The Prism, Zerocalcare, La primavera perfetta, L'arte di Cuphead, la storia Bonelli
Questa puntata di Microletture era in programma per ieri, giovedì. Ma la notizia improvvisa e inattesa della morte del povero Kentaro Miura ti aveva fatto passare ogni voglia di parlare di fumetti. Ci riproviamo oggi, visto che i titoli in scaletta sono tanti e interessanti: The Prism di Matteo De Longis, La primavera perfetta del grande Enrico Brizzi, L'arte di Cuphead, Easy Breezy di Yi Yang, la nuova storia di Zerocalcare per Internazionale, Batman Death Metal 2, Nathan Never: Tre passi nel futuro e Tutto Bonelli [...]
THE PRISM 1
Editore: Bao
Pagine: 192
Quanto costa: 21
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 5
Adori lo stile di Matteo De Longis, che riesce a unire in qualche modo l'estrema eleganza di un Phil Noto al dinamismo esplosivo dei designer nipponici. The Prism 1, "Burn", è la prima parte di un'opera a base di spazio, musica, corporation del futuro, musica, Giappone (ovvio), musica e, beh, ancora musica. Tutto scorre come se fosse un altro film dei Daft Punk, ma decisamente più elegante e con più sostanza. E sì, appare in un cameo anche Franco Battiato.
Il ritmo, la costruzione, i colori, le tavole, la splendida copertina... è la traduzione in una storia di quel tipo di immaginario che De Longis coltiva ad arte - e mai termine fu più appropriato - da tempo, con volumi di illustrazioni come Vox. Non sai esattamente quale sarà il fumetto del futuro, in Italia o più in generale ovunque, e se abbia senso o meno aspettarsi un evoluzione del linguaggio fumettistico. Ma The Prism - con il suo stile e le sue onomatopee che sono solo ricercati segni grafici, senza un senso fonetico - credi sia un buon indizio di come questo mutamento è in effetti già in corso, e sta dando ottimi frutti.
LA PRIMAVERA PERFETTA
Editore: HarperCollins
Pagine: 426
Quanto costa: 19,5
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 5
Se avete assistito all'incontro con Enrico Brizzi sul canale Twitch dell'Antro, qualche giorno fa (e se non lo avete fatto, fate sempre a tempo a recuperare*), sapete già con quale viva emozione il qui presente ha chiacchierato con uno dei suoi miti assoluti, di sempre, da sempre. Hai letto tutti i suoi libri, e continui ad adorare il modo in cui lo stile di Enrico si evolve, romanzo dopo romanzo.
Ti senti sempre a casa nelle sue pagine, trascinato non solo da un susseguirsi coinvolgente degli eventi, ma dal modo in cui il protagonista finisce un po' sempre per assomigliare in qualcosa (e fortunatamente non in tutto) non solo al suo autore, ma a chiunque sia più o meno suo coetaneo. Ma questo si affianca a uno stile sempre ricercato, impeccabile, profondo, spesso di una poesia rara. Su alcuni passaggi ti fermi e sgrani gli occhi. E qui, ne La primavera perfetta, a quel punto ti accorgi a volte di averceli pure già lucidi.
Una storia di fratelli, di ciclismo professionistico, di tradimenti, di disintegrazione personale, professionale, familiare. Non è Born Again di Daredevil, ma pure qui il protagonista tenterà di risalire dopo aver toccato il fondo più basso possibile. Pure qui, perché arrivi una primavera perfetta, prima devi riuscire a superare l'inverno. Bellissimo. Bellissimo davvero.
*Se non state seguendo il nuovo ciclo di interviste su Twitch (questa settimana hai chiacchierato con Milo Manara e Patrizio Roversi. Per dire) non sapete cosa diavolo vi state perdendo. Ma, di nuovo, se vi va, potete recuperare.
ZEROCALCARE - LA DITTATURA IMMAGINARIA
Non sai se sia ancora possibile recuperarlo in edicola, perché oggi dovrebbe uscire il nuovo numero di Internazionale. Ma comunque: su quello della settimana scorsa, come forse saprete, c'era una storia di 26 pagine di Zerocalcare dedicata al tema, sulla bocca di tutti, di questa cavolo di dittatura immaginaria del politicamente corretto. "10 cose banali messe in fila sulla cancel culture", che banali non sono affatto.
Non è semplice affrontare questo argomento, spiegare che in Italia la cancel culture non esiste, che il "non si può dire più niente" è un gioco di ruolo che fa comodo solo a determinati master con la m molto minuscola. Ma il discorso di Michele va molto avanti. La sua opinione arriva ad abbracciare tutta una serie di temi collegati, come la differenza che uno dovrebbe tener presente tra il rispondere alla cazzata di un personaggio pubblico e il mettere alla gogna un tizio qualsiasi, qualunque cosa abbia detto o scritto.
Da leggere e rileggere anche e soprattutto la terza e ultima parte del discorso, sulla politica fatta dalle collettività e non dai singoli, sull'accettare quando ti fanno notare che hai sbagliato e sulla responsabilità alla Peter Parker (causata da "uno zio cacacazzi") di chi per lavoro ha a che fare con le parole.
NATHAN NEVER: TRE PASSI NEL DOMANI
Editore: Sergio Bonelli Editore
Pagine: 144
Quanto costa: 22
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 4
Avevi già letto Tre passi nel domani, esattamente dieci anni fa. Lo speciale realizzato allora per i vent'anni di Nathan Never diventa, in una nuova edizione da libreria, un omaggio al trentennale dell'Agente Alfa. I suoi tre creatori, Michele Medda, Bepi Vigna e Antonio Serra, alle prese con altrettante storie, disegnate da alcune tra le matite più celebri della saga: Nicola Mari, Germano Bonazzi e Roberto De Angelis.
Nonostante i colori piatti del 2011, che non esaltano i disegni, ma in alcuni casi tendono a spegnerli un po', è un bel volume. La storia centrale, "Guerra", di Michele Medda e Germano Bonazzi, è quella più piacevole, ma anche le altre due contribuiscono alla rimpatriata, insieme alle interviste ai tre creatori in calce al libro.
Trent'anni da quel giugno del 1991. Da quelle prime avventure di Nathan. Nel pieno dell'esplosione Marvel (e con quella manga alle porte), un fumetto di fantascienza italiano che frullava tutto quell'immaginario che ti faceva impazzire, dai film sci-fi statunitense agli anime nipponici. Sembra ieri, e invece era già il domani.
TUTTO BONELLI 1941-1979
Editore: Sergio Bonelli Editore
Pagine: 528
Quanto costa: 18
Dove si compra: Libreria, Amazon
Sempre parlando di Bonelli, hai letto anche Tutto Bonelli 1941-1979 - Gli anni d'oro, di Mauro Giordani e Gisello Puddu. Il primo di due volumi che copriranno tutta la produzione della casa editrice, dagli esordi fino alla fine degli anni Settanta. Storia, curiosità e rigorosa elencazione di tutto quello che la Bonelli ha pubblicato, con titoli e autori di ogni numero.
Dai tempi dell'Audace alla nascita di Tex, giù fino alla meravigliosa, mai troppo lodata serie Un uomo un'avventura. È una lettura per veri impallinati e collezionisti, visto che tante pagine sono occupate dai listoni delle uscite, ma custodisce una quantità notevole di curiosità. Da Plutos, il super-eroe in stile Batman (ma dal costume rosso) pubblicato nel '49 alla particolarità delle copertine del grande Ken Parker.
BATMAN: DEATH METAL 2
Editore: Panini
Pagine: 48
Quanto costa: 4
Dove si compra: Fumetteria, Amazon
Presidentesse: 3,5
Continua ad essere un casino. Un rumoroso, fracassone, aggressivo casino, la saga di Batman: Death Metal (vedi qui), ma non per questo è una storia buttata via. Anzi. È una lettura che richiede concentrazione, come spesso accade per i testi di Snyder, e che a un fan di vecchia data dell'Universo DC è in grado di regalare tante chicche, tra una riesumazione (e una citazione) e l'altra.
Ma i carrozzoni dell'ultimo Mad Max e i Batman improbabili, il Batman che Ride che s'interessa a un certo personaggio onnipotente azzurrino, le dimensioni parallele e le loro capricciose divinità, i disegni sempre notevoli di Capullo... arrivano fino a un certo punto. Per il momento, è come se mancasse ancora un pezzo, per dare un senso a tutto il puzzle. Non tanto dal punto di vista della trama, sia chiaro, ma proprio del coinvolgimento in quello che stai leggendo.
E qui magari la lettura spezzettata in albetti non aiuta, ok.
EASY BREEZY
Editore: Bao
Pagine: 176
Quanto costa: 20
Dove si compra: Libreria, Amazon
Presidentesse: 4,5
Yi Yang è nata in Cina nel '94, vive in Italia da quando aveva vent'anni e ha già pubblicato per Bao Aiuto!, e Aiuto! Fratelli (con Isaak Friedl), oltre a una storia per il Dylan Dog Color Fest. Easy Breezy è una lettura travolgente. Nel senso: ti mette sotto, dalla prima pagina, con la sua storia di un piccolo genio alle prese con dei ladri da quattro soldi, con le sue prospettive inclinate e le sue linee oblique, un tratto e una scelta dei colori pazzeschi, un ritmo forsennato, a rotta di collo.
Sembra una di quelle produzione underground in cui sbatti il viso per caso e te ne invaghisci, e invece è l'ennesima prova di un'autrice giovane ma dannatamente in gamba.
L'ARTE DI CUPHEAD
Editore: Cosmo
Pagine: 272
Quanto costa: 34,90
Dove si compra: Libreria, Amazon
Per chiudere, segnalo questo artbook del videogioco Cuphead. Edizione italiana, targata Cosmo, di un volume Dark Horse di grande formato. Attraverso un mare di disegni, bozze e fondali, ricostruisce la genesi di personaggi e ambientazioni del popolarissimo (e bastardissimo) run and gun ispirato allo stile dei cartoon anni 30, come quelli dei fratelli Fleischer.
C'è un piccolo errore (un paragrafetto rimasto in inglese), ma non inficia un volume interessante per chiunque sia finito nel tunnel di Cuphead, in un momento qualsiasi degli ultimi quattro anni - cioè da quando StudioMDHR lo ha lanciato, dapprima sulle piattaforme da gioco Microsoft - e adorabestemmia questo gioco.
Davvero un brutto, bruttissimo colpo.
RispondiEliminaE dire che chissà quante volte lo si sarà detto così per scherzo, giusto per riderci su...
Poi senti notizie come questa e non te ne capaciti.
Un grandissimo. Che con Berserk ha segnato una buona fetta della mia adolescenza allungata.
E poco importa se ormai dava l'impressione di essersi totalmente perso dentro al ginepraio che lui stesso aveva creato.
Non posso fare a meno di pensare quella storia di Rat - Man dove Ortolani sostiene che il più grande terrore di un fumettista é quello di morire senza essere riuscito a raccontare ai lettori tutte le storie che aveva in mente.
Per il resto...visto che si parla di Zerocalcare, ho appena finito di leggere SCHELETRI.
Ti lascia addosso una strana sensazione. Ritengo che sia una delle sue storie più cupe in assoluto.
Dopo KOBANE CALLING (che resta ancora in cima), la sua opera migliore.
Sto leggendo poi NINJA di Eric Von Lustbader.
Molto bello e appassionante, anche se un pò datato. Ma di fatto é il romanzo che ha sdoganato presso gli yankee la figura del mitico (più famigerato, direi) assassino mascherato che si muove nell'ombra, dandone una versione tutto sommato fedele.
Perché la storia del ninja come guerriero onorevole é pura invenzione romantica.
Stavo leggendo anche MODESTY BLAISE E LA VERGINE IMPOSSIBILE di Peter O' Donnell, ma il libro mi é finito in pezzi (dont'ask. Non volete saperlo, fidatevi).
Dovrò recuperarlo, perché mi stava piacendo parecchio.
Una versione di 007 tutta al femminile e molto, molto sexy. Ma che all'occorrenza mena come un fabbro.
Ho preso The Prism ed è sul comodino in attesa che finisca di rileggermi per la decima volta il thor di Simonson. Ho appena preso anche Easy Breezy, arriva domani. Per il resto, sono in scimmia con le vecchie ristampe. Vorrei recuperare a poco a poco i masterworks dell'uomoragno. Poi devo rompere gli scatoloni dei libri ( ho traslocato due mesi fa) e recuperare il secondo tomo de Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che ero a metà. A proposito di Miura, che peccato, speriamo non faccia la stessa fine ciccio martin!
RispondiEliminaDoc, Un uomo un Avventura, leggi la lista degli autori e ti domandi come sia possibile che non siano state fatte 100 ristampe cartonate.
RispondiEliminaVero. C'è anche scritto in questo volume, che il tutto non è mai stato ristampato in maniera organica. Che gran peccato.
EliminaChiedo scusa fin d'ora a tutti: temo che sarò prolisso.
RispondiEliminaSono affranto da due giorni, come se fosse mancato un caro zio. Neanche la scomparsa del grande Battiato mi ha buttato così giù.
Ho comprato il numero 1 di Berserk al mare, nell'estate del 1996: avevo 16 anni, ora ne ho 41 e Gatsu mi ha accompagnato per tutto questo tempo.
L'avevo mollato dopo il numero 1, mi sembrava "troppo". Poi un carissimo amico mi ha passato il volume 12 e sono rimasto folgorato: ho recuperato gli altri numeri al Libraccio, negli scaffali nascosti delle edicole, ai mercatini dell'usato... C'è stato un lungo periodo della mia gioventù in cui con gli amici non si faceva altro che parlare di Alita e Berserk: c'è proprio uno spartiacque nella mia "educazione sentimentale", il "pre-" e il "post-Kishiro & Miura". Tempo fa ho rivisto un compagno di corso dell'Università dopo anni, manco ci siamo detti ciao: "Oh, ma quando finisce Berserk??!!" "Ma infatti guarda, sono 30 anni che aspetto" e giù a chiacchierare come se non fosse passato neanche un minuto. Nell'anno 2000 ho conosciuto una ragazza parecchio interessante, le ho parlato subito di Berserk e l'ho convinta a comprare la Collection. Eh, và che approccio da sfigato, che sei scemo? Sì: però poi quella ragazza è diventata mia moglie, quindi va bene così ;). Galeotto fu il manga e chi lo scrisse.
Alcune pagine sono dei monumenti. Il discorso di Grifis sull'"amico"; le riflessioni di Godor sulla missione del fabbro, che sembrano tanto riflessioni di Miura sulla missione del mangaka. L'Eclisse. Mamma cos'è stata l'Eclisse: la dolcezza di Grifis che si abbandona al ricordo affettuoso della sua amicizia con Gatsu prima di dire "Li consacro" e scatenare il più terribile massacro della storia del fumetto, che l'attacco dei giganti se lo sogna un massacro così, ci ha fatto male perché noi li amavamo tutti quei ragazzi, mentre quelli che vengono sbranati dai giganti non si capisce manco chi siano tanto sono disegnati (e caratterizzati) male.
Sulla pagina FB dell'Antro una utente ha sollevato una questione: ma non vi vergognate ad arrabbiarvi perché non potete leggere la fine di un manga invece che dispiacervi per la morte di una persona così giovane? Quella ragazza ha ragione da vendere. Però io sono arrabbiato: sono arrabbiatissimo perché non vedremo mai la fine di questo manga (perlomeno, non disegnata dal Maestro). Ma non come quegli imbecilli che in queste ore stanno vendendo la serie completa perché senza il finale è carta straccia, o che scrivono battutine idiote tipo "Farebbe di tutto pur di non doversi inventare il finale" o amenità simili. No, io sono arrabbiato perché Miura se lo meritava di trovare un'idea della Madonna per finire un fumetto della Madonna, in cui ha messo tutto sé stesso e che quindi era inscindibile dalla sua persona, sono arrabbiato con il destino beffardo che l'ha fermato a metà di una cosa così grandiosa. Che aveva perso un po' di slancio, và detto, ma che definire "brutta" è un'ingiustizia tremenda: ad alcuni sembrava brutto perché era diventato "solo" un fumetto magnifico, mentre prima era un'esperienza di vita.
Ma soprattutto sono arrabbiato con i Giapponesi e la loro maledetta macchina editoriale. Dissezione aortica, dicono: che è un parolone medico difficilone per dire che gli è letteralmente scoppiato il cuore dalla fatica.
"Eeeehh, ma che fatica!! Si faceva le pause, non gliene fregava più niente, lavativo!!!"
Mia personalissima opinione: senza quelle pause, probabilmente oggi non lo staremmo piangendo, perché avremmo archiviato già da qualche anno la sua morte.
Facciamo un po' di conti puramente quantitativi. Lo "scansafatiche" procedeva al ritmo di circa un tankobon (200 pagine) all'anno.
EliminaPrendiamo ad esempio Asterix. Nemmeno paragonabile per tipo di prodotto, logiche editoriali, cultura e territorio di provenienza, ma la matita da mettere sulla carta e la testa sulla sceneggiatura sono le stesse. Dal 1959 al 2019 sono usciti 38 volumi da 48 pagine (contando quelli della coppia Goscinny-Uderzo, del solo Uderzo e della coppia Ferri-Conrad), per una media di 1842 pagine / 60 anni = 30,7 pagine all'anno.
Non mi risulta che qualcuno abbia mai dato degli scansafatiche a Goscinny e Uderzo, eppure hanno lavorato a un sesto della velocità di Miura "in pausa". Pigro, eh?...
Ma io dico: è giusto che una casa editrice debba ammazzare così i suoi impiegati per produrre intrattenimento per i giovani? Daisuke Sato, morto a 53 anni; Jiro Taniguchi, 69 anni; Izumi Matsumoto, 62 anni; Hideo Azuma, andato fuori di testa e diventato clochard, poi morto a 69 anni. Ai Yazawa, che ormai sta male da anni e forse non si riprenderà più. Leggevo le note di Chica Umino nell'ultimo numero del suo (bellissimo: leggetelo tutti. Detto da uno che detesta gli shojo) "Un marzo da leoni", è stata ricoverata due volte per la fatica e deve fare riabilitazione per anziani perché a furia di stare seduta ha perso le forze. Hayao Miyazaki sta bene, perché ha fatto un solo manga nella sua vita e poi ha detto "Ma voi siete tutti fuori di testa" ed ha fondato lo Studio Ghibli, che in quanto principale antagonista orientale alla Walt Disney Pictures è molto meno stressante della redazione di Shonen Jump. Scherzo, è stressante uguale.
Forse, non so, servirebbero più assistenti, o pensare ad un sistema stile Bonelli dove più team si dividono i volumi e l'autore fa da supervisore, non ho ovviamente la soluzione. Ma quando uno tiene il futon sotto la scrivania o dichiara che lavora di notte perché è più fresco tanto comunque lui il sole non lo vede mai, c'è qualcosa che non va.
Ciao Maestro, ci hai dato tutto. Non ti siamo stati abbastanza grati, ma io ti ringrazio.
Capuleius scrive bene e con il cuore. Non posso che quotare tutto quello che hai scritto. Noi c'eravamo in quel piccolo mondo fatto di mostri, draghi, guerrieri con "pezzi di ferro troppo grandi per essere chiamati spade", guerrieri metafisici chianmati "Stand", alieni biocorrazzati e maghi che per fare gli incantesimi dovevano conoscere la discogrfia dei Celtic Frost. Nel bene o nel male è stata una bella compagnia durante il viaggio che ci ha portati qua ed e anche giusto tributare chi ha permesso a questa compagnia di esistere.
EliminaMi unisco ai ringraziamenti.
Ho letto proprio ieri le note di Miura, disseminate in anni di Berserk, ed elencate da un mio amico su FB: sono la cronaca progressiva di una persona che sta scoppiando, dorme 4 ore a notte, ha solo mezza giornata libera all'anno. Mezza. In un anno. Perché non ci si riesca a sottrarre, anche quando ormai sei ricco e famoso, da questo meccanismo perverso credo sia la faccenda più complessa, per ragioni culturali, di tutto il discorso.
EliminaTorneremo a parlarne, per chi volesse seguirla, nella live di lunedì sera, con un ospite che di manga ne sa, l'amico Sommobuta.
Leggendo il post del Rrobe con l'elenco delle note mi è salito un brivido lungo la schiena.
EliminaMi sono troppo sembrati dei bigliettini fatti trapelare da una cella, una serie di richieste d'aiuto lanciate in calce ad ogni volume, purtroppo raccolte da chi invece da quella prigionia traeva profitto, dal lettore che di quelle pagine non ne aveva mai abbastanza e che non aveva alcun interesse che il mittente venisse liberato o aiutato.
I biglietti di Valerie raccolti dal "Dito" anziché da V.
Magari l'ho pure esagerata, la faccenda, però non sono riuscito a non pensarci.
Mi associo, gente.
EliminaL'intervento di Capuleius l'ho trovato molto sentito. E toccante.
Se ne sono sentite di ogni, spesso di pessimo gusto o infelici.
Liberarmi della mia collezione di Berserk?
Giammai. Se mai da ora in poi la considererò ancora di più, perché é un lascito. Un lascito prezioso.
Berserk ha fatto parte della mia vita. Forse meno rispetto ad altre opere (Jojo su tutte), ma ci metto anche lui.
Mi ricorda quel periodo in cui divoravo fumetti a quantità industriali.
Al di là di qualunque facile ironia o amara considerazione, l'ho pensato anch'io.
Sono portato a credere che ognuno di noi abbia un appuntamento a cui non può sottrarsi, una data di scadenza, chiamatela come diavolo vi pare...ma quando arriva quella, non ci si può sottrarre.
Forse é stato anche il suo caso. Ma poi, se consideriamo la realtà fumettistica e lavorativa in generale del Giappone, non si può fare a meno di pensarci.
Consumato dalla macchina produttiva. Dalla creature a cui lui stesso aveva dato vita. E da mostri ben più reali e pericolosi che affollavano il suo mondo.
Inghiottito, masticato e digerito dal sistema. Niente di meno di quel che avrebbe fatto un apostolo davanti alla sua vittima sacrificale.
Come tanti altri prima di lui.
Il discorso é complicato. Diciamo che avere un'idea non significa essere automaticamente in grado di riversarla in un progetto coerente.
Ma sono anche convinto che Miura stesse cercando di venirne a capo. Ma alle volte serve tempo, e tranquillità. E invece ti ritrovi con contratti, accordi e scadenze che ti stritolano senza alcun rispetto né considerazione.
Dentro di lui, nella sua testa, doveva aver senz'altro ben presente come sarebbe dovuta andare a finire, un giorno.
Non lo sapremo mai. Non lo sapremo più. E se anche qualcuno si prenderà la briga di scoprirlo, non sarà la stessa cosa.
Forse le cose tra Gatsu e Grifis sono destinate a rimanere così.
Irrisolte.
Grazie di tutto, comunque.
Al maestro Kentaro per quel che ci ha dato.
Ha dato tanto, ha dato tutto. Ora é giusto che riposi.
Non lo dimenticherò.
Un po' di pausa (mica tanta eh: anche solo i weekend, Natale, Capodanno e un paio di settimane ad agosto, come facciamo noi) avrebbe giovato anche alla storia. Avremmo avuto un manga più compatto, con un finale solido e ragionato (snebbiare la mente con una chiacchierata davanti a una birra aiuta: "Oh, sai cosa mi è successo l'altro giorno? Ho visto due tizi che facevano questo e poi quello" "Grande!!! Mi hai appena dato un'ideona per il colpo di scena finale del manga!!") e soprattutto un autore in salute.
EliminaMa a che serve parlarne?... Serve: perché, per esempio, Naoki Urasawa ha 61 anni, la fascia d'età degli autori che ho elencato sopra, e continua a sfornare manga a ritmo vertiginoso. Cari editori giapponesi, non voglio fare il lavoro del gufo, ma siete sicuri di riuscire a sostituire uno che racconta le storie come le racconta Urasawa?...
Sono contrito e stordito ancora oggi, mi chiedo davvero come sia possibile ancora oggi e con un autore così arrivare a farsi macinare dalla fatica, immolare tutto alla propria causa, il lavoro, come un Grifis che però non è mai stato ripagato per ogni rinuncia fatta. Sicuramente è tempo di riflessioni anche per me, mi accodo qui perchè trovo tutto molto nelle mie corde.
EliminaAddio maestro e grazie.
Ho appena finito di leggere la storia del fumetto di thierry smolderen e ho cominciato infocomics di norberto baruch, in cui ci sono un sacco di chicche interessanti(lo sapevate che stanley kubrik voleva osamu tezuka per l'art direction di odissea nello spazio? O che betty boop è stata la pioniera del jazz nei cartoni animati? Sappiatelo!)
RispondiEliminaSto leggendo pochissimo, in compenso sto lavorando tropp-issimo.
RispondiEliminaGiusto due tre pagine prima di dormire di un vecchio libro di Altieri. Victoria Cross.
Mi spiace x la dipartita di Miura. Spiace sempre quando se ne va uno che ,come minimo,ha influenzato una generazione di persone con la sua arte.
Ma, personalmente non lo piango come piango il maestro Battiato.
Lui sicuramente su di me ha esercitato una notevole influenza.
Non sto leggendo niente di nuovo a parte le serie che seguo fedelmente e che bene o male seguono tutti. Mi dispiace ovviamente per la morte di Miura e per le circostanze in cui è avvenuta. Scrivo solo per dire che non ho mai letto Berserk e nonostante la tragedia avrei continuato a non leggerlo, come ho fatto con tante altre opere d'arte con o senza nuvolette. Però. Però ho letto il commento di Capuleius e mi sono venuti i brividi, a questo punto è sicuro che prima o poi recupererò almeno i primi numeri.
RispondiEliminaSono lieto di continuare a fare proseliti (Apostoli?...) per questo fumetto meraviglioso ancora oggi a 30 anni di distanza.
EliminaMagari non ti ci affezionerai come mi ci sono affezionato io (scoprirlo quando sei un 16enne metallaro il cui scopo nella vita è trovare il manga perfetto è diverso da farlo a 40 anni, con diversa maturità, famiglia figli lavoro ecc), ma tutti quelli a cui l'ho consigliato, che l'abbiano osannato o meno, si sono sempre resi conto di trovarsi di fronte a qualcosa di decisamente notevole.
Trovare copie in giro non dovrebbe essere difficile: tanta gente che probabilmente ne sa più di me lo sta vendendo in blocco proprio in queste ore.
Una sola raccomandazione: se vuoi fermarti a pochi numeri, attento a smettere prima dei capitoli intitolati "L'età dell'oro", dove comincia il più lungo flashback dell'entertainment tutto, dalla nascita di Gatsu sotto l'albero delle streghe impiccate fino all'Eclissi: una volta cominciato quello non ti staccherai più :)
(ovviamente ti sto stra-consigliando di arrivare all'"Età dell'oro": da quel momento in poi la storia decolla e tutto quello che hai letto prima trova un senso)
I Cuphead mi hanno sempre incuriosito, non ho mai capito di cosa parlasse e non me lo sono andato manco a cercare su internet, magari ci penso. E non conoscevo neanche Prisma, vedi che roba, già la copertina sta flertando col mio portafoglio.
RispondiEliminaUltimamente leggo molti libri e con i fumetti sono rimasto indietro come le... si insomma, indietro.
Ma c'è questa cosa delle ristampe dell'Armenia dei libri più famosi di D&D e niente, ho ricominciato a comprarli Primo ciclo di Drizzt, Dragonlance, ho rimediato i vecchi libri di Darksun e ho iniziato il mattone con l'intera trilogia di Joe Abercrombie della "Prima Legge" (Glokta l'inquisitore, miglior personaggio mai apparso).
In ambito fumettistico segnalo le ristampe del sempre ottimo Jesus (o Colt, per chi era teen nei 90's), le bellissime ristampe Bonelli dei personaggi monografici apparsi sulla collana Rodeo, Rio Kid su tutti ne "Le Storie Cult" e le ristampe delle eroine zozze forte anni 70 della Cosmo (tipo Ulula).
Per il resto sono a mani alzata e i motivi sono diversi (non ultimo il fatto che con 10 carte ti porti a casa un fumetto e una rivista fashion per la Nonna Lardass, un po poco...)
Completamente abbandonati i comics americani e i manga (ad ecceZione di One Punch che tanto scappa a fantasia...)
Sto leggendo quel capolavoro di Showa del Maestro Mizuki, scoperto proprio grazie a te e recuperato nella versione whatsmerican che tanto dubito lo vedremo in Italia...
RispondiEliminaGrazie ancora Doc!!
La scomparsa del Maestro è una cosa che a parole è difficile esprimere; come già in uno dei sondaggi, non posso che far mia l' esperienza di Capuleius: avevo 19 anni e vidi, quasi per sbaglio una puntata del primo Anime, quella in cui appariva per la prima volta Zodd. Ne rimasi folgorato, decisi di informarmi meglio (l'Internet del 2000 non era quello di oggi) e ricordai di aver visto in fumetteria il Manga. Il giorno dopo acquistai il numero 11 della Collection, affrettandomi a recuperare tutti quelli precedenti, senza sapere che Gatsu e tutto il suo mondo mi avrebbero accompagnato per ventun'anni entrandomi dentro come poche altre cose mai lette, fossero esse fumetti o romanzi; assieme a Corto Maltese e Dark Knight Returns, Berserk rappresenta uno degli spartiacque della mia esperienza coi fumetti, e rimarrà uno di quelli da cui non mi separerò mai... Momenti come il Falò dei Sogni, l'Eclissi, Gatsu che riabbraccia Caska prima di battersi con Mozgus, il discorso sull'amicizia, la morte di Judo e l'ultimo pensiero di Grifis durante l'Eclissi e sicuramente ne dimentico tanti altri, più piccoli ma altrettanto luminosi, sembrano quasi brillarmi davanti assieme ai tanti ricordi personali che si portano dietro.... Grazie Maestro Miura.
RispondiEliminaTra le cose comprate e che sto leggendo in questo periodo, l'edizione US di Monster di Barry Windsor Smith. Sto frustando un po' il mio inglese per andare avanti, ma essere di fronte, dopo tanto tempo, a così tante pagine, oltre 350, del maestro è qualcosa di quasi commovente, di certo entusiasmante. Quando ancora mi cullavo nella velleità di fare il disegnatore, era sulle splendide tavole di BWS che trovavo la prima ispirazione. I suoi X-Men, il suo Wolverine. Adesso che son passati trentanni, che sopra quel segno si son stratificate cento altre cose e sono comunque arrivato ad una mia sintesi, per quanto raffazzonata, nelle pochissime cose che faccio (per me) l'influenza di Barry Smith io la vedo sempre forte e chiara. Senza parlare della storia che tra la lettura ancora in corso e la lingua non direi altro che stupidaggini, il lavoro grafico è strabiliante. Uno stupendo bianco e nero, complesso e ricco di dettagli, una grande capacità di costruzione della pagina. Il segno, nonostante il lavoro di stesura sia durato molti anni, è coerente dalla prima all'ultima tavola...non si può che notare la grande maturità raggiunta dell'artista, a livelli che difficilmente sono equagliati nel campo. Spero in una edizione italiana che lo renda più godibile, nell'attesa lo consiglio anche solo per gustare il lavoro di un Maestro del Fumetto mondiale.
RispondiEliminaCosa ho letto di recente?
RispondiEliminaMi sono letto i numeri dal 2 al 5 di Oblivion Song. Sotto l'aspetto grafico mi piace veramente tanto. Il comparto disegno e colore è molto bello e rimane sempre costante. La storia narrate nei volumi dal 2 e al 3 è molto bella perché ci spiega cosa è successo ed allarga sempre di più il punto di vista mostrando cosa succede ad Oblivion e ai soggetti che vivono intorno al protagonista che spesso passa anche in secondo piano.
Il 4 mi è piaciuto come volume ma apre un arco narrativo per il 5 volume che è bello ed avvincente ma un po' più scontato degli altri.
Continuo con Samuel Stern e con la raccolta di storia dell'errore laterale alla trama principale che onestamente da molto Dylan Dog. Poco da dire.
Sto recuperando i volumi della Cosmo della serie Weird Tales. Adesso stanno ristampando i primi numeri a colori quindi ho la brutta impressione che tra un po' li mollo.