Il natale antristico del duemilaetredici

Per parlare del Natale, potresti semplicemente riciclare il post dell'anno scorso, ché non ti era venuto neanche malvagio. Ma non sarebbe bello, dai: riciclare le robe a Natale, che cosa orribile, speriamo che questa idea malsana non venga mai in mente a nessuno, emoticon animata di occhiolini. Proviamo perciò a esprimere lo stesso concetto con parole garbatamente nuove, perché la verità è che il Natale, anche se non ce ne rendiamo conto, anche se uno magari non sa bene se crederci, anche se ormai è Natale dai primi di ottobre e tra un po' luminarie e pubblicità mottamelegattibauli te le fanno partire quando è ancora estate, torni dal mare e adesso è Natale!, bambini che ballano in TV col pandoro in mano, anche se i regali da comprare al parentado dribblando tutta una serie di paletti e di veti incrociati frantumerebbero l'apparato riproduttivo pure di Giobbe, il Natale non è una semplice festa religiosoconsumistica. È un essere vivente sufficientemente autonomo, automunito; un ordigno che ci portiamo dentro, pronto a detonare in un tripudio di miccette al napalmariomerolo quando meno te l'aspetti [...]

Il tuo quando meno te l'aspetti di quest'anno è stato ieri sera, in zona cesarinbabbonatalini, mentre tornavi in macchina da una cena con vecchi amici. Fermo a un semaforo, hai fissato le luci sghembe sopra un negozio di frutta, di quelle luci sghembe vintage, infrattate nel pungitopo finto e con qualche lettera della frase buon Natale che non si accende bene. E bàm, rosebud: ti aveva fregato un'altra volta. Con i suoi ricordi di regali bellissimi e bruttissimi, di messe di mezzanotte in cui cercavi di resistere disperatamente all'abbiocco, di piccoli momenti in cui - ah! La gioventude! - pensavi che tutti, almeno per una sera, si travestissero da versione migliore di se medesimi. Ché tipo pure Marinapernascò smettesse per qualche ora di essere malvagia, per dire. 

Da Marvel Holiday Special 2005: con la scusa del vischio, Iron Man si limona la Donna Ragno. Chiamalo scemo. Ora starete magari pensando che Capitan America, uomo letteralmente d'altri tempi, assista alla scena piuttosto indispettito, giusto?

Il Natale, oltre che la festa religiosoconsumistica di cui sopra, prima dei servizi disassemblamaroni e ringraziaCiccio dei TG sul fatto che a Natale la gente vuole i telefonini, intrappolati nell'ambra del sempreuguale dai tempi delle prime trasmissioni EIAR, prima della 726esima replica di Una poltrona per due, è il portato di tutti i Natali precedenti, la somma a valanga, il katamari via via più ginormous di quei trentacinque e più Natali di cui hai memoria. È un altro anno che se ne va e il piccolo magone che cresce in proporzione quando ci pensi, è la voglia che nulla cambi e che le persone che ti rendono felice di rispondere presente! all'appello quotidiano del mondo siano sempre lì con te, a farti felice uguale finché quei Natali saprai contarli e avrai modo di lamentarti per le pubblicità a ottobre e per quella dannata canzoncina di Maramaia Carey. 

Wrong!

E siccome da un po', nell'elenco di privilegiati che contribuiscono a questa cosa di renderti contento siete entrati pure voialtri debosciati, ora arriva il punto in cui dovresti dire che vi si vuol bene, ecco. Ma un apprendista bassista carismatico certe cose non le dice. Laggiù, appoggiato al muro e con le braccia conserte, mentre gli altri scartano i regali, vi farà solo un cenno con la testa e un mezzo sorriso. Quel mezzo sorriso vuol dire Buon Natale a tutti, Antro. Oppure: manoooo un'altra cravatta regimental, grazie tante, eghe. Una delle due.