Ghost Rider: le origini dell'eroe simbolo della Marvel anni 90... raccontate dal suo creatore

storia ghost rider

Tra i personaggi Marvel più in voga negli anni 90, presenti ovunque negli albi della Casa delle Idee in quel periodo (Wolverine, Punisher, Spider-Man...), Ghost Rider è probabilmente quello che simboleggia meglio quel decennio: ha iniziato la sua corsa nel '90 e in quegli anni si è consumato il grosso della sua vita editoriale. Ma com'è nato Danny Ketch, il Ghost Rider degli anni 90? E cosa c'entrano Akira e Tom Holland? Te lo sei fatto raccontare dal suo creatore, Howard Mackie [...] 

Storia Ghost Rider

Come probabilmente saprete, il Ghost Rider degli anni 90 non era il secondo, ma il terzo personaggio Marvel con quel nome. Oltre a Ketch e al suo predecessore, Johnny Blaze (li vediamo insieme nella cover qui sopra di Ghost Rider 16 disegnata da Mark Texeira, accompagnati da Spider-Man), c'era stata infatti in precedenza anche una versione western.

A sua volta clonata su un ALTRO Ghost Rider a cavallo.

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DUE PISTOLERI DI BIANCO VESTITI

Dobbiamo infatti tornare alla fine degli anni Quaranta, e più precisamente al 1949, quando un'altra casa editrice, la Magazine Enterprises, fa debuttare sulle pagine di Tim Holt 11 il suo cavaliere fantasma creato da Ray Krank e Dick Ayers, Ghost Rider. Sono storie a metà tra il western e l'horror, realizzate anche dal grande Frank Frazetta, che ne disegna delle splendide cover. 

I diritti sul personaggio scadono poco dopo e nel '67 la Marvel Comics crea una sua versione praticamente identica e con lo stesso nome, scritta da Gary Friedrich e Roy Thomas, e disegnata dallo stesso Ayers.

Storia Ghost Rider

Il Ghost Rider Marvel è Carter Slade, un giustiziere che se ne va in giro con maschera, cappello, mantello e vestiti di un bianco abbagliante. Questo personaggio, dopo l'introduzione del Ghost Rider motociclista degli anni Settanta, verrà ribattezzato Phantom Rider (dopo uno sfortunato scivolone: un breve periodo in cui viene chiamato Night Rider, un termine che insieme a quel look total white faceva troppo KKK).

Già, il Ghost Rider motociclista, Johnny Blaze. Apparso per la prima volta su Marvel Spotlight 5, nell'estate del '72, venne creato da Gary Friedrich e Roy Thomas, ancora loro, con il disegnatore Mike Ploog. Grazie a un'idea per un nemico di Daredevil che prese presto un'altra strada...

stuntmaster ghost rider marvel

JOHNNY BLAZE: TROPPO COOL PER ESSERE UN VILLAIN

Roy Thomas aveva infatti ideato nel '69 un nemico per Daredevil chiamato Stunt-Master, uno stuntman in motocicletta sufficientemente sfigato, scontratosi più volte con Matt Murdock. Quando Gary Friedrich inizia a scrivere Daredevil, però, propone di usare al posto di Stunt-Master un villain diverso. Sempre in moto, ma dal look "più strano". 

Thomas pensa che sia un'idea troppo buona per sprecarla con un nemico di Daredevil, e che vada sviluppata per farne il protagonista di alcune storie per la testata antologica Marvel Spotlight. Viene coinvolto il disegnatore Mike Ploog, e anche se le versioni sulla paternità del look divergono nelle interviste ai tre creatori, fatto sta che saltò fuori l'idea del teschio fiammeggiante abbinato a una tuta da motociclista "alla Elvis", tutta nera.

Ed eccolo lì, Johnny Blaze, secondo Ghost Rider Marvel, primo motociclista con quel nome: un Evel Knievel horror impegnato in rocambolesche sfide in moto con la Morte o con un supercriminale con un occhio gigantesco, Orb.

Ora facciamo un bel salto in avanti di quasi vent'anni e andiamo a conoscere un trentenne di nome Howard Mackie e il suo sogno.

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GHOST RIDER RIDES AGAIN

Newyorkese classe '58, Howard Mackie - che ringrazi per la grande gentilezza e il tempo dedicatoti per rispondere alle tue domande. Tutte le parti in corsivo di questo articolo sono le sue risposte - era assistant editor del grande Mark Gruenwald, che divenne suo amico e mentore. E proprio da una chiacchierata con Gruenwald nasce l'idea di riportare in pista Ghost Rider.

"Gli editor e i loro aiutanti lavoravano gomito a gomito e c'era un sacco di tempo per parlare di fumetti. Dissi a Mark che ero un grandissimo fan di Ghost Rider, soprattutto della run di J.M DeMatteis alla fine della serie dedicata a Johnny Blaze".

Alcuni anni dopo, Mackie è diventato editor e ha iniziato la sua carriera di sceneggiatore. Gruenwald è intanto stato promosso Executive editor della casa editrice e un giorno dice a Mackie che lui e Tom DeFalco (l'Editor-in-Chief) hanno deciso di dare una nuova chance a Ghost Rider. Gruenwald ricorda quanto Howard Mackie sia legato al personaggio che leggeva da ragazzino, e gli chiede di proporre un suo pitch per una nuova serie regolare. Quello che non gli dice è che la stessa richiesta è stata fatta anche ad altri quattro sceneggiatori con molta più esperienza. 

"L'avessi saputo, sarei corso a nascondermi sotto la mia scrivania".

E invece sarà proprio l'idea di Mackie ad avere la meglio. C'è solo un piccolo problema: per questo revival NON potrà usare Johnny Blaze.

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TOM HOLLAND: QUELLA SCUOLA ACCANTO AL CIMITERO

"Ero al settimo cielo, avrei potuto scrivere le storie di JOHNNY BLAZE! Ma poi Mark mi diede la brutta notizia: non volevano usare Johnny Blaze in questa nuova serie. Credo pensassero che sarebbe stato meglio partire da zero con un nuovo personaggio, senza il bagaglio di quella vecchia. Non ne ero particolarmente entusiasta, ma mi misi comunque al lavoro...

Fortunatamente, grazie all'incredibile successo del rilancio di Ghost Rider, mi venne data presto la libertà di fare quello che volevo. Così riportai in scena anche Johnny Blaze appena possibile."

È perciò il momento di Danny Ketch di farsi avanti, traendo tutta l'ispirazione possibile proprio dalla vita del suo autore. Ed è qui che salta fuori il collegamento con Tom Holland.

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Come nome viene scelto Jack Ketch, da quello di un famoso boia britannico del Seicento, poi cambiato in Danny Ketch per renderlo più eufonico. E siccome viene chiesto a Mackie di creare un nuovo personaggio che sia più giovane di Blaze, lo sceneggiatore ci mette tantissimo del suo passato.

"C'è un vecchio adagio in fatto di scrittura che dice 'Scrivi di quello che conosci'. Potrei aver preso quel consiglio un po' troppo alla lettera, qui. Tanto di Daniel Ketch sono io. Sono cresciuto a Brooklyn, di fronte al cimitero di Cypress Hills in cui assistiamo alle origini di Ghost Rider. Ho passato molti anni a girovagare in quel cimitero e questo ha influenzato la mia immaginazione. Mio padre è morto quando avevo sei anni e sono stato cresciuto da mia madre. Tante delle prime storie di Danny erano popolate da personaggi basati sui miei amici e i miei familiari. Già... Danny Ketch ero io".

C'era anche una certa somiglianza fisica tra Howard e il Danny Ketch disegnato da Javier Saltares e Mark Texeira (a loro arriviamo tra un attimo). Ma prima: Tom Holland?

"Se avete visto i recenti film di Spider-Man, ogni volta che viene mostrato l'esterno del liceo di Peter, si tratta della Franklin K. Lane High School di Brooklyn. Mi sono diplomato lì, e la scuola si trova proprio di fronte al cimitero di Cypress Hills. Quando abbiamo iniziato a lavorare sulla serie di Ghost Rider, sono tornato nel mio vecchio quartiere e ho scattato un sacco di materiale fotografico affinché Javier e Mark Texeira potessero usarlo come reference". 

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SALTARES, TEXEIRA, MILLER E AKIRA

Le redini grafiche della testate vengono affidate a Javier Saltares, un disegnatore del Bronx, affiancato alle chine da Mark Texeira. I due all'epoca sono poco noti, ma ne viene fuori una delle coppie artistiche più esplosive di quegli anni, che trasforma le storie di Mackie in una vera bomba. 

Texeira disegna da solo il numero 7, e quando appare evidente che c'è bisogno di un nuovo disegnatore perché Saltares non riesce a star dietro ai tempi del mensile, Tex si propone per occuparsene in prima persona. Diventa così il disegnatore di Ghost Rider dal numero 13 e fino al numero 24.

Il contributo di Saltares alla creazione del personaggio è però fondamentale. È lui a dare a Danny Ketch quella giacca chiodata da motociclista punk, e soprattutto a ideare la sua iconica motocicletta. Non più una semplice Harley Davidson, ma qualcosa di adatto agli anni 90 che stavano per iniziare. Con una rivisitazione del grande parabrezza a forma di teschio stilizzato usato da Johnny Blaze nel periodo dei Campioni... e un grosso influsso della moto di Kaneda in Akira, pubblicato ai tempi negli USA proprio dalla Marvel

"Per quanto volessi una Harley come moto per Dan, Javier aveva altre idee, basate sulla popolarità di Akira all'epoca. E il risultato fu magnifico: non avrei potuto esserne più contento". 

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Non era l'unica fonte d'ispirazione nipponica. Qui sopra, accanto alla cover del primo numero di Ghost Rider, potete vedere una pagina di quella storia con la catena di Danny trasformata in degli shuriken magici che colpiscono dei ninja. I due disegnatori, per loro stessa ammissione, avevano guardato qui alle cose di Frank Miller, e in particolare al suo Ronin. Ma lo stesso Howard Mackie era un cultore delle storie di ninja:

"Penso che CHIUNQUE in quel periodo fosse influenzato nel mondo del fumetto da Frank Miller, ma praticavo da molti anni arti marziali e da bambino avevo letto molte storie di ninja e sul ninjitsu, perciò mi venne naturale inserire questi elementi nella serie". 

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UNA STAR INATTESA

Il primo numero del nuovo Ghost Rider raggiunge chioschi e fumetterie USA nel marzo del 1990 (data di copertina: maggio) e la serie diventa presto un enorme successo. Un successo che nessuno si aspettava, tanto meno i vertici Marvel.

"Sono sicuro che tanti rimasero molto sorpresi dai risultati ottenuti dal nostro Ghost Rider. Fu molto difficile lanciare la serie, perché i piani alti del marketing pensavano che fosse troppo rischioso puntare su un nome che non funzionava più, su uno sceneggiatore con poca esperienza e su due artisti sconosciuti. 

Il reparto vendite fece di tutto per non far partire la nostra testata. Ci furono molte discussioni, varie richieste di cambiamenti etc, prima che Tom DeFalco puntasse i piedi e decidesse di pubblicarla comunque. A quanto pare aveva ragione lui, e finimmo con il ricevere le scuse delle stesse persone che avevano provato a fermarci." 

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GLI SPIRITI DELLA VENDETTA

Ghost Rider diventa uno dei personaggi più popolari sulla piazza, incarnazione perfetta non solo del demone Zarathos che conferisce a Ketch i suoi poteri, ma dello zeitgeist fumettistico dell'epoca. Negli anni in cui trionfano gli anti-eroi e i personaggi tetri, che popolano storie dalle pagine su fondo nero e piene di scontri esplosivi, cosa c'è di meglio di un motociclista dal teschio fiammeggiante che mulina la sua catena e corre con la sua moto sulle facciate dei palazzi?

In Italia, Ghost Rider arriva poco dopo, nel novembre del 1990, sull'antologico All American Comics della Comic Art, a partire dal numero 14: il suo nome è abbreviato in un più semplice "Ghost".

Ma torniamo negli USA. Lo stesso reparto marketing che tre anni prima non capiva il potenziale del nuovo Ghost Rider, ora lo comprendeva benissimo, scorrendo i numeri mossi da Danny. Perciò nel '92 viene affiancata a quella principale una seconda testata - Ghost Rider & Blaze: Spirits of Vengeance - con le scorribande di Danny e Johnny Blaze, scritta sempre da Mackie e disegnata in modo divino dai fratelli Kubert. 

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E siccome non basta, Danny appare in una serie di storie (firmate ancora da Mackie) per l'antologico Marvel Comics Presents e diventa il fulcro di un'intera etichetta editoriale chiamata Midnight Sons (che include anche Morbius, Darkhold e Night Stalkers).

Le sue apparizioni nel Marvel Universe si moltiplicano, dal trio formato con Punitore e Wolverine in Cuori di Tenebra allo Spider-Man di Todd McFarlane, agli X-Men di Jim Lee, ai nuovi Fantastici Quattro di Walter Simonson e Arthur Adams... Ed era una cosa bella, per il suo creatore? Più o meno.

"Il successo del nostro albo fu sia un dono che una maledizione. All'improvviso TUTTI volevano avere Ghost Rider come guest star delle loro testate, per aumentarne le vendite. Era lusinghiero... ma volle anche dire che iniziai a perdere il controllo del personaggio".

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Nella seconda metà degli anni 90, il fenomeno inizia a sgonfiarsi, non solo per l'implosione della bolla di qualche anno prima, che porta la Marvel a un passo dal tracollo, ma anche per l'eccessivo sfruttamento del personaggio operato dalla casa editrice. Mackie lascia la testata nel 1996, dopo il sentito speciale Ghost Rider: Crossroads.

"Era davvero giunto il momento di lasciare. Per gli standard attuali, fu un periodo davvero lungo per uno sceneggiatore su una serie. Quando Bobbie Chase, l'editor con cui avevo iniziato il viaggio di Ghost Rider, venne promossa e non sarebbe più stata l'editor della mia linea, decisi che fosse il momento giusto per mollare".

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IL DEMONE DA MANGA

Per cercare di rilanciare il personaggio, la Marvel gli dà un nuovo costume, molto più colorato, e la testata vira verso delle decise influenze manga, che al tempo sono il nuovo grande faro verso cui navigano i fumetti d'Oltreoceano. 

"Non ho letto quelle storie. Mi sono posto la regola di non leggere una serie dopo che l'ho lasciata, perché non voglio che un parere espresso in un'intervista possa esser presentato come un'opinione negativa nei confronti dei colleghi venuti dopo di me. Ho sentito di alcune cose che sono state fatte con i personaggi in seguito e, anche se io non le avrei fatte, sono dopo tutto personaggi della Marvel, non miei".

La carriera di Howard sarebbe proseguita con altri lavori eccellenti, tra cui una delle serie mutanti preferite di chi scrive, la sorprendente Mutant X (1998-2001). Torneremo a parlarne un'altra volta, promesso. 

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Il Ghost Rider in stile manga, dicevamo. La svolta non piace ai fan, e le vendite crollano. La Marvel tenta allora un'inversione a U, richiamando prima Javier Saltares e poi riformando la coppia Saltares-Texeira, ma è troppo tardi. La testata di Ghost Rider chiude con il numero 93, nel febbraio del 1998, lasciando la storia incompiuta.

Per leggere quanto era stato previsto per il numero successivo bisognerà aspettare il 2007, con l'albo Ghost Rider 94 - Finale!, parte di una serie di pubblicazioni sul motociclista dal teschio fiammeggiante per sfruttare la scia del primo film con Nicolas Cage.

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UN'OCCHIATACCIA A GALACTUS 

Anche per via proprio dei film, l'attenzione dell'Universo Marvel, in un moltiplicarsi negli anni di eroi che portano il nome di Ghost Rider (Alejandra Jones, Robbie Reyes...), finisce per concentrarsi proprio su Johnny Blaze, rivelatosi il fratello perduto di Danny Ketch. 

La storia di Danny, nonostante la sua serie sia nata e si sia conclusa negli anni Novanta, è andata però avanti. Nel 2008, ad esempio, è stata pubblicata la mini Ghost Rider: Danny Ketch, e di recente abbiamo visto Daniel in azione in crossover come Absolute Carnage.

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In quanto eroe simbolo della Marvel anni 90, lo ritroviamo ovviamente anche nei cartoon di quegli anni. Nel finale della prima stagione de Gli Insuperabili X-Men, in un episodio della serie su Hulk, in uno di quella dei Fantastici Quattro.

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Proprio in quest'ultima, Danny si esibisce in un numero di rara potenza: arriva di gran carriera in sella alla sua moto e risolve lo scontro tra Fantastici Quattro (più Thor) e Galactus, stendendo il divoratore di pianeti con il suo Sguardo della Penitenza. Totale.

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MERAVIGLIE

Ma credi che la testimonianza forse più bella di quanto questo Ghost Rider abbia rappresentato per un'intera epoca del fumetto americano, e per noi allora giovani lettori di quel mondo di fantasia, sia la presenza di Danny nell'ultima pagina del Marvels di Kurt Busiek e Alex Ross

Phil Sheldon coinvolge nello scatto di famiglia un piccolo paperboy. Si chiama Daniel "Danny" Ketch, ed è solo un "ragazzo normale". Ma un giorno diventerà un eroe dai poteri demoniaci, con una moto bellissima e un look impossibile, e segnerà un'epoca, vero erede e originale interprete di quella prima era di Meraviglie.

Grazie mille, ancora, a Howard Mackie per il supporto. Gli altri articoli sulla Storia del fumetto li trovate qui.


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Commenti

  1. Bellissimo articolo DOC.
    Ricordo ancora di quando lessi il finale di Marvels e alla frase 'finalmente un ragazzo normale' dissi fra e me e me 'Si...Credici' heheeh

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    1. Sì, funzionava bene quella scena proprio per quello :)

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  2. Il mio personaggio Marvel preferito. C'è da dire che (opinione personale) la parte finale dell'epoca Mackie era un po' stanca, percepivo quasi la mancanza di idee. La fase che venne dopo fu, comunque, anche peggio, con sceneggiatori secondo me non all'altezza. A Ghost Rider è stata ridata dignità (grazie a una storia capolavoro) solo una decina di anni fa (se non mi sbaglio), con una sorta di "battaglia di Ghost Riders", scritta e disegnata in modo superlativo. Se siete fan del personaggio e non l'avete letta non perdetevela: è li dove finalmente viene spiegato chi/cosa è Ghost Rider, da dove viene e che ruoli hanno i due fratelli Johnny e Danny. Un saluto fiammeggiante agli Antristi !

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  3. Gran bell'articolo, Doc!! Non vedo l'ora di leggere anche quello su Mutant X!

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  4. Bellissimo post Doc, e che epoca pazzesca quegli anni! Personaggi esagerati, sacchettismi, Macpupazzi, ma anche cose belle come il Ghost Rider. Un po' di nostalgia canalis anche perché eravamo un po' più pischelli.

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  5. Ottimo articolo, Doc. (Psssst: Valiant, Bravura, CrossGen...)

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  6. Grazie DocMan per aver condiviso la intervista a Mackie. Consiglio la lettura dello special Capitan America/Ghost Rider: Paura disegnato da Lee Weeks e Al Williamson in cui la versione di Mackie dello Spaventapasseri ( che prende le mosse da quanto fatto col personaggio da DeMatteis/Zeck su Cap qualche anno prima ) è inquietante. La storia è del 1992, l'anno dopo il Silenzio degli Innocenti. Da noi è stata tradotta in un albetto da Comic Art nel 1994 come congedo prima dell'avvento di Marvel Italia.Tra gli altri meriti della gestione Mackie di Ghost Rider, come detto dal Doc, la nascita dei Midnight Sons. Il Morbius di Len Kaminski ( Ghost Rider 2099, Iron Man, Venom ) e Ron Wagner ( Daredevil, G.I.Joe ) ha un ritmo tale da essere invecchiato meglio di altre testate della famiglia dei Figli della Mezzanotte. Howard -come la Nocenti e X-Chris - è da lodare, a mio avviso, ha creato parecchi antagonisti e personaggi di contorno, anche se lavorava su una license e quindi li stava "regalando" alla Casa delle Idee. Ciao

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Anch'io vorrei ringraziare il buon Doc per questa intervista (dovrei scrivere per ringraziarlo più spesso per queste piccole pillole di nostalgia che quando ho tempo riesco a leggere e mi fanno bene). Dal mio commento precedente sembra che io sottovaluti Mackie, ma in realtà per me è stato un grande scrittore e l'ho apprezzato molto, non vedevo l'ora di leggere una nuova storia. Inoltre è riuscito ad essere anche molto prolifico, con il plot dei Figli della Mezzanotte. Grandissimo autore!

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  7. Ottimo ed interessante articolo, su un personaggio che all'epoca saltai a pie pari (ed infatti non colsi la citazione in marvels). Una domanda, per favore: per chi volesse recuperare la run di mackie, anche in originale, senza impazzire?

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    1. Cerca su Kindle o Marvel.com "Ghost Rider: Danny Ketch Classic". Puoi comprare i volumi in digitale, con dieci albi originali l'uno.

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    2. Io non ho il famoso #94. Su Marvel.com si fermano al #93 (porca pupazza). Doc, tu che hai la consapevolezza cosmica...

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    3. Su marvel.com lo trovi come "Ghost Rider Finale".

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    4. Grazie mille, Doc, per la dritta ! :)

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  8. Grazie Doc per l'intervistarticolo! Ghost rider uno dei miei personaggi preferiti, anche se sono più legato alla versione classica di Don Perlin con Johnny Blaze... forse perchè è stato il primo fumetto marvel che abbia letto, e mi sembrava più vicino allo stile italiano di bonelli, che in casa si leggeva dai tempi di mio nonno.
    Spettacolo il ghost rider western, ma anche alcune copertine del ghost di danny ketch erano belliffime!

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  9. Sono molto legato al personaggio di Ghost Rider. Nei lontani anni novanta mio padre mi portò alla Borsa del Fumetto per farmi un regalo per aver passato l'esame di terza media e io comprai una maglietta con sopra alcuni personaggi Marvel tra cui Ghost Rider.
    La maglietta mi era enorme e negli anni l'ho indossata molto poco quindi la possiedo ancora, è una delle mie preferite.

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  10. Sembra che questo commento lo abbia scritto io! Anche io andavo alla BDF nei primi '90 accompagnato da mio padre, e Ghost Rider ed Il Punitore erano tra gli albi che ogni volta mi portavo a casa (e durante l'estate divoravo con gli occhi più e più volte)...

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