Quando eravamo Rez
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Certo, allora ancora non conoscevi Mizuguchi e il suo sorriso inquietante, non avevi ancora smaltito il trip per la musica elettronica spinta (i Fratelli Elettronici e i Prodigio continuavano la loro occupazione permanente delle casse dello stereo di casa tua) e le robe originali, specie se di uno speciale declinato in salsa psichedelica. Ma, cacchio, riuscisti a staccarti dal video solo in tarda mattinata. Sfiorando, forse per la prima volta nella tua esistenza, il karoshi del videogiocatore.
Fast forward. Sette anni dopo. Avevi un po' di timore ad accostarti nuovamente a Rez, memore di quanto successo ai tempi. Ma dopo un primo, timido approccio (la sola prima area) hai scoperto, rincuorandoti un po', che anche nello splendore dell'HD, su un 42 pollici collegato a un signor impianto, l'effetto non è più quello di allora.
Che, forse, ormai il gioco lo conosci fin troppo bene: e l'unica cosa che conosci bene e ti lascia ancora ogni volta a bocca aperta è la tua dentista.
O, forse, è semplicemente il contesto a essere differente. Anche quegli stessi, martellanti brani dei Fratelli Chimici e dei Prodigio, per dire, ora non li ascolti proprio più.
In foto, Rez. A rigiocarlo oggi è sempre piacevole, ma lo hai trovato molto meno magnetico di allora. Rigiocarlo oggi semiubriaco dopo una vorticosa serata etilica in compagnia di belle donne, amici laterali, conoscenze a vario titolo? Su quello, temi, ormai non puoi più esprimerti.
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