Black Mirror: Bandersnatch è un bel videogioco (la recensione senza spoiler e i finali alternativi)
Il tanto atteso special di fine anno di Black Mirror, Bandersnatch, un film interattivo con - parola di Netflix - cinque diversi finali e tantissime piccole deviazioni di percorso, è disponibile da ieri su retepellicole. L'hai visto e, ovviamente, l'hai rivisto più e più volte, per provare le altre scelte. Ecco quello che ne pensi e, sotto spoiler, tutti i vari finali e le possibilità offerte, se proprio siete così pigri da non volervele cercare da soli [...]
Il diciannovenne problematico Stefan Butler, programmatore inglese del 1984, vuole trasformare in un gioco per Spectrum il librogame Bandernatch, scritto da un folle chiamato Jerome F. Davies (occhiolino). Quel libro è molto importante per il ragazzo, perché gli ricorda una persona che non c'è più.
Strutturato proprio come un libro-gioco, Black Mirror: Bandersnatch ti fa scegliere tramite una serie di bivi come proseguire nella storia. Il che dà vita chiaramente sin da subito a tutto un gioco metareferenziale: arrivati al primo snodo importante, se fai la scelta sbagliata te lo dice chiaramente uno dei personaggi. E il protagonista si ripete che deve riprovare. Sei dentro al gioco, sei il gioco.
Il problema principale di Bandersnatch è che se provi a vederlo come un film, ne può venir fuori un'esperienza confusa o frustrante. Perché non è un film: se vuoi seguire un solo corso della faccenda, limitandoti alla prima scelta che ti viene in mente per ogni bivio, per plasmarti una tua storia, può durare anche molto poco.
E se pure arrivi in fondo, a uno dei finali previsti dopo circa un'ora e mezza di visione, ti lascia la sensazione, a seconda dei casi, di averci capito poco, di esserti perso per strada troppi pezzi, più in generale di aver assistito a una storia che non rende giustizia al brand di Black Mirror.
Il senso è chiaramente, proprio come nei librigioco - per chi non avesse mai letto un Lupo Solitario o un altro romanzo simile, adottiamo come esempio le vecchie storie a bivi di Topolino, è uguale - tornare indietro e provare tutte le varie combinazioni. Il che comporta però a cascata dei nuovi problemi.
Innanzitutto non è semplice farlo come in un libro. Quando la storia termina prematuramente in virtù di una scelta adottata, è il film a suggerirti di tornare al bivio precedente, con un pratico link. Ma per riprovare da capo o per risalire di più rami l'albero di scelte, tocca ricominciare daccapo la visione e skippare quanto già visto a colpi di avanti di 10. È quello che hai fatto te, in un'ora supplementare, per provare tutto il resto. E ancora non hai finito.
Il secondo problema è che la sensazione di libertà è spesso artificiale. Bandersnatch spinge chiaramente in alcune direzioni, per un'esigenza narrativa, obbligandoti comunque, in un modo o nell'altro, a imboccarle. Se ti trovi in un certo posto, Stefan dovrà assumere una certa cosa, che (tu) lo voglia o meno. Così come dovrà parlare di sua madre alla dottoressa, che (tu) desideri farlo o meno.
È un fenomeno presente sia nei librigioco (scegli A o B, ma B ti porterà comunque sul percorso di A), sia nelle loro declinazioni in altri media, come i giochi alla Heavy Rain. Ma qui, per la durata più breve dei segmenti e il tipo di fruizione, si nota molto di più.
Il tutto ti prende, beh, se ti prende. Hai incominciato ad apprezzare Bandersnatch solo al terzo o quarto finale, dopo una dozzina di scelte e le diramazioni più folli che si tirano dietro. Giochi metareferenziali in cui l'attore comprende di essere pedina dello spettatore e le videorecensioni dell'occhialuto e insopportabile Robin danno una botta di nostalgia da puntata di USA Today ai finali.
Solo che dopo averlo fatto a pezzi e rimontato così, più e più volte, Bandersnatch non è più un film, è un Mr. Potato digitale, un esperimento innovativo solo per il mezzo adoperato. Un gioco. Un videogioco, con tanto di stacchi non sempre fluidi tra una sequenza e l'altra, come un Dragon's Lair cospirazionista e folle ambientato nel Regno Unito del 1984, l'anno distopico per eccellenza.
Non è un caso che Bandersnatch stia facendo impazzire le comunità di smanettoni su reddit e che, ovviamente, contenga tutta una serie di Easter Egg. E no, non solo per il riferimento a Metal Head, Nosedive o a tanti altri episodi di Black Mirror. Da quel suono digitale nella scena post credits, che tradotto in QR porta a un certo sito, alla versione giocabile dello stesso Nohzdyve a cui sta lavorando Colin. Ma solo attraverso un emulatore Spectrum.
C'è, naturalmente, chi ha cercato di riassumere in un grafico tutti i percorsi, precisando che ogni tanto però il gioco (chiamiamolo col suo nome) ti incasina volutamente le cose, mischiando le carte al preciso scopo di farti impazzire. La faccenda del grafico fa molto quaderno a quadretti su cui si segnavano tutti i percorsi in Dungeon Master. O il file excel su cui annotavi tutto quando hai tradotto un anno fa Il Porto della Morte, per restare nel campo.
Se proprio siete portatori sani di deboscia, e pur interessati alla faccenda non vi va di spulciare ogni sbivio, o se, al contrario, ci siete finiti in fissa pure voi, ecco SOTTO SPOILER, un pratico elenco di tutta una serie di situazioni nelle quali Bandersnatch ti infila e i finali a cui portano:
Strutturato proprio come un libro-gioco, Black Mirror: Bandersnatch ti fa scegliere tramite una serie di bivi come proseguire nella storia. Il che dà vita chiaramente sin da subito a tutto un gioco metareferenziale: arrivati al primo snodo importante, se fai la scelta sbagliata te lo dice chiaramente uno dei personaggi. E il protagonista si ripete che deve riprovare. Sei dentro al gioco, sei il gioco.
Deja vu? |
Il problema principale di Bandersnatch è che se provi a vederlo come un film, ne può venir fuori un'esperienza confusa o frustrante. Perché non è un film: se vuoi seguire un solo corso della faccenda, limitandoti alla prima scelta che ti viene in mente per ogni bivio, per plasmarti una tua storia, può durare anche molto poco.
E se pure arrivi in fondo, a uno dei finali previsti dopo circa un'ora e mezza di visione, ti lascia la sensazione, a seconda dei casi, di averci capito poco, di esserti perso per strada troppi pezzi, più in generale di aver assistito a una storia che non rende giustizia al brand di Black Mirror.
Il senso è chiaramente, proprio come nei librigioco - per chi non avesse mai letto un Lupo Solitario o un altro romanzo simile, adottiamo come esempio le vecchie storie a bivi di Topolino, è uguale - tornare indietro e provare tutte le varie combinazioni. Il che comporta però a cascata dei nuovi problemi.
Innanzitutto non è semplice farlo come in un libro. Quando la storia termina prematuramente in virtù di una scelta adottata, è il film a suggerirti di tornare al bivio precedente, con un pratico link. Ma per riprovare da capo o per risalire di più rami l'albero di scelte, tocca ricominciare daccapo la visione e skippare quanto già visto a colpi di avanti di 10. È quello che hai fatto te, in un'ora supplementare, per provare tutto il resto. E ancora non hai finito.
Il secondo problema è che la sensazione di libertà è spesso artificiale. Bandersnatch spinge chiaramente in alcune direzioni, per un'esigenza narrativa, obbligandoti comunque, in un modo o nell'altro, a imboccarle. Se ti trovi in un certo posto, Stefan dovrà assumere una certa cosa, che (tu) lo voglia o meno. Così come dovrà parlare di sua madre alla dottoressa, che (tu) desideri farlo o meno.
È un fenomeno presente sia nei librigioco (scegli A o B, ma B ti porterà comunque sul percorso di A), sia nelle loro declinazioni in altri media, come i giochi alla Heavy Rain. Ma qui, per la durata più breve dei segmenti e il tipo di fruizione, si nota molto di più.
Il tutto ti prende, beh, se ti prende. Hai incominciato ad apprezzare Bandersnatch solo al terzo o quarto finale, dopo una dozzina di scelte e le diramazioni più folli che si tirano dietro. Giochi metareferenziali in cui l'attore comprende di essere pedina dello spettatore e le videorecensioni dell'occhialuto e insopportabile Robin danno una botta di nostalgia da puntata di USA Today ai finali.
Solo che dopo averlo fatto a pezzi e rimontato così, più e più volte, Bandersnatch non è più un film, è un Mr. Potato digitale, un esperimento innovativo solo per il mezzo adoperato. Un gioco. Un videogioco, con tanto di stacchi non sempre fluidi tra una sequenza e l'altra, come un Dragon's Lair cospirazionista e folle ambientato nel Regno Unito del 1984, l'anno distopico per eccellenza.
Devi accettarne la vera natura, che non è quella di film interattivo ma di videogioco,di un breve Heavy Rain scritto da quel genio di Charlie Brooker, il creatore di Black Mirror. Se lo fai, finisci anche tu a girare nella ruota del criceto della curiosità.
Non è un caso che Bandersnatch stia facendo impazzire le comunità di smanettoni su reddit e che, ovviamente, contenga tutta una serie di Easter Egg. E no, non solo per il riferimento a Metal Head, Nosedive o a tanti altri episodi di Black Mirror. Da quel suono digitale nella scena post credits, che tradotto in QR porta a un certo sito, alla versione giocabile dello stesso Nohzdyve a cui sta lavorando Colin. Ma solo attraverso un emulatore Spectrum.
C'è, naturalmente, chi ha cercato di riassumere in un grafico tutti i percorsi, precisando che ogni tanto però il gioco (chiamiamolo col suo nome) ti incasina volutamente le cose, mischiando le carte al preciso scopo di farti impazzire. La faccenda del grafico fa molto quaderno a quadretti su cui si segnavano tutti i percorsi in Dungeon Master. O il file excel su cui annotavi tutto quando hai tradotto un anno fa Il Porto della Morte, per restare nel campo.
Se proprio siete portatori sani di deboscia, e pur interessati alla faccenda non vi va di spulciare ogni sbivio, o se, al contrario, ci siete finiti in fissa pure voi, ecco SOTTO SPOILER, un pratico elenco di tutta una serie di situazioni nelle quali Bandersnatch ti infila e i finali a cui portano:
Non gli dai un voto, perché non è possibile dargliene uno come film. Come esperimento / gioco, Black Mirror: Bandersnatch è divertente se, si diceva poco sopra, ti lasci prendere dalla scimmia per le combinazioni possibili, a patto di accettare che in diversi casi la scelta è obbligata dall'esigenza di farti comunque scorrere davanti agli occhi un certo pezzo della trama. Choose your own adventure, ma fino a un certo punto. Appunto.
Non ha molto senso, non giudicandolo come film, neanche paragonarlo a quei mediamente meravigliosi minifilm che sono gli episodi di Black Mirror o lo speciale natalizio di quattro anni fa, il bellissimo e feroce White Christmas. È una cosa a parte, e solo dopo averci passato un sacco di tempo ed esserti incazzato almeno un paio di volte, hai capito che sì, ne vorresti ancora.
DOMANDA CON SPOILER / ROVINATORE INCORPORATO:
RispondiEliminaquando c'è da mettere il numero di telefono, ci sono altre scelte possibili che diano un risultato interessante, oltre al mettere il numero giusto?
Sembra di no.
EliminaPeccato, è un punto perfetto per inserirne uno, specialmente perché la "soluzione giusta" te la tirano in faccia. ^^;
EliminaSono d'accordo su tutto, ma negli easter egg hai dimenticato di menzionare che il tizio che "interpreta" Jerome F. Davies, nelle foto e nel documentario, è nientepopodimeno che Jeff Minter :)
RispondiEliminaNon è che l'ho dimenticato, l'avevo proprio scritto esplicitamente nel testo. Ho rimosso quella parte perché è una piacevole sorpresa per videogiochisti. Tanto che il tuo commento abbisognerebbe di un tag SPOILER/ROVINATORE, ma vabbè :)
EliminaWhops, sorry. Non lo consideravo uno spoiler perché pensavo che saperlo o no non cambiasse il divertimento della (delle?) trama, ma ci sta.
EliminaSPOILER/ROVINATORE retroattivo, allora?
E diciamolo che i Butler s'ispirano a Chris Butler, ed il Ritman a Jon Ritman, entrambi celebri programmatori dell'epoca.
RispondiEliminaDevo rivederlo e riprovarci, una volta alzato dal divano ero molto scontento, adesso il mio giudizio si è un po' più stemperato.
RispondiEliminaContinua a farmi arrabbiare il fatto che ci siano scelte "sbagliate" e "giuste", è parecchio contro lo spirito di un libro-game.
Ero parecchio incazzato pure per il troppo tempo dedicato alla metareferenzialità, non l'avrei messo in un episodio interattivo, ma è Black Mirror e probabilmente c'era da aspettarselo, resta una cosa che mi fa cascare le braccia.
SPOILER/ROVINATORE
Io mi sono buttato per primo dal balcone di Colin ed è stato un game over, ma se si butta poi Colin si scopre che stiamo sognando.
Ora, capisco che ci sono tante diramazioni, ma questo non ha senso, dai!
Da una situazione del genere si aspetta un minimo di coerenza narrativa, mi sarei dovuto svegliare all'istante una volta toccato terra.
SPOILER
Elimina...
...
...
In realtà credo Colin muoia davvero. In tante diramazioni successive al salto, lui non appare più. In ufficio dicono che si sarà preso una vacanza, la compagna lo cerca, etc. Il protagonista si sveglia durante un'altra gita dalla dottoressa.
ROVINATORE!!!
EliminaIn realtà il discorso delle scelte "sbagliate/giuste" rientra nel contesto più ampio sulla libertà di scelta e la metanarrativa insita nella storia stessa. Come detto da altra gente su Reddit alla fine lo spettatore diventa l'incarnazione di Pax, il demone "ladro del libero arbitrio", ma è egli stesso limitato da scelte che non sono scelte ed è quindi egli stesso sia spettatore che elemento della storia.
ALTRO SPOILER
Elimina@Doc: in realtà in uno dei finali post "morte" di Colin, se si sceglie di uccidere il padre, dopo la telefonata di Thukar c'è di nuovo Colin nell'ufficio con lui, quindi la morte non è certa. E comunque quando Kitty (che dovrebbe aver assistito al suicidio di Colin) va a casa di Stefan lui la riconosce, ma lei non ha idea di chi sia Stefan, quindi il suicidio sarebbe avvenuto in una linea temporale parallela/visione/ramo diverso del gioco
SPOILER
Elimina...
...
Sì, visto. Ma che si tratti di altre linee parallele, quel che conta è che la sequenza con Colin c'è stata, perché Colin poi in diversi casi non c'è. O è tutta un'allucinazione, ma comunque il gioco vuol farti vedere le conseguenze del salto.
Nel gran florilegio di pippe mentali su reddit è ribadito anche da tanti - e sono abbastanza d'accordo con la cosa - che non tutto è consequenziale o ha davvero un senso, per farti precipitare meglio nella follia del protagonista. Sei un po' la forza che controlla Stefan, dal pianeta Netflix, un po' Stefan stesso, quando non capisci più cosa è reale o cosa non lo è. Il che fa molto Black Mirror, per quanto a una semplice visione Bandersnatch possa sembrare molto lontano dalla serie.
Domanda per chi l'ha visto con il doppiaggio italiano: mi confermate che nella scena in cui bisogna digitare il numero di telefono, la voce fuori campo detta solo 4 cifre e non tutte e 5?
RispondiEliminaA proposito del doppiaggio italiano, io ho iniziato a vederlo doppiato ma ho cambiato immediatamente lingua quando ho sentito la frase "gli spiritelli sono lisci" anzichè "the sprites are smooth"
EliminaQuello, e molti termini lasciati in inglese quando negli stessi sottotitoli venivano tradotti, è un motivo per capire che l'adattamento non è dei migliori.
EliminaIl doppiaggio in sé non è male però
Ci sono almeno due diverse sequenze relativo al numero. Nella seconda, è lo stesso Stefan a ripetere gli ultimi due numeri.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaTi aspettavo al varco Doc!
RispondiEliminaConcordo con lo spirito ludico, indispensabile per leggere l'opera in modo giusto. Sul "ne voglio ancora" invece mi gioco un "dipende". Sicuramente spero che sfruttino questa potenzialità per altri progetti simili, ma per black mirror preferirei restasse un (riuscito) esperimento unico.
Quello è scontato. Non ce lo vedo Charlie Brooker a ripetere il gioco.
EliminaMa lo possono fare altri, in altri contesti. Sci-fi, horror e quant'altro. Quello che ci promettevano i laser game trent'anni e oltre fa, ma con i mezzi di oggi.
Una cosa che mi sono dimenticato di aggiungere e chiaramente
EliminaSPOILER-ROVINANTE
Riprovando a tornare indietro per ottenere i vari finali, per ultimo ho guardato quello in cui trova Rabbit e quindi muore con la madre: dopo questo finale il film mi è finito "sul serio" ottenendo la schermata finale di Netflix che propone di guardare altro. Ora: credo che questo sia dovuto al fatto che gli altri finali li avevo già provati tutti? O questo finale rispetto agli altri prevede proprio di uscire dalla visione?
Credo mi abbia preso abbastanza, sto continuando a spulciare i minifinali e i finali completi.
RispondiEliminaIl film/gioco è derivativo, citazionistico e metareferenziale abbestia e mi ricorda molto il primo Silent Hill con i suoi finali completamente scollegati in un contesto comunque angosciante, sennò non sarebbe Black Mirror.
Non sono di certo il recensore occhialuto ma questa tecnica potrebbe avere qualche futuro e da un punto di vista puramente tecnico, Netflix ha fatto davvero un buon lavoro.
Davvero bravi gli attori nelle varie situazioni in particolare...
ROVINATORE
Nei momenti metareferenziali su Netflix, non so proprio come abbiano resistito a non farsela addosso dalle risate. Quando scorrevano le spiegazioni improvvisate sullo schermo scoppiavo a ridere.
Kitty parla di Colin al passato lasciando intendere che sia morto? Quest'ultimo mi sembra il finale più "giusto" perché ricollega tutto e diventa il circolo (vizioso) perfetto.
Peccato che alcuni finali siano meno sviluppati di altri, magari si ritenevano più "banali" tipo il demone Pax e la cospirazione governativa mi sembrano troppo abbozzati e vengono relegati a sogni lucidi del protagonista. Avrei fatto a meno del finale alla "Donny Darko".
P.S.: Devo ancora capire se il cane dei vicini abbia qualche importanza.
Metaspiegazione per il finale cospirazionista: è solo abbozzato perché è stato aggiunto alla fine di corsa e ci hanno lavorato nel weekend ;)
EliminaDue cose che mi sono piaciute tantissimo:
RispondiElimina- l'opzione "salta dalla finestra"
- Colin che fa "Salta al prossimo passaggio. Vabbè, ci penso io" e batte le mani. Sono morto dalle risate
SPOILER
EliminaMa anche tutti quei "mi piace questa vita", "riprova nella prossima", etc. Colin il tutorial umano. Peraltro, a parità di scelte, alcuni rami sono bloccati dopo alcuni tentativi. Il percorso PAX-glifo-seppellisci, dopo un paio di volte, porta sempre alla chiusura della software house per prematura scomparsa del titolare, perché Stefan non risponde più alla chiamata.
La cosa carina è che nel primo caso Colin sta leggendo un numero di Crash, nel secondo della rivista 2000 AD.
Io non riesco a capire come si faccia a definire questo un prodotto riuscito. Trama interessante agli inizi ma che poi non va a parare da nessuna parte, pipponi meta-narrativi fini a sé stessi e che tentano di spiegare voragini presenti nella trama, "scegli te come va avanti la storia" e appena scegli l'opzione sbagliata ti fanno ricominciare da dove vogliono loro ecc.
RispondiEliminaInsomma, si vede l'impegno che ci hanno messo nel fare questo prodotto, però è presente alla base una sceneggiatura debolissima che manda tutto nel cesso.
Dipende da quello che intendi per "prodotto". Giudicare la trama come se fosse un normale film lascia inevitabilmente delusi: non è granché, non è neanche granché Black Mirror. È un gioco interattivo in cui la cosa divertente è capire le regole stesse del gioco, vedere come cambiano le cose, perché e per quali ragioni alcune sono difficili da inquadrare. Basta guardare che casino è il grafico linkato nella parta sotto tasto spoiler.
EliminaMa questo l'ho già scritto nella recensione, mi sto ripetendo, sorry.
Boh, capisco il divertimento che può nascere dal scoprire le varie diramazioni, però questo va a "rovinare" l'esperienza del 'scegli te come va a finire'. Cioè, una volta finito in certo modo per via delle tue scelte rimane un'esperienza personale, insomma quella è la storia che tu hai scelto e non avrebbe molto senso riniziarla imho. Poi le scelte possibili le ho trovate proprio noiose e ho provato zero empatia, ma questa è una cosa puramente soggettiva e me ne rendo conto.
EliminaBtw le prime due stagioni di Black Mirror rasentano la perfezione, poi la terza meh e la quarta per me non esiste (stranamente è calata da quando l'ha presa Netflix, tu guarda il caso).
E quello, l'esperienza di cui parli, è se lo vivi come un film interattivo, da confezionare secondo le tue scelte e stop. Non è chiaramente questo l'intento dei suoi autori, visto che più provi e più scopri nuovi segreti e biforcazioni, che si sbloccano solo dopo un certo punto. Nessun lettore di un librogioco, del resto, si accontenta di un solo percorso. E questo è un librogioco travestito da film su un librogioco.
EliminaMa, di nuovo, sono cose che ho già scritto.
Appena finito col tizio in prigione e la valutazione di 2 e mezzo per il gioco.
RispondiEliminaOra sarà che adoro i giochi di quantic dream(sono a metà di spider man poi inizio Detroit become human)ma è stata proprio una bella trovata veramente piacevole,spero in qualche altro episodio del genere
Io mi sono stufato alla terza scelta in realtà, grazie per gli spoiler sugli altri finali almeno non sarò costretto a ricominciare. Torno a vedere quella porcheria di Diablero che nelle feste ha il giusto grado di trash.
RispondiEliminaBuon anno Antristi
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaSono ultra d'accordo.
RispondiEliminaTralasciando che come le ultime due stagioni sta roba non è più black mirror ma la sua versione più meinstream, francamente dopo due finali alternativi e altrettante scelte cambiate mi sono rotto i coglioni. E sono andato a rifarmi qualche storia di Topolino a bivi, che almeno sono più veloci.
perfettamente d'accordo, soprattutto su Black Mirror dalla stagione 3 in poi. Per una serie che aveva, IMHO, il fasciono principale nel portarti al limite a farti vedere che il confine non c'è, ha commesso il peccato più grave: è diventato moralista.
EliminaGabriele, vogliamo ripetere quel "mi sono rotto i coglioni" un altro paio di volte? Serve? Siamo forse selvaggi da FB, incapaci di argomentare in altro modo? Eghe.
Eliminapremesso che io con Black Mirror ho chiuso dall'episodio S03x03, perché a quel punto ho realizzato che IMHO la serie è stata "dumbed down" (in media) per allargare al pubblico americano, e che quindi ho zero interesse in Bandersnatch, io una cosa non ho capito: da dove arriva la fascinazione per 'sto prodotto.
RispondiEliminaSe, come dici, è un film che non funziona come film, e contemporaneamente è un'avventura grafica dal gameplay un po' macchinoso, dove sta il "bello"? tutto nella nostalgia canaglia? tutto nel "remember Dragon's Lair/Monkey Island/the 80ies? HERE, take something that resembles that!"?
Che cosa abbia trovato d'interessante nel "prodotto" l'ho scritto nella recensione. Il fatto che più persone continuino a chiedermelo vuol dire evidentemente che sono stato poco chiaro. Anche se il fatto che è un gioco e non un film, e che mi ha preso solo dal terzo o quarto finale in poi, quando ho scoperto la struttura complessa dell'albero, mi sembra siano concetti espressi a prova di fraintendimenti.
EliminaIl termine di paragone non è comunque un Monkey Island (?), ma un librogioco. Al massimo un'avventura alla Heavy Rain, che dal mondo dei librigioco, e non dalle avventure grafiche, attinge.
Non so se per "skippare quanto già visto a colpi di avanti di 10" intendi davvero a 10 secondi alla volta, ma, in caso fosse così, tieni presente che, cliccando più volte il "10", puoi saltare anche periodi più lunghi.
RispondiEliminaLo dico perché, prima di capirlo, andavo davvero avanti a 10 secondi alla volta.
No, intendevo proprio "a colpi di tastino 10" :)
EliminaHo trovato parecchio interessante il modo in cui il gimmick dei bivi sia diventato qui l' elemento narrativo che sostiene il pippone attorno cui ruota tutta la storia. "Scegli la tua storia"...O no? Qui il consueto apporto di motivi di ansia elargiti dalla serie non è veicolato dalla sceneggiatura, ma dal medium stesso. Non è un episodio di Black Mirror con i bivi: non è una normale puntata presentata con la particolarità delle biforcazioni narrative. È una storia (di per sé senza particolari guizzi e abbastanza convenzionale) che proprio in virtù di queste diventa una grande supercazzola sull'illusione del libero arbitrio.
RispondiEliminaE no, non ci saranno altri episodi del genere proprio per questo motivo.
EliminaCaro Doc, c'è un equivoco.
RispondiEliminaDalla tua recensione sembra quasi che ad ogni finale alternativo cancerogeno, lo spettatore sia costretto a riavvolgere fisicamente le pellicola a "colpi di - 10x" che è una cosa falsa.
Chiariamo le cose, il film e perfetto, nel senso che in seguito ad una scelta sbagliata lo stesso film esegue un loop indietro dandoti modo di scegliere altre cose. Detto ciò, credo che tu ti sia fatto influenzare negativamente dal fatto che per scrivere l'articolo tu sia stato costretto a rivedere più e più volte un film che già di suo fa della ripetizione la normalità. Insomma ti sarai rotto le palle e per questo hai scritto di non essere convinto al 100% di Bandersnatch. Che dire oltre al fatto che mi dispiaccia che per scrivere un articolo il più completo possibile tu sia stato costretto a rovinare la visione di un film godibilissimo. A me Bandersnatch e piaciuto molto, l'ho trovato a tratti innovativo, sebbene usi idee vecchie, queste vengono usate in maniera intelligente. Insomma per me e un 4 stelle su 5.
Rosario, l'equivoco è che, credo, tu abbia letto troppo di corsa.
EliminaNel post si dice infatti che "è il film a suggerirti di tornare al bivio precedente, con un pratico link. Ma per riprovare da capo o per risalire di più rami l'albero di scelte".
E c'è anche scritto che a me è piaciuto, sia pure dopo un po' ("Hai incominciato ad apprezzare Bandersnatch solo al terzo o quarto finale"). Cioè mi è piaciuto proprio guardandolo e riguardandolo, altro che rompersi le palle perché costretti (da chi?) a farlo.
Temo tu abbia frainteso proprio tutto il senso del post. La fretta, ripeto. Sarà stata la fretta :)
Ho effettivamente letto tutto d'un fiato trenta secondi dopo essermi svegliato (fatta nottatona :D). Mea culpa.
Elimina;)
EliminaPiù lo (ri)guardo e più mi convinco che sia un riuscitissimo prodotto totalmente ed intrinsecamente "Black Mirror" negli intenti. :D
RispondiEliminaBell'esperimento...un Libro-game dell'anno demilaventordici..."Un videogioco, con tanto di stacchi non sempre fluidi tra una sequenza e l'altra, come un Dragon's Lair cospirazionista e folle ambientato nel Regno Unito del 1984, l'anno distopico per eccellenza." quoto in toto...nient'altro da aggiungere...
RispondiEliminaPerò qualche considerazione: anche io ho cominciato a divertirmi davvero al 2° o 3° finale...poi però arrivare a seguire tutti i rami è diventato alla lunga noioso...
Come notato da altri più sopra, alcune inconsistenze della trama mi hanno dato personalmente fastidio...sì va bene le realtà parallele e i multi-versi...però alcune cose non girano proprio..e se lo scopo è immedesimarsi nella follia progressiva di Stefan..beh con me non è riuscito...ero sempre il "deus ex-machina" che lo pilotava (più o meno..nei limiti narrativi).
Ultima cosa: mi stanno bene i limiti narrativi e la forzature verso certe scelte...però perché farmi scegliere alcuni rami e portarmi a un binario morto per poi dirmi sostanzialmente "Sorry...bivio sbagliato, vicolo cieco...torna indietro e scegli diversamente"? Perchè invece non collegare armoniosamente i vari tratti (con piccoli collage narrativi come ce ne sono altrove) e arrivare almeno a un decente game-over (uno o l'altro che sia)?"
Questo l'ho trovato davvero fastidioso ed è l'unico vero difetto..però a mio parere abbastanza grosso.
Per spiegare meglio serve uno...
SPOILER
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Tipo perché spingermi verso la scelta di uccidere il padre, ma lasciarmi a ripetizione comunque la scelta di non farlo, per poi arrivare a un vicolo cieco, senza game over, e dirmi invece "scelta sbagliata, torna indietro e riprova?" Allora non lasciare la scelta!?
SPOILER
RispondiEliminaNon mi è piaciuto molto. Nella prima parte le scelte sono tutte fittizie o inutili (cereali, LSD, etc.). Mi è poi sembrato che non ci fosse modo di andare avanti senza uccidere il padre. Indovinando il numero di telefono (semplicissimo) ho ottenuto 2,5 su 5 mentre sbagliandolo mi ha portato alla fine ad ottenere 5 su 5. Ho iniziato a divertirmi un po' nella parte finale, però, ottenuto ormai il massimo punteggio mi è passata la voglia di provare altre strade. Concordo pienamente sul fatto che è un videogioco e non un film/episodio/corto/etc.
Sarà che da piccola ero in fissa con i librigame, ma a me è piaciuto tantissimo. Quando i loop temporali/realtà alternative si incasinano mi ha preso un sacco. Non ricordo dove, ma ho letto che hanno fatto una fatica bestia sia a scriverlo che a girarlo, e che se potessero tornare indietro (ahahah occhiolino) probabilmente non lo rifarebbero. Ovviamente il mio finale preferito è
RispondiEliminaSPOILER ROVINATORE
quello in cui saliamo sul treno con la madre. Mi è scesa la lacrimuccia, e lo reputo il VERO finale della puntata (anche perchè è l'unico che fa uscire i credits). Leggendo le varie recensioni però ho notato che mi sono persa tutta la parte del fallimento della ditta con relativi finali alternativi, e soprattutto non ho visto il finalone con la figlia di Colin, quindi mi sa che me lo riguarderò cambiando le scelte fatte.
Boh...
EliminaA me l'idea di interattività alla librogame applicata a un contesto di vita contemporanea sa di molto noioso.
Un conto è farlo su un contesto avventuroso fantasy (come appunto quei libri) o che so spaziale o simili.
Fatto in questo modo su un tipo che deve oddio...Sviluppare un gioco! Meh...
Alla fine di tutto come la giri e a quale finale arrivi il risultato è solo che il protagonista è un malato mentale.