Playmobil, la verissima storia dei pupazzini tedeschi sorridenti
Sì, il galeone dei pirati, il fortino, la faida con i Lego conclusasi con una sanguinosa battaglia nei pressi di Cagliari nell'87. Ma come sono nati i Playmobil? Perché? E come mai hanno sempre quelle facce sorridenti, con le dovute eccezioni (tipo le lacrime di sangue del Playmobil Boia)? Questa è la vera storia dei pupazzini tedeschi che hanno conquistato il mondo più della Merkel... partendo dai Village People. E non un passo alla volta, come si dice in genere, ché i Playmobil c'hanno le gambe attaccate e non è possibile [...]
È il 1971. Hans Beck, tedesco di Greiz, ridente bucodiarsch della Turingia, sta aspettando una risposta. È un ebanista appassionato di modellismo, Beck, e ha proposto a Horst Brandstätter, proprietario di un'antica azienda di giocattoli bavarese chiamata Geobra Brandstätter, la produzione in serie di aeroplanini ultraleggeri con i quali Beck aveva vinto tipo delle gare. La risposta di Branstätter - f*ttuti caratteri con l'umlaut - arriva, ed è Sticazzi degli aeroplanini, creaci dei pupazzini per bambini, muoviti.
Hans, in quanto tedesco di Germania, si mette seriamente al lavoro. Seriamente nel senso che impiega tre anni per sviluppare questa linea di figure munite di accessori intercambiabili. L'idea di base è quella di soldatini di plastica con alcune articolazioni e con il viso rassicurante, con un gran sorriso e senza naso. Un adulto come lo disegnerebbe un bambino. A decidere le dimensioni delle figure è soprattutto la crisi petrolifera: la plastica costa di più e in Geobra Brandstätter capiscono di poter marginare meglio producendo dei giocattoli più piccoli.
I primi tre set di pupazzini Playmobil sono gli Indiani d'America, gli operai del cantiere e i cavalieri. Una versione ridotta e teutonica dei Village People, in pratica. Anche se non sembra, c'erano delle differenze rispetto ai Playmobil attuali, e non solo per il tipo di capelli. I polsi erano fissi: le mani non ruotavano. Le figure dei Playmobil vengono chiamate Klicky. In Spagna, dove per anni vengono prodotti su licenza da Famosa, i Playmobil diventano Famobil, e i singoli pupazzini Click se maschi e Clack se femmine. Perché a un certo punto arrivano anche i Playmobil femmine. "A un certo punto" = SEI anni dopo.
È il 1981 quando appare sugli scaffali questo set, che, nel suo orrore suggerito, un giorno darà vita alla popolare serie TV The Handmaid's Tale. No, seriamente: da quel momento ci sono anche i Playmobil donne e bambini, da salvare per primi quando affondano le navi Playmobil. In pochi anni, la gamma di pupazzini copre qualunque tipologia di personaggi, dai pirati al circo (entrambi 1978), dalla polizia (1975) e le squadre di salvataggio
agli astronauti muniti di bellissime astronavi e veicoli per esplorazione di mondi alieni della linea Playmo Space (1980). Fino a Boia, smaltitori di rifiuti tossici e tutti quegli altri simpatici mestieri pericolosi o entusiasmanti di cui sappiamo.
Beck va in pensione nel '98 e scompare undici anni dopo, all'età di 79 anni. In un'intervista, anni prima, aveva dichiarato che qualunque tipo di personaggio o di veicolo poteva entrare a far parte del mondo Playmobil, con alcune eccezioni. Credeva, infatti, che ne sarebbero dovuti restar fuori gli aerei di linea, i dinosauri e gli alieni. Vai a sapere perché.
Naturalmente, per assecondare le sue volontà, chi ne ha preso il posto ha messo in produzione subito dopo tutte e tre le cose. Volontà dei designer che hanno raccolto il suo testimone in azienda. I testimoni di Geobra. Ah ah ah... ehr.
Ogni anno vengono prodotti oltre 100 milioni di Klicky, le figure da 7,5 cm (5,5 per i bambini e i nani). L'azienda, nonostante vari casini societari ai vertici in seguito alla morte di Brandstätter, qualche anno fa, è considerata un esempio virtuoso dell'economia tedesca: fatturato e dipendenti continuano a crescere e i Playmobil non vengono prodotti in Asia, come buona parte degli altri giocattoli, ma in tre fabbriche in Europa (in Germania, a Malta e in Spagna).
Purtroppo non è mai diventato realtà il set della sala di tortura medievale, rimasto un prototipo. Al Boia sarebbe piaciuto un casino. In compenso, cercare le foto dei Playmobil degli anni 70 e 80 ti ha precipitato sull'isola dei tanti cloni-che-ci-provavano, come i tedeschi mostruosi e sfacciati Play-BIG e gli italiani Super Charly della Dulcop.
Super Charly. Ecco come si chiamavano, quei finti Playmobil avuti in regalo quando avevi chiesto il Fortino del Far West e ti era arrivata la sua versione pezzotta, con tanto di soldati nordisti tarocchi dal ventre tondo. Ma oh, ti ci sei divertito uguale, si raccontava qui, in un tripudio di bruschette. Tipo quelle che ti sono finite negli occhi adesso, nel dare un nome a quei finti Playmobil di un regalo forse sbagliato, ma sempre meglio che niente. Ché quando hai chiesto il Galeone dei Pirati, per dire, non ti è arrivata invece una cippa. Poi dice che uno da grande si droga.
Ah, e comunque: per quella roba che dicevi all'inizio, dei Playmobil più famosi della Merkel? Esiste anche un Playmobil di Angela Merkel, prodotto nel 2012 per ischerzo e non commercializzato.
È il 1971. Hans Beck, tedesco di Greiz, ridente bucodiarsch della Turingia, sta aspettando una risposta. È un ebanista appassionato di modellismo, Beck, e ha proposto a Horst Brandstätter, proprietario di un'antica azienda di giocattoli bavarese chiamata Geobra Brandstätter, la produzione in serie di aeroplanini ultraleggeri con i quali Beck aveva vinto tipo delle gare. La risposta di Branstätter - f*ttuti caratteri con l'umlaut - arriva, ed è Sticazzi degli aeroplanini, creaci dei pupazzini per bambini, muoviti.
Hans, in quanto tedesco di Germania, si mette seriamente al lavoro. Seriamente nel senso che impiega tre anni per sviluppare questa linea di figure munite di accessori intercambiabili. L'idea di base è quella di soldatini di plastica con alcune articolazioni e con il viso rassicurante, con un gran sorriso e senza naso. Un adulto come lo disegnerebbe un bambino. A decidere le dimensioni delle figure è soprattutto la crisi petrolifera: la plastica costa di più e in Geobra Brandstätter capiscono di poter marginare meglio producendo dei giocattoli più piccoli.
I visitatori della fabbrica sono incoraggiati a provare i primi prototipi dei Playmobil e... quei cosi non piacciono a nessuno /sadtrombonemusic.Fortunatamente per Beck e per l'azienda di Brandstätter, alla fiera del giocattolo di Norimberga è tutta un'altra storia. Arriva un grosso ordine dall'Olanda e i Playmobil entrano ufficialmente in produzione. È il 1974, e l'anno dopo sbarcano nel resto del pianeta. Insieme a te: tutto torna.
I primi tre set di pupazzini Playmobil sono gli Indiani d'America, gli operai del cantiere e i cavalieri. Una versione ridotta e teutonica dei Village People, in pratica. Anche se non sembra, c'erano delle differenze rispetto ai Playmobil attuali, e non solo per il tipo di capelli. I polsi erano fissi: le mani non ruotavano. Le figure dei Playmobil vengono chiamate Klicky. In Spagna, dove per anni vengono prodotti su licenza da Famosa, i Playmobil diventano Famobil, e i singoli pupazzini Click se maschi e Clack se femmine. Perché a un certo punto arrivano anche i Playmobil femmine. "A un certo punto" = SEI anni dopo.
"Ancella ci chiami tua madre..." |
È il 1981 quando appare sugli scaffali questo set, che, nel suo orrore suggerito, un giorno darà vita alla popolare serie TV The Handmaid's Tale. No, seriamente: da quel momento ci sono anche i Playmobil donne e bambini, da salvare per primi quando affondano le navi Playmobil. In pochi anni, la gamma di pupazzini copre qualunque tipologia di personaggi, dai pirati al circo (entrambi 1978), dalla polizia (1975) e le squadre di salvataggio
agli astronauti muniti di bellissime astronavi e veicoli per esplorazione di mondi alieni della linea Playmo Space (1980). Fino a Boia, smaltitori di rifiuti tossici e tutti quegli altri simpatici mestieri pericolosi o entusiasmanti di cui sappiamo.
A cui aggiungeresti anche il raccoglitore di merda di rinoceronte.
Naturalmente, per assecondare le sue volontà, chi ne ha preso il posto ha messo in produzione subito dopo tutte e tre le cose. Volontà dei designer che hanno raccolto il suo testimone in azienda. I testimoni di Geobra. Ah ah ah... ehr.
Ogni anno vengono prodotti oltre 100 milioni di Klicky, le figure da 7,5 cm (5,5 per i bambini e i nani). L'azienda, nonostante vari casini societari ai vertici in seguito alla morte di Brandstätter, qualche anno fa, è considerata un esempio virtuoso dell'economia tedesca: fatturato e dipendenti continuano a crescere e i Playmobil non vengono prodotti in Asia, come buona parte degli altri giocattoli, ma in tre fabbriche in Europa (in Germania, a Malta e in Spagna).
Il fortino classico, Fort Randall (set 3419), uscito nel 1980. |
Purtroppo non è mai diventato realtà il set della sala di tortura medievale, rimasto un prototipo. Al Boia sarebbe piaciuto un casino. In compenso, cercare le foto dei Playmobil degli anni 70 e 80 ti ha precipitato sull'isola dei tanti cloni-che-ci-provavano, come i tedeschi mostruosi e sfacciati Play-BIG e gli italiani Super Charly della Dulcop.
Super Charly. Ecco come si chiamavano, quei finti Playmobil avuti in regalo quando avevi chiesto il Fortino del Far West e ti era arrivata la sua versione pezzotta, con tanto di soldati nordisti tarocchi dal ventre tondo. Ma oh, ti ci sei divertito uguale, si raccontava qui, in un tripudio di bruschette. Tipo quelle che ti sono finite negli occhi adesso, nel dare un nome a quei finti Playmobil di un regalo forse sbagliato, ma sempre meglio che niente. Ché quando hai chiesto il Galeone dei Pirati, per dire, non ti è arrivata invece una cippa. Poi dice che uno da grande si droga.
Ah, e comunque: per quella roba che dicevi all'inizio, dei Playmobil più famosi della Merkel? Esiste anche un Playmobil di Angela Merkel, prodotto nel 2012 per ischerzo e non commercializzato.
Davvero. E non volete sapere cosa pensa di lei il Playmobil Pernasconi.
Commozione, occhi bruschettati e cuore a pezzi per il galeone mai avuto. Però ho avuto il set fornai medievali con pale da pizza e zoccoli di legno (credo l'unico in Italia). E mo' in ufficio con l'amerzza addosso...
RispondiEliminamadonna il galeone Playmobil è stato il mio sogno (mai realizzato) per almeno un anno delle elementari.. però ci giocavo da un mio amico. A vederlo adesso ancora mi intrippa un casino e non so se preoccuparmi della cosa :) piuttosto avevo dei set di quelli spaziali, ed erano strafighissimi con quei caschi e uovo e gli zatteroni.. non credo di averli mai considerati una alternativa ai Lego, i Playmobil erano mitici di loro.
RispondiEliminaIdem.solo che l ho sognato un sacco dippiù di un anno. Come il castello medievale Legò.#storiedipovertá
EliminaLo aveva un mio ex compagno delle elementari, Marco Malpassuto. Non eravamo nella stessa classe ma lo frequentavo pur di poterlo provare. Inoltre aveva una sorella patonza...
EliminaScoprire che il tuo amico aveva il galeone certificava il suo status di Bimbo Gigi.
EliminaPenso sia tra i pochi giocattoli di cui non trovo più traccia nei cesti in deposito dai miei. Ho sempre schifato playmobil per quella faccenda delle gambe fisse e probabilmente li ritroveremo scavando il giardino, un giorno. Lunga vita al Sig.Lego, sempre!
RispondiEliminaPerò questo genere di post mi piacciono da morire.
Amici! Io ho avuto SIA il fortino dei cowboy CHE il galeone dei pirati. Per due natali a fila ho ricevuto playmobil come regalo. In quegli anni là la lotta tra lego e playmobil era dura, in un primo momento però gli omini con le gambe attaccate ebbero la meglio (vi dico solo che all'asilo si faceva a botte per accaparrarsi un omino con i capelli). Dalle elementari in poi però solo lego. PS ad un altro natale (sempre in periodo asilo) mi è arrivato il castello di Grayskull. ciao
RispondiEliminaMitici Playmobil! Da piccolo mi facevano ribrezzo. Preferivo l'italico Super Charly. Chissà perché... :-O
RispondiEliminaho sempre adorato i playmobil, purtroppo costavano un rene e quindi preferivo farmi regalare i lego, che almeno potevo usarli per costruire quello che volevo, alla fine non ho mai avuto neanche un pupazzetto.....in compenso il solito compagno di classe ricco aveva la villa vittoriana (era la roba playmobil che preferivo), una flotta di navi da pirata ed interi eserciti di omini....rosicamento over 9000!!!!!!!!
RispondiEliminaGrazie Doc. Spero davvero di vedere dopo Lego Movie e Lego Batman Angela Merkel che salva un aereo di linea da dinosauri alieni. Mangiati il fegato Harrison Ford o almeno la carlinga del tuo Air Force One. E' meraviglioso !!! cantano in coro gli altri leaders
RispondiEliminaEcco da dove salta fuori il playmobil maltese.
RispondiEliminaComunque il playmobil Campionessa di Biathlon che ho regalato a mia figlia è stupendo insieme al rifugio di montagna è uno dei miei preferiti.
http://media.playmobil.com/i/playmobil/9287_3dviewelement_001?locale=it-IT,it,*&$pdp_product_main_xl$
Ora sogno il playmobil Pernasconi guardato a vista dal playmobil boia. Bellissimo post da bruschette a non finire.
RispondiEliminaAmmetto di avere avuto una lieve infatuazione per il galeone dei pirati, da piccolo (e graziarcà, lo vedevi pubblicizzato financo sulle confezioni di carta igienica a momenti).
RispondiEliminaPerò in generale i Playmobil non mi dicevano nulla. Troppo statici, troppo "legni". Io ero più per giocattoli che stimolassero di più l'inventiva (come i lego) o con una certa ingegneria dietro (come i Transformers).
Il Lego stimola l'inventiva? Il Lego moderno consente pochissima drammatizzazione, prerogativa dei Playmobil, cosa che lo rende bello da vedere ma inutile e noioso per un bambino. Con il Lego di oggi si seguono solo istruzioni per il montaggio come un puzzle; questo vuol dire statico. Con i Playmobil, una volta montati, ci fai tutte le scenette che vuoi che, tradotto, vuol dire che sono un gioco vero.
EliminaNon ho mai avuto una megapassione per i playmobil, ne avevo comunque un certo numero, ricordo strani cavalli e animali dello zoo, credo, e una sorta di camper verde e bianco... boh :°D (in compenso mi sta venendo voglia di tornare in giappone, dimmi che sono finiti i posti che almeno risparmio)
RispondiEliminaNon sono ancora finiti :D
EliminaSantiddio, che meraviglia i Super Charly! Avevo pompieri e cowboy, li chiamavo "Playmobil finti", ma li preferivo di gran lunga a quelli veri (che non ho mai avuto).
RispondiEliminaE approfitto di questa insigne tribuna per spezzare una lancia a favore di Tente e Italocremona!
Non c'ho mai giocato ma questo pezzo é bellissimo!
RispondiEliminaTeam Playmobil forever.
RispondiEliminaSarà che tutti i miei amici avevano unicamente i Playmobil e Big Jim, ma con i Lego non ho mai fraternizzato molto.
Ma li avevo anch'io i Super Charly! Ecco come si chiamavano, quegli omini dai colori improbabili ricevuti taaaanti natali fa
RispondiEliminaI Super Charly.... filoni da un chilo negli occhi....
RispondiEliminaNe dovrei avere ancora uno da qualche parte...
RispondiEliminaTempo fa stavo per comprare una cosa che considero venti volte più figa del galeone : la nave romana da guerra coi soldati sopra ! 😱
RispondiEliminaChiedo venia a Itlas: volevo cancellare e riscrivere l'ultima risposta, perché avevo sbagliato a incollare il link de I giocattoli della nostra infanzia 2 (https://docmanhattan.blogspot.com/2018/05/i-giocattoli-della-nostra-infanzia-stagione-2-recensione.html), e invece ho brasato per errore il mini-thread. E oh, sorry.
RispondiEliminaOk, è un po' pedestre come pezza, ma questo è lo scambio. Itlas proponeva il tema Playmobil vs LEGO. Io ho risposto questo:
EliminaQuello del Playmobil VS Lego è un tema caro a tutti, ma molto spesso posto e discusso male.
Perché da una parte si hanno delle piccole (per la crisi petrolifera) action figure munite di accessori, dall'altra dei mattoncini componibili. Il Galeone Playmobil è un giocattolo, fico, galleggiante, ma un giocattolo fatto e finito. Un set Lego è un passatempo diverso concettualmente, che si fruisce (e conserva nel tempo) in modo differente.
Vedere i primi come una copia dei secondi è facile, ma non corretto. Tanto per iniziare, perché i Playmobil nascono come figure avventurose per ragazzi, a tutti gli effetti soldatini snodati, i Lego come mattoncini per ricostruire innanzitutto gli scenari cittadini. Così se Lego Spazio e Playmo Space sono quasi contemporanei (andava forte, per ovvie ragioni, a fine anni 70 il setting sci-fi), il tema Cavalieri arriva tra i LEGO tre anni dopo rispetto ai Playmobil, quello dei Pirati undici anni dopo. Sono linee di giocattoli diverse, per quanto si siano divise per decenni lo stesso mercato. Ma quello vale per tante altre linee di giocattoli, semplicemente meno fortunate.
Infine una battuta sul concetto di copia. I Playmobil sono stati riconosciuti rappresentazione artistica e quindi originale e creativa degli esseri umani, e in quanto tali sono protetti. Semplificando: se cloni un Playmobil, possono farti un culo a capanna in tribunale. Il cuore del Lego System, i mattoncini, non sono invece coperti più da copyright dal 1988, e quindi da trent'anni chiunque può creare mattoncini compatibili.
ITLAS ha aggiunto:
Grazie della precisazione e di certe informazioni sui Playmobil di cui non ero a conoscenza.
Ammetto che il mio commento è stato puramente personale e campanilistico, da piccolino ho sempre visto i Playmobil come una copia dei Lego in quanto ad ambientazioni ma ai miei occhi di regazzino meno divertenti, incompleti, perché non c'era nulla da montare o costruire e quindi non sono mai riuscito ad appassionarmi alla linea, mentre invece probabilmente per altri bambini il divertimento stava proprio nello "scarta e gioca", nell'immediatezza.
Quanto alle linee Medievale e Pirati sono certo saprai (scommetto tutti i miei fumetti che hai visto anche tu la seconda stagione di The Toys That Made Us) il ritardo deriva dal fatto che la Lego aveva un regolamento ferreo di non inserire armi di alcun tipo nei suoi settings, ed è stata la riottosità a voler usare armi, essenziali in quei contesti, a far slittare la creazione di quelle ambientazioni.
Per chiudere però voglio fare un'altra ammissione, sono sempre stato e sempre sarò un uomo Lego, ma anch'io avevo il mio Playmobil preferito, il fantasma.
Al fascino del lenzuolo sulla testa non si resiste!
Ahh tranquillo ^^
EliminaSapessi quante volte succede anche a me con blogspot: scrivo un intervento, magari anche lungo e poi per sbaglio lo cancello prima di pubblicarlo oppure rispondo alla persona sbagliata XD
Il galeone dei playmobil, bruschette e invidia nei confronti di un amico che lo aveva.
RispondiEliminaDella mia invidia giovanile ne ha goduto i frutti mio nipote, al quale, negli ultimi anni, ho regalato il galeone, la goletta degli inglesi e un'altra nave pirata più piccola.
Per pura coincidenza i genitori, lo stesso natale del galeone, gli hanno regalato il castello medioevale.
Ci sono stati parecchi assalti il 26 dicembre
Che meraviglia, io ho una collezione "notevole" della serie "Rittenburg" (Castello qui da noi), rigorosamente del periodo fine 70 - metà 80, purtroppo attualmente conservata e non utilizzata/esposta, il Galeone però mi manca :(
RispondiEliminaAltra considerazione sui Lego da collezionista anche di quest'ultimi (sempre rigorosamente e solo scatole fino al 1989), a (non modesto) mio avviso, sono 2 "mondi" separati, autonomi e con filosofie diverse e non sovrapponibili.
RispondiEliminaNopn ho mai amato le action figures playmobil, per la faccia da cippa e per la legnosità dei movimenti più rigida del rapporto deficit/ pil al 3%.
RispondiEliminaDa piccolo avevo il galeone e ci ho giocato fino a disfarlo. Ancora oggi i miei furfanti ci giocano quando vanno dalla nonna. MI hai messo in testa la bella idea di cercare in baia i pezzi mancanti e sistemarlo una volta per tutte. Con i GI-Joe poi era una goduria, in scala quasi perfetta.
Avevo anche i playmobil pezzenti italici , il set di Zorro. Ci giocai parecchio perchè avevano le dimensioni giuste per le mani di un bambino.
Anche se avevano il fisico a pera erano parecchio snodate.
Poi per il resto ai miei figli non ho mai regalato Playmobil. In genere i pochi che posseggono per regali o altro finiscono picchiati dai Masters con qualche mossa di MMA, generalmnente dalla coppia Uomo Ariete e Fisto, grandi campioni del circuito del materasso per terra . E mi pare giusto che chi sturia i cessi e pulisce il culo del cavallo non abbia diritto di rompere i coglioni ai DOMINATORI DELL' UNIVERSO che svolgono mansioni più edificanti tipo portare Beastman dal veterinario, otturare una carie di Skeletor o portare Teela a fare la spesa.
Mare di bruschette.
RispondiEliminaAnche perché ho avuto due fortune nell'infanzia: avere un vicino più grande, ricco e pieno di playmobil; il vicino ricco se ne andò, lasciando a me e a mio cugino CESTE intere di playmobil. Tra cui un'astronave (credo sia proprio quella che si intravede nell'articolo), mezzi e tanto altro.
Insomma, ne avevamo talmente tanti, che costruivamo proprio la città dei playmobil e ci divertivamo un casino.
Grazie, sarò sempre testimone di Geobra! :)
I ricordi già... non ero di famiglia ricca ma un paio di soddisfazioni col castello lego e il galeone playmobil me le sono tolte...
EliminaCon i bambini non vedenti si usano per fare terapia perché sono molto precisi nelle proporzioni tra oggetti/animali/umani e perché, indubbiamente, puoi trovare rappresentato quasi tutto lo scibile umano. E non, come alcuni maliziosi suggeriscono, perché i genitori ne approfittano avendo la scusa per comprarsi tutto il catalogo senza sensi di colpa. No no...
RispondiEliminaNo, infatti... Ehr...
Elimina/fischietta
Io i Play Big ce li avevo nel set "cavalieri medievali" e devo dire che erano fighissimi, ricordo persino una principessa con le trecce e i calici per brindare alla salute di re Artù che noi si guardava il cartone con la sigla degli omonimi cavalieri del re e ci di giocava sempre... I miei figli invece non se li filano manco di striscio, i playmobil, mi dicono di non amare proprio le faccette beote...
RispondiEliminacome funzionalità meglio dei playmobil ,io avevo prorio il cow boy in foto nel 1975
EliminaAhhahha il raccoglitore di merda vince!! ..poraccio!
RispondiEliminaEhi, ho un omonimo!
EliminaAggiungo un gatto disambiguatore ;)
Da pischello nato dopo il ritiro del buon Beck (99') e, soprattutto, da non-fan dei playmobil, sono comunque fiero di dire che ancora possiedo quel tirannosauro lì, proprio quello lì
RispondiEliminaPure io!
Eliminamentre guardavo le figure di questo post, sentivo tra le dita la consistenza plasticosa dei playmobil, e son stato catapultato nell'infanzia! ho avuto anche le versioni supercharly, che condividevano gli stessi spazi. domanda: i playmobil, li vendono ancora?
RispondiEliminaOvvio che sì. :)
EliminaO mio Dio! Mi viene da piangere! Io avevo quei pupazzetti Super Charlie!! Forse solo uno o due ma me li ricordo! Mi ricordi di averli smontati mille volte! Il bacino era una pallina di plastica divisa in tre parti. Due erano le gambe e la terza centrale aveva il persno che passava attraverso la maglietta e si infilava nella testa! Mi sembra di ricordare che gli occhi neri non erano dipinti! C'era una pezzetto di palstica nero con due cilindri che si infilava nella testa e riempiva sue buchi creando l'effetto occhi!
RispondiEliminaChe ricordi porca zozza....affiorati dopo 30 anni di slenzio. Il mio cervello ha tenuto queste informazioni inutili ma non si ricorda cosa ho mangiato ieri...vai a capire!
Che combinazione anche a me per Santa Lucia (che a bergamo-brescia-verona-vicenza i regali li porta lei e non quello scappato di casa di Babbo Natale), invece del fortino Playmobil arrivò "Fort Charly" e finalmene so come si chiamavano i pupazzetti :)
RispondiEliminaLacrime napulitane, Doc!
RispondiEliminaIo avevo ricevuto il carro del far west, quando invece desideravo da morire lo scavatore del set edile...
Mi sono innamorato follemente del Playmobil go-kart: lo facevo correre in delle piste che creavo con le mollette (le sistemavo al posto dei guardrail).
Con i Playmobil bambini, invece, ci giocavo nelle casette di cartone della Disney, all'epoca commercializzate dalla Ferrero nel periodo di pasqua: erano proporzionati magnificamente con la verandina e i balconcini di cartone della scatola-casa.
Un periodo straordinario!
Una vita da playmobil....adesso che ho 47 anni continuo a comprarli e collezionarli tutti da gli anni 80 a oggi facendo bellissimi plastici. Unico neo ora i miei figli vogliono solo giochi eletronici (play,cellulari ecc. )
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