Silver Surfer, la serie animata. Una corda tesa tra il brutto e il sublime

Silver Surfer serie animata anni 90

Avevi promesso un giro nello spazio, per la puntata successiva di Stay Tooned, il nostro viaggio nell'animazione USA a base di super-eroi e fantastico degli anni 90. Ed eccoci, tutti avvolti dalle pallette nere del Kirby Krackle, a soppesare i pregi e i difetti e a raccontare la storia di una delle serie animate Marvel più effimere del periodo. Il Silver Surfer del 1998, alle prese con un faccione in cel-shading di Galactus, Thanos e il mito del Re. E l'Odissea. E Gesù [...]


Solo 13 puntate. Silver Surfer, aka Silver Surfer: The Animated Series, ha solcato gli spazi siderali della programmazione televisiva yankee solo per 13 puntate, tra il febbraio e il maggio del '98. Roba da far sembrare al confronto le 26 di Fantastic Four e della sua Donna Invisibile in versione S/M un successo.   

A occuparsi di Silver Surfer per conto di Marvel Films Animation e Saban è Larry Brody, che ha ideato lo show e ne ha scritto - da solo o con altri - tutti gli episodi. Cinquantenne del Tennessee, Brody si presenta con un curriculum lunghissimo, che a vari telefilm come Baretta e Professione Pericolo affianca serie animate come quella di Star Trek degli anni 70. E che anni dopo sarebbe finito a scrivere il cartone di Diabolik.

Brody è un Marvel fan della primissima ora, dal numero uno di Fantastici Quattro, dalle origini di tutto. Da ragazzo, quando tempestava di lettere la posta degli albi del Sorridente Stan e della sua banda delle meraviglie, ha vinto perfino un No-Prize, speditogli da Flo Steinberg in persona.  


Quando, alla festa di compleanno di un amico, incontra il vice-presidente di Fox Kids, Sidney Iwanter, e questi gli chiede se vuole occuparsi della serie animata di Silver Surfer, per Brody è un sogno a occhi aperti. Dopo tanti anni trascorsi a scrivere storie di personaggi di cui non gli importa nulla, può finalmente tirar fuori il vecchio Marvel Zombie che si porta ancora dentro.
Larry Brody devo però tirar fuori anche una serie su Silver Surfer senza i Fantastici Quattro. 
E così remixa la storia del surfista cosmico, affidando un ruolo determinante a Thanos, che fa tornare i ricordi a Norrin Radd dopo la trasformazione in alfiere di Galactus, e funge da perno della trama. 

L'idea di base dell'autore è rifarsi direttamente al mito, allo stile delle storie cosmiche di Jack Kirby. Attingendo dal risvolto cosmico del Marvel Universe personaggi e situazioni, più che singole storie, e utilizzandoli per ricamarci tanto i canovacci dei singoli episodi, quanto un minimo di trama orizzontale che li leghi tutti.


In tredici episodi fanno perciò capolino, una sola o più volte, oltre a Thanos e Galactus, Nova, Adam Warlock, Gamora, Pip il Troll, Ego il Pianeta Vivente, Beta Ray Bill, i Kree, gli Skrull... Tanto basta, la prima volta in cui vedi il tutto, qualche anno dopo, per attirare la tua attenzione. Adori Silver Surfer e non c'è Ron Lim - catalizzatore, col senno di poi anche immotivato, di tanto odio fumettistico negli anni di sturm und drang giovanile - a disegnarlo, tanto ti basta. 

Ma le cose non sono così semplici. 

È il '98, anche in America si continua a sperimentare con il 3D per risparmiare sulle animazioni. I costi della CGI non sono più quelli proibitivi dei tempi di Spider-Man, in casa Fox. Si può fare. Solo che il dottor Frederick Frankenstein partorisce qui un mostro fatto di stile Marvel anni 60 e cel-shading, usato per il faccione sempre uguale di Galactus e per le astronavi.


Volti stilizzatissimi di Surfer, avvolto da un tripudio di Kirby Krackle e ammiccantissimo anche alla versione del personaggio di John Buscema, di un'eleganza irraggiungibile, affiancati a personaggi orribili sfornati dai soliti, famigerati coreani tuttofare di AKOM

Il ping-pong tra i primi piani bellissimi del protagonista e gli abitanti della Terra, come le pattinatrici disegnate da un graffitaro dei tardi anni 90 svogliato (una delle quali diventerà Nova), sono un cazzotto in un occhio assestato da Drax il Distruttore. 

Non ci vuole la Suprema Intelligenza Kree per capire che le puntate delle serie di Batman animate dai giapponesi sono un orizzonte lontano e irraggiungibile, nella sfida interna a Fox tra figli di Gotham e figliocci alieni. 


Brody e gli altri fanno di necessità virtù, e celebrano il loro matrimonio spaziale con i fichi secchi coreani. I primi piani e i mezzi busti del surfista amico di Joe Satriani funzionano, ricordano benissimo Kirby e Buscema, sul campo di spazio e pallette nere? Se ne riempiono le puntate, ché Norrin non ha le pupille e non batte neanche le ciglia. Si surfa poco con il surfista d'argento, perché muovere la tavola e far volteggiare su di essa il suo Kelly Slater dello spazio costa.

Però.

Se quanto letto finora vi ha fatto pensare a una poveracciata cosmica senza possibilità di appello, neanche presso il Tribunale Vivente, sarà bene precisare che in realtà, nel complesso, conservavi un buon ricordo di questa serie su Silver Surfer. E la pensi allo stesso modo ora, dopo averla riguardata per scrivere questo post. 

Sì, la CGI invecchia, e sì, il faccione in cel-shading di Galactus oggi non è solo stridente col resto, è anche brutto da vedere in movimento. Però Silver Surfer ha qualcosa che tante altre serie animate Marvel degli anni 90 non hanno.
Probabilmente perché a Brody non fregava niente dei ragazzini davanti al televisore.

Lunga vita al re col sigaro.

In alcune interviste dell'epoca, lo showrunner spiegava che l'obiettivo suo, di Iwanter che lo aveva voluto lì e del produttore e animatore Roy Smith era quello di puntare agli adulti. Realizzare una serie nominalmente per teenager, ma che piacesse soprattutto davvero a vecchi fan come loro. Buttandoci dentro, come nelle prime storie di Stan e Jack, Shakespeare e il Vangelo.

E l'Odissea: Galactus dio permaloso che non vuole far tornare l'Ulisse Norrin Radd dalla sua amata Shalla Bal. E la politica. Nel testo di presentazione della serie, Brody presentava Silver Surfer come "l'Henry Kissinger dello Spazio". No less. 

Intenti nobili ma commercialmente un suicidio bello e buono, certo, quando sei chiamato a realizzare un cartoon per una serie che porta la parola Kids nel nome. Il che spiega le sorti dello show ben più del suo appeal scarso-nullo sul fronte del merchandising o delle diatribe tra Marvel e Saban, citate spesso da Brody come vera causa della chiusura del progetto dopo le prime tredici puntate. 


Ma da semplice fruitore e Marvel fan, sei lieto che sia andata così. Perché pur con le magagne grafiche di AKOM, pur con delle concessioni fatte al network per evitarsi troppe lavate di testa - Thanos, per dirne una, ama Lady Chaos e non la Morte -, pur in sole dieci storie spalmate su tredici episodi, c'è lo spirito di quei personaggi.
C'è una cavolo di puntata intera su Beta Ray Bill e il suo popolo di facce da cavallo. Fantastico.
Ci sono Eternità e Infinità, in tutta la loro trasparenza, 'cause we are all made of stars. Ci sono gli anni 60, c'è un eroe alieno un po' fricchettone e un po' Jesus Christ Superstar Interplanetaria che lotta contro i soprusi, le devastazioni ambientali, la tirannia. E un gigante mangiapianeti vestito da uno stilista daltonico e che ride un po' troppo, ok. 


Quelle linee doppie in cui sono avvolti i personaggi, come il tratto di pennello di un inchiostratore old school, aiutano a celare le animazioni coreane al risparmio, a distogliere l'occhio dal brutto, per concentrarti su quanto di bello c'è. 

Altro primo piano del Surfista, stagliato contro una nebulosa dipinta a pennellate di viola e pallette del Re. Socchiudi un attimo gli occhi, e stai leggendo un albo Corno uscito dall'ennesima busta sorpresa che hai fatto comprare ai tuoi in edicola, un milione di anni fa, o forse due. Meglio, infinitamente meglio, dell'insensato film di Tim Story col Quartetto del 2007. 

Prossima fermata del viaggio, la Giustizia. Stay Tooned
 

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Commenti

  1. Bellissima rubrica, Doc. Una curiosità: le gif animate in apertura dei post sono tutte molto belle, dove le trovi? O le crei tu?

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    1. Doc, dovresti fare un bel repository di tutte le gif animate che hai fatto. Così le rub...ehm...prendiamo in prestito! ;-)

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  2. Davvero odiavi Ron Lim? I suoi disegni erano l'unica cosa che mi facesse sopportare quel pipparolo mentale di Norrin... Vabbè, alla fine de gustibus... Un abbraccio, Doc

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    1. Sì, non mi piaceva proprio il suo stile. Troppo lineare, boh. Odiavo qualsiasi cosa disegnasse, dagli X-Men 2099 a Capitan America, e non ho mai digerito che The Infinity Gauntlet non l'abbia disegnata tutta Perez. Col tempo ho capito che la sua dote principale - velocità e puntualità nelle consegne - era oro puro nel mondo dell'editoria.

      Ma per il resto oh, gusti, appunto. Ricordo una clamorosa discussione su di lui nella prima fumetteria della città, tipo nel '94 o '95, tra me e un fan di Lim e del suo surfista d'argento (non eri te, vero?). Ma che ne sanno quei pirla di Big Bang Coso :D

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    2. Mai entrato in fumetterie calabresi, quindi direi che non sono io, ma mi è capitato un episodio analogo parlando di Madureira con qualcuno qui in Puglia (io ero pro Mad). Pensa che invece io su Gauntlet preferivo molto di più lui a Perez, anzi, Lim è stato quello che mi ha convinto a investire le mie misere finanze da studentello in un crossover da millemila numeri!!!! Su quel teen drama (perché ormai questo è), preferisco sorvolare, almeno dalla fine della seconda serie

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    3. "preferivo molto di più lui a Perez". Sei una brutta persona, bobbyelvis :D
      Sempre pro-Mad, però. Quello sì.

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    4. Vabbè, meglio di Perez no, ma a me Ron Lim nelle storie del surfista sceneggiate da Starlin piaceva un botto, però guardando in giro mi pare che il suo stile non fosse molto omogeneo o riconoscibile. Forse si affidava molto all'inchiostratore e la resa dipendeva in gran parte da quello?

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    5. Sono una persona orribile, sgamato in pieno.

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    6. Perché, si può non essere pro-Mad? :O

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    7. No, non credo. Però si può fare - ricordiamolo - una figura pessima quando lo incontri, metti:
      https://docmanhattan.blogspot.com/2007/07/un-tizio-di-nome-joe-aka-cazzarola-ti.html

      :D

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    8. Ron Lim in alcune cose era appena sufficiente (Cap), in altre rendeva meglio (X_MEn 2099 e Silverado), ma come ho già detto era i Montanari & Grassani della Marvel.

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    9. Su Ron Lim, anche io non l'ho mai apprezzato molto. Soprattutto i volti: tutti uguali e con la medesima espressione.
      Ho un buon ricordo di questa serie animata, anche se vista poco, proprio per lo stile "kyrbiano".

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  3. Non vorrei contribuire a trasformare questo in un referendum su Ron Lim, ma noto che con gli anni migliora e mi riferisco ai suoi lavori , per esempio, di oltre dieci anni fa su personaggi del suo sodale Tom De Falco che si muovono nel tempo di Spide-Girl, la figliola di Pavido Parker. Due tavole e mezzo al giorno da trent'anni. Temo il suo limite sia raccontare altro dai super-eroi e non credo lo vedremo mai in un graphic novel di quelli che da noi sono tradotti da Oblomov o Coconino, ma una ventina di pagine al mese di un team di picchiatelli in costume - magari inchiostrati da Scott Koblish - sono il pane e formaggino di Ron. Anche Larsen è migliorato a furia di disegnare un albo o più al mese. Metti la cera eccetera. Mad ha un tratto più affascinante, ma non è uno storyteller. Chuck Palahniuk sta scrivendo un romanzo in cui racconta di un terapeuta che cerca di aiutare i lettori di Battle Chasers somministrando loro robuste dosi di Carl Barks, Steve Ditko ed Alex Toth.
    Ammetto di non riuscire ancora oggi a digerire il SS di Lim, ma è anche il personaggio a non attrarmi. Forse lo apprezzei se fosse disegnato in b/n da Paul Grist e fosse protagonista di storie a metà tra il Trino di Altan e i Peanuts. Amo King Kirby, ma i suoi araldi sul surf o tristi postini con gli sci trascendono ogni mio controllo, come direbbe Valmont. Mi piacerebbe la Marvel pensasse ad una sitcom di carta con Arnim Zola e Modok che sono sposati e litigano come George e Mildred. Il padrone di casa è Galactus.

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  4. Bella, come serie.
    Piu' che altro perche' ha contribuito a fornirmi una lieve infarinatura sulla cosiddetta "parte cosmica" dell'universo Marvel. Di cui sapevo poco e nulla, almeno fino a quel momento. Poi, come ho scoperto in seguito, ci sono delle differenze rispetto alla controparte cartacea.
    Mi e' piaciuta molto, comunque.
    L'idea molto "Kirbyana" secondo cui lo spazio infinito sia popolato di esseri onnipotenti in grado di decidere delle sorti di interi pianeti o galassie unicamente in base ai loro capricci.
    Ti faceva sentire...microscopico, davvero.
    Si, la computer - grafica era veramente rozza e stride a molto con tutto il resto, ma... per quel periodo suppongo non si potesse fare di piu'.
    Belle le musiche, specie il tema principale.
    P. S: Per il film su Beta Ray Bill voglio Bojack nel ruolo di protagonista.

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  5. Doc dove potrei recuperarla ? quei 2 o 3 episodi visti mi erano piaciuti parecchio

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    1. Sul tubo, in inglese, c'è tutta. Un tipo ha perfino raccorpato l'intera serie in un unico filmato da 4 ore.

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  6. Lo lo sapevo che lo "spazio" era la recensione di Surfer, che lo davano in italia su una Junior Tv rivista e corretta proprio di quegli anni (in realtà era JTV) per poi passarla giustmente sul circuito di Fox Kid 5 o 6 anni dopo (nel frattempo è probabile si sia vista in RAI o sui Pernasoni, ma chi lo sa... chilllosaaaaaa).
    E la giustizia è ovviamente.....

    PS.: mi è sempre piaciuta questa serie del Surfer. La trovavo(e ora so perchè) particolarmente matura e psicotronica, quindi affascinante. E poi un qualsiasi fermo immagine fa troppo copertina dei Thin Lizzy e Joe Satriani, "Surfing with a alien!!!!!"

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  7. Mai vista. E pensare che SS non è manco tra i personaggi che odio, anzi.
    Forse effetto straniante all'epoca, ma posso dire la mia? Ci ho visto qualcosa di Space Stallion nei disegni e nelle animazioni. Insomma, venti anni dopo sarebbe stato cool.

    Moz-

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  8. "Prossima fermata del viaggio, la Giustizia."

    Hype a mille per quello che scriverai su quello che per me è IL cartone sui supereroi.

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