Yeah, we'll live again
Leggevi qualche giorno fa, sulle pagine di Hypericon, raffinata graphic novel di Manuele Fior, che gli egizi la faccenda di passato e futuro la vivevano in modo diverso rispetto a noi. Il passato, dicevano, è davanti a te e il futuro, in quanto ignoto, alle tue spalle. E più andavi avanti negli anni, più il quadro di quel passato diventava nitido, perché completo. Sono giorni intensi, pieni di cose e decisamente vividi, quelli che stai vivendo. E ci pensavi poco fa, all'alba, con nelle orecchie una bizzarra chiusura del cerchio [...]
Poco meno di vent'anni fa, ti preparavi al tuo primo viaggio in Giappone ascoltando ossessivamente Push the Button dei Chemical Brothers. Tanto che se ripensi a quei giorni, oltre che delle risate con Nicola e della Tokyo senza turisti, il ricordo ti riempie la testa delle note di Galvanize. E di Shinin' di Mondo Grosso, per quell'unica partita semi-ininterrotta a Lumines sulla prima PSP che è stato il viaggio di ritorno, ma quello è un altro discorso.
Due decenni dopo, metti via le magliettine da portare per il TGS ascoltando l'appena uscito For That Beautiful Feeling, sempre loro, dei fratelli chimici. Live Again si intitola il primo brano dopo l'intro, e la cosa ti fa sorridere, perché è esattamente come ti senti ora.
Ne hai già parlato in passato, e se torni a farlo è perché speri che queste parole possano essere d'aiuto per chi vive o ha vissuto una situazione simile. Hai già raccontato come qualche anno fa ti sei ritrovato a contemplare un capolinea esistenziale. Eri triste, fisicamente a pezzi, con poche certezze, senza questa grande voglia di continuare a fare il passeggero del pianeta.
Ti piace pensare che sei stato forte a tirare avanti, a ricostruire, a rimettere in piedi prima la tua esistenza e poi te stesso, ma la verità è che se in quei giorni bui non avessi incontrato Effe non sai come sarebbe andata. Quel che hai imparato, però, quel che conta, però, quel che devi fare quando sei in fondo a quel dannato pozzo, però, è che se un momento di luce fende il buio devi riconoscerlo come tale.
Sapete, è facile lasciarsi andare, pensare che tutto il mondo ce l'abbia con te, incattivirsi. Ma è solo riaprendoti al bello che torni a respirare. Leggevi molti libri d'arte in quel periodo, e non credi sia un caso. Il bello, ti diceva sempre tuo padre. Ricordati del bello.
Tuo padre.
Settembre era da tempo un mese tristissimo per te, perché ogni anniversario di quel giorno terribile ti faceva annaspare nelle stesse sensazioni di allora. Anno dopo anno meno asfissianti, ma sempre dolorose: quel vuoto, del resto, non lo può colmare niente.
Ora settembre è per te solo il mese in cui ricordare il matrimonio con Effe, la gioia di quella sera, che non pensavi fosse possibile provare alla tua età (e invece). Non vuoi cancellare quella data brutta: è che hai capito che non ha senso fissarsi su quella. Meglio ricordare chi non c'è più per quello che ha fatto quando c'era ancora. Meglio ricordare ogni anno il suo compleanno, piuttosto, anche se di candeline non se ne aggiungono più, perché è quello che avrebbe voluto lui. Perché è quello che è giusto fare. Nessuno di noi vorrebbe lasciare la tristezza in chi resta.
Di questa cosa non hai mai parlato pubblicamente, ma chi c'era alle nozze, l'anno scorso, sa che a un certo punto hai detto che ti dispiaceva solo che lui non fosse lì a vedere quanto eri una persona nuova. Riuscire a dirlo, peraltro, non era stato semplice. Più tardi, quella sera, hai pensato però che non era corretto. Loro, quando non ci sono più, per noi ci sono, esattamente dove vogliamo che siano: dentro, in quel punto sotto lo sterno in cui si aggrovigliano le emozioni e i ricordi.
Sono giorni pieni e vividi, scrivevi all'inizio. Sei appena stato a NY per una cosa di cui potrai parlare solo tra qualche giorno: una cosa nuova, estremamente divertente quanto impegnativa. Chi ha visto le foto su Instagram di quei set a Brooklyn magari un'idea se l'è già fatta. In ogni caso, presto scoprirete di che si tratta.
Hai gestito (speri bene) la prima vera crisi tra amiche della vita di PiKi, hai iniziato a buttare giù le idee per un altro libro, sei pronto per un'altra Lucca epocale. E intanto giovedì si parte per il viaggio in Giappone numero 20.
Parli spesso di chiusure del cerchio ultimamente, in questi post di vita irreale. È che magari avevano ragione i coevi di Tutankhamon, 3300 anni fa: col passare del tempo, quel quadro lì che è la tua esistenza diventa via via più completo quando lo guardi.
"Yeah, we'll live again", canta la voce di Halo Maud nel nuovo disco dei fratelli che non sono fratelli.
C'ero, un anno fa. Eravate splendidi. Siete splendidi. E sono dannatamente felice di vedere che vai avanti (comunque vogliamo sapere il motivo della crisi amicale di Piki). Scott
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EliminaMolto bella questa visione egizia della via. Una riflessione che si sovrappone in maniera diversa e uguale alla mia, difficile da spiegare in poche righe ma forse questa volta ci sarà la possibilità di parlarne di persona. A presto DOC e comunque grazie
RispondiEliminaFelice per te, doc! Sempre bello tornare a leggerti qui, magari meno spesso, ma con post intensi come questo.
RispondiEliminaMi ritrovo in molte delle tue parole ed emozioni. Anche stesse fasi della vita. Sono felice per te.
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RispondiEliminaLa penso come te.
RispondiEliminaQuasi un anno fa, in un momento altrettanto triste, dissi proprio la stessa cosa a una delle due persone per me piu' care e preziose poggiandole una mano all'altezza del cuore.
"Lui c'e' sempre, ricordalo. E da adesso in poi e' qui."
Credo che un giorno le ritroveremo.
I genitori, i nonni, gli zii, gli amici e le persone che si sono fermate o che hanno raggiunto la fine della loro pista. O che forse sono andate avanti, chissa'.
Sia che possa esserci davvero qualcosa, o magari ricominciare tutto da capo giusto con qualche piccola differenza nei momenti cruciali, che magari ci faccia prendere questa volta scelte o direzioni differenti.
Li ritroveremo, un giorno. Tutti.
Intanto, l'unico modo per continuare a farli vivere e' portarli con noi che qui ci siamo ancora, fosse anche solo un ricordo che col tempo sbiadisce e perde contorni, colore, consistenza.
Le loro parole, i loro gesti, quello che abbiamo appreso da loro.
E andare avanti. Anche per chi non puo' piu'.
Bel post, Doc.
Complimenti.
Felici che tu ti senta bene Doc. Ti si vuole bene.
RispondiEliminaDoc, come sempre leggerti è un piacere, soprattutto quando l'argomento è così intenso e "tuo" (ma diventa "nostro"), come un po' tutte le storie di vita irreale.
RispondiEliminaBob Dylan diceva: "I was so much older then, I'm younger than that now". Continuare a crescere, ad imparare e a stupirsi, e rendersi conto delle infinite possibilità che ti da la vita. Senza mai abbandonare ai nastri quel bagaglio che è fatto non solo della nostra esperienza, ma anche di chi ha voluto condividercela, come per te tuo padre.
PS solo settimana prossima andrò per la prima volta a NY per lavoro in vita mia (ti ricordo che ti seguivo dal mio primo anno di liceo) quindi che dire, se non VAI BROOKLYN.
Un abbraccio a tutta la family da doyoufrank/tambu_senpai/Francesco
Sai che non si può non commentare quando scrivi questi post, anche se il browser mi fa casino e non accetta il mio account Google. Si fa sempre il tifo per te, perché sei una delle persone più brillanti e più vere con cui ho avuto il piacere di lavorare e di conoscere. Ti meriti tutto il bello che hai, poi ovvio purtroppo col bello arriva spesso anche il brutto, e gestirlo è complicato. Ma insieme con le persone che ami si fa tutto. Buffo che anche io in questo momento di vita sia alle prese con una grossa crisi di amicizia della Creatura. Magari mi dici poi come hai gestito la tua. Ah, sono Pietroizzo, il maledetto Blogger insiste a non riconoscermi. 😉
RispondiEliminaAndare sempre avanti, accettare ciò che viene e trasformarlo nelle pareti del nuovo io che scroscia nel letto della vita, è condizione necessaria al gioco del non esistere e basta, all'essere Uomini nel mondo ambiguo dei sapiens. L'ha capito pure stupishinji ;). E grazie a Effe per averlo reso possibile da parte mia senza dubbio, ma posso azzardare un grazie collettivo immagino.
RispondiElimina<3
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=-AUnwPlzvUg
RispondiEliminaho vissuto quella tragedia, capisco ogni singola parola a riguardo e mi piace il punto di vista sul compleanno. Forza!
RispondiEliminanon e' facile parlare di queste cose cosi' intime e personali sull'internet soprattutto in un blog che per il boomer medio dovrebbe essere di cazzate inutili. Ma questo blog e' diverso e in fondo lo siamo anche noi che leggiamo. Un abbraccio per la tua perdita, e un doppio abbraccio per la tua nuova vita. Forza Alessandro!
RispondiEliminaMi fa un sacco piacere leggere queste righe Doc.
RispondiEliminaCapita a tutti purtroppo di attraversare un momento buio, ti accorgi che passa solo quando ne sei fuori.
C'è bellezza in abbondanza anche in queste righe che ti ringrazio di aver condiviso. Felice che le cose vadano meglio! Un abbraccio
RispondiEliminaCaro Doc, ti ringrazio per la capacità di esprimere a parole quello che ho (abbiamo) passato, senza retorica, ma con l'onestà di riconoscere che spesso è una combinazione di fattori, puramente casuali, per non dire botte di deretano, che ci dà la spinta per andare avanti e cercare di rimettersi in sesto (e sono felice per te che ci sia riuscito alla stragrande, merito anche della tua compagna, ma come si dice, dietro un grande uomo c'è sempre una grande, immensa, donna)... Sarà che nei momenti bui ci abbiamo sguazzato (prima o poi) un pò tutti, però in qualche modo ne siamo usciti, o abbiamo semplicemente imparato a conviverci, prendendo quanto di buono la vita ci offre.
RispondiEliminaEcco, anche questo è un punto che vorrei rimarcare e che traspare dalle tue considerazioni: forse non è merito nostro il fatto di rimettersi in carreggiata, o almeno non dipende solo da noi, però la capacità di cogliere quei segnali, quegli spiragli che ci possono aiutare nel momento del bisogno, quella è la nostra forza, la nostra resilienza, ciò che ci permette di superare una crisi matrimoniale oppure dei problemi con i figli...
In ogni caso, cosa ho notato per quanto concerne la mia esperienza personale, tutto torna, anche le persone che hai perso, capita che per eventi fortuiti possano improvvisamente rientrare nella tua vita e si possa ricominciare un percorso che si pensava non si potesse più raggiungere... Un grosso abbraccio e in bocca al lupo per tutto!
i nostri padri ....dicono che non ci siano più.... ci sono, ci sono... eccome se ci sono... ogni volta che ci diciamo "ma che stai combinando..." o "bene, ho fatto bene" .....sono loro che ce lo dicono, come ce lo dicevano....
RispondiEliminati capisco,tanto. Davvero... grazie per questo post !ew
RispondiEliminaLa bellezza salverà il mondo, lo diceva tempo fa uno che la penna la sapeva usare. Felice per te, Doc, un abbraccio.
RispondiEliminaCiao Doc. I miei migliori auguri per viaggio in Giappone e per tutto. Che sia vita (ir)reale o microletture, leggerti è sempre un piacere. Ancora di più se dal testo traspare che stai bene. Un affettuoso gesto del minollo e in bocca al Leopaldon.
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