Robottoni: le pubblicità giapponesi dei giocattoli per bambini ricchi

Nella loro sempiterna liturgia di pugni atomici, alabarde spaziali ed equivoci missili centrali, i robottoni di Nagai non vivevano però solo una vita bidimensionale, nelle trasmissioni degli episodi sulle reti raie, spesso su televisori ancora in un bianco e nero da terzo mondo dell'entertainment. I robottoni di Nagai, i Mazinga, i Goldrake erano anche giocattoli plasticosi alti più di mezzo metro. Totem dell'invasione giapponese pronti a esplodere i loro pugni di plastica, i loro missili di plastica e tante altre parti di plastica appuntitissime che i bambini dell'epoca potevano ingoiare e morirci, oppure cacciarsele tranquillamente in un occhio. Il problema, sottovalutato da genitori impegnati a preoccuparsi più che altro che i figli non si lanciassero dal terrazzino, riguardava comunque, fortunatamente, solo i bambini ricchi. [...]
Non hai mai conosciuto, infatti, qualcuno che dei robottoni di plastica ne avesse più di due. A te era toccato, per somma sfiga, l'Astrorobot numero 4. Quello tutto azzurro, con la faccia da citofono. Anni dopo il tuo amico Sasà si sarebbe vantato di averne posseduti almeno tre, e di averli poi buttati via una volta stancatosene, ma chi segue le tristi cronache delle scorribande negli anni 80 in compagnia di Rombo di Tuono si sarà fatto un'idea dell'attendibilità delle uscite trionfali del giovane Baratta. Comunque. I pupazzoni di plastica alti più di mezzo metro (Jumbo Machinder) con le loro brave parti eiettabili erano, per il bambino medio del 1979-1980, qualcosa in grado di farti esplodere la testa come una carezza di Kenshiro. Un violentissimo orgasmo anni e anni prima della scoperta delle gioie onanistiche. Erano bellissimi. Beh, porca paletta, a guardarli, in questi eccezionali nippospot dell'epoca, lo sono ancora:

Il primo Jumbo Machinder, dedicato a Mazinga Z. A presentarlo, un inappuntabile, serissimo bambino ragioniere.

Ancora Majinga Zetto, accompagnato da una serie di spaventose esplosioni nel tinello.

Per la sua precedente interpretazione, il bambino ragioniere vince l'Oscar.

Goldrake diventa uno slittino.

Gaiking combatte il brontosauro doppiato dall'orso Yoghi.

Raideen presentato dall'Alvaro Vitali giapponese.

Il Grande Mazinga con il piccolo coltellino. E chiudiamo in bellezza con:

Per avere una roba del genere, con tutti questi fantastici, pericolosissimi, appuntiti accessori, nel '79/'80 tutti quelli che conoscevi avrebbero dato un rene. Forse anche tutti e due.




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Commenti

  1. Flaaaaash aaah aaahhh!
    È tutto inquietantemente vero, ne avevo due.
    Mazinga e Goldrake, erano gigaenormi. Oggi sembrano grossi, ma quando eri uno sputo di ragazzino sebravano l'apocalisse giapponese di plastica. Dal poco che ricordo i miei non avevano tutta la gadgetteria ultra manza di questi modelli qui... Le braccia mi sembra che partissero ma boh, sono veramente passati troppi anni :D

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  2. Certo che erano completamente fuori di testa se si mettevano a vendere un Grande Mazinga con lama bella spianata e scintillante. Come a dire "Guarda bambino, la sua arma migliore è proprio quella!"

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  3. Surgo: ma sì. A noi saranno arrivate al massimo le copie di Taiwan dei Jumbo Machinder. Al mio Astrorobot numero 4 ho visto volare via lontano il pugno, sul balcone. Non l'ho mai più ritrovato.

    Kon: eccerto. Non c'erano ancora tutte queste fisse sulla pericolosità dei giocattoli: ci si divertiva, noi selvaggi, con oggetti appuntiti e plastiche verniciate a piombo e parti ingoiabili. Bei tempi.

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  4. Il bambino ragioniere potrebbe diventare il mio nuovo idolo. Sappilo. :)

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  5. Sì ma infatti Doc. Anche se io ero più patito dei robottazzi scomponibili-trasformabili della Revel: Dia_Clone, Dia-Attacker, Dia-Tron... e pure in quel caso ce n'erano di missili appuntiti che si sparavano una meraviglia, con tanto di meccanismo a molla ultra-tirato. Tuttavia non mi sono mai fatto nulla e mai mi era venuto in mente di ingoiare qualche pezzo.

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  6. Mmm, dal mio spacciatore di fiducia del tempo, un fantastico negozio sotteraneo labirinto alla escher che potevi andarci da solo senza lasciare dietro di te le mollichine di pane solo dopo averlo frequentato un po' di volte - chiudo l'inciso più lungo della storia- ebbene dicevo, in quel negozio di jumbo robottoni era arrivato solo il Raideen. Devo ammettere che non mi impressionava molto, troppo plasticoso e dall'aspetto un po' incerto. E poi Raideen chi mai l'aveva visto?
    Il mio vero sogno bagnato era lo Zambot dell'Enrico. Robottone molto metal (nel senso che c'aveva un sacco di metallo dentro), a prova di venti trasformazioni all'ora e accessoriato come un tritaffetta Girmi.
    Ancora maledico quel dì che l'Enrico mi chiese se per la comunione avrei preferito in regalo lo Zambot come il suo o il Daitarn tre. La risposta la immaginate già. Idiota che ero.

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  7. Ci siamo passati tutti, pettanick. Il drammatico momento della scelta sui giocattoli sbagliati. Il modello di Big Jim sfighello, i soldatini Atlantic pezzenti, eccetera eccetera.
    Hai tutta la mia solidarietà, sia pur con trent'anni netti di ritardo.

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  8. I reni...con quelli non ci giochi mica.

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  9. io possedevo una Daltanious.
    Quasi interamente in metallo.
    Con le 3 parti componibili più il dettaglio della navicella di Kento che entrava nella testa di Antares.
    Non ho idea di come sia arrivato in Italia ma sono abbastanza convinto che arrivasse direttamente dalla terra del sol levante.
    Ciglieggina sulla torna: lo scambiai con un ragazzino in cambio di qualche giocattolo fuffa relativamente più moderno.

    Anni dopo mia madre lo butto via assieme ad altra mia roba.
    Piango ogni volta che ci penso.
    Per girare poi il coltello nella ferita l'altro giorno ho visto la replica in vendita in fumetteria: 200 e passa euro. :(

    Vado a piangere in un angolo.

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  10. Ehm, io da bambino ero il felice proprietario proprio del Raiden (anche se all'inizio ero incazzato coi miei perchè mi avevano preso l'unico robot di cui nessuno sapesse niente). I pugni atomici con lama laterale erano micidiali, ma ai tempi della sicurezza dei giocattoli se ne sbattevano altamente...

    Conf

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