Black Mirror WTF: che diavolo è successo a questa serie? La stagione 5, la recensione senza spoiler

Black Mirror Stagione 5 recensione

La recensione senza spoiler dei tre episodi della nuova stagione di Black Mirror. Ovvero la cronaca dell'energia prodotta collegando una dinamo alla tua testa, mentre la scuotevi lentamente da sinistra verso destra e viceversa guardando quella roba stile Hannah Montana con Hannah Montana [...]


Sì, ok. La risposta che avete lì pronta alla domanda contenuta nel titolo di questo post è che la creatura di Charlie Brooker si è ammorbidita troppo dopo aver attraversato l'Atlantico, che nulla è più stato uguale dopo lo speciale White Christmas, e che moriremo tutti.

Ma quella è storia ormai di cinque anni fa. E pur senza una dose sufficiente di cinismo, cazzotti nello stomaco, cattiveria e chisenefottedelleregole che avevano reso Black Mirror, beh, Black Mirror nelle sue prime due stagioni, c'era stato comunque spazio, anche nella gestione yankeeNetflix, per San Junipero o la bellissima e cattivissima Shut Up and Dance.

Si viaggiava a un livello diverso, ok, ma avevi trovato qualcosa di interessante anche nella vituperata Stagione 4 (Hang the DJ o Metalhead). Non era già più il vecchio Black Mirror, ma non provavi la sensazione di sconforto, smarrimento e leggera depressione che ti hanno indotto, per le ragioni sbagliate, almeno due episodi e mezzo su tre di questa quinta serie.

Il lavoro su Bandersnatch ha rallentato tutto il resto, dice Brooker, e perciò il conto dei nuovi episodi si è fermato a tre, come nelle prime due stagioni. Solo tre, tanto che facciamo prima ad analizzarli uno per uno, senza scendere nel dettaglio delle storie. Così, se non li avete ancora visti tutti, potete pure pescare con praticità quello che vi interessa, o saltare alle considerazioni finale. Niente spoiler.


Striking Vipers

Charlie Brooker viene dai videogiochi (scriveva per PC Zone, vent'anni fa) e ai videogiochi spesso ritorna. Il picchiaduro dal nome alquanto simile a Fighting Vipers è al centro di un minifilm che racconta la gender-fluidity, la possibilità di essere altro in Rete, o di scoprire chi o cosa si è veramente. Partendo da uno sfidino in multiplayer tra Falcon degli Avengers e Black Manta di Aquaman (ma Yahya Abdul-Mateen II è per te soprattutto il gangster ballerino Cadillac di The Get Down).


E? Ed è tutto piatto e già visto. Il pretesto del videogame più reale del vero - chi se la ricorda la gag della Realtà Reale, un pesce d'aprile pubblicato sulla rivista K, un milione di anni fa? - l'alter ego in cui esprimi quello che non sai neanche bene tu cos'è, i compromessi sociali da film italiano (RRobe parlava su Facebook di Muccino, a te è venuto in mente più che altro Ozpetek). Guizzi zero, trovate nuove zero, minuti di cui si sarebbe potuto fare benissimo a meno: almeno trenta.

2,5 Presidentesse su 5. Ah, l'asiatica bionda del videogame? È Pom Klementieff: Mantis dei Guardiani della Galassia.


Smithereens 

Per il tema di fondo qui Brooker non ha dovuto immaginare un futuro prossimo, ma pescare nel presente, nella realtà lì fuori, a qualsiasi incrocio, in qualsiasi vagone della metro, in qualsiasi autobus o locale. Tanto che la storia è ambientata nella Londra del 2018.

Un ottimo interprete (Andrew Scott, il Moriarty di Sherlock) e un soggetto interessante, ma che si sarebbe dovuto sviluppare con maggiore cinismo e cattiveria. Le gag pasticcione iniziali servono a far capire quanto è ordinario il giorno di ordinaria follia di quel tassista, ma alla fine e al suo messaggio si arriva un po' stanchi.

E comunque quel messaggio lì è, appunto, sulla bocca di chiunque già da anni. Lo sappiamo. Continuiamo a farlo tutti, fingendo che sia un problema degli altri, ma lo sappiamo. Basta alzare gli occhi dallo smartcoso, quando si è in giro, per accorgersene.

3 Presidentesse su 5, unica sufficienza del lotto. Sarebbe stato un episodio passabile qualche stagione fa, qua spicca più che altro per il livello basso degli altri due. Ah, Venom è diventato un guru della Silicon Valley.


Rachel, Jack and Ashley Too

C'è stato un momento in cui hai sperato che la puntata su Miley Cyrus non fosse la melma in cui si stava rapidamente tramutando. Sei uno stupido, stupido cavallo. 

L'argomento del simulacro è stato affrontato già più e più volte in Black Mirror (come nel citato special natalizio, in USS Callister o in Be Right Back, nella seconda stagione), quello dell'entertainment per la massa e del suo prezzo pure (il meraviglioso Fifteen Million Merits, uno dei tuoi episodi preferiti).

Qui si aggiunge semplicemente una secchiata di atmosfere... Disney.

Una versione dark e con droghe e persone prive di scrupoli di un episodio di Hannah Montana o di un qualsiasi altro film di ragazzine avventurose che fanno cose da ragazzine avventurose, prendendo per il culo gli adulti scemi. Dal primo all'ultimo istante, finale simpa incluso.

Se l'obiettivo era tirare fuori una versione twisted di Hannah Montana, un ibrido mostruoso stile C movie tra le sitcom di Disney Channel stile Lizzie McGuire e le derive tecnologiche di Black Mirror, beh, centro pieno.

1 Presidentessa su 5. Ah, volevi morire.


Considerazioni generali
Ci fosse stato anche Bandersnatch nel lotto, ci saremmo fissati su quello, il resto sarebbe inevitabilmente scivolato sullo sfondo, credi. Lanciati a sé, intothewild, questi tre episodi devono affrontare l'ombra lunghissima delle prime stagioni e il nome e il peso di Black Mirror.

Certo, non è facile tirar fuori nuove storie distopiche interessanti quando la realtà continua a superarti a destra e da Waldo scivoli al Vincisalvini. Ma il punto è che Brooker e la produttrice Annabel Jones non hanno neanche la voglia di farlo. E lo hanno detto espressamente.

In un lungo articolo su Bandersnatch del NYT si legge che:
Charlie Brooker, the creator of “Black Mirror,” and his fellow executive producer, Annabel Jones, said they are trying to make more optimistic episodes, rather than just dystopian ones.
Ed eccoci qua, a Hannah Montana e i topi. Meglio niente? Meglio si fossero fermati e pace, un San Junipero di (in buona parte) bei ricordi di quello che è stato? O a Brooker vogliamo dare fiducia e sperare che alla prossima vada meglio? Che qualcosa di "more optimistic" e meno distopico gli esca comunque meglio, magari senza Miley Cyrus che fa Miley Cyrus?

Sei combattuto.


Per quanto basso sia il tuo apprezzamento di questa ministagione, in fondo speri che dell'altro più interessante possa affiorare in futuro, che la storia di Black Mirror non sia davvero finita solo perché Brooker ha finito gli spunti e il mondo va sempre più a puttane IRL.

San Junipero ha dimostrato che ci può essere Black Mirror anche senza un finale bastardo e con un ottimismo che è il sale della vita, Gianni. Il problema è semmai arrivarci, a un finale ottimistico, dare un senso al tutto. Un senso che non sia una commedia teen giusto un po' dark e con idee riciclate da quanto già visto nella serie in precedenza.

Sperarci, quindi, in fondo e comunque? Forse (20 goto 10 del sei combattuto). Perché Brooker è un tipo in gamba, ma soprattutto perché peggio di così è davvero difficile fare.

Voialtri cosa ne pensate? Se volete parlare delle storie, usate SEMPRE il tag [ROVINATORE] a inizio commento, grazie.

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Commenti

  1. [ROVINATORE]



    la cyrus che canta head like the hole dei NIN...stamattina mi sono sentito con il mio legale per vedere che si può fare...

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  2. Vivendo in un universo parallelo (tra l'altro pieno di pannolini) non ho idea di cosa sia. Ma Andrew Scott e' mitico (o almeno era uno spasso in Sherlock)

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  3. Ancora non ho avuto tempo di vedere le nuove puntate, ma mi faccio sempre una domanda quando leggo articoli sulle puntate precedenti: ma sono l'unico che non ha trovato positivo o rincuorante il finale di San Junipero? Davvero è visto così universalmente come una storia dal buon finale?

    Cheers

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    1. Non sei l'unico. C'è tutta la teoria infernale. Se ne parla anche nei commenti sotto al post dell'epoca su San Junipero (https://docmanhattan.blogspot.com/2016/11/the-expanse-westworld-black-mirror.html).

      Ma Brooker e la Jones spiegarono ai tempi che no, il finale era incentrato sulla speranza, era effettivamente positivo e questo li ha portati a tagliare alcune scene troppo tetre presenti nella sceneggiatura. O almeno questo è quello che ricordo di aver letto in almeno due interviste diverse.

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    2. E' pacifico che in San Junipero i corpi delle protagoniste muoiono.

      Rimane in "vita" "eterna" (finché c'è corrente nei server o un EMP brasa tutto) la loro essenza salvata, che vive un "eterno presente" in San Junipero.

      Potrebbe essere interpretato come un lieto fine, (vista la sopravvivenza di una qualsiforma di coscienza), oppure potrebbe essere una forma di inferno (l'eternità del momento ripetuto sempre uguale).

      Però qui si va nei gusti e nelle interpretazioni personali.
      Prendi la divina commedia... l'inferno e il purgatorio son le parti piu' avvincenti.
      Il paradiso è bello da visitare ma non ci vivrei... :D

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    3. San Junipero per me ha un finale disturbante e ammorbante. Abbiamo un server piendo di cenotafi, solo ombre di vite vissute e finite. Alla lunga i "residenti" devono confrontarsi con il fatto che sono solo il ricordo di entità che sono morte. Sono esseri a cui è poi discutibile dare una dignita di essere umani.
      San Junipero per certi versi mi ricorda Swangthing quando capisce che non è il prof. Holland trasformatosi ma è un involucro a cui sono legati i ricordi di quest'ultimo. Swangthing ha però modo di autoaffermarsi in qualcosa di diverso e di nuovo mente i "residenti" di San Junipero rimangono solo spettri in un loop infinito.

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    4. Guarda secondo me hai colto perfettamente nel segno. Io penso esattamente le stesse cose

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    5. Lieto fine San Junipero? Se devo immaginare l'inferno, ho visioni molto simili. L'ossessiva sterile e improduttiva ripetizione del passato. Ma stiamo parlando sempre di software eh. Solo che il bello è che ce lo fanno dimenticare egregiamente.

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    6. Cosa ci sarebbe di positivo nel finale di San Junipero lo sanno solo gli autori e la roba che si sono fumati.
      Due vecchie ormai terminali che pur di non accettare la morte preferiscono "vivere" in un eterno simulacro sempre lo stesso cazzo di giorno...
      Si si la melevisione gli fa una pippa proprio...

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  4. Scusami Doc, ho odiato profondamente“Smithereens”. Mi faceva troppo meme da ultracinquantenne su Facebook, sai, quel tipo di meme sui giovani che stanno sempre al cellulare e non vedono altro, si perdono la bellezza della natura etc. Ma in realtà, l’intera stagione mi è sembrata “Cinquantenni su Facebook presenta Black Mirror”(col dovuto rispetto degli antristi cinquantenni eh. Il termine é usato in un’accezione meramente retorica)

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  5. Io mi ricordo della gag della "realtà reale" pesce d'aprile mica da poco per i tempi, ho ancora la rivista!
    E grazie alla putenza dell'internet ecco il numero di "K" incriminato! (pagine 22 in poi)...
    https://archive.org/details/k-kappa-rivista-27/page/n21

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    1. Figata pier, mi mancava questa gag. Inoltre ho anche visto le pubblicità di Alex Computer che, incredibilmente, esiste ancora e della Newel, dove compravo giochi per il Snes, tra cui Wild Guns versione US, pagato pochissimo!! Al tempo pensavo fosse una S.O.L.A., invece è stato ampiamente rivalutato.

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    2. Olee'!
      Ce l'ho fatta!
      Cosi' non incasino piu' i commenti.
      Wild Guns era un gran bel gioco, invece. Sulla falsariga di giochi come Cabal e Blood Bros. E' il Reloaded, uscito in tempi recenti, che invece e' un po' sciatto.
      K era una gran bella rivista. A volte un po' "pesante" per un ragazzino di allora, visto lo stile ed i termini ultra - tecnici usati. Non aveva certo l'aspetto piu' colorato di Consolemania, CVG o Game Power (o Gheim Paua, per gli amici).
      Pero' aveva un sacco di articoli interessanti. Uno su tutti? La sala giochi del futuro (see...).
      E lo speciale console resta uno dei numeri extra piu' belli in assoluto.
      Il Newel in via Mc Mahon (penso tu ti riferisca a quello, Danie') e' stato per anni meta dei miei pellegrinaggi del sabato pomeriggio, insieme a Console Generation. Si iniziava con una puntatina al bar della M1 fermata Pagano, dove in un angolo c'era una rassegna di titoli Neo - Geo che levati, e poi...giro di vetrine, a vedere titoli che tanto sapevi benissimo che prima di Natale o del compleanno ciccia. Al Newel, prima che chiudesse, ho fatto in tempo a comprare qualcosa per la PS1. Tra cui ISS PRO '98 e METAL GEAR SOLID.
      Alex Computer qual'e', invece? Non per altro, ma sono anni che cerco disperatamente di ricordare un negozietto dove ci sono andato una volta sola. Vuoi vedere che era quello?

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    3. Bravissimo Roberto, così il Doc non ci tira le orecchie. Mi spiace deluderti ma Alex Computer è a Torino, non penso che tu lo abbia frequentato, comunque rimane in Corso Francia. Da Newel compravo via posta e pagavo in contrassegno, come anche da un negozio di Bologna, di cui non ricordo il nome ma ai tempi era famoso. Le mie mete sabatiche erano soprattutto da Amici del Gioco, avevano anche loro angolo Neo Geo e soprattutto pareti intere di giochi per Snes. Peccato non fossero molto simpatici. Da loro vidi Winning Eleven 64 e mi cadde la mascella... C'era poi un altro tizio simpatico di Moncalieri, peccato che sui suoi server girassero immagini pedo-pornografiche (l'abbiamo scoperto dai giornali) e poi abbia chiuso, ovviamente.

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    4. Alle volte quei negozietti e alcune sale giochi venivano gestite da individui alquanto equivoci, se non addirittura di pessima reputazione.
      Il fatto che poi si trovassero in angoli veramente malfamati non contribuiva certo a migliorare l'opinione.
      Alle volte ripasso in macchina lungo la circonvallazione o nella zona dietro San Siro e ripenso a quante volte me le sono fatte a piedi, di sera...
      E' un vero miracolo che non mi sia capitato mai nulla. Probabilmente ho avuto un coolo che non finiva piu' e non me sono mai reso conto...
      Comunque, sono contentissimo di aver risolto, finalmente. Almeno ci si puo' fare due chiacchiere.

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    5. Hai ragione, almeno possiamo postare in serenità. Anche io ho frequentato posti poco raccomandabili spinto dalla nostra passione comune. Praticamente ho girato tutta Torino e provincia, sempre con i mezzi, perché l'auto non l'avevo. Però quando riuscivo a fare qualche affare, la gioia di tornare a casa, contando le fermate che mancavano, non aveva prezzo! Combinazione sono venuto a Milano e sono proprio stato in zona San Siro. Ricordo che comprai un gioco di Tennis per Ps2. Era il 2007. Ma tu sai se c'era ancora Newel in quel periodo?

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    6. Sai una cosa?
      Ho spulciato in rete...e ho scoperto che esiste ancora.
      Piu' o meno. Ha tenuto il marchio ma si occupa solo di elettronica, smartphone e computer. Ma piu' che altro riparazioni e assemblaggio.
      Non ha nemmeno piu' il negozio, credo.
      L'ultimo a resistere e' stato Joystick Fun, che e' durato fin quasi al 2011. Poi uno dei tizi ha aperto un negozietto lungo il Naviglio Grande. A due passi da casa mia, visto che dopo sposato sono andato a vivere li'.
      Praticamente ci passavo tutti i giorni, visto che ormai eravamo in confidenza. E ci credo: con tutto quello che gli ho fatto guadagnare!
      Poi ha chiuso. Ignoro dove si trovi, attualmente. L'unico rimasto e' in zona S. Rita, anche se si occupa principalmente di manutenzione. Ma mi hanno dato una grossa mano quando mi si e' scassata la PS3, il mese scorso. Che Dio li abbia in gloria, davvero.
      Sarebbe il mio sogno, riaprirne uno. A fare un sei al Superenalotto...
      Ce n'e' uno a Palermo (dove ho preso il Neo Geo Mini Jap) che sembra la fine del mondo. Avrei una gran voglia di farci un giro per vederlo dal vivo...

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    7. Guarda, anche a me piacerebbe tanto aprire un negozio di videogiochi, però sullo stile di un bar, punto di ritrovo per appassionati, con anche un punto di vendita retail. Magari in un'altra vita avremmo potuto lavorare insieme a un progetto di questo tipo. Ricordo sempre la videoteca del mio amico di Sanremo, era un vero punto di incontro per i nerd della vecchia scuola. Buona serata

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    8. L'importante e' non aprirlo in pianta stabile dentro San Junipero, giusto per restare in tema.
      Penso che mi romperei anche a fare una cosa che adoro, se dovessi essere costretto a doverla fare per l'eternita'.
      Insomma...anche il migliore dei paradisi deve avere una via di uscita, nel caso si senta la necessita' di andar via da li'. Altrimenti si tramuta automaticamente in un inferno, presto o tardi.
      Mai disperare, Danie'. E mai dire mai.
      C'e' ancora tempo, in questa vita.
      C'e' tutto il tempo di fare tutto.
      Bye!

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    9. Guarda caro Roberto, per natura, forse perché memore degli insegnamenti di Hannibal Smith, ho sempre un piano B, in tutti gli ambiti principali. Anche ora, nonostante abbia un lavoro che mi soddisfa, a fine anno non so se proseguirà o dovrò di nuovo cambiare per nuove sfide. E visto che non voglio che altri decidano del mio destino professionale, mi sto già muovendo per trovare delle alternative casomai fossi obbligato a cambiare. Quindi diciamo che non mi adagio mai! Però, una volta nella vita, mi piacerebbe fare un lavoro che mi piace completamente. Buon fine settimana, anche alla piccolina.

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    10. Roberto-Redferne, mi hai scatenato un GenuinoMomentoEmozione! la nuova Newel in via Mac Mahon! Quanti ricordi! Prima dell'acquisto del mio primo 486 alla Vobis di via Fabio Filzi, la Newel era il mio spacciatore ufficiale di giochi c64 e delle riviste tipo papersoft!

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  6. La mia personalissima opinione è che quando si giunge ad un certo punto ci siano due grossi problemi: la mancanza di idee e la sindrome da "siamo troppo grossi per rischiare". I prodotti seriali di successo prima o poi arrivano a dover affrontare questo problema, solo pochi titoli ne sono stati immuni.

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    1. Concordo al 100%. E credo uno dei più grandi meriti di BM fosse esattamente il fregarsene dei rischi, anzi. Perso quello si è perso il cinismo e il nichilismo, e conseguentemente buona parte del fascino della serie

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    2. Concordo ma è anche una questione di mentalità. Gli inglesi non hanno il pudore di essere assolutamente sgradevoli, mostrarti il lato più indigesto e abbietto dell'essere umano senza alcun filtro. Ti sbattono in faccia il primo ministro che si ingroppa una scrofa certi di non offendere nessuno, gli americani non lo farebbero mai o se lo dovessoro fare sicuramente ci sarebbe un putiferio. Guai a chi tocca il Presidente mentre noi siamo molto più sulla lunghezza d'onda del gran capo Estiqaatsi.
      Gli americani sono sotto sotto sempre quelli con i grafici del gradimento del pubblico in mano e la torta di mele dietro l'angolo che ti aspetta per consolarti. Non riescono ad essere disillusi e pessimisti come gli europei. Il pregio degli americani di essere molto efficaci, confezionare il tutto nel modo migliore possibile.

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    3. In una serie come questa il fatto di non voler correre rischi é ancora più stupido. Fosse una cosa seriale con una singola storia e una sola serie di personaggi, ci potrebbe anche stare, dato che in quel caso bisognerebbe pensare al futuro della serie a livello di trama e di pubblico affezionatosi ai personaggi.

      Ma qui si tratta di mini-film autoconclusivi, senza contare il fatto che le prime due stagioni siano diventate un cult proprio per il fatto che le storie erano rischi personificati.

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    4. Concordo con te Drakkan. Ed infatti avevo molta paura per il passaggio di BM agli americani. Paure purtroppo confermate dai fatti.

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  7. curioso, perché 'Shut up and dance' è l'episodio che mi ha convinto a smettere con Black Mirror. L'impostazione è la stessa di White Bear, ma manca tutto il social commentary. Tutto l'episodio è un grosso AH-AH! (pronunciato alla Nelson) degli sceneggiatori, per averti fatto empatizzare con un pezzo di melma. E quelli che in apparenza erano i "cattivi" son in realtà i "buoni". E da qui poi ho capito. Black Mirror, attraversando l'Atlantico, è diventato moralista. sono scomparse le sfumature, le problematicità ed è rimasta solo la ricerca dello shock value.

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    1. I buoni in Shut up and Dance chi sarebbero?

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    2. In effetti faccio fatica a definire "buono" il ricattatore che gli fa commettere una schifezza dopo l'altra.

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    3. [ROVINATORE STAGIONE 2]
      È come dire che gli organizzatori del parco di White Bear erano i buoni perché incaricati di punire l'assassina. Non è che se uno commette reati gravi vale ogni tipo di tortura, la pena va commisurata al delitto e il più possibile volta a rieducare.
      Shut up and dance, come White Bear, si basa sull'estremizzazione del giustizialismo isterico e vendicativo della gente che commenta su Facebook. Solo che nel secondo caso gli aguzzini sono autorizzati dallo stato.

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    4. [SPOILER]

      in White Bear non c'erano 'buoni' e 'cattivi', questo è il mio punto. si riflette su crimine e pena, su giustizia inteso come sistema perpetrato dalla società, se debba punire o riabilitare.
      i troll di shut up and dance sono dei vigilanti che consegnano persone orribili alla giustizia dopo averci giocato un po' e dopo averli utilizzati per raccogliere/diffondere prove a carico di altri. il giudizio morale sulle parti in gioco è molto più chiaro che in white bear, una volta che hai tutte le informazioni. e l'episodio mi ha lasciato con l'impressione che comunque il fulcro fosse lo shock value: ahah! ti ho fatto empatizzare con un pedofilo! e che ci fosse poco altro.

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    5. Rispetto il giudizio di MarKino, ma io in quell'episodio non ho empatizzato con nessuno. E non ho visto buoni in giro. Concordo con la febbre tritoteuse da social di cui parla Gigos (che i social hanno solo portato alla luce e amplificato).

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    6. Beh, ci stava empatizzare con il ragazzino: fino a pochi minuti dalla fine sembra una vittima... prima dello scontro nel bosco e del finale "rivelatore" il peggio che gli vediamo fare è una rapina sotto ricatto e facendosela letteralmente addosso

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    7. Il finale di Zitto e balla e crudo ma almeno da un senso alla storia di sto ragazzino.
      Per tutta la puntata continuavo a chiedermi "Rischiare la vita e fare cose illegali solo perché non vuoi che i tuoi parenti ed amici scoprano che...oddio ti fai le pippe! E allora"".
      Almeno con il finale capisci il perché sto tizio fosse così terrorizzato.

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  8. Io mi sono fermato alla stagione 3 perché ho deciso che era troppa fatica farsi prendere a male. Per me che sono digiuno di horror praticamente tutti gli episodi fino a White Christmas, più Shut Up and Dance e Hated in the Nation sono stati dei piccoli traumi. Bellissimi eh, sono contento di averli visti, ma a posto così.
    Poi se mi dite che la qualità è calata, ancora più a posto così.

    Però sono curioso: qualche antrista gentile potrebbe spoilerarmi senza ritegno la trama di Smithereens?

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    1. Pensa che Hated in the Nation l'ho odiato moltissimo, ma sì, gli altri due sono delle bastardate traumatiche

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    2. Beh, se era l'aspetto traumatico a scoraggiarti questa stagione è perfettamente innocua. Ed è vero che è inferiore al resto della serie, ma secondo me valutata di per sé, senza confronti, rimane una stagione perfettamente godibile, almeno a me in linea di massima sono piaciuti tutti e tre gli episodi (il secondo di più, è vero).
      Trama di Smithereens: "Smithereens" è uno pseaudo-Facebook. Il nostro protagonista, che ha alle spalle un trauma che scopriremo, ha l'obiettivo di parlare al telefono con lo pseudo-Zuckenberg (per motivi evidentemente legati al suo passato): dunque si iscrive a uno pseudo-uber e si apposta fuori alla sede londinese della Smithereens, con lo scopo di estorcere la telefonata a qualcuno che lavora lì, ma per errore rapisce invece un tirocinante poveraccio (qui parte il monologo più esilarante della stagione). In più la polizia lo sgama. A questo punto si entra nella classica situazione da thriller con lui bloccato in macchina con l'ostaggio che cerca di negoziare con la polizia e con Smithereens per fare questa benedetta telefonata.

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  9. Ma siamo in zona Circolino Telefilm, giusto? Sono l'unico che ha visto il finale di Big Bang Theory? Stranamente nessuno ne ha parlato, solo perché è uscito tra Endgame e GoT 8x6 (come provare a urlare in mezzo a un ciclone).

    Per me è carino e anche l'esagerazione del Nobel ci può stare; molto piacione ma è pur sempre una sit-com, non ti aspetti realismo a tutti i costi. E poi la storia insegna che il coraggio in questi casi, anche quando porta a ottimi risultati narrativi, viene ripagato dal pubblico con odio cieco e imperituro (vedi gli ottimi finali di Seinfeld e How I Met You Mother, ingiustamente disprezzati dai più).

    Le due stagioni di Young Sheldon pure le ho apprezzate molto, specie per come hanno proceduto parallele alla serie principale. Il finale della S11 di BBT con la reunion della famiglia è stato quasi commovente, poteva essere un ottimo finale di serie.
    Ecco, il fatto che YS sia stato rinnovato per altri 2 anni non mi fa sperare benissimo, forse era meglio chiudere tutto insieme, vedremo.

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  10. Anche io l'ho trovata sottotono e ho iniziato la seconda stagione di Happy! (Promette bene)
    P.s. le sorelle del 3° episodio sono la Betty Brent di Spider-Man Homecoming e la ragazzina della serie From Dusk Till Dawn

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  11. Io tutto questo lodare Sangiampiero sinceramente non lo capisco: non ho visto ancora questi 3, ma per me è di gran lunga il peggior episodio di tutte le stagioni di BM. Ma con il secondo che arriva tipo quindicesimo.
    E' proprio da lì in poi che c'è stato il crollo verticale, tranne rarissime eccezioni (Shut up and dance, Metalhead e, appena discreti, Hang the DJ e Nosedive)

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    1. Onestamente?
      Non lo considero neppure io uno dei miei preferiti (il finale resta perfetto), ho sempre pensato potesse beneficiare di una decina o quindicina di minuti in meno, la prima metà è stata molto lunga in particolare, ho rischiato di addormentarmi un paio di volte.

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  12. Io ho visto tempo fa sul tubo credo la versione polacca di black mirror un vero pugno nello stomaco.

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    1. La miniserie per il web? Dimmene di più, se ti va: ho una mezza voglia di recuperarla.

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    2. Czarne Lusterko meglio conosciuto nella terra dei cachi come il black mirror polacco, sul tubo c'è ancora e forse anche su netflix, sono episodi brevi da massimo venti minuti, quello intitolato Calcolo della felicità lo ricorderò credo finche campo.

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  13. Doc, questa stagione la possiamo inserire nello scaffale "mancanza di idee" che ormai contiene buona parte delle produzioni(cinema e non) degli ultimi anni?

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  14. Bah il secondo episodio non mi ha detto nulla. Tutto sto casino che fai per parlare e poi? Episodio no sense al massimo

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  15. Ho guardato i tre episodi di fila, uno dietro l'altro, sperando di ritrovare le sensazioni, il cinismo, la disillusione di black mirror. Invece grande delusione. Avrebbero potuto fermarsi prima.

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  16. A me San Junipero era piaciuto molto. Come anche ho apprezzato USS Callister.

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  17. per ora ho visto solo quello con la cyrus.
    all'inizio le premesse sembravano buone (pop star reale /finzione, ragazzina asociale, avatar robotico), poi quando piano piano la trama diventava come uno di quei film da sabato pomeriggio di italia 1 non ci volevo credere...sui titoli di coda mi è scappato un bel "va a cagher"!
    pero' poi a mente fredda mi sono chiesto se non era voluto questo approccio "teen", come fosse un esperimento per un futuro black mirror for kids oppure hanno voluto giocare con il genere e confezionare un episodio cosi', perculando anche un po' lo spettatore.
    p.s.- ma è vero che a seconda dell'utente gli ordini degli episodi cambia?

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    1. Io ho visto prima Miley, poi Falcon, e infine Sherlock.

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  18. BM abbandonato un pochino di tempo fa, Bandersnatch l'ho abbandonato dopo 30 min circa, dopo che avevo visto uno dei finali "breve" probabilmente, continuato un pochino poi stahp. Grazie Doc che non mi fai sentire in colpa, per una volta, di non vedere una qualche serie tv.

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  19. Se avete 2 ore e cercate un po' delle vecchie suggestioni di black mirror, consiglio la visione di "I am mother".
    Le troverete più lì che in questa quinta stagione.

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  20. Beh Pom Klementieff non è "asiatica", ma mezza asiatica: la madre è coreana, mentre il padre è russo-francese... nata in Canada, è cresciuta e si è formata in Francia.

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    1. Mi stai dicendo che Klementieff non è davvero un cognome asiatico?
      "L'asiatica bionda del videogame" vuol dire "il personaggio asiatico biondo del videogame".
      E sì, se sono arrivato a copiare il cognome per non sbagliarlo, vuol dire che la sua pagina wikipedia l'ho letta anch'io.

      Ma grazie per il pensiero.

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  21. Che stagione brutta e pallosa. Peccato perchè Bandersnatch mi aveva intrippato parecchio, e mi erano piaciuti anche diversi episodi delle precedenti stagioni made in USA: certo, episodi come "15 Million Merits" e "White Christmas" sono inarrivabili (letteralmente non ci ho dormito la notte), ma anche "nosedive", "san junipero", "USS Callister" e "hang the dj" li ho trovati molto gradevoli. "vota waldo", "shut up and dance" e "The National Anthem" invece noia pura.

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