Resident Evil 1, 2, 3, S.T.A.R.S.! (Gli anni di Pleistescio - 2)
Secondo appuntamento, dopo quello dedicato al dio pallò, per Gli anni di Pleistescio, la rubrica che non parla dei vecchi giochi della prima PlayStation, quanto dei ricordi che quei titoli si trascinano ancora dietro, vent'anni e passa più tardi. E visto che abbiamo detto qualche giorno fa del remake di Resident Evil 2, non potevi che passare alla saga più amata dai consumatori di erbe verdi e rosse e blu [...]
1. IL MALE D'INVERNO (PERÒ D'ESTATE)
È l'estate del 1996. Da mesi non leggi altro sulle riviste di videogiochi: Biohazard arriva finalmente in Europa, anche se ora si chiama Resident Evil, ed è qualcosa di incredibile e fa paura e fa impazzire il mondo, come l'analcolico sbronzo.
E soprattutto fanno Novantamila lire, e impegnato come sei a vestire i panni dello studente squattrinato con troppe passioni, non ce le hai, miseria ladra e zombie. Continui a leggerne sulle riviste, sbavi, ti attacchi come le dita di un modellista pasticcione.
Giunge in tuo soccorso, però, giusto una manciata di mesi più tardi, una carboneria di early possessori di una Pleistescio in quel di Rende. Consorteria di cui fanno parte, a vario titolo, qualche amico tuo e diversi amici di tuo fratello. Ci si scambia i giochi, perché costano tanto, e ci se li scambia ubbidendo al rigido principio fisico del cazzomannaggia.
E così, un giorno, sulla mensolina dei giochi trovi un Resident Evil manifestatosi al posto di, boh, Bust a Move 2 (Puzzle Bobble 2), diciamo. Non c'è il manualetto e la custodia è crepata, ma chissene, finalmente puoi giocarci per un po'. Per un po' = fino al 2019.
Ché poi quell'amico di tuo fratello è scomparso, rapito dagli alieni, e quella copia del primo Resident Evil ce l'hai ancora te.
Inizi a giocarci in modo folle. Non tanto perché facevi le ore piccole a dare coltellate agli zombie e cercare chiavi, spostare statue. Quello tutti, quando si era giovini e forse. Quanto perché hai la memory card piena, non puoi cancellare niente e - esatto - mancano i fondi per comprarne un'altra.
Così ti fai un Resident Evil Uno superhardcore, che altro che ink ribbon contati: quando crepi, riparti da zero. Giochi ogni volta tutto dall'inizio, senza salvare mai. In paradiso viene attivata una speciale task force per frenare le onde di paganesimo che si propagano, con epicentro casa tua, ogni volta che qualcosa o qualcuno ti uccide.
Sessioni di gioco di sette ore, e se caschi dal sonno lasci semplicemente in pausa e riprendi appena puoi. Per alimentare la tua Pleistescio sempre accesa, viene costruita a Rende la prima centrale nucleare calabrese.Solo in seguito, quando, munito come ogni videogiocatore cristiano di una memory card arruolabile per la pugna, te lo rigiochi più e più volte con calma, scopri che ti eri perso per strada il lanciarazzi (ecco a che minchia servivano quei fire e acid rounds che continuavi ad accumulare) e un altro paio di cose.
Ti saresti risciroppato negli anni a venire il tutto almeno altre dieci volte in tanti altri formati, tra Director's Cut, Saturn, PC, DS, remake per GameCube, remastered. Avresti fatto un volo Tokyo - Roma cercando di ricordare come diavolo mettere in ordine i quadri della pinacoteca, perché il testo di quella copia nippa del gioco per Nintendo DS era tutto in giapponese.
Avresti accumulato merchandising di Resident Evil di ogni tipo, dai romanzi ai pupazzetti, come tutti, in quei tardi anni 90 troppo psicotronici. E avresti perfino scritto un raccontino su uno dei personaggi che si vedono nelle foto di questo post. Ne riparliamo dopo.
Ma non riesci a descrivere le emozioni raw che ti hanno dato quelle prime partite, quelle prime porte che ti salvavano da morti viventi molestatori che ti pescavano sprovvisto di proiettili e a un passo dal ciaone, sul filo rosso del mo' muori.I ragnoni (l'ideale per uno come te, guarda), il serpentone, la piscina dei serpentelli, lo squalo... e soprattutto quei cani bastardi sfondafinestra. Mortacci loro e di chi non glielo dice con la mano alzata, mortacci loro. Morirai con qualche anno d'anticipo, ché un paio li hai persi per un accrocchio di pixel a forma di cane che ti ha fatto venire un infarto quando avevi vent'anni.
2. EINS ZWEI POLIZEI
Resident Evil 2 fu soprattutto la grande attesa di Resident Evil 2. Prima del lancio, prima di quell'aprile del '98, c'era stata la demo, messa in piedi per venderti l'edizione Director's Cut del primo gioco. E siamo forse selvaggi con l'anello al naso, Capcom? Chi mai potrà cascarcECCOLO. Ché nel '98 scrivevi già le tue brave recensioni, guadagnavi già dei soldi, potevi spenderli in edizioni superflue di giochi già giocati e rigiocati, no?
La demo a tempo di Resident Evil 2. La corsa disperatissima per vedere quanto più possibile di quella stazione di polizia prima del gong. Esperimento sociale riproposto in modo efficace con la demo del remake, qualche settimana fa.
Quando il gioco completo finalmente si materializzò, la Pleistescio era già un fenomeno globale che stava inghiottendo l'Italia e il Mondo.La carboneria rendese di PS1 si era sciolta e i giochi originali non li scambiavi manco più con tizi di Roma attraverso le inserzioni su portaportese, ma grazie ai primi contatti su Internet.
Non quelli di ICQ, gli altri.
Giochi alla morte anche questo secondo Resident Evil, chiaro. Più e più volte, fino a ritrovarti in compagnia di un panetto di tofu. E nel complesso lo trovi un gioco più completo e rifinito rispetto al primo Resident Evil, ma non ti scatta lo stesso amore. Il primo era tematicamente più coeso, la magione era più affascinante della stazione di polizia/museo, questo, quello. Ciò che ancora non sai è che:
- Leon tornerà come protagonista di quello che per anni sarebbe stato l'ultimo grande Resident Evil, nonché l'ultimo diretto da Shinji Mikami.
- Con Shinji Mikami avrai dieci anni dopo una surreale chiacchierata in cima a un grattacielo di Roppongi.
- Claire Redfield apparirà in tutta una serie di film di Resident Evil, interpretata dalla tizia di Final Destination con l'aria scazzata.
Ah, la prima volta, ovviamente, finisci il gioco ritrovandoti con dei pezzi in più pure qua. Don't ask.
3. INERMESIS
Resident Evil 3: Nemesis arriva troppo tardi, un po' in tutti i sensi. È corto, ha una storia ancora più assurda delle precedenti, è ambientato nei vicoli stretti e nei parchi della non vittoria di Raccoon City e non in un edificio enorme. È, soprattutto, troppo action. E azione per azione, sei già in fissa totale con gli FPS su PC, in quell'inizio del 2000 lì.
Jill Valentine ritorna, in versione superscosciata da tigre del sabato sera, ed è inseguita da questo frantumarazzi del Nemesis, una sorta di T-1000, lo stalker più brutto del mondo. Le riviste tipo Edge si fanno le pippe per la grafica pazzesca, tu rimpiangi le salette e gli enigmi scemi del primo Resi. Ci giochi poco, lo molli, lo finisci solo mesi dopo, quando devi pupparti per lavoro la versione PC.
Ma c'è già il Dreamcast, là fuori, e sta arrivando la PlayStation 2. Il mondo del videogioco sta rapidamente cambiando faccia un'altra volta. Quasi tutto quello che sulla PS1 ancora usciva, superato il 2000, lo avresti al massimo riscoperto dopo (lo sparatutto per lightgun Resident Evil Survivor incluso), intanto c'hai da giocare Code Veronica su Dreamcast.
Ma quella è un'altra storia. E a proposito di storia.
Il raccontino sul primo Resident Evil. Lo scrivesti per un concorso sul forum TFP, quindici o sedici anni fa, e voleva essere come uno di quei diari disperati che si trovano nel gioco. Credevi fosse andato perduto, ma è saltato fuori da un archivio su un vecchio hd. E boh, eccolo.
Ho freddo, ho paura.
Sapevo che venire a stare quassù si sarebbe rivelato, presto o tardi, un errore.
Sono nato giù in centro, a Raccoon City, a due passi dalla stazione di polizia. Qui sui monti Arklay mi sono trasferito solo l’anno scorso. A vederla da lontano, questa vecchia villa non ispirava niente di buono. Quando, più giovane, mi spingevo fin qui con i miei amici in cerca di avventure, non ho mai voluto avvicinarmi alla costruzione. Poi gli uomini della Umbrella mi hanno offerto un posto, mi hanno dato vitto e alloggio, e… beh, non mi trovavo decisamente nelle condizioni di poter rifiutare un’offerta di questo tipo.
Una volta qui, ho scoperto che la magione è veramente enorme. Certo, a me è stato permesso di entrare solo in poche aree, ma le voci e i rumori nel sottosuolo davano l’idea di un complesso gigantesco, laggiù. C’erano decine e decine di persone che andavano avanti e indietro dai livelli inferiori. E poi strane gabbie, e persone in camice, e uomini con occhiali scuri e abiti eleganti.
Da principio tutto sembrava andare per il meglio: il mio lavoro era semplice, molto semplice. Certo, sorvegliare il lato esterno di una vecchia casa coloniale, quando sai che le cose più interessanti avvengono al suo interno, non è il massimo della vita e a volte ti annoi da morire. Ma spesso non ero da solo durante i turni di guardia. E in compagnia di un collega, le fredde notti di veglia, avvolti dall’umidità della foresta Raccoon, passano più in fretta.
Poi, all’incirca una decina di giorni fa, è iniziato tutto.
Una sirena è risuonata a lungo sotto terra, seguita da urla strazianti, di agonia. Quindi il silenzio.
Che fosse successo qualcosa di terrificante, che un incubo orrendo avesse preso piede qui, trai monti che sovrastano la vecchia Raccoon City, io e il mio compagno l’abbiamo capito presto.Abbiamo iniziato a cambiare. A mutare.
Sento il dolore straziarmi la carne, e nell’immagine agonizzante del mio simile vedo riflessa la trasformazione che sta interessando anche il mio corpo.
Convulsioni, dolore.
Ho la mente annebbiata, ho freddo, ho paura. Ho paura.
Un altro giorno. Più il tempo passa, più sento la mia lucidità abbandonarmi. La mente annebbiata da una rabbia antica, gli occhi appannati dalla follia. Sento la pelle tendersi, lacerarsi sotto la pressione dei muscoli sottostanti. Il sangue mi cola copioso dalla bocca. Guardo il mio compagno, e assieme urliamo al cielo buio la nostra disperazione.
Poi un rumore, dall’interno della casa, richiama la nostra attenzione.
Cerco di mettere a fuoco i pensieri, di allontanare la rabbia, ma quando il mio collega si getta contro la finestra, mandandola in frantumi, serro gli occhi e salto dentro anch’io. Atterro in un corridoio lungo e illuminato in modo sinistro. A terra un tappeto consumato dagli anni, sulle pareti una vecchia carta da parati ingiallita, addossata a un muro una fila di cassettiere.
Il “rumore” è una donna che cammina verso di noi.
È alta, con i capelli corti a caschetto coperti da un basco blu. Indossa una camicia celeste, con spalline imbottite blu, guanti tagliati sulle dita, pantaloni e anfibi militari. Stretta nel pugno destro una pistola, il palmo sinistro tenuto aperto sotto il calcio di metallo nero.
La fisso perplesso. Il mio compagno si getta su di lei, e la donna fa fuoco. Una, due volte.
Vedo il corpo del mio collega accasciarsi in un angolo in una pozza di sangue. La massa di carne collassare su se stessa, priva di vita.
Resto immobile. Su una targhetta, sull’uniforme della donna, leggo “Jill Valenti…”
Il proiettile mi buca il collo.
Cado riverso su un lato. Sento la vita abbandonarmi e non capisco. Avevo tenuto a freno la rabbia…
Agito tutte e quattro le zampe in preda a un rantolo, e affido a un guaito il mio ultimo respiro. Che fine da cani…
E sì, il finale faceva schifo. Prossimo capitolo di Gli anni di Pleistescio? Le botte.
Ricordo ancora quando, a casa di un'amico dotato di pleistescio , vidi l'intro del primo resident evil.
RispondiEliminaCredo di aver detto qualcosa tipo "Capolavoro assoluto" e anche io da allora ho seguito qualunque cosa avesse a che fare con questa saga, che si trattasse di pupazzeti, libri, fumetti o altro.
Il raccontino non è niente male Doc, ok il finale magari si può correggere ma l'idea era ottima, ma poi hai vinto il concorso??
No, sono arrivato secondo, tipo. :)
EliminaNon so vale uguale ma il problema che hai avuto tu con resident lo ebbi anche io con il primo barbarian psygnosis. Solo che a me capitò per ignoranza pura. Non sapevo che si potesse salvare nei videogiochi (ero abituato in sala giochi) e me lo rigiocavo ogni volta dall'inizio. 😱Sarà per quello che ora non patisco se devo rifare un boss anche una decina/ventina di volte prima di sconfiggerlo.
RispondiEliminaRicordo un vecchio post in cui citavi i cani di RE e il fatto che provavi qualcosa nei loro confronti visto il numero folle di uccisioni che avevi fatto nei loro ranghi. Dei cani e del corridoio a "L" ricordo molto bene la scena raccontata nel racconto e di come è finita la prima volta per me: l'ultimo cane ucciso con l'ultimo proiettile della beretta e io che punto verso il cadavere e continuo a premere fuoco mentre la pistola fa "click click click...". Non mi ero accorto fosse morto e che la pistola fosse scarica per colpa dello spavento pazzesco che mi ero preso, maledetti cani zombi.
RispondiEliminaPer RE2 ho già scritto di come lo finii e come mi appassionarono molto le figure dei vari personaggi. RE3 mai finito. Gioco mai veramente coinvolgente come i due predecessori. Anche quest'ultimo giocato a casa dei cugini che presto passarono alla PS2 e mi impedirono così di continuare a giocarlo.
Ooh, finalmente.
RispondiEliminaInutile dire che il gioco a cui sono piu' legato e' proprio il secondo episodio. Giocata fino alla nausea la demo in omaggio con il Director's Cut del primo (bella fregatura. Non il gioco, eh. Ma il fatto che una rivista, all'epoca, disse che l'intro ERA FINALMENTE IN VERSIONE INTEGRALE. Pure nella recensione. Mai sentito parlare del termine frode, signori?), e poi le demo a tempo date sempre coi giornali specializzati.
Per poi comprarlo, e giocarlo e rigiocarlo piu' volte.
In effetti e' il Resident Evil a cui ho giocato piu' di tutti.
Meglio del primo, per certi versi. Piu' corto, vero. Ma solo perche' non eri costretto a fare avanti e indietro per quella cavolo di villa. E, come dicevo, rigiocabilissimo. Bello anche il terzo, ma ormai...era fuori tempo massimo. E poi molte ambientazioni erano mezze riciclate dal precedente. Ma Nemesis rimane uno dei mostri piu' spaventosi dell'intera saga.
Ma veniamo all'aneddoto di quando l'ho comprato.
Non so se ti ricordi, Doc...ma nel periodo successivo alla distribuzione ci furono alcuni problemi con la censura. Alcune associazioni di genitori lo criticarono per l'eccessiva violenza, e per le EVIDENTI ALLUSIONI SESSUALI (te la ricprdi la storia del LECCATORE, Doc?). E trovarono il solito magistrato in cerca di fama facile che ne ordino' il sequestro di centinaia di copie. Pensavano di sgamarla, i furboni. Ma poco dopo si resero conto che prendersela con la Sony non era come prendersela con Nintendo e Sega, che si appoggiavano a Mattel/Gig e Giochi Preziosi per distribuire i loro titoli.
Si ritrovarono sul collo il fiato di un colosso assetato di sangue, inkakkiato nero per essersi visto bloccare il suo gioco di punta subito dopo il lancio.
Fini' in niente, a parte la rottura di pelotas di molti negozianti che dovettero provvedere ad andarsi a riprendere le copie sequestrate per conto proprio. In certi casi fino a Roma, visto che erano bloccate li'.
Per qualche settimana ci fu una certa penuria di copie, visto che le poche che avevano raggiunto gli scaffali andarono esaurite prima di subito.
Quel giorno avevo appena ritirato la paga ed ero andato a Milano per prenderlo. Avro' girato quattro negozi...nisba. Finito.
Stavo tornando a piedi alla macchina, scornato e anke parecchio incazzato.
Ero in zona San Siro. A quei tempi avevo un rito: piazzavo la macchina a Trenno e mi facevo tutta una vasca a piedi fino a Console Generation, in via Capecelatro. Mi aiutava a pregustare il gioco che di li' a poco avrei preso.
Stavo facendo ritorno mesto mesto alla macchina, quando butto l'occhio sulla vetrina del classico negozietto che faceva da edicoka/cartoleria/prodotti per scuola/ufficio/giocattoli. I BELEE', si chiamava.
E vedo...una copia di Resident Evil 2.
Entro raggiante e parlo con i due gestori. Marito e moglie, piuttosto anziani. E molto cordiali e simpatici.
Gli indico il gioco e la sciura mi fa, in dialetto: "Oh, guardi...deve essere roba per il computer...io non e' che son molto pratica, mi deve scusare. Faccia lei..."
Non saro' mai grato abbastanza a quei due cari vecchietti. E infatti da li' in poi, ogni volta che mia mamma aveva bisogno di qualcosa per l'ufficio (faceva la contabile, ai tempi) andavo sempre a comprarla li'.
Oggi quel negozio non esiste piu'. Da anni. E di quei due signori non ho saputo piu' nulla. Probabilmente hanno il loro negozietto lassu', tra le nuvolette. Il Resident Evil 2 che ho in casa e' l'unico ricordo che ho di loro.
Piccolo particolare inquietante: duecento metri piu' avanti in direzione dello stadio da dove si trovava quel negozietto, c'e' il punto esatto dove, lo scorso 26 Dicembre, e' morto l'ultra' durante i tumulti di Inter - Napoli...
Anche io sono stato un super appassionato di RE2. Preso come già scritto in un piccolo negozietto sgualfo che non esiste nemmeno più, che come stile ricordava gli ambienti di New Orleans visti in Angel Heart, da un tizio anzianotto e un pò ambiguo, pagato la bellezza di 98 mila lire, che nel 1998 erano soldi!! Soldi guadagnati consegnando le cartelle esattoriali, che se non sono morto per qualche anatema in quel periodo è perché avevo davvero un angelo che mi proteggeva. In ogni caso ricordo ancora quando mio fratello arrivò un giorno a casa con la Playstation e una copia di RE Director's Cut, con la demo di RE2. A dire il vero non ho mai amato troppo il primogenito, era sicuramente innovativo e molto d'atmosfera, nonché smaccatamente horror con i filmati in CG, però non mi ha mai preso così tanto... Sarà l'ambientazione della magione che non trovavo esaltante, oppure i protagonisti che non mi hanno mai colpito per carisma. Mentre giocando con la demo del seguito, invece, cresceva la voglia di addentrarmi nei meandri cittadini accompaganto da una svolta più action, accompagnato da un protagonista molto più cool, sia perché era uno "sbarbatello" alle prime armi, comunque piuttosto in gamba nonostante fosse un pò ingenuo, sia perché era ggiovane come ero io ai tempi, c'era un'identificazione tra giocatore e protagonista molto più forte rispetto a RE.
EliminaPiccola divagazione: anche io ero studente squattrinato e in più appassionato nintendiano, con il mio bel N64 pagato uno sproposito. Avevo preso Turok ma non avendo soldi per la memory card o come cavolo si chiamava e dovevo tutte le volte rigiocarlo dall'inizio, cercando di arrivare sempre più in là, tempo permettendo, ma ai tempi non era un problema. Inutile dire che ero diventato un vero speedrunner, sapevo come centellinare i movimenti della piccola leva del controller tricornuto come un vero Maestro Jedi. Forse solo con Goldeneye ho raggiunto un grado di specializzazione così elevato in un gioco.
Me lo presto' un amico per il Saturn (pensa te, la sindrome del cavallo perdente di Zerocalcare a volte...) e me ne innamorai. snobbato il due (giocato il remake su Dreamcast pero'), mai giocato il terzo, adorato Code: Veronica.
RispondiEliminaI cani zombie sono probabilmente il piu' grande spavento vissuto davanti a uno schermo.
Oltre che al vetro della finestra, i bastardi infrangono Quello che tutti credevamo essere un assunto basilare dei videogiochi: puoi ripetere le stesse azioni, passare per gli stessi corridoi, parlare agli stessi personaggi e aspettarti il medesimo risultato finche' il giocatore non attiva (scientemente e in maniera inconfutabile) un qualche trigger - abbatti un boss, inserisci un crest, risolvi un enigma. I pezzentissimi cani invece
*ROVINATORE PER QUEI 2CHE SONO VISSUTI SOTTO UN SASSO PER GLI ULTIMI 25 ANNI*
Sfondano il vetro dopo un certo numero di passaggi - se non ricordo male.
*FINE ROVINATORE*
Questo giocare con le convenzioni dei videogiochi ricorda per certi versi il "would you please" del primo Bioshock, ma qui divago.
Ancora più bastarda la situazione del Remake per GC.
EliminaOrmai ti aspetti i cani lì, senti il vetro infrangersi e...
dopo..."le botte"? Quindi Tekken?
RispondiEliminaFiniti tutti e tre, il terzo più per "tradizione" che altro (e infatti fu l'ultimo RE che giocai). Ricordo con più affetto il secondo del primo, anche perché mi intrigava molto la storia intrecciata con doppio avvitamento carpiato e la scelta del personaggio con il disco, ma quei cani li ricorderò sempre con un misto di terrore e raccapriccio. Anni di vita persi...
RispondiEliminaho da sempre un dubbio riguardo la copertina di R.E.2 e magari tu Doc sai la risposta: lo zombi in bianco e nero (quello dell'immagine che hai postato tu) a me da sempre ricorda qualche immagine da film, è per caso un frame di qualche film di Fulci?
RispondiEliminami somiglia ad uno degli zombi di "Paura nella città dei morti viventi" o di "Zombi 2", può darsi?
Non ne ho idea. Ma so per certo che diversi membri del team erano in fissa con Fulci, stimatissimo dai fan dell'horror in Giappone. Jun Takeuchi, che anni dopo sarebbe diventato il producer di Resident Evil 5, faceva già parte della banda ai tempi di Resident Evil 2.
EliminaÈ un aneddoto che ho raccontato diverse volte, ma quando l'ho incontrato per la prima volta, nel 2008 a Osaka, siamo rimasti a parlare di Fulci per un pezzo.
Qui dovremmo evocare l'antrista ANR102, ché ne sa sicuramente di più. Ale? ;)
mi permetto di intromettermi nella conversaizone, solo per dire che anche a me ha sempre ricordato la locandina di un film di Fulci e in particolare "Zombi - the dead walk among us" date un'occhio all'immagine
Eliminahttps://1.bp.blogspot.com/_dA470EhFkaE/SgjEbfw9xiI/AAAAAAAAANY/DIabXSjzGNg/s320/zombie-fulci.jpg
Ai cani del corridoio direi MORTACCI VOSTRI pure con la voce di Mike Bongiorno, mannaggia all'extrasistole.
RispondiEliminaRE1 idolatrato (soffro perché la mia poraccitudine non mi ha permesso si mettere le mani sul remake per GameCube), RE2 amato molto (soffro perché la mia poraccitudine non mi permette di mettere le mani sul remake per PS4/XB1/PCfigo). Su RE3 non ci sputo per niente, molto meno romantico ma la carica arcade aggiuntiva (su una serie già di per sé arcade) me la sono goduta parecchio.
Condivido l'aneddoto sulla demo di RE2, con la cumpa si organizzavano maratone di demo cercando la run perfetta, per riuscire ad arrivare il più in là possibile (lo stesso è avvenuto con la demo del primo MGS).
Faccio un mini off topic anche se si parla sempre di horror Capcom: Io ero in fissa per Dino Crisis, il sogno bagnato di ogni ragazzino appassionato di Jurassic Park e dinosauri. Non ringrazierò mai abbastanza Capcom per aver dato vita a quel videogame. Con un amico l'ho finito più volte, fino a sbloccare tutto lo sbloccabile: lui si occupava degli enigmi e io dei nemici. Quanta ansia quando entravi in un corridoio e sentivi solo il dannatissimo ticchettio dell'artiglio dei raptor sul pavimento...
RispondiEliminaDoc, secondo te c'è una remota possibilità che Capcom valuti un remake in stile RE 2 anche per Dino Crisis?
Io ricordo bene quando un mio amico (a cui è scomparso di recente il padre) comprò la rivista di "Giochi del Mio Computer" con il cd che conteneva la demo del primo Resident Evil.Sarà stato il 98 o giù di lì..ed io ero un ragazzino di14/15 anni senza una lira (ancora c'erano)senza la play e senza un pc decente.(il gioco richiedeva la 3dfx,la mi1tica scheda grafica che potevi comprare a parte e che costava una cifra e molta ram per quei tempi).
RispondiEliminaAnche per la demo del primo capitolo c'era un timer come per il RE2 per la play. Però questo mio amico lo giocava SEMPRE. Al punto che io stesso mi ero imparato a memoria la prima parte del gioco nella fottutissima magione. Per essere una demo era abbastanza completa anche se l'intro (girata come un film)era a bianco e nero e non a colori come nella versione completa. E niente,faceva cagare in mano.Forse nessun gioco era stato più angosciante fino a quel momento del primo RE ambientato ancora nella prima parte della magione,con quella stanza con quel dannato orologio a dondolo.Gli zombie che non sapevi ancora come prendere bene la mira e sparare (e quindi scappavi terrorizzato) E si,anche i cani infami.Maledetti CANI INFAMI.Ad ogni modo vidi giocarlo sempre da questo mio amico tutto il gioco fino alla fine e perdeva un sacco nella parte dei laboratori per quanto riguarda l'horror.Ma la prima parte mi ricordo che fu un'esperienza al limite del traumatizzante per noi regazzini.
Ahimè mai giocato al primo ma il secondo...beh il secondo ha fatto da sfondo a un periodo preciso della mia vita e quando ripenso a uno non posso che pensare automaticamente anche all'altro. Avrei davvero una miriade di storie da raccontare legate a R.E.2 ma parlerò di un fatto successo recentemente: stavo sognando di essere inseguito da un'orda di zombie. Era uno di quei sogni pressanti da cui, nonostante il terrore, fai fatica a svegliarti. Bene, probabilmente la mia mente per venirmi in aiuto ambienta il tutto in una stazione di polizia. Da quel momento il suddetto incubo si trasforma in uno di quei piacevoli sogni che si mescolano ai ricordi d'infanzia (ok, ero più grandicello quando ci ho giocato ma mi avete capito). Questo credo sia un buon indizio per comprendere quanto siano state centrali nella mia gioventù le spericolate avventure del signor Kennedy (che non ha mai imparato a mescolarsi con forza i genitali ogni volta che inizia un nuovo lavoro) e la ricerca di quella maledetta chiave di picche.
RispondiEliminaHai scritto qualcosa sulla tua chiacchierata con Mikami a Roppongi?
RispondiEliminaSe sì, mi piacerebbe leggerla
Non mi pare...
EliminaDottore, un O.T. in aiuto di un povero bibliotecario spaesato.
RispondiEliminaVorrei abbonare la biblioteca in cui lavoro a una serie Marvel; vorrei che fosse abbastanza recente, in modo da poter recuperare facilmente i numeri precedenti. Un consillllllio?
Amazing Spider-Man, sono ripartiti dal numero 1 di recente (saranno arrivati al 7 o giù di lì).
EliminaAlmeno fai contenti un po' di ragazzi :)
Grazie Dotto'!
EliminaIl licker che sfonda il vetro della sala interrogatori in RE2 mi fermo il cuore per almeno 5 secondi mannaggiaiaprogrammatori
RispondiEliminaGiocai RE1 su PC nel 97, ricevendo i cd tarocchi da un mio amico, lanciatissimo in settore pc/console, che mi informò anche che "tra poco esce il due". Mi misi in testa di giocare con Chris, tanto per fare il duro, trovando notevoli difficoltà: non solo si doveva sempre usare i rotolini per salvare (per Jill era gratis), ma non si poteva usare nemmeno il lanciarazzi (un amico mi chiedeva "l'hai trovato il bazooka?" "quale bazooka?").
RispondiEliminaArrivato al boss finale (Tyrant v1.00 con braccio-spadone) andai in crisi. Il fellone non moriva mai, e alla fine dello scontro il battito cardiaco era accelerato in modo preoccupante. Ma non quello di Chris nella schermata dell'inventario, il mio, avevo le palpitazioni!
Riuscii a finire il gioco, ma poi mi dissi "con questi survival horror sarà bene darmi una regolata" e lasciai la serie per diversi anni, ritornando solo con RE4, con cui appunto si era cambiato genere.
Poi di recente ho provato il remake di RE2 e... dannato Tyrant, mi dà ancora l'ansia!
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RispondiEliminaDa me in un'isoletta del mediterraneo il 96 fu troppo presto per giocare al primo, nessuno aveva una console nè tanto meno un pc. Ma nel 1998 un nostro amico si fece comprare un pc (credo un pentium 200 mmx) e così quella fu l'estate di resident evil 2. Praticamente la notte eravamo in una decina da lui a giocare e giocare, a testa, sembrava una cosa bellissima. La prima volta che i corvi sfondarono le pareti ci fu il finimondo...avevamo 17 anni e fu un'estate fantastica
RispondiEliminaRacconto fantastico
RispondiEliminaSu Dino Crisis la vedo dura.
RispondiEliminaSpecie dopo il terrificante terzo capitolo su Xbox.
Nel senso che non era un gioco horror, ma un orrore di gioco.
In tutti i sensi.
Però il primo non era niente male, i dinosauri "svecchiavano" l'ambientazione e le dinamiche action erano ben implementate. Ricordo ancora che una nota catena di videogiochi di Torino lo vendeva in promozione con uno sconto del 20% agli studenti e che mi ero per questo motivo fiondato a comprarlo. Volevano poi fare i furbetti e applicavano uno sconto più basso, ma essendo studente ma non deficiente ho fatto valere le mie ragioni e l'ho portato via al prezzo previsto (anche perché non avevo soldi in più e figurati se ai tempi avevo bancomat o carta di credito)!!
EliminaX Daniele:
RispondiEliminaPero' era incredibile, davvero.
I giochi per PS1 si trovavano un po' dappertutto.
Persino nel lattaio sotto casa, a momenti.
E poi le pubblicita' sui cartelloni, gli spot in tv...ci furono cose davvero MAI VISTE, almeno qui in Italia.
Per forza che poi la Pleistescion divenne un MUST HAVE, una cosa da avere a tutti i costi.
Faceva tendenza. A momenti era uno status symbol manco si trattasse di una BMW o di un Rolex.
Mi ricordo che la comprarono un sacco di gente (anche miei amici e conoscenti) a cui non fregava assolutamente nulla, di videogames.
Ed infatti, tempo un mese, le vedevi sugli scaffali a prendere polvere.
Perche' molti di loro solo dopo capirono che, per usarla, te ne deve fregare almeno un minimo di videogiochi...
Hai perfettamente ragione, infatti il grande merito della Play è stato quello di sdoganare il videogioco presso le masse, complice anche un'azzeccata campagna marketing, che la proponeva alla stregua di un elettrodomestico che tutti dovevano possedere. In più anche la facilità con cui era possibile modificarla e la pirateria hanno contribuito al successo. Come il Doc avevo uno spacciatore ligure che mi forniva di qualunque titolo volessi... Buona serata
EliminaOddio che hai tirato fuori!!!
RispondiEliminaIo avevo la playstation, ma non avevo RE1. Ce l'aveva mio cugino, che però era più piccolo di me e si cacava sotto, quindi andavo io da lui, io guidavo e lui faceva da navigatore. Oltre ai cani bastardi vorrei ricordare anche le mani che sfondano una finestra e cercano di afferrarti, che sballo perdere quei 2/3 battiti ogni volta.
Per RE2 invece ero reduce da un brutto incidente col motorino ed ero in convalescenza sulla sedia a rotelle, venivavno tutti gli amici (cugino compreso) per organizzare seratone a caccia di zombie, e non si andava avanti se non eravamo tutti. Finito con un personaggio poi era d'obbligo rifarlo con l'altro.
Il 3 avevo talmente smania che l'ho fatto in giapponese senza capirci un cavolo.
Quello con la pistola l'ho fatto più per devozione che per altro, ma lasciava veramente a desideare.
E per restare in tema aggiungerei anche Parasite EVE . e il primo Dino Crisis .... che tempi
RispondiEliminaNon avendo mai avuto una pleistescio (sì, davvero) non avevo neanche mai visto il gioco, ma devo dire che fa molto Alone in the Dark.
RispondiEliminaIo quando uscivano quei giochi stavo ancora a ciucciare il latte, quindi su PS1 non ci ho giocato. Ho recuperato di recente il remake per GameCube, però. (Cioè, la versione PS3. Cioè, quella PS4) E devo dire che è uno dei miei giochi preferiti ever, tanto che ho deciso di recuperare tutta la serie. Sto già giocando 0 (che è difficilissimo mannaggia a morte) e ho 4, 5 e 6 in attesa sulla PS4, presi approfittando dei 15€ in tutto che costavano sotto Natale.
RispondiEliminaPoi col tempo (soldi permettendo) mi piglierò anche il remake del 2. Spero solo che giocare REmake per primo non mi abbia settato degli standard troppo alti...
Non avevo la Ps1 ma per un giro di mano mi ritrovo una manciata di original Ps1 tra cui MGS ed i Resident Evil . Sto rigiocando MGS ed ora mi hai fatto venire voglia dei R.E :)
RispondiEliminaSi, penso che quel dobermann zombi che sfonda la finestra ci ha segnato un po' tutti. Credo sia stato il primo jumpscare videoludico di molti di noi.
RispondiEliminaIl terzo non l'ho mai giocato. :/
Figo il racconto, e bello il sorprendente finale!
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