Il 1991 di Nathan Never: com'è rileggere oggi i primi numeri di Nathan (in digitale)
Com'è rileggere oggi, trentadue anni dopo, i primi numeri di un fumetto come Nathan Never? E immergersi in un modo nuovo in quelle avventure dell'Agente Alfa, da una prospettiva non immaginata neanche dai suoi autori? È quello che hai provato a capire, in questi giorni, armato di un monitor molto grande e del servizio Bonelli Digital Classic [...]
Del perché l'arrivo nel 1991 di Nathan Never in edicola abbia rappresentato un momento importantissimo per voi giovani impallinati di fantascienza scrivevi, giusto qualche mese fa, in questo post sulla campagna promozionale di Nathan: "Nathan Never lo sa!".
Allora accennavi al fatto che quei primi albi di NN li hai letti e riletti più volte, già ai tempi, ma anche negli anni successivi, tra un trasloco e l'altro. Qualche giorno fa ti hanno regalato un abbonamento a Bonelli Digital Classic, la piattaforma grazie a cui si possono leggere in digitale su qualsiasi device tutti gli albi - speciali e fuoriserie inclusi - di diversi personaggi della casa editrice di Via Buonarroti.
Non c'è ancora Dylan Dog, ad esempio, ma ci sono Tex, Julia, Zagor, Martin Mystère, Storia del West, Dampyr, Mister No e, appunto, Nathan Never. Nuove uscite comprese, a distanza però di sei mesi dall'arrivo in edicola.
E così, qualche sera fa, ti sei messo lì e ti sei riletto di fila tutti i primi dieci numeri di Nathan. Anche se non ti sei limitato a leggerli.
Li hai guardati su uno schermo molto grande, espandendo le vignette di ogni pagina ben oltre le dimensioni a cui sono state disegnate. Immergendoti letteralmente nei dettagli di quelle tavole di Claudio Castellini, Nicola Mari, Germano Bonazzi, Stefano Casini...
In alcuni casi, è stato come guardarle per la prima volta, anche se era almeno la quarta. Quelli che seguono sono pensieri, ricordi e considerazioni, senza filtro, su ciascuno dei sette albi di Nathan Never usciti in quel primo anno, il 1991.
NATHAN NEVER 1 - Agente speciale Alfa (giugno 1991)
di Antonio Serra e Claudio Castellini
Le matite di Claudio Castellini, ideatore grafico del personaggio e copertinista della serie fino al numero 59, danno vita a un mondo talmente stratificato e denso di dettagli che qui, perdersici dentro, è davvero semplicissimo. È l'albo Bonelli di cui hai probabilmente più edizioni (a colori, in miniatura, fino alla variant lucchese in inglese) e ci sei così affezionato che è praticamente un parente, ormai.
C'è già dentro, se non tutto, buona parte del mondo di Nathan Never. Facciamo conoscenza con tanti comprimari della serie, dai più noti a quelli oggi meno ricordati (domanda a bruciapelo: come si chiamava il Klonz, quel cagnolone mutato, della vicina di casa di Nathan?).
Ma c'è anche già in questo numero, fortissima, l'influenza giapponese che in quegli anni la fantascienza occidentale continua a vivere, dai ninja a un ispettore di polizia colluso con la Yakuza. C'è la grande fascinazione per il mondo di manga e anime che, dei tre autori, soprattutto Serra ha sempre ammesso di provare. Ci sono i mech che sembrano usciti da una serie di Gundam.
Tra varie citazioni - come quella di un personaggio Marvel, Machine Man, di cui l'uomo sintetico protagonista della storia prende alla fine il nome di battesimo. Per il nuovo volto, Castellini usa direttamente... il proprio - alla fine c'è anche Arale, da Dr. Slump di Akira Toriyama.
È solo il primo di una serie di omaggi agli altri mondi del fumetto che troveranno spazio sulle pagine di Nathan Never.
Per giovani protoappassionati di manga e fan dei super-eroi come voialtri quindicenni di allora, era abbastanza per mandarvi in estasi: NN non era solo un albo di fantascienza, ma un fumetto che guardava agli altri fumetti che leggevate voi.
di Antonio Serra, Michele Medda, Bepi Vigna e Germano BonazziHa un nome di donna ed è dunque l'antenata delle varie Siri, Alexa e tutte quelle altre diavolerie tecnologiche a cui chiedete oggi di impostarvi il timer per la pasta.
La storia non riprende da Kubrick solo qualche spunto ma è proprio incentrata sul suo film: in questo futuro, 2001: Odissea nello spazio non è solo una pellicola, ma il fulcro di una storia noir che gioca su un tema di suo molto intrigante.
Cosa succederebbe, in pratica, se si scoprisse che una religione con milioni di fedeli si basa su un falso storico? L'idea di elementi della cultura pop contemporanea che diventano oggetto di culto in un qualche futuro anticipa peraltro tanta fiction successiva con un assunto simile.
di Bepi Vigna e Stefano Casini
È evidente allora che per questo albo doppio, sceneggiato da Vigna e disegnato da Casini, bisogna risalire alle fonti. A I 3 dell'Operazione Drago con Bruce Lee e all'Uomo Tigre, omaggiato dalla vicenda di un suo emulo che alla fine prende un sacco di legnate da un lottatore sardo.
Al di là dei colpi di scena del torneo su Dragon Island, è proprio questa figura a restare impressa. C'è già la voglia di raccontare l'epica, la determinazione e il tonfo nella polvere di un campione dello sport: un tema che nel numero 16 della collana (Il Campione, scritto da Michele Medda) toccherà punte altissime.
NATHAN NEVER 5 - Forza invisibile (ottobre 1991)
di Michele Medda e Romeo ToffanettiParlavamo di Michele Medda, ed eccolo qui, il primo dei suoi tanti noir dal mood malinconico, in cui Nathan incarna uno dei suoi volti che - ai tempi come ora - ti piacciono di più. Sono storie che da Blade Runner non prendono solo le auto volanti e gli androidi, ma la solitudine, lo sporco (delle strade come delle anime) dell'uomo del domani.
Quella donna verde in copertina faceva pensare subito a She-Hulk, ma quella della esper Angel è una storia tragica con un passato di abusi. C'è uno scambio all'inizio dell'albo, tra Nathan e il padre di Angel, che in assoluto è stata una delle cose che ti hanno fatto desiderare di più, nella vita, di metterti a scrivere dei fumetti.
L'uomo si lamenta di aver già detto tutto quello che c'era da dire, in merito alla scomparsa della figlia, alla polizia. Le matite del disegnatore e futuro regista Romeo Toffanetti inquadrano allora Nathan che strappa in due il foglio della deposizione e nella vignetta successiva dice: "E ora cominciamo da capo".
Due vignette, un solo balloon, uno scambio semplice. Ma così dannatamente efficace che ricordavi il tutto a memoria prima ancora di arrivarci, a quella pagina.
NATHAN NEVER 6 - Terrore sotto zero (novembre 1991)
di Bepi Vigna e Germano BonazziUn altro incarico sotto copertura per Nathan, spedito stavolta tra i ghiacci e gli orsi polari mutati, e due di quelli che sarebbero stati per anni i punti fermi della testata: il continuo mutare delle ambientazioni, che porterà NN a vivere le sue avventure in ogni angolo del suo mondo e ben oltre, e la firma mimetizzata di Claudio Castellini in copertina.
Inizia qui ufficialmente, diresti, il grande gioco mensile del "trova la firma", con cui Claudio si divertirà a giocare con i lettori per tutta la sua run come copertinista di Nathan.
Un conto è rileggere questa storia su carta o sullo smartphone, un altro perdersi, smarrire lo sguardo tra le sue nevi.
NATHAN NEVER 7 - La zona proibita (dicembre 1991)
La prima parte della nuova storia doppia, che chiude il 1991 di Nathan Never, la attendevi soprattutto perché ci sarebbe stato in allegato anche il numero 0, l'albetto promozionale disegnato da Roberto de Angelis e uscito nella primavera precedente. Un qualcosa che negli anni senza eBay, senza le fumetterie nella tua città e ancora senza trasferte a Lucca, non potevi procurarti in nessun altro modo.
Ma quella non fu l'unica cosa a colpirti di NN 7. E neanche quel Kenshiro che a un certo punto Nathan affronta, in quest'isola abbandonata dalla legge che omaggia esplicitamente la Manhattan di 1997: Fuga da New York di John Carpenter.
Quel che, in quei giorni, ti resta impresso a tal punto da diventare per te inscindibile da NN stesso, quanto le cover di Castellini o le storie di Medda, sono i disegni di un giovanissimo e già mostruosamente bravo Nicola Mari. Quegli occhi cerchiati del protagonista, quelle silhouette mignoliane fatte solo di nero, quelle donne bellissime e quella tecnologia stilizzata in un concerto di linee, al punto da renderla quasi magica.
Nell'ingenuità dei tuoi quindici anni, pensavi che sarebbe stato davvero difficile fare di meglio, per quel fumetto. Che magari in quelle prime storie, l'Agente Alfa aveva già sparato le sue cartucce migliori. Ma il 1992 era alle porte, e si sarebbe portato dietro alcune delle tue storie a fumetti preferite (non solo di Nathan Never, ma in generale) di sempre.
Ma di questo parleremo magari la prossima volta.
UBIK
RispondiEliminaBravo ;)
Elimina(alza l'indice in modo saccente e si sistema gli occhiali)
EliminaEnnò! Ubik è il romanzo di P.K. Dick, il nome corretto del Klonz è Ubiq, con la Q di "quadro".
Scherzo, ciao a tutti da Capuleius (sempre in anonimo mannaggia...)
Uno dei miei due neuroni si è suicidato lanciandosi dalle sinapsi a causa di questo tragico errore, l'altro è ancora abbastanza compiaciuto di esserselo ricordato
EliminaIn questi ultimi tempi sto facendo anch'io una cosa simile, sto riprendendo robe di fantascienza di un po' di tempo fa per vedere se e come sono invecchiate e se gli ultimi sviluppi tecnologici hanno reso più comprensibili certi passaggi all'epoca oscuri.
RispondiEliminaNella fattispecie ho ripreso in mano Neuromante di Gibson, che avevo cominciato a leggere a 16 anni o giù di lì e che avevo tragicamente piantato a metà e mai più ricominciato.
Da pagine e pagine stavo leggendo della IA Invernomuto, che compare dai terminali della matrice e prende le sembianze di persone e luoghi prelevati dalle banche dati online personali di Case, mentre Case parla con il costrutto basato sulla personalità di McCoy e rabbrividisce ogni volta che quello fa la sua imitazione artificiale di una risata: all'improvviso ho sbottato "Ma di cosa MEENCHIA innomediddio sta parlando 'sto str*#%o?! Banche dati? Matrice? Collegarsi ai terminali? Intelligenze artificiali che generano immagini a partire da dati di archivio? Ma cosa si è fumato questo?!"
Adesso leggevo tutto questo e pensavo "Certo, è ovvio! L'IA generativa ha hackerato l'account di Case, si è connessa alle immagini e ai filmati conservati nel cloud e li ha usati come base per produrre un'interfaccia con le sembianze di persone e luoghi che lui conosce, allo scopo di rendersi accattivante e amichevole. La risata di McCoy è sgradevole perché come tutte le cose generate dell'intelligenza artificiale l'effetto finale risulta vagamente disturbante e sbagliato, per via della famosa uncanny valley"
Non era stronzo Gibson, è che certe cose che ci stava raccontando all'epoca non esistevano ancora e io non riuscivo ad immaginarmele. Erano gli anni '70-'80, ma lui era già nel 2030...
Ora voglio riprendere in mano albi come Cybermaster, che avevo trovato più accessibili alla mia mente semplice di rEgazzino, per vedere cosa avevo capito (e se lo avevo davvero capito 😀 )
Capuleius
Grande annata questa prima di NN, e la seconda sarebbe stata ancora meglio (l'abisso delle memorie e l'undicesimo comandamento gente, che roba...)
EliminaAncora Capuleius
CC è stato il primo copertinista supereroico della SBE, prima di De Biase su Odessa, prima di Piccinelli su Zagor. Credo che anche un 15enne del 2023 possa apprezzare il NN del 1991 alla luce del concetto di multiverso. Da qualche parte esiste un futuro con cabine telefoniche.
RispondiEliminatra l'altro uno degli ultimi numeri di NN è proprio imperniato sul multiverso
RispondiEliminacon Nathan in trench e cappello anni 30
EliminaVero. NN 380: ne abbiamo parlato anche in Microletture, lo scorso gennaio.
Elimina#6 - Terrore sotto zero presenta uno dei difetti della Bonelli che all'epoca non potevo cogliere, ma ripropone sfacciatamente il soggetto di Atmosfera Zero. Soggetto tra l'altro riproposto successivamente in uno speciale.
RispondiEliminaGuardando questa carrellata mi hai fatto venir voglia di rileggerle tutte !
RispondiEliminaGuardando questa carrellata mi hai fatto venir voglia di rileggerle tutte !
RispondiEliminaVivo all'estero e non avevo idea dell'esistenza di BONELLI DIGITAL CLASSIC. Appenna abbonato! Dovrebbero fare piu' pubblicita' a queste cose! Mille grazie Dottore
RispondiEliminaIo di recente ho recuperato e letto i primi 50 numeri di Martin Mystere, che dire, splendidi davvero l’AVVENTURA con la A maiuscola
RispondiElimina"L' abisso delle memorie", "L' undicesimo Comandamento"... attendo le tue parole, Doc.
RispondiElimina(Sono RoPuRos / RoScarFranzua', e l'Antroblog non mi fa commentare con l'account google, come taaaaaanto tempo fa)
Elimina"L' abisso delle memorie", "L' undicesimo Comandamento"... attendo le tue parole, Doc.
RispondiEliminaQuanti spunti, richiami e citazioni.... in quei numeri....anche a ciò che non c'era ancora...veramente sorprendente, oggi...
RispondiEliminaL'ultimo paragrafo mi fa pensare che la serie di post sui 200 fumetti della vita non è ancora terminata, se be ricordo
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