HOUSE OF THE CIGLIOPARRUCCHI: IL RIASSUNTONE DEL SESTO EPISODIO DI HOUSE OF THE DRAGON
Buon Riassuntonedìinritardomagiustificato. Sesto appuntamento con i Riassuntoni™ di
Siccome il tempo vola quando ti diverti, dopo le allegrissime nozze Targaryen-Velaryon che hanno sancito l'unione la volta scorsa delle antiche casate dei biondi dei draghi e di Luzzi e del bucato profumato, sono passati dieci anni. Un bel time jump di due lustri, teh, dritto in faccia, che pure se avevano già visto le foto delle nuove interpreti di Janira e Alicenzina, i poster, i trailer e tutto il resto,
È Janira, l'ex ribelle di casa, ora calata nel suo nuovo ruolo di sfornatrice di figli per il bene della dinastia. E la troviamo proprio, perlappuntamente, impegnata a sgravarne un altro. Sarà figlio di Lenòr?
Mah, più che altro, dell'Omino Bianco.
Ora, da che mondo e mondo, qui in Calabria dove si parla l'aspra lingua dothraki, se una partorisce ci porti tipo una grasta, dei fiori, vieni cazziato da suore o infermiere se dici TANTAUGÙ a voce troppo alta partendo dal corridoio con le braccia alzate, ti mangi i dolcetti di pasta di mandorla cercando di non venire ucciso da quelli con il chicco di caffe secco sopra. Le solite cose.
Alla povera Janira no: non ha neanche fatto a tempo a sgravare che non solo nessuno le ha portato una bottiglia di succo di frutta o un chilo di zucchero, ma arriva pure una con una mutanda in testa a dirle che la regina (l'ex amica che ora vorrebbe vederla appesa a un muro come un maxi-poster degli east 17 uscito da cioè) vuole vedere tipo subito il neonato.
Janira decide allora di portarglielo di persona, su per le scale, a quella stronza bucchin a sua maestà, nonostante stia ancora sanguinando per il parto e le taglino il cordone ombelicale praticamente per strada, come l'etichetta di una maglietta della standa.
È una scena forte, crudele, spietata, che iscrive immediatamente la povera donna nell'elenco dei buoni del mondo di Game of Thrones, e Alicenzina in quella dei bastardi vafammocchi: non ci fossero tutti quegli anni di mezzo, meriterebbe di finire un giorno nella preghierina della buonamorte di Arya Stark.
Ah, sì: quel tizio è il nuovo Lenòr, che ora ravviva pure le fibre e non lascia pallini.
Là, a corte, i debosciati fancazzisti vestiti da cristoforicolombi che vivono nella Fortezza Rossa, restano sbalorditi da questa dimostrazione di forza dell'erede al trono, rivolgendo alla stoica principessa un rispettoso, sommesso saluto al suo passaggio:
C'è anche tutto questo momento d'imbarazzo per l'incontro con l'uomo che è l'ex di lei e ha ammazzato con il colpo dei Cento Pugni di HoCole l'amante di lui. E quanto è invecchiato, in dieci anni, Coccinello, vi chiederete?
Una bella cippa, ché questi scappati di casa non gli hanno manco fatto crescere la barba, tagliato i capelli, aggiunto uno sbrego sulla guancia. Niente. È uguale, sputato a com'era nella puntata precedente. E Dorian Gray muto. In un angolo. Con le braccia conserte.
Essendo stato salvato dalla reginella mentre era in procinto di togliersi la vita con il seppuku, ed avendocela con l'ex principessa del suo cuore, perché non è voluta fuggire con lui in mezzo ai mandarini, ai portovalli, alle percoche, ma poi a quello strascinato dello zio gli ha detto Portami via con te, Coccinello ora fa la guardia alla porta di Alicenzina, di cui è diventato un fido alleato, o più che altro un fido a cuccia.
La Alicenzina 2.0 è proprio felicissima di vedere che il criaturo è più caucasico di un pastore del Monte Elbrus. Con grande signorilità, tuttavia, evita di dire quello che pensa, e cioè di gettarlo nel secchio, ché mercoledì passano a prendere l'organico. Cassonetto differenziato per il frutto del peccato.
E visto che qui ognuno invecchia a cacchio suo, come gli pare, come se la starà passando quella vecchia quercia di Re Viciè?
Alla stragrandissima. Cioè, considerato che è ancora, incredibilmente, più o meno vivo e nessuno ci avrebbe scommesso una fava dopo averlo visto collassare al suolo ogni tre secondi nella puntata precedente. Poi che c'entra, la vecchia quercia ha perso un intero ramo ed è diventato una via di mezzo tra Riff Raff di The Rocky Horror Picture Show e lo Zio Tibia, ma non sottilizziamo, sempre lì a fare i precisini, su.
Viciè, che è la mummia ambulante più tenerona di tutta la serie, è in brodo di giuggiole per il nipotino. Poco gli importa che sia bianco, se lo coccola tutto. Per smorzare subito qualsiasi parvenza di normalità, l'algida Alicenzina chiede allora se hanno scelto un nome per quel coso, là.
E qui Lenòr, che prende l'iniziativa senza chiedere prima alla moglie, potrebbe dire qualcosa di sensato, per la prima e forse unica volta nella sua inutile vita.
Potrebbe, ma non lo fa:
Joffrey, dice. Lo chiameranno Joffrey. Ah, ma che bel nome fortunato, signora mia!, pensano tutti. Porterà sicuramente tanta felicità a questa piccola stella, guarda.
Viciè, accecato dall'amore da nonno, o forse è semplicemente la cataratta, dice che il pargolo ha proprio il naso di suo padre. L'imbarazzo che cala nella stanza è tagliato solo dagli affilati pensieri che le due donne si scambiano con gli sguardi:
L'ultima stilettata è della regina, che dice a Lenòt che essenzialmente sta sbagliando programma, i capi colorati li devi fare a 30° gradi. Lenòr, che conosce solo i 90, purtroppo non afferra.
E niente, i due lasciano le stanze della regina, la povera Janira lascia a terra una scia di sangue che manco in uno slasher movie, e Coccinello, in quanto uomo ormai maturo, si gira di spalle al loro passaggio ripetendo Gnè Gnè e promettendosi che a quei due, al gioco dell'elastico mela pera banana caffè, non li farà più partecipare.
Quello che segue è un adorabile quadretto familiare. Joffrey, scopriamo, è il terzo figlio di Janira voluto dal signore. Come avrebbe detto Covatta, il signore del terzo piano. La nidiata è stata infatti concepita con quel cavaliere con la mantellina da prestigiribiriminizzatore, CiaoHarwin Strong. Figlio di Lionello Strong, fratello di Novello Duemila Strong, e noto come lo Spezzaossa, Ossa Spezzate e Sandrino il Mazzulatore.
E niente, i rEgazzini giocano con un uovo di drago settepasquale kinder, Janira dice Ahiachibottaischiena! e il fatto che il vero padre di tre bambinetti bianchi e castani sia il capo della guardia cittadina castano che frequenta dalla mattina alla sera le stanze della principessa è un segreto talmente segreto e indecifrabile che tra un po' arriva Giacobbo e dice Abbiamo avuto i permessi, abbiamo le chiavi, e Attento, attento! al cameraman per evitare che si addobbi in qualche cunicolo.
Poco dopo troviamo tutto il ragazzame sfornato in questi anni dalle due rivali riunito nella fossa dei draghi, perché oggi a lezione c'hanno due ore di Jurassic Park e sette di religione.
I giovani in questione sono i due figli di Alicenzina e Viciè, Aegonzo e Mappamond (quello che sembra lo spilungone con il naso aquilino di Stranger Things e l'altro) e i due figli di Janira e Sandrino, il maggiore dei quali, Jacaerys, detto Scianteclèir, sta provando a fare amicizia con il suo drago, Vernèl.
E tutto sembra talmente tanto una pasquetta a Isla Nublar, che salta fuori pure la capretta e insomma manca solo un avvocato da far crepare mentre è seduto sul cesso.
Dracarys, la capretta finisce arrostita e i guardiani dei draghi che parlano solo nel dialetto di San Giovanni in Fiore (CS) continuano a ripetere delle cose inanellando una serie di rutti, e la traduttrice simultanea Olgafernandya dice che sono parole di incoraggiamento per il giovane Scianteclèir, ma facile che siccome quello è anziano e con la faccia mezzavrusciata stia in realtà solo dicendo Machilavoroimmerda potevo fare la guardia forestale come a cuginima Micuzzo, potevo.
Aegonzo e l'altro moretto prendono intanto per i fondelli il biondo Mappamond, perché gli mostrano un maiale da cavalcare, per quel fatto che è l'unico a non aver ancora legato con un drago e aver detto Scelgo te! come un Ash Ketchum qualsiasi, ma pure perché sembra un quarto fratello cesso dei Bee Gees:
Quello non ci sta, scende nella fossa, rischia di finire vrusciato e in lontananza si ode, paterno e comprensivo, l'ammonimento del guardiano nel suo antico idioma: Kitestramurt, stuminkiù.
Alicenzina, intanto, si domanda cosa abbia sbagliato nella vita, visto che pure la figlia femmina, Helaena detta Lina, è una totale deficiente che fa la raccolta degli insetti in edicola, parla con dei millepiedi schifosi, insomma sembra proprio uno che una volta ho visto all'uscita da un concerto che si faceva camminare una blatta gigante sul braccio davanti al camion dei panini e quello dei panini gli ha detto Oh, succdefrutt, perché non te ne vai da qualche altra parte a prendertela in, ma poi non si sentiva, c'era ancora la musica.
E quando il figlio beegesso le viene riportato per le orecchie e a calci in culo, e racconta quello che gli è capitato, quella vipera di Alicenzina va dal marito a dire che sono i figli di Janira a piantare sempre casini, è colpa loro, di quei delinquenti.
Viciè, il cui plastico è ormai così imponente che tutti i fan dei giochi di miniature hanno un poster del re in casa come si faceva a scuola con Pertini e Cossiga, le fa presente che magari lo scherzo del maiale è stato architettato da quell'ebete del loro primogenito.
Lei non ci sta e fa barrire l'elefante nella stanza, tirando fuori la storia dei tre figli castani di quella lì, e che vergogna, e che scandalo, cosa dice la gente, la signora Caligiupi al mercato dice che stanno facendo una sostituzione ittica, una cosa così, per mettere i bambini bianchi e togliere quelli con i gomitoli di lana in testa.
Il povero Viciè, a sentire quelle parole, invecchia di altri 10 anni, raggiungendo un'età apparente di 125, gli cascano tre dita, le ultime che gli erano rimaste al piede sinistro.
Prova a intortare la consorte con una storia campata in aria di uno stallone e di una cavalla che hanno fatto un puledro color verde melvino, ma lei fa una di quelle facce che fa la gente quando legge che il 2023 sarà un anno migliore del 2022, ché l'ha detto l'oroscopo, e comprensibilmente bestemmia la vecchia.
Invitata al silenzio su quella faccenda dal re, Alicenzina e il suo ormai azzerbinatissimo Coccinello commentano poco dopo l'accaduto con garbo, tatto e grande sensibilità umana:
In realtà lui la chiama davvero "stronza viziata" (spoiled c*nt), e poi si scusa, dicendo che non avrebbe dovuto, ma Alicenzina gli risponde Ma che caz*o ti scusi ripetilo pure, anzi, se aggiungi qualcosa è pure meglio. Si è creato insomma questo clima sereno per cui tutti ce l'hanno con Janira, tranne suo padre, e la bionda si sente ormai accerchiata, come l'uccello fratino ai primi sopralluoghi per il jova beach party.
Ma se l'erede al trono è così invisa a tutti, cosa ne è del suo "rivale" per la successione, il figlio maggiore di Alicenzina, Aegonzo?
No, tutto occhei, sta lì a menarselo, nudo alla finestra. Il regno è in una botte di ferro.
La madre gli tira un coppino così forte da prosciugare i fiumi di Delta delle Acque, gli ricorda per quella che sarà probabilmente la SETTECENTOSEIESIMA VOLTA (negli ultimi tre giorni) che la vita di lui e suo fratello sarà in pericolo qualora la sorellastra diventasse regina, e soprattutto gli brucia tutti i postalmarket nascosti sotto al materasso.
Intanto anche Crudelio e Coccolaena hanno messo su famiglia, vivono per il momento a Pentos e si sparano le pose in cielo con quei cessi a pedali dei loro draghi, l'orribile Cataratto e il vecchio e bucherellato Viagrar, sputando fiamme, dando spettacolo come le frecce tricoLorath e ovviamente spargendo scii chimici sulla popolazione inerme.
La gente del posto vorrebbe che restassero lì, ma Crudelio non è convinto. Dovrei farlo, gli dice il suo sangue di drago; E se poi te ne Pentos?, gli dice la sua saggezza padremaronnica. Perciò lo vediamo contemplare la faccenda ed esibirsi in una perfetta imitazione del ritratto di Vigo il Carpatico.
Coccolaena vorrebbe invece tornarsene nella sua terra, a Driftmark, dove pure l'umidità soffre a causa dell'umidità, a respirare quel profumo di legno marcio e granchi, soprattutto ora che loro due aspettano un terzo figlio, dopo le due bambine, le gemelle Amano e Inlavatrice.
Intanto (2), nel cortile di Grande Inverno teletrasportato alla Fortezza Rossa, Coccinello fa allenare quella manica di giovani imbracchiati nell'arte della spada. Concedendosi pure dei numeri alla Syrio Forel totalmente fuori luogo. Uno) perché con questi minchietti sono buoni tutti, Due) perché sarai pure rimasto identico a dieci anni fa, Coccinello, ma se tu sei un bassista carismatico, la spiaggia libera dei laghi di Sibari (CS) è Malibù.
Il povero Viciè assiste all'allenamento di figli e nipote con l'aria buona e la gioia pura di un Babbo Natale calpestato più e più volte dalle sue renne. Ma mentre al sovrano si sviluppano spontaneamente nuove e inedite patologie e si aggiungono gli effetti di qualche altro anno extra di invecchiamento (praticamente è lui il ritratto di Dorian Gray di Coccinello), l'allenamento si trasforma in una sfida per interposta persona tra Coccinello e Sandrino,
praticamente una sceneggiata napoletana da tronisti di Uomini e Dorne. Sempre per non far capire a nessuno che i figli di Janira sono i suoi, Sandrino si mette in mezzo, i due vengono alle mani e quello, che non viene chiamato Spaccaossa e il Mazzulatore per niente, corca l'altro di cazzotti.
Coccinello, pur con il muso scummato di sangue, però, se la ride: è andato avanti e si è spoilerato come finisce l'episodio.
Re Viciè, inspiegabilmente, si ritrova con il setto nasale rotto e due incisivi in meno.
Ignara dell'accaduto, Janira si sta godendo finalmente un po' di riposo con il figlioletto, MA ARRIVA COME UN CONDOR la stessa tizia con la mutanda in testa di prima, Yastimare, sempre portatrice di pessime notizie, a raccontarle quanto accaduto in cortile.
La povera Janira origlia una litigata tra Lionello e il figlio Sandrino, in cui il primo fa capire al secondo che per quello che stanno facendo lui e la principessa potrebbero esserci conseguenze gravissime, tipo l'esilio, la condanna a morte e finanche avere a vita una TV su cui si prende solo Rete 4 e solo durante i programmi di Giordano.
Più tardi la principessa è seduta di nuovo al suo posto, quando si sente provenire dalle scale un coro da stadio: ma non sono ultras,
sono Lenòr e il suo amante, Damyanodeimaneskyn. Rimasto da solo con la moglie, l'ammorbidente espone il suo sogno di tornare a fare il guerriero, andare per mare e marinai, a levigare pomelli di navi e naviganti, in un posto in cui l'unica cosa stretta è il Mare omonimo.
Cioè, a che titolo quella ora pretende che le stia accanto, dopo dieci anni in cui lui è stato costretto a fare qualunque cosa abbia voluto, e lei ha rischiato la vita a ogni parto, sotto gli occhi di un popolo intero che la odia? Come fa ad essere così egoista? Le donne!
Allora lei gli ordina di restare lì. Che è una specie di superspecchio-riflesso-senza-ritorno ultimate definitivo, e lui non può fare altro che abbozzare, garibaldo non di rosso vestito che obbedisce al potere, guerriero che qui deve piegarsi, ma non per diletto.
Intanto (3) a casa di Crudelio c'è tutto questo discorso sulle uova di drago che si schiudono, non si schiudono, aspetta il tuo tempo, sarai un giorno un cigno anche tu, e a mille ce n'èèèèèè, nel mio cuore di fiabe da narrar, che è talmente una solfa già trita e ritrita che manca solo lo spirito di quella grandissima scassatesticoli di Catelyn Stark ad aleggiare sulla scena e portare rogne.
Come se ne mancassero.
Poco dopo, Coccolaena e il marito parlano sul tetto dell'ennesimo figlio che Janira ha avuto da Sandrino, ché il Grande Segreto è arrivato pure a Pentos, ormai lo sanno pure i muri e il ghiaccio della Barriera. Una delle poche cose che saprà mai nella sua vita un giorno Jon Snow, tipo. E Janira c'ha un coro di fischi nelle orecchie per tutto il santo giorno.
E parlando di Janira e del suo rapporto di grande affetto con l'ex amica e ora matrigna, lo scontro fra le due va avanti anche al Concilio, una volta ristretto e ora allargato praticamente a chiunque, in cui Alicenzina parla e prende le decisioni, e il marito fa il pupazzo Dodò dell'albero azzurro.
La regina, quando l'altra parla, beve, fa battutine, sputa a terra e la guarda come guarderebbe un escremento. Se gli escrementi fossero cioè delle vrinzule vaiasse scangiate.
Janira allora, con una faccia che solo il Bronzo A di Riace, propone un matrimonio tra le loro famiglie, di accasare cioè Scianteclèir con la piccola collezionista di insetti schifosi, giusto allo scopo di complicare ulteriormente la tradizione di incesti dei Targaryen. Poi dice che gli vengono i figli tutti scemi.
Strano.
Viciè, ovviamente, è contento per la proposta,
la regina giusto un filo meno entusiasta, diremo. A Westchester, nello stato di New York, in una scuola per mutanti di un altro film, il professor Charles Xavier ode un fortissimo messaggio telepatico in una lingua che non conosce. Qualcosa che fa rima con MaStaTuttana!
Ma il re è pur sempre il re, no? Sarà pur libero di accettare una proposta che gli piace, in grado di rasserenare gli animi, giusto? Voglio dire, non è che solo perché gli manca un braccio ed è un cadavere ambulante, già morto come i nemici di Kenshiro, dalla regina deve farsi pure pulire il cu...
Ah. Ma c'è un'altra faccenda che richiede le attenzioni del re. Lionello va a rassegnare le dimissioni, perché c'è una grande ombra, dice, che si allunga sulla sua famiglia.
Il re non capisce.
C'è questa cosa terribile, dice, di cui si è macchiato uno dei suoi parenti.
Il re non capisce.
Suo figlio si è spinto, dice, dove non doveva spingersi.
Il re non capisce.
Il re qualcosa ALLORA capisce, forse, non ne è sicuro, ma l'altro coglie la palla al balzo e propone di allontanare il Sandrino da corte, spedendolo a far muffa nel castello di famiglia, a Harrenhall.
Alicenzina, ormai campionissima intercontinentale di faccette, ci resta male come una signora che sale al piano di sopra a cazziare una del palazzo che c'ha i panni che gocciolano sui suoi, ah, mo ti faccio vedere io bella mia, ma poi arriva lì, quella ha tolto i panni, e con chi può prendersela a quel punto? È costretta ad andare sui social e scrivere Basta! Vergogna! per qualsiasi cosa. Per forza.
Ma quello che ancora non sapevamo è che in questi dieci anni di buco Alicenzina è diventata praticamente la servetta di Novello, che continua a farsi i cacchi di tutti quanti, solo a tutto un altro livello. Che il viscido sia in confidenze con la regina lo capiamo dal fatto che non solo cena nelle stanze della donna, ma quando lei arriva le ordina un altro piatto di patatine e dell'insalata, e alè, spicciarsi, ché lui è un uomo impegnato.
Si era detto le altre volte che Novello sarebbe diventato un personaggio super-traffichino, un incrocio tra Ditocorto e - soprattutto - Varys, e sempre per quella fissa di Martin per i sottilissimi simbolismi, al posto del Ragno questo c'ha l'ape. Quello era Varys, questo Larys.
I prossimi pezzi di melma delatori nelle future serie legate al mondo di Game of Thrones saranno Garys il Blatto, Zarys il Cucaracho e Parys lo Stercorario.
Nuovo nomignolo ufficiale per questo stronzo: Apemaio.
A ogni modo: Apemaio va a raccattare alcuni condannati a morte dalle prigioni e propone loro la grazia in cambio di una missione molto difficile. E a patto che si facciano mozzare la lingua per non violare il Grande Segreto. Eccapirai, rispondono quelli in coro, ed è purtroppo la loro ultima parola.
Intanto (4), Coccolaena non riesce purtroppo a partorire, il ginecologo si arrende perché era in realtà un ortopedico come quello della figlia di Fantozzi, e Crudelio non accetta di farle aprire il ventre come successo alla prima moglie di Viciè.
In preda al dolore, Coccolaena sceglie quindi di suicidarsi tra le fiamme del suo drago vecchio e inguardabile,
il quale impiega solo 27 Dracarys prima di alzare il culo ed eseguire l'ordine, facendo prima a lungo lo gnorri e infine sbuffando, non per affetto verso la sua padrona, ma perché mo pure gli straordinari gli fanno fare questi, e che cacchio. E se ancora non vi basta tutto questo Fuoco e Sangue...
...non è ancora finita. Dopo lo struggente saluto tra Sandrino e il figlio maggiore, Scianteclèir
- che ha capito pure lui come stanno le cose e saluta il padre in lacrime, ma soprattutto in camicia da notte - e dopo che Janira spiega a Lenòr che si trasferiranno a Roccia del Drago, portandosi dietro pure Damyanodeimaneskyn, sì, ci viene infatti mostrata la missione della banda di senza lingue di Apemaio.
Una primula rossa che, sempre per il simbolismo sottile, ha in mano una primula rossa. Gli eventi stanno ormai per precipitare,
come quel poco di vitalità residua di Viciè, che è sempre più circondato dai topi (dieci anni e manco un cacchio di gatto) e sempre più la fotocopia del primo zombie di Resident Evil. Aspettativa di vita: ROTFL.
Janira e famiglia, intanto (5), sono arrivati finalmente a Roccia del Drago:
Anche per oggi è tutto. Vale sempre la cara, vecchia regola dei Riassuntoni™: se ne volete leggere altri, fate girare questo su tutti i social che conoscete. Ringrazio gli amici della pagina FB Game of Thrones Italy per la condivisione del post.
Chi vuole può seguirmi su Instagram, dove la festa continua tutti i giorni.
With a bit of a mind flip,
RispondiEliminaYou're into the time slip...
(che è un po' il tema della puntata in effetti)
Allo stacce dello specchio riflesso ultimate definitivo, è echeggiata la risata compiaciuta di Olenna.
Ho comunque grosse speranze per le performance di Apemaio. Per ora ha iniziato col botto.
A Garys il Blatto, Zarys il Cucaracho e Parys lo Stercorario, e con l'immagine dei cessi a pedali dei draghi di Crudelio e consorte, finisco di sputacchiare dalle risate il the che mi dava un tono durante la riunione su Zoom che avevo in sottofondo al Riassuntone. Sònoti grata, Doc.
RispondiEliminaBellissimo Riassuntone. C'è solo un errore, il simbolo di Apemaio è una lucciola.
RispondiEliminalucciolignolo
EliminaMa... il principe Reggio alla fine era di Calabria o Emilia?
RispondiEliminaConfido che Vicié regga ancora un paio di episodi perché mi fa una tenerezza infinita. Ah, se ci fosse stato ancora lui nella serie principale!!
RispondiEliminaPortovalli e Yastimare :D
RispondiEliminaQui però ci vuole una specializzazione in filologia dothrakica, Doc ;) Ri-felicitazioni!
Io non capisco perché l'accanimento sul nome Joffrey. Ricordiamo che in futuro sarà anche il nome di uno dei più grandi e lungimiranti monarchi di Zamunda.
RispondiEliminaSpettacolo! Ho riso tanto XD Povera Coccoleana, non era solo un bel faccino ♥
RispondiEliminaHo le lacrime, sei il n 1
RispondiEliminaStanding ovation 👏.... Ova di drago, ovviamente!
RispondiEliminaEccellente riassuntone!!
RispondiEliminaMa solo a me la nuova Alicenzina sembra Carla di "Scrubs"?
RispondiEliminaLa nuova Alicenzina è Art£mi$ di Ready Player One
EliminaLa nuova attrice di Alicenzina sembra più giovane di quella di prima.
RispondiEliminaEmily Carey (young Alicenzina) è del 2003, Olivia "Art£mi$" Cooke (old Alicenzina) è del 1993
EliminaA volte Re Viciè mi fa tremendamente pena.
RispondiEliminaJanira e Alicenzina sempre più Red e Toby solo che l'ultima ha tirato fuori il "jolly dal mazzo" come disse il Commissario Gordon.
Non capisco perché i figli di Rhaenyra, mezzi Targaryen, hanno i capelli neri e i figli di Alicenzina, mezzi Targaryen pure loro, hanno i capelli bianchi . Ereditano solo i geni paterni?
RispondiEliminaSpiegatemi una cosa: Daemon non ha il coraggio di far praticare il cesareo alla moglie (che potrebbe salvare almeno il figlio) e poi lasciano una partoriente moribonda libera di andarsene in giro così, fuori dalla stanza, fuori dal castello, sulla spiaggia? Cosa credevano che potesse succedere? Che si sgonfiava da sola?
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