Il nuovo Dylan Dog, la Fenice di Tezuka, Don Zauker, i manga bizzarri e due romanzi avvincenti

Il nuovo Dylan Dog, la Fenice di Tezuka, Don Zauker, i manga bizzarri

Nuovo e affollatissimo appuntamento con Microletture, ché la pila di albi e volumi di cui parlare è alta stavolta quanto un bambino di quattro anni nella media, perciò diresti di partire senza ulteriori indu[...]


DYLAN DOG 401
Editore: SBE
Pagine: 96
Quanto costa: 3,9
Dove si compra: Edicola, Fumetteria
Presidentesse: 5

Si è detto tanto del nuovo inizio di Dylan Dog (non sono parole tue: è quello che promette lo strillo in cover), del nuovo corso con il Dylan barbuto, immerso in una nuova realtà senza [OMISSIS. Ma tanto lo sapete, dai] e diversa da quella precedente. Sulla vicenda volevi aggiungere solo poche righe, partendo da un fatto: il nuovo Dylan ti piace.

Per la caratterizzazione, per l'atteggiamento ironico ma disilluso, perché è un Dylan apparentemente meno ingenuo e sognatore, e più incazzato. Abbiamo visto tanti Dylan Dog negli anni, perché ogni personaggio cambia in base al suo autore, ma anche perché ne abbiamo letto delle controparti vere e proprie, come il vecchio Dylan di un futuro post apocalisse zombie.

Questo è un altro Dylan. E ha perfettamente senso, per te, proporre qualcosa di diverso anche sulla serie principale, una visione affine ma non collimante, un assetto diverso, un nuovo inizio, appunto. Conflagrazione universale (ciclo della meteora) e palingenesi. L'ecpirosi stoica, che non è una forma di dermatite.
Credi fosse necessario. Credi fosse necessario interrompere quel giorno della marmotta che Dylan si era ritrovato a vivere per anni e anni. Un film anni 80 in cui c'era la bella di cui innamorarsi, per dirla alla Sclavi, e uno status quo al quale tornare a fine albo. 
Era necessario andare avanti. Noialtri lettori di fumetti si è delle bestie tradizionaliste più di quanto ci piace ammettere, eppure sappiamo quanto in un fumetto seriale che prosegue per decenni sia fondamentale a un certo punto cambiare, dare una scossa al sistema alla Billy Idol. Succede con i super-eroi, doveva accadere anche con Dylan. Poi si tornerà allo status quo ante bellum? Lo vedremo. Intanto bisogna godersi la corsa. Parlando della qual cosa...

96 pagine dell'arte di Corrado Roi a meno di 4 euro sarebbero già un motivo sufficiente per ricordarci la fortuna e il patrimonio per il nostro fumetto che rappresentano gli albi Bonelli in edicola. Con quei soldi, negli USA, ti danno una storia di 20 pagine a colori, e devi pure dire grazie. Ma non è solo questo, ovviamente. Dylan Dog 401 ha un pacing perfetto. Una storia senza tempi morti, anche se in una riscrittura degli esordi ci stanno ovviamente i morti viventi. Un ritmo che tanti film se lo sognano la notte.

Può non piacere che Dylan snoccioli la sua cultura cinematografica (fosse la prima volta), ma la storia di RRobe scorre magnificamente. Ai tempi in cui tutti sono sceneggiatori e massimi esperti di voragini narrative, una lettura che ricorda come si scrive una sceneggiatura, come si dettano i tempi di un albo di 96 pagine, come si riempie una storia senza ritrovarsi a doverne riempire i buchi (avete presente quelle pagine di alcuni albi SBE in cui i personaggi camminano per quattro pagine? Ecco).

Difetti? Ecco, è una cosa piccola, ma di Roi adori tutto tranne le sue onomatopee. Non ti piace come le disegna. Il che è strano, perché i disegnatori mostro in genere sanno fare bene anche quello. Ma ti sembrano troppo, boh, staccate dal contesto. Il che porterebbe a un lungo discorso sul senso delle onomatopee nel fumetto odierno (la versione superbignami del tuo pensiero è: "Sì, ma con grande moderazione, e solo dove servono per far leggere meglio una certa azione"), ma ti sei dilungato abbastanza.

Il cliffhangerone bastardo - ma lì fiuti lo scherzone - significa ovviamente che hai già detto all'edicolante di tenerti da parte il prossimo numero. (Salutiamo a questo punto tutti Gé, l'edicolante tecnologico che ti avvisa via WhatsApp di arrivi, novità e cose sceme. Grazie, Gé).


LA FENICE 1-2
Editore: J-Pop
Pagine: 342 e 286
Quanto costa: 12
Dove si compra: Fumetteria, Amazon
Presidentesse: 5

Qui facciamo presto. La Fenice è una delle opere più importanti di Osamu Tezuka, una summa di tutto il suo lavoro come mangaka, un'opera monumentale in 12 volumi iniziata nel '67 e conclusa nell'88, pochi mesi prima della morte del dio dei manga. Una storia a cui il sensei è tornato più volte, aggiungendo nuovi capitoli e portando avanti questa epopea che rimbalza nel tempo, dal lontano passato a un altrettanto remoto futuro.

Lo dimostrano molto bene i primi due capitoli di questa nuova edizione de La Fenice pubblicata da J-Pop nella sua Osamushi Collection. Il primo, il Libro dell'Alba, racconta le origini del Giappone ai tempi del Regno Yamatai (270-240 a.C.): la caccia alla Fenice, il cui sangue dona l'immortalità, tra eroi mitici e figure mitologiche come Takeru. L'influenza di Kurosawa, a cominciare dagli scontri sotto la pioggia, è enorme, ma è citata anche la saga di Zatoichi, che ai tempi aveva già collezionato oltre dieci pellicole.

Il secondo volume, il Libro del Futuro, è invece ambientato nel 3404, e mostra il malinconico declino di un'umanità arrivata all'apice del suo progresso tecnologico. E pure qui, solo un ciclo di morte e rinascita, legato all'uccello che da sempre simboleggia questo processo, salverà il pianeta.

Un capolavoro del fumetto mondiale, palestra di sperimentazione per Tezuka e, proprio come la fenice al centro delle sue storie, un altro simbolo di come del fumetto e dell'animazione mondiale Tezuka abbia rappresentato un crocevia fondamentale, unico. L'uomo che era partito dall'amore per i film Disney e dalle riduzioni a fumetti di quelle storie per poi inventare di fatto il linguaggio del manga e vedere quella stessa Disney clonargli Kimba, trasse ispirazione per La Fenice dall'uccello di fuoco visto in un film d'animazione sovietico, Konëk-Gorbunok di Ivan Ivanov-Vano (1947).


THE BOX MAN
Editore: Star Comics
Pagine: 238
Quanto costa: 15
Dove si compra: Fumetteria, Amazon
Presidentesse: 4

L'alternativa decisamente più salutare al drogarsi e guardare la TV a tarda notte è leggere un manga come The Box Man. Imiri Sakabashira è uno di quei matti che hanno lavorato sulla rivista Garo, un alfiere del gekiga onirico ispirato dalle opere di Tsuge. Le sue sono storie ribelli e fuori dalle convenzioni (il sottogenere Heta-uma, sbocciato proprio su Garo), per leggere le quali bisogna lasciare all'ingresso tutto quello che ci si aspetta da un manga. O più in generale da un fumetto.

E infatti The Box Man è un viaggio quasi senza testi, letteralmente un percorso dal punto A al punto B, in cui il protagonista in motoretta attraversa mondi surreali popolati da creature aliene, mostri giganti, animali antropomorfi, folklore nipponico e nostalgia Showa. In cui ogni singolo sfondo è in trasformazione, organico; in cui non c'è praticamente distinzione tra animato e inanimato. Tranne quando salta fuori Emmanuelle - sì, quella Emmanuelle - ché lei invece è animatissima.

Chiamarlo bizzarro è un superunderstatement.


IO SONO SHINGO #1
Editore: Star Comics
Pagine: 368
Quanto costa: 15
Dove si compra: Fumetteria, Amazon
Presidentesse: 3,5

Due bambini, la scoperta di un robot rivoluzionario, la crescita, la saggezza delle macchine (forse). La Umezz Collection è un'altra collana di manga della Star dedicata a un autore cult e superpoliedrico come Kazuo Umezu (aka Kazuo Umezz), maestro dell'horror dallo stile superclassico - Io sono Shingo è un fumetto dell'82, ma sembra un manga di fine anni 60 - musicista, attore e regista, che nel 2014 ha raccontato la sua storia nel film autobiografico Mother.

Una storia che all'orrore esplicito preferisce quello suggerito, con un filo disturbante che segue la vicenda di Satoru e Marin, rievocando alcuni classici degli anni 70. Ci sarà da fidarsi di un'intelligenza artificiale che ti dice "sereno"? No, certo che no.


DON ZAUKER: HABEMUS PAPAM - VENGA IL MIO REGNO
Editore: Feltrinelli
Pagine: 112
Quanto costa: 16
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 5

Continua la ristampa a opera di Feltrinelli Comics delle storie autoprodotte di Don Zauker. Dopo il volume con Santo Subito e Inferno e Paradiso (storia vera di un simpatico religioso con l'hobby del genocidio), tocca ora a Habemus Papam e Venga il mio regno. L'irriverente, sboccatissimo, infoiatissimo fintoprete esorcista dei Paguri (Emiliano Pagani e Daniele Caluri) alle prese con la storia del papa emerito (ma anche del papa gabbiano. Dal grandissimo carisma, diremo), e con i problemi, noti e meno noti, della chiesa in America Latina. E siccome è il 1980, Zauker canta i The Jacksons, Michael e fratelli.

A fine volume, Emiliano Pagani racconta la genesi di questo personaggio con la faccia alla Clint Eastwood e il nome da cattivo di Daitarn 3. Figlio di una serata di brainstorming in una via dal nome emblematico, e "valvola di sfogo per non finire in analisi". Ma, soprattutto, personaggio nato non solo per la satira, per la denuncia delle tante contraddizioni che la religione (non solo quella cattolica) si porta dietro, ma per raccontare delle storie. Ma tanto adesso i Paguri si sono venduti a Feltrinelli e non saranno più gli stessi. Lo dice sempre Pagani, in coda a quel testo. L'umorismo livornese ti frega sempre, prima ancora che tu possa dire qualsiasi cosa.

Astenersi catechisti.


L'ATTACCO DEI GIGANTI
Editore: Panini
Pagine: 200
Quanto costa: 16
Dove si compra: Edicola, Fumetteria
Presidentesse: 2,5

Per tutta la prima metà del volumetto hai pensato di darti fuoco. O magari sì, di dare fuoco al volumetto, ché era più pratico. Pagine su pagine di pippe sulla fazione jaegeristi contro la fazione dei non jaegeristi, con i tempi scenici dettati da un gatto morto e la solita abilità dell'autore di diluire in decine di capitoletti quanto sarebbe potuto rientrare in quattro pagine. Sappiamo come funziona, purtroppo.

Poi, miracolosamente, nella seconda metà succede qualcosa (e non solo perché si passa all'azione. Ma proprio perché, letteralmente, succede qualcosa), la storia esce da quello stato letargico, ti viene voglia di leggerla. E ovviamente il tutto si chiude sul più bello, così dovrai leggere anche il numero successivo, anche se ormai è un anno che avresti voglia di mollare tutto. La fine è ormai prossima, a questo punto si resta a bordo, vada come vada.


L'ACCORDO PERFETTO
Editore: Mondadori
Pagine: 316
Quanto costa: 19,5 (10,99 ebook)
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 5

L'accordo perfetto, il nuovo romanzo di Fabio Guaglione, è un thriller incredibile. Non lo dici perché Fabio è un tuo amico, ma perché era da tempo che non leggevi qualcosa del genere. Una storia che scava nelle dinamiche di una coppia, nell'animo umano, in quello che ci rende quello che siamo, soprattutto agli occhi degli altri. E lo fa in un setting che richiama la fantascienza anni 70, condendo il tutto con una tensione alla King che si taglia, se non con un grissino, con un origami di uccellino.

Non solo, come spesso accade nelle opere di Fabio - qui per la prima volta alle prese con un romanzo da solo - sei spinto a chiederti cosa saresti disposto a fare, e a cosa rinunceresti, per ottenere quello che vuoi, andare avanti, essere felice o sopravvivere, ma perché fino all'ultima pagina non sai come il tutto si concluderà, cosa ne sarà dei protagonisti. Soprattutto, se volere la loro salvezza oppure no. Leggetelo.


IL CANTO DELL'USIGNOLO
Editore: Edizioni e/o
Pagine: 316
Quanto costa: 16,5 (11,99 ebook)
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 4,5

La copertina di Massimo Dall’Oglio accompagna una nuova edizione della Saga degli Otori, un'epopea ambientata in un Giappone feudale perlopiù immaginario e scritta da Lian Hearn (nome d'arte dell'inglese Gillian Rubinstein). Il primo romanzo della saga, Il canto dell'usignolo, presenta il giovane guerriero Takeo, mosso dalla sete di vendetta come tanti eroi dalla genesi simile, ma soprattutto imbastisce uno scenario molto suggestivo, in cui al rispetto da parte dell'autrice per le connotazioni storiche del suo racconto si sommano temi non facili ma universali come la libertà religiosa. Il tutto legato da uno stile di scrittura ipnotico, quasi poetico, ma sempre estremamente fluido, scorrevole.

Edizioni e/o pubblicherà anche gli altri due romanzi della trilogia originale degli Otori - edita una quindicina di anni fa da Mondadori in un unico volume - Le nevi dell'esilio e Lo splendore della luna. Il titolo del primo, Il canto dell'usignolo, si riferisce a... beh, chiunque sia mai stato nel Castello di Nijo a Kyoto, o abbia sentito parlare dei suoi celebri pavimenti col gimmick, lo sa...

Ok, sotto con le chiacchiere. Voialtri, giovani, che state leggendo/avete letto di bello negli ultimi giorni?

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Commenti

  1. Con colpevole ritardo ho recuperato Solanin di Inio Asano. E nulla, sarà perché è un periodo no, sarà perché molte delle domande dei protagonisti sto continuando a farmele da anni, ho da giorni un magone che non va via. Davvero una lettura splendida, anche se non facile.

    Per il resto, segno un po' di cose, soprattutto il romanzo thriller!

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    1. Bello Solanin di Asano. A mio parere molto più a fuoco di Buonanotte, Punpun. Per usare le parole di Effe, con cui se ne parlava poco fa "dilungatosi troppo nelle cose sue, sul finale".

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  2. l'unica cosa letta di recente (per ora) è il nuovo Dylan Dog, che non mi piace.

    non mi piace perché questo non è Dylan Dog, è Francesco Dellamorte: se le storie di Dylan fossero finite con il numero 400 ed avessero iniziato una nuova serie con nuovo nome e dal numero 1 l'avrei accettato, ma così mi sembra una presa in giro.
    perché quello che mi piace di Dylan è l'essere sempre uguale a se stesso, essere totalmente impermeabile al mondo che si evolve senza doversi giustificare.

    MINI SPOILER - soprattutto quello che davvero mi ha letteralmente dato sui nervi è il partire con una riscrittura della prima storia, come se si cercasse di correggere un errore. cosa che peraltro il Recchioni ha già tentato di fare tempo addietro con un mini albo del tutto inutile. FINE MINI SPOILER

    Dylan Dog è ormai parte della storia del fumetto e della cultura moderna, volerlo riscrivere a me fa lo stesso effetto del revisionismo storico.
    o per fare un esempio più pertinente è come se un musicista dopo 30 dalla pubblicazione della sua canzone più famosa la riregistrasse cambiandola totalmente nella musica e nel testo. beh, se non è più la stessa canzone, non ha senso chiamarla nello stesso modo.

    purtroppo questo nuovo Dylan non fa per me.

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    1. Rispettando ovviamente il tuo parere, ma giusto per amor di discussione:
      ma quindi Batman è il Batman del '39 ed è rimasto sempre quello? Peter Parker è e rimarrà sempre quello del '62? E prima di buttarsi su questa moda del rilanciare la numerazione ogni anno o due, qualunque cosa sia successa a questi personaggi è avvenuta in albi di cui proseguiva normalmente la numerazione. Reboot totali degli eroi DC inclusi.




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    2. Speriamo che cambi ancor di più, invece. Che un personaggio rimanga cristallizzato è un anacronismo che tarpa le ali a qualunque autore.

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    3. Ho iniziato a leggere Dylan Dog da poco e sono ancora a metà della caduta della meteora. Onestamente ho letto recentemente la storia che si ricollega all'inizio della storia che vedrà Batman incontrare Dylan Dog (la storia riguardante la custodia del clarinetto) e mi è piaciuta molto.
      I personaggi più riusciti spesso sembrano diventare vivi e cambiano nella loro vita come cambiano le persone in carne ed ossa. Alla fine il cambiamento è qualcosa di inevitabile, non necessariamente giusto o sbagliato. Sono curioso di arrivare a vedere cosa è stato fatto e se questo cambiamento è stato riannodato bene. E' piaciuto al Doc e questo è di buon auspicio.

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    4. rispondo un po' tardi...
      il fatto è che per me l'essenza stessa del personaggio Dylan Dog risiede proprio nel non essere cambiato praticamente mai.

      sono cambiate le storie, soprattutto nel periodo di crisi nera di qualche anno fa, ma non il personaggio.
      se 15 anni fa avessi chiesto ad un qualunque lettore di descrivere Dylan Dog, oltre a dire "indagatore dell'incubo" avrebbe elencato le sue caratteristiche peculiari: quinto senso e mezzo, si innamora di tutte le clienti, ha Groucho come aiutante (con tutte le conseguenze del caso), vegetariano, animalista, astemio per un passato da alcolista, suona il clarinetto, costruisce un galeone che non finirà mai, ha un maggiolone con targa DYD666, si veste sempre e solo in un modo, è tecnofobico.

      più di metà di questi tratti non ci sono più. è una questione di personalità, il "nuovo" Dylan non è lo stesso personaggio, per questo nutro forti dubbi.
      la prima storia sono riuscito a mandarla giù a forza solo grazie ai disegni di Roi.

      il problema è che finché vende il nome Dylan Dog verrà sfruttato (non tutti hanno le palle per porre fine alle storie di un personaggio come ha fatto Leo Ortolani), ma secondo me sarebbe stato più onesto cambiare nome a questa nuova incarnazione dandogli quello più corretto, Francesco Dellamorte.

      tanto è comunque solo una mia considerazione personale, come hai detto tu si fa per amor di discussione!

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    5. pg667 perfettamente d'accordo con te, tanto vale creare un nuovo personaggio piuttosto che snaturare di brutto l'originale... comunque è solo il parere di un talebano :) a cui l'attuale autore non è mai piaciuto
      purtroppo il mio DYD fa parte dei ricordi giovanili ormai da 20/25 anni

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  3. Ho leggiucchiato a scrocco il novo Dyd da qualche parte e mi ha incuriosito. A me era piaciuto anche il Francesco Dellamorte dello special disegnato da Freghieri in team up coll'old boy che aveva un muso vagamente alla Antonio Gades ( il ballerino che avrebbe dovuto prestare la sua maschera a Dyd prima della Damasco di Another Country ndr ) e sono ottimista sulla svolta. Gnaghi impegnerà sicuramente meno gli autori di Groucho e probabilmente non sarà mai titolare di spin off, ma pazienza.
    Spero che SBE non si fermi qui e prosegua con cosette di questo tenore:
    1) Mana Surace in un futuro remoto scriba di un mondo che brucia e senza ombra perché non ha dato retta a Greta ed al movimento ecologista
    2) Bree Daniels adorata da una setta il cui capo è un Bloch byroniano
    3) Dylan Dog Detective dell' Impossibile nella Atlantide in guerra con Mu in una atmo da Fatherland di Harris
    Mai la fine

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    1. Mana chiiii? :D
      Mana Cerace forse ;)

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    2. " Dylan Dog Detective dell' Impossibile nella Atlantide in guerra con Mu in una atmo da Fatherland di Harris "
      Bello!

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  4. Letto il nuovo DD.
    Che a dirla tutta ricorda molto pure a me un becchino che con Dylan ha in comune le iniziali. E che vive e lavora in un paesino dal nome dannatamente simile a quello di un posto vicino al Ticino e a dove vivevo prima di sposarmi, fatta eccezione per una vocale...
    Ho abbandonato DD da anni. Ogni tanto ci riprovo, sperando che riscocchi la scintilla...per poi ripetermi di aver fatto bene a mollarlo.
    Continua a non convincermi, purtroppo. E non parlo solo del personaggio, ma anche dell'autore in generale.
    Parere mio, eh. Ma...siamo sicuri che sia la scelta giusta?
    Continuo a sperare di venire smentito, prima o poi. Considerando tutto quello che DD ha dato al fumetto nostrano.
    Ma per ora rimane pollice verso, mi spiace.
    Sto poi leggendo VALERIAN, e mi sta piacendo parecchio.
    Sci-fi vecchio stile, ma incredibilmente attuale nei temi.
    Diverte e fa riflettere.
    Ho poi li' da iniziare il nuovo di Zerocalcare, ma prima voglio finire IL CASTELLO INVISIBILE di Mizuki Tsujimura.
    La storia di un gruppo di ragazzini che si ritrovano in una dimensione parallela, al riparo da un mondo spesso complicato. E per questo pauroso.
    Ad accomunarli il fatto di non andare piu' a scuola.

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  5. Letta la tua recensione non vedo l'ora di buttarmi sul nuovo Dylan Dog, ho voglia di qualcosa da comprare in aeroporto e leggere avidamente sul volo.

    Anche io ho un amico che scrive, lui però scrive poesie ed ha fatto uscire un libro da qualche mese che è una bomba, lo si trova qui https://www.edizioniensemble.it/prodotto/abbracci-storti/ e altrove (mettere autore e titolo su Google). E' alla sua quarta opera, ed ha affinato la sua capacità di colorare con le parole i quadri della vita di tutti i giorni, le scene che vede intorno a sé, e la difficoltà di andare avanti ogni giorno da adulti che sono stati costretti a non essere più figli.
    Il bello di questo libro è che se nei precedenti le poesie avevano una componente fortemente autobiografica, qui riesce a staccarsi da questi elementi rendendo l'opera più facilmente fruibile ad un pubblico più ampio, pur rimanendo nell'universo visto dal suo punto di vista.
    Oh se poi cado nello spamming mi dispiace, non lo faccio più!

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  6. A me su DYD 401 è bastata la citazione di quel film che tu sai per farmelo piacere :) E il cliffhanger è veramente bastardissimo!

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  7. Devo ancora leggere il nuovo Dylan, ma da quello che dici Doc direi che mi trovo in linea con il nuovo corso. Il libro di Fabio lo sto leggendo è confermo tutto quello che dici, aspetto di finirlo x scassare la guallera a Fabio con un po di domande :)

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  8. Ero strasicuro che letto il 401 avrei detto addio a dylan

    Scoperto nelle pubblicità in quarta di copertina di mister no

    Dal numero uno comprato mese per mese
    Anche quando veniva abbandonato da frotte di lettori perché non era più il dylan dei primi cento numeri

    Devo confessare che a me continuava a piacere e non sentivo il bisogno di nessuna meteora

    Invece ho letto il 401 e mi sono divertito parecchio per i ventisette minuti necessari a leggerlo

    Bentornato dylan

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  9. sono tra quelli che spesero le 1.300 lire per il primo numero di DD... ero un ragazzino delle medie....dopo 150 numeri circa, abbandonai... ma ora mi sento incuriosito... proviamo, dai...
    Un saluto all'edicolante tecnologico (ce l'ho pure io...Enrico mi manda via watsapp le foto di riviste e pubblicazioni sul rally e sulle auto Lancia d'epoca...)

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  10. E' uscito l'ultimo numero di Ajin Demi-Human e sono pronto a leggerlo. Ho da recuperare la parte della Meteora e non vedo l'ora di leggere dell'incontro tra Dylan e Batman.

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  11. Mi inserisco timidamente perché non mi pare di aver visto nessun commento a House of X... dai che finalmente escono storie degli x-men leggibili. Le infografiche fanno molto Watchmen_je_piacerebbe e gli spiegoni li trovo un po' invadenti, però il resto funziona e bene. C'è anche una grossa attenzione al passato dei mutanti, in una sorta di ret-con che non getta totalmente quanto venuto prima.

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  12. Presente anch'io fra i lettori di DYD dal lontano 1986 , fino al numero 230 circa; poi non ce l'ho fatta davvero più (ma avrei potuto troncare ben prima del N.200).
    Sfogliato in edicola questo 401, ma mi sarebbero bastate la copertina e l'ultima vignetta per confermarmi che ho fatto benissimo a troncare già molto tempo fa.
    Caro Doc, il paragone con il fumetto americano e le sue infinite riscritture non regge: quella americana è altra (sub)cultura, altre tradizioni di scrittura, altri formati editoriali, altre tematiche, altri personaggi, altro respiro delle storie. E non voglio dire che siano peggio delle nostre, eh, o che è sterile tentare di scimmiottare una Crisis of infinite Dylan. Ma lo dico, sia l'una che l'altra cosa. ;)

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  13. Su Dylan dog: il ciclo della meteora non l ho seguito tutto ma quei numeri che ho letto mi hanno convinto poco, 399 e 400 compresi.
    Invece questo 401 mi è piaciuto e incuriosito su come si svilupperà, unica appunto (non fucilatemi) é che forse per una storia così "action" ci voleva un disegnatore differente, mentre Roi (sempre eccezionale) lo vedo meglio su storie più evocative/oniriche...ma sono solo sottilezze.
    Altre letture: proseguo con il sempre interessante Immortal Hulk, Rat-Man gigante (all epoca me lo ero perso), mi sto mettendo in pari con la nuova serie di Bordo.
    Nota finale triste per i continui tagli che sto facendo visto i vari aumenti (che posso capire)...

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  14. Ho Ucciso Adolf Hitler e Altre Storie d’Amore di Jason è bellissimo. Brava 001 che ha riportato l’autore in Italia dopo almeno 15 anni di colpevole latitanza dai nostri scaffali. Era pure a Lucca e mi sono fatto autografare la mia copia di Shh!

    E comunque Ivan Ivanov-Vano premio Jimmy Bobo subito!

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  15. Salve a tutti, la rubrica dei fumettini è sempre meravigliosa ^_^

    I consigli fenomenali, la "Saga degli Otori" sembra una di quelle cose che mi piacciono e quindi mi sa che mi ci butto. Stesso vale per la "serie della Fenice" di Tezuka, tra l'altro mi sembra che facciano uscire per Tezuka Collection anche "l'Ambasciatore Magma"... miiii robottoni supereroi vecchia maniera per soddisfare l'esperienza geriatrica dello Zione T_T ...

    Invece Dylan Dog non mi è piaciuto. Non è per il reboot, sono serio. Non è il fatto che Dylan Dog sia cambiato, ma come è cambiato. Questa versione del personaggio semplicemente non è nelle mie corde.
    Strano perchè a pensarci bene, alla fine, non è che sia cambiato molto, tuttavia le modifiche apportate non mi convincono, me lo fanno vedere da un lato che boh, non mi va. La storiè scritta da un grande professionista, indubbiamente, le tempistiche "cinematografiche" si lasciano scorrere senza tempi morti e in maniera molto professionale. Pure troppo. Ci sono delle cose che però mi stonano, tipo quando tu sei costretto a dire "Dylan Dog fa quello", "Perchè è così che Dyan fa quella cosa..." (sto facendo esempi) , vuol dire che stai strutturando un personaggio in maniera da doverne supportare le intenzioni. Un personaggio forte non avrebbe bisogno di essere "spiegato" all'interno di una storia. Invece ho apprezzato Gniaghi anche se nulla mi toglie dalla testa che il suo inserimento è stato messo perchè si vuole puntare all'estero e un Graucho avrebbe dato problemi con i diritti. In ultimo non capisco perchè la gente se la prenda per il fatto che nella storia Dylan fa citazioni. Dylan le ha sempre fatt, direttamente o indirettamente, e se si pensa il contrario è perchè non si è mai letto tipo "Horror Paradise".

    Per quanto riguarda le mie letture, mi sono rimesso a leggere L'ultima caccia di Kraven, cavolo che storia ragazzi!!!

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    1. riguardo Gnaghi ho pensato la stessa cosa: visto che ora sono in procinto di tirar su la nuova produzione holliwoodiana di Dylan Dog hanno fatto fuori Groucho per non avere problemi con i diritti. tanto chissene di un personaggio tanto importante quando puoi fare un mucchio di soldi semplicemente cancellandolo.

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  16. Ho mollato DD circa 200 numeri fa e niente so degli ultimi avvenimenti fino al 400, ho preso il 401 e, fra alti e bassi, mi ha incuriosito molto tanto che per ora penso di continuare con i prossimi numeri.

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    1. Scusate, vorrei un consiglio, sto recuperando gli albi di Alita, cosa mi dite della Panzer edition, è ok?

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  17. Ho letto Daredevil : la serie Marvel che aspetto con più impazienza. Come al solito Matt si innamora della donna sbagliata ... Anche l' immortale Hulk e Spider-Man ( quest'ultimo con alti e bassi). Nonostante gli aumenti della panini. Ho anche scritto a brighel ma non mi ha ancora risposto. Dylan non mi attira più. Ho finito il mio regalo di natale: l'ultimo libro di Guccini "tralummescuro" . Molto nostalgico ma impagabile perché ha usato parole che usavano i miei nonni: rondanine, scranna, sguillare, salvadgo, moiio, nevare ...

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  18. Letture del momento:
    Daryl Zed, dispendioso divertente
    Quarto volume della edizione colorata del monumentale From Hell, tanto difficile da leggere quanto bello
    La principessa del castello senza fine, del Maestro Kago, altra ottima alternativa alla troca
    Il volume uno della serie di Corben della Lion, che sbavavo a pensare a tutto il corben che potevo leggermi on tutta una collana dedicata a lui, poi invece la Lion non ha più i diritti della DC, epporcavacca sai che gli frega della serie monografica di corben troncata sul nascere alla panini in questo momento

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  19. niente, io sono talebano dei Dailan di Sclavi quindi niente, tengo i primi 80 piu' qualche eccezione e vivere

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  20. Mi fa davvero strano leggere questo post, e francamente non so neppure come comportarmi di fronte a questa svolta di Dylan... Spiego meglio: nell'86 avevo 5 anni e vidi sulle copertine di Tex la pubblicità di questo nuovo personaggio; un paio d'anni dopo, ammaliato dall'horror e dallo splatter che uscivano fuori a profusione, recuperai grazie alla buonanima del nonno tutti gli arretrati e da allora, fino al numero 255, non ho mai mancato la mia visita mensile a Craven Road, ivi compresi speciali e simili, amando sempre più visceralmente il personaggio e adorando storie letteralmente favolose, oltre che di alcune delle partner. E neppure concordo con chi parlava di calo dopo il 100, specie a fronte di episodi stupendi (Quando cadono le Stelle, Il Battito del Tempo, Il Dio Prigioniero e soprattutto la splendida e struggente L'Eterna Illusione), ma non nego che, più andavo avanti più trovavo le trame insulse, ripetitive e più in generale, con molto poco da dire. E col 255 mollai, pur continuando a dare un'occhiata interessata alla serie. Adesso questo reboot, del quale ovviamente non ho potuto non spoilerarmi la genesi, un pò mi tenta e un pò mi respinge: da un lato vorrei ritrovare un vecchio amico di tanti pomeriggi e serate, dall'altro ho paura che, privato di determinati punti fermi (Bloch ma soprattutto Groucho) lo troverei così cambiato che finirei con l'odiarlo. Scusate il papiello...

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  21. Io sono catechista e Don Zauker mi fa spanciare dalle risate.
    Come giocare a "cards against humanity".

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  22. Blacksad, fumetto con protagonisti animali antropomorfi dai tratti disneyani ma con connotazioni hard boiled, il che rende meglio l'effetto straniante. Nonostante sia stato scritto venti anni or sono e' invecchiato benissimo, ergo vivamente consigliato.

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