talmente tanti che un bambino può vedere almeno tre film diversi. Ma io sono un Miyazaki-dipendente e mio figlio oramai è perso anche lui.....
RispondiEliminaC'è anche da dire che questo è stato l'ultimo film di Miyazaki, in cui è ben presente una divisione netta tra buoni e cattivi.
RispondiEliminaSplendido film,a livello del tutto personale uno dei suoi più grandi meriti è stato quella di dare ad Hanno l'ispirazione per The Secret of Blue Water,una delle mie serie preferite
RispondiEliminaBeh, Anno è stato il regista di Nadia, ma il soggetto l'ha scritto Miyazaki stesso (su ispirazione di Jules Verne), quindi diciamo che si è ispirato da solo :)
EliminaCapolavoro! Adoro alla follia tutte le opere di Miyazaki e dello Studio Ghibli, e questo film è uno dei migliori! Molto bella poi la tua analisi, che lo confronta con altre opere, comunque se dovessi consigliare a qualcuno un film dello Studio con cui iniziare, sarebbe o questo o Il Mio Vicino Totoro, quest'ultimo per sceglierne uno più "semplice".
RispondiEliminaComunque Doc, scusa se vado off-topic in un post su un simile capolavoro, ma mi chiedo ancora cosa significhi il termine "mimmata"... è per caso un dialetto a me ignoto? XD
Neologismo di origini ignote - incredibilmente - anche a me. Non ricordo da dove sia saltato fuori. Significa comunque "scemata".
EliminaEcco perché non c'era sul Dizionario Antristico Illustrato...
Eliminami pare che inizialmente l'autore lo intendesse come 'scivolata nel melenso'
EliminaPenso di no, chiama "mimmate militari" le cavolate che gli americani ficcano nei film con i soldati, e che di melenso hanno ben poco...
EliminaIl mio film preferito in assoluto dello Studio Ghibli!
RispondiEliminaTra l'altro (scusa se l'hai scritto e me lo sono persa) ha anche molti riferimenti al cartone de "il mistero della pietra azzurra " perché un pochino Miyazaki ci mise la zampetta :)
Cioè il cartone ha numerosi riferimenti a Laputa ovviamente XD
RispondiEliminaNon è che Miyazaki ci mise "la zampetta", scrisse proprio lui il soggetto per poi affidarlo ad Anno, anche se non gli fu accreditato :)
EliminaPdF mode=on
EliminaBello Bello ma a me è uno di quelli che m'ha lasciato più freddino. L'unico film di Miyazaki visto finora che non m'ha 'ngroppato la gola fino al singhiozzo. Bello ma fin troppo "politico" rispetto agli altri che ho visto. Poi, tanto senso di meraviglia, tanta fantasia al galoppo, però... boh.
RispondiEliminaAdesso devo recuperare Nausicaa, Princess Mononoke e Si alza il vento.
"Si alza il vento" uscirà fra poco in Italia!
EliminaAvventuroso e spassoso, il robot triste che sembre dir loro " Non voglio morire solo" , attimi di commozione e di avventura per scacciare la tristezza con risate fortissime . Il Mio preferito con Porco Rosso.
RispondiElimina"Ma soprattutto, prima di farlo vedere agli altri, assicuratevi di esservelo gustato voi, perché se non avete mai visto Laputa, state facendo un torto a voi stessi. Un grosso torto. Vogliatevi più bene."
RispondiEliminaStima imperitura Doc, stima imperitura.
Quotossiti per la stima al gestore dell'antro
Eliminabellissima recensione, visto al cinema all'aperto 2 estati fa.
RispondiEliminamia moglie "Portiamoci Matilde (2 anni e mezzo al tempo), Miyazaky è adatto ai bambini"
io "sei sicura?"
"un body count come neanche in Commando. In un film per famiglie. (cit.)"
la piccola si è addormentata dopo un iniziale shock... e noi adulti ce lo siamo gustato alla grande...
ps: è andata molto ma molto meglio con PONYO e KIKI che ama molto
Laputa è stato il primo film di Miyazaki (edello studio Ghibli) che abbia mai visto, e, proprio come dici anche te doc, lo reputo il miglior film di tutta lo studio, anche a distanza di ormai 20 anni.
RispondiEliminaE la scena del robottone che da il fiore appena arrivati su Laputa (che hai giustamente messo) è ancora una delle più toccanti che abia mai visto.
Al secondo posto ci metto la scena di distruzione della fortezza dei cattivoni quando, sempre un robottone, decide di distruggere tutto
Laputa è stupendo!
RispondiEliminaPoco tempo fa mi è stato detto che Miyazaki si è ispirato a Civita di Bagnoregio per Laputa che emerge dalle nuvole. Era la prima volta che lo sentivo. Guardando le immagini su Google ("Civita di Bagnoregio nebbia") una certa idea ci sarebbe...
Doc, risulta anche a te?
Capolavoroneeeeee!!!tutto cio" che amo di Miyazaki e del cinema d'animazione in generale e' dentro questo Film!!!!
RispondiEliminaBellisserimo.. ormai i film di Miyazaki li vedo una volta l'anno come un mio personale Festival Casalingo del Fantastico!
RispondiEliminaDomanda al Dottore: (ah, mi presento, ciao, sono nuovo!)
qualche delucidazione sulle edizioni casalinghe in Bludisco? ho il DVD vecchio e consumato che manco le cassette anni '90.. avevo sentito discorsi diversi doppiaggi...
Recuperateli, ma NON nella nuova versione riadattata. Il primo adattamento potrà avere un sacco di pecche, non sarà filologicamente corretto, ma almeno ci si capisce qualcosa. Come dice il Doc, se volete farvi del bene, fatelo meglio.
RispondiEliminaAh, ok! perfetto! grazie del consiglio... ma curiosità: why? hanno tradotto col GugleTraslator al grido "parliamo come i giappi!" ?
EliminaChiedo perchè di un altro capolavoro, Mononoke, invece dicono peste e corna di quella vecchia...
Io li sto guardando tutti i blu-ray, perché il video è un'altra cosa, ma in giapponese e con i sottotitoli, proprio per non infilarmi nel ginepraio delle versioni vecchie e nuove dei doppiaggi.
EliminaBella Doc! saggia idea! appena avrò consumato i DVD passo al BD!
EliminaPer quanto abbia visto intere serie con i sottotitoli personalmente mi rendono meno godibile la visione. Capita che mi perda parte dello spettacolo dovendo buttura l'occhio sulle scritte. Comunque non ho sentito il nuovo doppiaggio fatto dalla Lucky Red, quello vecchio mi sembrava buono.
EliminaQuello che lascia perplessi è che nella nuova edizione si è perso Laputa nella dicitura del titolo, mha?!
Senza contare che la copertina del blu-ray è bruttissima. Con il materiale che avevano a disposizione. Mah. Comunque, il BR si trova a una decina di euro.
EliminaDella vecchia versione di Mononoke si dice peste e corna perche' era pesantemente censurata nei dialoghi, per esempio i finali differiscono di molto, per non parlare di quando il principe protagonista lascia la sua terra.
EliminaSu Laputa non posso esprimermi perche' non ho mai visto la vecchia versione.
i doppiaggi nuovi sono tutti MOLTO più fedeli all'originale, ma hanno il difetto, generalmente, di essere troppo "compitino" sia lato adattamento sia lato doppiatori.
EliminaCosì risultano a volte frasi tradotte troppo alla lettera che in italiano sembrano una supercazzola, e doppiaggi un po mosci e senza mordente rispetto al passato.
Se avete mai visto Conan ridoppiato capite grossomodo cosa intendo, anche se il livello di Mononoke 1 versione non era certo il medesimo ;)
mmm... ok, dovrei fare il confronto per giudicare.. mi attrezzerò!
Eliminase non è già stato fatto, bisognerebbe fare un post sul argomento " meglio originale ma difficile o doppiato ma comodo?" :-)
Appena arrivato a casa oggi pomeriggio comincerò a volermi più bene, grazie DOC!
RispondiEliminaL'unica cosa triste è che abbiamo dovuto aspettare 25 (dico venticinque ) anni per vederlo al cinema.... Non sono cose.
RispondiEliminaBruschette a fiumi.
RispondiEliminaL'ho visto un paio d'anni fa al cinema e ho sbriciolato tutto attorno.
Laputa (insieme a Nausicaa) era una di quellerecensioni che tanto aspettavo...
RispondiEliminacome al solito grazie, chè con le bruschette che mi fai venire ci mangio per un mese.
RispondiEliminaAttendo con ansa il post sull'anime e (soprattutto) sul manga di Nausicaa, di cui custodisco come un tesoro sia l'edizione Granata press che Planet Manga
ovviamente intendevo ansia, stato d'animo, non la notizia d'agenzia :-)
EliminaFighissimo laputa!!!
RispondiEliminaCatenina con gioiello del film e posacenere con robot in metallo comprati a mamma aiuto nel museo? OVVIO!
Bello bello, e davvero complimentissimi per i post di questi giorni, particolarmente ispirati.
Un abbraccio
A.
PS e ovviamente ne io ne la mia compagna fumiamo a proposito del posacenere :D :D
EliminaOvviamente il primo che volesse usarlo è un uomo morto.
EliminaLa quantità di emozioni suscitata dai tuoi ultimi post è soverchiante. Va' che le vacanze ti fan bene!
RispondiEliminaDa quando lo vidi per la prima volta 14 anni fa mi innamorai dello studio Ghibli. L'ho rivisto tante di quelle volte che ho perso il conto; all'inizio ci stavo dietro, ma credo di avere smesso dopo la quarantesima visione...
RispondiEliminaIl mio preferito tuttora di tutti i film di Miyazaki. E pure tra i Ghibli in generale, va, anche se il recente Omoide no Marnie ha insidiato notevolmente la posizione.
Oh, domani esce il primo dvd di Atlas Ufo Robot... no, giusto per dire :-)
RispondiEliminaDove! Dove! Con quale giornale che non leggerò?!
EliminaCorri a non leggere la Gazzetta!
EliminaCorri, Corriiii!!!!
Ad esser sincero è uno dei pochi che mi manca...
RispondiEliminaSe degli alieni (venuti da un pianeta triste, dove l'animazione non esiste) mi chiedessero un solo titolo per capire la magia dei cartoni animati, non avrei alcun dubbio.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMa secondo voi è normale uno che vede un post del doc, e invece di leggerlo si ordina online il dvd di un film già visto molto tempo fa in modo da rivederlo e ritornare sul blog per gustarsi la recensione?!? Io dico di no, ma è quello che ho fatto. Doc, devi farti dare la percentuale dalle amazzoni...
RispondiEliminaOttimo post e splendido film, solo io ho un senso di perdita invece che di liberazione quando (SPOILER) Laputa si sfalda? E il desiderio di conoscere meglio la storia della città che si intravede nei titoli di testa?
Semi OT, ma non esiste il DVD italiano di Nausicaa? Io lo trovo in tedesco, inglese francese polacco(!) ma non ita.
L'ho visto in DVD, l'ho rivisto al cinema, sempre bello come tutti i film di Miyazaki
RispondiEliminaNon l'avevo mai visto (shame on me) ho rimediato venerdì scorso: uno tra i film più belli che abbia avuto la fortuna di vedere nella mia vita. Capolavoro assoluto, non solo tra gli anime
RispondiElimina