Un numero del Giornalino del 1983: catechismo occulto e grandi fumetti

Negli scavi archeologici condotti a queste coordinate sulle riviste a fumetti per ragazzi degli anni 80, c'è sempre stato un grande assente. Si è parlato del Corrierino, del giornalino Più, di Magic Boy, dei fumetti giapponesi solo per finta di Cartoni in Tivù e dei suoi tanti emuli/gemellini eterozigoti. Ma del Giornalino, fino a questo momento, mai niente. Sia chiaro, un motivo c'era ed era pure molto semplice: il Giornalino ti stava sulle palle. Lo compravi spesso - ché aveva, come vedremo, i migliori autori di quegli anni e alcune serie a fumetti tostissime - ma ti stava sulle palle. Perché oltre ai grandi fumetti c'erano anche frati, discorsi di chiesa, propaganda cattolica più o meno velata, afflato ciellino, buonismo da parrocchia. D'altronde era pur sempre una pubblicazione delle Edizioni San Paolo, le quali, no, non si chiamavano così perché in mano agli ultrà del Napoli. A distanza di tanti anni, accantonato il discorso religioso nella tua sfera personale del vabbè, puoi tornare però sull'argomento con serenità. E scoprire che un numero dell'83 (il Giornalino 38, 25 settembre 1983, 600 lire), tra un Gianburrasca e un'intervista a Luther Blissett (!), aveva dentro nomi di un certo spessore. Lasciate le 600 lire nel cestino all'ingresso, vicino alla pila dei Famiglia Cristiana, ed entrate pure [...]
C'era innanzitutto questo fatto che il Giornalino si comprava in chiesa. Lo vendevano anche in edicola, certo, ma i tuoi te lo facevano comprare in chiesa. Per, aperte virgolette, sostenere la parrocchia, chiuse virgolette. La qual cosa a te, giovane maraldo che frequentava l'AGESCI solo perché ti facevano portare un coltello da quindici centimetri durante le uscite e perché gli scout laici del CNGEI non incrociavano da queste parti, dava un certo fastidio. E comunque
I numeri del Giornalino si aprivano con l'editoriale e la posta dello Zio Giò. Zio di chi, che in quel disegno c'aveva al massimo cinque, sei anni? Vallo a sapere. Il punto è che le domande erano per lo più spunti telefonati per curiosità e spigolature da settimana enigmistica. Ci sono più Arieti o più Tori in Italia, chiede Paola dalla provincia di Cuneo? Ma soprattutto, Paola, chi diavolo se ne fotte? E così lesto le sfogliavi alla ricerca dei fumetti (PER INGRANDIRE LE IMMAGINI senza incappare nel nuovo, inflessibile effetto lightbox integrato da blogger, dovete cliccare con il TASTO DESTRO del mouse sulla foto e scegliere "apri in un'altra scheda". O tab. O pannello, o come diavolo si chiama nel vostro browser. EDIT DEL 26 SERA: effetto lightbox che pare sia stato disattivato da Google. Nel caso, basta un semplice clic con il tasto sinistro, come sempre)
Ma anche: "i fatti e le curiosità da tutto il mondo" del Telegiornalino. Che poi quella storia dei panda che rischiavano l'estinzione perché c'era sempre meno bambù in Cina la conoscevano nell'83 anche i gufi impagliati. Però i disegni di Peroni ti piacevano un casino, andrà detto
Le strisce di Fra Tino, invece, NON LE HAI MAI POTUTE SOFFRIRE. Prego notarsi la lettera, storia di un ragazzo che sta per iniziare la terza media in un'altra città e ha un po' paura, come il Battisti di Con il nastro rosa. Paura per questa nuova esperienza, ma SOPRATTUTTO dei suoi nuovi compagni di classe. "Non mettete il mio indirizzo", chiosa, "perché non voglio IRRITARE i nuovi compagni". Hai visto mai un'accoglienza a saponette sulla testa, frontini feroci e coppini dietro la nuca
La prima lettera di questa pagina, invece, è quella di un ragazzo che desidera ardentemente diventare frate cappuccino. Ora, sarà stato un caso, ma un numero sì e l'altro pure c'era stranamente sempre la lettera di QUALCHE RAGAZZINO CHE VOLEVA FARSI PRETE, FRATE, SUORA, VESCOVO
Il Giornalino di GianBurrasca, solo una delle tante trasposizioni a fumetti che a cavallo tra gli anni 80 e i primi anni 90 arrivarono sulle pagine del Giornalino. Alcune, come la Divina Commedia di Toninelli, hanno fatto davvero epoca
Nelle pagine di Canale G, la rubrica dedicata al mondo della tivvù, si parla del "magico momento di Sammy Barbot", conduttore in quel settembre di ventotto anni fa di Forte, fortissimo supermagic. Contenitore con i cartoni di Ulisse 31 e Sandybelle, ma anche, probabilmente, il programma per ragazzi dal titolo più zingaro di sempre
Ma anche dei Rookies e della Banda dei Ranocchi. Mai visto in vita tua nessuno dei due programmi (come detto, TMC ed EuroTV da te ancora non si prendevano)
Occhio all'hit parade, popolata in egual misura da alcuni grandissimi classici e da alcune grandissime puttanate. I Culture Club vengono definiti con grande coraggio "freschissimi". Freschissimo, a Boy George, non ce l'ha mai detto neanche la madre quando gli cambiava il pannolino
I Puffi, scippati ai rivali del Corrierino e punta di diamante dei fumetti su licenza, assieme ad Asterix e Lucky Luke
Ma parliamo un po' di calcio, con l'arrivo in Italia del nuovo attaccante del Muilan, il mitico Luther Blissett. Cioè, "mitico" non per meriti propri, visto che l'inglese di origini giamaicane era una pippa assurda e con la squadra di Milano allora sponsorizzata dall'olio Cuore avrebbe segnato solo 5 gol in 30 partite. "Mitico" perché poi a un certo punto, negli anni 90, tutti quegli artisti fuori di zucca hanno iniziato a usare il suo nome per le proprie performance
Dice: e perché? Boh, non guardate da questa parte. A Eric Gerets, a sinistra nella foto in alto, i performer europei non se lo sono invece mai cagato neanche di striscio
In basso, l'allora presidente del Milan, Farina, si vanta dell'acquisto. A un passo dal fallimento, la squadra rossonera sarebbe finita tre anni dopo in mano a un tizio diversamente alto, diversamente rispettoso delle donne, diversamente invaghito della Merkel di cui magari avrete sentito parlare
C'è spazio anche per la bandiera Giuseppe Furino, grande giocatore nonostante abbia legato la sua carriera a filo doppio con le forze del Male. A 37 anni, "Furia" promette di non essere ancora finito (quella sarebbe stata invece, ovviamente, la sua ultima stagione)
E poi via con gli schemini delle formazioni. Juary aveva appena portato il suo baffino e le sue esultanze da pirla dall'ImmensInter all'Ascoli
Torniamo ai fumetti. C'erano le storie di Nicoletta (battute dalla Stefi della Nidasio per trenta a zero con gol in rovesciata anche del portiere)
e c'erano anche tante altre serie autoctone, come gli Angeli del West, Rosco & Sonny, il cowboy Larry Yuma e i Grandi del Calcio, spesso bellissime su una scala da zero a perché anche Tex non lo fanno tutto a colori?. Anche se Larry Yuma non ammazzava mai nessuno. Il primo pistolero obiettore di coscienza della storia
Ma, attenzione, il Giornalino poteva vantarti anche così, con nonchalance, un Cavazzano senza paperi
e un Tiziano Sclavi (che aveva mollato il Corrierino con il passaggio alla Rizzoli) con i dinosauri. E poi Tacconi, Castelli, il Piffaferio di Alan Ford, che raccoglievano il testimone di gente come Toni Pagot, Jacovitti, Dino Battaglia, Sergio Toppi. Tutti, insomma. Ci stavano o c'erano appena stati proprio tutti, i nomi del fumetto che contava, in mezzo alle lettere dei ragazzini in preda a una crisi mistica o ossessionati dal bilanciamento statistico tra i segni zodiacali
Le vignette di Pigy facevano il paio con quelle di Fra Tino, nel mondo della tristezza infinita. Guardate in quale classifica finiva piuttosto Emilio Fede ventotto anni fa. Oggi ditegli tutto, ma nessuno spenderebbe mai per lui l'aggettivo "noioso"
Chiudiamo con un altro grande classico del Giornalino, le avventure di Piccolo Dente e Occhio di Luna. Una volta all'università hai conosciuto una che una sera ti ha detto Se fossi nata in una tribù indiana mi sarei fatta chiamare Occhio di Luna: è un nome che dice tutto di me, mi rappresenta molto. Ora, tu volevi spiegarle che i nomi i nativi americani non se li sceglievano mica da soli, che erano legati a un qualche avvenimento che aveva accompagnato la loro nascita. Che, insomma, Cavallo Pazzo non si chiamava così perché soffriva di iperattività o Toro Seduto perché era un pigrone dimmerda. Ma non te la sei sentita. Occhei, le hai detto. Come dici tu

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Commenti

  1. Era ora Doc ! Mi permetto di aggiungere un paio di cose:
    1) Il passaggio al Giornalino nel mio caso come consumatore è avvenuto quando volevo buttarmi su storie più serie (e più violente) rispetto a Topolino o altri giornaletti della mutua. In certi giornalini delle annate '70-'80 c'erano storie di pistoleri che ogni tanto ci scappava il morto, le trasposizioni a fumetti dei classici, una serie degli anni '70 addirittura comprendeva un esorcismo e qualche demone cristiano che passava a salutare e a uccidere qualcuno. Cose che in un bambino di 9 anni alzano il testosterone più di una foto di nudo. Poi purtroppo ha cominciato a scemare negli anni finendo a cavallo anni '90-'00 che sembra un giornalino per ragazzi decisamente sotto i 7 anni.

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  2. Mamma mia. L'unica cosa buona di questo giornalino erano le storie di Cavazzano (da ex bambino divoratore per tanto, decisamente troppo tempo, di Topolini).
    Per il resto la classica, solita ******** propaganda della nostra benemerita chiesa cattolica che subdolamente cerca di instillare nei bambini le sue idee. E finisco qui perchè spero di non trasformare il post in una delle tante litigate da salotto squallido televisivo.
    Non mi pare proprio questo il luogo, anche se purtroppo il tema religioso è quello che è.

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  3. I fumetti degli "Angeli" del West e Capitan Rogers me li ricordo perfettamente, così come le vignette orripilanti del frate e dell'angioletto,ma complessivamente il Giornalino non ti capitava spesso sotto mano.
    Soffermatevi sulla classifica dove appare la foto di Emilio Fede...al decimo posto dei "meno" c'è "Film in cui si parla in dialetto"...

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  4. Il Gianburrasca, tra l'altro, era disegnato da De Luca (di cui il giornalino pubblicò l'incompiuto e angosciantissimo – per il me stesso dell'epoca – fumetto catechistico-religioso "Saulo", ispirato all'omonimo noto misogino)

    Altri pezzi forti erano Topeka Smith (chissà a chi era ispirato?) e l'inumana telenovela a fumetti Mitty, capace di infrangere tutti gli sfigometri del mondo

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  5. Vorrei diventare frate cappuccino? Cappuccino??? Si, si aspetta di assaggiare i piaceri del peccato che a fine anni 90 spopoleranno tipo locali di lap dance, gite ad Amsterdam o a Lugano (si mi sono lasciato con la signora coinc e quindi ste cose mi permetto di dirle).
    Comunque Cavazzano senza paperi, mai visto, ma comunque molto bene, probabilmente il mio autore di fumetti topoliniani preferito...per restare in argomento quand'è il prossimo giro di pubblicità fuorvianti di topolino?

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  6. Diana Est...Tena-Tenax ! ahahahahaha

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  7. Ero abbonato .... assiduo lettore per anni. Vittima di proselitismo esplicito e occulto? Non direi ...
    Piuttosto va segnalata nella pagina dell'hit parade la presenza della rubrica "risponde Tivu" dove per Tivu si intende "Capo Tivu" ovvero il bambinetto che si vede nel tondino a destra. Questo bambino apparteneva a non ricordo proprio quale famiglia media italiana (forse quella di Susanna?) al centro di una serie classica del Giornalino (o de Il GIornalino) ed era affetto da una doppia tragica dipendenza: quella televisiva (da cui il nome indiano quasi a smentire il doc e ad incoraggiare l'amica occhio di luna) e quella per gli indiani pellerossa, ovviamente quelli visti alla tv.
    Capo Tivu non solo era sempre acconciato come nel disegno, ma sfoggiava un eloquio tipico appunto degli indiani della tv: "Capo Tivu volere ancora pollo, madre Squaw passare ciotola". Così. Sempre.
    Ecco questo bambinetto qualche influenza sulla decisione di aspettare parecchio prima di avere figli deve avercela avuta.

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    1. Tivu era un personaggio della serie dedicata al pilota di F1 Bob Kent: Jolly, la nipotina orfana a cui il pilota faceva da tutore, aveva due carissimi amici di cui uno era il fratello maggiore di Tivu.

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    2. La famiglia di Susanna era invece molto atipica; questa simpatica adolescente globetrotter non aveva più i genitori e il suo unico parente era lo zio Reginaldo, detto Reg. Questo zio era un vecchio lupo di mare dai modi alquanto strampalati, ma la nipotina gli voleva talmente bene da sopportarlo paziente. Susanna ebbe due disegnatori, per un po' fu disegnata da Gino D'Antonio e poi da Ferdinando Tacconi. Non fu l'unico personaggio del Giornalino a passare di matita, negli anni 70 cambiarono disegnatore anche Capitan Erik (disegnato prima da Ruggero Giovannini e poi da Attilio Micheluzzi) e Dev Bardai (passato da Antonio Sciotti a Otello Scarpelli), entrambi a causa della morte del primo autore. Non ricordo se anche per Susanna il cambio di matita si dovette a un triste evento.

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  8. Antristi, un'appello.
    Qualcuno di voi, ha letto il Giornalino anche verso la fine degli anni '90?
    Se sì, vi ricordate per caso una serie fantascientifica-post apocalittica ambientata prima in una città-torre e, poi, all'esterno nel mondo contaminato?
    Che c'era tipo sto manipolo di ribelli che scappano per poi riconquistare la distopica metropoli?
    Perchè ci ho sto flash, ma il titolo mica me lo ricordo.

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    1. Dubito molto che ti interessi ancora la risposta dopo 11 anni, ma dato che mi hai sbloccato un ricordo, la storia è questa: https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2022/08/metalcity13.html

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  9. A me Pigy piaceva, chevvidevodì.
    Orribili erano i fumetti dello Sherlock Holmes di Miyazaki-Pagot disegnato come al solito da cani e scritto peggio ( ma perchè succedeva solo on le trasposizioni a fumetti di anime?)
    Torno a leggermi Pancozzi, che come la Corazzata Potemkin è una ... Doc facciamo cambio tra questo e Kazonga?

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  10. A me Pigy piaceva, chevvidevodì.
    Orribili erano i fumetti dello Sherlock Holmes di Miyazaki-Pagot disegnato come al solito da cani e scritto peggio ( ma perchè succedeva solo on le trasposizioni a fumetti di anime?)
    Torno a leggermi Pancozzi, che come la Corazzata Potemkin è una ... Doc facciamo cambio tra questo e Kazonga?

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  11. io l'ho letto per tutti gli anni novanta, ma non leggevo mai le rubriche quindi nonostante chi lo pubblicasse non avevo mai fatto troppo caso al filopretame del Giornalino...

    la cosa piu' bella erano i fumetti di Carlo Peroni, li adoravo e lui è un genio. e ho letto che poco tempo fa l'hanno pure cacciato a malo modo dalla redazione, è possibile?

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  12. Diego, il coniglio Pinky lo ricordo come un tornado demenziale divertentissimo ... ma è davvero un vago ricordo

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  13. @buonipresagi: Paulus, si chiamava, il fumettone angosciantissimo di Gianni De Luca. Quanto lo vorrei in volume... E Pinky era una roba cattivissima, prima che Mattioli passasse definitivamente al porno-cartoon.

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  14. Segnalo tra le cose che piacciono di meno, oltre ad Emilio Fede, sport violenti come la Boxe o il CATCH. La stampa contro Tony Fusaro

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  15. Noooooooooo, è morto Sergio Bonelli. La mia giornata è ufficialmente rovinata.

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  16. E' morto il fumetto italiano :((((
    E adesso?
    Sergio, grazie di tutto.
    Seppellitelo a Manaus...

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  17. Volevo postare un commento sul giornalino...ma non ne ho più granchè voglia.

    Ho letto e son venuto qui...giuda ballerino, addio Sergio.

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  18. Ha vissuto giusto in tempo per vedere alle stampe io 300 numero di Dylan Dog.

    Comunque sono stato un lettore del giornalinoper 10 anni, ogni giovedi' mio nonno lo comprava e io svogliatamente lo sfogliavo.
    Praticamente ho letto tutta l'annata 90 e non mi ha mai colpito nulla di interessante in tutto quel giornale.
    Le poche cose che mi ricordo sono le ultime dtorie di Jacovitti con CoccoBill e Zorrykid, la parte finale della Divina commedia e a seguire l'odissea e Pimkie.
    Per quanto riguarda il fattore chiesa, si puo'dire che ormai era andato a farsi friggere e rimanevano giusto qualche accenno a Cristo o Dio, ma mai nulla di troppo eccessivo.

    Mi ricordo che notizie strane del mondo mi spiego' che cos'era successo l'11 settembre.

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  19. Sergio Bonelli rip, accanto a Nick Raider, Mister No, Zagor e agli altri fumetti ormai "obsoleti" (Mister No comunque mi piaceva). Sei stato veramente l'ultimo grande editore di fumetti italiano.

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  20. Cercate su facebook il nome del bambino che nella prima foto stava per rimetterci i piedi..

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  21. Anche se un gradino sotto il CdP (e due sotto SLURP!) nel mio personale gradimento, Il Giornalino aveva sicuramente il suo bel perché, con alcuni fumetti decisamente più maturi rispetto alla media dei concorrenti (parlo del periodo da fine '70 a metà degli 80', dopo non ho più frequentato).

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    1. Infatti, il Giornalino non aveva paura di affrontare anche temi forti, forse per motivi pedagogici. Fra i personaggi fissi c'erano molti detective, come il non vedente Mister Charade, il tenente Mike Marlo, gli strampalati Rosco & Sonny, e soprattutto il grandissimo commissario Spada, risolutore di casi intricati ma anche padre di un adolescente problematico.

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  22. Sul Giornalino ho scoperto, in tenerà età, la tragica storia di Elvis (adattata a fumetti)!

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  23. Io del Giornalino ho a casa il volume che raccoglie gli adattamenti a fumetti di Padre Brown, il prete investigatore, disegnati dall' autore di Occhio di Luna ( mai letta).
    Trooppo belli.

    P.S. Adios Sergio, ci rivedremo un giorno o l'altro nei grandi pascoli .... e speriamo, non a spalare carbone nelle miniere di Messer Satanasso.

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  24. Sul Giornalino disegnava Sergio Toppi,nuff said.

    E naturalmente mi unisco anch'io per ringraziare sentitamente Guido Nolitta.

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    1. Il tuo nickname ricalca forse quello Shinichi del Grande Mazinga che, con beata ingenuità diciamo, chiede all'Imperatore delle Tenebre di essere ambasciatore di pace, ma lo trasformano nel mostro guerriero Gerunikas inclusa la bomba inserita nel corpo biogico?

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  25. Il giornale di Sergio Bonelli, la paginetta con le novità della casa editrice a fine albo: per anni una compagna di vita :(

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  26. Ma questo Capitan Rogers che vuole controllare le elezioni Alqonquin con il fucile?
    Una satira sulla politica interventista di Reagan?

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  27. A proposito di Peroni "Perogatt"...

    Prima o poi arriva qualcosa inerente lo "Slurp", vero?! :)

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    1. Carlo Peroni negli anni 70 sul Giornalino disegnava Spugna, un altro personaggio simile a Nicoletta, su sceneggiature di Laura De Luca, la figlia di Gianni. Spugna affermava che i suoi amici le avevano dato questo soprannome perché era una che assorbiva di tutto, dalla matematica ai ruoli di protagonista nelle recite scolastiche. Fra i personaggi di contorno delle avventure di Spugna c'erano il fratello Gulp (le teenager dei fumetti hanno sempre un fratello maggiore), la mamma (che definire rompiscatole era un eufemismo), e soprattutto l'amica-nemica Marilla, che cercava in tutti i modi di mettere a Spugna i bastoni fra le ruote, ma le sue macchinazioni le si ritorcevano sempre contro. E così il finale delle storie di Spugna era sempre lo stesso: la protagonista recitava la quartina "Se il finale ora sfavilla, ringraziar devo Marilla" mentre la rivale imbufalita diceva "Sgrunt! Ho subito un bel colpo di Spugna!"

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  28. Sure: sto cercando un numero sulla baia da mesi. Ah, Marte, hai visto che l'effetto lightbox aveva suscitato tale e tanto malcontento che l'hanno accantonato per il momento?

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  29. Visto! Ci ho fatto anche un paio di esilaranti posts sopra. :D

    Trama: il Marte si imbellisce perchè crede di aver trovato un sistema per disattivare il "Lightbox" via "HTML". Tuttavia, il fix genera dei glitches inaspettati e viene quindi eliminato solo per accorgersi che nel mentre "Google" aveva disattivato il tutto di suo... :)

    Alle volte l'entusiasmo è foriero di figure di palta. :D

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  30. fantastico, ho scordato di segnare l'identità e il mio post ha trapassato le maglie della rete...

    vabbé, niente di importante, tra l'altro non riguardava direttamente il Giornalino...

    cmq, riassumo in due righe: La Cngei? Quei fascisti esaltati?

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  31. Mi ricordo che leggevo volentieri il Giornalino....
    forse non è mai calato di qualità
    Almeno secondo me.

    Certo mi dava alle palle quando parlavano dello Zecchino d'Oro...
    ma ricordo storie come Pinki:
    questo qua http://1.bp.blogspot.com/_2ouJ4DJlpGI/R1NbAdEqaaI/AAAAAAAAAN0/DI663dtI9Vw/s1600-R/Massimo_Mattioli_pinky.gif

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  32. polemica on: è morto un grande personaggio che ha fatto la storia del fumetto italiano, soprattutto - da quel che dicono quelli che l'hanno conosciuto e hanno lavorato con lui - condizionandolo in modo tutto italiano, cioè monopolizzandolo. Pace all'anima sua, lascia un mondo del fumetto ormai impazzito e (per lo più) senz'anima.

    A parte questo, Doc, NON PUOI esserti perso La banda dei ranocchi. La mia disillusione verso il mondo è iniziata da bambino proprio grazie a questo cartone animato (e all'Ape Magà). Un Romeo e Giulietta in versione lotta di classe senza esclusione di colpi bassi e bassissimi. Drammatico è dire poco, si toccano livelli di sfiga tali che Bun Bun a confronto è una commedia.

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  33. e comunque veronica, la ragazza di luther, era davvero bella

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    1. A proposito di Luther Blissett voglio anche ricordare che veniva dal Watford, la squadra di cui è tifoso (e all'epoca era presidente) Elton John, e infatti Elton e Luther erano grandi amici. Varrebbe la pena di ricordare Blissett solo per questa illustre amicizia, ma chi la ricorda?

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  34. Il commento a Piccolo Dente e Occhio di Luna mi ha ricordato quella famosa barzellettina del bambino indiano che chiede alla mamma il perché dei loro stravaganti nomi; l'ho sentita in due versioni, in una il piccolo pellerossa è un maschietto e si chiama Preservativo Bucato, nell'altra è una bambina e si chiama Pillola Dimenticata. La storia dei Puffi intravista qui, "Il mago della pioggia" è poi diventata un cartone animato con il titolo "Il puffo guastatempo"; infatti nella prima stagione i cartoni degli ometti blu erano prevalentemente tratti dalle loro storie a fumetti. Poi voglio ricordare anche Luciano Bottaro, altro disegnatore che si sdoppiava fra Topolino e il Giornalino. E mi sa che interverrò ancora in questo post perché io del Giornalino ero un'affezionatissima lettrice e ne ho di ogni da raccontare in merito.

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  35. Ricordo una storia di Nicoletta per una finezza linguistica: era il periodo delle olimpiadi di Los Angeles, estate 1984, e Nicoletta vedendo le olimpiadi in tv si immedesimava troppo nelle gare, per esempio vedendone una di ginnastica artistica sognava di essere la campionessa Niko Markinova, palese slavizzazione del suo vero nome (Nicoletta Marchini). La storia era intitolata "La febbre olimpionica", ma secondo me sarebbe stato più giusto "La febbre olimpica", perché olimpico significa tutto ciò che è relativo alle olimpiadi, mentre olimpionico significa vincitore delle olimpiadi.

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  36. Voglio segnalarvi qualche censura giornalinica: nel 1981 un'intervista al pilota di moto Marco Lucchinelli comprendeva una sua foto in versione familiare, "con la moglie Paola e il figlio Cristiano". In realtà Marco e Paola non erano sposati, la parola moglie era al posto di compagna, ma loro misero le cose a posto sposandosi l'anno successivo. Poi nel 1987 un articolo su George Michael non citava la sua canzone "I want your sex" e nel 1989 il titolo di "Voglio fare l'amore" di Gianna Nannini fu ridotto a "Voglio fare..."

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  37. Il personaggio che compare nella testata di tutte le rubriche, e non solo in quella di Zio Giò, è Micromino, altro personaggio fisso del Giornalino di quegli anni. Disegnato dal grande Toni Pagot, era un bambino povero che viveva in una discarica e parlava con gli animali; era gentile e aiutava tutti, e aveva per nemico Lampisterio, una specie di Gian Burrasca degli anni 80, mentre la sua migliore amica era Vanessa, una bambina ricca ma niente affatto snob. Credo che sia stato uno dei primi fumetti ecologisti.

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  38. Ohibò, rileggendo il mio post su Micromino mi sono accorta che era una specie di San Francesco del XX secolo. Allora la sua amica Vanessa era Santa Chiara e anche questa serie era catechismo occulto?

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  39. Juary, buono quello. Talmente scarso che in confronto a lui Klinsmann era il Leonardo da Vinci del calcio. Va beh che il biondino ha poi fatto sfracelli con la maglia del Tottenham, si vede che era un tipo di giocatore poco adatto al calcio italiano ma molto adatto a quello inglese. Peccato che adesso come allenatore sia ancora un po' in cerca d'autore. Tornando a Juary, la sua danza intorno alla bandierina è stata un po' la madre di tutte le esultanze strampalate a venire, come p.es. l'aeroplanino di Montella.

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  40. Altri ricordi giornalinici: nel 1985, in un'avventura del reporter Ricky Bravo, comparve un personaggio con la testa pelata di nome Tony Hadley. La redazione fu subissata di lettere di fans degli Spandau Ballet che chiedevano se l'omonimia con il frontman del loro gruppo preferito era una congiura o solo una coincidenza, e Zio Giò rispose con la seconda ipotesi, lo sceneggiatore aveva scritto Tony Hadley senza pensarci. Altre reazioni furono alla pubblicità dello zaino Invicta: perché un giornale cattolico reclamizzava uno zaino da paninari? Risposta dello zio: per vile denaro, perché le somme sganciate dalla Invicta e dagli altri sponsor permettevano di fare il Giornalino bello e ricco come piaceva ai lettori. Altre ancora alla presenza di personaggi cattivissimi nella serie "Mitty", p.es. Eleonora, amica-rivale della protagonista: perché un giornale cattolico pubblica storie con cattivi? Risposta dello zio: perché i cattivi sono indispensabili per alimentare la macchina romanzesca, perfino il buon Alessandro Manzoni che pure era un cattolico ferventissimo non avrebbe potuto scrivere quel libro che tutti leggiamo a scuola senza tutti i loschi figuri che ci ha infilato dentro.

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  41. Doc... sei un genio (vabbè, lo sai)... Il gol del 31-0 per Stefi, tanto per non sfigurare con Australia-Samoa Ammeregane, lo fai segnare a me in modalità "parata dello scorpione" con effetto cucchiaio da una porta all'altra? Che tanto all'ortopedico già gli mollai 70 euro per niente...

    Ah... il Giornalino, con la sua propaganda manco tanto occulta e sempre più sgamata man mano che iniziavo a mangiare la foglia (come dicono i Quechua boliviani). Quello che mano mano aveva un senso SOLO ed esclusivamente per via di MASSIMO MATTIOLI. E quanto avrei dato per vedere un crossover fra Pinky e i Ronfi di Adriano Carnevali...

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  42. Questo me lo leggevo a sbafo da mio cugino che lo comprava regolarmente, sinceramente a parte i mostri sacri del fumetto italiano, c'erano due cose che me lo facevano detestare: una era proprio Nicoletta, la detestavo, e l'altro le pagine e pagine dedicate al calcio (di cui non sono mai stato un grande estimatore). Ma un fumetto mi piaceva da pazzi : Pinky, il coniglio rosa. Era fantastico, e da quel che ricordo con delle storie assurde e fuori di testa.

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  43. hint: per aprire un link in una nuova scheda in secondo piano basta cliccare sul suddetto con la rotellina del mouse

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  44. uno dei migliori fumetti italiani. Sicuramente ai tempi d'oro con temi anche più adulti di quelli trattati dei fumetti,come una storia di Nicoletta sull'anoressia. Non facevano propaganda cattolica,ma essendo prodotti dalla san paolo un po di valori e morale cristiana,che diciamolo fa bene ricordare anche in chiave laica, non fa assolutamente male.

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  45. a fra tino non piaceva molto manco a me come fumetto ma nicoletta si era bellissimo, assomiglia x certi versi a Valentina Mela Verde,che credo tu conosca essendo della stessa autrice della stefi.

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  46. il Giornalino negli anni '80 era in declino: negli anni '70 aveva avuto un decennio fenomenale, con personaggi come il Commissario Spada, Capitan Erik e le storie lunghe di Larry Yuma che affrontavano temi sociali. Il cattolicesimo era meno smaccato (anche perchè in quel decennio il Giornalino si rivolgeva a una fascia d'età leggermente più alta). L'arrivo di Wojtyla cambiò il corso anche del Giornale: nel corso degli anni '80 il direttore (Tommaso Mastandrea) fu allontanato e i temi della rivista diventarono più banali e più baciapile. Fra Tino (che io chiamavo Cre Tino) non l'ho mai sopportato. Con tristezza alla fine degli anni '80 ho smesso di comprare una rivista a cui ero affezionatissimo (gli inserti Conoscere insieme erano stati l'inizio del mio interesse per varie materie), ma che ormai era diventata pura propaganda cattolica

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