La letterina di Natale agli antristi, anno 2022

Nevica. Nei fumetti Disney e nei film di Natale nevica sempre, pure quando li girano in agosto, ma un bianco Natale non credi di averlo mai visto in vita tua. Oggi piove forte, lì fuori, e il cielo sembra dirti Oh, questo c'è, accontentati. Praticamente da quando sei diventato adulto, il Natale ti ha sempre portato una grande malinconia, anche alimentata ogni dodici mesi dall'ennesima visione di uno dei tuoi film animati natalizi preferiti, il bellissimo Buon Natale, Charlie Brown! (altrimenti noto come Il Natale di Charlie Brown o anche Un Natale da Charlie Brown e probabilmente pure Il non biondo Charlie Brown di Luzzi, ma soltanto a Luzzi). E al di là della risposta che dà Linus dà al protagonista, alla ricerca del senso del Natale, per te, invece, cos'è lo spirito natalizio? [...]

Beh, hai sempre pensato che al di là di tutto, delle renne e della neve finta, degli spider-babbi Natale appesi alle ringhiere ormai praticamente da metà novembre, dei regali che vuoi e quelli che devi fare, della pioggia di messaggi uguali su WhatsApp, del ricordo dolce come lo zucchero vanigliato dei pandori dei Natali trascorsi da moccioso in compagnia di giocattoli e sense of wonder, del pensiero triste di chi da tempo non c'è più, Natale sia, qualunque sia il tuo credo, che tu ne abbia uno o meno, il momento in cui vuoi stare con le persone a cui vuoi bene.

Ed è per questo che ci tieni ogni anno a scrivere alla tua famiglia allargata di debosciati (da pochissimo anche "aridi e stolti") per ringraziarli/vi di tutto l'affetto ricevuto per un anno altro di fila. Un anno che non è stato, peraltro, un anno qualsiasi.

Il 2022 sarà per te, sempre, l'anno di quel giorno di pioggia di settembre - il più piovoso giorno di settembre che si sia mai visto nel mese di settembre, con ogni probabilità - in cui tu ed Effe vi siete sposati. È stata una cerimonia bella e commovente, cui è seguita l'unica festa del pianeta in cui un quartetto di violini ha inserito a sorpresa tra i propri pezzi le sigle di Ken il Guerriero e Daitarn 3. 

In quel momento, vedendo il sorriso della donna splendida che avevi accanto, di tua figlia, dei tuoi cari e di vecchi amici intorno a te, hai pensato che non si potesse essere più felici di così. Di sicuro, tu non lo eri mai stato. E dire che solo qualche mese prima...

[pausa ad effetto: il racconto riprende solo dopo avervi ricordato, come da tradizione, di non esagerare con il pandoro. Al teampanettone non dici niente, ché sanno come la pensi]

[sì, anche questa foto del Boia e la GIF di Mirkos sono sempre le stesse, ogni anno. È ormai tradizione pure quella]

Let's do the time warp again e scivoliamo indietro, fino alla scorsa primavera. Un'altra data che non dimenticherai mai è il 4 maggio di quest'anno. Siete al cinema con Effe per vedere Doctor Strange nel Multiverso della Follia, e se non lo dimenticherai non è tanto per quello che il film di Raimi è o mostra, ma perché quello è stato il punto più basso mai toccato nella tua lunga convivenza con i tuoi cyberproblemi.

All'improvviso, il chip neurale era completamente saltato, e il dobermann ti azzannava con la forza di un Flender idrofobo gambe e schiena. Non riuscivi a camminare, a guidare, nello specifico a stare seduto in sala: praticamente non riuscivi a fare nulla. Mai sofferto tanto, rimedi efficaci a disposizione nessuno: non eri mai stato così, non sapevi cosa fare.

E dopo anni e anni di cure e viaggi e speranze tramutatesi presto nelle loro cugine stronze, le delusioni, non avevi neanche più la forza di reagire.

Ma se Effe è diventata la donna della tua vita non è solo perché è uno schianto, ha un umorismo in grado di stenderti e sa cantare la sigla di Evangelion (e due milioni di altre sigle). È, pure, che da quando state insieme è diventata la voce della tua coscienza. Un Grillo Parlante, il tuo Armadillo del Fritto, o qualcosa del genere. 

Ti ha spinto a non gettare la spugna, a non arrenderti, a provarci ancora, quando non avevi più voglia o forza per farlo. E invece l'hai fatto. Hai iniziato una nuova cura e, in attesa di vedere come andava, deciso che dovevi anche perdere zavorra. In due mesi e mezzo di ferrea determinazione che non credevi di possedere hai lasciato per strada un quarto del tuo peso: arrivata la fine dell'estate, non ti andava più niente di quello che avevi in casa, e la figura nello specchio ti sembrava un po' estranea, ma eri di nuovo in piedi. 

Potevi di nuovo camminare e correre. Eri, beh, eri tornato.

Sapete, quello che hai imparato da questa storia è che a volte non ci si può davvero fare niente, e pace. Ma altre una piccola, remota, difficile possibilità c'è. E vale la pena sempre di provarci. Almeno, se proprio non va, non potrai rimproverarti nulla. 

Se vi si racconta queste cose, proprio oggi, è perché questo messaggio di speranza legato, dall'alto di un cacchio, alla tua esperienza credi sia importante, e visto che questi sono o dovrebbero essere i giorni dei buoni sentimenti - se escludiamo gli stronzi che vi hanno fatto perdere di proposito al Whamageddon, certo - ti andava di parlarne a un sacco di persone che non vedi tutti i giorni, ma che sai sono lì, e che ti hanno dato tanto, a volte pensi anche troppo, in questi anni. 

Qualunque sia il vostro obiettivo, e sempre che non si tratti di impadronirvi della mia collezione di pupazzetti, provateci. Quella spugna, tenetela in tasca ancora per un po'. È il regalo migliore che possiate fare, a voi stessi e a chi vi sta vicino, in questo o in qualsiasi altro Natale.

Auguri di cuore, ragazze e ragazzi. Vi si vuol bene.

I regali di Natale nerd - Edizione 2022