LE PUBBLICITÀ FUORVIANTI DI TOPOLINO (STAGIONE VIII, PARTE III): un molto fuorviante 1977
L'abbiamo ripetuto tante volte. La formula delle Pubblicità Fuorvianti di Topolino, ormai colonna portante, ma sopratutto portata dell'Antro, è che i numeri anni 80 e primi 90 sono per la nostalgia, quelli anni 70 per il WTF. Ai tempi in cui è uscito questo Topolino #1103 (16 gennaio '77) avevi un anno, non sai, non rispondi. Ma minchia il livello di Cosa?!? di quello che c'è dentro. Compresi: Algida Stronza spatafasciata, tradimenti disneyani ed esperimenti di comunicazione telepatica con gli extraterrestri. No, sul serio [...]
Ma partiamo subito con attacco vietcongo ai sentimenti. Pur per noi oggi demianziani e all'epoca troppo infanti per apprezzare questi modelli Polistil, visto che tanto avrebbero continuato a circolare per anni. Lo sai perché almeno un lustro più tardi un parente collaterale ti ha regalato quella Citroen 2CV gialla.
Ma al di là della tristezza della foto vera, pescata probabilmente dallo stock "Gioia di vivere negli anni di piombo", prego apprezzare la beltade della Lancia Beta coupè Montecarlo. Che se la spingevi fino a una certa velocità che conosciamo, ti ritrovavi nel futuro e quel film lì lo giravi con questa, anche sucare DMC-12.
Pure questo si è fatto a tempo a pupparselo, ma con molto meno gaudio, nel decennio successivo. I Plastic City della Italocremona, maldestro e anche un po' sghimbescio tentativo di imitazione dei LEGO, con tanto di personaggetti snodati chiamati People. E sorridenti, sempre sorridenti, ancor più degli omini LEGO, perché erano tutti cretini.
Ah, le befane rovinate da cestelli (cestelli, non castelli) di dannati Plastic City al posto di regali più cristiani. Cioè, te n'è capitata solo una così, in effetti, ma faceva per tre. Ancora te la ricordi. Cloni per cloni, mille volte meglio i finti Playmobil della linea Super Charly.
Con i prodotti Plasmon per guaglioncelli scherzosi (Ergo Biscotto, Ergo Sprint e, in attesa di Ergo Spalma, probabilmente Ergo Sum) si vinceva un tandem, con cui esplorare il magico mondo della fantasia degli animali dove il coniglio era preso a calci in culo e tutti saltavano in sella al ciuccio per volere del malvagio gallo policromo Fiffino.
E a proposito di droghe pesanti. Non per dire, ma i fricchettoni in attesa di pasticche per calarsi durante l'estate dell'amaure nei parchi di San Francisco, qualche tempo prima, avevano sguardi sicuramente più lucidi di questi poveri criaturi.
"Aquafresh ti regala il poster della vita del mare". E te lo dice giustamente una lontra.
(Sì, amico precisino di passaggio, esistono anche le lontre di mare. Ma A non hanno quell'aspetto, e B si sta facendo dell'umorismo spiccio, oh, relaxdontdoit).
"Barbie sei magnifica", firmato Barbie. La Perfida, spaccata a terra, è circondata da, boh, papaveri o pomodori lanciati nel tentativo di tramortirla. Ma sullo "scroscio di battimani", si leva il sincero, sentitissimo complimento di Kentozzi. "AMICO Ken", di già. Ahia.
"In confidenza: il merito è tutto tuo che, guidandola, hai portato la tua Barbie al successo", dice con tono complice e nonscialanza il pubblicitario alla bambina dell'epoca che sta leggendo quel testo, sulla quarta di copertina di un Topolino. Brava, bimba del '77, hai creato una dittatrice interdimensionale che al confronto Pol Pot era Babbo Natale.
La giornata di Cicciobello era invece scandita dalle riunioni di partito e da un'equa spartizione della routine quotidiana con i suoi sodali. Il dinamico Cicciogò, l'ingordo Cicciopappa e l'imbracchiato Ciccionanna, che pretendevano tutti pari dignità come quelli di LEU. Assenti nello scatto: Cicciopolenta, Ciccioformaggio e il sempre utile Grazieaciccio.
E qui si ringe, versando fiumi di lacrime napulitante per quella storia dei soldatini Atlantic ereditati e già mezzi dipinti eccetera et cetera et cetra. Vedansi also questi due post qui. Ah, il Mikado era l'imperatore, non i bastoncini ricoperti di cioccolato o il gioco del nervosismo che quando ci giocavi da rEgazzino ti facevi venire il Parkinson e hai capito che non avresti mai potuto fare il chirurgo con quelle mani e manco lo stregone supremo.
La felicità di un bambino che gioca con il caro papà, agile e tanto paziente, in quanto papà di mazzarelle. Ci sono i padri biologici, quelli adottivi, quelli stronzi e pure i papà di mazzarelle, sempre disponibilissimi e parte della famiglia Snappy della Baravelli, tutta incastrata ché vivevano in un monolocale un metro per un metro.
A leggere di fila quelle sillabe, vien fuori Pamatota. Suona bene, come bestemmia.
Le rubriche presenti su questo numero del Topo sono semplicemente incredibili, un po' in tutti i sensi. Si va dalla cultura alta (quattro pagine sul violinista Salvatore Accardo) al resoconto di un esperimento di contatto telepatico con gli alieni.
E anche se "come e perché la telepatia funzioni non è ancora dimostrato scientificamente", ma solo perché era ancora il '78 e la cosa è stata appurata l'anno dopo dal professor Xavier dell'università di Santo Cielo, la rubrica sulla "magia buona" dedica altre due pagine alla parapsicologia e parla del Centro di ricerche Horus, dietro il quale c'erano le stesse persone che hanno poi creato la comunità spirituale piemontese Damanhur. Cioè quelle che hanno firmato l'articolo.
Oh, propaganda gratis sul Topo Mondadori, per i giovani discepoli del domani. Fa il paio con quella storia di Qui, Quo e Qua interessati a Scientology.
E per chi era proprio stanco di giocare con Big Jim, o con i soliti "beniamini tristi e isolati", c'erano le OTTO GENIALI IDEE PER FAR GIOCARE CON VOI I VOSTRI EROI, della Corte de' Frati.
Come il Field Hospital, geniale set alla M*A*S*H in cui due infermieri con i pantaloni chiaramente della taglia sbagliata portano via una barella vuota e una p0rnoinfermiera va a trovare un moribondo steso su un materassino gonfiabile da mare, sotto una tenda su cui, per darsi un tono, hanno scritto il nome Hospital due volte. La seconda volta più grande.
E lui, il ferito, è lì tutto insanguinato, senza un braccio, e con i minuti contati. Ma non per questo è mica come quei beniamini tristi e isolati lì, oh: lui è in compagnia e felice, pronto a giocaremorire con i bambini per "creare nuove soluzioni e nuovi interessi". Tipo l'horror o i film zozzi sui militari con la Fenech.
Ma tornando all'horror. La Querzola aveva una serie di nuovi bambolotti clown, "giocattoli per la gioia dei bambini".
E dei loro psicologi, un giorno. Pennycoso chi?
Ah, dimenticavi. Questa è la copertina: Orazio Cavezza è del Catanzaro. Cavallo bastardo traditore, si vede che l'aquila maligna vuole ucciderti lasciandoti precipitare da qualche parte, idiota.
GLI ALTRI POST DELLE PUBBLICITÀ FUORVIANTI
Le macchinine polistil e le gare inventate all'ultimo minuto nel cortile sotto casa 😭
RispondiEliminaHiiii ,non ci posso credere, la mia rubrica dell'antro preferita! Che giornata!
RispondiEliminaPlastic city fu la mia prima costruzione (omaggio Fiat):alcuni pezzi mi hanno perseguitato fino alla adolescenza, nonostante la mia furia iconoclasta. Resistentissimi o solamente indemoniati. A proposito , è chiaro che i pagliacci stanno sperimentando nuove vette dell'autolesionismo.
Questa edizione anni '70 infonde la stessa allegria di un commissario Derrick con l'impermeabile sotto la pioggia battente. Per fortuna me la sono risparmiata per motivi anagrafici, soprattutto per It mimetizzato tra le pagine.
RispondiElimina1) Ken: "È una bella DittatDIRETTRICE! Una Santa! Un'Apostola!"
RispondiEliminaE Barbie, modesta: "La mia è classe, caro il mio coglionazzo!"
2) Il bambolotto ferito e insanguinato è il nuovo sfidante del Playmobil Barbone Avvinazzato come giocattolo più deprimente.
3) Sempre pensato che Orazio sia uno dei personaggi Disney più sottoutilizzati. Secondo me viene emarginato dai topolinesi bacchettoni per la sua relazione interspecie con Clarabella.
4) È tempo di ammettere che la paura dei Clown è la norma; sono sempre stati un epic fail dell'intrattenimento. Le generazioni future, che non vedranno mai un vero circo, li ricorderanno solo come strani mostri che per qualche ragione erano popolari nel pazzo pazzo XX secolo (io quando vedo un circo, qualcuno dei rarissimi rimasti, mi stupisco genuinamente che esistano ancora, mi sembra di essere in una distorsione temporale).
5) Non è per pensare male eh, ma siamo sicuri che la propaganda per la comunità spirituale fosse davvero gratis?
1) Ho pensato la medesima battuta.
Elimina3) Orazio bassista carismatico di Topolinia?
EliminaMia figlia 9enne si sta appassionando a Topolino e ovviamente il papà si è messo alla lettura dopo anni
RispondiEliminaDetto che le storie mi sembrano molto più mature quello che mi ha colpito, anche per deformazione professionale, è la quasi totalità di assenza di pubblicità.
Saranno state anche i numeri agostani, ma non vedere neanche pubblicità di zaini mi ha fatto male.
ma riescono a sopravvivere così?
Se n'è parlato altre volte: le pubblicità sul Topo hanno cominciato a calare vistosamente sin dagli anni Novanta. La situazione attuale è così ormai da anni, e riflette peraltro il calo enorme dell'adv sulla carta stampata, tra le cause della crisi di quest'ultima.
EliminaI soldi della pubblicità si investono altrove, quando si investono. Mettici pure che sul Topo Mondadori confluivano tutta una serie di pubblicità non-in-target della raccolta delle altre testate. Il che spiega le occasionali pubblicità di penne stilografiche e oggetti simili.
Certo Doc.
EliminaCome dicevo è una deformazione professionale, diciamo che le dinamiche del buying pubblicitario non mi sfuggono ;-)
Pensavo che vista la grossa targetizzazione del pubblico di Topolino (simile a quella dei molteplici canali TV per bambini/teenager) loro fossero un pelino più al riparo.
Ma evidentemente proprio la presenza di così tanti canali e la riduzione delle tirature colpisce anche il Topo
La chiave odierna del mondo della pubblicità è riassumibile nella parola profilazione. Il Doc citava appunto le pubblicità non-in-target che sono ormai un lusso che nessuno può permettersi. L'idea è investire poco e fare in modo che la poca pubblicità fatta arrivi solo ai soggetti interessati e non a piova a spaglio su tutti. Il famoso motivo per cui se guardi un paio di scarpe su amazon poi ti piallano le gonadi ovunque vai con quelle maledette scarpe. Poi c'è la crisi profonda della pubblicità sulla carta stampata.
EliminaIn merito alla profilazione è interessante il podcast di Bordone su Il Post dove raccontava le pubblicità completamente non-in-target su instagram.
....gaudio e tripudio!
RispondiElimina...i clown mostruosi!!!! e la Lancia Beta Montecarlo ...che fino a tre minuti prima era Fiat!
Un Topolino di annata...e quest'annata ha i miei (ahimè) 42 anni.
RispondiEliminaCerto che si avvertiva in tutte queste "reclame" un clima da anni di piombo. Contesti ingrigiti e freddi, slogan taglienti e pubblicità che definire inquietanti è poco (davvero il pagliaccio è tremendo).
Da contraltare si notano ancora alcune rimanenze lisergiche dei precedenti '60 come quelle della pubblicità Zigulì, vera fregatura dell'epoca che costrinse noi poveri infanti (parlo degli anni 80) a sorbirci quelle caramelle pensando facessero bene alla salute. Menzione d'onore per le Polystil prima maniera e per i soldatini Atlantic con i quali giocavo da piccolo a casa del cugino grande.
Divertente lo sfottò calcistico nei confronti dei rivali giallorossi. Doc, domanda calcistica: Sei più tifoso dei Lupi rossoblu o della Beneamata? Anche il Rende milita tra i professionisti da qualche anno.
Doc, qui ho pianto a fontana sulle mai dimenticate pubblicità delle Polistil con foto Milano Violenta. Nota da PdF: il bestiario assortito in groppa al ciuccio nella pubblicità Ergocippa è nientemeno che un omaggio alla favola grimmesca I 4 musicanti di Brema.
RispondiEliminaBasta, torno a chiagnere.
oddio, vedo che sono in buona compagnia: anch'io ad un'occhiata veloce ho scambiato la Lancia Beta Coupè per la mitica DeLorean! con un lustro abbondante d'anticipo, tra l'altro xD
RispondiEliminaSi capisce che è stata copiata spudoratamente dalla nostra, semplicemente schiacciandola di più e stilizzandola un pò!
EliminaDifficile da non credere che Giugiaro, che disegnò la DeLorean, non prese almeno un minimo spunto dalla Beta Montecarlo... molto difficile. ;)
EliminaCheers
diró un ovvietà: l'asino e i suoi compari sono i musicanti di Brema
RispondiEliminaLa rubrica di Topolino sulla telepatia mi ha fatto venir voglia di sapere tutto sul neurologo Cazzamalli.
RispondiEliminaIl ciuco è ovviamente uno dei musicanti di Brema
RispondiEliminaSì, lo hanno scritto anche giaggiolo e Se' :)
EliminaObviubruslì. Ma la dittatura del gallo Fiffino mi faceva più ridere.
Del castello Italocremona avrei solo trovato i ruderi di mio fratello nel fustino del Dixan, più che giocarci erano scavi archeologici. Comunque la cosa che mi lascia sempre interdetto delle pubblicità fine '70 è che si molti di quei giocattoli mi ricordo il sapore (mettevo in sacco di cose in bocca da bambino, fa schifo, lo so).
RispondiEliminaMa i personaggi della Corte dei Frati sono chiaramente ispirati alle commedie goliardiche di quegli anni, con la Fenech, D'Angelo, Enzo Cannavale e compagnia bella, sullo stile di La soldatessa alle grandi manovre, oppure sempre La soldatessa alle visite militari...!
RispondiEliminaMa... Il soldato giapponese nella pubblicità Atlantic è un'illustrazione di Hugo Pratt?!?
RispondiEliminaPratt non credo, più probabilmente un analfabeta visto che ha sostituito la classica stella d'oro dell'esercito imperiale con una rossa sia sul berretto che sul carro. Quale agghiacciante e antistorica fusion!
EliminaCirca la Montecarlo/ de lorean ,negli anni 80 molti costruttori u.s.a. realizzarono "piccole" coupé ,per cercare di arginare le giapponesi, pesantemente ispirate agli stilemi europei del decennio passato. Chi ha voglia e tempo vada a cercarsi le versioni anni 80 di Dodge Daytona, Pontiac fiero etc e si accorgerà che somigliano molto a Lotus ed alpine e porsche fine anni 70.
Ciao a tutti gli Antristi!
RispondiEliminaIo vorrei entrare un attimo nella mente dei pubblicitari dell'epoca per capire cosa gli passava per la testa.
Per esempio quelli della Querzola come speravano di attirare clienti?
Ma le guardavano le foto prima di pubblicarle?
O magari ai tempi era normale e siamo noi ad essere diversi?
Peggio di loro solo l'agghiacciante Pratolina e gli Antristi Doc sanno di cosa parlo...
Mamma mia...stavolta hai esagerato. Stavolta sono state coltellate al petto! Altro che ringere...la nostalgia è così alta che avrei preferito non leggere. Serviva un warning all'inizio "Se nel 77 eravate giò in grado di intendere e volere meglio se non leggete questo articolo".
RispondiEliminaPrima coltellata: Il castello Plastic City. Scopro oggi che si chiamava così! Ricordo ancora come si montava, le guglie che si incastravano dal basso e non dall'alto. Le cornici delle finestre che per infilarle ti si alzavano le pellicine delle unghie...meno male che a 5 anni non dicevo parolacce.
Che roba....ammetto che non lo volevo. Fu un regalo triste perchè volevo solo i Lego. Ma i miei erano di una generazione che non aveva conosciuto giocattoli veri...per loro costruzioni erano una parola. Non significava una marca precisa. E così mi ritrovavo quel castello orrendo e tante costruzioni di legno con le forme base colorate...orrende.
Seconda coltellata a tradimento proprio. Nel cervello due neuroni si sono guardati in faccia e si sono detti "Ehi, quel coso me lo ricordo! Mandiamo un impulso alla corteccia esterna così se lo ricorda pure il deficiente (che sarei io)".
Io avevo il bambino di quella famiglia cubettosa! Aveva pure una famiglia quel coso! Il mio era orfano e solo. Però l'ho posato così tanto. Era divertente come funzionava! La testa girava di 360 gradi e ci facevi "il piccolo esorcista"!
Quindi almeno due ne hanno venduti! L'idea con cui hanno realizzato la snodatura, effettivamente, non era malaccio: se invece di farci quella zozzonata di famiglia (io leggevo "Pamatato") ci avessero fato una serie di robottini a incastro, secondo me si mangiavano pure i micronauti. Sono arrivati con un annetto di anticipo.
EliminaIo mi sono sempre chiesto, ma i produttori di bambole e bambolotti del cretaceo (che si estende fino ai tardi anni '80) avevano un reparto apposito dove studiavano come rendere i loro prodotti i più inquietanti possibili? O li producevano direttamente in un manicomio criminale? No perchè non riesco a credere che sia che qualcuno potesse pensare che quelle cose avevano un aspetto rassicurante o gioioso
RispondiEliminaCiao CX3200, la penso come te, se leggi il mio commento sopra mi chiedo cosa avevano in testa i pubblicitari dell'epoca? Non guardavano il lavoro prima di pubblicarlo? Rifaccio l'esempio di Pratolina che magari era una bambola graziosa ma in quella pubblicità era veramente inquietante...
EliminaQui vorrei il supporto degli antristi ben stagionati. Dubbio: forse il clown che sta tentando di decapitarsi con la scala vorrebbe essere un pupazzo di scaramacai? Il viso lo ricorda un po.
RispondiEliminaOddio, la Lancia Beta Coupé, la macchina che aveva mio padre quand'ero piccolo! Mo' piango, ma sul serio!
RispondiEliminaMaledetti, maledetti, tre volte maledetti Plastic City! Io avevo proprio quel castello medievale li' (del cui ponte levatoio si persero imantinentemente le tracce) ed un set spaziale simil LEM... la LEGO ringrazia sentitatamente per le decine di traumi infantili che hanno prodotto legioni di legolizzati come me :-D
RispondiEliminaComunque lo spunto "militare" per Stranger Things (e in particolare il coinvolgimento Usa-Urss) l'hanno preso da quest'articolo "di Damanhur" :-)
RispondiEliminaI Cicciobelli che "vogliono pari dignità come quelli di Leu" mi ha fatto piegare in due dal ridere. Perché? Perché io sono uno dei 12 elettori (ma, peggio! Uno dei 7 militanti!) di Leu.
RispondiEliminaLe macchinine Polistil: sono nato nel 1977 e praticamente ancor prima che io venissi alla luce i parenti iniziarono a far entrare in casa automobiline in regalo (tra l'altro non sapendo se sarebbe nato un maschio o una femmina, all'epoca l'ecografia era un optional o quasi, ma comunque...). Perciò i miei primi ricordi sono legati a questi e altri modellini. Sicuramente avevo la CX, la Beta, e una 2cv che però non sono sicuro fosse Polistil.
RispondiEliminaSui pupazzi clown: non so perché, ma non mi hanno mai spaventato. Ne avevo uno piuttosto grande attaccato alla porta della cameretta. Va beh, in compenso mi facevano paura tremila altre cose, come ad esempio i rettili e affini. Ricordo che i serpentelli di gomma che si trovavano in quelle macchinette in cui inserirvi la monetina e poteva uscirti fuori la qualsiasi, mi ripugnavano 😁Ma di più: i primi giornalini con le avventure di Doraemon, se c'erano storie con rospi, rane, biscie, piovre...che paura! Non riuscivo a leggerli! In effetti ancora oggi meno mi imbatto in lucertole e gechi, e meglio sto.
RispondiEliminaMa...come è potuto accadere che non abbiate notato che con Ergo Sprint si vinceva una piastrina metallica di riconoscimento da mettere al polso, al collo o sui jeans? Altro che anni di piombo qui siamo all’identificazione dei cadvuti in guerra! Un’allegria contagiosa perdavvero!
RispondiEliminaOh... Finalmente un vero attacco vietcongo, visto che nel 77 avevo 11 anni...
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