Il disco di Tron s'è scassato

Ieri sera sono stato a Scalea che mia madre e mia zia mi hanno portato a vedere un concerto di Tochìgno che è uno che canta in una lingua strana dei calciatori e non si capisce niente ma io ero felice lo stesso, perché al bar c'era una lattina di pepsi dei puffi e c'ho trovato puffo quattrocchi quello che tutti lo picchiano a sangue anche se porta gli occhiali. E oggi ero un po' stanco in spiaggia e non c'avevo voglia di scavare le trincee di guerra in cui cadono le vecchie ma Luigino m'ha detto preparati che oggi andiamo a vedere il videogioco più bello del mondo [...]

Dice Luigino che questo gioco è talmente bellissimo che devi pagare anche solo per guardarlo, come l'anno scorso quando era arrivato il gioco col cartone animato del cavaliere che muore mille volte e tutti si spingevano per guardare che uno s'è pure rotto le lenti e costava un sacco e non riuscivamo ad andare avanti e Ruttazzo si è agitato e ha iniziato a dare calci al cassone dove c'è scritto dragonz lei in onore della principessa da salvare truccata come la Carrà e allora si è agitato pure il Signor Vincenzo il proprietario del bar che c'ha detto 'Nghjemmon, mo veng là e t'ammengh, faccje d trè d mazz, che non so cosa vuol dire ma lo voleva picchiare davvero come a Quattrocchi, che poi quello che porta i giochi gli faceva pagare i bozzi dove si mettono i gettoni.

Però questo gioco bellissimo del film Tron che non l'ho visto ce l'hanno solo alla sala giochi Las Vegas sulla strada spaziale che è uno dei tre luoghi in cui i nostri genitori ci hanno proibito di andare e l'unico in cui non andiamo mai perché lì i bambini morti sotto le macchine ci stanno davvero. Ogni volta che ci passiamo con la macchina c'è un incidente e mio padre dice Qualcuno si deve ricordare quest'estate povera gente. Ma Luigino parlava e Ciro ascoltava e Agostino si stava cagando sotto e Ruttazzo era a casa in punizione perché s'è perso la sorellina fuori dal parco e la madre gli ha dato uno schiaffo così forte che mo sembra un'indiano siù di Tex truccato, e allora Ciro a un certo punto ha detto Prendiamo le biciclette dei grandi così sulla strada spaziale ci vedono e non ci mettono sotto.

Allora io c'ho detto Ma scusa Ciro tuo fratello e gli altri ragazzi grandi ci uccidono se gliele tocchiamo e poi manco ci arrivo ai pedali come facciamo non ci sta più manco il muretto per partire al volo, ma lui ha detto Siamo noi i grandi adesso. C'abbiamo quasi dieci anni. 

E allora siamo saliti in quattro sulla bici nera da postino del padre di Agostino che mio papà dice che è una di quelle rubate e ricolorate e sulla graziella verde del fratello di Ciro con le ruote antiproiettile e siamo partiti veloci e coraggiosi che ci sentivamo l'A-Team, anche se non c'era Ruttazzo a fare il negro come per gli Acchiappafantasmi di Santa Maria del Cedro.

La sala giochi Las Vegas era in un posto pericolosissimo sulla strada spaziale pieno di macchine e camion e gente straniera che veniva tipo da Milano e comprava le sigarette e le mazzarelle di carta piene di gettoni al punto telefonico e i panini con la mortadella per andare a fare il bagno nel fiume Lao che poi mio padre s'incazza che giù non si pescano più le spigole. C'era questo cartello bellissimo con su scritto Las Vegas e noi sognavamo già il posto più bello del mondo e ci dicevamo chissà quanti giochi chissà quante ore ci staremo qui dentro di nascosto chissà quanto ci divertiamo mamma mia. 

Anche se c'eravamo scordati i soldi e in tutto c'avevamo duecentocinquanta lire.

E siamo entrati e il gioco bellissimo era lì all'ingresso ed era davvero bellissimo. C'era il gioistìk azzurro gigante e un ragazzo che ci giocava che era il cugino di Luigino e Luigino diceva che era uno nobile suo cugino Nico di Caserta, figlio dell'Imperatore della Svizzera. E Nico si è aggiustato la mutanda nel pantaloncino da dietro e agitando il gioistìk azzurro ha detto Guà Luì! È gruoss comm o pesc' mie! 

E Ciro ha detto Si vede proprio che è figlio di un imperatore.

Solo che il gioco Disco del Trono era bellissimo solo da fuori e quando abbiamo provato a giocarci era una schifezza che dovevi lanciarci solo i raudi a un altro vestito da vigile e abbiamo perso subito le duecento lire e Agostino ha detto Meno male che non c'è Ruttazzo se no gli rompeva pure questo. E allora eravamo tristi e delusi e pensavamo che chi ce l'aveva fatta a rischiare la vita sulla strada spaziale e Agostino diceva Mo' mio padre mi prende pure a calci in culo per la bici. 

Ma abbiamo visto come una luce e dal buio dei cassoni vecchi è uscito Mimmo Merlino. Aveva gli occhiali da sole e il giubbino di jeans senza maniche come quelli che nei film c'hanno un sacco di donne e fanno impennare le macchine tipo Celentano e ci ha detto Questa non è roba per voi ragazzi. E noi non sapevamo se dire Sì sì o inchinarci.

Per fortuna prima del tramonto c'avevamo le lezioni con il nostro maestro Gigino da casavatore che è il maestro di combattimento più figo che c'è che solo lui ha delle ciavatte superspeciali tutte nere di gomma per correre sui muri che si chiamano giapponesi mica come le nostre champ che si scollano se superi gli otto metri. Un giorno Ciro gli ha chiesto Maestro ma perché se sono giapponesi sotto c'è scritto pirelli? E lui ha risposto Perché pirelli a tokio vuol dire Ti uccido se mi guardi storto, e tutti noi abbiamo detto Quante ne sa il maestro Gigino.

Allora ci stavamo allenando con i bastoni che poi erano le scope che avevamo preso a casa e io avevo imparato a farlo girare velocissimo il mio e mi sentivo pronto ad affrontare tutti i nemici mortali della quarta elementare come i ninja uccisi dal maestro gridando Pirell'a mammt!, tranne quando mi cadeva per terra e gli altri dicevano Parappà figurimmè e mi veniva un po' da piangere ma poi mi ricordavo che i guerrieri non piangono mai. Arricordatv, guagliò: 'nu guerrier un chiagn! ci diceva sempre il maestro Gigino da casavatore. 

E la sera dopo l'abbiamo visto che piangeva.

Eravamo sul mio terrazzo che io abito al piano terra ed è bello ci sono gli alberi e il giardino e le sedie e i canarini e l'altra sera è entrato un geco e siamo stati svegli fino alle tre per trovarlo che mia madre non ne voleva sapere di far finta di niente e strillava come l'aquila. Eravamo lì e stavamo guardando un granchio che era rimasto attaccato al retino da pesca di mio padre e volevamo andarlo a liberare a mare con un'operazione di salvataggio ma poi è arrivato il nonno di Agostino che tutti chiamano Don Peppe perché sembra che sa sempre tutto lui anche se mia madre dice che c'avrà la terza elementare al massimo e quindi ne so più io che mo vado in quarta.

Don Peppe ci ha preso il granchio e ha detto Ma che liberare? Con questo ci facciamo un sughetto fantastico, guagliò! E ha preso uno zoccolo e voleva scassare il granchio e io ci ho detto Scusi signor donpeppe nonno di Agostino ma poi arrivano le vespe, e lui ha detto Ma quali vespe, tranquillo, ora ti faccio vedere che delizia! e come l'ha rotto sono arrivate le vespe e lui ha provato a scacciarle e diceva Ma mo' se ne vanno, tranquilli! Tranquilli! AHIA! Rosaria! Rosaria porta il ghiaccio che 'ste figlie e zoccl m'hanno punto! ROSARIA! PORCA PUTT...! Ma mia madre mi ha tappato le orecchie e mi ha tirato via e a Don Peppe l'ha guardato come si guardano gli spacciatori invisibili che regalano le caramelle drogate davanti alla scuola.

E insomma poi c'era pieno di vespe e i miei ci hanno detto Andatevi a fare un giro che puliamo con la pompa dell'acqua e io e gli altri allievi abbiamo preso le scope e siamo andati a cercare il maestro Gigino per la lezione al tramonto davanti al sole come il poster di quel bambino che fa il karaté che ancora non l'abbiamo visto ma sicuramente il suo maestro è un vecchio cesso e non uno che ha combattuto i ninja con le sue ciavatte giapponesi. Solo che il maestro non c'era e l'abbiamo trovato davanti al bar che piangeva con una peroni in mano e due vuote sul tavolino come un renzoarbore triste e un portacenere con almeno centoquaranta malboro spente e noi non sapevamo che dire e allora mi sono fatto avanti e ho chiesto Maestro è ancora per Sabrina?

E il maestro mi ha guardato ma aveva gli occhi come chi c'ha l'influenza e poi ha detto Quella è così perché c'ha i capelli rossi, o sacc'. Guagliò, ricordatevi sempre TRE COSE NELLA VITA! A primm' è che 'e femmn russ so chiù pericolose dei ninja, ve lo giuro. La seconda è che ha ragione mio fratello Enzo, nella vita era meglio per noi uommn nascere tutti ricchioni. Saremmo stati felici e nessuna Sabrina ci arruvinava a vit'. 

E poi non si capiva cosa diceva e un po' urlava e un po' parlava piano piano e io ho capito solo Sabrina ti amo e Voglio morire.

E ci siamo guardati e stavamo per andarcene anche perché una delle bottiglie vuote c'era caduta su un piede a Luigino e stava saltellando e urlando da due minuti nella lingua straniera del paese suo, ma poi Ciro si è voltato e ci ha chiesto al maestro Maestro? Non ci hai detto la terza cosa: qual è?

E il maestro Gigino s'è tirato un'altra mezza peroni e ha detto Ma che cazz ne sacc' io, iatevenn.


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Commenti

  1. Che bei racconti, riportano ad un'Italia che purtroppo non c'è più. Mi fanno l'effetto di una macchina del tempo che apre delle sinapsi mentali dimenticate. Vengono giù i ricordi di quel periodo con lagrimoni napulitani incorporati.
    Ora è tutto apparenza e ostentazione, figurati che in spiaggia ho sentito per caso i discorsi di due diciottenni pseudo-altolocati che volevano far colpo su due ragazzine, diceva uno che si sarebbe comprato l'Audi TT (ma usata, però!), ché il padre gliela regalava per la promozione... Che tristezza...

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  2. Abitavo vicino a Las Vegas, ma lo consideravo un postaccio

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  3. Grazie Doc per questi racconti che riportano all'infanzia, a quel periodo di tempo spensierato che ora non c'è più per noi ma forse non c'è più nemmeno per i ragazzini di oggi. Io sono classe '89 quindi le mie memorie sono leggermente diverse in quanto slittate di qualche anno in avanti. Quello che però non cambia è quel desiderio di avventura che avevamo e quel senso di stupore davanti al mondo intorno a noi che anche nella sua banalità conservava attimi di magia. Invidio la tua memoria che ancora riesce a ripescare così tanti spunti per raccontarci queste storie mentre purtroppo la mia va un pò annebbiandosi. E niente sto in un periodo un pò complicato e mi è venuto il magone a pensare ai tempi andati ed a quando tutto era più semplice e puro...

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    1. Forza e coraggio. I tempi bui si superano, e te lo dice chi si è fatto un bel viaggetto nella tenebra come neanche Jackie Estacado.
      Se serve, la banda della deboscia è qui.

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    2. Anche io esprimo la mia vicinanza a LordAndreis. Purtroppo passiamo tutti dei momenti bui (per quel che mi riguarda parlerei di epoche) però dobbiamo cercare di farci forza e andare avanti, magari ci vorrà tempo però prima o poi le cose si risolvono o comunque si rientra nel novero della normalità. Un abbraccio virtuale ed un grande in bocca al lupo.

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    3. LordAndreis un consiglio da chi di periodi cupi se ne intende e può capire ciò che stai passando: invece di farti indebolire dai momenti passati o come dici tu in cui tutto era più semplice, trai forza da essi, fatti guidare dalla loro positività! Guarda la luce che proiettano non il buio in cui ti trovi, quei momenti non torneranno ma saranno sempre con te. É molto difficile e lungo come percorso lo so bene, ma se ci provi non perderai nulla, e prova e riprova ci riuscirai fidati. Forza! Un abbraccio.

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    4. Grazie a tutti, davvero. A volte basta semplicemente una pacca sulla spalla (anche virtuale) per avere la forza di andare avanti o semplicemente per sgrullarsi via di dosso un po di negatività. Magari sarà la buona occasione per uscire dal lurking compulsivo :D
      Antristi Uniti!

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    5. Ciao,ho letto adesso il post e di coseguenza il tuo commento,mi unisco agli abbracci che ti manda tutta la deboscia,purtroppo i momenti no ci sono,girano,ma non ti buttare giu che piano piano passerà dai.

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  4. mi accodo al commento poco sopra di Daniele, i tuoi racconti sono sempre bellissimi. Abitando al mare ho praticamente passato le estati della mia infanzia sempre in spiaggia, e leggendo mi sembra di tornare a quei tempi, in cui in giornate assolate e spensierate anche scoprire il nuovo titolo alla sala giochi dello stabilimento era una emozione incredibile.

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  5. I post nostalgia sono sempre il fiore all'occhiello Doc.
    Però devo andare OT e chiederti qual è la triste sorte della famiglia di Kajiwara, perché qui (https://blog.screenweek.it/2018/08/7-cose-che-forse-non-sapevate-su-luomo-tigre-642155.php) non lo spieghi e non mi puoi lasciare così, non son cose.

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    1. È una storia agghiacchiante.
      Cerca su google "Murder of Pai Hsiao-yen".

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    2. Incredibile... sembra la trama di un film invece è tutto tristemente vero...

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    3. Ho trovato questo sulla Wikipedia in inglese:
      https://en.wikipedia.org/wiki/Murder_of_Pai_Hsiao-yen
      ussignur!

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  6. Eh, Mimmo Merlino e' sempre Mimmo Merlino.
    Come il caro, vecchio maestro Jedi che sparisce per anni ma nei momenti di difficolta' riappare come una visione mistica, per aiutare gli allievi confusi e amareggiati...

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    1. Mimmo ERA sicuramente un cavaliere jedi.

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    2. Noooo, vuoi dire che Mimmo non c'è più! Saudagi a mille!! Sarà come uno spirito jedi che veglia sui videogiocatori, stile finale del capitolo VI?

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    3. Ma no! Cioè, penso che sia ancora tra noi. Boh. Il maiuscolo perché non sembrava soltanto un maestro Jedi, lo era di certo.

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    4. Allora sarà probabilmente un attempato e nostalgico retro-gamer dotato di poteri Jedi!

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  7. X Lord Andreis:
    Coraggio.
    E' vero. A quei tempi...era tutto PIU' LEGGERO. TUTTI NOI CI SENTIVAMO PIU' LEGGERI.
    Oggi, certe volte...le cose si fanno PESANTI.
    A volte non si puo' far altro che resistere. E pazientare.
    Ma tutto si sistema, prima o poi.
    Tieni duro. E sappi che ci sono anche io. Come tutti, qui sull' Antro.

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    1. Per cercare di alleggerire la situazione, le tue parole mi ricordano la famosa frase di Doc Emmet Brown in Ritorno al Futuro, quando Marty dice che la cosa si fa pesante: Ma perché è tutto così pesante per voi del futuro? Avete problemi con la forza di gravità?

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  8. La costante universale del geco che entra in casa seguita da scene di panico e conseguente smobilio della casa.....
    Molto belli questi post,in mezzo alla fretta e agli smadonnamenti vari della giornata, quei 5-10 minuti in cui mi alieno da tutto e lascio vagare la memoria in ricordi simili sono come il respirone che fai dopo che sei stato in apnea.
    Grazie

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  9. Grazie Doc questi racconti mi fanno tornare ragazzino, è sempre un piacere leggerli. In questo in particolare sento una sorta di crescita nel modo di raccontare del protagonista, sembra che sia diventato più cinico e disilluso... è una mia impressione?

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  10. Oh, a proposito...
    Incuriosito dalla domanda sulla figlia di Kajiwara sono andato a spulciare e...
    Una storia davvero orribile.
    E certe coincidenze sono davvero allucinanti, considerando che suo padre di personaggi malvagi e spregevoli se ne intendeva.
    E' proprio vero che certi mostri esistono anche nel mondo reale, e non solo tra i cartoni o tra le pagine di un fumetto.

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  11. Visto che vi avevo anticipato che ero un Mimmo Merlino: sapevate che i livelli di tron erano anticipabili e a seconda dei codici che venivano visualizzati su schermo si sapeva da prima dove sarebbero apparsi i tank, direzione di rotazione e velocità del cono, posizione iniziale delle moto, ecc.? Se eri un mimmo merlino riuscivi di conseguenza a giocare all'infinito.

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    1. Madó, io credeco.fosse tron. Joysticcone azzurro. Ma che gioco era allora? Sto diventando proprio un vecchio rincoglionito. Una volta non ero così però. Che ingustizia la vecchiaia....

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    2. Guarda la foto: quale dei due coin-op ha il joystick azzurro? :)

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    3. Ah, pk nella foto è disc of tron. Però ti assicuro che anche tron aveva il joy azzurro. Controlla sul web ci sono un sacco di foto che lo mostrano. Non so se erano due versioni differenti o cosa. Comunque deve essere stata la memoria selettiva. Quel gioco faceva così cacare che non l'ho neanche notato nella foto. Un po' come quando si sente parlare la gente dei seguiti di highlander,: sappiamo tutti che non hanno fatto seguiti di quel film, giusto?

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  12. Complimenti per i racconti, sia per l'effetto nostalgico (ma qui, forse, sono di parte: stessa generazione anagrafica) che, come già ebbi modo di dirti, per lo stile (riguardava "inseguendo un super santos..."). Davvero un gran punto di forza questo stile in... "presa diretta" (scusa se non so come definirlo). Da davvero, ogni volta, la sensazione per immagini di un diario scritto da un "novenne" nell'84.
    Encomiabile il tentativo di salvataggio di un granchio del tu babbo. Mi ha commosso e mi ha ricordato qualcosa... Ccon liberazione del crostaceo nelle acque di Cetara...

    PS: c'è mancato poco che potessi addirittura aspirare al ruolo di 5° Ghostbuster (Rick Moranis) di S.Maria. Ricordo questo infinito viaggio verso la Calabria, proprio a S.Maria del Cedro, dove opzionammo l'ipotesi di una di quelle case per vacanze estive in vendita. Ma non se ne fece nulla... Ma c'erano le audizioni per ruoli comprimari in "The SMdC Ghostbusters"?

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  13. L'amarezza si oimpadronisce del finale. Piccoli guaglioni crescono.

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  14. Povero sensei Gigino...
    Un'altra vittima del potere magico ed insieme distruttivo della f...
    E' piu' devastante di centinaia di ninja assassini. E non c'e' difesa.
    Ribadisco che per me di sicuro Mimmo Merlino ci ha solo il Mame e gioca a quello, sissi'.

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  15. Che storia doc! Bellissimo leggerti, come sempre, nelle vesti del MiniDoc.
    Non so se al tempo tenevi un diario, qualcosa di simile, ma invidio la memoria e le immagini che riesci a ricreare.
    PS: maestro Giggino, siamo tutti con te

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  16. Ne voglio ancora
    (In sottofondo parte: "so please, please, please..let me get what i want")

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  17. Wow, riesci a riportare a quegli anni anche uno che minimo è nato 15 anni dopo.
    PS: Ma quindi dici che la Champions vinta dal'Inter è stata grazie alle sponsor che ha fatto cagare sotto i nemici?

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  18. Ho cercato Mimmo Merlino su Facebook. Non so se ho trovato quello giusto, ma ora per me ha un volto, e una moto.

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