Quella volta in cui Stan Lee è andato in Giappone e ha incontrato Osamu Tezuka e Go Nagai (dopo aver salvato Supaidaman)

Stan Lee Supaidaman Giappone 1978

Fosse stato ancora vivo, Stan Lee, the Man, il Sorridente, avrebbe compiuto il 28 di questo mese cento anni. Ti piace ricordarlo con il racconto di quando negli anni 70, invitato in Giappone, Stan si è trovato a scoprire il mondo dei manga e i suoi autori, tra cui, sì, Osamu Tezuka e un giovane di successo che aveva scelto come nome d'arte Go Nagai [...]

Stan Lee 1978

È il 1978, e il cinquantaseienne e dinamicissimo Stan, con i suoi baffoni, gli occhiali a goccia e il parrucchino, ha smesso da anni di scrivere in maniera continuativa per i mensili Marvel ed è diventato publisher dell'intera linea. 

In pratica, mentre sotto di lui si succedono rapidamente una serie di editor con il gravoso compito di mandare avanti la baracca editoriale, Lee è soprattutto il volto della compagnia. 

In attesa di cominciare poco dopo una nuova vita una volta trasferitosi, a inizio anni 80, in California, Stan Lee continua a girare per gli Stati Uniti e per il resto del pianeta come un'incarnazione della casa editrice di Spider-Man, Fantastici Quattro e gli altri. 

È stato così ospite della fiera di Lucca nel '74, ad esempio, e nel '78 vola fino a Tokyo. Sappiamo di quel viaggio anche grazie ad alcuni scatti apparsi su FOOM (acronimo di "Friends of Ol' Marvel"), una fanzine per gli appassionati dei super-eroi della Casa delle Idee... pubblicata negli anni Settanta dalla stessa Marvel. 

FOOM 22

Proprio sull'ultimo numero di FOOM, il 22, viene pubblicata nell'autunno del '78 un'intervista a Gene Pelc, in seguito noto come "l'uomo della Marvel in Giappone", spedito lì per creare delle partnership commerciali con le aziende nipponiche ed, essenzialmente, trovare delle case editrici disposte a pubblicare le avventure di Avengers, Spidey e amici (e nemici). 

Su quel fronte Pelc caverà pochi uominiragno dal buco, ma la sua ricerca sul campo porterà a quell'insuperabile meraviglia dell'assurdo che è la serie tokusatsu di Supaidaman.

Pelc racconta infatti di aver proposto la pubblicazione dei fumetti Marvel nel '76 a tutte le principali case editrici giapponesi, venendo rimbalzato con dei cortesi "le faremo sapere": erano tutti troppo impegnati per dargli retta, dice. Solo la Shueisha accetta di pubblicare Spider-Man, ma lo fa nel modo più improbabile: ne infila le storie per dieci settimane all'interno di, beh, Weekly Playboy.

Spider-Man Giappone 1976

Come si legge in questo articolo di Bleeding Cool, da cui provengono le foto qui sopra, quelle storie vengono seminascoste - senza alcun richiamo in copertina - in una rivista per adulti con modelle in topless e in costume. Non sono neanche pubblicate integralmente, non soltanto perché presentate a pezzi (in Italia si è fatto a lungo lo stesso con molte testate Marvel), ma perché Shueisha ne salta alcune pagine. E non solo.

La prima storia pubblicata viene da Amazing Spider-Man 48, ma come disegnatore viene indicato nei credits - scrivendone male il cognome - Larry Lieber, il fratello di Stan Lee, e quella storia di nove anni prima era invece di John Romita Sr. Secondo Bleeding Cool, potrebbero aver utilizzato sia le tavole originali, ribaltandole, sia delle versione ritoccate di alcune di esse realizzate da Larry.

A ogni modo, mandato in porto in modo così anonimo, non sorprende che l'esperimento si sia rivelato un flop: nessuno sembra neanche accorgersi, per dieci settimane a cavallo di quell'estate del '76, della presenza di un eroe americano eroe rosso e... grigio (le pagine erano in due colori) tra una modella in posa e l'altra col seno al sole. 

Amazing Spider-Man CBS Nicholas Hammond '77
Sumimasen: niente da fare per te, strambo Spidey televisivo del '77.

Gene Pelc capisce in quei mesi a Tokyo che i fumetti Marvel e i loro eroi non possono competere con un mercato, quello dei manga, già saturo e in grado di coprire ogni segmento demografico, interesse, sport, tema. Ma c'è comunque un media in cui i super-eroi (locali) vanno forti, ed è la TV. Pelc comprende come il mercato delle serie tokusatsu sia florido, rivolto a un pubblico molto giovane, e al centro di un proficuo vortice di prodotti collegati. 

Incontra così il vice presidente di Toei, Yoshinori Watanabe, che aveva sentito parlare di "un tizio americano dei fumetti Marvel che gira per Tokyo", e gli propone di trasmettere lì in Giappone le due serie TV allora in lavorazione negli USA: lo Spider-Man della CBS con Nicholas Hammond e Hulk della Universal con Lou Ferrigno e Bill Bixby. 

Quello che gli viene risposto è che quelle serie TV americane farebbero la fine di Wonder Woman e delle repliche di Batman, trasmesse all'una di notte giusto perché non c'era nient'altro da mandare in onda.

No, ci vuole qualcosa di adatto ai ragazzini che adorano le serie di Ultraman e dei Kamen Rider. Spider-Man era un eroe intrigante, ma bisognava lasciar da parte Peter Parker e il suo mondo, e creare un Ragno appropriato per il pubblico di Tokyo Channel del mercoledì pomeriggio. 

Bisognava creare Supaidaman, con il suo braccialetto, il robot Leopaldon e tutto il resto.

Japanese Spider-Man Supaidaman

Il resto della storia, se avete visto il primo episodio della serie Marvel's 616 su Disney+, dedicato proprio allo show giapponese di Spider-Man, lo conoscerete probabilmente già: ai vertici Marvel quell'eroe dalle movenze strane e munito di supermacchina e robot fatto di gomma piuma sembrava un orrore, e fu proprio Stan Lee a salvare la serie (e la carriera di Gene Pelc) dicendo che Supaidaman era a tutti gli effetti una versione in carne e ossa di un eroe dei fumetti. 

Il Sorridente aggiunse che comprendeva tutti i cambi apportati al personaggio, e che sarebbe piaciuto secondo lui sia ai bambini che agli adulti, che ne avrebbero apprezzato il tono camp.

Cacchio se aveva ragione.

Stan Lee in Giappone annuncio 1978
A sinistra, Stan annuncia nel suo Soapbox, in un albo del '78, il suo viaggio in Giappone e l'arrivo di Supaidaman e Shogun Warriors. A destra, da FOOM, la conferenza a Tokyo con Watanabe di Toei.

E anche se l'articolo di FOOM si limita a menzionare la cosa nelle foto a corredo dell'intervista a Pelc, è proprio per quell'incontro sulle sorti di Supaidaman che Stan Lee vola in Giappone, partecipa a una conferenza stampa organizzata da Watanabe (al centro con la giacca bianca, nella foto qui sopra) e stringe la mano ad alcuni dei nomi più importanti del fumetto giapponese.

Stan Lee e Osamu Tezuka

Nel severo bianco e nero di questo scatto lo vediamo incontrare Osamu Tezuka (l'uomo al centro è Gene Pelc)

Stan Lee e Go Nagai

In quest'altro è con il "giovane fumettista Nagai Go". Nel '78, per la cronaca, Nagai aveva trentatre anni, era già noto in tutto il Giappone per i suoi manga di successo (da La scuola senza pudore a Devilman) e aveva conquistato le TV di tutto l'arcipelago nipponico con Mazinger e gli altri suoi super robot, si diceva qui. Ma comunque.

Le copertine sopra di loro sono le edizioni giapponesi di vari Marvel Super Specials (Star Wars, KISS, Beatles) e un albo di Spidey che chi scrive avrebbe comprato trent'anni esatti dopo in un Mandarake.

Battle Fever J

L'articolo di FOOM, su quanto si sono detti Lee, Tezuka e Nagai, purtroppo non aggiunge altro. Quello che aggiunge Pelc, invece, è che dopo Supaidaman la collaborazione con Toei avrebbe prodotto di lì a poco "una serie animata su Silver Surfer" e un "terzo progetto che non ha assolutamente senso per il Giappone: Black Panther o Ms. Marvel. Non esistono donne emancipate e neri qui!".

Al di là dei giudizi tranchant di Pelc, nessuna delle tre cose vedrà mai la luce. La collaborazione tra Toei e Marvel darà infatti vita in America agli Shogun Warriors e in Giappone ai due film per la tv di Dracula e il mostro di Frankenstein (1980 e 1981) e soprattutto alla serie super sentai Battle Fever J, ideata inizialmente come una trasposizione di Capitan America e poi concretizzatasi in una super squadra il cui membro femminile era Miss America.

Hela Marvel Rita Repulsa Power Rangers
Hela e Rita Repulsa: a sorpresa, parenti alla lontana.
(ringrazi Luigi, per la foto al centro)


Anche Denshi Sentai Denziman (arrivata in Italia a inizio anni 80 come Denjiman) era frutto della partnership con Marvel, ma i piani per inserirvi Hulk e Silver Surfer vennero accantonati, e tutto quello che di marveliano restava era il personaggio della regina Hedorian, a capo dei Vaders ed evoluzione dell'originale Hela (in giapponese Hera), dea degli inferi asgardiana nei fumetti di Thor. 

Il personaggio era interpretato dall'attrice Machiko Soga, poi tornata in scena come la Bandora di Zyuranger: sì, la Rita Repulsa dei Power Rangers

L'ultima serie coprodotta da Marvel e Toei è stata Taiyo Sentai Sun Vulcan, che di marveliano ha solo il nome della compagnia americana tra i copyright. Stan Lee provò a portare proprio quello show negli USA, nell'82, ma senza successo. Per l'occidentalizzazione (e la conquista del pianeta) da parte dei super sentai ci sarebbero voluti appunto i Power Rangers della Saban Entertainment, undici anni più tardi.


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Commenti

  1. Grazie Doc, articolo interessante come sempre !

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  2. bellissimo ricordo.... Lee e Tezuka, Lee e Nagai.... tipo Maradona e Ayrton Senna o Jordan e Stenmark che si salutano...

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    1. Guardare quelle foto in b/n mi ha dato esattamente quel tipo di sensazione.

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  3. Mi piace vedere i retroscena dei fumetti. Credevo che Supaidaman fosse la versione giapponese e basta, invece c'era un motivo ben preciso per tutta quella baracconata.

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  4. Che storia, Doc...
    Davvero incredibile.
    Mi rendo conto che la frase di Pele sulla gente di colore e sulle esponenti del gentil sesso oggi sarebbe da denuncia, allora era giusto un giudizio un po' troppo lapidario, affrettato e generalista.
    Decisamente piu' pragmatico il buon Stan: il vecchio volpone conosceva i suoi polli, anche non necessariamente del suo paese.
    Beh, all la fine I super hanno fatto presa pure li', anche se e' stata molto piu' lunga e difficile del previsto.

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  5. È bellissimo leggere gli articoli che crei, sono costruiti nella cultura e con una tessitura della trama avvincente .😊

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