Death Note rivisto oggi
Nuovo appuntamento con Animeray, rassegna antristica dell'animazione giapponese che accumuli a casa in cofanetti raggioblù. Questa volta il rewatchone con Effe ha interessato un titolo che ha furoreggiato tra i fan di manga e anime nella seconda metà degli anni Duemila. E allora com'è Death Note rivisto con gli occhi non di uno shinigami ma del futuro, nel 2025? [...]
DEATH NOTE - SERIE COMPLETA
DISCHI: 5
PREZZO: 55
LINK AMAZON
Era la fine del 2006 e un tuo collega ti regalò i primi numeri di questo fumetto di cui si parlava molto, pubblicato da Panini/Planet Manga. Si intitolava Death Note e aveva come protagonista una vera carogna, un giovanotto che con il suo libretto magico del chitemmù poteva far morire chiunque, a patto di rispettare determinate condizioni (come conoscerne nome e volto), grazie a questo sodalizio con uno shinigami, un dio dei morti, con la passione per le mele.
Al manga di Tsugumi Ōba (pseudonimo di un mangaka la cui identità è ignota) e Takeshi Obata aveva fatto seguito una serie anime partita proprio in quell'autunno del 2006. Il manga si sarebbe concluso nel 2008, l'anime nel 2007. La serie TV sarebbe approdata da noi su MTV a partire dal 2008, ma per allora quasi tutti quelli che conoscevi l'avevano già vista, seguendola in contemporanea con il Giappone.
Perché Death Note era una di quelle serie da cui, una volta finitoci dentro con tutte le scarpe, non riuscivi a staccarti. Tanto da conquistare anche un pubblico che normalmente non seguiva gli anime e che era rimasto intrappolato nella tela. È così per tutti i thriller basati su una premessa vincente, del resto, in qualunque formato venga sviluppata quella storia: libro, live action o animazione che sia.
Non avevi più rivisto Death Note da allora, non hai mai ripreso in mano il manga, non hai provato a recuperare film dal vivo, drama e videogiochi usciti nel frattempo. Hai visto solo il film Netflix nel 2017, che come ricorderete era una indicibile zozzeria (e come te la scordi, quella roba?). Death Note era insomma una di quelle esperienze che avevi chiuso lì, un capitolo ben preciso e incasellato in un momento specifico della tua vita da impallinato dell'entertainment nipponico.
Tanto che, rivedendo la serie con Effe, un episodio dopo l'altro, e tutti e 37 sciroppati in una manciata di giorni, ti sei accorto che non ne ricordavi tanti dettagli. La sensazione di fondo generata dalla visione, però, è stata identica. Ovvero che fino a quando non succede una certa cosa, quella di Death Note è una serie godibilissima e avvincente, tanto da non farti notare troppo le animazioni sparagnine e i personaggi che in molti episodi non sbattono nemmeno le palpebre.
Poi però quella cosa succede, e la serie ti crolla come un castello di carte, riprendendosi un attimo solo nel finale. Non vuoi però spoilerare di che si tratta a chi non ha mai visto Death Note (o non ha mai letto il manga), perciò facciamo così: recintiamo una sezione con spoiler, qui sotto. Se volete evitare gli spoiler, saltate direttamente alla conclusione del post.
Death Note è per te, come immagini per tanti altri, unicamente la storia del duello intellettuale tra quel grandissimo pezzo di melma di Light Yagami, un affascinante maniaco omicida, ed Elle, detective appartenente di diritto al club degli investigatori pieni di fissazioni assurde aggiunte per caratterizzarli, su una scala da zero a tizio appollaiato su una sedia come una quaglia mentre sorseggia un tè con venti zollette di zucchero dentro.
Tutto quello che funziona in Death Note è la loro partita, la serie di mosse e contromosse dei due, per vivacizzare la quale gli autori buttano dentro trovate assurde come l'autocancellazione dei ricordi di Light, la strana coppia ammanettata e tutto il resto. Ryuk, l'insopportabile Misa Misa, quel povero Cristo del padre di Light e tutta la squadra anti-Kira, l'imprigionamento di Light e Misa, la tragica figura di Rem... ti bevi tutto perché vuoi vedere come va a finire la sfida a scacchi tra questi novelli Moriarty e Sherlock Holmes (s)pettinati come ragazzi immagine di un locale notturno di Tokyo.
La storia scivola via via sempre più nel distopico, feroce come l'umanità che abbraccia progressivamente questa dittatura di un pazzo e la pena di morte semi-istantanea per chiunque venga ritenuto un criminale o un ostacolo ai suoi piani. Tutto bene, finché non muore Elle. La modalità con cui Light riesce ad eliminarlo, incastrando Rem e sfruttando il suo legame con Misa Amane, è intrigante. E se fosse arrivato subito dopo l'ultimo episodio, con Light svelato per il pazzo che è (magari grazie alle prove lasciate da Elle) e Ryuk che ne scrive il nome sul proprio Death Note, sarebbe stato tutto grandioso. Soprattutto perché ci saremmo evitati quello che è venuto dopo.
Cioè un clone pezzente di Elle, il moccioso Near con i suoi pupazzetti, e il riciclo di varie idee iniziali, compreso il ripescaggio di Kiyomi Takada per un ruolo da complice-succube simile a quello di Misa. Ecco sì: Death Note resta nel suo complesso ancora una bella serie e non è invecchiata neanche troppo. Peccato che gli episodi con Near e Mello sono il piatto stonato della cena.
=== FINE SEZIONE CON SPOILER ====
Il cofanetto Blu-ray costa su Amazon 55 carte, e include tutti i 37 episodi dell'anime su cinque dischi. La qualità video è buona, le immagini che accompagnano questo post sono fotogrammi presi dai Blu-ray. L'audio è in giapponese e in italiano (DTS 5.1 e 2.0). Gli extra si limitano alle sigle di testa e coda senza scritte e a un booklet di 16 pagine con schede dei personaggi e descrizione delle caratteristiche di un death note.
Se ricordate anche voi i tempi in cui in fumetteria era tutto un tripudio di agendine di Death Note e di scherzoni a tema ("Mi dici il tuo nome che lo segno direttamente qui sopra?"), good morning vecchiezza pure a voi, ché sembra ieri ma sono passati vent'anni.
Gli altri film di AnimeRay. Tutti i Blu-ray di cui si parla sull'Antro li trovate elencati anche in questa pagina amazzonica qui. Per ogni acquisto tramite i link di affiliazione Amazon verrà riconosciuta una piccola percentuale che sarà utilizzata per autoalimentare questa rubrica.
Primo post del nuovo anno, finalmente.
RispondiEliminaTra l'altro mia figlia ha regalato giusto a una sua amica il primo volume della black edition, per il suo compleanno.
Coincidenze...
Death note aveva gia' allora il difetto che ormai riscontro in molti anime odierni: parte a razzo, intriga ma poi, a un certo punto, si blocca.
E vorresti buttarlo dalla finestra.
Come se l'autore avesse gia' detto tutto, e proseguisse per inerzia.
Stratosferica finché non succede quella cosa lì, la parte dopo è come la nona stagione di Scrubs, non esiste.
RispondiEliminaIo ho due problemi con l'anime (COMMENTI SPOILERISSIMI)
RispondiElimina1) la seconda parte, che come dite giustamente anche voi, già nel manga è debole, nell'anime è riassunta malamente facendo ancora più sembrare la gente che fa cose a caso
2) il finale finale, leggermente cambiato nell'anime, regala una morte molto più "romanticizzata" e stereotipata al protagonista, che scappando e morendo in solitudine nel tramonto pare quasi pentirsi, in contrasto a quella più cruda ed efficace del manga, dove si riduce a piangere pateticamente, la rivelazione agghiacciante del "non esiste vita dopo la morte" che dà un motivo in piu al nichilismo di Light e ryuk gli dimostra di non essere mai stato suo amico, ma solo uno che si divertiva.