La vedi crescere e

Sogni

C'è un momento in cui tutti, come cantava Frankie hi-nrg, diventiamo nostro padre o nostra madre. Ci rivediamo nelle loro frasi, nelle loro fissazioni, nelle loro virtù, a volte pure nei loro sbagli. Ma se hai dei figli, c'è anche un momento preciso in cui ti rivedi in loro. E magari sei strano te, ma lì, nell'ascoltarli, ti prende un enorme magone [...]

Che i bambini pensino con una loro testa lo capisci molto presto, da quando sono piccolissimi. Quando però arrivano all'età che ha PiKi adesso, a metà delle elementari, inizi a vedere dell'altro. Segui i loro lunghi discorsi, li vedi costruire castelli in aria e attendere con ansia una data o un evento come tanti; osservi scorrere in filigrana dietro quegli occhioni le speranze, le ingenuità, la meraviglia, le certezze e le paure di un essere umano in miniatura che ha ancora così tanta strada da fare.

Ed è un'età ormai sufficiente a ricordarti cos'è che sognavi, speravi e di cui avevi paura tu, a quell'altezza e con quel fiocco colorato al collo a scuola. Poi ti guardi indietro e da allora sono passati svariati decenni, e sei cambiato tu ed è cambiato il mondo che ti circonda, e hai avuto tutto il tempo di accumularci sopra, mattone sopra mattone, un milione di altri sogni, speranze e paure. A volte completamente diversi, altre neanche troppo. 

E quando la rassicuri, quando la consoli, l'abbracci, le spieghi le cose e ti senti felice quando vedi che - non sempre, ma ogni tanto sì - ne fa tesoro, pensi al fatto che, più di ogni altra cosa, più di aiutarla ad essere felice, faresti di tutto per evitarle il brutto. 

I dolori che arriveranno un giorno, la tristezza che si accompagnerà alle gioie, tutta quella fetta enorme di gelo che la vita ti serve a tavola, direttamente dal freezer e senza neanche lasciarti il tempo di sederti, tra una cosa bella e l'altra. Tutto quello che ancora non sa bene del tutto significhi davvero essere umani, per un essere umano.

Ma, ovvio, non puoi farlo. Nessuno può. 

Quello che puoi fare, e che speri di star facendo al meglio, è aiutarla a crescere bene, perché sia abbastanza forte per affrontarli quei momenti brutti, quando arriveranno, e col cuore abbastanza grande da apprezzare le cose belle, e saranno tante pure quelle. 

Perché quando un giorno - si spera lontanissimo, eh - tu non ci sarai più, pensando distrattamente alla figura di suo padre, PiKi possa sentire quella specie di calore dentro che senti tu quando pensi al tuo, e sorridere delle sue passioni e delle sue frasi e delle sue fissazioni e del suo cercare di farlo sempre, quel meglio, a volte pure sbagliando, oh, c'è mica un manuale. Ma che possa pensare anche che qualcosa di buono su come stare al mondo, quella figura con la barba, sempre stanca ma mai con la mente a riposo, gliel'ha insegnato. E lì il cerchio si chiude.

Tu hai avuto questa fortuna, e dovrebbero avercela tutti i piccoli esseri umani.

Intanto l'altro giorno, premendo a casaccio tutti i tasti, ti ha battuto a Tekken 3. Forse - hai pensato, un po' commosso - sei sulla strada giusta. 


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Commenti

  1. E' buffo, questo box si chiama "Commenta" ma la verità è che a volte non c'è proprio niente da aggiungere :-)

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    1. Infatti 💙 non sto piangendo, ho solo una scopa in un occhio 💙

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  3. Sottoscrivo dalla prima all'ultima parola

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  4. Mi mancavano tanto i post come questo, grazie Doc.

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  5. Ho bambini più piccoli di così, ma anche a me capita di rivedermici a volte, così come guardandomi come mi guardano loro mi sembra di rivedere mio padre.
    E... niente, come ha scritto Diaspar poco sopra non c'è davvero nulla da aggiungere.

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  6. Dillo che l'hai fatta vincere apposta, Doc!
    Bah, non ci vedo nulla di male.
    Io con la mia lo faccio sempre, a Street Fighter V.
    Nel mio caso con le elementari siamo in dirittura d'arrivo, da Settembre si passa alle medie.
    Vola il tempo, accidenti. A momenti mi sembra l'altro ieri che ha cominciato.
    Vale sempre lo stesso discorso: si fa tutti del nostro meglio, nel tempo che abbiamo a disposizione e che ci viene concesso.
    Vissuto davvero poco, lasciami aggiungere.
    Certe volte noto che e' testarda e cocciuta quanto lo ero io alla sua eta'. E mi rendo che per i miei non dev'essere stata una passeggiata, avere a che fare con un elemento come me.
    D'altra parte, uno le cose le capisce solo quando ci va a sbattere contro con la capoccia, e l'importante e' fare in modo che non si faccia troppo male.
    Vengono su col loro progetto di vita stampato in testa, e forse la cosa migliore e' non interferire troppo.
    Tutto il contrario di molti genitori di una volta, che all'insegna del "Lo so io quel che devi fare" hanno finito solo per trasmetterci un modo di vivere e pensare vecchio, in un mondo che invece corre sempre piu' alla svelta. E contro cui si fa una gran fatica, per cercare di rimanere al passo.
    Spesso credo che sia lei a darmi ben piu' di quanto le sto dando io.
    Hai finalmente qualcuno che ti fa capire che fai la differenza, almeno per lei. E questo di dona una forza enorme, e ti esalta.
    Certo, alle volte (spesso) la vizio, le do' fin troppo.
    Ma perche' negarle quella che, alla fin della fiera, non e' altro che una fesseria che basta a farla felice?
    Al mondo esistono tante cose brutte.
    Noi siamo diventati grandi in mezzo all'ottimismo e al consumismo, loro hanno gia' avuto una guerra e una pandemia. E certe volte mi vergogno del mondo che gli stiamo lasciando.
    Senza contare che la vita le riservera' la sua bella dose di mazzate, e senza che possa fare nulla per evitarle.
    Una le e' arrivata sul finire dello scorso anno, nonostante fossimo gia' preparati al peggio.
    Come me da piccolo, coi miei nonni.
    La ruota gira, e la storia si ripete. Ma forse, imparando dai miei errori e da quelli commessi da chi ha svolto lo stesso ruolo prima di me, posso fornirgli gli esempi giusti per modificare giusto quei piccoli dettagli utili. Almeno ad avere qualche casino in meno.
    Fermo restando che se sono giunto fino a qui, con una moglie e una figlia che adoro, il merito e' stato anche degli errori.
    Inizi sbagliati per arrivare a un finale giusto, direi.
    Decenni di confusione per arrivare a un punto in cui per la prima volta sento di aver trovato un equilibrio, la quadratura del cerchio.
    Ma non c'e' mai un vero finale. Ecco forse un'altra differenza con la precedente generazione.
    Non esiste per noi un "Io la mia vita l'ho fatta".
    La vita non finisce con un figlio diventato grande.
    Non finiremo distrutti da una vita di lavoro e sacrifici, anche se gli ultimi due non mancano di certo.
    Oggi si lotta, si combatte, si cade e ci si rialza per tutta la vita, dal primo all'ultimo minuto.
    Il viaggio non finisce mai. E ognuno ha il suo, dove deve scriversi la propria storia.
    Mi auguro solo di farle capire che deve scoprire cosa vuol fare ad ogni costo, e poi farlo. Senza dar retta a nessuno.
    E poi la lascero' andare, seguendola a giusta distanza.
    Se cade o rimane in panne e le serve una mano, io ci saro'.

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    1. Bellissime parole, caro Red, per un mestiere, quello di genitori, che nessuno ti insegna ma si cerca di evitare, se possibile, di ripercorrere gli sbagli dei propri, anche se fatti in buona fede...
      Da una parte si rischia di fare crescere i propri figli in una campana di vetro, per non farli soffrire, dall'altra di esporli troppo presto alle brutture che ci circondano, provocando dei traumi che li potrebbero segnare. È un difficile equilibrio che si raggiunge con difficoltà e anche molta fortuna e non si sa mai se si sono prese le decisioni corrette, solo il tempo ci dà risposte. Detto ciò, avendo patito da ragazzo, cerco di non fare mancare nulla a mio figlio, a volte viziandolo consapevolmente, però non dobbiamo farcene una colpa se vogliamo la loro felicità. In mio figlio trovo la mia stessa competitività, sempre nel rispetto degli avversari, però non molliamo facilmente... Un abbraccio agli antristi uniti

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  7. Io per vari motivi non sarò mai un padre, ma questo post mi lascia dentro un insieme di emozioni contrastanti....la tenerezza, la gioia, la commozione, l ansia, il dolore e la paura......ma anche la consapevolezza che se ci sono persone come il Doc, che fanno crescere così i loro figli, il mondo può solo migliorare. E il pensiero va anche al mio babbo, che mi ha lasciato due anni fa ma rimane un riferimento costante nella mia vita, anche alla tenera età di 58 anni. Giorgio (Salmacis65)

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  8. Ho una figlia di 7 anni e mezzo, e mi sento esattamente come te... L'unica differenza che non riesco a "inculcarle" le mie passioni... Preferisce il Tablet con i vari giochini del play store ai vari Zelda e altro...

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  9. Non so come dirtelo Doc, non vorrei risultare banale, ma tantissimo di quanto hai scritto lo vivo quotidianamente con mia figlia di 9 anni. I discorsi, la sua fantasia, le aspettative che si crea e al contempo la mia volontà di proteggerla e prepararla al meglio per le sfide della vita.
    Sono questi post che fanno dell' Antro un posto unico.

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  10. Commento col magone e gli occhi lucidi, perché penso alla mia piccola (che piccola non è più, 12 anni ed è quasi più alta della madre) e ripenso al mio papà, scomparso da pochi mesi... È bello vedere anche negli altri i propri dubbi, le proprie speranze e sperare che sì, forse sì stiamo facendo un bel lavoro.

    Tu con PiKi hai Tekken 3, io con la mia ho Street Fighter II sul mini SNES, ha scoperto Chun Li e mi riempie di calci :)

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  11. il mio ne ha 18...... come ti capisco . niente da aggiungere

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  12. La mia ha 6 mesi e già mi fai mettere "avanti"

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  13. Immagino abbia preso Eddy Gordo...

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  14. Sull'argomento segnalo "E un giorno" di Guccini. Ogni volta che l'ascolto piango.

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  15. eccheccazzo, Doc! HO un webinar fra 10 minuti, non è che posso arrivarci con gli occhi lucidi! Grazie di quanto hai scritto, da figlio e da genitore

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  16. Bellissimo Doc, la parte su Tekken mi ha commosso.

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  17. che boomer mamma mia (si scherzaaaaa)
    ti seguo da anni ma mi rendo conto che i miei 22 sono proprio universi paralleli :)

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