Marvel contro Capcom - parte 1 - X-Men: Children of the Atom
Stai giocando da qualche settimana a Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics, collection Capcom uscita su PS4 e Nintendo Switch in digitale a settembre, e in arrivo anche in fisico il 22 di questo mese. I giochi inclusi sono X-Men: Children of the Atom (1994), Marvel Super Heroes (1995), X-Men vs. Street Fighter (1996), Marvel Super Heroes vs. Street Fighter (1997), i primi due Marvel vs. Capcom (1998 e 2000) e, chicca, il picchiaduro a scorrimento The Punisher (1993).
Vista anche la notevole quantità di extra presenti nella collection, in termini di poster, bozzetti e altro materiale grafico dei giochi inclusi, hai pensato di passare in rassegna in una serie di post tutti i giochi versus di questa serie, partendo dal primo, X-Men: Children of the Atom. Ovvero: come hanno vissuto i giapponesi l'avvento della serie animata degli X-Men? [...]
La risposta alla domanda precedente è "bene, a modo loro". X-Men: The Animated Series, da noi Insuperabili X-Men, arriva in Giappone due anni dopo rispetto agli USA, nel 1994. E lo fa con una sigla molto diversa, dal taglio anime, e tutta una serie di modifiche apportate ai dialoghi. Avete presente gli otaku di casa nostra che si struggono per le ceeeensureeee Mediaset agli anime di quel periodo? I giapponesi hanno fatto a lungo lo stesso con molti prodotti USA. Se non ci credete, provate a cercarvi sul Tubo una delle tante prove di come la censura abbia scassato le meccaniche di GTA: San Andreas nella sua versione nipponica...
Tornando agli X-Men: qui trovate la storia del cartoon e del suo approdo su TV Tokyo, mentre in questo reel su Instagram potete vedere le sigle a confronto.
E così come il pilota Pryde of the X-Men aveva generato tutta una serie di videogiochi degli eroi di Xavier, e soprattutto il picchiaduro a scorrimento Konami X-Men (1992), la serie animata Fox genera una notevole dose di trasposizioni videoludiche, tra cui spicca una nuova collaborazione tra Marvel e Capcom.
I personaggi del roster e i loro comandi. Dai contenuti extra della Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics. |
Il primo gioco della serie Vs., X-Men: Children of the Atom, è in effetti un gioco con (quasi) solo gli X-Men. Per ragioni contrattuali, l'unico personaggio Capcom presente è Akuma, ed è pure nascosto: è ottenibile con un cheat code nella schermata di selezione.
Eppure in X-Men: Children of the Atom c'è già tanto di quello che vedremo nei fighting game successivi con queste scazzottate tra eroi Marvel e protagonisti dei giochi Capcom.
Il sistema di combo, con la barra delle super da riempire a suon di combo, riprende quanto visto in Super Street Fighter II Turbo e Darkstalkers). Le combo lunghissime, il pavimento dello stage che può andare in frantumi, facendo precipitare i lottatori al piano di sotto, e più in generale il ritmo forsennato degli scontri saranno il template su cui Capcom creerà i capitoli successivi della saga.
Colosso sta impartendo una lezione bresslinistica a chi sappiamo. Anche questa foto e l'ultima del post vengono dalla Collection, che stai giocando su PS4. |
Del pesce fuor d'acqua da pescare con un cheat code, Akuma, abbiamo già detto. Gli altri personaggi del roster erano Wolverine, Colosso, Psylocke, Tempesta, Uomo Ghiaccio, Ciclocchio, Silver Samurai, Spirale, Omega Red, una Sentinella e due boss non giocabili, il Fenomeno e Magneto. La storia del gioco era ispirata a quella del crossover mutante del 1993, Attrazioni fatali, con Magneto che vuole mandare in pappa tutta la tecnologia del pianeta, sottovalutando evidentemente l'ira funesta delle spettatrici italiane di Beautiful.
Uscito nelle sale giapponesi nel dicembre del 1994, e arrivato subito dopo anche in quelle europee e giapponesi, X-Men: Children of the Atom approda su Sega Saturn nel novembre del 1995 (in Occidente aprile 1996). I porting per PC e PlayStation arrivano, rispettivamente, solo nel 1997 e nel 1998, una volta scaduta l'esclusiva di Sega.
Children of the Atom e gli altri picchiaduro della serie, nelle loro versioni domestiche giapponesi per Sega Saturn e Dreamcast. Dalla collezione e soprattutto dalla scrivania del qui presente. |
La versione Saturn, come accaduto in quegli anni per tanti picchiaduro 2D, Capcom e non, era e resta migliore, perché riusciva a smaltire meglio il carico grafico enorme del gioco, che nella versione arcade poteva contare su molta più RAM. I tagli apportati alle animazioni si notavano poco. Le cose sarebbero andate ancora meglio con le versioni (giapponesi) per Saturn dei capitoli successivi: porting praticamente arcade perfect se si usava l'espansione di memoria da 4MB.
Su PlayStation, uscito la bellezza di quattro anni dopo rispetto alla versione arcade, X-Men: Children of the Atom arrivò troppo tardi, e pure zoppicando, tra rallentamenti e tagli lì sì draconiani alle animazioni.
Tutto il comparto grafico di X-Men: Children of the Atom è ancora oggi splendido. È bellissimo il design dei personaggi e le animazioni dei loro sprite, sono pazzeschi poster e art promozionali, più in generale sembra davvero il meglio degli X-Men di quegli anni, i mutanti di Jim Lee e dei fratelli Kubert, passato attraverso il filtro del supercool degli artisti Capcom. Ma questo, come vedremo, vale del resto per tutta la serie Vs.
Prossima tappa: il 1995 di Marvel Super Heroes.
(Se intanto volete prenotare la versione fisica per PS4 di Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics, in uscita il 22 novembre, ecco un link con referral)
So che a te sembrerà una bestemmia, ma questo è il gioco che ha messo nel mio radar i personaggi Marvel, dei quali non sapevo nulla e nulla mi interessava. Grazie a questo gioco e al successivo Marvel Super Heroes, poi mi e fregato qualcosa dei vari film MCU e della saga di Thanos.
RispondiEliminaNessuna bestemmia, non sei il solo :) In tanti, in effetti, hanno scoperto i personaggi Marvel, o almeno alcuni personaggi Marvel, grazie a questi giochi negli anni Novanta. Prendi Cable o War Machine, utilizzatissimi nei primi due Marvel vs Capcom.
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