House of the Ciglioparrucchi: il riassuntone del primo episodio di House of the Dragon

Tre anni e tre mesi. Oh, come vola il tempo quando ti diverti con una giovane dittatrice che vruscia tutti per una brutta storia di campanari svogliati, e quelli che in America hanno chiamato la figlia Daenerys o Khaleesi si dicono No, santo cielo, che cosa abbiamo fatto?! Ma la giostra è ripartita, letteralmente, con il prequel spin-off di Game of Thrones / Il trono di spade: House of the Dragon. Per noi, come già detto, inevitabilmente House of the Ciglioparrucchi. E potevano mai mancare i Riassuntoni™? No, infatti. Pareva brutto [...]

Dunque, la situa: duecento anni prima degli eventi di Game of Thrones, quel vecchio scorreggione di re Jaehaerys Targaryen ha praticamente entrambi i piedi nella fossa. Deve designare il suo erede, che avrà il potere della casa dei Ciglioparrucchi, i sette regni, dieci draghi, una bicicletta con cambio shimano e pure una multiproprietà a Scalea usata pochissimo con ingresso indipendente.

Ora, siccome i suoi figli sono crepati, si tiene questo gran concilio di mille lord e alla fine certi vecchi gli portano una cassetta di frutta, tipo quando vai a trovare uno e gli porti una grasta o la vecchia romagna, e dentro c'è il nome di chi è stato scelto tra i due più quotati: la principessa Rhaenys Targaryen e suo cugino, Viserys Targaryen. 

(Se i nomi vi sembrano tutti uguali, ricordate che Martin è un debosciato e che tanto li sostituiremo subito tutti con qualcosa di più facile da ricordare. Tranquilli)

La scelta infine è stata presa, dopo ponderata riflessione, i lord hanno comunicato al re la loro decisione: 

Tra i due cugini, vince alla fine quello con la faccia da diversamente sveglio, 

praticamente la fusione di Chevy Chase da giovane, Don Johnson da vecchio e una parrucca di Geralt di Rivia. Viciè Targaryen.

L'altra, quella con l'aria da educatrice in un asilo in Svizzera che picchia i bambini con un libro di Vespa, LA PRENDE BENISSIMO. Non abbiamo cominciato da neanche un minuto ed è già volato il primo Chitemmù. Grandioso.

Rhaenys verrà chiamata da tutti, da questo momento, "La regina che non fu", ma solo perché "La regina del Celebrità" l'avevano già preso. 

Sigla! Fan-fan-faraf...

Ma come non c'è la sigla, scusa? Ah, dice che i soldi se li sono sucati tutti gli effetti speciali dei draghi. 

La scena si sposta a nove anni dopo la salita al trono del tipo sveglio, cioè 172 prima della nascita di Daenerys, precisa un cartello all'inizio per evitare che i precisini della fungia a casa frantumino la mazzarella ai loro coinquilini con i calcoli. 

E a proposito di draghi e di ciglioparrucche, vediamo planare su Approdo del Re un drago cavalcato da un'esile figura dai capelli platinati:

MINCHIA È TORNATA DANANA!, pensiamo istintivamente tutti, per una frazione di secondo. Ma ovviamente si tratta della figlia di Viciè, Rhaenyra Janira Targaryen Maiello. Il suo drago si chiama invece Syrax, come un farmaco per chi ha problemi alla prostata.

Janira, lo si capisce subito, adora volare in giro da sola, perché così quando atterra non ci stanno le vecchie cagacazzi che battono le mani.

La principessa incontra la sua amica, Alicenzina Hightower, e con trasporto le dice che il drago è ormai grande abbastanza per portarle tutte e due. Estigrancazzi, vacci te su quella lucertola volante Gentilissima, le risponde l'amica, come se avessi accettato.

Salutato il signor Peppino Caligiuri di Montalto Uffugo (CS), anziano ex jedi calabrese pensionato che i draghi li fa tornare al loro posto con un'occhiataccia e, solo nei casi gravi, agitando gli zoccoli di legno, 

ammiriamo la vecchia Approdo del Re all'apice del suo splendore, ovvero popolata come sempre da pezzenti vestiti di stracci color marrone, per fare pendant con le loro vite dimmerda.

La madre di Janira è la regina Aemma, che non è amarrone ma è decisamente incinta e parte con un pistolotto sul ruolo illuminato riservato alle donne nella loro società: sgravare figli e basta. Un paradiso per le teste di cazzo che trovi su Facebook, praticamente. 

Intanto, al Concilio Ristretto del re, che per dimostrare agli altri il suo potere si presenta con in mano un uovo sodo e con un'espressione alla Maurizio Battista, facciamo la conoscenza del suo entourage. 

L'aspirante Ditocorto è Otto Hightower, che però non è parente purtroppo del Moses Hightower di Scuola di Polizia, e sembra piuttosto Paolo Calabresi quando fa Biascica. Solo che non si esprime unicamente con una serie di incomprensibili fischi da modem 56K, quindi come Ditocorto non va bene, squalificato. 

Questi è invece Corlys Velaryon, conosciuto come il Serpente di Mare per ragioni che non volete sapere. Per la credibilissima acconciatura ricavata da un gomitolo, sarà d'ora in avanti Perlano. 

Si discute di certi pirati pezzenti e del torneo che sarà inaugurato a breve in omaggio al figlio del re, ancora non nato. Tutti parlano, Perlano passa parola.

Tra gli argomenti discussi lì nell'assemblea di condominio c'è anche l'ubicazione ignota di Daemon, il fratello pazzo del re. Uno che lo capisci subito che combinerà un sacco di casini, sia perché con quel nome è pure naturale, sia perché non ha le sopracciglia: tra i ciglioparrucchi è chiaramente un reietto.

L'ubicazione segreta, scopriamo, è la sala del trono di spade, a tre metri da lì, dove Crudelio Doraemon incontra la nipote Janira. Teh, le dice, allungandole una collanina. L'ho comprata sul lungomare, i braccialetti portafortuna oba-oba erano finiti.

Intanto (2. Ah, che nostalgia), dopo una chiacchierata sulla storia del regno tra Janira e Alicenzina nel parco degli dei (dove ci sta quell'albero inquietante con la faccia che piange tipo Madonnina di Civitavecchia old school), il re ribadisce nuovamente le sue doti di leader nato: devono medicarlo perché s'è sbragato un'altra volta sedendosi sul Trono di Spade. 

Per lui quello che sarà il celebre motto dello sbarazzino Robert Baratheon, "making the eight" / "fare l'ottava", vale al massimo per l'antitetanica

Più tardi, il re rassicura la regina Emma, dicendole che andrà tutto bene col parto. In un mondo di fantasia in cui la gente crepa pure (soprattutto) ai matrimoni. È stato un piacere, Emma, contuttulucore. 

Intanto (3), scopriamo, Crudelio Doraemon è a capo della Guardia Cittadina. Perché, verrà raccontato poco dopo, con tutti gli altri incarichi faceva danni, ma da qualche parte dovevano pur metterlo e allora Biascica ha pensato fosse una buona idea piazzare un pazzo esaltato a capo di DUEMILA squadristi fasci come lui, che si percuotono il petto per digerire e poi vanno in giro per Approdo del Re a bastonare, mutilare, evirare, decapitare gente a caso o costringerla ad ascoltare i Coldplay. 

Si chiamano cappe dorate, pare, perché quando la gente li vede arrivare si piscia comprensibilmente addosso. Una banda efferata, spietata e temuta quasi quanto gli ausiliari del traffico di alcune città italiane. 

Il massacro insensato viene però immediatamente condannato dall'autoritario sovrano, e il colpevole punito severamente togliendogli la pleistescion e i flauti al cioccolato per mezzo pomeriggio. Fratello e tutto, Viciè non guarda in faccia a nessuno.

Mortificato dalla reprimenda, Crudelio se ne va in uno dei tanti bordelli di cui il redivivo omino HBO ha riempito la capitale. Lì incontra una ballerina esotica di Lys che avrà un suo ruolo nella vicenda (e, in seguito, anche dei vestiti, qui le mancano completamente e la schermata era impubblicabile). Si chiama Mysaria, ma ha una sua nobiltà.

Arriva così il giorno del grande torneo nella Grande Arena delle Parentesi Tonde.

Il re dichiara aperti i giochi, con il garbo e l'eleganza di uno che canta Disco Samba coi rutti a Capodanno.

Il torneo ha due fasi. La prima è la versione live action della giostra medievale di Defender of the Crown. Arriva Crudelio, la cui corazza e bardatura del cavallo sono davvero molto minimaliste, se per minimalista intendiamo una tamarrata che non avrebbe il coraggio di indossare manco Nightmare di Soulcalibur.

Ma il re non può godersi lo spettacolo delle spacconate del fratello e del parente di Hightower fracomato a terra perché la regina è in travaglio, e le cose stanno andando male.

E mentre l'elegante torneo diventa DAVVERO Mortal Kombat, con la gente squartata e uno scudiero che vomita elegantemente sullo sfondo, che fa sempre molto peffommance, 

il re è chiamato a una decisione difficilissima. Gli propongono di aprire il ventre della moglie, per salvare almeno il bambino. Ed ecco, non aiuta il fatto che tutta questa cosa sia suggerita da un Gran Maestro vestito come Fantozzi a Capri e con l'aria del vecchio rincoglionito.

Poco dopo andrà a finire che moriranno entrambi, la povera donna e il criaturo appena nato, Baelon.

Intanto (4) la finalissima del torneo è tra il misterioso cavaliere di Ladybug e Crudelio. 

Quest'ultimo, convinto di aver vinto, si fa infinocchiare in una scena credibile quanto un arbitro distratto da qualcunoa bordo ring in un match di wrestling. Coccinello lo batte, ma evita di ucciderlo perché è il co-protagonista della serie e parrebbe brutto. 

Il cavaliere in questione avrà anch'egli una sua importanza nella storia, e che abbia battuto il Demonio è pure normale, visto che si chiama Criston Cole. 

Ah, nella sua scheda sulla wiki iltronodispade.fandom si legge di Cole: "È un guerriero particolarmente dotato, soprattutto con la mazza".

E non si parla di armi, eh: ci torniamo tra qualche settimana, ma intanto ricordatevelo, ché lo spirito di Rocco Podrick è vivo e lotta insieme a noi. 

Regina e figlio morto vengono cremati in una specie di funerale vichingo, e il drago - chiamato ad assolvere il compito - c'ha proprio l'espressione sfastidiata e pesoculista da See, dracarys, poi qua devo fare sempre tutto io, ecchemminchia. 

Il momento, comunque, è grave. Sono tutti tristi.

Beh, quasi tutti. 

Se escludiamo i miniciccioli detonati dalla Regina che non fu, provocatasi serie ecchimosi nell'interno gomito a furia di indirizzare gesti dell'ombrello a tutti.

Va in scena l'ennesima riunione del concilio, in cui viene messo in discussione il titolo di erede di Doraemon, si suggerisce timidamente di passarlo a Janira, e Biascica chiede gli arretrati di Volantis e Libeccio.

Poco dopo, l'uomo, sempre per questa grande stima dell'universo femminile che si respira lì nella Fortezza Rossa, spedisce la figlia a "consolare" il re, che si sta dedicando al modellismo.

E parlando di sagome e incastri. Se vi stavate chiedendo come mai a un quarto d'ora dalla fine del primo episodio non si fosse ancora vista un'orgia, l'omino HBO ve ne lancia addosso una in piena regola, con quelle robe che si vedono solo nei peggiori bar di Caracas e della Strada della Seta.

Profondamente colpito da quanto accaduto, infatti, Daemon Aelbarn si mette a fare battute sul bambino appena morto insieme ai compagni ubriaconi. Ma il suo è evidentemente un discorso profondo, toccante: te ne accorgi da come ne è vistosamente rapita la tizia a pecora lì al centro.

Re Misbrego viene però a saperlo da Biascica, che aveva ben TRE informatori al bordello (i soliti statali). Il re s'incazza e cede il titolo di erede e principessa di Roccia del Drago a sua figlia Janira.

Diseredato, Doraemon è costretto ad andar via in groppa al suo drago Caraxes, una bestia orribile che sembra una biscia con la panza, 

mentre la nipote Janira, tutta conzata come un'infanta di Spagna, riceve i giuramenti dei contrariati lord di tutto il regno. Un grosso pericolo, l'ha avvertita poco prima il padre, si staglia però sul futuro di Westeros. 

Il sogno di Aegon, la fine degli uomini, l'inverno che sta per arrivare. La figlia risponde sbadigliando che lo sa già, ha visto gli stessi meme per anni e anni, hanno pure francamente rotto i coglioni. 

Aegon, le spiega il padre, lo chiamò "Il canto del ghiaccio e del fuoco".

E per questa volta è tutto. Siamo solo all'inizio, ma il materiale (avendo visto come prosegue) c'è. Ovviamente vale sempre la cara, vecchia regola dei Riassuntoni™: se ne volete leggere altri, fate girare questo come una trottolina amorosa dudu dadadaemon su tutti i social che conoscete.

A proposito della qual cosa, chi vuole può seguirmi su Instagram.