8 validi motivi per cui Facebook ha rotto le palle

Perché Facebook ha rotto le palle
Sì, buona parte di noi lo usa. E sì, ha e soprattutto ha avuto la sua utilità, e non solo per farsi i fatti degli altri. Ma la china presa da Facebook negli ultimi anni, in quanto social di massa e come tale espressione della massa, con l'aggravante del leonismo da tastiera e dell'epidemia di boccaloni e alfieri del buongiornissimo, ha progressivamente abbassato la tua soglia di sopportazione nei confronti di quanto succede su Facebook e di una fetta (neanche piccola) dei suoi utenti. Perché se prima il problema erano solo gli ignoranti aggressivi e i maleducati, ora tante bruttissime abitudini prese sui social stanno tracimando nella vita reale. Ecco allora otto motivi per cui, essenzialmente, Facebook è diventato insopportabile [...]

1) SI È PERSO TOTALMENTE IL CONTROLLO
Prima Facebook era il mezzo per riavvicinarsi agli amici e parenti lontani. O viceversa, che tu lo volessi o meno. Ora, per tanti (troppi), il riavvicinamento o la vicinanza nel mondo reale (IRL) là fuori non contano più, conta solo quello che succede sullo schermo del proprio smartcoso. Ci trascorrono buona parte del giorno, è quello che vale, è quella la vita vera. Il risultato diretto è che l'importanza data a quei pollici e quelle interazioni è diventata ridicola.

C'è chi si indigna perché gli amici non likano i suoi contenuti, chi non fa altro che imbottire la propria bacheca di messaggi indiretti e frecciatine da terza seconda prima media per i suoi conoscenti, chi si lamenta se non ha notifiche e va nel panico quando ne ha troppe. E soprattutto chi minaccia di togliere l'amicizia.
Minaccia. Di. Togliere. L'amicizia. Su un social network. La soluzione suprema e definitiva a ogni problema interpersonale del 2018. 
Come se tutto questo - le amicizie tolte, i like di ripicca e il resto del circo del pollicione - importasse davvero, contasse davvero qualcosa. Hint: non conta un cazzo di niente.

Ci sarebbe poi la faccenda della deriva da selfie, per cui non si vive più nulla, si fa solo finta di partecipare a un viaggio, a una festa, a una serata, per far vedere agli altri che ci si diverte. Mentre in realtà ci si innervosisce per la scarsa luminosità, la scarsa resa di un filtro Instagram, quel tizio che ha rovinato lo sfondo del clic perfetto. Ma di quello si è già detto in un altro post.
2) L'INTERNET DELLE COSE FIGURE 
Nessuno legge più niente di niente. Nel flusso continuo del feed, si scorre tutto in fretta, distrattamente. Si butta un occhio alle foto, al massimo. Si guardano le figure, come i bambini di quattro anni. Si è passati dall'Internet di vent'anni fa, tutta o quasi testuale e incentrata sulle discussioni, i newsgroup, gli approfondimenti, la voglia di scoprire, al guardare una sfilza di meme e di foto sempre uguali. Pittogrammi per cavernicoli digitali. Naturalmente, guardare solo le figure non impedisce a chi le osserva per un quarto di secondo di far sapere al mondo il suo prezioso parere al riguardo. Risultato: posti un link su Facebook? Non solo, ovviamente, in tanti non lo aprono (e fin qui), ma tanti altri non leggono neanche cosa hai scritto nella descrizione.
Si fermano alla foto e commentano quella. Prendendo in molti casi fischi per fiaschi. 
Facendo fare in tal modo una pessima figura, nell'ordine, a sé stessi, alle loro maestre delle elementari, alle stime ottimistiche sull'alfabetismo, alla razza umana.

Migliaia e migliaia di utenti Facebook hanno Facebook come pagina iniziale del proprio browser, non Google. Viviamo i tempi in cui lo scibile umano è a portata di clic, ma ci frega troppo sapere in tempo reale cosa sta mangiando nostro cugino.
3) E PERCIÒ NOI GRIDIAM, VIVA POPOLIN
In un humus del genere, non stupisce nessuno la deriva populista degli ultimi anni e le cazzate di cui si nutre. Anche quello non è un problema della piattaforma, chiaramente, ma dell'uso che se ne fa, direte voi. Corretto. Il problema è che l'uso non è identico per tutti. L'amore per la diffusione virale della puttanata, con indignazione in omaggio esternata a lettere maiuscole pugnalando al cuore più e più volte le regole più banali della punteggiatura, alligna facile in chi è portato per bersi quelle stronzate. I vaccini, i soldoni ai migranti già muniti di connessione fibra 100mb, l'attico di Saviano a Central Park e tutto il resto. E la puttanata nata con uno scopo preciso (propaganda, o più banalmente far guadagnare soldi a chi sforna fake news, con un bel grazie ai boccaloni che le fanno girare) cresce, si ingigantisce, acquista massa a valanga, tirando sotto anche chi è semplicemente poco informato. Sembra una cosa di ridere, ma poi ci ritroviamo i mostri alla guida di mezzo pianeta. Perché è la democrazia, e ok (anche se ti fa ridere che a ricordartelo siano i tizi più fasci che conosci su Internet), ma una democrazia sempre più pilotata dagli idioti pilotati.
Il punto è che l'unico mezzo che abbiamo per fermare le cazzate populiste, per riportare la discussione dove serve e su quello che conta, è ragionare, metterci la testa. E sui social, Facebook in particolare per il modo in cui è strutturata e si è evoluta, non si usa. 
Nessuno legge niente, si diceva, ma figurati se si degnano di capire se quella cosa che stanno condividendo sia vera o meno. E, in ogni caso, è già tardi. Siccome la notizia ad effetto fa sempre effetto, appunto, vera o bufala che sia, e più di qualsiasi smentita, è inutile chiudere milioni di stalle quando mandrie gigantesche di buoi scorazzano sul web al grido di Laboldrinichefa e rimandiamoliacasa. I politici realmente 2.0 l'hanno capito e l'onda la cavalcano. Una stronzata al giorno e ti tieni buoni quelli che ti hanno messo lì. Anzi, meglio: te ne accattivi degli altri. I fatti, tanto, non contano più, si guarda alle frasi urlate in maiuscolo, ai punti esclamativi, agli emoji, alle parole. Se sono poche, le metti su un cartello e diventano una figura, tanto meglio.
4) MALEDUCAZIONE IRL
Prima erano i maleducati, i grezzi e le scimmie terminatrici. Ma i rompicoglioni ci sono ovunque, ci sono sempre stati. Solo che ora non si tratta più solo di quello. L'utilizzo continuo dei social sta cambiando gli usi delle persone anche nella vita offline. Prima dovevi abituarti all'idea che qualcuno non ti rispondesse se gli scrivevi una mail o un messaggio privato, oggi capita che, nel bel mezzo di una conversazione, la gente ti volti le spalle e vada via senza salutare. No, aspetta: senza dire A. Perché sulle chat si fa così.

Prima il rito degli auguri tra amici si è trasferito sui social, ora, siccome l'interazione che conta è solo quella che vedono tutti su una bacheca, quella ostentata coram populo digitale, non frega neanche più capire come a un amico vada, che faccia, come stia. Non c'è bisogno di chiederlo, basta sbirciare gli aggiornamenti sotto il suo profilo. C'è un selfie in cui sorride? Allora tuttok, tuttappò. E se proprio te ne frega, se proprio siete amici da una vita, metti, gli butti là un cuoricino ogni tanto: si fa prima e, soprattutto, non consumi i minuti del profilo tariffario.
Asocialità da social.
Quei cantanti che ogni tanto si ammazzano? Nessuno ci crede mai, al fatto che fossero depressi o tristi o più in generale avessero i cazzi loro. Erano tanto allegri, avevano una bacheca piena di selfie sorridenti. E i like di tantissimi non-amici.
5) BUONGIORNISSIMO GENERATION
Un italiano su tre usa Facebook tutti i giorni. Il che include ovviamente un sacco di gente grande di età. L'invasione dei sessantenni e oltre che ha portato il #Buongiornissimo, le foto delle tazzine di caffè e altre piaghe simili, dilagate tra coetanei che le trovavano interessanti. La presenza dei propri genitori (se non dei propri nonni), dei propri parenti e dei loro amici su Facebook è una delle ragioni, peraltro, per cui i giovanissimi ne fuggono, buttandosi su Instagram (sì, stessa parrocchia della chiesa di Zuck, ma almeno è più complicato da usare), Snapchat e altri social.
6) LA CACCIA AL LIKE
Dicevamo poco sopra di come si stia spingendo verso la non-comunicazione, grazie a delle cose chiamate "social". Tu pensa. Una non-comunicazione figlia a metà della fretta e dell'egocentrico sticazzideglialtri, l'ego da barbarie digitale. L'unica eccezione sembrerebbe rappresentata dai commenti, che però su Facebook hanno spesso (in alcuni casi del tutto) perso la loro funzione originale. Non servono a intavolare una discussione, ma a scrivere qualcosa di simpatico per procacciarsi dei like. Il metodo più veloce?
Scrivere che qualcosa (qualunque cosa) è una merda, prendere per il culo il post che si sta commentando, fare i simpa. 
Direte: ok, ma è tutta una roba che esiste solo per perdere del tempo, è normale perdere del tempo. Sotto i post del pallone o di Sanremo? Ok. Sotto quelli in cui si parla di cose serie e magari pure gravi? No. Ma nei commenti su Facebook non fa differenza, bisogna fare i brillanti, i divertenti. Dalle discussioni a una gara di La sai l'ultima, triste perfino più di una puntata di La sai l'ultima.
7) LE PAGINE FOTONOIA
Le matte risate delle pagine Facebook su un argomento qualsiasi: i nerd, metti, le cose di ridere, le moto, i trattori. Che hanno tutte gli stessi contenuti, riciclati dai siti USA e a volte ripetuti per anni. Nella maggior parte dei casi, non si produce niente, ci si limita a far girare roba altrui, facendo finta che sia di tutti. Soggetti che parlano di redazioni, non avendone mai vista da vicino una vera e non sapendo niente di niente del giornalismo. Ai tempi della brutta faccenda del gelato dei puffi hai dovuto contattare decine e decine di pagine Facebook (oltre a una nota comica tv) che si erano appropriati di quella foto scema e di quella battuta scema. Ne avessi trovato uno - uno, eh - pronto non dici a chiedere scusa, ma ad ammettere l'errore, magari, avresti oggi una considerazione migliore dell'umanità digitale. Ma non è successo.
8) COME UNA PARTITA A FORTNITE
Ma almeno avere tanti amici e seguire tante pagine aiuta ad aprirsi al mondo, no? No. L'algoritmo di Facebook restringe il vostro meraviglioso numero di contatti e pagine a una manciata di avatar sempre uguali. Vedete solo gli aggiornamenti di contatti e pagine con cui interagite, soprattutto i primi. Mettete un like a ogni cosa scrive vostro cugino, per simpatia? Indovinate perché ve lo ritrovate sempre davanti quando aprite Facebook. È come una partita a Fortnite, il cerchio si restringe progressivamente: se avete provato più volte la sensazione che su Facebook leggete sempre e solo le stesse stronzate, è perché è esattamente quello che succede.
"Ma che ipocrita, parli male di Facebook e continui a usarlo" è l'obiezione base che ti aspetti da uno dei soggetti ritratti in questi otto punti, dopo la non-lettura degli stessi. Chiaro. Così come ti aspetti che chiunque la usi, questa potentissima arma retorica dell'Alloraperchénontenevai, non comprenda che non ha alcun senso impiegarla. Facebook è, che lo si voglia o meno, parte integrante della Rete. E non solo per chi, come te, vive di quello che scrive e usa i social (tutti, non solo quelli che gli vanno a genio) per diffonderlo. Ma usare una tecnologia o far parte di un mondo non significa affatto accettarne in modo acritico tutte le cose che non vanno. O altrimenti gli italiani che si lamentano ogni giorno su Facebook di questo o di quel problema,  farebbero prima a uscirne. Dall'Italia, intendi, non da Facebook.

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Commenti

  1. Condivido tutto,che cacchio!Facebook ha DAVVERO rotto le palle

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    1. Gianni Morandi posta la foto di un piatto di tortellini ed ottiene centomila like. Di conseguenza di saranno centomila persone della sua età che fanno la stessa cosa ,per avere lo stesso riconoscimento. Ma pochi se li filano poiché non sono famosi. Non esiste così un modo civile di " usare" il web: ci si condanna all' irrilevanza,a fare da piedistallo all' ego altrui, di quelli che fanno cose " normali" perché è già a monte che sono riconosciuti come straordinari.

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  2. Ti diro': ci voleva un post come questo.
    Un bell'atto d'accusa nudo e crudo.
    Anche se, come dici tu, il novantanove per cento (di quelli che usano i social, non gli antristi) non capira' nulla di quello che c'e' scritto.
    Il fatto e' che si e' voluto semplificare le cose ad un punto tale che si e' finito per perderne il vero significato.
    Occorre fare un passo indietro.
    Io, comunque, non li uso. E noto con enorme piacere che molti antristi la pensano uguale. Se ho voglia di discutere E' QUI CHE VENGO, non sui social.
    La vera rivoluzione, oggi, e' stare disconnessi.
    STAY DISCONNECTED.
    Buona giornata, Doc.

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  3. Premessa egoista: in qualità di autistico ad alto funzionamento mi fa godere tantissimo che vi sta rendendo tutti asociali. Uscire con le persone o parlarci per 5 minuti è stata una vera tortura medievale per tutta la vita e adesso invece posso finalmente parlare mentre guardo il cellulare (guardare le persone negli occhi per un autistico è come unghie sulla lavagna) o fissare il vuoto in silenzio ignorando chi è con me... Perché tanto non se ne accorgono nè mi giudicano piú: sta diventando normale l'asocialità *emoji con gli occhi a cuore*
    Tanto love anche per Netflix che da quando è cool nessuno ti chiede piú di uscire, perché devono twittare che stanno facendo binge watching e puoi rinchiuderti anche tu nella tana per settimane senza inventarti che la nonna (morta 10 anni fa) sta poco bene.
    Per il resto comunque condivido tutto. Sopratutto il buongiornismo e i ritardati da tastiera che credono a tutto e polemizzano su tutto. Ogni 3-4 commenti devo fermarmi a respirare per non spaccare qualcosa. E sta invadendo tutto il resto. Per rabbrividire basta farsi un giro nei commenti di Repubblica.it o dell'Huffington (anche la Gazzetta, ma gli esaltati di calcio partono già con un handicap dai). È diventato anche piú difficile vivere senza paranoie. Quando sono in un luogo pubblico, in metropolitana come al ristorante, mi guardo in giro con una strana sensazione: molti di loro potrebbero essere lí accanto a me. Dovrei cedere il posto a quella signora zoppa? E se ha appena condiviso la bufala dei bambini morti se lo merita comunque il posto? Quel signore simpatico che scherza con suo figlio avrà appena messo like a una pagina no-vax? Nel caso resta simpatico o mi fa schifo? E se il cassiere della fumetteria che vedo tutti i giorni e mi fa lo sconto cliente speciale fosse fan di una pagina sulle scie chimiche? Aiuto.

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    1. Fratello!
      Io appartengo alla sottospecie degli aspi ma comunque....
      In parte è vero. Il bonus che la gente non vuole più guardarti negli occhi è una manna!
      Ed il fatto di avere uno "scudo" per proteggerti dagli approcci altrui è impagabile (passo ore sui mezzi di trasporto a far finta di fissare il cellulare)
      Per altri aspetti è peggio. Io tendo ad essere logico. Troppo (forse). E la pletora di affermazioni incomplete o palesemente false, le implicazioni rovesciate o le ardite deduzioni statistiche mi mandano completamente ai pazzi.
      Io non frequento molto i social, ho qualche account ovunque, anche per necessità lavorative ma non provo attrazione per essi (E bella forza, commenterete voi), quindi soffro meno per il loro sfacelo. Soffro molto per la fine però che sta facendo l'impegno (politico o sociale), la competenza ed il talento nella nostra società. Ma sarà pure perché oramai son vecchio....

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    2. Mio figlio é autistico. A sentire voi il suo futuro é roseo più di quanto potessi sperare :-) x quanto riguarda fb, nn lo uso da tempo. I cimmenti delle persone fuori dal doc manhattan le ho lasciate da quando sono stato aggredito sulla gazzetta da un fan di kobe bryant con insulti di ogni tipo e da un fan della coppola che, rintracciata la mia mail mi ha ricoperto di insulti.

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  4. ah ma esiste ancora facebook? :P

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  5. ... e FINSERO tutti felici e contenti ^_^
    Mi usato facebook per cose che non fossero mettersi in contatto con amici e situazioni personali (Band; gente con cui viaggio; amici lontani; lavoro) e sempre usato sotto nick falso ed incomprensibile per non essere raggiunto da tutti ma solo da chi volevo. Questo sin dagli alborei del social.

    Ho sempre odiato la gente di Penisville che ti chiede l'amicizia e poi quando la incontri per strada non ti si fila (anzi, non ti si è mai filata a te, brutto metallaro capellone che guarda i cartoni giapponesi e legge i fumetti). Fortuna non mi riconosce nessuno neanche ora che per motivi vari ho dovuto variare il nick name rendendomi più trovabile. Il computer (social; internet; games e programmi) dovrebbero essere UN mezzo, non IL fine.

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    1. C'entra relativamente col discorso del post, ma volevo scusarmi con te per aver lasciato una risposta troppo acida a un tuo commento sul blog del Doc tempo fa. Ammetto che avrei potuto dire le stesse cose con meno spocchia e aggressività!
      Ma chissà, forse alla fine c'entra col discorso, nel senso che ormai siamo condizionati da questo clima per cui si può dire le peggio cose e tanto nessuno ci fa più caso... Se per strada sto attento a ciò che dico e a come lo dico, perché non dovrei fare lo stesso online?
      Sarebbe interessante sviluppare i temi proposti dal Doc.
      Scusa ancora!

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    2. Woody, ti ringrazio per la gentilezza, ma non ho proprio idea a cosa ti riferisci. Chi mi conosce sa che ci vuole veramente molto per farmi perdere la pazienza e solitamente se uno mi fa un appunto o un'obiezione ci penso sempre due volte prima di rispondere a tono. Questo perchè amo confrontarmi e mettermi in discussione, soprattutto con persone intelletualmente oneste come quelle che frequentano questo blog (non è piaggeria, d'altronde non sarei qui se non ritenessi questo posto tale...).
      Detto questo, se è possibile linkami la risposta che ti ha spinto a queste scuse, perchè evidentemente non devo averla letta :)
      Inoltre ricorda che con lo Zione, da'avanti ad una birra, dei salati e un buon discorso di grande nerditudine o metallitudine, si può sempre discutere di tutto senza problemi (nei limiti consentiti dalla mia sanità mentale).
      La cosa di comportarsi bene on line così come lo si fa in giro è comunque (sempre tra le riche) molto bene spiegato in questo post del Doc, credo che ci si possa rivedere bene nell'argomento ;)

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    3. Guarda purtroppo non riesco più a trovare il post in particolare, ma la discussione verteva su seguiti/remake/reboot e simili. Ricordo che tu avevi posto l'idea che ci fossero troppi remake e poi avevi segnalato come cose che ti erano piaciute Stranger Things e IT. Dal canto mio avevo risposto qualcosa tipo: "sì certo, proprio ST che è un riciclone di tutti i temi anni 80 possibili, e IT che è un remake di uno sceneggiato di 20 anni fa di un libro di 30 anni fa", e poi, visto che alcuni passaggi mi erano sembrati convoluti, avevo aggiunto una cosa tipo "basta con 'ste supercazzole".
      Insomma, cose che si sarebbero potute dire in maniera migliore ma che io avevo detto in tono ancora più acido, non so perché, si vede che avevo le palle girate o altro.
      Comunque, una cosa da poco alla fine, ma se mi sono sentito in dovere di scusarmi vuol dire che Doc ha toccato un tasto dolente e che veramente pochi di noi sono immuni da questa faccenda.
      Peace!

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    4. AHAHAHAHA, A, ok, allora devo scusarmio, intendevo proprio quello che dicevi tu su IT e ST però devo essermi spiegato male, ecco perchè non ho percepito la cosa come offensiva, pensavo mi stessi dando ragione :D
      Se non ricordo male quel post su questi due esempi ero appunto ironico ma la cosa deve essermi sfuggita di tastiera (questo perchè scrivo a volte mentre lavoro e non rileggo quasi mai).
      Tranquillo comunque, sono con te su questo discorso ;)

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  6. Non so...vogliamo davvero questo?
    Io non sopporto piu' di stare in pausa con dieci colleghi seduti a fianco ed ognuno si guarda lo smartphone .
    Ormai mi porto un libro e me lo leggo. Tanto e' uguale.
    Meglio, forse.

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    1. Sono d'accordo; lo dissi anni fa in ufficio e nessuno mi rivolse più la parola. Il declino della comunicazione fra persone è adovuta anche e soprattutto ai social, secondo me.

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  7. Hai detto molte cose giuste su cui ogni tanto mi fermo a pensare anch'io, soprattutto il fatto che ormai si vede sempre più gente in giro con il telefono in ogni momento e luogo. La cosa mi mette un po' tristezza, e me la mette ancor di più quando mi trovo a constatare che spesso tra quelli ci sono anch'io. Anche l'ultima riflessione però è vera: tante volte ho pensato di togliermi da FB ma poi ho pensato che vorrebbe dire precludermi delle cose, come i gruppi in cui si parla delle mie passioni, le pagine di cose di cui mi importa e così via

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  8. "... tutto quello che sai è falso" tanto per iniziare con una citazione.

    FB non l'ho mai aperto perché mi sfuggiva l'utilità ultima del mezzo. I compagni delle elementari, delle medie o delle superiori oppure dell'università che frequento ancora sono gli amici veri. Circa 15 giorni fa sono andato al matrimonio di un mio amico delle elementari, per esempio.
    Alla fine gli auguri, per me, per farli devi almeno sbatterti con un messaggio personale (e-mail e whatsapp), non fotocopia. Meglio ancora una telefonata o una birretta insieme se è possibile. I social da quanto ho capito stanno ai rapporti personali come gli all you can eat stanno al buon cibo.
    La cosa che si è persa di più è il senso delle cose, se non hai alcun che da dire è meglio stare zitti e poi cosa serve fare una foto a se stessi ogni momento del giorno e delle notte.
    La prima e unica volta che ho seguito qualcosa su internet è stato questo blog e con questo blog ho guadagnato degli amici che spesso sento per telefono o vedo di persona. Tante volte anche solo due parole amiche al telefono ti levano di impiccio da una pessima giornata. Grazie Ale.

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  9. Basta fare come me. Non avere un solo social e non condividere niente. Uma goduria quando al concerto sono l'unico che canta senza telefonino in mano

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    1. Ci puoi contare! io il telefono ai concerti non me lo porto nemmeno, però purtroppo troppo spesso accade che vieni disturbato da decine e decine di persone che ti piazzano quel coso davanti, invece di godersi l'evento dal vivo..

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    2. Ai concerti si canta (o urla) e si balla, nel mio caso al più si poga.
      Non si sta come zombie col cellulare in mano, perdendoti tutto quello che ti accade intorno.
      Per me è un atto di fede!

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  10. Io lo sto usando a 10 anni dall'iscrizione snaturandolo completamente a mo di forum, sperando in qualche discussione stimolante (che sul mio profilo però stentano ad esserci visto che giustamente non conto un cazzo). C'è da dire che ho un profilo con nick e gli unici amici veri che ho tra gli amici sono a conoscenza dell'uso che ne voglio fare o hanno a loro volta un nick... non avendo familiari nè amici reali o colleghi tra gli amici e non seguendo robe troppo politiche e non scrivendone sul mio profilo è tutto più godibile. Come però ho detto ho snaturato completamente lo strumento che di per sè è un inutile accumulatore di egocentrismo ed odio

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  11. Concordo su tutto. Ora corro a condivoderlo su facebook :)

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  12. I problemi di fondo sono 2. Il primo,.più generale è legato ad internet. Si cerca di farne una piattaforma democratica quando la sua vera aspirazione è l'anarchia. Se fosse stato possibile controllarla credete davvero che i militari l'avrebbero regalata agli scienziati che poi l'hanno resa pubblica per tutti? Il secondo è che facebbok riesce a far emergere l'egocentrismo innato dell'essere umano e di conseguenza ognuno crede di saperne sempre più degli altri. È questo il motivo perché credo di postare una commento o forse 2 all'anno su quella becera piattaforma di sgretolamento di pensieri e parole

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  13. Felice di non essere mai stato iscritto a FacciaLibro.
    Sono molto geloso della mia vita privata, motivo principale per cui non mi interessa andarla a spiattellare in giro per il mondo.
    Quando si pubblica una foto quest'ultima diventa proprietà di FB. Forse non tutti lo sanno, ma io voglio che le MIE foto rimangano MIE.
    FB serve a ritrovare persone che non vedevi da anni? Vero. MA probabilmente un motivo ci sarà se per tutti questi anni non ci sono stati contatti...
    Con questo non voglio demonizzare il tutto, rispetto chi ne fa uso quotidiano ma vorrei fosse fatta la stessa cosa verso chi non lo usa.

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    1. Diciamo che mi hai risparmiato lo scrivere la mia opinione visto che sono d'accordo su tutto.
      Aggiungo che, per tanti, fb è il posto da cui prendono le notizie, che ovviamente arrivano dagli amici e gruppi a cui sei iscritto/a, con il rischio di avere solo 'certe' notizie.
      Uso twitter, che mi piace molto, ma alla fine mi sembra che gli algoritmi alla fine ti facciano andare su siti/persone che condividono le tue opinioni, qualsiasi esse siano, e la cosa non mi piace pet nulla. Se hai una qualche idea, anche se è u a stronzata galattica, se rimani solo in rete, ti convinci che quell'idea è giusta o, peggio, che è l'unica giusta.
      Al bar se dicevi una stronzata galattica spesso dall'angolo buio si alzava una voce che ti faceva intuire lanon completa correttezza delle tue affermazioni ..

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  14. Doc, confermo e sottoscrivo ogni parola. Proprio per questo ho abbandonato il mio profilo su Facebook ormai già da qualche anno: dopo l'interesse iniziale dei primi tempi, avevo incominciato subito ad intuire le avvisaglie degli aspetti incancreniti che hai elencato. Ho preferito mollarlo da un giorno all'altro, una scelta sana. E amen per quelli che fanno le facce strane quando dico che non uso Facebook.

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    1. Siamo molto più di quanto non ci vogliano far credere, a non usare Facebook (ed anche gli altri social, nel mio caso).

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  15. Beh condivido ogni tua parola! Io sono un Neanderthal con i social, ho solo Telegram e devo dire che sto benone così. Ho visto troppa gente al ristorante fotografare i piatti e postarli su fb, poi non parlare più per tutta la sera con i propri commensali e controllare in modo febbrile i like...

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  16. non me ne è mai fregato nulla dei fatti degli altri, ne di riallacciare contatti con gente con cui non ho VOLUTO avere a che fare negli ultimi 30 anni, quindi sostanzialmente mai fregato nulla di faccialibro, ho i vari forum e chat whatsapp per comunicare con le pochissime persone con cui voglio avere dei contatti digitali......talmente me ne frega poco che manco mi frega se la gente ne abusa, cavoli loro, a me non cambia niente

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    1. cavoli loro, a me non cambia niente

      No, guarda, il vero problema è quello. Anche io la pensavo così. Poi a un certo punto ti accorgi che la mer*a cresciuta su FB ha travasato in real life, ha influenzato di brutto anche le cose serie, e di rimbalzo pure la vita di chi i social non li usa. Allora devi rassegnarti al fatto che non abbiamo più neanche il diritto di fregarcene, purtroppo...

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  17. Buongiorno a tutti! Sono sempre piú felice di non essermi mai iscritto a facebook, nonostante tutti gli amici mi martellassero per farmelo fare...

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  18. Smisi di usare Facebook anni fa, quando un fan di Pino Scotto (Chi si ricorda quella specie di vecchietto fascista pseudorockettaro che andava di moda in quei tempi) mi coprì di insulti e minacce perchè non ascoltavo "vera musica". Che alla fine i populisti e quelli che "CONDIVIDI SE SEI INDIGNATO!1!!!1!!!!" non sono altro che l'evoluzione di certa gente che ha sempre usato Internet in maniera aggressiva.

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  19. L'ultimo unknow ero io.. Qui non mi ha preso il nick da gmail...

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  20. è ironico che il topic sia "facebook" e il 90% dei commenti siano "Ahahah! io non lo uso facebook! alla facciaccia vostra! non mi ci sono mai iscritto! Sono ultra superiore a voi gne gne gne, lobotomizzati da fb!". Sterile. Davvero sterile. Perché poi c'è chi, come il Doc o altri (io), DEVONO stare sui social per questioni lavorative e no, che non vi siete iscritti su fb perché potete farlo, non porterà la discussione a nulla. Spero capiate che non è un attacco personale ma... be', una constatazione.

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    1. Il problema di fondo, mi pare evidente, non è Facebook sì, no, forse.
      Ognuno decide se usare o meno i social, quali scegliere, in che misura impiegarli. Il punto è che a) la Rete è un polso della gente, e le sue derive mostrano chiaramente come progresso sia una parola sopravvalutata, b) cattive abitudini, maleducazione e mostruosità non si riversano più solo in Rete (sui social) dalla vita reale, ma ora seguono anche il percorso inverso. E far finta di niente, perché tanto è così, non aiuta.

      Non ho la presunzione di cambiare un cazzo, sia chiaro, ma ci tengo a spiegare sempre cosa non va e perché non va secondo me. Per onestà intellettuale e perché so, grazie al cielo, di non essere il solo infastidito da questa situazione. Quanto ridicolo sia che nell'era dell'informazione davvero per tutti e in tempo reale, stiano vincendo le fake news, le bufale e più in generale l'ignoranza.

      È la ragione per cui, dal giorno 1, qui e sui social legati all'Antro, i maleducati vengono accompagnati alla porta. C'è la barbarie alla porta, ma questo non vuol dire che si debba rispondere Prego, entra pure.

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    2. Attenzione Doc io sono d accordo con te su tutto, dovendoli vivere i social. Rifletterne e parlarne, tra chi li usa, lo ritengo un buon modo di fare al di là del risultato pratico. Certo è che sentirsi far la morale o il discorsetto da chi si vanta di non usarlo lo trovo ironico ma anche uno specchio dello stesso tipo di comportamento di "sopraffazione" declinato fuori dalla piattaforma fb

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  21. È tutto vero. Sono giunto alla conclusione che le relazioni sui social non fanno che acuire il senso di solitudine, e intacca la capacità di relazionarsi con persone fisiche, qui e ora.

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  22. A me serve ancora tanto, soprattutto adesso per motivi che non sto qui a spiegare.
    Però è sempre più difficile usarlo, sempre più difficile riuscire a trovare i contenuti che interessano veramente (e qui i motivi sono quelli che hai scritto tu nel post).
    Direi che Facebook è un'ottimo strumento, chi gestisce Facebook dovrebbe darsi una calmata (non è obbligatorio fare aggiornamenti ogni tre per due, visto che sono al 98% inutili o dannosi), e la maggior parte della popolazione di Facebook dovrebbe levarsi dalle bolle.

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  23. Mai usato facebook, e mai lo farò. Datemi pure del paranoico, ma io mica mi fido di un social che vuole sapere i cazzi tuoi, e che li farà sapere anche a perfetti sconosciuti. Preferisco comunicare con la voce, o al limite, col telefono.

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  24. Approvo in maniera incondizionata qualunque riga di questo post.
    Io resto dell'idea che quando si andava a 56k sull'internet restava solo la gente che aveva la pazienza di attendere i sei secoli che una pagina (orrenda) caricasse un'immagine (sgranata), per questo si stava meglio online 20 anni. Aspetta, troppo vecchismo in questo commento, ora vado a scrivere un buongiornissimo kaffèèè su Facebook con un cagnolino glittero.

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  25. Un altro aspetto su faKebook che mi sembra non sia stato trattato è che tutti lì sono STOKA220, tutti scienziati, tutti web designer (dopo aver fatto solo 3 giorni di corso online), artisti (perché sanno disegnare gli omini stecchini), scrittori (di fan fiction) , social influencer (stando tutto il giorno su FB) . Tutti hanno sui loro profili titoli su titoli, reali o inventati, ma poi vedi che sono o disoccupati o con lo stipendio minimo.

    Io sono 10 anni che ho mollato faKebook, mi ero stancato di un sito che è praticamente la versione digitale di CHI ma con persone di cui mi frega meno dei tronisti di Uomini e Donne.
    Senza contare la pressione sociale di dover dare l'amicizia per educazione a colleghi di cui non ti frega nulla.
    Sono ancora social, però su siti più di nicchia dove posso parlare con gente selezionata che ha i miei stessi interessi.

    Quanto all'incazzatura su foto o battute prese, capisco il nervoso, ma mi spiace non sono d'accordo, una volta messa online una cosa è condivisa, con tutti, per sempre, non c'è proprietà a meno che non siano contenuti protetti da copyright, quello vero, non quello del m'incasso se non mi tagghi.

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    1. Itlas, non è ovviamente così. E non parlo della netiquette, che impone di citare le fonti, parlo dal punto di vista legale, visto che ora la tutela è più ampia. Che tu sia d'accordo o meno, non hai presente l'attuale scenario normativo. O credi che nei fattacci successi con quei noti portali siano arrivate scuse ufficiali perché ero bello e simpatico? Proprio i social, compreso Facebook, ti permettono di segnalare gli account (bloccandoli a tempo) per copia di contenuti: ed è esattamente quello che è successo con i gestori di pagine che rispondevano in modo arrogante. E indovina un po'? Gli hanno bloccato l'account.
      Prova a copiare un monologo di un attore, perché è online e condiviso, o una canzone, il primo capitolo di un libro di Martin, un fumetto Marvel gratuito, le battute di un comico su Twitter, e poi dimmi se hai fortuna, perché tanto è roba di tutti...

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    2. Visto che è la seconda volta che parli di questa storia dei puffi non è che saresti così gentile passarmi il link? Almeno riesco a farmi un'idea di quello che hanno preso, perché per me un conto è un intero monologo o capitolo o post, un'altro è una meme.

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    3. Non c'è bisogno di linkare niente: chi c'era, sa. E che tu te ne faccia un'idea o un'altra, non cambia come si comportano i social in materia, ripeto. Ho postato una foto scema (mia) con una battuta scema (mia). Non era un meme, era un tweet con una foto e un testo. Siti e comici TV ci hanno macinato migliaia di like, con quelle due cose sceme. Tanto basta (la copia in sé) per essere tutelati se qualcuno se ne appropria spacciandole per proprie. I contenuti - in quanto, essenzialmente, idee - non si misurano a peso, caratteri o byte.

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    4. E nel tweet hai citato Peyo? Hai chiesto il permesso di chi detiene i diritti dei Puffi di usarli in un tweet? Non sono idee anche i Puffi?

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    5. Quindi, per dire un nome, Battista che fa uno (in realtà molto piu di uno) spettacolo intero sui trafiletti di giornale e sui prodotti che compra in edicola e lo "vende" facendo pagare un biglietto + diritti audio video se ripreso etc etc etc deve pagare i diritti agli editori secondo te?

      Fermo restando che il punto sarebbe "cito la battuta di Battista sui miei profili e dico che è mia" più che "mi devono pagare i diritti"....non è una questione di soldo ma di etica. Io comico faccio uno spettacolo con le battute di un altro e dico che sono mie? Ti pare normale? E' più chiaro il punto :)?
      Chi cita un contenuto di un altro, come si fa pure sulle tesi o sugli articoli, dovrebbe citare la fonte quando non è farina dle proprio sacco, tutto qui.

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    6. Itlas, ci rinuncio. Mi hai fatto una domanda, ti ho risposto. A posto così.

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    7. Credo che non riuscirò mai a capire, questa corsa al like e alla visibilità è così fuori dal mio essere che non riesco a comprendere, a me basta far ridere i miei amici più stretti, poi le mie battute dove finiscono finiscono non mi interessa.

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    8. Un altro aspetto su faKebook che mi sembra non sia stato trattato è che tutti lì sono STOKA220, tutti scienziati,

      @Itlas, tu sei lostesso che ha accusato me di classismo perché ho osato criticare il fatto che la gente dia più retta all'opinione della portinaia che non al medico vero, in questioni di salute? No, così, giusto per ricordarmi bene...

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    9. Si e dunque? un conto è esagerare le proprie competenze per tirarsela, un altro è usare un certo tipo di mestiere come esempio di ignoranza.

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  26. È un periodo in cui sto facendo le stesse considerazioni. Ho tremila interessi diversi ma la bacheca sempre uguale. Ho nostalgia del vecchio internet dove c'erano i forum e le varie community. Ed è vero che i troll e i flame ci sono sempre stati ma erano arginabili in qualche modo. L'ho giorno vado per aprire Polyvore sito che aveva un suo grandissimo seguito e scopro che è stato venduto e la nuova società l'ha chiuso senza neanche segnare di avvisare gli utenti che in quel sito avevano creato delle community. E poi c'è questa compulsione al dover commentare sempre tutto e tutti anche se non si sa nulla ma con l'arroganza dell'ignoranza.

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  27. Amen doc. Grazie per la lucida analisi che condivido in pieno (ora vado a cercarmi cos'é successo coi puffi che son curioso).
    Rimpiango tutti i giorni i tempi dei forum e di messenger e del mio 56k, quando l'internet era solo nostra.
    Riguardo a fb: impegniamoci ad usarlo almeno come strumento attivo, non passivo: vietato scrollare la home come zombie in attesa di un contenuto che possa interessare/diveritre/irritare. Cazzo almeno la fatica di andare a cliccare quella pagina che ti interessa e/o attivare le notifiche corrispondenti!

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  28. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  29. Che poi,l’apparente paradosso legato al sottolineare “ma come,tu parli male di Facebook scrivendolo proprio su Facebook”è appunto solo apparente.Nel senso: l’unico modo di veicolare efficamente questa critica è farla proprio su Facebook.Mi spiego:posso criticare la società in cui vivo,anche criticarla ferocemente. Perfetto Al che mi si potrebbe far notare:hey tu,critichi la società ma poi ci vivi dentro.E appunto: per criticarla legittimamente, cosa dovrei fare?andarmene prima a fare l’eremita e poi sarei legittimato a criticare?è una stronzata.La critica non è ipocrisia,come credono gli imbecilli. È uno strumento dialettico costruttivo (se fatta in buona fede ovviamente e non per rompere solo il cacchio....la critica in mala fede ultimamente è tipo lo sport nazionale su Facebook)

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  30. Condivido tutto, e noto come il Doc ha la capacità tanto di imbottigliare un concetto in sei parole quanto di avvincere con lunghi spiegoni.
    Ecco, "spiegone": ormai è diventato un termine spregiativo. Se non puoi spiegare qualcosa in un attimo, non vale la pena saperla. Vedo gente colta e istruita che non riesce più a leggere un saggio.
    Aggiungo anche la mia personale lamentatio. Su Facebook si trova un sacco di roba buona, utili risorse, discussioni sensate e divertenti, ma trovarle è ormai un lavoro lungo e faticoso. Sgrunt!

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  31. dal 2015 ho detto stop (assieme a Instagram e Twitter) e ne ho guadagnato in salute, parlo per esperienza personale, così come molti gruppi whatsapp da cui mi son cancellato.

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  33. Per ogni punto che hai espresso, si potrebbe aprire un dibattito infinito. Personalmente sono d'accordo sul 70-80 % delle cose da te espresse, mentre su altre se ne può discutere. Diciamo che di base è un pò tutto il contesto storico moderno che ha rotto le palle (almeno io sto vivendo negli ultimi anni come se avessi un nano da giardino invisibile che regolarmente mi punzecchia, con una puntina legata ad un bastone, i testicoli e la cosa grave è che non credo di essere l'unico in queste condizioni). Facebook, a mio avviso, non è altro che uno specchio/amplificatore anarchico, come diceva anche Massimo Perrone, dove le persone scrivono quel che cazzo vogliono senza alcun tipo di filtro. Questo perché ovviamente internet è un luogo dove non esistono regole o pene certe per determinati argomenti o modi di agire(tranne per la privacy, che attualmente è al primo posto riguardo al mio rompicoglionometro, a pari merito con alcune posizioni politiche). E' come vivere perennemente ne "La Notte del Giudizio".
    Poi un'altra cosa di cui nessuno tiene conto è che non esiste l'"educazione digitale", ovvero noi siamo le ultime generazioni che si sono trovate con un strumento di divulgazione e di socializzazione così potente, ma senza alcuna istruzione su come utilizzarlo. Nessuno ha insegnato a questi miliardi di persone come bisognerebbe rispondere sui social, come si porta avanti un discorso o cosa comporta bullizzare qualcuno su una pagina Facebook. La gente si butta come scimmie e lascia il suo pensiero/nonpensiero senza rendersi conto che si tratta di una forma di communicazione ce può lasciare degli strascichi e che ha delle conseguenze. E' lo stesso concetto che riguarda anche l'eterna problematica della violenza nei videogiochi. Se non sono primi i genitori a filtrare cosa giocano i figli, se non ti informi sull'esistenza d filtri PEGI, ma di che stiamo a aprlà? Purtroppo sta a noi creare questo tipo di "Etichetta" per le nuove generazioni e abbiamo la responsabilità di divulgare tali pratiche. Eh lo so tocca sempre a noi ma se siamo la generazione più stressata e depressa dall'immediato dopoguerra ad oggi, un motivo ci dovrà essere?

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    1. Scrivevo, non a caso, in cima al post: "la china presa da Facebook negli ultimi anni, in quanto social di massa e come tale espressione della massa". Più aumenti il numero di persone che usa una qualsiasi cosa, più cresce automaticamente il numero anche dei rompicoglioni. È ovvio che è espressione di un problema (disagio, per usare un termine che va molto) più vasto e profondo. Un tempo credevo, semplicemente, che i boccaloni e i grezzi sono più rumorosi, e quindi si notano di più come la gente chiassosa nei locali. Ma la deriva IRL di quel tipo di maleducazione è sotto gli occhi di tutti. Non è semplicemente possibile che se parlo con una persona, questa vada in guru meditation per un paio di minuti per leggere le notifiche dei social, come se fosse la cosa più normale del mondo. Non è semplicemente possibile che le cazzate aggressive e feroci su personaggi pubblici diventino vulgata popolare e propulsione a scegliere X o Y, solo perché chi fabbrica quelle stronzate deve guadagnarci con la pubblicità. E i social, in quanto vetrina, dovrebbero esprimere solo il meglio, lasciando il brutto nel privato. Tu figurati.
      Il tema dell'educazione digitale mi sta molto a cuore, essendomi occupato per anni e anni di una rivista di videogiochi letta principalmente, almeno all'inizio, da ragazzi molto giovani. Ma se seguire un bollino è complicato, è perché educare qualcuno presuppone di avere delle basi per farlo. La prossima volta che vedi qualcuno dal gamestropp comprare GTA 7 a un figlio di 11 anni, fatti dare il suo nome e poi cerca online cosa scrive sui social.

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    2. Sono contento che, mi pare di capire, su questo tema la pensiamo allo stesso modo. La cosa grave rispetto alle cose che giustamente hai messo in evidenza è che si è completamente impreparati, dall'altro lato, ad offrire un'alternativa a questo modo di pensare/agire. Il discorso è veramente molto ampio e prende miliardi di sfaccettature a seconda dell'ambito che si va ad analizzare (politica, social media, comunicazione ecc ecc) ma l'elemento comune, che almeno io percepisco mettendo insieme le varie prospettive, è che non c'è una chiara e forte volontà a disseminare le giuste conoscenze e a cambiare radicalmente tale situazione da parte di chi si dovrebbe porre il problema.
      Ho sempre più l'impressione che Internet in generale (i social media in particolare) siano come una pentola lasciata a bollire, di cui nessuno si interessa. Poi se l'acqua evapora, prende fuoco la cucina o esplode qualcosa, nessuno se ne cura.
      Si possono fare migliaia di esempi:
      1) Il PEGI nei videogiochi. I bimbiminkia vengono lasciati a girovagare su internette e per i negozi a comprare quello che vogliono, senza neanche sapere che esiste attualmente un sistema che dovrebbe aiutare i genitori almeno a pensare "Eh no, forse sto giochino con le signorine ignude non è il caso che Arginolfo (classico bimbo medio di 10 anni) lo compri". Eh, ma chi dovrebbe educare sti genitori?
      2) Gli insulti sui Social. Arginolfo, 10 anni, ha la sua pagina su Internette/faccialibro/altrosocialmedia generico. Qualcuno insegna a sto criaturo come deve comportarsi sui social? la scuola non lo fa, perché non esiste neanche nell'anticamera del cervello di creare dei corsi su come si naviga e ci si comporta su internette. I genitori sono lasciati a loro stessi, con mezzi e strumenti che manco loro sanno come dovrebbero essere utilizzati e alla fine neanche se ne interessano, perché nessuno evidenzia (forse negli ultimi anni un pò di più, ma c'è tutta una buona fetta generazionale che è cresciuta senza alcuna informazione in merito) che forse, trattandosi di un mezzo che mette in collegamento due/più persone, un minimo di educazione/buonacondotta/sensocivico/neuroni nell'utilizzare i social bisognerebbe utilizzarli;
      3) Questioni politiche/sociali/generiche X (che possiamo facilmente esemplificare con la situazione attuale della fan base di Star Wars). Ormai il discorso, come giustamente hai evidenziato tu prima è: Io ho la posizione X, tu hai la posizione Y, tu sei un minchione del menga, io sono il re della Torre d'Avorio, perchè il Dio del Stocazzo mi ha conferito trascendentali doti divinatorie e di onniscienza. Parlare di cosa è la realtà (che non è bianca o nera, ma di un'infinita scala di grigi) non è proprio più concepibile.
      Fatti questi esempi, dal mio modesto pulpito fatto di scadente compensato, il problema principale è la perdita del dialogo e della formazione!
      Non si è più abituati a dialogare (azione che presuppone di ASCOLTARE, RIFLETTERE, ESSERE D'ACCORDO/DISSENTIRE) per trovare insieme la soluzone al problema/valutare con obiettività le situazioni.
      E con questo fletto i muscoli e torno al lavoro sennò qua mi licenziano per direttissima!!!

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  34. Mai avuto...la maggior parte delle persone che ho conosciuto da ragazzo non le ho mai più volute rivedere e quelle con cui mi tengo ancora in contatto ci tengo a incontrarle di persone.

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  35. Preciso che sto timidamente riprendendo in mano FB dopo un'astensione di un paio d'anni, e mi accorgo che è uno strumento che migliora la vita, a patto di usarlo con attenzione.
    Ehi, Riccardo Thiella! Mi mancano gli aggiornamenti sulle tue letture!

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  36. Ho cancellato il mio account Facebook quattro anni fa. E vivo felice.

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  37. Chiaro che soprattutto chi Internet lo vive dagli albori nota sia l'impoverimento, a fronte del meme selvaggio, di qualsiasi contenuto, sia la deriva social (oggi è facebook perchè ci si arriva più facile, ma non è che istagram se la passi meglio IMHO...) per non parlare le male assoluto del fu innovativo whatsapp, dove ad oggi girano le discussioni (cacciamo gli insegnanti cattivi dalle classi) e il porno tra i piu abberranti... Quando ci "arrivano tutti" diciamo che a mio avviso, so che suona un discorso da radical chic elitario, anche il mezzo migliore cede il passo.

    Sicuramente è interessante vedere, e per me la colpa non è di Facebook ma proprio per il fatto che le persone sono sempre più "connesse", che la maleducazione nasce online e arriva nel mondo reale (le rare volte che ci si interfaccia fuori dalla rete): sarebbe utile educare anche digitalmente i propri figli, senza demonizzare tutto ma facendo approcciare con i giusti strumenti...il problema è che tanti non ce li hanno manco loro i ferri del mestiere ^^;;;;

    PS
    Io ci sto tantissime ore su FB causa lavoro e devo dire che a volte prudono proprio le mani, poi uno cerca di evitare e stare fuori dal meccanismo, ma capisco la rabbia e il prurito.

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  38. Condivido lo spirito e le conclusioni ed è il motivo per cui io non sono mai salito sul carrozzone dei social: già non mi piaceva la deriva presa dagli antesignani di facebook (in particolare ce n'era uno austriaco per gestire gli annuari scolastici che nel ormai lontano 2002-2003 era già diventato un circuito di messaggistica), figuriamoci adesso... Ho trovato quindi molto interessante questo post per l'argomentazione contestualizzata e fondata su di un uso continuativo attraverso la quale trovo conferma delle mie idee e sensazioni.

    L'unica cosa è che non condivido come è stata liquidata la retorica da principianti in calce al post: è sicuramente un botta e risposta "da generatore automatico" (i soggetti ritratti nel post e che sono in grado di ribattere solo in questo modo assai probabilmente non sanno nemmeno che cosa sia la retorica), ma non per questo però trovo che la domanda sia meno pertinente.
    Giustamente perché chi si lamenta di questo e quello dell'Italia non diventa l'ennesimo italiano in fuga? Perché ci saranno tante cose che altrettanto gli piacciono, piuttosto che gli affetti, l'impossibilità, eccetera...
    Questo per dire che mi piacerebbe leggere un post gemello del tipo le "8 ragioni per continuare ad usare facebook nonostante abbia rotto le balle", perché per uno come me che quel mondo non lo tocca non è molto chiaro perché debba essere una parte così fondamentale della rete e la frase:
    <>
    mi aiuta ad intuire qualcosa ma non proprio a comprendere.

    Nathan

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    1. In virgolettato avevo copiato dal post:
      "Facebook è, che lo si voglia o meno, parte integrante della Rete. E non solo per chi, come te, vive di quello che scrive e usa i social (tutti, non solo quelli che gli vanno a genio) per diffonderlo."

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    2. Basti dire, Nathan, che il mio profilo personale è rimasto inattivo per anni, durante i quali ho usato solo quello della pagina FB dell'Antro. Se sono tornato a usarlo è, soprattutto, perché grazie al dannato algoritmo è (molto) più facile far girare i contenuti tramite i profili personali. Su FB linko quello che scrivo qui e quello che scrivo per lavoro. E già questo spiega perché mi serve, come mi servono altri social. Ma non mi sto giustificando: ci sono tanti altri motivi per cui mi viene pratico o mi piace continuare a utilizzarlo, a partire da profili e pagine che trovo interessanti seguire, in termini di pura fruizione.

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    3. In pratica da annuario che doveva permettere di collegare le persone, la funzione più diffusa è diventata quella di succedaneo di postalmarket?
      Quando si dice che la realtà è peggiore dell'immaginazione! O_o"

      In ogni modo, grazie per la risposta e le informazioni ^_^

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  39. Io Facebook lo uso, un po' controvoglia, come uno che non ha ancora capito veramente cosa farci.

    Seguo un po' di pagine che mi fanno sorridere, apprezzo i gattini e cerco di mantenere dei contatti (ma non sono molto bravo) con persone che purtroppo non vedo da anni, e poco altro.

    Questa degenerazione di cui parli la sto vedendo anche io. Io stesso mi sono reso conto che quando vieni a contatto con tutta quella violenza verbale, è necessario fermarsi un attimo a pensare, altrimenti la ri-vomiti fuori (la violenza verbale) sugli altri e diventi tu stesso il violento di turno.

    Mi preoccupa Facebook, sta facendo un lavoro imbarbarimento delle persone su vari livelli.

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  40. Tutto vero quello che scrivi, ma. C'è sempre un ma. Visto che tutti ormai hanno un account Facebook, io lo uso con profilo aperto e con una pagina per raccontare il mio lavoro. Così facendo sto raggiungendo luoghi e persone che non avrei mai potuto raggiungere. E le persone reagiscono, si informano, condividono. C'è il bello e il brutto come in tutte le cose, basta bloccare e cancellare le cose che non gradiamo e tenere una platea di persone condivisibili.

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    1. Leggi la risposta a Nathan, Chiara. O quello che ho scritto all'inizio, sull'utilità, e alla fine del post. È chiaro che FB è anche utile, soprattutto in ambito lavorativo, ma non solo lì. O che bloccare i beceri aiuta. Si parlava, però, anche d'altro: di quello che fa FB, in quanto social di massa e usato da un italiano su tre ogni giorno, tracima nel reale. Dalla maleducazione al frutto delle bufale. E quelli sono problemi che toccano anche gli altri due italiani che su FB non si connettono quotidianamente, tanto più se vengono cavalcati da chi ha compreso la cosa e la sfrutta a suo vantaggio.

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  41. Ciao Doc, quel che scrivi è verissimo. Aggiungo un punto (da te accennato) che mi rattrista ancor di più: la portata organica e le inserzioni. Se della mentalità della "ggente" e dell'uso che ne fa della piattaforma ce ne possiamo solo fare una ragione, non possiamo tollerare i problemi tecnici dovuti a un algoritmo sempre più incline a penalizzare i contenuti interessanti a meno di pagare per la visibilità. E di quest'ultimo punto i responsabili sono unicamente Re Zucchino e il suo ufficio marketing. Spero si ravvedano altrimenti gli utenti se ne andranno altrove e a pagarne le conseguenze saranno loro.

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    1. La faccenda è semplicemente vergognosa. Che un social voglia guadagnare da chi cerca visibilità (azienda o privato che sia) è comprensibilissimo, intendiamoci: non è una onlus. Il punto è che per anni hanno menato il torrone con il discorso dei like, facendo pagare alle aziende la pubblicità per avere tanti follower sulle pagine... e ora quei follower non contano niente. Raggiungi più gente con un profilo personale, se lo usi bene, che con una pagina con 100k like. Perché? Perché fermi tutti, la pubblicità devi farla sui singoli contenuti. E tante grazie, signor algoritmo.

      Ma è un punto che riguarda chi promuove qualcosa su FB, ripeto, non l'utenza che non lo fa.

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  42. Perche' si rimane qui nonostante tutto?
    Forse perche' andarsene non e' alla portata di tutti. E non solo dal punto di vista economico.
    Oppure perche' uno si stufa anche di continuare a vivere in un posto pensando a come sarebbe bello vivere da un'altra parte.
    Si capisce che e' meglio tentare di giocarsela con quello che si ha.
    O forse perche' si ha sempre la speranza che anche questo possa diventare un paese migliore, un giorno.

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  43. Il problema è fino a quale misura Facebook sia ormai "obbligatorio" nell'ambito della comunicazione, del giornalismo, o appunto del blogging. E' facile "staccarsi" quando il proprio lavoro è nell'ambito scientifico, ma altrimenti sta diventando un'appendice fondamentale. E' agghiacciante fino a quale punto intere sezioni della Rete siano ormai state "mangiate" da Facebook. In qualunque altro ambito al di fuori di Internet si dovrebbe parlare di un monopolio da "rompere" con l'Antitrust, ma quando si tratta di Social&Co qualsiasi intervento è considerato un anatema.

    Sotto quale rispetto è davvero "colpa" degli utenti? Se ad esempio con il nuovo algoritmo sono i commenti a fornire visibilità, è chiaro come avremo sempre più una marea di commentatori tutti più o meno idiotici... E' la struttura che condiziona il contenuto.

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    1. C'è un però. All'algoritmo di FB non interessa cosa scrivi in quei commenti. E sono gli utenti a decidere se postare un commento intelligente o uno stupido. La struttura condiziona il mezzo, non il suo contenuto.

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  44. Io sono iscritto a FB da dieci anni (più o meno) e confesso di aver attraversato, negli anni, tutte le fasi; i selfie, le foto delle colazioni e dei pranzi, delle ferie, i post acchiappa like (perchè, in fondo, acchiappare un po' di like aumenta l'autostima) e pure i post da Messia del nuovo millennio etc. etc.
    Insomma non mi sono fatto mancare niente e non lo rinnego perchè a dirla tutta era una bella novità.
    Però, in effetti, dopo tutta questa ubriacatura, da un paio d'anni, mi è rimasto un leggero, costante e persistente senso di rottura di palle.

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  45. Alla fine tutta la situazione è un circolo vizioso che si auto-alimenta di continuo: come fai giustamente notare tu Doc, molti esempi di maleducazione social diventano purtroppo di uso comune anche "IRL", però nel tempo stesso viviamo in un periodo in cui sempre più spesso vengono sdoganate e ostentate maleducazione, ignoranza, beceraggine, aggressività e quant'altro, per cui sempre più persone si sentono legittimate a dare sfogo ai loro peggiori istinti online. E se glielo fai notare, anche gentilmente, si incazzano pure e fanno partire i soliti cazzo di insulti sempre uguali come "radical chic" e "professorone".

    Poi, sempre come fai notare tu, ci sono tutte le pagine simpa tipo "Commenti memorabili" o quelle stile "Welcome to Favelas", che da una parte non fanno altro che omologare tutto (c'era una pagina ormai poco attiva chiamata "Raccolta statistica di commenti ridondanti" che mostrava bene il fenomeno...), dall'altra sono interessate a mantenere lo status quo visto che in queste cose ci sguazzano.
    Il problema è che non vedo una risposta all'orizzonte, anche perché come leggo da molti commenti qui sopra l'unica risposta è "sticazzi tanto io non lo uso più/mai usato", quindi che si può fare? A parte rinchiudersi nella propria piccola nicchia, ma quella è una soluzione temporanea...

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  46. Leggendo vari commenti ci tengo a precisare una cosa.
    L'unica utilità pratica di FB credo che sia quella promozionale e di creare contatti. Molti per il loro lavoro sono su FB e traggono direttamente o indirettamente dei profitti e fanno bene a starci. Tolto quel tipo di servizio, di cui posso e ho scelto di fare a meno, credo che null'altro sia di mio interesse.

    Altro argomento interessante è quello della responsabilità e del fatto che FB non si ritenga un editore e che non debba essere responsabile di quello che permette di pubblicare agli utenti.

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  47. Mai stato un grande utilizzatore di social , ma sono in totale accordo con il post.
    Il modo totalmente gratuito in cui partono offese e minacce poi, a 43 anni suonati mi lasciano a bocca aperta.
    E da camionista mi permetto di segnalare (a mio avviso) l'aumento di persone che: chatta, si fa i selfie, o altro mentre guida e non parlo solo di giovani

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  48. Facebook è una vetrina.
    Tutt'ora ho persone che mi contattano per fare serate in discoteca, quando non ci entro da almeno 3 anni, per via di un po' di foto in cui ero una presenza fissa in quegli ambienti.

    I social premiano la menzogna e l'ignoranza, tant'è che oramai, se voglio "socializzare" utilizzo i forum, ambienti per nulla cool e frequentati solo da veri appassionati.

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  49. a mio avviso faccia libro non è causa ,è effetto e specchio dei tempi ,è che noi ci siamo incattiviti,come hanno ben capito i nostri governanti, e ci siamo incattiviti perchè percepiamo chiaramente che siamo in decadenza,sappiamo che non abbiamo ,che non vediamo più un futuro decente davanti a noi,e quindi possiamo liberare il troglodita che ci portiamo appresso dalla nottedei temp per sfogare la frustrazione i,it' s decadence baby yeahh
    per capirci è come l'inizio di capitan Harlock la serie, ma senza il capitano

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  50. Doc ma ad esempio una chat Dell antro su slac ci hai mai pensato? Potrebbe essere carina..

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    1. Il motivo per cui sono restio alla creazione di chat e gruppi FB è che la community dell'Antro è nata e funziona grazie ai commenti. Un circolo virtuoso che non vorrei spezzare, frammentandolo.

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  51. Troppe cose da dire, soprattutto scrivendo da cellulare, che poi vado a sbattere in mezzo alla strada. Passato il primo periodo di sbornia da novità, mi resi conto il fenomeno stava diventando l'equivalente di un flame da forum ma molto più grande. Ora è ancora peggio. Soprattutto quando il popolo di FB prende le fittonate su qualcosa. Ormai perfino Eco che parlava di social mi sta sulle scatole. Ho ancora l'account, ma ogni volta provo un certo rigetto ad entrare nell'applicazione, soprattutto quando vengo assordato dal piagnisteo continuo dei lamento perenne. Che ormai, credo io, ha investito tutti, anche coloro che si illudono di fare resistenza digitale contro I mostri al potere al momento e invece partecipano inconsapevoli al carrozzone (multi)mediatico.

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  52. Non so se sono titolato ad intervenire non avendo mai avuto alcun profilo facebook, però una mia opinione sui social e loro evoluzione me la sono fatta.
    Il mio più grande rammarico è dovuto alla chiusura di molti forum che con il sopravanzare dei nuovi mezzi ha ceduto il passo all'immediatezza, alla fruibilità di utilizzo, a scapito però dell'approfondimento, della conoscenza, della comprensione. Sono sempre stato un grande fan dei forum. Mi piaceva leggere con calma una discussione, trovando spesso persone preparate che davano veramente un valore aggiunto al topic. E poi i tempi. I tempi di lettura. Con calma, senza affanno, quando si aveva un po' di tempo si andava a vedere se c'era qualche nuovo intervento in quella discussione.
    Ora tutto è veloce, immediato, togliendo magari anche il tempo alla necessaria riflessione.
    Io sono da anni appassionato di montagna e fotografia. Mi sono fatto un account su Instagram per provare a trovare qualche spunto e vedere belle foto. Sì, in parte ho trovato quello che cercavo, ma il resto è una valanga di dati, un vomitare immagini una dietro l'altra senza avere nemmeno il tempo di apprezzarle.

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  53. Facebook è tossico -e ce lo dice perfino uno come Jaron Lamier, uno dei guru eterni dell’internet- e io non farò finta di dire come molti “felice di non esserci mai cascato!”.
    Io ci sono cascato eccome, e a più riprese. Se non ti trasforma in una testa di cazzo facebook tj trasforma in un precisino odioso che vuole avere un’opnione su tutto (eccomi!) anche a scapito delle amicizie VERE.
    Farne a meno mi è molto difficile: ho contatti a cui tengo molto e con i quali faticherei a comunicare senza facebook e ciò che mi infastidisce di più è il fatto che molti eventi ormai vengano reclamizzati SOLO su facebook. Come se il mondo al di fuori dei pollicioni blu avesse smesso di esistere. Frattanto ho cancellato l’app da cellulare già da alcune settimane, gli dò un’occhiata da pc al massimo una volta al giorno. Facebook è tossico. Chiunque lo difenda o additi le vittime di facebook come responsabili del proprio “vizio” è un drogato di social network, ma tranquilli: ora i vostri amici tossici sono al governo. Del mondo intero.

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    1. Mi scuso per il commento anonimo, sono loggato come utente blogspot ma il nome viene visualizzato come unknow..!

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  54. Più di dieci anni fa non usavo fb. Poi dopo insistenze e onestamente curiosità di sapere cosa fosse questa cosa di cui tutti parlavano ho iniziato. Come qualcuno ha detto prima di me, dopo la iniziale ubriacatura della novità la sbornia è passata ed è rimasta una emicrania aleggiante. Però devo dire per onestà che se non fosse stato per fb e per un mio amico che condivideva i tuoi post non ti avrei trovato così facilmente Doc e mi sarei persa un covo di deboscia (come dici tu) in cui mi trovo molto bene. Ps: sicuramente la faccenda del 'furto' della battuta sul gelato dei puffi ti fa giustamente incavolare e mi spiace tantissimo di questo però, fattelo dire, ancora mi rotolo dalle risate.

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    1. Ma su quello non ci piove. Che i social siano e siano stati (FB soprattutto un tempo) utili nella diffusione dei contenuti, questo blog incluso, è pacifico. Continuo a usarlo anche per quello.
      Davanti a quella vetrinetta e a quel gelato blu ci passo spesso. Mia figlia mi ha chiesto di comprarglielo, una settimana fa. E anche se ho prudentemente virato verso un gusto più umano, pensavo al putiferio scatenato da quello scatto.

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  55. Purtroppo è tutto vero, io personalmente continuo a usarlo più che altro per tenermi in contatto con chi non riesco a vedere, ma devo subirmi ogni volta puttanate varie e soprattutto centinaia di migliaia di selfie con tanto di magnum alla Zoolander.

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  56. Ok, aggiungo un'altra cosa poi la smetto.
    Ma il tema e' molto delicato.
    Ritengo che FB venga utilizzato negli altri paesi come e qui da noi, se non di piu'.
    Ma negli altri paesi i ragazzi fanno anche altro. Frequentano biblioteche, librerie. Leggono (appunto), si informano, si fanno una cultura e un opinione delle cose che accadono e che li circondano.
    Qui in Italia gia' da un ventennio si denota un imbarbarimento dei costumi e delle persone.
    E i social sono per molti l'unico mezzo di contatto col mondo esterno.
    Come lo era la televisione.
    Ci sono persone che non leggono nemmeno le testate dei giornali. E che poi scrivono su FB che leggere e' da sfigati e da frustrati. Da saccenti che pensano di saperla piu' lunga degli altri.
    E che conta la vita vera, che e' la miglior palestra.
    Vero. Basta intendersi sul significato di vita vera. Se per questi signori la vita vera significa stare su una tastiera a digitare cosi simili...ok, gente. Fermiamoci e parliamone perche' qui si e' tralasciato qualcosa e si e' andati fuori strada.
    E' preoccupante, questa cosa. Pensare che la cultura e l'educazione siano un orpello inutile di cui si possa fare benissimo a meno.
    Non imparare ne' informarsi piu' su di nulla. Quel che so (o penso di sapere) basta e avanza.
    Assurdo.
    Mi sembra di sentire il discorso del contadino di cinquant'anni fa che intima al maestro di scuola di piantarla di infilare in testa a suo figlio tutte quelle scemenze sullo studio perche' tanto loro lavorano la terra, i libri non servono, sono solo un'altra invenzione dei ricchi per metterla in quel posto ai poveracci.
    Come si puo' ragionare, con persone cosi'?
    Bisogna provarci comunque.
    In un panorama culturale come il nostro i social hanno dato il colpo di grazia.
    Per me una persona dotata di un minimo di cognizione di causa, dopo in po', finisce con l'abbandonarli spontaneamente. Perche' si rende conto della loro superficialita'.
    Come dicevi tu, Doc...sono sterili. Offrono solo idee predigerite e rigurgitate.
    Sempre la stessa roba che circola all'infinito.

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  57. La totale assenza di una qualsiasi forma di privacy.

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  58. 8 motivi, ma si potrebbe tranquillamente arrivare ad 80..
    Personalmente il mondo dei social non mi piace, non mi serve e non lo uso.

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  59. Più che un post mi sembra una pagina del vangelo, nel senso che tutto ciò che è stato scritto è assolutamente incontestabile, sia per lo stile sia per il contenuto.
    Il post è una analisi certosina che andrebbe letta e riletta diverse volte, giusto per farci capire come e dove siamo arrivati e come ci siamo involuti. Quelli che si vantano di non essere su fb o di non usarlo quasi mai, mi sembrano gli stessi che durante il governo di Berlusconi dicevano: "ma chi l'ha votato? io no di certo".

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    1. Scusate ma il commento precedente non volevo inserirlo da anonimo

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  60. Mi sono iscritto a facebook credo nel 2010 e ho mollato 2 anni fa e non me ne pento. All'inizio era tutto un ritrovare conoscenti, parenti, amici ecc ecc, e poi alla fine ho capito che c'era un motivo se avevamo perso i contatti. Ultimamente poi era solo post di finta denuncia o meme, e quando provavo a ribattere usando un po' di critica era una valanga di insulti e/o frasi sconnesse in un italiano che mi faceva sanguinare gli occhi. Prima di cancellarmi, nell'ultimo periodo, avevo cominciato a cancellare amicizie tenendo solo quelle con cui sarei andato volentieri a prendere un caffè, ma alla fine mi sono stufato di impiegare il mio tempo e il mio cervello in informazioni di cui non mi fregava niente: se quello aveva cambiato appartamento, tutte le foto del viaggio di quell'altra, i presunti torti della gente sempre più paranoica che si esprime vagamente facendo credere che il presunto interlocutore capirà...Poi le conversazioni di persona con le amicizie che avevo tenuto erano diventate di questo genere "sai sono andato di qua""ah si l'ho visto su fb" e la cosa per me era patetica. Ora non so niente sulla vita degli altri e lo scopro quando me lo raccontano, ed è un piacere. Mi sono iscritto ad Instagram da qualche tempo perchè sto cercando di fare il fotografo amatoriale, e nonostante sia certamente meglio del facebook che ricordo ultimamente da quando sono la stessa azienda le cose sono in netto peggioramento, ma tant'è, mi serve a farmi conoscere e non lo usa praticamente nessuno dei miei amici reali, quindi seguo solo gli account professionali con gran belle foto senza farmi il sangue amaro o riempirmi il cervello di cavolate. Se posso però, la deriva di cui parliamo nel post si sta spostando su Whatsapp, e la cosa comincia a darmi sui nervi.

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  61. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  62. Ciao, mi scuso anticipatamente se nel mio commento ci saranno concetti che magari anche altri hanno espresso, ma ne ho letti una ventina, non tutti e ottantaquattro. Io utilizzo FB in modo poco social e molto "feed egoriferito": semplicemente ho messo la stellina a "mostra per primi" a tutte quelle pagine a cui sono iscritto che mi danno contenuti culturalmente interessanti (credo che ognuno sappia come fare e che ognuno abbia le proprie fonti): ogni volta che apro FB, trovo subito articoli che hanno rilievo per me, e ho solo l'imbarazzo della scelta; dopodiché metto "nascondi post come questi", appena vedo che un conoscente o una pagina pubblicano stupidaggini che mi intasano la bacheca. Se vedrete qualcuno aspettare la metro assorto nella visione dello schermo di uno smartphone, può darsi che stia semplicemente leggendo una recensione interessante su un nuovo romanzo, o un longform che parla di architettura, o chissà che altro (almeno a me piace pensarla così). Se poi andrete a sbirciare più da vicino, magari appurerete che il soggetto in questione sta scorrendo compulsivamente su FB con occhi vacui, aggiungendo "mi piace" senza che gli piaccia alcunché, e allora avrà vinto il luogo comune che porta a fare l'equazione FB=For Brainless : )

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  63. Uscito da fb da circa 4 anni, la mia qualità di vita ha fatto un balzo verso l'alto notevolissimo! (Es. aumento esponenziale di cose lette - libri, fumetti, articoli, giornali, riviste). NON sono d'accordo sul fatto che "non è il mezzo, ma come lo si usa". No: è PROPRIO "il mezzo", invece. Ma non intendo fare qui uno sproloquio inutile che leggereste in tre (forse). Quindi ognun* si tenga le proprie convinzioni, ché tanto anche grazie a fb l'opinione mia e quella di Richard Feynman (dio l'abbia in gloria) valgono uguali. Cià.

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  64. Aggiungo, o forse una specie di riassunto: in un mondo dove anche chi non ha niente da dire vuole essere ascoltato, ci si riduce anche a fare figure di melma pur di esserci. Siamo all'esaltazione della Nullità, il che è davvero preoccupante.

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  66. Bellissimo post Doc. A me dispiace moltissimo che FB abbia preso il posto di altre forme di comunicazione online, in particolare i forum di cui ormai è rimasto poco. Erano un bel modo per scambiare opinioni in modo articolato e persistente (informazioni ricercabili anche molto tempo dopo la data di pubblicazione originale), creare comunità che poi si trasformavano in amicizie reali... con FB è tutto volatile, la struttura stessa si oppone alla consultazione in ordine cronologico e ordinato. Io lo uso per lavoro avendo una attività di commercio online (di accessori e elaborazioni auto), è ottima per agganciare nuovi clienti, pubblicare nuovi prodotti... ho due profili, uno personale dove ho amici e parenti, e uno dove ho conoscenti relativi al mio lavoro (ovviamente qualcuno dei miei amici reali è collegato ad entrambi i profili perchè gli interessa l'argomento del mio lavoro). Mi accorgo di usare quello professionale decisamente di più di quello personale, che sto abbandonando poco a poco per mancanza di interesse, complici gli altoritmi che mi fanno vedere sempre la stessa solfa. Whatsapp è il male laddove ci sono gruppi in cui la gente scrive cazzate, senza contare video di dubbio gusto che appestano lo smartphone... è uno strumento utilissimo per altro per rimanere in contatto con gli amici e organizzarsi per uscite serali, viaggi, corsi... Condivido in pieno la decisione di mantenere quanto più possibile le discussioni sul blog!

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  67. Io ci lavoro intensivamente, e negli ultimi due anni mi sale spesso la nausea per quello che mi capita di leggere. Ha i suoi pro e i suoi contro, a livello personale mi piace (continuare a) usarlo come una piattaforma di microblogging, motivo per cui all'alba del 2000 e rotti erano nati questi mezzi. Però molte delle tue preoccupazioni sono anche le mie. Trovo soprattutto interessante lo scambio con Il Simbionte, che evidenzia uno dei punti chiave, l'educazione al digitale. Io ricordo che nel '97 facevo educazione al digitale nei centri sociali, nelle case di quartiere etc. Oggi servirebbe di nuovo questo, per evitare la sindrome dei nati imparati. Non appena la Creatura inizierà le elementari mi proporrò come formatore a scuola su questi temi (alla materna mi sembra prematuro, anche se YouTube è già un media di riferimento, che devo sorvegliare attentamente per evitare le merdate tipo 2 ore di unboxing di ovetti kinder e psichedelia varia). E servirebbe a livello pervasivo, per bambini e anziani, anche solo per fargli capire le denunce che si potrebbero beccare. Dove lavoro siamo in 300 e almeno a tutti questi colleghi il corso di netiquette/privacy/social cazzivary gliel'ho tenuto. Una goccia nell'oceano, però.

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  68. Alle medie mi hanno fatto studiare educazione civica.
    Ecco, oggi ci vorrebbe un po' di studio della netiquette su Internet, perché quello è il problema di fondo.
    Riguardo il resto, io credo di essere fatto male, perché mi vergogno a chiedere l'amicizia ad una persona che non conosco bene.
    Facebook lo uso come aggregatore di notizie, articoli, pagine e blog.
    Non scaglio il dito contro le cummari e le spammatrici/spammatori di gatti e buongiornissimo caffé.
    Alla fine mi pare non facciano nulla di male e niente di peggio di quello che molti influencer fanno ogni giorno su Igtv o nelle Stories di Instagram.

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  69. Articolo interessante e simpatico, come sempre. Solo per il “buongiorno” degli over 60 con gatti rosa luccicanti ti meriteresti una medaglia!
    Con FB ho fatto in and out un sacco di volte. Mi davano sui nervi il 90% dei post. Poi ho imparato ad usarlo: tolto chi mi dava fastidio, messo in pausa chi sfracella in zona elezioni, cercato qua e la pagine ritenute intetessanti. Ogni tanto entra un “comico”, ogni tanto uno se ne va. Si può vivere bene anche con FB! E adoro Instagram, dove ho scoperto milleemigliaia di persone che disegnano per il piacere di farlo. Il bello dei social è che si può annientate il fastidioso brusio con un click. E si segue chi si vuole, voglio dire... ho una bella lista di knock knock alla mia porta che son li ad ad aspettare da anni, siamo sopravvissuti tutti, se ci si incontra per strada ci si parla.
    Vedo però più persone che leggono i libri in metro, intendo più degli ultimi tempi. E di sera i locali qui intorno sono pieni, e le persone non mi sembrano così incollate allo schermo... insomma, forse il peggio è passato e si notano di più le scimmie urlatrici perchè intorno è tornata la civiltà.
    Forse.

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  70. Questo paragone mi piace tantissimo, ti faccio i miei complimenti.

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  71. Considerazioni che capitano a fagiuolo, proprio qualche giorno fa ho disattivato l'account aperto millenni fa per crearne uno nuovo, selettivo al massimo. Seguo l'Antro, alcuni disegnatori/illustratori, ho una decina di amicizie di qualità garantita (e nessun amico reale: potete settare le notifiche nel modo più restrittivo possibile, ma finirete con l'imbattervi, per vie traverse, in situazioni quali "Il tuo amico d'infanzia ha messo like alla pagina 'Affondateli tutti' /complottista pluristellato a caso, scoprendo davvero cosa sia l'amarezza). Nel fiorire incontrollato di camere di risonanza, in cui l'unica cosa a risuonare è l'odio immotivato per qualsiasi cosa, se permettete, mi creo io un giardinetto piccolo ma curato. Se non permettete, pazienza.
    Non lo abbandono del tutto perché, effettivamente, alcuni autori si sono impigriti: prima curavano i loro blog personali, ora li devi solo beccare sul social che prediligono. Non è una critica alle loro scelte, ovviamente non devono dare conto a nessuno: è un dato di fatto, ciascuno alla fine finisce col curare di più una determinata piattaforma rispetto alle altre e, probabilmente, FB è il posto più veloce in cui postare e generare commenti.
    Nella quasi totalità dei casi, però, i post articolati e sentiti nascono in spazi più "personali", se vogliamo definirli così.

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  72. Doc... complimenti per il post!
    Hai praticamente trascritto il mio pensiero, dal fatto che nessuno si diverte più (ma semplicemente MOSTRA di divertirsi) fino alla consapevolezza di essere tutti degli zombie, degradati a condividere fake news e meme idioti copiati chissà da chi. Io Facebook l’ho usato da anni ma finalmente ho deciso di liberarmene, ottenendo in cambio ore (!!!) quotidiane di tempo libero ma soprattutto la LIBERTÀ di non accettare amicizie solo per etica lavorativa, non più schiavo del MI PIACE forzato e senza più teovarmi continuamente davanti agli occhi foto e stati di “amici” che per strada, alla fine, nemmeno mi salutano.

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  73. Ormail FB lo uso solo per vedere quello che postavo gli anni addietro e ce per qualche interesse personale, ma rimpiango il vecchio Maciste e la sua Community, che come quella Antristiica ti faceva sempre ridere e pensare.

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    1. Guarda, ho lasciato facebook nell'ormai lontano 2011 dopo essere stato bannato dal gruppo nocensura perché denunciavo le loro fake news. Con molta serenità ammetto che la qualità della mia vita è aumentata, nonostante io sia uno che vive molto lontano dai suoi amici.
      L'ho sostituito con estrema soddisfazione con Whatsapp

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  75. Recentemente ho disinsrallato l’app di FB dallo smartphone... scelta difficile, in quanto per lavoro mi occupo di comunicazione. Ormai era nausea allo stato puro. Da anni ho tolto dal feed tutti gli “esseri umani” al fine di seguire solo le pagine relative alle mie piccole passioni ed altre che seguo per questioni professionali. La cosa, nonostante i miei tentativi di autodifesa, è divenuta impossibile, inutile e frustrante. Non commento mai nulla, detesto la bagarre da tastiera. Solo odio, astio, rabbia repressa a 360 gradi, ovunque. Anche in una innocua pagina dedicata al retrogaming, prepotenza e politica becera ogni due per tre. “Beceri populisti, fascisti, ingnoranti e razzisti” da una parte, “pidioti portatori della Luce, buonisti, ipocriti e radical chic” dall’altra.

    Fino a qui sorvolavo e basta, riuscendo a gestire lo schifo e concentrandomi sulle “mie cose”, tra un rumor su un nuovo set Lego di Star Wars e le splendide foto pubblicate da un amico urban expolrer. Poi FB comincia a chiudere pagine su pagine, per questa o quella posizione sgradita non si sa bene a chi. Un segnale dannatamente inquietante. Allora sai cosa c’è? Addio & vaffancuore, fate il vostro business senza i miei clic, per quanto poco (/nulla) valgano.

    Beh, la scelta di è rivelata vincente, faccia-libro non mi manca affatto.

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  76. Iscritto nel 2007 circa, ho fatto pausa per diversi anni in quanto mi sembrava di perder tempo a farmi gli affari altrui. Dopo essermi cancellato (o perlomeno così credevo), per un link a foto inviatomi da un collaboratore ho involontariamente riaperto il mio profilo, scoprendo o tutto quello che era successo nel tempo e come si era evoluto l’andazzo, capendo come mai si verificavano certi comportamenti nella vita vera.
    Non posso che darti ragione su tutto Doc.
    Ora tengo Facebook per capire su quali tematiche sia strutturato il pensiero comune, per chi come me lavora nel b2b è importante, di solito si parla con persone un minimo a posto ma spesso si ha a che fare con scimmie terminatrici e conoscerle (e conoscere il pensiero dell’uomo di strada) aiuta a sopravvivere.
    Detto questo, previsioni per un futuro roseo... non pervenute.

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  77. Anche se il mio parere non interessa a nessuno (postulato dal teorema che esponi sulla fruizione dei commenti ai post, ma sull'Antro è diverso), come spesso accade la penso esattamente come il Doc. Facebook ho cominciato ad usarlo una decina di anni fa, principalmente per farmi gli affari di qualche mia ex o di qualche compagno delle superiori che mi stava sul pazzo, sperando egoisticamente che se la passasse peggio di quanto me la passavo io. Poi dopo aver capito quanto fosse cretina la cosa e triste la mia vita ho perso interesse, eventualmente utilizzandolo come serbatoio per i ricordi giovanili (prima di scoprire e vendere l'anima all'Antro). Per un periodo di tempo lo abbiamo anche utilizzato per le convocazioni alle partite, ma poi non lo utilizzavano tutti ed è arrivato WhatsApp.

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  78. Bah, fino a quando era la novità tutti riccorrevano al social FaceBook incuranti di certi allarmi già evidenti nella società, ora dopo anni che si sono create sindrome da social, dipendenza di ogni tipo si cerca invano di evadere dal carcere del social quasi inutilemte.
    Fanno bene chi non ha ceduto al suo fascino, ha fatto bene chi lo uso con parsimonia.
    L'uomo è vanitoso e il social ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, vincendo.

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  79. Ok. E' vero. Ma a volte è divertente. Mai abusarne comunque. Il film di Fincher, che adoro non solo per la colonna sonora, è illuminante a riguardo... usciamo da MatrixFB... ci provo ma ormai... https://www.youtube.com/watch?v=IRmE2AiabUY

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  80. Facebook si trasforma a seconda dell'utente, delle sue passioni e delle sue conoscenze.
    Se il vostro Facebook fa schifo siete voi che l'avete reso tale. Frequentando gruppi di pessima qualità. accettando "amici" di dubbio gusto ecc.
    Come nella vita!

    Io se sto parlando con qualcuno e quel qualcuno interrompe la conversazione per una telefonata senza neanche dirmi "scusa", senza neanche fare un gesto di attesa, ignorandomi improvvisamente, io semplicemente me ne vado con un sarcastico gesto di saluto. E difficilmente gli riparlo se non costretto.

    Su Facebook è lo stesso. Ogni tanto andate a ravanare tra le pagine degli amici...troverete un mucchio di pagine di soli post stupidi o razzisti o politici (ricordiamoci che alcuni partiti oggi fanno propaganda principalmente sui social). Toglieteli! Fate selezione! E Facebook può tornare ad essere simpatico e utile. Io ci ho trovato anche vari lavoretti negli anni...per un eterno disoccupato non è male.

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  81. Facebook lo uso solo per gli acquisti di retrogaming, e perché ogni tanto questa applicazione o quel videogioco ti chiede il collegamento per sbloccare qualcosa.
    FINE
    Mi fa orrore tutto il resto, con i selfie in cima alla lista.

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  82. Rispondo fuori tempo massimo.
    Facebook era nato come un'idea interessante, fresca ed originale, per riagganciare i rapporti con persone che non si vedevano da un po' di tempo.
    Nel mio caso fece anche presto a fallire perché, come molti comici dissero tempo fa, "se hai perso i contatti con qualcuno ci sarà pure un motivo".
    Con gli anni si è trasformato in qualcosa di... boh, di diverso. Quando ancora lo bazzicavo mi ricordo che il sistema ti suggeriva di accettare richieste di amicizia solo da persone che conosci. Adesso so che in molti lo usano per rimorchiare (COME non ne ho idea).
    Lo abbandonai. Ne facevo un uso abbastanza limitato, a volte rispondevo a qualche mio amico sotto un suo post pubblico e spuntavano persone (che non conoscevo) a contestare quello che avevo scritto. Feci una battuta che non ricordo ad un mio amico, spuntò dal nulla la di lui cugina sbraitando che avevo offeso non so quale minoranza e minacciò di denunciarmi, a quel punto me ne andai. Molto tempo dopo provai Twitter per un po'. Molto meglio, ma alla fine pure quello era diventato uno stress più che un divertimento/valvola di sfogo. Peraltro, siccome la quasi totalità delle persone che leggevo erano nervose, frustrate e arrabbiate con la vita, ripensando alla famosa barzelletta del tizio in contromano in autostrada che si chiede come mai vadano TUTTI in contromano, mi chiesi se il problema non fossi io.
    Massimo rispetto per chi come te è costretto ad usarlo. A parte gli aggiornamenti di persone che seguo (come l'Antro ed altri) per me era diventato meno divertente che lavorare.

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  83. Ciao Doc! che dire, articolo giustissimo ed interessantissimo, e difficilmente non ci si può trovare d'accordo. Essendo uno dei primi della mia classe di liceo ad usare facebook, ho visto l'incredibile evoluzione di questo social, evoluzione che sta portando allo spegnimento dello stesso. L'utilità di iscriversi ed accedere alle cose "con il tuo account facebook" penso sia la cosa più utile rimasta. Io non posso non dire che lo utilizzo, ho la mia cerchia di pagine che raggiungo attraverso facebook, un paio di gruppi interessanti (i moderni forum, anche perchè non riesco minimamente a starci su reddit) e qualche pagina di meme di buona qualità (oznerol per dirne una), anche perchè molti miei coetanei non lo usano quasi più. Per molte cose, a livello di articoli, preferisco un linkedin, e a livello di "social" instagram, la deriva che ha preso facebook è sotto gli occhi di tutti, i giovani l'hanno abbandonata, più difficile sarà per i 50enni ingazzosi del webbe. Vedremo, intanto lascio un cuoricino

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  84. In buona parte sono cose che penso anche io...c'è da dire che vivendo nella "grande provincia italiana" forse almeno in parte il fenomeno non è così marcato come nei centri più al passo coi tempi.
    Sono convinto che questo tipo di comunicazione funzioni tanto da aver coinvolto sia decenni che cinquantenni per un motivo molto semplice...è semplice,è molto più facile scrivere la cosa giusta ed ottenere i like che dire la cosa giusta e ottenere un responso positivo faccia a faccia.
    Se non sai cosa scrivere basta fare un pò il curiosone,vedere cosa hanno scritto gli altri e fare lo stesso.

    L'unica cosa che mi sento dire è che forse la stoccata "politica" era evitabile,è molto in linea con quello che direbbero tanti di quelli che su facebook coi like ci mangiano a cena letteralmente.
    Si casca un pò in un arroganza tipica del "personaggio famoso" che sulla rete nell'ultimo periodo ha sempre da spendere parole per l'andamento politico del paese,si legge spesso la parola razzismo e a dirla sono personaggi che definire classisti sarebbe poco.

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    1. A chi si lamenta per le stoccate politiche rispondo, da undici anni, sempre quello che sto per rispondere anche a te: ci sono sempre state, sempre ci saranno. È un blog personale, scrivo quello che voglio, come voglio, quando voglio. In genere aggiungo anche questo: se ti dà fastidio quello che leggi, vai altrove. Ma di certo non smetto di farlo perché dà fastidio a te. Buona giornata.

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    2. è da tanto che ti seguo e di certo non lo faccio per la politica e eventuali stoccate politiche che non mi hanno mai "infastidito",semplicemente quelle 3 righe mi sono sembrate molto in linea con un certo tipo di "fauna di facebook" di cui tu stesso parlavi.

      Non c'è comunque bisogno di impuntarsi subito ed indicare la porta,che questo è il tuo blog lo sapevo ho solo espresso un opinione dopo una considerazione che sicuramente era la parte più importante del mio commento.

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    3. Non mi sono impuntato: questa è la risposta standard, da 11 anni, per chi mi scrive cose del genere. Quanto al paragone con la fauna da facebook, e sorvolando sul quanto sia offensivo, hai un concetto di linea molto curvo, lasciatelo dire.

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    4. Mi permetto anche io di spezzare una lancia a favore del Doc. Non ne ha sicuramente bisogno, perché sa difendersi benissimo da sé, ma al di là di questo io lo seguo e lo apprezzo proprio perché è libero di scrivere ciò che pensa, che sia di videogiochi, fumetti o politica, senza costrizioni. Poi è chiaro che non si può accontentare tutti, lo diceva anche Rino Tommasi citando Arthur Ashe, però oltre ad avere questa libertà ha il merito anche di concederla a chi commenta i suoi post e questo è un grandissimo pregio, a cui forse non si dà abbastanza peso. Io considero il suo blog come quando si parla con un amico che ha le tue stesse passioni. Certo, non si può avere le stesse idee su tutto, ma si accetta anche quello su cui non si è d'accordo, tra amici è normale avere opinioni diverse sui temi più disparati.

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    5. Io sono più che altro uno spettatore silente...non ho probabilmente commentato più di 5 o 6 volte malgrado bazzico quà dentro da anni,e forse avrei dovuto tenermi per me la polemica per evitare di arrivare a questo punto.
      Mi spiace che da quello che sembra le mie parole siano state prese come un brutto attacco personale perchè non lo erano,un affermazione che secondo me è il linea che un certo tipo tipo di "utente facebook" non fa di te quel utente,ho notato questa cosa leggendo il post è l'ho fatta notare senza pensarci troppo.

      Il "corpo" del mio commento era la parte sopra a quelle 4 righe,il fatto che pure Daniele voglia "spezzare una lancia" a favore non può far altro che darmi la conferma che dal mio post trapeli un attacco personale.

      L'unica cosa che posso fare è scrivere che non era mia intenzione ne polemizzare (altrimenti avrei scritto solo quello) tanto meno finire in conflitto quella volta su 100 che scrivo.

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    6. Tranquillo Mattia, da quanto scrivi si evince che sei una persona educata e gentile, di certo non il pdf di turno o un guerriero della tastiera. Può succedere che un'opinione personale che in un altro contesto non verrebbe considerata, sia magari interpretata come un atto di accusa verso una presunta spocchia assunta dal Doc nel manifestare le sue idee. É capitato anche a me di fraintendere il post di qualche antrista, magari perché mi giravano per altri motivi, poi rileggendolo a bocce ferme ho capito che avevo travisato la cosa. In ogni caso, per accomiatarci da persone civili, quali siamo auguro a tutti lunga vita e prosperità.

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  85. Mi sembra strano che nessuno abbia citato una delle più grandi questioni: Facebook ha reso le ragazze ancora più tirofile di prima (da tirarsela). Se fino a 4 o 5 anni fa era relativamente semplice conoscere partendo da un interesse comune e combinare quanto meno qualche uscita ora è impossibile. Una ragazza carina i primi tempi aveva 200 o 300 "amici", ora una appena decente ne ha 2000 come niente e una che merita davvero ha 3 profili perché nei primi due ha superato il limite di 5mila contatti. È un fiorire di book, tutte modelle (secondo loro stesse), tutte subissate di messaggi e commenti. Morale della favola, ormai i messaggi non vengono più letti essendo a centinaia ogni giorno, in più questo amplifica l' ego a dismisura con ripercussioni nel comportamento di tutti i giorni : ho 40 richieste di amicizia e 800 messaggi al giorno, posso avere chi voglio e posso, anzi, devo fare la stronza e tirarmela. Sono tanti gli effetti negativi dei social, ma questo lo hanno già notato in tanti

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  86. Penso di avere già detto altre volte che Facebook lo visito più che altro in read-only da sloggato (subendomi quei popup fastidiosissimi che ti invitano a loggarti). Ne trovo la fruizione poco pratica anche sotto l'aspetto tecnico. Però alcuni webcomic che seguo vengono pubblicati solo lì e quindi mi tocca passarci...

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  87. "usare una tecnologia o far parte di un mondo non significa affatto accettarne in modo acritico tutte le cose che non vanno"

    Se questo ragionamento, o come lo si vuole chiamare, venire fatto/applicato da chiunque e a qualunque altra cosa staremmo appostissimo.

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  88. Una volta esisteva Internet, quello vero, quello dove sapevi che c'erano una infinità di siti da esplorare perché li si poteva apprendere qualcosa, senza cercare di venderti nulla, una volta esisteva la netiquette, quanto mi mancano quei tempi. Pensare che avevo abbracciato Facebook a piene mani, perché ero comunque su internet, ma in più conoscevo davvero le persone con cui interaggivo. Oggi mi ritrovo in quanto scrivi e se ci fosse un modo di farlo, di staccare la spina di fb per tutti, lo farei a occhi chiusi. Non mi piace quello che leggo né quello che mi viene mistrato e sono impotente davanti a tutto questo. Perché ormai è necessario esserci altrimenti si rischia di non esistere più, ormai stare su Facebook è diventato necessario e non c'è più niente di bello in questo.

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  89. Ciao Doc, se non ricordo male io scoprii il tuo blog grazie a Facebook (ironia della sorte).

    Al di là di questa insignificante considerazione iniziale, esclusa la fase del "buongiornissimo" temo (ahimè) di averle attraversate un po' tutte: affamato di like, condivisore seriale di video musicali - stati - pensieri personali - foto e, a mio parere, la più tossica di tutte: quella passiva, da "continuiamo a scorrere la home per ore".

    Insomma, dopo essermi iscritto nel lontano 2008, nel gennaio di quest'anno ho detto "basta". Non solo a Facebook, ma pure a Instagram e Twitter.
    Il motivo principale che mi ha spinto a fare questa scelta ha avuto a che fare con la fine della mia pazienza nel sopportare commenti omofobi, razzisti e violenti in generale. In più, non mi rendevo conto di passare ore vuote sui social, togliendo momenti preziosi a passatempi più intelligenti e produttivi, ma soprattutto a mia moglie e a mio figlio, nato proprio nell'anno in cui hai scritto questo post.

    Vivo meglio? Decisamente, e credo (spero) di aver argomentato adeguatamente le motivazioni che mi hanno spinto ad abbandonare il "magico" mondo dei social, che sono (sarebbero) uno strumento di confronto e discussione equilibrata (oltre al cazzeggio generalizzato), troppo spesso rovinati dall'approccio di leoni da tastiera e analfabeti che preferiscono starsene nella loro bolla (errore che ammetto di aver spesso commesso anche io), senza aprirsi a un sano scambio di opinioni con chi la pensa in modo diverso (per quanto mi riguarda, però, escludo categoricamente nazifascisti e, appunto, omofobi e razzisti da qualsiasi possibilità di confronto utile e costruttivo).

    Chiudo con un breve off - topic: sono felice di essermi iscritto a suo tempo (grazie a Faccialibro!) alla tua newsletter, non solo perché adoro il tuo stile, ma anche perché scorrere i commenti ai post che mi interessano mi ridà un po' più di fiducia nel genere umano che utilizza internet; tutte le discussioni, infatti, non scadono mai nella cloaca dell'insulto, e per me è stato come trovare una specie di oasi benefica. Complimenti a te, agli utenti e buon lavoro! Daniele

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  90. A me ha rotto anche l'algoritmo che solitamente prende delle cantonate micidiali, per lui non esiste sarcasmo, l’ironia è un concetto astratto, la battuta una serie di parole infilate una dietro l’altra dal significato non comprensibile... e per una cavolata ti ritrovi bannato per 30 giorni...

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