Jin-Roh - Uomini e lupi. I sassi di Mamoru Oshii contro il Giappone degli anni 90

Jin-Roh Uomini Lupi blu-ray recensione

Di Jin-Roh - Uomini e lupi, film d'animazione del '99 scritto da Mamoru Oshii e diretto da Hiroyuki Okiura, entrambi reduci da Ghost in the Shell, si legge in giro che è un capolavoro, che la sua storia, solo in apparenza semplice, ha tanti livelli di lettura, e che è l'ultimo grande colossal - meglio kolossal, alla tedesca - analogico dell'animazione giapponese. Tutto vero, tranne una cosa [...]


Jin-Roh è l'ottavo capitolo della Kerberos Saga, un complesso e non ordinatissimo progetto multimediale nato nell'87 con un film dal vivo e un radiodramma e diventato una serie di manga e di pellicole live-action dirette da Mamoru Oshii. Per il primo film, The Red Spectacles, Oshii aveva utilizzato come cast i doppiatori con cui aveva lavorato per Lamù, tu pensa.

Di Jin-Roh si iniziò a parlare durante la produzione di Ghost in the Shell: avrebbe dovuto diventare una serie di 6 OAV scritti da Oshii e diretti da Hiroyuki Okiura, per lui già supervisore dell'animazione in Patlabor 2 e Ghost in the Shell. Poi il progetto mutò in un unico lungometraggio, e Production I.G. e Bandai Visual, le due case produttrici, decisero che il regista sarebbe stato comunque Okiura, su soggetto e sceneggiatura di Oshii.

Il pupillo accettò solo a patto che Oshii gli fornisse una storia diversa. Non una semplice trasposizione del primo manga, ma una storia con un uomo e una donna come protagonisti.
E Oshii gli ha scritto una versione di Cappuccetto Rosso riletta da John le Carré e pucciata nella tristezza esistenziale della sua Motoko Kusanagi, e nella critica al Giappone contemporaneo e alla sua industria dell'intrattenimento.

Lo sfondo della vicenda - e dell'intera Kerberos Saga - è uno dei tanti motivi d'interesse del film, ma non l'unico. La storia è ambientata nel 1962 di una linea temporale alternativa in cui il Giappone si è alleato durante la Seconda Guerra Mondiale con gli alleati, ha perso il conflitto ed è stato occupato dalla Germania. Tutta l'influenza postbellica, nel Giappone della ricostruzione, è stata quindi qui tedesca e non statunitense: armi, veicoli e lo stesso linguaggio di questa Tokyo ucronica guardano a Berlino.

L'aspetto più iconico di questa contaminazione è rappresentato dai soldati simbolo del film e della saga, i Kerberos Panzer Cops, con i loro occhietti rossi sui caschi - brutalmente copiati pochi anni dopo da Guerrilla con gli Helghast di Killzone - e le loro mitragliatrici MG 42.

Jin-Roh è la storia di un membro di questo corpo, Kazuki Fuse. Un lupo che cerca di essere soltanto un uomo. Sottolineare cerca di.


L'eccessivo indugiare sulla storia di Cappuccetto Rosso - Rotkäppchen, sì, ché qui è tutto filotedesco, ma si parla della versione horror di Perrault, condita da cannibalismo e priva di lieto fine, e non di quella edulcorata dai fratelli Grimm - questo ribadire in continuazione che Fuse è il lupo e Kei la sua cappuccetto, potrebbe sembrare a un certo punto stucchevole, ma solo se ci si concentra unicamente sul racconto, sui suoi colpi di scena da film di spionaggio, sul suo finale.
Provando a guardare oltre, si capisce come Jin-Roh sia molto altro.
Innanzitutto, una critica feroce di Oshii non solo al Giappone della ricostruzione, azzerbinato al vincitore americano e lesto a reprimere il dissenso giovanile (tutto il mondo è paese) con l'esercito travestito da corpo di polizia, ma all'industria cinematografica e alla politica del Giappone contemporaneo, degli anni 90.


Un mondo che aveva totalmente abbandonato la critica sociale, portata avanti nei decenni precedenti da film di protesta che, spesso mediante la metafora dei samurai, parlavano di perdita delle proprie radici culturali, di materialismo d'importazione, di repressione nel nome della tradizione. Un tema analizzato, in modo molto lucido, da Brian Ruh nel libro Stray Dog of Anime: The Films of Mamoru Oshii.

I sassi lanciati dai manifestanti all'inizio sono amara protesta verso il pastone a senso unico che ha ingoiato ogni contraddittorio e voce dissonante, nei sessant'anni e oltre di dominio incontrastato del Partito Liberal Democratico giapponese, e contro cui neanche il cinema nipponico, a partire dagli anni 80, sembra in gran parte più voler muovere un dito o provare a smuovere una coscienza.


Tutto questo filtra tra i continui cambi di fronte dei personaggi, marionette preda di un fato e di un ruolo a cui non possono sottrarsi, quand'anche provano a farlo.

Fuse, il nome del protagonista, vuol dire cane. O meglio, un cane messo a cuccia da un padrone. Un umano, eppure un robot. Un Batou di proprietà del corpo militare in cui serve. Un'ombra in un mondo in cui nulla cambia e può cambiare, come nel sogno di Lamù - Beautiful Dreamer, altro capolavoro di Oshii.

Solo che qui non si parla degli otaku e del loro crogiolarsi nelle stesse cose, ma di come lo stesso atteggiamento di vuoto pneumatico mentale riguardi i giapponesi contemporanei tutti.

Naturale che il tono del film sia dunque deprimente, che i colori di Jin-Roh siano così spenti e slavati, che i volti siano poco o per nulla espressivi. E che buona parte dei protagonisti dimentichi pure di battere le palpebre. I burattini non lo fanno.


Eppure sarebbe folle non apprezzare lo splendore tecnico del film. La cura delle animazioni dal taglio iperrealista, con una buona fetta di quel budget faraonico da 500 milioni di yen spesa dove serve: animare i corpi crivellati dai proiettili. Terroristi, poliziotti, dissidenti: non importa. Piombo su chi pensa e vuole, qualunque cosa pensi e voglia.

La cosa non vera cui si faceva accenno all'inizio è la natura interamente analogica di Jin-Roh. Sì, è stato animato quasi tutto con cel e olio di gomito, ma uno degli extra del recente cofanetto doppio sul film (Blu-ray/DVD per la pellicola e DVD per i contenuti speciali) mostra come il computer sia stato utilizzato in diverse scene.

Nulla di invadente, ma è interessante vedere dove e come. E soprattutto quanto tecnicamente mostruoso sia tutto il resto, come gli effetti realizzati con tecnica tradizionale per il fumo e le raffiche di mitragliatrice. Le sorelle Watchowski, quando incontrarono poco dopo Oshii, gli dissero che non riuscivano a credere che fossero state create a mano. E invece.


Interessante anche l'intervista in cui Oshii, Okura e altri membri della produzione spiegano il loro lavoro e la genesi del film, vent'anni fa, con tagli di capelli da giapponesi dell'epoca.

È un mezzo miracolo che Jin-Roh, alla fine, sia nato, così com'è. Ed è un gran bene, per tutti i fan dell'animazione, che sia successo. L'avevi visto solo una volta, ormai tanto tempo fa, e nel riguardarlo hai apprezzato ancora di più quello che rappresenta e vuole dire, sbattendoti in faccia quei volti inespressivi e un destino così stronzo e imbattibile, anche se non indossa un mantello verde e si fa chiamare Dottore.

Se della Kerberos Saga siete totalmente a digiuno, non avete mai visto o letto niente? Fa lo stesso. Anzi, meglio. Cronologicamente, gli eventi di Jin-Roh vengono prima della rivolta dei Kerberos e di tutto il resto, perciò come punto di partenza va benissimo. Poi, se è il vostro primo giro in questo mondo di uomini, lupi e giapponesi germanizzati, provate a non invaghirvi del fascino oscuro di questi soldati con gli occhietti rossi.


Ah, su Netflix c'è la versione live action di Jin-Roh, il film del 2018 Illang: The Wolf Brigade. È una pellicola sudcoreana in cui intere scene dell'anime sono state trasposte 1:1, come il confronto finale nelle fogne. Anziché nel passato e in quel contesto, però, è ambientato nel 2029. Sarà figo vedere di nuovo i Kerberos in azione con i loro occhietti rossi, ma non ha assolutamente senso.

Ti è bastato il trailer, passi.

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Commenti

  1. Ma se uno è rimasto invaghito della Kerberos Saga, che può recuperare mell'italo idioma?

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    1. C'è il manga Kerberos & Tachiguishi, pubblicato anni fa da Magic Press (se ne parlava qui: https://docmanhattan.blogspot.com/2013/08/la-via-raggiante-del-kung-fu-infinito-zelda-kerberos-Tachiguishi.html). I film - tranne il remake coreano citato in fondo - sono inediti in Italia, ma si trovano sottotitolati.

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    2. Sai che vorrei recuperare anche io i film ma non credo sia uscito nulla in italiano. Qualche indicazione la forniva Frusciante in una monografia di Oshii fatta da Moccia sul suo canale youtubico. Comunque sono parecchio allucinanti.

      In aggiunto a quello che ho scritto sotto il collettivo di Oshii credo abbia prodotto anche dei libri.

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  2. Visto un po' di tempo fa e piaciuto molto. Una delle scene fatte in CG è quella in cui lui corre davanti alla sede si addestramento dei Kerberos, se non erro.

    L'idea dei Kerberos e di Patlabor nascono entrambe dal collettivo fondato da Oshii dopo che lo lanciarono con una pedata nel sedere dopo il film di Lamù citato dal Doc. Per inciso il film è un capolavoro ma non era quello che voleva la produzione. Gli hanno dato carta bianca per fare un film comico e lui ha fatto Blade Runner.
    Il collettivo (Oshii) creava una idea e poi i vari appartenenti la declinavano nelle varie forme di narrativa visiva possibili cercando di creare un mondo più o meno coerente. I Kerberos infatti nascono come film, diventano un fumetto e poi un film in animazione come si prefissava appunto Oshii quando raccolse intorno alla sua persona vari artisti emergenti per formare il suddetto collettivo.

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  3. Cioè, anche i giapponesi hanno avuto mezzo secolo di governo "democristiano"?

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    1. Con tanto di Andreotti: https://docmanhattan.blogspot.com/2010/02/amazing-uomo-lampadina.html

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    2. Oddio, Belfagor nipponico!
      Spero per loro che almeno Purururrini se lo siano risparmiato.

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  4. Di Mamoru Oshii, regista tra i preferiti di Chiara, consiglio anche Avalon che va visto ovviamente pensando a quando è stato girato. Nel 2001. In polonia. Con castì Polacco.
    Genio.

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  5. jin roh è .per i motivi da te elencati un piccolo classico,rivisto un paio d'anni fa ,non è invecchiato per niente nono stante sia un film di 20 anni fa 20 anni ,aaagh sono passati già 20 anni da quando ero giovane,qualcuno faccia qualcosa...

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  6. Meraviglioso jin-roh. Quando l'anime si fa grande e scavalca anche il cinema. In effetti quando al principio degli anni 80 il cinema impegnato giapponese smobilito' pesantemente, qualcuno auspico' una nicchia nel mondo dei manga e degli anime dedicata alla contestazione della società. Purtroppo l'economia rampante della seconda metà del decennio (e la seguente titanica crisi del decennio successivo dalla quale il sol levante non si è mai del tutto ripreso), la violenta commercializzazione del settore e non ultime le minacce di yakuza/estrema destra ad alcuni mangaka alternativi ,hanno spinto i prodotti di qualità quasi sempre sulla strada della introspezione psicologica dei personaggi,con poca, troppo poca attenzione per i contesti sociali.

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  7. In questo Oshii si distingue, i Kerberos e la società di Ghost in the Shell sono grandi e meravigliosi incubi.

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  8. Ma per caso, c'era anche un fumetto con una che mangiava crocchette?

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    1. L'ho letto molto tempo fa nel fumetto mi pare sia citata una protesta dei giovani studenti.
      Gli studenti andavano nei locali dove si mangiava i soba che non erano ancora dotati della macchina a monete per pagare e mangiavano senza pagare.

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    2. L'ho letto tempo fa e non mi fece una grande impressione.

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    3. Se non sbaglio si tratta degli stessi personaggi che compaiono nell'episodio n. 99 di Lamù, i "professionisti delle mangiate", o qualcosa del genere... poi raffigurati nel film di Oshii Tachiguishi Retsuden, che, in un modo che non mi è ben chiaro, fa parte della Kerberos Saga...

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  9. Da prendere, assolutamente da prendere e da recuperare il resto . Grazie per il prezioso remainder

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  10. Adoro questo film! L'ho sempre amato!
    Non sapevo del live, grazie per averne parlato; lo devo assolutamente recuperare!

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  11. L'ho visto la prima volta un mesetto fa e sinceramente mi ha colpito, uno di quei film che non ti possono lasciare indifferente.

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  12. Ma questi sono gli stessi cattivoni del cartone Adrian! Hanno copiato da Celentano!

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  13. Si, grossomodo il partito liberale in Giappone e' stato l'equivalente della DC qui da noi.
    Mi ricordo che in Sanctuary, Ryoichi Ikegami affrontava proprio questo tema. Di fatto li' comandava il segretario del suddetto partito, Isaoka. Visto che il primo ministro era un fantoccio piazzato li' con i voti che aveva pilotato lui.

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  14. Film che non ho mai visto. Dire che il pesce dal torrente ha abboccato prima che finissi di leggere tutto il post, bè, quella è una metafora

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