La saga di Fire ProWrestling: istruzioni per l'(ab)uso

Il Malvagio Marco, con la spocchia che lo contraddistingue, ti chiede qualche info in più su questa serie di giochilli sul bresslinz per la quale hai perso evidentemente la testa negli ultimi mesi. Da dove dovrebbe partire, ti chiede, per accostarvisi anche lui, magari con un piglio un po' più umile. Quale titolo potrebbe comprare per primo, ti chiede. Quali sono i migliori, vuole sapere.
Ora, la serie esiste dalla bellezza di 19 anni, durante i quali Human prima, Spike poi hanno sfornato un godzillione di sequel e spin-off, a volte spudoratamente identici tra loro.
Al Malvagio Marco, e a tutti i nuovi e wannabe adepti del verbo Fire Pro, consigli di dribblare, agili come punte argentine, i primi vagiti della saga su PC Engine e los primeros episodi per Super Famicom. Perché se è vero che questi presentano già, in nuce, tutti gli elementi chiave della serie (a cominciare dal sistema di prese, legato al tempismo nell'esecuzione e non al martellamento di tasti come avviene altrove, nonché a un ordine preciso di esecuzione delle stesse. In pratica, a inizio incontro puoi eseguire solo prese deboli, mentre per quelle medie e poderosamente spettacolari devi prima saccagnare bene l'avversario, pena il reversal automatico della mossa), ma la grafica è urenda e le animazioni anche peggio. Si parte quindi obbligatoriamente dall'ultimo uscito per Super Famicom, Fire ProWrestling X (del quale peraltro, giusto per incasinare un po' le cose con i soliti barbatrucchi del nippomarketing, esistono due versioni, ma virtualmente indistinguibili: X ed X Premium), con una grafica incredibile e un sistema di gioco anni luce avanti rispetto a molti titoli di bresslinz usciti anche un paio di lustri più tardi.
Saltando all'epoca 32bit, ed evitando come la peste la versione 3D sfornata su PlayStation giusto per accontentare Sony (Fire ProWrestling Iron Slam '96), si arriva a Fire ProWrestling S: 6 Men Scramble per Saturn e Fire ProWrestling G per PSone. E contrariamente a quanto potrebbe sostenere un Ivan qualsiasi, i due giochi sono molto simili, ma non identici: quello per Saturn ha una grafica migliore, ancora una volta a dimostrazione di come la console Sega si mangiasse PSone a colazione nel 2D, mentre il G ha un'incomprensibile modalità Carriera e molti più lottatori ammerrigani nel roster.
Fastforward: Fire ProWrestling D per Dreamcast. Anche di questo hai già detto: capolavoro assoluto. E veniamo quindi agli anni di PS2, accompagnati dal megacofanazzo celebrativo di Fire ProWrestling Z (in pratica conversione del gioco Dreamcast ma proposta in cofano da venti chili con laccetto per cellulare, mini-enciclopedia sulla serie e altre, simpatiche nippominchiate) e dal recente (2005) Fire ProWrestling Returns: pochi "volti noti" del bresslinz ammerrigano, ma tante nuove modalità. Il fatto che poi, anche se con il modico ritardo di tre anni, sia arrivato anche in territorio PAL(lidamente competitivo), ne fa un acquisto obbligato per chiunque si ritenga a)un hardcore gamer, b) un casual gamer, c) un gamer preceduto da un aggettivo in inglese qualsiasi o infine d) un essere umano.

In foto, Fire ProWrestling Returns per PS2. Frogsplash e suplex di un certo livello finalmente anche in Europa, a beneficio di miscredenti, scettici, videoludoignoranti, presunti esperti e finanche juventini. Degli episodi handheld della serie, magari, parlerai in un'altra vita.

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