Quattro storie tristi (perché "non è giusto" è una bella frase del cazzo)

Disclaimer: oggi ti sei svegliato così. Saranno stati i Cure alle sei meno un quarto, vallo a sapere. Fatto sta che non ti va di scrivere le solite poottanate: oggi si parla di cose che ti toccano dentro anche senza esser steso su un tavolo operatorio. Di nodi alla gola, di ingiustizia, di Dio, di storie tristi. Molto tristi. Per le robe di ridere, le torte in faccia, i LOL, citofonare domani mattina. Se non siete dell'umore giusto, perciò, lasciate perdere. Davvero […]
Negli ultimi anni credi di aver pianto solOGNI SINGOLA VOLTA che rivedi sul tubo QUEL video. Però, in oltre un terzo di secolo passato a cercare di capire perché facciamo le cose, hai accumulato dei ricordi in grado, appena riaffiorano, di bucarti tutte e quattro le gomme. Pur non essendo minimamente collegati a te, alla tua famiglia, al tuo giro di amicizie in senso stretto. Perché? Perché erano, sono, saranno finché campi delle polaroid dell'ingiustizia che fa girare il mondo quanto e più dell'analcolico biondo. Del fatto che hai voglia aggrapparti alla religione, al karma, alla giustizia ontologica e a quegli altri pannicelli caldi che ci piazziamo in fronte da duecentomila anni perché altrimenti uno si ferma e pensa che a un certo punto muore, e gli muore anche tutto ciò che ha intorno, e a quelli che vengono dopo a loro sai che gli frega. L'ingiustizia. Però quella vera, quella che prima ti mette sottosopra lo stomaco, poi ti sorride e ti dice Ciccio, non puoi farci un cazzo, stacci.

1981
La prima A della scuola elementare "di cui non ti ricordi il nome" di Quattromiglia è infilata nei freddi, vecchi stanzoni con le finestre alte di un edificio comunale adiacente la Chiesa. Muri di mattoni enormi da piramide di Giza, crocefissi e foto di Pertini ovunque. La maestra è una donna anziana e austera come solo le maestre di un tempo, con un'auto di dieci anni prima dal colore impossibile. Tra i tuoi compagni, tutte mele rotolate giù dall'albero della mediobassa borghesia che i primi anni 80 servivano da quelle parti, c'è un ragazzino che chiameremo Piero. Aveva un volto spigoloso, Piero che non si chiamava Piero. Il tono di voce timido di chi ha sempre paura di essere fuori posto, di dire la cosa sbagliata, e gli piacevano le stesse cose che piacevano a te e a tutti gli altri. Solo che lui era nato in una famiglia poverissima. La madre non era molto presente a se stessa, il padre non si sapeva che fine avesse fatto, lui e i suoi fratelli tiravano avanti vivendo alla giornata. Sopravvivendo alla giornata. Aveva un solo quaderno, Piero che non si chiamava Piero. Un quaderno tutto sgualcito di quelli con le costellazioni sulla copertina un po' ruvida, non plastificata, che facevano i segnetti bianchi vicino agli angoli. Non era un quaderno con le righe da prima elementare, ma lui ci faceva tutto: da una parte scriveva le prime lettere, dall'altra anche senza i quadretti ci faceva addizioni e sottrazioni. O almeno ci provava. La maestra lo riprendeva in continuazione per questo fatto del quaderno unico. E l'ordine, e la precisione, e sono cose importanti, e cos'è questa sciatteria, e non impari mai, e che ti credi. Detto a un bambino che non sapeva SE avrebbe mangiato quella sera. Non cosa: se. Il momento in cui, a fine anno, hai scoperto che quella vecchia stronza avrebbe bocciato Piero è ancora un ricordo vivissimo che ti porti dentro. Si giustificava con le colleghe in corridoio, lei: diceva che al ragazzo mancavano le basi. Ti sei trovato a passare di lì mentre tagliavi per il bagno, hai sentito, e poi hai allungato il tuo percorso: sei uscito fuori in cortile. Ti sei seduto sul muretto delle figu, e hai capito nel modo peggiore a sei anni il significato delle parole classismo, bastardaggine, ingiustizia. Cinque minuti dopo sei tornato in classe con due palline da ping pong rosse al posto degli occhi. Piero stava parlando con il suo compagno di banco. Sorrideva.

1990
In una delle case popolari che cingevano sul lato est il tuo quartiere viveva un'altra famiglia sfortunata. Il padre aveva un banchetto della frutta abusivo e faceva mille altri lavori per sostenere una nidiata impressionante di figli. Lottava,
questo ometto di bassa statura e con lo sguardo alto, che salutava sempre tutti in modo educato. Lottava, giorno dopo giorno, prima che un qualche male se lo portasse via ancora relativamente giovane. Lottava, e glielo leggevi in faccia quel Cazzo, non mi arrendo, per mandare avanti una famiglia sfortunata ma dignitosa, perché la dignità non mancava loro affatto. A differenza di tutto il resto, a cominciare dalla salute. Il più piccolo della famiglia era nato con gli organi al posto sbagliato. Non sapevi di preciso quali o come, a causa di quale patologia, ma aveva subìto già un numero incredibile di interventi per un bambino dei suoi anni. Nel primo pomeriggio il ragazzino lo trovavi di solito che gironzolava per il quartiere e un giorno lo incroci mentre stai andando a fare la spesa per casa, per alzarti un po' di cresta sul resto e comprarci i fumetti. Sta chiedendo qualche spicciolo alla gente che esce dal supermercato per comprarsi un panino, e la cosa stupisce te, ma soprattutto stupisce suo padre. Avvisato da qualcuno, arriva di corsa pochi istanti dopo. Tutto trafelato, con la disperazione negli occhi, neanche avessero sorpreso il piccolo a rubare in una gioielleria. Dice qualcosa al figlio, lo manda a casa, abbassa la testa. E rimane lì così, a guardarsi i piedi, con gli occhi vuoti della disperazione. Sconfitto. Pensi che qualunque cosa tu possa dire o fare sarebbe quella sbagliata, perciò fai finta di niente e prendi il carrello, mentre una morsa ti serra la gola.

2002
L'anno a cavallo tra l'estate del 2001 e quella del 2002 è stato probabilmente l'unico in cui tu abbia fatto qualcosa di utile in vita tua. Prigioniero di una serie di auto scassatissime con il simbolo del comune su una fiancata, una più disastrata dell'altra, porti in giro bambini con problemi. A scuola, a far terapia, in piscina, in vari istituti sulle colline tutto intorno alla città. Cose così, avanti e indietro tutto il giorno. Con voi dovrebbe esserci sempre un assistente sociale, ma quelli sono quasi tutti dei tizi a cui il comune ha rifilato un lavoro finto per voto di scambio, non si vedono mai, e quei pochi che si vedono scoppiano appresso a tremila assistiti, i poveri cristi. Il che significa che quando nella Panda nera dal motore esploso, nella Punto diesel che non si spegne magicamente neanche sfilando le chiavi dal quadro, o nel 126 con assetto ribassato da gara e motore Ferrari non sei solo con i ragazzini - in quel caso andava fortissimo il karaoke a squarciagola della sigla di Daitarn III, diremo - c'è qualche mamma che li accompagna. Quando ripeti che quei dieci mesi di Servizio Civile ti hanno cambiato profondamente, non lo dici per dire. Vedere la sofferenza nei bambini non è come vederla negli adulti. C'erano volte in cui tornavi a casa disintegrato da una giornata di 29, 30 ore, ma non riuscivi comunque a dormire. Un giorno però stavi sfrecciando con la Panda nera, quella che se superavi i sessanta all'ora tremava tutta, sulla variante Apreda: percorso alternativo da te ideato triangolando distanze, tempi di percorrenza e durata dei semafori, e in grado di limare quei cinque, addirittura sei minuti sulla tabella di marcia ufficiale. Uno dei bambini ha un qualche tipo di handicap cognitivo che non conosci. Nessuno a te dice niente, tu sei "il militare che guida". Ha gli occhioni azzurri e parla poco, in compenso la madre che l'accompagna parla per due. No, per tre. Dal sedile posteriore questa signora magrissima che vive in campagna ti racconta dei programmi televisivi e le ultime del gossip e i progressi del suo giardinaggio, e te un po' l'ascolti e un po' no, perché devi guidare e non puoi distrarti, ma anche perché oh, senti. "Ma', perché io non sono come gli altri a scuola?", chiede all'improvviso il figlio. E lo chiede con il tono di voce di chi ancora a quell'età pensa che una risposta della mamma possa rimettere tutto a posto. Qualunque cosa stesse dicendo la madre, le muore in gola. Singhiozza, mentre accarezza la testolina bionda del figlio. Tu fissi la strada. Sei quello che guida: guida e basta. Se esiste un dio, pensi, si è dimenticato di noi da molto tempo.

2004
Sei in un paesino di montagna. Sali su un vecchio autobus con un amico, che è nato lì e lì passa un po' delle vacanze. Sui posti di fronte è allineata una famiglia di quattro persone. Sorridono tutti. Ti guardano, e sorridono. Controlli se hai qualcosa che non va sulla maglia, ma facendo il vago il tuo amico ti sussurra che Non ti ricordi il nome e Non ti ricordi il nome sono due persone, come dire?, molto semplici. Però si amavano e anche se nessuno voleva si sono sposati, e hanno avuto questi due figli. Per metà paese era una follia, era "mettere al mondo altri infelici", per la parte restante era amore, era bello, erano pure cazzi loro. La seconda tesi ti piace ovviamente di più, e sorridi anche te. Poi però succede. Salgono due ragazzotti buzzurri, di quelli che si vestono da rapper anche se abitano in un paesino di montagna. Si siedono poco dietro e cominciano a chiamare i quattro "la famiglia dei pazzi". Non si fermano lì. Come fanno sempre i predatori, prendono di mira il più piccolo. Cosa ridi, scemo?, gli dicono. Non ridere che non capisci un cazzo. Ma quello capisce e inizia a piangere. Il padre lo stringe sotto il braccio e gli dice, e sono le sue esatte parole, non le dimenticherai mai: "Lasciali perdere. Sono degli scemi, loro non capiscono niente". E non è solo il fatto che lo dice, ma come lo dice. Il bambino si calma, il padre fissa il vuoto davanti a sé alle tue spalle, e c'ha quello sguardo. La dignità, di nuovo. Che non è una cosa che devono darti gli altri, un bollino chiquita di accettabilità sociale, bravo, sei conforme agli standard, vai, eccoti la tua dignità. O ce l'hai o non ce l'hai. E quell'uomo a cui non volevano far sposare la donna che amava perché era scemo, che non doveva fare figli perché era scemo, che non poteva andarsene in giro a mangiare un gelato con la famiglia in santa pace senza che gli dessero dello scemo, di dignità porca puttana ne aveva a pacchi. Solo che uno dei due stronzi, dei due MC Pistola con i jeans larghissimi, continua. E si sente in diritto di farlo, e nessuno fa niente, nessuno gli dice che non è giusto, che è tutto sbagliato. Hai sentito abbastanza: ti alzi, incazzato come un toro, per andare a dire a quel coglione che la deve finire o, tipo, lo uccidi a furia di cinquine. Mentre copri quei due, tre metri, senti però rompersi qualcosa dentro e hai all'improvviso lo sguardo annebbiato. Ma cosa dia…?, ti chiedi. Stai piangendo.

Dice: perché ci hai raccontato tutto questo? Perché succede che a volte, spesso, quasi sempre, quando ti lasci trascinare via dalla corrente della fiumara Sconforto, quando ti senti uno straccio, quando pensi che le cose vadano male e il mondo ce l'abbia con te, che sia tutto uno schifo, che non sia GIUSTO, per la peggiore delle cazzate, esattamente come questa mattina, ti vengono in mente queste quattro storie. E allora ti senti uno stronzo, un povero stronzo che in trentasei anni non ha ancora capito niente.
Il tuo compagno di classe di prima elementare, Piero che non si chiama Piero, l'hai rivisto tempo fa. Lavora in un supermercato del tuo vecchio quartiere. Aveva la stessa faccia spigolosa di sempre, pensavi non ti riconoscesse, e invece quando è venuto il tuo turno al bancone ti ha sorriso. Uè, Ale! Ti ricordi di me?, ti ha detto. Eccome, avresti voluto rispondergli. Sempre.


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Commenti

  1. Grazie Doc, non ho fatto le tue stesse esperienze ma d'ora in poi mi terrò a mente queste quattro storie. E magari le faccio anche leggere ad altri.

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  2. Cercare le parole per commentare questo post è difficile, è difficile anche non sembrare banali e retorici, ma sento che và fatto,Doc.

    Dirò solo che certi attimi,certe scene di profonda dignità e compassione, valgono più di mille lezioni spiegate e rispiegate.

    Dalla parte di chi,ogni mattina, deve fare i conti con la realtà

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  3. è un annetto abbondante che ti seguo e voglio dirtelo...senza nulla togliere alle tue stralunate recensioni ed ai tuoi articoli pieni di intelligente e genuino sarcasmo, questo è il post più bello di sempre...non ti conosco e forse la cosa rimarrà così, limitata alle mie quotidiane visite al tuo blog o a qualche appunto sulle pagine di facebook...in ogni caso sono sempre più convinto che tu sia una persona veramente valida....un saluto Ale...

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  4. Grazie per il post, Doc.
    Mi sei stato di grande ispirazione.

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  5. Molte, troppe volte, assistiamo e viviamo cose che ci fanno perdere qualcosa..
    Io non dimenticherò mai la quarta elementare; come tante, la classe piena di femminucce composte (e antipatiche) e maschietti scatenati; uno dei pochi che era buono, gentile e non prendeva in giro "le bambine" se l'è portato via la leucemia, così, in un lampo, dopo avergli fatto perdere i capelli. Ma lui sorrideva sempre e indossava con fierezza un cappellino.
    Forse è più facile pensare che il mondo sia governato dal caos, perchè, con tutto quello di triste e ingiusto che succede, pensare che esista un destino o altro che guida tutto è un pò sconcertante..

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  6. e cose scrisse Samuel Coleridege nella "Ballata del vecchio marinaio" se ne andò più triste ma più saggio.
    grazie Doc

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  7. avevi avvisato che se non sei dell umore giusto di non leggere...
    sei riuscito a farmi piangere,troppa è la tristezza che ci circonda e che spesso riusciamo a non vedere.

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  8. Caspitone,Doc.Vai di meglio parecchio,in prosa,quando non usi il registro comico.Mizzega se vai meglio.
    Io di quei quattro episodi ne ho un po' di piu',a farmi compagnia mentre guardiamo sorgere il sole.Vorrei poterli descrivere senza sequele di bestemmioni.Come te.
    DAJE.DAJE TUTTI.

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  9. Doc. arrivato a metà post ho fatto un pò fatica a mettere a fuoco le parole, con gli occhi lucidi in effetti fatico a leggere.
    Fatico anche a trovare le giuste parole per dire che hai ragione su tutto e di situazioni simili ne ho viste molte, qualcuna l'ho vissuta più da vicino.
    A volte la vita fa veramente schifo ma bisogna stringere i denti e andare avanti. Tanta stima Doc.!!

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  10. Se tu queste storie le avessi lette in pubblico, caro Doc, ti saresti meritato una standing ovation di quelle veramente belle. Perché queste storie sono come delle frecce che arrivano dritto al cuore.
    Mi sono sentito molto identificato con la storia del tuo compagno di banco Piero "che non si chiamava Piero", perché io in pratica ho vissuto la stessa situazione. Ancora oggi, a quasi 28 anni, non riesco a spiegarmi il perché di quei comportamenti da parte delle maestre...cosa vuoi capire a 6 anni di tutto il terrorismo psicologico che facevano? Fatto sta che poi ho cambiato classe e l'incubo è finito.
    Riguardo al Servizio Civile, io posso dire che è vero: "quelli sono quasi tutti dei tizi a cui il comune ha rifilato un lavoro finto per voto di scambio, non si vedono mai, e quei pochi che si vedono scoppiano appresso a tremila assistiti"...è vero, e molte volte fanno dei progetti che nemmeno si avvicinano agli obiettivi del Servizio Civile stesso (poi te ne parlerò).
    Eh sì...siamo tutti boni a dire "non è giusto", ma chi veramente delinea la differenza è chi passa alle azioni.

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  11. è anche per farmi un cazzo di pianto che leggo questo blog, ogni tanto. prese le avvertenze e tutto. grazie per aver condiviso con noi queste storie.

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  12. Il post più ispirato di sempre. Che "botta"

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  13. Ciao Doc, mai commentato prima, solo per dirti che ti stimo molto anche se mi fai piangere alle 2 e mezza di notte.

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  14. Mi hai scatenato una fiumana di ricordi antichissimi e da cazzottone nello stomaco.
    Come la prima volta che mi presentai, in prima elementare, con gli occhiali.
    I compagni ci misero un attimo a cominciare a fare gli spiritosi.
    Prima ancora che cominciassi anche solo ad abbassare lo sguardo, arrivò la mia maestra, un donnone alto e con due spalle così, mi cinse con un braccio e disse testualmente: "anche io porto gli occhiali, a me non dite nulla?"
    Silenzio.

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  15. Ecco... cosa vuoi dire a uno che scrive così?

    Niente, gli dici "grazie".

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  16. e gli occhioni lucidi però vengono....
    perchè non is pensa che tutti noi intorno abbiamo o abbiamo avuto un piero che non si chiamava piero.
    grazie doc!

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  17. Grazie Doc per avermi fatto ricordare che non esistono soltanto i cavalieri d'oro e i Difensori. La giornata inizia con una riflessione e magari era tanto che non ne facevo una.

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  18. Brutta bestia la disabilità.

    Ed anche la povertà non scherza.

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  19. che dire di questo post? asciugo le lacrime e ci provo. Da queste poche righe traspare più verità che in centinaia di pagine stampate che si trovano in libreria. Sono storie vere, che tutti noi abbiamo vissuto in qualche modo. C'è chi, la maggior parte, volta lo sguardo dall'altra parte e fa finta di niente. C'è chi invece li trasforma in parole che vengono lette e fanno scatenare uno tsunami emotivo, e una volta che è passato, invitano a riflettere su tante cose. Specialmente su di noi. Grazie Doc.

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  20. L'ho detto su twitter, lo dico pure qua: novantadue minuti di applausi.

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  21. Hai il cuore al posto giusto, Ale.
    E non è per niente poco, di questi tempi.

    Grazie di condividerlo con noi.

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  22. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  23. Giù la testa e combattere, combattere, combattere. Ogni giorno. A denti stretti. Che sfortunatamente non ci sono i supereroi che rimettono a posto le cose, quando girano storte... :/

    Ci sono solo i "SuperNOI".

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  24. mi hai fatto piangere in ufficio, strunz!

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  25. Grazie di questo post Doc...

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  26. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  27. Ciao Doc, so come ti senti, il più delle mie giornate le passo a trovare un senso a quello che mi circonda. INVANO. Potrei dirtene anche io di cose, tipo l'altro giorno che ho visto due ragazzini (sui 13 anni) prendere in giro un loro compagno DOWN (se trovo la persona che si è inventata sto epitetto lo ammazzo, DOWN...sa già in partenza di fail, quando non ècosì, lo sappiamo tutti), alla fine mi avvicino e li guardo come a dire: "lui sarà anche down, ma voi vi rendete conto di avere una mamma troia che non vi insegna a comportarvi a sto mondo?". Insomma, alla fine loro mi guardano, con fare sprezzante, quasi a volermi sfidare e allora capisco...QUESTE "PERSONE" SARANNO QUELLE CHE IN FUTURO AVRANNO IN MANO IL MONDO, SONO DELLA STESSA SPECIE DI QUELLE CHE ADESSO METTONO UN MONDO IN GINOCCHIO, PERCHE' SONO LORO FIGLI, NON PUOI FARCI NULLA. Me ne torno indietro con la consapevolezza di essere migliore e che rimmarrò sempre lo sfugato, il fallito e la persona semplice che sono e che i miei sogni sono minati da gente del genere. Poi mi giro, guardo il bimbo deriso, quello "DOWN", e gli faccio l'occhiolino. E lì scatta il momento applauso...il bimbo prende i due bulletti di merda e tira un cartone a tutti e due, poi li guarada e gli dice che è il doppio di loro due messi assieme e mi fa l'occhiolino e un sorriso. E mentre gli leggo le labbra, me ne vado felice. Stava dicendo: "E' tutto a posto, tranquillo."

    Ora, non so voi, ma ho passato una giornata stupenda dopo e ho capito che se le cose vanno male, devo prenderle di petto e farle andare come voglio io.

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    1. Non è un termine dispregiativo. Sindrome di Down (o Trisomia 21) prende il nome dal medico John Langdon Down, che ne descrisse la condizione nel 1866.

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  28. Splendide parole, Doc.
    Ho sempre pensato che io e te la pensassimo in modo affine.
    Kudos.

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  29. E uno che deve dire... Io questo post me lo stampo e me lo appendo vicino la scrivania.

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  30. Bello. Cioè, triste. Triste ma bello.
    Oggi ho scoperto un buon posto nel Web. E il Web è strapieno di posti.

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  31. Grazie per aver condiviso con noi queste quattro storie DOC, è stato molto piacevole leggere una riflessione di questo tipo con il tuo stile di scrittura.
    In due delle quattro esperienze hai fatto riferimento molto alla Dignità...beh, credo sia una di quelle poche cose, oltre alla libertà e alla gioia, che nessuno dovrebbe mai provare a portarci via.
    Un abbraccione virtuale per qualsiasi cosa sia successa questa mattina.

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  32. È bellissimo vedere come una persona sempre ironica e sarcastica sia capace di scrivere anche di queste cose...
    Complimenti Dr.Manhattan.

    Colgo l'occasione per segnalarvi questa storia che ho particolarmente a cuore.
    Mi piacerebbe sfruttare il potere di Internet per far girare la voce il più possibile.

    Vi dico solo questo, cercate questo nome:

    LUCA MONGELLI

    e attivatevi in tutti i modi a voi possibili per fare qualcosa.
    Qualsiasi cosa.

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  33. Maledetto Doc, mi hai commosso...

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  34. Avendo fatto un lavoro che per anni mi ha fatto entrare in migliaia di case (lavoro utile e pubblico, non squallidume da venditore porta a porta) e avendo una compagna che ha lavorato per anni in casa di riposo e che ora è neurologa specializzata in traumi infantili, ne avrei da raccontare...

    Però più che la realtà questo tuo post mi ha fatto venire in mente uno dei momenti più toccanti de "Il giovane Holden" (libro che oggi fa figo snobbare), quello in cui qualcuno domanda al protagonista se c'è mai stato qualcuno che gli è piaciuto veramente e lui riesce a farsi venire in mente solo quel compagno di scuola che si era buttato dalla finestra per sfuggire all'ennesimo atto di bullismo.

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  35. Grazie Doc. Tipo il miglior post di tutto l' Antro Atomico.

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  36. Ciao Doc, sono uno dei tuoi lurker affezionati. Volevo solamente ringraziarti per aver condiviso con noi questo post così toccante. Grazie!

    Flavio Bianco

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  37. Oggi Lacrime vere, no napulitante.
    Grazie per la condivisione...

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  38. Ne avevo bisogno, esattamente per i motivi che tu dici.
    Grazie

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  39. ti prego, ti prego, ti prego:dimmi che almeno due pizze agli stronzi le hai tirate! e comunque vaffanculo, non ho pianto:HO ULULATO DALLA DISPERAZIONE! e meno male che ero solo in casa! e tu potresti dire: io vi avevo avvisato! già, ma la vita non avvisa, quindi tanto vale leggere anche questi post. bello, bellissimo, ma quanto cazzo fa male!

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  40. ... Meenchia Ale, che mazzata. Non so se ringraziarti o mandarti affanculo - col cuore, ché ti voglio bene, eh - per la botta, ché stamattina proprio non era cosa.

    Pollini dimmerda, dev'essermi entrato qualcosa nell'occhio, mi viene da piangere...

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  41. Sei un grande, Doc. Grazie per le bellissime storie.

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  42. Forse perché ormai ho il cuore di pietra, forse perché ho visto e passato di peggio, ma mi sento quasi in colpa quando leggo queste storie e non sento assolutamente niente....

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  43. Doc, sei una persona bella.
    Uno che soffre e si fa domande sulle ingiustizie e le disparità del mondo, in un mondo opportunista.
    Uno che ha tanta dignità e tanta bontà, in un mondo dove la prima non conta più e conta solo l'egoismo, e la seconda la chiamano debolezza.
    Non ti ho mai visto, ti leggo da poco, ma oggi ti ho "sentito" come se ti conoscessi da una vita.
    Grazie per il bel post, sincero ed ispirato.

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  44. Grazie per aver condiviso queste sensazioni con noi. E grazie per come scrivi, per eccere capace di far ridere fino alle lacrime e di far venire il nodo in gola. M.

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  45. Doc, c'è poco da aggiungere a quello che gia dici tu.
    Forse solo che la vita è. e basta. E se ci va bene o ci va male dipende dal caso, mentee se vogliamo viverla da "giusti" o meno dipende da noi. E tutto sommato non cambia un cazzo lo stesso, ma almeno, se ci crediamo, possiamo dormire meglio alla sera.

    in bocca al lupo per qualsiasi problema del presente che ti ha spinto a scrivere questo bel (se si può parlare di bellezza) post

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  46. Sono ancora qui che cerco di elaborare un commento sensato, qualcosa che non mi faccia dire solo che sono tuttora con lo sguardo liquido tipico dell'orata sul banco del pesciarolo, ma è difficile, molto. Sento solo di dire che stimo le persone che mettono la dignità di fronte a qualsiasi altro valore, vero o presunto che sia. Colui che porta la propria sventura addosso, con compostezza e semplicità, per me ha vinto a prescindere, anche se questa società lo relega nell'angolino sporco e polveroso degli infimi.
    Normalmente parlo poco qui dentro, ma questo tuo intervento dovevo e VOLEVO commentarlo. Sei una gran persona con un gran cuore, Doc. 'Nuff said.

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  47. Ogni tanto, tra una risata e l'altra, una bella riflessione sul senso delle cose e della vita non fa mai male.
    Non sono un campione di emapatia ma negli anni mi sono accorto come alcune persone sono veramente meschine nel sfogarsi con chi è più debole. Questo mi ferisce e in fastidisce perché fare del male per il piacere di farlo o evitare di aiutare qualcuno quando a te non costa nulla è da sadici.

    @El fumettaro
    Il termine "down" accostato alla omonima sindrome viene dal cognome di un medico (dice la wiki) anche se devo ammenttere che il fato ci ha per l'ennesima volta mostrato di quale humor nero è dotato.

    @Bluecyber
    per il cinema questa sera non posso, facciamo venerdì compatibilmente ai tuoi impegni/turni. Lo sò, sono il solito gretto materialista; non è il massimo in coda ad un post di questo tipo ma bisogna fare di necessità virtù.

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  48. Sarò onesto: nella sua introduzione il Doc consigliava di evitare di leggere se non si è dell'umore giusto.
    Il sottoscritto dell'umore giusto non lo è da mesi per vari motivi personali quindi ho proseguito la lettura e pur provando dispiacere per i vari soggetti dei vari racconti, non sono rimasto sconvolto: si tratta della fottutissima normalità, fatta di vessatori, stronzi, arroganti e ignoranti da una parte e vessati, esclusi, discriminati e sfortunati dall'altra (il sottoscritto si è trovato prevalentemente nella seconda parte durante tutta la sua esistenza).
    Viviamo in un mondo di merda, è innegabile, e soprattutto in una società di merda in cui mostrarsi vulnerabili è considerato causa di esclusione sociale: tutti devono essere brillanti, pieni di se e dare un'immagine vincente di sé e se qualcuno ha bisogno di aiuto lo si liquida con un "arrangiati" nel migliore dei casi. E in fondo penso che forse la colpa non è degli altri che sono stronzi, quanto mia che non riesco ad adeguarmi ed affrontarli come si deve.
    Ciò che di questo post mi ha colpito davvero è che il nostro Doc alla fine si definisce come "un povero stronzo che in trentasei anni non ha ancora capito niente" che è una definizione che troppo spesso il sottoscritto fa di se, anche se di anni ne ha pochi di meno...che un blogger popolare, seguito e stimato da tutti e che ha la fortuna di poter vivere con le sue passioni e che ha addirittura dato l'effige a un personaggio Marvel, parli di se in questo modo dimostra che dietro alle minchiate ci sono oltre che un cuore, e un gran bel paio di palle, per essere riuscito a mettere a nudo il proprio stato d'animo stavolta.
    Grazie a questo stamattina mi sono sentito un pò meno solo Doc...scusa per il papiro, ma qui i commenti hanno assunto i connotati di una terapia di gruppo, e ho voluto approfittare di questa occasione, forse unica, per sfogarmi un pò.

    Grazie.

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  49. Letto il pezzo. Nodo in gola. Annebbiamento.

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  50. @Drakkan
    Purtroppo questa sera non posso, ho la signora Bluecyber malata e devo badare a Bluecyber jr. ma ci organizziamo per settimana prossima.
    Per contattarmi clicca sul mio nome e nella mia pagina trovi la mail del mio blog, così non ammorbiamo più gli antristi e il Doc.
    Riguardo a quello che dici è vero ci sono persone che traggono il proprio piacere dalle sfortune degli altri!

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  51. Complimenti, davvero, sei sempre un grande...

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  52. Per vicende analoghe e personali concordo su tutto specialmente su:
    "Se esiste un dio, pensi, si è dimenticato di noi da molto tempo."

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  53. E poi boh, leggi questo post mentre aspetti la piadina e ti ritrovi a nascondere la tua commozione. Bellissimo post doc. Bellissimo. Grazie.

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  54. O.T.: Ciao ti ho voluto assegnare un premio. vieni pure nel mio blog.

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  55. @drakkan: questa non la sapevo. grazie x l'informazione. concordo con te,un humor schifosamente nero.

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  56. Grazie Doc.

    Quelle sottotrame del cuore che alla fine, non si sa come, danno un senso alla storia principale.

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  57. Ci prendi per mano e ci fai volare ogni giorno dentro e fuori le nostre piú grandi passioni.

    Ogni tanto molli la presa.

    Grazie DOC

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  58. Avete ragione tutti. Mio marito è una persona speciale. Me ne sono accorta dopo solo cinque minuti che gli parlavo

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  59. @PDA
    Ma conseguentemente tu sei la Signora Manhattan????

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  60. pda è un'amica e scherza.
    E la signora Manhattan è una donna molto gelosa, occhio. :)

    Bella gente, ho letto i commenti, qui, su FB, su twitter. Beh, io non volevo neanche scriverlo questo post. Col fatto che sullo statuto c'è scritto che è un blog di ridere. Poi le due robe son diventate una lenzuolata e, boh, niente.

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  61. @PDA
    Onorato!! E' vero tuo marito è una persona veramente speciale, continua a riservarci ogni giorno genuini momenti emozione, che si tratti di cose di ridere o di salti nei migliori anni ottanta o di argomenti toccanti!! Donna fortunata!

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  62. @PDA
    mi hai fregato! Ok diciamo che allora parlavi per invidia ;)

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  63. @ Doc. Manhattan
    Comunque giro il commento alla vera signora Manhattan!
    Non ci azzecca una ceppa ma sul mio blog ho messo la seconda scena dopo i titoli di coda di Avengers!

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  64. Doc, sei un grande.
    Anche se a me pesonalmente non piace parlare di me a livello personale sul mio blog, questo post è da "incorniciare".
    Grazie.

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  65. Io sto grossomodo con Marko, nel senso che anche io non sono rimasto assolutamente sconvolto perchè assuefatto a questa realtà...il che forse dovrebbe essere preoccupante.
    L'importante è comunque non piegarsi, lacrime o non lacrime quelli dell'ultimo episodio io li andavo a massacrare senza rimorso, metti caso la prossima volta si ricordano.
    Certa gente purtroppo capisce solo così.

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  66. Amen Doc, presente. 28 anni compiuti, capito: nada.

    Però tieni presente un fatto: come queste persone hanno lasciato in te una traccia indelebile di malinconia, anche tu hai sicuramente lasciato in loro il felice ricordo di una persona attenta, umana, 'diversa' che li ha trattati con grazia in un mondo di lupi. Questo segna, questo dà una misura diversa di come ci piace essere trattati, è questo che produce l'autostima.
    Piero non ti ricorda certo con mestizia, ne sono sicura... e avrà pure imparato a farsi una risata sulle merde di vacca del passato!

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  67. Che presa a male 'sto post! Bello però, davvero.

    Simone

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  68. Grazie Doc, per avermi ricordato di dare alle cose che accadono il giusto peso. Ed anche per avermi ricordato quanto importante sia stato quell'anno di servizio civile nella mia vita.

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  69. La dignità sempre e comunque...anche se ultimamente tutto intorno a noi sembra operare per togliercela.
    Credo che tutte le persone che si possono definire dei " buoni essere umani" debbano avere degli ricordiepifanieesempi chiamateli come volete, a cui aggrapparsi per non dimenticare mai cos'è la dignità... grazie per aver condiviso i tuoi Doc!!!

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  70. e cacchio, Doc. Sono in ufficio, è venerdì, mi devo nascondere dietro allo schermo del piccì che c'ho gli occhi lucidi. D:

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  71. è la cosa più bella che io abbia letto da mesi questa parte.

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  72. Doc, devo dire che, bè, mi hai emozionato...
    io da quando sono nato vivo in campagna accanto alla casa di una bambina disabile, down, come la vuoi chiamare... bè, da piccolo passavo molte giornate con mia sorella e la bambina, senza che mi accorgessi che in pratica avesse qualche disabilità (ancora oggi ne dubito).... un paio di volte mi sono alzato anche io per difenderla, spesso ce la faceva da sola, ma in generale da queste storie possiamo notare come la gente, i cittadini di oggi, di ieri e del futuro non sempre riescono a distinguere il giusto dal sbagliato, sempre è così e sempre sarà; io sono nato in questo contesto, c'è chi lo ignora, chi lo disprezza, così come c'è chi disprezza i poveri o gli scemi... una vera cura per loro non so se ci sarà mai, e questo è un problema

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  73. all'alba dei miei trentasei anni, l'unica cosa che mi fa dire che non è vero che non ho combinato un cazzo di buono nella vita è mio figlio di un anno.Ma alla fine tutti noi nella vita, nel nostro piccolo, abbiamo fatto qualcosa di buono. E' solo che non ce ne accorgiamo. Una parola, un gesto,un abbraccio nei confronti di un altra persona forse per noi non sono granchè, ma per chi ci sta di fronte possono essere addirittura un ancora di salvataggio. grazie per aver diviso queste esperienze "dolorose" con noi. Massimo rispetto

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  74. Se un Dio esiste, ci ha dato tutte le capacità per fare cose meravigliose, purtroppo, troppo spesso, facciamo un uso pessimo di queste capacità.
    Siamo in grado di generare cose stupende quanto di produrre orrori indicibili. La violenza non è una possibile risposta alle angherie, è la risposta più istintiva oppure l'ultimo rifugio degli incapaci (cit.).
    La dignità di un padre di famiglia educato, la resistenza di una madre, non devono essere insozzate con degli sfoghi vacui o con una scazzottata camuffata da deterrente.

    Soli, si muore dentro. Se incontrate qualcuno che non vuole rimanere solo, dategli almeno un sorriso.

    Si Doc, non abbiamo capito nulla, almeno fintanto che non condividiamo le nostre tristezze con tutti e almeno qualcuno ti sta ad ascoltare. Allora si comprende che la propria vita non è proprio da buttar via.

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  75. Sai Doc... ultimamente mi trovo in un periodo molto cupo della mia vita.
    Leggere questi fatti mi hanno fatto pensare.
    Grazie di cuore...

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  76. Doc e che cazzo, potevi chiedermelo, io lo sapevo già.
    Mai ascoltare i Cure alle sei meno un quarto. Mai. : )

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  77. Credimi, m'è venuto un groppo in gola. Grazie per aver condiviso queste storie.

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  78. Belli. Mi hai toccato.
    Ho pianto.
    E 92 commenti.

    Scrivici un libro, dai. Compro anche quello.

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  79. ...cioè, è un ordine. -_^
    C' è bisogno di roba così. Sul serio.

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  80. ho letto il post stamattina alle 8 e solo ora, dopo 14 ore, trovo la forza di commentare. Non ho voluto farlo subito perché il tuo è un post bello, sincero, vero. Uno di quelli che evoglia a mettere disclaimer in testa, lo leggi e basta. E ti piglia la botta. E quando ti ha preso, è facile scrivere grande doc, emozione, lacrime, applausi. Ho voluto attendere che mi passasse la botta, prima di scrivere: stamattina avrei forse fatto un commento insulso, forse lo farò anche ora, ma fondamentalmente posso riassumere tutto in un unico, semplice Grazie.
    Grazie non per aver condiviso con noi frammenti della tua vita, immagini che ti hanno segnato ed insegnato, forse, qualcosa.
    Ti dico grazie perché mi hai ricordato che esistono ancora al mondo persone buone, che riconoscono la sofferenza nel mondo e se ne fanno carico, per quanto e come possono, fosse anche per un momento, fosse anche per scriverne anni dopo su un blog.
    Grazie per avermi ricordato che esistono ancora persone che non si limitano a guardare il mondo senza realmente vederlo, persone senza i paraocchi. Persone che si ricordano dei Piero che non si chiamano Piero, sempre.
    Il mondo avrebbe bisogno di molti più Doc, Doc.
    Grazie.

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  81. hats down doc, nient'altro. A modo mio posso direi lo stesso cambiando soggetti storie di vita. Ci siamo, non sei solo a pensare così.

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  82. E' la prima volta che mi ritrovo a commentare,per varie vicissitudini ho spesso sentito la voglia di farlo,ma mai fatto davvero.
    Tuttavia,in questo caso,ho trovato la forza per scollare la pigrizia.
    Perchè la cosa più brutta,o bella in effetti,quando leggi o vivi esperienze del genere è che finalmente ti rendi conto che,in fondo...sei un privileggiato.
    Che spesso le tue quotidiane sofferenze non sono altro che pruriti in confronto alle VERE difficoltà.
    Che il problema,in verità,nasce in noi.
    Questi sono le vere ingiustizie.
    E la cosa più sconvolgente è sempre,e sempre sarà,che magari quelle persone,che sembrano affrante da un peso che nemmeno Atlante,hanno negli occhi quella luce particolare
    La luce di chi non si arrende,di chi non si fa schiacciare PRIMA da se stesso,e poi da tutto il resto.
    Ecco...forse dovremmo imparare proprio questo.
    Perchè la verità è che il 90% delle nostre problematiche nascono in noi.
    NOI siamo colpevoli.
    E in questo non c'è ingiustizia,perchè potremmo dare di +.
    L'ingiustizia vera esiste nelle persone come quelle testimoniate or ora dal doc.
    E che spesso dimentichiamo

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  83. Difficile commentare approfonditamente un post simile... Ti ringrazio per la condivisione che è una cosa importantissima. oggi ero giù di morale, mi sento meno solo ora. Per quanto riguarda l'aspetto religioso, c'è chi crede e chi non crede, purtroppo le cose negative accadono, però prendendo ad esempio i tuoi quattro racconti si nota chiaramente come non ci fosse bisogno di un intervento trascendentale per rendere quelle situazioni più felici. molto spesso ce la prendiamo con Dio per non guardare le nostre mancanze. Grazie ancora

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  84. Difficile commentare approfonditamente un post simile... Ti ringrazio per la condivisione che è una cosa importantissima. oggi ero giù di morale, mi sento meno solo ora. Per quanto riguarda l'aspetto religioso, c'è chi crede e chi non crede, purtroppo le cose negative accadono, però prendendo ad esempio i tuoi quattro racconti si nota chiaramente come non ci fosse bisogno di un intervento trascendentale per rendere quelle situazioni più felici. molto spesso ce la prendiamo con Dio per non guardare le nostre mancanze. Grazie ancora

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  85. Dopo aver visto il film - non so se avete presente - "Quasi Amici" (in francese, c'ho capito ben poco)la mia prof, di origini senegalesi, ha spiegato che in Africa non si sta a struggersi per le proprie debolezze, mancanze, per i propri difetti: questi si prendono come parte della nostra vita, che va vissuta al meglio come meglio si può; la prof tirò fuori questo discorso per farci capire il perché dell'atteggiamento del ragazzo verso il tetraplegico, trattato da lui, in certe occasioni, come se tetraplegico non fosse (la prof fece l'esempio della scena del cellulare, quando il ragazzo glielo porge dimentico del fatto che l'altro non può proprio afferrarlo). Questo per dire che qui in questo occidente siamo stati abituati ad una mentalità terribilmente vincolata all'idea del modello d'uomo o donna perfetti, ai quali bisogna assomigliare per poter essere meglio accetti da chi ci circonda: ma da questa mia prof ho capito che in altri, più saggi, mondi, il concetto di "perfezione", od un suo sinonimo - "normalità" - forse nemmeno esistono. Che essere alto o basso, bello o brutto, non sono fattori per vincere gare di perfezione, ma modi d'essere che, se condivisi, possono arricchire quell'unica esperienza che è la vita. In quasi amici, il ragazzo ed il tetraplegico non passano il tempo a commiserarsi, ma, con la forza del primo ed i soldi del secondo, a divertirsi come meglio gli riesce.

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  86. Stima Doc, solo un sacco di stima

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  87. Post meraviglioso. Ma a Piero gli hai risposto, alla fine?

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  88. Bum. Grazie. Non ha senso dire altro.

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  89. no, dico. mi assento dal blog per unmesetto tipo che c'ho avuto qualcosa da fare tipo organizzarematrimonio-matrimonio-organizzareviaggiodinozze-viaggiodinozzemoltoalternativoinafrica(con gente che inarca il sopracciglio e con aria di sdegno chiede perchè/percome) e mi ritrovo un post così (considerando che sono cose che mi toccano visto che mi trovo in "prima linea" per affari simili)? e vabbè: giù il cappello e inchino. e allego la mia più grande stima al seguente commento

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  90. E' il primo commento a questo fumatissimo blog: grazie doc. mau

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  91. Grazie, davvero... un abbraccio Doc

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  92. sai Doc, avrei voluto piangere dopo aver letto il tuo articolo, purtroppo sono solo riuscito a vergognarmi ancora di più di me stesso... molti portano sulle proprie spalle il peso dell'ingiustizia subita, io invece mi porto dietro, ormai da tanto, il peso dell'ingiustizia inflitta al prossimo e non passa giorno senza che me ne vergogni sopra ogni altra cosa. grazie Doc

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  93. Arrivo a questo post che mi era sfuggito da quello di capodanno...buon anno doc!

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  94. Che dire Doc... bellissimo post (anche se ci sono arrivato un po'in ritardo).
    Di fronte a tutte le disgrazie che vediamo attorno a noi ogni giorno, le nostre rogne che sembrano delle montagne insormontabili si rivelano per quello che sono veramente.
    Grazie x avermi fatto riflettere.

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  95. Post recuperato con colpevole ritardo e, per quanto l'argomento non sia in linea con i contenuti abituali del blog, uno dei tuoi migliori in assoluto. Esperienze significative e gran bel modo di raccontarle, era giusto condividerle, anzi, grazie perchè hai fatto inconsapevolmente del bene a tutti noi :)

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  96. Questo post me lo rileggo ogni tot mesi

    E ogni volta va sempre più in profondità....

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  97. Solo ora giungo a questo piccolo stralcio d'anima. Conosco questo blog da relativamente poco e quando faccio la notte, tra un allarme e l'altro, sbircio.
    Vorrei solo dirti grazie.

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  98. Bellissimo e commovente. Purtroppo non è necessario essere "Piero che non era Piero" o "l'uomo che non doveva fare figli perché era scemo" per non subire la cattiveria umana. Basta essere grasso, o portare gli occhiali, o avere un piccolo difetto di pronuncia per diventare immediatamente un bersaglio. Io addirittura da bambina ero derisa perché un difetto di pronuncia non l'avevo: quello tipicamente padano che consiste nel pronunciare tutte le E aperte. I miei compagni continuavano a dirmi "non si dice bistecca, si dice bistècca! Non si dice camicetta, si dice camicètta!" e così via. Solo la maestra mi difendeva. Fra l'altro, Doc, la mia maestra era tua conterranea, e lasciami dire che grazie a lei stimo moltissimo i calabresi: se poi i calabresi sono tutti come te e come lei, li stimo ancora di più.

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  99. Incontro una splendida ragazza di 21 anni, io ne ho 35 e sono sposato con un figlio di 3 anni. Mi piace troppo questa persona e mi lascio andare in cose che non sono cose.... come diresti tu. Lei dolcissima, senza esperienze, tenera e innamorata. Non ce la faccio a dirle che sono sposato. Temporeggio, non so cosa fare, i primi tempi piango....poi un po' mi abituo ad essere una brutta persona. La cosa va avanti per tre anni in cui conduco una doppia vita. Faccio salti carpiati e magicamente riesco a esserci sempre per tutti, tanto da non destare mai sospetti. Mi tormento perche' qualunque decisione prenda, qualcuno soffrira', ed io in ogni caso. Il castello di carte crolla. Succedono i peggio deliri, impossibili da riassumere in poche righe, andrebbe scritto un libro.... lo sto facendo.La ragazza ovviamente soffre, perde chili e la ragione. Una giovinezza bruciata, la prima disperazione della sua vita finora sempre priva di tristezza e problemi. Sono passati due anni e non esiste giorno in cui non ripensi, pianga e mi strugga per quello che ho fatto. A volte lo stare al mondo con questa pesantezza diventa insostenibile. Piango scrivendo queste righe perche' IO sono l'ingiustizia

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