Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli e dei tre film in uno: la recensione (con leggeri spoiler)

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli recensione

C’è questo giocoliere che fa volteggiare molto bene clavette e torce. Fa dei gran numeri, soprattutto nella prima parte dello spettacolo, che poi chiude in modo decoroso. Ma nella parte centrale gli cascano un po’ di attrezzi (e più che altro di anelli) per terra. Che fai, gli vuoi bene lo stesso, a questo giocoliere chiamato Shang-Chi? Seguono alcuni spoiler piuttosto innocui, ma se avete già visto il film è meglio […] 

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli recensione

Non è solo per la tipica struttura in tre atti, sottogenere con eroe che fa cose e risolve crisi (mistiche), è che Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli prova a fondere nella costruzione tipica di un film Marvel tre anime diverse. Guardi quella scena, davvero spettacolare, lunghissima, esagerata delle mazzate sull’autobus di linea - peraltro senza che sia salito un controllore - e ti viene in mente subito Jackie Chan. E infatti le coreografie sono state supervisionate da Brad Allan, che veniva dal Jackie Chan Stunt Team e a cui il film è dedicato, perché è scomparso all’età di 48 anni lo scorso 7 agosto. 

E quel terremoto non nel Bronx, ma sui saliscendi di San Francisco viene bissato da piroette, salti, tuffi e scivolate dentro e fuori il grattacielo di Macao. Forse, ma pure togliendo il forse, sono le cose migliori del film, perché è materiale da pellicola-di-menare lasciato ammollo nell’MCU. E di suo la cosa ti piace.

Ma quello è solo il primo tempo, e neanche tutto. La sfida con Death Dealer, l'assassina/personal trainer familiare di Wenwu con il volto truccato, le scazzottate con chi di pugni ne ha solo uno, come Razor Fist... - per saperne di più su tutti i villain del film, c’è questo pezzo che hai scritto qualche giorno fa per ScreenWeek - tutte cose che vengono lasciate sullo sfondo nella seconda parte. Perché c’è da far posto al resto.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli recensione

Ovvero al wuxia, ai duelli-danza, al fandango del ti amo e forse ammazzo, ma intanto paro i tuoi colpi ruotando con grazia i polsi. Con non a caso Michelle Yeoh de La Tigre e il Dragone chiamata a partecipare alla festa. In quel luogo incantato, Ta Lo, che appena l’hai visto ti faceva troppo pubblicità dello yakult, con l'alberello magico colorato e finto. 

Un wuxia che alla fine si butta a braccia spalancate nel fantasy cinese e più in generale orientale. Il drago d’acqua, i leoni guardiani (gli shishi, che nei templi scintoisti giapponesi sono diventati i komainu, i cani leone), il mondo altro protetto da una foresta magica e incazzosissima di bambù mobili, ospitali come albergatori calabresi.

E nel complesso ti è piaciuto pure il finale, con le sue dragocavalcate da La storia infinita, i demoni bulli da gettare metaforicamente nel cassonetto e un tizio abilissimo nelle arti marziali - non si parla mai espressamente di kung fu, per il “maestro del kung fu”. Sarebbe strano, non fosse che non sono più gli anni 70 - che diventa un super-eroe. 

Sì, gli anelli ora non sono più anelli ma bracciali, e così ci puoi fare un sacco di cose fighe durante una battaglia, ché hanno più usi di un coltellino svizzero a un campeggio dei boy scout dell'89. 

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli recensione

La porta spalancata sulle nuove super-amicizie di Shang-Chi (e Katy) dà una pennellata di MCU a una pellicola che di collegamenti veri e propri con il quadro generale ne ha pochi. E ci sta, perché è un film sulle origini e il personaggio lo devi presentare. E di sicuro, hai pensato nel vedere la prima scena extra durante i titoli di coda, un eroe con quegli anelli ai polsi ha più senso in una prossima formazione di Avengers di una spia russa che affronta un'invasione aliena con una coppia di pistolette. Ma se vogliamo, pure di un tizio con un arco. 

Ma il tutto, dicevi, segue una parte centrale in cui ti è scappato qualche sbadiglio di troppo. 

Il rapporto tra villanzone ed eroe, qui tra padre e figlio, non è nulla di nuovo, soprattutto se uno fa Skywalker di cognome, chiaro. Ma qui si regge sul fatto che Tony Leung è un mandarino ambiguo e a tratti in the mood for essere amabile, con cui Shang-Chi vive un rapporto di ribellione e sottomissione, a fasi alterne. Ama comunque suo padre? È programmazione emotiva? Riflesso involontario di anni di addestramento? A ognuno la sua risposta. 

Il che quanto meno aggiunge un po’ di pepe alla solita, inevitabile tassa da pagare nei film di supertipi. Cioè scontri finali che spesso sono la parte più posticcia. Ce li devi mettere, ce li metti, ma non sempre hanno senso (ancora ridi per quello del primo Wonder Woman, giusto per fare il primo nome che ti viene in mente).

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli recensione

La doppia linea comica del film - affidata ad Awkwafina e al finto-Mandarino cialtrone di Ben Kingsley, con il suo pupazzomascotte senza volto - strattona di proposito il tutto verso l’impostazione classica da film MCU. Funziona, e allora i Marvel Studios tendono a ripeterla ovunque, pure in un film di mazzate urbane e fantasy, con e senza cavi a cui restare appesi. 

E allora ti chiedi se due ore e un quarto di metraggio fossero proprio necessarie, ecco. Se quella parte lì la snellisci un attimo, se tutti quei flashback sul rapporto con la madre e il tema dell'accettazione delle proprie (qui duplici) radici non li snoccioli in ogni singolo istante, ma li suggerisci, li mostri in modo meno spiegone, tiri via una mezz’ora buona e il tutto scorre meglio.

Ma questo è quello che pensi te, prima di ricordare che la logica da mangiatoia bassa ha generato milioni di mostri che i film non li capiscono neanche quando non c’è nulla da capire. E allora si spiega, si mostra, si sottolinea con la bacchetta sulla lavagna della trama, si dice e si ripete, pure quando non se ne avverte il bisogno. Domani, bambini, c'è il dettato. Michele restituisci il panino con la mortazza a Gianni o ce lo dico a tua madre.

E vabbè.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli recensione

Però, dai, nel complesso promosso. Tutta la prima metà è molto godibile e il finale lo è abbastanza, e pazienza se si smolla al centro. Delle sequenze live action alla Dragon Ball (citato pure esplicitamente da Awkwafina nel film) come quelle dello scontro sul lago, lì nel Wakanda mistico-cinese, non s’erano mai viste, manco con Chow Yun-fat a fare il maestro Muten.

Abbiamo capito che ci si può allontanare solo di pochi metri dal canovaccio, e Shang-Chi lo fa prendendo a calci il mondo. Lo vedi ben integrabile nelle storie future dell’MCU, e comunque a Simu Liu bisogna volere un gran bene. Perché, pur essendo portato in quanto ex stuntman, si è fatto un culo così per girare quelle scene alla Chan, e perché il suo super-eroe preferito è Sole Ardente. 

Siete almeno in due nel mondo, oh.


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Commenti

  1. "Tony Leung è un mandarino ambiguo e a tratti in the mood for essere amabile"

    Sbaglio o quando il cattivo è diversamente bianco non è mai veramente cattivo?
    Maledetto politically correct, si è ritornati ai tempi dei cartoni di Iron Man con il Mandarino verde e con le orecchie di Yoda.

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    1. Sbagli. È la dote migliore dei villain migliori, nei film di supertizi (e non solo), da sempre. E non c'entra niente dove sono nati.

      Se poi la smettiamo con questa frase fatta del PC, usata ovunque e a sproposito, è anche meglio.

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    2. Anche perché ormai il villan cattivissimo che vuole conquistare il mondo perché sì non ce l'hanno neanche più i film di James Bond. Alla Marvel a un certo punto si saranno accorti che cose del genere funzionano in contesti umoristici come i film di Ant-Man, ma per portare un personaggio credibile sulla scena serviva altro. e poco c'entrano le origini dell'attore: l'Avvoltoio di Keaton è bianco, ma è un personaggio complesso scritto molto bene e con cui, sotto certi aspetti, si finisce per simpatizzare

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    3. Sull'Avvoltoio "working class evil" di Keaton io ci vorrei un film a parte tanto era "denso" (e se consideriamo lo screen time relativo, si capisce che cacchio di mostro sia il buon K.).

      Per il resto, tralasciando i piagnistei sul Politically Correct che, cribbio, sembra che Alessandra Valeri Manera non sia mai esistita nelle nostre infanzie e il problema sia solo ora che "quelli là ne approfittano", io ritornerei anche con piacere ai Villain Cattivissimi "Patrone ti Monto (mwahahahahaha!!!)" che anche il "villain empatico" che "ha fatto anche cose buone" mi è ormai vecchio di oltre 20 anni (ricordiamo che in King of Fighter '97 la stirpe di Orochi alla fine aveva più o meno la stessa idea di Tanos, ed erano già poco originali).

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    4. GirellaLover, ti rispondo citando il manuale di D&D per il mondo di Ravenloft (mondo horror gotico ad altissima percentuale di morte): i cattivi tutti d'un pezzo, sono una noia assoluta e sono pure scritti male. Io per primo in certi casi ho citato il PC (coff coff Netflix coff coff), ma questa cosa che scrivi, mi sembra abbastanza pretestuosa. Diamo un'occhiata ad alcuni dei più famosi cattivi:
      - il buon vecchio Darth "avete mica una caramella balsamica" Vader è forse un cattivo al 100%? Direi di no, altrimenti potevano metterci sin dall'inizio quella schifezza del droide da guerra della prima / nuova trilogia
      - Dracula non è forse consumato da passioni contrastanti? Altrimenti sarebbe stato una macchina assassina tipo Jason
      - Frankenstein? Che uccide una bambina ma sogna ancora di ritrovare l'innocenza?
      Nessuno, neppure il più str..zo degli individui, ha un solo lato. Un cattivo non può esserlo 24 su 24 per 365 giorni all'anno. La vera sfida è creare un cattivo che sembri credibile e questo lo renderà ancora più spaventoso, perchè ti sembrerà possa esistere davvero.

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  2. Una domanda: mia moglie ha visto nella sequenza a Ta Lo


    ROVINATORE

    un omaggio alle opere di Miyazaki, sia negli ambienti che nelle creature. Può essere o semplicemente entrambi attingono allo stesso immaginario? E questa componente fantasy era presente anche nel fumetto?

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    1. [SPOILER]
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      Anche io c'ho visto quel tipo di collegamento, soprattutto nel volto di quell'animale erbivoro lì. I fumetti di Shang-Chi tra gli anni 70 e 90 erano puro immaginario da kung fu movie, con un pizzico di spy story. Quelli più recenti, hanno un'impronta tipicamente super-eroistica, al di là dei rimandi generici a un'immaginario cinese. L'impronta fortemente fantasy è propria del film.

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    2. Per quanto adori le atmosfere kung-spy-story dello Shang Chi di Moench e Gulacy credo che sarebbero state troppo simili a quello che abbiamo visto/vedremo collegato a Vedova Nera/Hawkeye quindi la virata verso il fantasy ci sta tutta.
      Una cosa che mi ha un pò stupito è stato vedere quanta parte del film è "parlato" con sottotitoli.
      In genere dopo due scene parlano tutti inglese...

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  3. Avevo basse aspettative invece non è male, concordo sul fatto di togliere almeno mezz'ora al film, veramente troppo lungo e la parte "animaletti disney" la trovo un po' troppo caricata, ma alla fine è godibile. Belli i combattimenti e tanto basta :-) solo che con gli anelli in quella conformazione avrei osato di più in confronti 1vs1 prima di tirare dentro tutto il mistico/magico, ma aspetto un seguito (magari chiusi dentro un palazzo dominato da una gang e dove devono riuscire a sopravvivere :-P ) ... non ho ben chiaro perché gli anelli alla fine facciano quello che facciano, magari li una spiegazzioncina in più non sarebbe stata male, invece di ripetere a mille la storia della famiglia

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    1. [SPOILER]
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      Sugli anelli hanno volutamente sorvolato. Le origini e la loro natura esatta, intendo, al di là di quello che dice l'ospite numero 1 durante la prima scena extra, sulla loro provenienza non aliena (e sappiamo che dovrebbe essere il contrario, stando almeno alla loro versione cartacea e non braccialettosa). Immagino si stiano tenendo la cosa per un prosieguo della storia.

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    2. [SPOILER]
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      Quindi avevo capito bene quanto detto da Captain Marvel, ovvero che non fossero alieni ma antichi, giusto? Tu come lo vedi un collegamente con Celestiali e Eterni?

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  4. Ciao Ale, qualche opinione sul trailer di Spider Man?

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    1. Ancora troppo poco per farsi un'opinione.
      Ma ormai non manca troppo all'uscita (facendo tutti gli scongiuri del caso).

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    2. Sono un po' indeciso se guardare il film o no, onestamente mi attrae di più il trailer/teaser di spiderman. Forse sono più legato ai supereroi più famosi ed affezionarmi ad uno nuovo faccio più fatica (tendo purtroppo a vederli come personaggi/eroi di serie B), anche se devo dire che i guardiani della galassia mi sono piaciuti molto

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    3. sul teaser di spiderman come dice Doc è presto per farsi un'opinione; da parte mia spero non ci sia troppa carne al fuoco e che non venga fuori un minestrone incasinato senza approfondire i personaggi

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    4. Giorgiogino, per il trailer di Spiderman la penso come te, quanto a Shang Chi non è che sia così nuovo, esiste dal 1973.

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    5. A proposito di Spider-Man Doc, immaginando che Marvel e Sony riescano a trovare un accordo per organizzare la saga in tre trilogie (high school - college - vita adulta) come pensavano all'inizio, e immaginando che grossi villain come Ock e Green Goblin se li giochino in No Way Home e che Venom e Carnage non vengano concessi, quali nemici vedrest bene in eventuali nuovi film sull'arrampicamuri, potendo attingere sia da fumetti 616 sia da 1610?

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  5. Suonerà un pò brutta, come frase, ma...gli spiegoni devono morire.
    Ormai devono aver stabilito che lo spettatore medio ha una soglia dell'attenzione bassissima, intorno ai quindici secondi o giù di lì.
    Da qui la sgradevole necessità di ripetere più e più volte i concetti urlandoli letteralmente nelle orecchie di chi guarda. Quasi che fosse il garzone di bottega volenteroso ma tardo che se non gli stai dietro al sedere a dirgli in continuazione quel che deve fare se ne dimentica.
    Capisco, eh. Ma alle volte dà davvero fastidio.
    Il pubblico (spesso mainstream) che non fa nemmeno lo sforzo di capire quel che vede passare su schermo c'é sempre stato. E gente come Carpenter ha sempre ribadito questo grosso problema.
    Ma negli ultimi anni si é ingrandito esponenzialmente.
    Credo che sia anche una conseguenza della logica da piattaforma streaming.
    Vedono il film, poi si rompono e guardano qualcos'altro, poi chattano sui social, poi si fanno una navigata in rete, poi vanno a pigliare qualcosa da mangiare, poi vedono le notizie, poi si fanno una partita a qualche giochino scrauso e poi riprendono a vederlo. Poi, forse, poi...
    Talvolta ci casco anch'io, lo ammetto. Vuoi per l'accessibilità, vuoi per i mille impegni.
    Una vera eresia, se consideriamo che una volta se sapevo di non avere almeno due ore libere (oggi come oggi un lusso)a vedere un film mìnon mi ci mettevo nemmeno dietro.
    Succede anche con molti horror, di recente. E lì é un vero peccato mortale, che ha finito per guastare anche delle produzioni parecchio valide. Dato che nell'horror meno spieghi, più funziona.

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    1. Verissimo, quando guardo un film con mia figlia mi sento chiedere: che è successo?
      E io gli rispondo : ma tu dov'eri?
      E se non gli dici cosa è successo si incazzano pure

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    2. Hai ragione da vendere e aggiungo che la "logica da piattaforma" mi sembra la conseguenza ultima di una maggiore disponibilità del prodotto iniziata già con cassette-DVD-BR .
      Della serie se mi perdo qualcosa torno indietro e rivedo (cosa che ovviamente non puoi fare in sala) ma che alla lunga si boicotta da sola visto che si viene distratti da 1001 altre cose.

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  6. nel trailer, bellissimi i colpi d'occhio sulle creature da fantasy cinese. Potrei andare a vedere il film solo per quelle :)

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