Quando McFarlane ha usato dei pezzi del manga di Akira nei fumetti di Batman
Akira, il capolavoro di Katsuhiro Otomo, non è solo imparentato con Blade Runner e non ha solo influenzato mezzo mondo, riempiendo l'entertainment tutto di omaggi a Kaneda e alla sua moto. Ha fatto anche capolino in una storia di Batman di Todd McFarlane negli anni Ottanta. In veste, uhm, non ufficiale [...]
Questa storia è venuta fuori qualche anno fa grazie a Erik Larsen, che ne ha parlato su un gruppo FB. Larsen, dice, l'ha saputa dal diretto interessato: Todd McFarlane gli aveva mostrato tempo addietro alcuni sfondi e altri elementi del manga di Akira che aveva utilizzato in una sua celebre storia di Batman, chiedendosi se qualcuno se ne fosse mai accorto.
Siamo nell'estate del 1987, ai tempi del ciclo di storie noto come Batman: Year Two, scritto da Mike W. Barr e disegnato da Alan Davis e da un giovane artista canadese del '61, che ha da poco debuttato in DC Comics sulla serie Infinity, Inc. Si chiama Todd McFarlane e gli vengono affidati i tre numeri conclusivi del suddetto ciclo Anno Due, sulle pagine di Detective Comics 676-678.
Sono numeri in cui il giovane Todd, inchiostrato dall'Alfredo Alcala dei primi fumetti dei Masters of the Universe, cerca e trova soluzioni di grande effetto, estremamente dinamiche, come questa splash conclusiva del numero 578: Batman spenzola a centinaia di metri d'altezza sulla città, appeso con il suo cavo a, boh, un dirigibile, immagini.
Cosa c'è di strano? Che lo sfondo è stato copiato e incollato da una pagina di Akira, questa:
Naturalmente, gli artisti usavano allora e usano anche oggi, ovunque, sfondi fotografici e altro materiale di reference. Quello che è meno usuale è che un intero pezzo di un manga venga usato per lo sfondo di una storia a fumetti di uno dei tre super-eroi più famosi del pianeta, ecco.
Spulciando quell'albo di Batman, però, ci si imbatte anche in singole vignette e intere sequenze riprese da Akira, come queste:
E soprattutto questa sequenza qui:
È semplice: i colori originali dell'albo erano diversi e se n'era occupata una colorista storica di Batman, Adrienne Roy. Nel 1990, per pubblicare la versione in volume di Batman: Anno Due, la DC Comics ha fatto ricolorare quegli albi a Steve Oliff. E Oliff, che si stava occupando ai tempi della rivoluzionaria colorazione al computer di Akira, ha riconosciuto evidentemente quello sfondo quando se l'è trovato davanti e ha deciso di non sbattersi più di tanto, riprendendo gli stessi colori usati su quella pagina dell'Akira USA.
Per dare a Todd quello che è di Todd, c'è anche chi in seguito ha copiato il suo di Batman, spacciandolo per proprio. Come il (co)creatore di Batman in persona.
Questa doppia pagina di grande effetto di Detective Comics 577, che anticipa i mantelli svolazzanti di Spawn di qualche tempo dopo, diventa nel giugno del 1989 la "fonte d'ispirazione" per una cover della rivista Comics Scene firmata da Bob Kane:
All'interno, in una lunga intervista, Kane si vanta della creazione di Batman: sta per uscire il film di Tim Burton e l'autore è tornato sotto i riflettori. Naturalmente, nel corso di pagine e pagine di intervista, non viene mai menzionato una sola volta il co-creatore Bill Finger, l'uomo a cui dobbiamo sostanzialmente Batman per come lo conosciamo.
Kane non ha neanche copiato quel Batman di McFarlane di persona, per la cronaca, commissionando espressamente quell'art per Comics Scene e altri pezzi di quel periodo al disegnatore e illustratore Greg Theakston, come rivelato anni fa sui social da quest'ultimo (scomparso nel 2019).
"I grandi artisti rubano", senza dignità aggiungerei
RispondiEliminaNon ci sarebbero gli estremi per un'accusa di plagio?
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