Come i gatti
È il 14 dicembre del 1979. A testimonianza di quel giorno ci sono solo alcune polaroid. Poche polaroid sbiadite in cui chi le ha scattate ha inquadrato un piccolo scivolo indoor sul fondo, trasformando tutto il resto in una marmellata sfocata. Sei pure tu, il festeggiato, una macchia dai contorni sbiaditi, come la torta con quattro candeline riciclate, come gli altri bambini. Una scena vista da un miope che ha scordato gli occhiali, una diapositiva davanti a cui scorre un fiume di orzata. Spiccano solo i baffi di Suor Delfina, perché quelli erano visibili pure dalle provincie finitime. Sono i tuoi primissimi ricordi, l'orlo estremo della galassia di memorie, insieme all'arrivo di Harlock in TV, qualche mese prima. Marco nelle foto non si vede, o forse c'è ma è mimetizzato nel fango di colori senza contorni. Ma se c'è, Marco stringe in mano il suo orsacchiotto. Come fa sempre [...]
Un'altra cosa che nelle foto non si vede, perché, beh, a parte lo scivolo e i baffi della suora con gli occhiali di Pertini si vede poco altro, è che sei triste. Ci sono un albero di Natale troppo anni 70 e alcuni cartelloni brutti sulla parete; lavoretti in cartoncino, le stagioni, cose con le mollette. Indossate dei grembiuli di vari colori (il tuo è di un banale blu, a nascondere un maglioncino anni 70 rosso inquietante) e quel giorno a mensa vi avranno dato da mangiare polenta e mele. Perché tutti i giorni vi davano polenta e mele.
Nell'unica foto a fuoco, quella qui sopra, oltre a suor Pertina si apprezza la torta condivisa, in cui coesistono due gruppi diversi di candeline per te e un'altra festeggiata senza nome, e un cero pasquale gigantesco sottratto indebitamente alla chiesa del prevosto. State facendo chiaramente i turni per la foto, come oggi si fa davanti a un Babbo Natale del centro commerciale.
Sei triste perché è il tuo compleanno, e tuo padre non c'è.
Qualche mese prima, all'inizio dell'anno scolastico, tua madre è stata trasferita in Piemonte. Un paesino di 500 anime in provincia di Vercelli, vicino Borgosesia e altri piccoli comuni dai nomi suggestivi come Scopa e Vocca. A 1.100 chilometri da casa. Tu sei andato con lei, state dalle suore, e trascorri tutta la mattina nell'asilo di queste ultime, lì a un passo dalle Alpi. Tuo padre viene a trovarvi una volta al mese, sciroppandosi un viaggio talmente lungo e complesso che oggi con quello stesso numero di ore ci arrivi nella Polinesia francese.
Ti manca, ti manca tanto, e quando arriva quel fine settimana del mese trascorri la notte praticamente sveglio, per l'emozione. Ma quel giorno non c'è. Sei triste, ma capisci già che non è il caso di far presente la cosa, di esternarla troppo. Perché i tuoi compagni d'asilo vengono per buona parte dall'orfanotrofio gestito dalle suore. Quasi tutti non hanno più almeno uno dei genitori, alcuni li hanno già persi entrambi. O non li hanno mai avuti.
Marco è un bambino magro e pallido, che ricordi sempre con un maglione sintetico troppo anni 70 addosso, a collo alto, con le righine, e dei pantaloni di velluto a costine. Si porta sempre dietro un orsacchiotto di quelli come il coccolino dell'epoca, quei peluche che si riempivano di pallini e perdevano imbottitura, realizzati con un materiale di chiara provenienza extraterrestre.
A furia di tenerlo in mano, quell'orsacchiotto è un cencio sporco e ridotto male, ma Marco non lo lascia mai. Mai. Un giorno le suore vi portano ai giardinetti e un bambino più grande delle elementari prova a togliergli l'orsacchiotto, così, per ridere. Marco inizia a strillare come un'aquila; diventa una furia e si riprende il peluche come fosse la cosa più importante del mondo. Lo era. Per lui lo era. Un altro bambino ti spiega che i genitori di Marco sono morti. La suora - non Suor Delfina, un'altra - vi sente, si avvicina e vi dice di non parlare di quella cosa, ma ormai hai capito. È quello che gli è rimasto della sua famiglia, provi a spiegare, con il tuo lessico da bamboccio ancora sotto i quattro anni.
Quel peluche è la sua famiglia, ti risponde la suora. E lo siamo noi.
Su quelle parole senti qualcosa schioccare dentro, e alé, apertura di rubinetti, smetti di piangere solo diversi minuti dopo. Ogni volta che ci pensi, che ricordi quella storia, ti fa lo stesso effetto. E ogni volta ti chiedi che fine abbia fatto Marco, cosa ne sia stato di lui.
Per quel poco che ricordi, siete diventati molto amici, tu e Marco, perché in quel brodo mnemonico primordiale, in quei tuoi primissimi ricordi, c'è sempre. C'è il giorno delle pignatte, quando le suore hanno pensato fosse una scelta intelligente armare di manici di scopa una banda di ragazzini bendati; c'è nei tentativi di fuga coordinati dalla prigione del riposino pomeridiano sulle brandine estive con i fili in caucciù; c'è nei tristi esperimenti con un dolce forno harbert vecchio e rotto donato da chissà chi; c'è nelle lunghe rievocazioni delle puntate dei cartoni sui robot - come questo nuovo e bellissimo appena arrivato in TV e chiamato Il Grande Mazinga - condite da effetti sonori amatoriali come PTUSH! e BAUOM! C'è sempre, e lui e quell'orsacchiotto brutto e sporco ti hanno fatto capire tante cose, anche quando eri un moccioso che non capiva niente.
È il 14 dicembre del 2019. Sulla torta, Effe ha disegnato con il cacao in polvere la bandiera di Harlock. PiKi ti chiede quanti anni è che fai. Quando le rispondi, alza gli occhi, sorride e cerca di dare una dimensione a quel numero enorme.
Ci pensa un attimo e poi risponde: "Come i gatti!".
"Com... Sì, come i gatti".
Buon compleanno, Ale.
RispondiEliminaE grazie per questo slice of life di quarant'anni fa, in cui parzialmente mi ritrovo.
Buon compleanno, Ale!
RispondiEliminaE grazie per averci regalato un ennesimo magoncino da annodare al collo,
col tuo inconfondibile e profondo stile.
Sai sempre come farci sudare gli occhi e riflettere... grazie ancora!
Auguri, Doc! ^__^
RispondiEliminaTanti auguri!
RispondiEliminaIo, quest'anno, ho fatto il grande salto. Non come i gatti, ma quasi...
Anch'io, di quel periodo, ho solo poche foto e qualche filmino muto, ma, quando rivedo quelle immagini, le apprezzo molto di più delle migliaia di foto che oggi si possono fare grazie alla tecnologia.
Buon Compleanno e buon festeggiamento con le donne di casa.
RispondiEliminaQueste storie sono sempre belle benché lascino una certa malinconia. Speriamo che Marco sia riuscito a crearsi una famiglia, oltre a quell'orsacchiotto.
PS: in ufficio sono in stanza da solo e quando sono un po' giù una sagace battuta ad Oscar (la statua di 30 centimetri di Oscar Cavaliere di Astora di Dark Souls) la faccio sempre. Scusate, vado che sono in ritardo dallo psicologo :P
Buon compleanno Doc, e grazie per condividere questi pezzi di vita che sempre mi ricordano il me bambino che ancora fa ciao con la mano e gli occhi tristi, fino a che l'Arcadia non verrà a prenderci
RispondiEliminaIl teschio ha subito un danno alla dentatura. Pessimo e Fastidio.
RispondiEliminaE niente, le emozioni in fila per 3 e col resto di due si accavallano... :_)
RispondiEliminaAuguri e grazie di esistere, Doc!
Auguri Doc e grazie di tutto :)
RispondiEliminaTanti auguri di vero cuore, Ale, e grazie di questo ennesimo racconto che mi ha fatto venire i lucciconi!
RispondiEliminaBuon compleanno Doc. Grazie per le genuine emozioni.
RispondiEliminaTanti auguri Doc. E' sempre un piacere leggere le tue storie di vita vissuta <3
RispondiEliminaTanti auguri, Doc!!
RispondiEliminaTanti auguri doc! Come sempre le tue piccole grandi storie mi scaldano il cuore. Un abbraccio
RispondiEliminaAuguri Doc! Ora scusa che devo andare a finire di piangere.
RispondiEliminaTanti auguri Doc!
RispondiEliminaE questa storia.. Mi ha fatto venire un magone che levati.
Stavo giusto pensando che mi mancavano i post di vitareale. Grazie doc ❤️ auguri di cuore
RispondiEliminaBruschette negli occhi... mi viene in mente di quando leggevo di altri tuoi periodi bui, Doc, che naturalmente si amplificavano sotto Natale... ora quel "44", che termina che termina un ricordo triste in modo divertente, mi fa capire che per voi sarà un bel Natale!
RispondiEliminaAuguri di cuore, Doc!
RispondiEliminaCiao Doc, buon compleanno e grazie per tutto il "le bruschette"
RispondiEliminaTanti auguri Doc! Ti si vuol bene, già lo sai. Però ogni tanto fa bene ripeterselo.
RispondiEliminaBuon compleanno Ale. Grazie di tutto, come sempre ;)
RispondiEliminaAuguri!!
RispondiEliminaAuguri Doc ;)
RispondiEliminaBuon compleanno anche qui, Doc, e grazie: con questo freddo ci voleva proprio un bel magoncino di lana.
RispondiEliminaAuguri DOC!! E Buon Natale!! 😊
RispondiEliminaTantissimi auguri, Ale!
RispondiEliminaMi hanno colpito molto i tuoi ricordi, ho anche io quelle sensazioni agrodolci di un passato lontano.
Ci avranno segnato.
Ancora buon compleanno :)
Moz-
Ecco, anche stavolta ce l'hai fatta a farmi imbruschettare. Grazie Doc. Tanti auguri!
RispondiEliminaAuguri Doc... Ogni volta che nomini Vercelli, la città in cui vivo, penso a quale paesino fosse quello dove hai dovuto trascorrere i tuoi primi anni. E penso che ora che sei lontano e vivi in un posto sicuramente migliore in inverno chissà che felicità puoi provare. Però penso anche che certe emozioni le possa aver provate anche tu... Chissà se il tuo amico è ancora da queste parti.. magari, data la poca differenza di età, potrei anche conoscerlo.. e sarebbe bello perché una storia così semplice me lo fa sentire vicino.. ed è meraviglioso che ha distanza di anni tu lo porti ancora nel cuore... Buon compleanno Ale.. e grazie per questi momenti
RispondiEliminaAuguri doc! E, senza piaggeria, devo proprio dire che per te vale il paragone col vino che invecchiando migliora. Sempre più profondo, più emozionante, sei un grande! Buon compleanno!!!
RispondiEliminaTanti Auguri Doc!!
RispondiEliminaBuon compleanno Doc e grazie per il racconto. Come al solito cazzottone agrodolce che fa sorridere, piangere, soprattutto riflettere! Buoni gatti a te!
RispondiEliminagrazie. E auguri!
RispondiEliminaGrande doc! Tantissimi auguri e lunga vita all' antro!
RispondiEliminaNon posso crederci siamo nati lo stesso giorno dello stesso anno!!!
RispondiEliminaCiao Doc, buon compleanno e grazie come sempre per la bella storia: bella per ciò che narra, e bella anche per come è scritta ;)
RispondiEliminaAuguri !!!
RispondiEliminaAuguri Doc!
RispondiEliminaE maledizione, mi hai fatto venire due bruschette grosse come fette di pandoro..
leggo adesso e dannazione un' ora esatta dalla fine del tuo compleanno, spero non me ne vorrai. Buon compleanno Ale!
RispondiEliminaQuesta storia di vita reale mi ha colpito in pieno petto. Con l'umidità negli occhi, in ritardo, auguri Doc !
RispondiEliminaRacconto la mia, così per il gusto di raccontarla. Paesino nelle Marche, 1990 circa, primi anni delle elementari. Arriva dal sud una bimba di nome Cinzia. La mettono di banco con me. Parla poco e ha sempre i capelli tutti intrecciati. Facciamo amicizia, la invito a casa e giochiamo insieme. Le faccio le trecce. Non so perché ma mi fisso sui capelli e ogni mattina, a scuola, le faccio un' acconciatura nuova. Lei me lo lascia fare e sorride sempre.
RispondiEliminaMi invita a casa sua. Vive in via della Campagna, manco a dirlo in campagna. Sono la prima persona che invita e dopo poco capisco perché. Io non sapevo neanche che lo affittassero quel casale. Ero convinta che fosse un rudere abbandonato. È solo un rudere.
Cinzia ha due Barbie. Una ha 10 capelli, l'altra è senza testa. Io mi sento morire.
Cinzia alla fine dell'anno è andata via e io tante cose le ho elaborate da adulta.
Non conoscevo la povertà, per me era tipo Remi che chiede la carità o Heidi che dorme sulla paglia. Vederla, averla per amica è stato qualcosa di forte.
Chissà dov'è Cinzia. Spero abbia ancora i suoi bei capelli a 37 anni.
Buon compleanno Doc
Tanti auguri di buon compleanno doc!
RispondiEliminaEh vebbè, stu preparando un vassoio di bruschette gigantesco.
RispondiEliminaBuon Compleanno, Doc.
Un abbraccio.
Auguri Doc. Anche se con questo post mi hai ricordato che difficilmente, anzi, quasi sicuramente i miei bimbi di 0 e 4 anni nel tempo dimenticheranno tutte le piccole cose di questi primi anni passati insieme. So che gli rimarrà dentro ogni singolo giorno ma i ricordi saranno sfumati come quella foto... Io per primo non ricordo quasi nulla del periodo dell'asilo...
RispondiEliminaCmq auguri, ti si vuole bene: un abbraccio!!
Auguri in ritardo, ma consolati. Sono stato testimone diretto di due compleanni a pochi giorni di distanza, ma festeggiati assieme con un'unica torta a cui cambiavano le candeline per la foto. La tristezza, quella vera.
RispondiEliminaArrivo con un poco di ritardo per farti tanti auguri, e per ringraziarti per quello che fai, e per COME lo fai.
RispondiEliminaUn grande abbraccio virtuale a te ed alla tua famiglia!
Buon compleanno DOC! Anche tu ci sei sempre
RispondiEliminaGrazie
Da tanto tempo non riesco più a trovare il tempo per scrivere qui, ma oggi vorrei esternare un pensiero a te Doc e a Marco. Mi hai fatto davvero venire gli occhi lucidi con il tuo racconto. Un abbraccio sincero a te ed un abbraccio a Marco.
RispondiEliminaAnche se in ritardo, Auguri Doc.
RispondiEliminaE come molti prima di me, anche io ora devo andare a finire di piangere. Grazie.
Sono sicuro di averti scritto qui sabato (mi aveva pure chiesto l'account), comunque ribadisco, auguri Aleassandro, sebbene anch'io abbia avuto due bruschette negli occhi per colpa tua...
RispondiEliminaAUGURI DOC !!!!
RispondiEliminaSe ho scoperto questo blog è proprio per una citazione di Valduggia in un vecchio post
RispondiEliminaAh, dimenticavo, grande articolo sulla #Disneyimperodelmale. Ho trovato l'indicazione sulla pagina del Rrobbe. Davvero interessante, sempre bravissimo, nei contenuti e nella forma.
Buon compleanno Alessandro. Mi hai commosso. Grazie.
RispondiEliminaTanti auguri Doc, anche se mi fai commuovere mentre sono in ufficio...
RispondiEliminaIn colpevole ritardo, mi unisco agli auguri.
RispondiEliminaeh doc mi hai commosso ,mi scuso per il ritardo e faccio gli auguri a te e agli 88 gatti
RispondiEliminaDoc scusa per essere arrivato tardi per gli auguri!
RispondiEliminaComunque questi attacchi vietconghi sono tremendi... un attimo che mi deve essere entrata una bruschetta nell'occhio, come ad Elio....
Sempre tanta roba, DOC. Rievocare quegli anni anche per me, è stimolo per la bruschetta nell'occhio. Harlock lo sto riguardando in questi giorni, complice la serie completa tirata via da amazon per due spicci con il black friday. Guardarlo in giapponese è un'altra cosa. Nel vecchio doppiaggio italiano, valido solo per l'effetto nostalgia, hanno tagliato fuori anche tutta la magnifica colonna sonora. Devo dirlo che guardarlo ora è un bell'impegno. Dialoghi molto ostici e tutto veramente pesante di base.... In ogni caso. Tanti auguri.
RispondiEliminaGrazie a tutti, boyz and girlz!
RispondiEliminaScusa il ritardo, ci tenevo comunque a farti gli auguri. Inoltre sapere che siamo entrambi nati a dicembre non può che farmi piacere :D
RispondiEliminaGrazie sempre per gli scritti che ci regali.
Auguri in ritardo Doc! Con le tue storie riesci sempre a farmi venire gli occhi lucidi... Grazie di tutto e sono felice di sentirti di nuovo carico!!!
RispondiEliminacon irripetibile ritardo, ma il mio notaio dice che fino ad una settiman sepofà: sinceri auguri di buon compleanno Doc, passa delle belle feste.
RispondiEliminaBuon compleanno Doc! Ci siamo visti solo di striscio, ma ti conosco (un poco) da anni. Grazie per tutto quello che fai e che scrivi.
RispondiEliminaLeggo solo oggi Doc, buon colpleanno in mega ritardo.
RispondiEliminaE dannazione, grazie per gli occhi lucidi in ufficio che mi hai fatto venire.
Leggo solo ora, Buon Compleanno, anche se in ritardo Doc!
RispondiEliminaEh che dire, ti conosco da poco (mea culpa) ma già ti seguo con passione anche se intervengo poco. Tanti auguri doc anche se in estremo ritardo
RispondiEliminaAnche se in ritardo, ci tengo a farti i miei più sinceri auguri di buon compleanno: n'ati cient anni! =D
RispondiEliminaBuon compleanno in ritardo, perö dall´estero vale comunque dai! Tra poco tocca a me, il 27 sono 45. Continuo a seguirti sempre con piacere, quando mi fai ridere o, come oggi, mi fai venire un pö di malinconia. Alla fine sei per me come un cugino, quello che vive lontano e non vedo mai ma, a cui sono affezionato lo stesso. Ti auguro il meglio Alessandro, un abbraccione a te e bimba! Davide BS31...
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RispondiEliminaGrande Doc, sei un generatore naturale di magone, un racconto veramente toccante.
RispondiEliminaIl crepuscolo degli anni'70 anche per me e' proprio come quella foto, un blob di colori smorti e sempre piu sfocati, di suore naziste e altre piu democristiane, dove solo Harlock e Goldrake (ma anche Danguard) appaiono chiari nella loro epocale dirompenza.
E fa sempre male, come la "reminiscenza" di Mac Leod...
"un generatore naturale di magone"
EliminaCommento che vale come una medaglia :D
Boom. Right in the feelings. Chissà perché, sto diventando sempre più sensibile. Uff. Saranno i figli. Beh, buon compleanno, ti auguro il meglio.
RispondiEliminaLive long and prosper, Doc... Live long and prosper!
RispondiEliminaNon ti conosco ma ti voglio bene. Un abbraccio
RispondiEliminaBelli i ricordi quando sono belli. Splendido post. Grazie.
RispondiEliminaBellissimo squarcio nel passato...Buon Non Compleanno Doc
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