Spider-Man: La Rapina, il primo DLC di Spider-Man per PS4. Ne vale la pena? (plus: tette in SOULCALIBUR VI)
Martedì è uscito sul PS Store Marvel’s Spider-Man: La rapina, primo capitolo della tripletta di DLC del gioco dell'Arrampicamuri coi costumi fighissimi, incentrato su un tango sul tetto che scotta con Black Cat, la Gatta Nera. L'hai finito al certo per certo. E allora, com'è? (parliamo pure di Soulcalibur VI, e non solo per le tette, promesso) [...]
Giusto per non diventare il DLC dal titolo più onesto della storia, Marvel’s Spider-Man: La rapina non costa tantissimo. 7,99 euro, oppure 19,99 per tutto il pacchetto dei tre DLC, intitolato La città che non dorme mai. E quindi dedicato alla piazza di Rende sotto casa tua, giovanotti bastardi che fate casino ubriachi e drogati domani vengo e vi buco tutti i palloni.
Quanto dura il DLC? Le missioni della storia non più di un'oretta. Se ci metti quelle secondarie, si arriva alle tre ore circa per completare il tutto. Sostanzialmente, pregi e difetti sono gli stessi del gioco principale, in scala. La storia è divertente e ben sviluppata attorno al rapporto tra Peter e la Gatta Nera. Con tanto di divagazioni sul passato: quello dei due, che erano anche qui una coppia, e quello di Felicia. Con comprensibile gelosia di MJ e farneticazioni di J Jonah Jenna Jameson sulla coppia di vigilanti in costume shippata dalla gente.
Giocando l'avventura principale ti sei ritrovato più volte a pensare come questa versione interattiva del personaggio, guidata dal giocatore, e la sua storia fossero più godibili di quanto hai letto sui fumetti del Ragno negli ultimi, boh, dieci anni. Totalmente nel personaggio, totalmente Peter Parker. Quello vero, non le cazzate di Slott e della sua fanfiction. La rapina si butta felice nello stesso solco, aggiungendo alla vita di questo Peter un altro tassello e palleggiando nel frattempo altri discorsi lasciati in sospeso, come la faccenda Miles Morales, spider-giuovinotto con tanta di voglia di fare.
Il finale è ovviamente un cliffhangerone appeso allo scontro con il Maggia, la mafia old school della Marvel (dov'è che questo nome è apparso nel mondo dell'entertainmento negli ultimi giorni? Hint: se n'è parlato, non parlandone, proprio in questo covo di deboscia), e del clan di Hammerhead. Che purtroppo nel gioco chiamano proprio così, e non Testa di Martello, che suona ovviamente molto meglio. Anche quando non in compagnia del cugino Testa di Chiodo.
Le missioni secondarie sono pure qui un riempitivo. Non s'era pensato di acciambellarle attorno a nemici e altri elementi Marvel nel gioco principale, figurati nel DLC. Disinnesca le bombe, mena i tizi e guida il drone quando si tratta di sgomberare i quartieri dal Maggia. Poi ci sono i quadri rubati da raccattare come collectaton (sono 10 in tutto) e una manciata di missioni di Screwball. Quelle principali ti spediscono ogni volta a due chilometri di distanza proprio per spingerti a infilarci nel mezzo qualche attività secondaria e far durare il giro di giostra un po' di più.
Ovviamente, siccome l'altro pezzo fortissimo del gioco erano i suoi splendidi costumi, qui ce ne sono tre. Direttamente in questo DLC, non in tutto La città che non dorme mai. Si spera quindi che, in totale, la tripletta aggiuntiva porti un frappo di nuove tutine. Tornando alle tre incluse qui, sono queste:
Un costume nuovo disegnato da Gabriele Dell'Otto e chiamato Resilienza (si sblocca terminando la prima missione, chiamata "La Maria". No roba da legalizzare, è un quadro),
il costume di Spider-UK (vostro a DLC terminato)
e il costume di Scarlet Spider II (DLC completato al 100%). Per sapere da dove vengono questi ultimi due costumi, leggete qui. Come gli altri, sono tutti molto, molto più fighi nel gioco di quanto non appaiano in foto, compreso Resilienza, che prima di vederlo in azione non ti diceva nulla. Quello di Scarlet Spider II è bellissimo, ma purtroppo si porta a casa solo alla fine, quando non ti resta nient'altro da fare. Oh beh, lo userai nel secondo DLC, in arrivo tra qualche settimana.
Nulla di trascendentale, chiaro. Ma se vi siete goduti il gioco e vi va di spenzolare su Manhattan per altre due o tre orette, infilando nell'armadio di Peter altri tre costumi belliFFimi, buttateci questi 8 euro. O compratevi direttamente tutto il pacchetto, si spaRagna. Ah ah ah... ehr.
Il discorso su Soulcalibur VI non porta via molto tempo. Soulcalibur VI è il Soulcalibur per gli amanti di Soulcalibur, frase seriamente candidata al premio Grazieaciccio D'Argento 2018, ok, ma lasciate argomentare un attimo.
Ci giochi e tutto sembra identico agli ultimi, boh, tre o quattro capitoli della saga delle spadate Bandai Namco. Stesse mosse, stessi personaggi, anche se ora c'è pure Geralt di Rivia in prestito da The Witcher. È la sindrome di Tekken, l'evoluzione di un picchiaduro 3D che non può evolvere più di tanto, visto che i suoi appassionati vogliono quelle mosse e quelle figure. Rivogliono Voldo e le tette di Ivy e la tamarraggine di Maxi, che sostanzialmente fanno sempre gli stessi numeri sul campo di battaglia. Puoi aggiungere qualche feature agli scontri e dei personaggi nuovi (Azwel e Grøh, oltre al citato Lupo Bianco), ma non puoi allontanarti troppo dal seminato.
Resta, però, che Soulcalibur VI è molto divertente da giocare. Prendi subito la mano, perché non è uno di quei picchiaduro che per chi non c'ha mai giocato sono subito legno, come uno Street Fighter. Martelli un po' di tasti, fai cose, pesti gente. Come Tekken? Come Tekken. Se però vuoi giocartelo tecnico, diventa uno spettacolo puro. Con i supercolpi spettacolari (quello di Nightmare è fantastico, e parecchio knight), con la morra cinese dello scambio al rallentatore in cui devi scegliere il tipo di fendente, con Mitsurugi che estrae la spada con un calcione dopo averla piantata nel petto di qualcuno. Con la soddisfazione gladiatorica del ring out da calcione (massimo! Massimo! Massimo!, che è mio fratello).
La modalità Storia e le Missioni dei singoli personaggi allungano incredibilmente l'aspettativa di vita del gioco nella vostra console o sul vostro PC, così come la creazione dei personaggi. Date un'occhiata sull'Internet alla roba folle che è stata già tirata fuori. Tutto un mondo di parenti stretti di quella vecchia sagoma di Lizardman.
Peccato per i dialoghi fatti con un budget di cinquanta yen e incorniciati in dei quadretti sfigati, che ti chiedono skippami skippami. O per alcune pecche grafiche, nella resa dei personaggi. Al di là dello sfondo blurrato di proposito, infatti, tanti lottatori non sono esattamente il massimo a schermo. Una questione di contorni, ma anche di pose. Quelle dei lottatori più ingombranti a volte ne coprono il volto, per le inquadrature scelte. Ed ecco non è il massimo passare il tempo a fissare la spalla del tizio con cui stai menando altri tizi.
Soulcalibur VI è disponibile per PS4, Xbox One e PC, a una sessantina di anime spadate. Quanti diavoli d'anni sono passati da Soul Blade su PSOne, signora mia, la vecchiezza. Per una secchiata di lacrime napulitante - e uno sguardo onesto agli errori della serie - buttate un occhio a questo documentario.
Ricordo ancora il primo Soul Blade per PSX, portato da un paio di amici a casa mia con la console e un cavo scart particolare che lo faceva apparire bellerrimo. Inutile dire che mi si slogò la mandibola seduta stante e cominciai a salivare nemmeno fossi un San Bernardo... Che nostalgia Canalis, Corvaglia e anche un pò Caracciolo!
RispondiEliminaAh, quanto tempo passato a giocare a Soul Blade/Edge per sbloccare i vari personaggi con i punti esclamativi *_*
RispondiEliminaDa allora ho giocato a tutti i Soul Calibur, tranne il primo perché non è passato su playstation, e conto a breve di mettere mano anche su questo capitolo: condivido quindi il discorso che lo spazio di manovra è molto limitato, ma lo vedo come un pregio e non come un limite, perché - per fare un'analogia - se vado al ristorante ed ordino la carbonara, so che cosa mi aspetto e che cosa voglio e se magari si può soprassedere (si può, perché so già che per alcuni invece non si può :p) sulla pancetta al posto del guanciale, altre variazioni non sono invece ammesse, a meno di scontentarmi come cliente (e quindi perdermi come tale).
Ad esempio questo è stato il mio principale problema con AC: Origins: hanno cambiato troppi ingredienti rispetto al passato, tali da cambiarmi la portata ordinata e la cosa non l'ho gradita affatto (infatti per me si tratta del peggior AC esistente, il che non ne fa il peggior gioco, ma se ordino una carbonara forse - e dico forse - non voglio le lasagne).
Chiedo scusa, ma le analogie mangerecce sono dovute all'ora di pranzo!? Comunque sei riuscito a farmi venire appetito!!
EliminaNonostante la scarsa durata dell'espansione non l'ho ancora finita in quanto ci sto giocando col contagocce. È il primo gioco in cui esulto quando vedo che la prossima quest si attiva dalla parte opposta della mappa. Una vera goduria destreggiarsi sui tetti di Manhattan. Anche in The Witcher 3, che ho amato alla follia anche per l'atmosfera degli scenari, ho spesso ceduto alla tentazione del viaggio rapido. Comunque sto trovando questa Felicia adorabile, molto più della sua controparte cartacea. Ammetto però che probabilmente il costume decisamente più casto mi ha aiutato a concentrarmi su caratterizzazioni del personaggio che, causa scollatura, tendevo a sorvolare.
RispondiEliminaE ancora una volta Taki non ha la finisher presa dal video intro (fichissimo) di Soul Blade.... dannazione, quanti anni dovrò aspettare per avere quella mossa?!!?!?
RispondiEliminaCheers
Mmh, la Maggia...forse Devil?
RispondiEliminaSo che Murdock ci ha parecchio a che fare, come e piu' di Spidey.
Comunque, mi riconfermi l'ottima impressione che avevo avuto gia' leggendo la rece.
Come per Arkham con Batman, un gioco che ti fa essere anzi, SENTIRE come l'Uomo Ragno per me e' ok.
Da prendere sicuramente, magari piu' avanti in bundle con tutti i dlc. Magari in offerta.
Dopo Testa di Martello e Testa di Chiodo, non oso immaginare come si chiamera' il nipote...
Poi c'e' Testa di Cuoio. Che pero' e' la vergogna della famiglia perche' si e' arruolato in polizia ed e' entrato nei corpi speciali.
Certo che anche tra i malavitosi "comuni" la Marvel ne inventava di assurdi...il mio preferito? Tombstone.
Anche se era piu' un killer, mi pare...
Su Tekken e Soul Calibur provo la stessa sensazione che mi danno i giochi di calcio: mi hanno un po' rotto.
Sempre la stessa roba. Ma d' altra parte hai ragione tu: la struttura e' quella, funziona...cosa vuoi aggiungere? Se cambi rischi di stravolgere tutto.
Almeno ha una parte storia piuttosto corposa, stando a quel che dici. Ma e' come quella di Soul Blade, piu' o meno?
Fermo restando che se mi fanno un nuovo Virtua Fighter come Dio comanda lo piglio al volo...
Bon, aspetto magari la rece su Red Dead 2, che se non sbaglio esce domani.
E domani esce anche CASTLEVANIA REQUIEM.
E mi sa che lo compro.
Per 20 euri ti pigli Round of Blood e Symphony of the Night.
Il primo...giochicchiato di straforo a casa di un amico di un amico di un amico, imbucato tramite botta di fondo/affiliazioni con mafia, n'drangheta, camorra, triade e malavita russa, e patti col diavolo/Mefisto/Dormammu e chi piu' ne ha ne metta.
Il tizio aveva il Duo, se non ricordo male. E...con tutto il bene che voglio a Symphony, ma il MIGLIOR CASTLEVANIA di sempre per me e' questo. Avevano fatto qualcosa di incredibile, per l'epoca.
Mi ricordo l'intro animata con la parlata in tedesco...anche se Richter somigliava un po' troppo a Ryu.
E Symphony of the Night?
Che posso dire...quello non e' un gioco, e' un' ESPERIENZA.
Di piu': un enciclopedia, un trattato dell'intera saga.
Giocato e completato su Ps1, rigiocato e ricompletato su Ps3...e non vuoi farti una run pure su Ps4?
Ma certo che si'.
Ultimamente stanno realizzando i miei sogni.
Prima Ikaruga, poi i due Shenmue (che magari piglio per Natale)...mancano solo Guardian Heroes e Radiant Silvergun e poi saro' un bimbo felice.
Per Soul Calibur come per Tekken se cambi sbagli... Io per primo l'ho provato sulla mia pelle, uno dei personaggi che uso è Taki, nel quinto capitolo non c'era lei ma la sua apprendista Natsu, praticamente lo stesso move set con una skin diversa... E niente Natsu proprio non mi piaceva e l'ho usata pochissimo.
EliminaDiciamo subito che la battuta sul titolo del DLC vale la lettura del post, e vince almeno un 40% dell'internet.
RispondiEliminaPer Spider-man non so... il gioco principale l'ho giocato (circa 100%) ma devo aver fatto il pieno per un po', probabilmente aspetterò sconti e i prossimi due capitoli. I nuovi costumi non mi dicono un granché, tranne forse SS2. In genere usavo il costume classico (intero, stracciato e cartone).
Per Soul Calibur non ho grande scimmia. Il primo Soul Edge me lo persi all'epoca perchè non avevo - ah meschino! - la PSX, poi ho giocato SC1, SC2 e poi ciao. In genere ero più orientato per Virtua, o i classici 2d, inoltre oggi faccio un po' fatica ad appassionarmi al vs fighting.
Domani esce RDR2, e immagino che lo stiamo aspettando tutti, mi sa che vado di day-1 stavolta.
C'è poi un certo giochetto che esce il mese prossimo e che disperavo di vedere prima o poi: il remake di TOKI (su Switch)! Era dal 2009 che lo aspettavo! Di solito mi fanno un baffo questi rifacimenti in stile 2d moderno, ma Toki.... nnggah! Quell'arcade in genere me lo ri-finisco almeno un paio di volte al mese!
che bella era l'opening di Soul Blade
RispondiEliminaQuando parliamo di Red Dead 2, Doc?
RispondiEliminaLunedì.
EliminaWoah!
EliminaPer Spidey: bello vedere il lavoro che han fatto qui con Felicia. Avevo grossi timori viste le condizioni in cui l'aveva lasciata la gestione di Slott (lo perdono giusto giusto per aver ripescato Otto, ma non riesco ancora a pensare che sia lo stesso che ha scritto una delle run di Silver Surfer per me più belle), e così fa piacere vedere un DLC che mantiene entrambi i personaggi in carattere e offre buone occasioni di divertimento.
RispondiEliminaSoul Calibur VI l'ho preso e lo sto trovando molto godibile, gira bene anche su configurazioni relativamente leggere, e avendo SC II e III come miei preferiti le similitudini per me sono un grosso punto di forza.
Cambia poco e quel che cambia regge, è come una vecchia band che si rimette insieme e scopre di avere ancora quel certo non so che nonostante qualche ruga e qualche lentezza nei passi sul palcoscenico.
Probabilmente è stata la mossa giusta per assicurare la sopravvivenza della serie e, al prossimo giro, ottenere un budget meno risicato da Bandai Namco.