Quella volta in cui ti sei ritrovato in una puntata di Ai confini della realtà nei panni di un serial killer (ma senza volerlo)

Pioggia notte

Premessa 1: tutto quello che state per leggere è vero, ed è accaduto esattamente così come viene descritto. Giuri. Premessa 2: fortunatamente in questa storia non ci sono vittime, e lo sai perché il serial killer dovevi essere te ma non ricordi di aver ucciso qualcuno. Premessa 3: Cicciobello come corpo contundente [...]

Ah, no, aspe': film sbagliato.

Tanti, troppi anni fa. L'agosto del 1995 sta scivolando via in un'estate di passaggio, ma soprattutto di passaggi. Per ragioni diremo così di sturm und drang giovanile, fai la spola quasi ogni giorno tra Belvedere Marittimo (CS), praticamente la tua Zacinto, e Torremezzo di Falconara (CS). Cinquantanove chilometri di Tirreno calabrese colmi di turisti campani, venditori di origano e luoghi del San Francesco minore, quello amante dei miracoli per se stesso e gran visir dei frati birrai.

All'andata prendi una di quelle corriere da secondo, ma forsanche primo dopoguerra, i cui orari e percorsi sono talmente nelle mani del caso, così matti e disperatissimi, che a volte alla guida c'è Leopardi coi basettoni e un un paio di rayban a goccia, e che l'ora di arrivo può variare di più/meno due ore. Al ritorno, visto che buchi sempre l'ultimo mezzo ufficiale, fai l'autostop.

E sì, oh, è pericoloso, ma che ti diceva la testa, e questo e quello. Ma non avete ancora letto il resto, n'attimo.

In quel mese circa di passaggi chiesti con una riproduzione tridimensionale e attaccata al resto del braccio di un like di facebook, anche se Zuckerberg faceva ancora le elementari, tipo, te ne capitano di ogni. Una volta sali sul sellino posteriore di una Fireblade, che il proprietario, anche lui senza casco, tira a 200 all'ora. Mentre preghi di non finire disintegrato sull'asfalto, scopri che non riesci a chiudere la bocca: il sellino posteriore è rialzato e l'aria che prendi ti deforma la faccia.

Un'altra volta sei con tre amici, e vi caricano sul cassone di un pick-up in mezzo ai pomodori, e il giovane vecchietto di 110+ anni alla guida vi urla ogni tre secondi di non mangiarglieli, per piacere, ché gli servono per u sucu. Per duecento ettolitri di sucu.

Un'altra ancora è un quindicenne col Booster (l'hai già detto che sono gli anni 90, no?) che non può prendere la strada principale perché non c'ha la carta d'identità o l'assicurazione o forse è un contrabbandiere di merendine, ora non ricordi, e allora ve la fate tutta per campi, guadando canali d'irrigazione, mentre lui canta a squarciagola la già vintage What Is Love. E quando il giovane seguace del filosofo Alexander Nestor Haddaway da Trinidad ti lascia davanti alla stazione di Paola, presidiata dal santo col mantello offshore, sei praticamente un uomo rana coperto di fango.
E poi c'è quella notte lì. 
Le zerozero sono passate da un pezzo e ti accorgi di aver fatto troppo tardi quando ti ritrovi praticamente da solo sulla strada. Peggio: è buio pesto, perché la Luna, come il Natale di Mery per sempre, cià i cazzi suoi. Peggio 2: diluvia. Viene giù l'impossibile, la strada ai confini del mare è deserta, e insomma vaffancuore Venditti, temi fortissimamente che resterai lì a prender acqua fino alla mattina dopo.

Poi, a un certo punto, da sotto gli occhiali appannati, vedi un'auto antica avvicinarsi all'inebriante velocità di tipo venticinque chilometri orari. È un 126 color verde nucleare, al volante c'è una ragazza. Seee, e questa quando si ferma?, ti dici. E invece si ferma. La ragazza ha una trentina d'anni, gli occhiali tondi, una testa piena di ricci e una paura del diavolo. Il diavolo dovresti essere tu, anche se nessuno ti ha avvisato.

Non hai mai capito se sia pentita praticamente subito dello spirito caritatevole che l'ha indotta a fermarsi per dare un passaggio a 'sto pistola che quasi all'una di notte gronda d'acqua sotto la pioggia torrenziale del peggior diluvio che l'agosto calabrese abbia conosciuto negli ultimi centocinquant'anni. O se per tutto il tempo quello e la paura abbiano giocato a Pong nella sua testa.
Fatto sta che ti chiede se hai bisogno di un passaggio, dove devi arrivare e ti fa salire. E inizia a tremare dalla paura.

Ogni venti metri, giuri, mentre il 126 che avrebbe ispirato anni dopo il film Fast & Furious 9: Slideshow di diapositive dello Zio Gigetto continua a rombare superato a destra dalle prime lumache della notte, la tipa si gira a guardarti, spaventata. Ha la voce traballante. Ha visto probabilmente troppe volte pure lei The Hitcher - La lunga strada della paura. O non abbastanza.

Il qui presente Rutger Hauer molto più terrone è impegnato a togliersi dalla faccia i capelli bagnati e non sa cosa fare. Ok il fuoristrada nel fango sul Booster e il centodiecenne con una scorta di sucu da inverno nucleare, ma quella è una situazione nuova. Perché il passaggio fa comodo e un altro dove lo peschi, a quell'ora e con quel meteo avverso, ma cominci sul serio a provare pena per quella tizia.
Cioè, mentre vieni schiaffeggiato ripetutamente da Cicciobello.
Allo specchietto retrovisore del 126 che in una vita precedente è stato una Lamborghini Diablo, però senza ruote, non è appeso infatti un arbremagicoso. Né una coppia di dadi in peluche, boh, o una bambolina. Ma un fottuto Cicciobello a dimensioni naturali. Un bambolotto in scala 1:1 che per metà delle curve ti prendi in faccia. E siccome la faccia è bagnata, fa pure più male. L'altra metà delle volte lo vedi schiantarsi contro i ricci della sua proprietaria.

"Eeeee... pausa... E dov'è che s-s-s-studi?... tok"

Va quindi in onda un surreale dialogo sull'università e i temporali estivi in cui cerchi di assumere il tono rassicurante da campione intercontinentale dei venditori di automobili, intervallato dai tok, tok, tok, di sto cacchio di bambolotto che rifila manate e calci a destra e manca. Di un manesco che guarda. Tanto che a un certo punto non ce la fai più. E grazie a ciccio, direte voi. Bello. 

La tizia non guarda praticamente più la strada, continua ad essere spaventatissima, ti fai l'idea che anche al passo da anziano col girello a cui state conducendo quella marcia della disperazione, un'escursione fuori carreggiata possa uccidervi, soprattutto per i troppi fichi d'india a bordo strada. E siccome ha smesso di piovere, pare, le dici di accostare, ché puoi continuare a piedi.

Lei tira un sospiro di sollievo talmente rapido, deciso e potente che ti ritrovi ad annaspare in apnea per cinque secondi. Scendi e ti rendi conto che ti restano da fare tipo dieci chilometri. E che sta ricominciando a piovere forte. E che non arriverai tipo mai a casa, a farti una doccia, andare a dormire. Il 126 color lattuga di Chernobyl si allontana. E si allontana. E si allontana. E insomma ci mette una vita e tre quarti a sparire all'orizzonte, ovunque sia diretto, nella notte del Tirreno calabrese. 

Ma sotto la pioggia e il rumore che questa fa sull'asfalto e le note lontane di un bar da cui l'ultimo jukebox dell'umanità sta suonando Missing degli Everything But The Cosi, lo senti. È il tok, tok, tok, prodotto dall'unico vero mostro di questa storia. Se Chucky l'avessero chiamato in italiano Cicciobelvo, ti dici, sarebbe stato più divertente. E ridi da solo come un cretino sturmundrango, in marcia sotto l'acquazzone infinito.

Spoiler: quando arrivi a casa è talmente tardi che è già settembre e se ne sono andati tutti.

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Commenti

  1. passaggi strani? parte il racconto alla nonno simpson:

    allora fine anni '90, gruppo di 3-4 amici di scuola, festa patronale di santa maria, tutto il paese porta una statua in un santuario un 10 khm fuori dalle zone abitate...andata ok, ritorno comincia a piovere, iniziamo a fare autostop, si ferma un militare americano con tanto di baffo e mullet, al volante di una fiat regata verde militare, vecchissima già in quegli anni, al tempo erano di stazione da quelle parti...ovviamente sto qua della festa non sapeva nulla e allora si infila nella processione con la macchina, noi lì a dire nel nostro inglese da terza media fatta male: no, stop, can't....e sto qua no problem, city center...e insomma quando ho iniziato a sentire le anziane che cantavano che cominciavano a mormorare maledizioni varie e il prete incazzarsi al microfono o messo la testa nello zaino, ancora oggi non so come abbia fatto a superare tutta quella molitudine di persone...

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  2. Chissà se quella tizia ogni tanto pensa a quella sera di tanti anni fa in cui durante un tremendo temporale diede un passaggio ad un noto serial killer che bazzicava per le strade della costa calabra e di come riuscì a sopravvivere grazie all'intervento di un cicciobello.

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    1. Era la sua guardia del corpo, ecco. Scemo io a non accorgermene prima! :)

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  3. Cicciobello, ah ah ah!!! Sembra quasi uno sketch, che gran risate! Come sempre grazie per queste chicche! Tok tok tok...

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  4. Meenchia il Booster. Quanto l'ho detestato, con quel suo muso a becco d'anatra sgraziato, ma soprattutto Meenchia i QUINDICENNI sul Booster. Tutti con piumino rigonfio e sempre inspiegabilmente cortissimo, scarpe con la zeppa da mostro di Frankenstein (marca "Buffalo", rendiamoci conto), capelli rasati sotto e con le punte ossigenate da porcospino sopra, occhiali da sole da mosca.
    Ci sono degli stilisti che l'hanno pensata, 'sta roba, e hanno concluso che fosse un modo dignitoso di presentarsi in pubblico.

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    1. Ho una brutta notizia. Sembra che le Buffalo stiano tornando di moda! ;-)

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    2. Ho una notizia ancora peggiore: sembra che gli ANNI 90 stiano tornando di moda XD...

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  5. Scusa Doc, ma dal racconto non si evince una questione fondamentale, quasi esistenziale, direi, ovvero la tizia era gnocca!?
    Poi diciamo la verità un pò inquietante, ma soprattutto un poco (idro) repellente lo eri!!
    Ora sto andando a prendere il Cicciobello corazziere da tenere in auto come arma contundente.

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    1. direi che probabilmente era gnocca la tizia che il Doc andava a trovare, sobbarcandosi quel viaggio...

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    2. Claro, per quello, oltre che per il fatto che è un signore, non ha approfittatto della povera ragazza impaurita.
      La sua vicenda ricorda un pò quando anche io avevo una pseudofidanzata a Pino Torinese (chi è di Torino capirà) e partivo con la linea 70 da Moncalieri per raggiungerla... Peccato che il più delle volte saltava le corse, per non parlare di quell'occasione in cui nevicava a dirotto e mi fece scendere a Pecetto Torinese, a circa una quindicina di chilometri da casa della ragazza, perché non riusciva a proseguire la corsa... Meno male che esistevano già i cellulari e che il padre aveva un potente fuoristrada con cui mi venne a recuperare, altrimenti sarei diventato un bel pupazzo di neve!!

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    3. I soliti fighetti collinari :D
      Prova a farti un Via Artom - Barca (sempre chi è di Torino capirà, linea 14 + 57 barrato) di sabato notte in pullman di linea con scene che manco Guerrieri della Notte...

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    4. Insomma... Ho girato Torino sempre con bus e tram, quindi conosco bene il degrado urbano, soprattutto notturno, prendi il capolinea del 4, sembrava di essere in 1997: Fuga da New York. Poi non ho detto che partivo da Nichelino, il 14 lo conosco bene!! 😜

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    5. Io ci abitavo, vicino al capolinea del 4 8)
      Vincenzo

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  6. Storie che solo chi ha vissuto qual lato della Costa della Calabrifornia puo' portare ancora nel cuore e nei lividi degli improbabili passaggi e traversate ( Tipo in 8 in una panda 750 verde pisello pregando di 1- non rimanere a secco che la benzina e' contata 2 - che il motore ce la faccia 3 - che la polstrada sia pietosa )

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  7. Più che Chucky,il cicciobello schiafeggiatore e semi impiccato fa molto rozen maiden....

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  8. Ma la scorta di u sucu, a quest'ora, sarà finita? Ne resterà ancora? Sono tormentata da questo interrogativo.

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    1. Il signore del pick-up avrà almeno centrotrent'anni oggi. Gliene restano una ventina. Di anni e di ettolitri di sucu, direi.

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  9. Una donna adulta che appende (impicca?) un finto neonato mostruoso alla sua auto, inquietando e tormentando se stessa e altri passeggeri. La domanda è: perché?

    Le possibili motivazioni che vengono in mente a me sono tutte ottime premesse per un horror:
    1) Traumi infantili gravi;
    2) Sensi di colpa post-interruzione di gravidanza;
    3) Satanismo;
    4) Scommessa sadica con amici;
    5) ...

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  10. omino che guarda i lavori stradali25 settembre 2019 alle ore 14:07

    Ma secondo me non era spaventata. Era il giovine Doc che aveva fatto colpo.

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  11. Oppure il doc godeva già di sinistra fama, chi può dirlo? (Io ,he -man).
    Per fortuna la gioventù ammanta tutto di gaia imbecillità e di sanissima incoscienza. perché alla nostra età attuale ,dopo tutte le sberle che la vita ti rifila, essere preso a cinquine da un fo**utissimo bambolotto finto puccioso può veramente fare sbarellare di brutto.
    Ho trovato inquietante il riferimento a San Francesco da Paola che qui da me gode di gran culto ma principalmente tra gente poco raccomandabile ( dai beati Paoli storici a mafiosi mega pluri omicidi).

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  12. Doc perché non hai preso in considerazione 'l'idea che lei fosse terrorizzata dal cicciobelvo ,che non la stava difendendo ma ti stava semplicemente espellendo dalla vettura per potersi dedicare alla sua nuova vittima, Gli sguardi che ti lanciava erano mute richieste di aiuto e il terrore che vi leggevi era per l'arcana creatura che pendeva dallo specchietto, Secondo me la fanciulla ha fatto una brutta fine e tu non hai fatto niente per aiutarla,guarda mi sembra lampante

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    1. Po' S.
      Ma ero troppo giovane per capirlo.

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    2. l'alba di un cacciatore di demoni non è sempre gloriosa :)

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  13. Il cicciobelvo che dondola e mena gli occupanti della macchina è qualcosa di surreale. Perché appendere un oggetto così? Spero non lo avesse appeso impiccandolo.
    Personalmente avrei provato a sdrammatizzare facendo una battuta sul cicciobelvo del tipo "è sempre così espansivo o alza le mani solo agli estranei?" oppure "grazie ancora per avermi fatto salire ma se lui insiste scendo subito".
    Poi detto tra noi non sembri proprio una persona pericolosa, sarà che ci conosciamo da qualche anno ma solitamente non sembri aggressivo manco quando metti la maschera da luchador.

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  14. "CicciobelVo, CicciobelVo, voglio teeeeee...." ...adesso mi risuona in testa la musichetta dello spot in questa versione... che messa così assume i contorni di una sorta di evocazione di un demone.....

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  15. Ahah mi sa tanto che eri tu che non vedevi l'ora di scendere, Doc!
    Meno male che smise ben presto di piovere.
    Comunque...L' IMBARAZZO.
    Come si fa a intavolare un discorso con un Cicciobello impiccato che ti pende davanti?
    Mah. Strani incontri che si fanno, le sere di pioggia torrenziale.

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  16. Doc, bisogna inserire subito "Cicciobelvo" nel vocabolario Antristico!

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  17. Doc, chi non ti vuol bene è solo un rubentino arrabbiato col mondo.

    Breve storia triste: ho 19 anni e faccio l'autostop, per la mia prima ed unica volta, in compagnia di due carissimi amici e due belle gonze: ritorniamo da una scampagnata in montagna e ci caricano una coppia di vecchietti. Ovviamente io sono in macchina con la signora leghista, che passa il tempo a dire quanto i meridionali siano parassiti, ladri, sporchi ed eccetera, a quanto pare avere un marito sardo(?!) la autorizza ad esternare le peggio cose.

    Io ho una faccia da calabrese ulteriore, ed uno dei miei amici (scherzosamente) mi dice di "fare meno il terrone" perchè la signora potrebbe lasciarci a bordo strada, in mezzo a dei terrificanti tornanti di montagna.

    Praticamente Aldo Baglio che interpreta Dracula in Tre uomini e una gamba.

    Inutile dire che la signora correva come una matta, cosa vuoi che sia una stradina sterrata di montagna al confronto del tuo 127 scassato.

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  18. No beh una che si attacca allo specchietto un cicciobelvo impiccato io l'avrei voluta accanto ogni benedetta volta che qualcuno si lamentava del mio boccino d'oro di peluce.
    E comunque il Doc che ti cita Foscolo e Leopardi con una doppietta lampo in partenza di post merita un'ovazione. Il blog che t'insegna le cose!

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  19. Una storia che ci insegna che forse, dietro le orrende manifestazioni di odio e disprezzo dellvAlgida, vi è la lobby dei pupazzami malefici, con a capo il Ciccio belva?
    Chissà

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  20. Doc, tu lo sai, vero, che El Chucky ormai veste di azzurro e presto imparerà a recitare quella 'cosa' del gettare il sangue? 😁Molto surreale, benchè vero, il racconto! Io l'unica esperienza di autostop l'ho avuta una quindicina di anni fa, quando con due amici andai a uno spettacolo estivo all'aperto, di sera, in cui si esibiva Paolo Rossi (il comico, naturalmente), e, poichè la cosa finì per protrarsi oltre gli orari coperti dal servizio di bus, uno dei due ragazzi che stavano con me chiese un passaggio in auto a un giovane sulla trentina che, pure lui, aveva assistito allo show. Bene, era da solo in auto, e senza battere ciglio incredibilmente ci fece entrare tutti e tre in macchina e ci accompagnò a Venezia (e il bello è che lui NON era diretto a Venezia!). Fu davvero gentile e dotato di grande fiducia nel genere umano, indubbiamente, anche perchè io ed E. avevamo e abbiamo un aspetto rassicurante, ma V. soprattutto quella sera pareva leggermente un Jim Morrison fatto di birra...

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  21. La versione calabrese di Christine La Macchina Infernale e La Bambola Assiassina non poteva che avere una 126 e Cicciobello. Seems legit.

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  22. A me è capitata una cosa simile... al contrario.
    25 anni fa, di notte, vado in macchina fino alla Stazione di Bologna a comprare le sigarette (all'epoca pochissime le macchine distributrici).
    Accosto e sto per mettere le quattro frecce quando un ragazzo di colore mi entra in macchina e mi fissa.
    Silenzio.
    Ma chi.
    Ma come.
    Dopo i cinque secondi più lunghi della storia riesco a spiccicare ".... andiamo a comprare le sigarette?".
    Lui mi guarda e fa: "...andiamo a comprare le sigarette".
    Ed esce.
    Io riparto immediatamente sgasando e, dopo 25 anni, ancora mi chiedo che cavolo avesse voluto.

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  23. Doc, la pioggia e lo strano contesto ti hanno impedito di cogliere la fine citazione della bambola appesa nella Bianchina del Rag. Ugo Fantozzi. Mi meraviglio di te!😁😁😁

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