She-Ra e le principesse guerriere, la recensione senza spoiler: ma uno può guardarlo se ha più di dodici anni?

Facciamo un attimo finta che tutte quelle discussioni sul nuovo look della nuova She-Ra, sui ciclisti indossati dalla giovine eroina di She-Ra e le principesse guerriere (She-Ra and the Princesses of Power), reboot sbarcato su Netflix due giorni fa, non ci interessino, e che si possa parlare della serie in sé [...]

Quando hai affrontato l'argomento, tempo addietro, indagavi più che altro le ragioni in generale della desessualizzazione di personaggi dall'aspetto adulto come quelli Filmation nell'animazione odierna, sottolineando che di She-Ra non ti è mai importato granché (e quindi potevano farci un po' il cavolo che volevano) e che speravi e confidavi comunque in una storia piacevole in questo reboot, perché ti fidavi di Noelle Stevenson, l'autrice di Nimona, a capo della baracca. E lo fai ancora? Dopo aver visto la serie, ti fidi?

Non è facile valutare She-Ra e le principesse guerriere con i tuoi soliti metri di giudizio, essenzialmente perché, quanto la serie originale degli anni 80, è una produzione pensata in primo luogo per un target di ragazze. E se dodici anni non ce li hai più da due vite, ragazzina non lo sei mai stato. E mai calato nulla di Sailor Cosa e delle sue di guerriere vestite come Paperino.

Estremizzando, temevi dopo il primo episodio di ritrovarti a guardare l'equivalente di una serie rivolta agli amanti della coltivazione dei gerani: puoi cercare di giudicarne pro e contro, ma non è una roba pensata per te, come buona parte delle serie per infanti che ti costringe a guardare con lei il piccolo terremoto.

Una regola sempre valida nel mondo dell'animazione ci insegna però che le serie migliori sono quelle che possono essere guardate da tutti, non solo dal loro target principale. E la nuova She-Ra ha in effetti diversi tratti universalmente apprezzabili. Lo stile artistico, nient'affatto malvagio alla fine, con delle belle ambientazioni e scene di battaglie ben rese, chiamate a compensare alcuni svarioni come la faccenda dell'altezza dell'eroina (ribadita più volte dagli altri perché a schermo non si nota affatto) o diverse animazioni nelle sequenze non d'azione; e soprattutto la caratterizzazione di alcuni personaggi. Malvagi.

Basta superare il fuoco di sbarramento rappresentato dalla formula "principessa della settimana" con cui vengono ripescati una dopo l'altra Mermista, Sea Hawk e gli altri. Solo che qui "della settimana" vuol dire "venti minuti dopo", e il ritmo lento della prima parte della serie rischia di zavorrare facile gli zebedei di chi non sia molto paziente. Ditto per le dinamiche da terzetto di best friend da pubblicità di giocattoli per bambine e scarpe lellichelli tra Adora, Bow e Glimmer, tautologica spina dorsale dell'intera stagione.

I dialoghi sono abbastanza frizzanti e scritti bene, ma le scenette con gli occhioni da anime e la puccettosità intrinseca di molte facce e faccende sono l'ovvia declinazione moderna di una serie che in originale era pur sempre una roba di mini Barbie guerriere messa in piedi per vendere delle mini Barbie guerriere.

Il meglio, dicevi, lo offrono le cattive. In particolare Catra e il suo rapporto da frenemy con Adora: entrambe cresciute tra le forze dell'Orda in una Fright Zone da Final Fantasy VII e ora avversarie. Catra ruba facile i riflettori alla protagonista, perché Adora sembra invece lasciarsi trascinare troppo spesso dagli eventi e adattarsi al nuovo status quo in un battito di ciglia e in uno svolazzo di capelli sailormoonno da trasformazione. Ma anche Scorpia, la cui vita è stata cambiata dall'arrivo dell'Orda e dalle sue politiche di espansione poco amichevoli, non è male, e lo stesso vale per la Tessitrice d'Ombre, Calboni tradita dal sistema.

Catra è alla fine la capofila di una serie di disadattati che in questa serie non vivono bene la loro condizione. Spiriti insofferenti, irrisolti. Disagio ad Etheria. 

Questo vale anche per molti dei buoni, solo che non sono altrettanto fighi. Glimmer vorresti che qualche robot di Hordak la decapiti due secondi dopo il suo ingresso in scena; Swift Wind, appena apre bocca, vederlo trasformato in bistecchine di cavallo colorato. Ma purtroppo non succede.

La prima stagione sembra un approccio fresco e originale al materiale di partenza solo fino a quando non ti accorgi di quanto aperte virgolette prenda spunto chiuse virgolette da Avatar e La leggenda di Korra, non solo per molte soluzioni grafiche e di character design, ma proprio nel tratteggiare situazioni e personaggi. Adora come Korra, Bow "non c'ho i poteri!" come Sokka di Avatar.

Senza contare che una storia con un cast prevalentemente femminile, magia e sci-fi fa subito Steven Universe. In diversi punti She-Ra sembra calcare un terreno già calpestato al punto da non farci crescere più l'erba, senza manco l'intervento di Attila Abatantuono.

L'ostacolo più grande che She-Ra e le principesse guerriere deve superare, alla fine, non è tanto l'ostracismo di qualche fan fondamentalista, ma la concorrenza.

Se arrivi dopo gli altri, devi provare a superarli, o finisci in coda. E She-Ra non ti è parso scritto bene e ben gestito in termini di corso degli eventi quanto Avatar o Steven Universe (del quale non sopporti lo stile grafico, perché ti fa venire l'orticaria, ma quella è un'altra storia).

Il solito discorso di quanto gli standard si siano alzati tremendamente nell'animazione odierna, nonostante quello che sostengono i nostalgici negazionisti convinti che i cartoni USA (USA, States, America, sopra Messico sotto Canada. No Japan) di una volta fossero tutti belliFFimi e inarrivabili, perché la marmotta incartava la cioccolata. Parlando della qual cosa.

Il vecchio fan dei Masters quarantenne maschio, che identificheremo per praticità con chi scrive, viene palleggiato in tutto questo da sentimenti contrastanti. Si esalta nel sentir pronunciare il nome di Grayskull qui e lì, si imbruttisce al cospetto di Hordak giovane Werther col fauxhawk, ma per il resto tende necessariamente a dimenticare che questa serie ha un vago collegamento con quel mondo. A meno che non giocasse pure lui da bambino con lo Swift Wind di sua sorella o fosse un fan di Entrapta, Profuma e quelle altre tizie dai nomi buffi da deodorante per auto.

Quindi la risposta alla domanda del titolo è: sì, si può guardare se siete dei/delle fan di She-Ra, oltre che dei fan dei Masters - non fondamentalisti del tipo Il mondo è finito nell'88 - e volete vedere come sono stati rivisitati i suoi protagonisti. O, meglio ancora, se non ve ne frega niente di She-Ra e desiderate guardarvi una serie animata insieme a vostra figlia o un'altra infante o pre-adolescente che vi circola per casa (e avete già visto The Legend of Korra). O se quel ruolo lo ricopre la vostra dolce metà, certo: è uguale.

Non sono né il vecchio She-Ra (il cartone), né la vecchia She-Ra (l'eroina), e grazie al gigante dei ghiacci Ciccio, sono passati trent'anni. È una serie moderna, di quelle in cui tra buoni e cattivi ci sono i cattivi dalle motivazioni in fondo comprensibili e i buoni che hanno sbagliato squadra, e in cui la Stevenson (che di anni a dicembre ne fa 27 e i suoi genitori probabilmente neanche si erano conosciuti quando andava in onda She-Ra) e quelli che fanno il suo lavoro ci tengono a differenziare un attimo i personaggi, senza renderli - appunto - solo delle mini Barbie con abiti appariscenti diversi e un tema legato a un nome da deodorante per auto.

Hai provato a far sedimentare tutta questa solfa in un voto e in un giudizio, ma valgono quello che valgono, vista la quantità di fattori in ballo per giudicare serenamente la serie in oggetto. A volte un voto in coda a questi post ce lo metti più che altro perché ti diverte vedere quanto la gente di passaggio si incaponisce su quello, tralasciando tutto il resto, tutto il discorso di fondo e la sua natura per forza di cose soggettiva ("Ma io non ho tempo di leggere una recensione!": non farlo, oh. Chi ti costringe). Per quello e perché il nuovo schemino grafico è belliFFimo, chiaro.

Tornando a She-Ra e le sue principesse del potere diventate in italiano principesse guerriere: te, in ogni caso, una seconda stagione te la sciroppi solo se appare Snout Spout. E se ti ammazzano quel cacchio di unicorno. Sia messo agli atti.