Iron Harvest 1920+: il Company of Heroes con i mech dieselpunk presi a zampate da un orso

Iron Harvest 1920+ PC recensione docmanhattan

Erano anni che non giocavi *sul serio* a un RTS. Ed erano pure anni che continuava ad entrarti e uscirti dal radar questo mondo alternativo fatto di mech da combattimento che vanno a gasolio e che si prendono a fucilate e cazzotti negli anni Venti del secolo scorso. Il mondo che accomuna il gioco da tavolo Scythe e questo Iron Harvest 1920+, e in cui sei ormai caduto con tutte le scarpe di metallo [...]

Iron Harvest 1920+ PC recensione docmanhattan

IRON HARVEST 1920+
Piattaforma: PC (in seguito PS4, Xbox One)
Quanto costa: 48 (89 la Collector's)
Link Amazon

Tutto nasce da un licantropo. Cioè da Mr. Werewolf, nickname dell'artista polacco Jakub Różalski, le cui illustrazioni - mech e macchine da battaglia alle prese con scenari bucolici in un 1920 alternativo - hanno dato vita a un noto boardgame, Scythe.

Iron Harvest 1920+ condivide con Scythe la medesima ambientazione, il periodo della guerra sovietico-polacca (1919-1920), ma traslato in un mondo parallelo in cui quella guerra si combatte con enormi mech sputafumo. È il dieselpunk mech, baby.

Nato in seguito a una fortunata campagna kickstarter, Iron Harvest 1920+ è uscito l'1 settembre per PC ed è previsto, prossimamente, anche per PS4 e Xbox One. Si tratta di uno strategico in tempo reale la cui trama si divide in tre campagne, una per ciascuna delle fazioni in campo: Polania (Polonia), Rusviet (Unione Sovietica) e Sassonia (Germania).

Iron Harvest 1920+ PC recensione docmanhattan

Protagonista della prima campagna è una ragazza che vuole vendicare il padre e se ne va in giro con un cavolo di orso da battaglia. La seconda racconta di casini dello Zar e ovviamente ci infila le invenzioni di Tesla. La terza segue un ufficiale di Sassonia (sì, con l'elmo chiodato) e conclude le varie trame in sospeso.

La storia è facile da seguire e, senza inventare esattamente la ruota, è un raccordo piacevole tra una missione e l'altra. Perché il punto, in un RTS, è chiaramente un altro. E cioè trovare il giusto compromesso tra la complessità della gestione delle unità e il divertimento nello scassare strutture ed eserciti nemici. Nel caso, urlando come dei folli davanti al monitor. Giusto magari non in ufficio.

Essenzialmente, Iron Harvest 1920+ si gioca come i vecchi Company of Heroes di THQ: per vincere una missione devi prendere il controllo di vari punti sulla mappa, il che ti spinge a un approccio dinamico e non troppo difensivo. Perché più punti controlli, più risorse (grazie al cielo estratte in automatico) hai. Il problema è a) non lasciare il fianco scoperto agli attacchi bastardi del nemico, e b) capire al volo quali tipi di unità sono più adatti a una certa situazione.

Devi conquistare quel cannone e demolire quella postazione di fuoco: che fai? Mandi un po' di mech pesanti a incassare le raffiche e i getti di lanciafiamme e tenti la sortita ninja alle spalle con qualche unità più agile? Trovi un'altra strada? Fortifichi la zona circostante con casematte e mine? Tenti di colpire dalla grande distanza con la tua cecchina? Mandi l'orso all'attacco, e chi s'è visto s'è visto (vai Yoghi!)?

Iron Harvest 1920+ PC recensione docmanhattan

I mech dieselpunk, elemento peculiare del gioco, sono di vari tipi, e basta poco per apprezzare la duttilità di esoscheletri e mech leggeri (come lo PZM-9 "Straznik", praticamente uno scaldabagno su zampe meccaniche) o la potenza di fuoco di macchine da guerra enormi come il Tur. Anche i soldati di fanteria sono divisi in varie classi (ingegneri, fucilieri, con lanciafiamme...) ed è possibile convertire al volo un'unità di un tipo in un altro, raccogliendo delle icone lasciate dai nemici uccisi. 

Al mix va aggiunta la presenza di eroi con abilità e caratteristiche speciali: la citata cecchina Anna con il suo orso, lo zio Lech con il suo mech in stile gorilla meccanico che sembra appena uscito da un album di famiglia degli Zoids, Olga cintura nera di stealth, etc. 

Oltre alle campagne ci sono anche le Missioni (Schermaglie da 2 a 6 giocatori e Sfide) e le partite Multigiocatore, ma non hai ancora provato queste modalità. Il tuo giudizio si base perciò solo sulle scampagnate della campagna, company.

Iron Harvest 1920+ PC recensione docmanhattan

Il tasso di sfida è adeguato, perché senza un'accorta pianificazione della propria strategia, partono gli schiaffi meccanici già da metà della prima campagna. Difetto più evidente? Non sempre il posizionamento delle unità è corretto. A volte la fanteria tende a piazzarsi dal lato sbagliato di una copertura, praticamente dipingendosi addosso un bersaglio per il fuoco nemico (dall'altra parte di quei sacchi sabbia, pirletti!). E a volte i mech s'impuntano quando continui a ordinare loro di colpire i bestioni meccanici nemici alle spalle. 

Nulla di nuovo, ripeti, ma quello che c'è in Iron Harvest 1920+ è bello da guardare (se non esageri con lo zoom, visto che alcune texture e facce sono un po' così se le vedi troppo da vicino) e soprattutto affascinante in termini di design. 

Per l'ambientazione indovinata di Różalski, il mechadesign sporco e sputafumo, e il fatto che non credi di aver mai visto una distruzione degli edifici così figa in un RTS. Il modo in cui i mech avanzano tirando giù muri e case è belliFFimo, ti dà proprio una sensazione di potenza unica.

Sì, anche se magari due secondi dopo vieni piallato dalla controffensiva di mezzo esercito nemico, con dodici mech, cinquanta soldati, cannoni, mitragliatrici e tutto il corpo di ballo di Fantastico con la Cuccarini e Manuel Franjo.

Iron Harvest 1920+ PC recensione docmanhattan

Ah, ora ti è rimasta una gran voglia di provare anche il gioco da tavolo di Różalski, Scythe, miseria ladra e alternativa. Magari ne parliamo in uno dei prossimi AntroBoard. Mo vediamo.

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Commenti

  1. Gioco proprio nelle mie corde. Fosse uscito in pieno lockdown sarebbe già mio.
    Adesso condivido l'articolo con gli amici e magari ci scatta il multi.

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  2. Scythe boardgame è stupendo, io ho tutto e ci si gioca sempre molto volentieri (ti consiglio al limite anche la versione digitale che è un ottimo porting)

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  3. Scythe boardgame è stupendo, io ho tutto e ci si gioca sempre molto volentieri (ti consiglio al limite anche la versione digitale che è un ottimo porting)

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    1. Grazie per la segnalazione. Ma mi attira proprio lo scatolotto, per le illustrazioni. Vedremo :)

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  4. Questo mi interessa davvero parecchio, ho una vera predilezione per il Dieselpunk ed infatti mi viene subito in mente la trilogia di "Leviathan" di Scott Westerfeld. Ambientata durante una Prima Guerra Mondiale alternativa vede la contrapposizione tra bestie e macchine, uno scenario accattivante. Se ti capita dacci un'occhiata, la trovi facilmente in digitale, così poi mi fai sapere che ne pensi :)

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    1. Ho il primo volume di Leviathan in eBook ma non l'ho mai letto. Mi hai fatto venire voglia di recuperarlo. Ecco, recuperarlo: devo controllare se è sopravvissuto all'Armageddon hardiskico di qualche anno fa. Speriamo.

      Anche io ho sempre subito la fascinazione dello steam/dieselpunk (non del sandalpunk, devo ammettere 😂), ma in misura molto minore da quando, a metà anni 2000, lo steampunk è stato ridotto a codice estetico ultrasemplificato: abito in stile vittoriano + occhialoni da aviatore + ruote dentate appiccicate a caso. E in ambito fiction, mecha a vapore senza un vero perché.
      La mia introduzione ufficiale al genere è stata un articolo di Delos stampato e passatomi da un amico a fine anni '90 (quella, per cosí dire, inconscia, forse lo pterodattilo di Moriarty) . Lí ebbi un po' di indicazioni sui titoli storici e sulle origini del genere. E anche il preludio a una grande delusione: La Macchina Della Realtà, di Gibson/Morrison. Scimmia come poche volte in vita mia per un libro che ha una cura dei particolari fuori scala e un grande Ottocento alternativo, ma pure una storia scialba e confusionaria. Grande rimpianto.

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    2. Gibson/Sterling, ovviamente. Da dove sia saltato fuori quel Morrison non lo so. Non stavo neppure pensando ai Velvet Underground... 😅

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    3. "abito in stile vittoriano + occhialoni da aviatore + ruote dentate appiccicate a caso".
      Madonna le ruote dentate che nervoso. Sulla montatura degli occhiali: perché?!? Che meccanismo devi far girare sulla montatura degli occhiali?!?
      :D

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    4. Il ruotandentismo è il sacchettismo dello steampunk 😂

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  5. Quando ho visto la pubblicità ho pensato subito "Ah ma hanno copiato Scythe? (Che possiedo perché regalo di amici che adorano giocarci)"
    Ora invece capisco il perché di tanta somiglianza

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  6. Concordo sul giudizio di Scythe, io ho solo la versione base ma lo intavolo sempre volentieri, uno dei miei giochi preferiti, in cui l'ambientazione si sente tanto. La voglia di provare anche a questa versione digitale è forte.

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  7. Scythe per il papà e My Little Scyhte per la figlia! ;)

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  8. Ecco spiegato il click mentale appena ho visto la prima immagine all'interno del post: ho il sito di Rozalski tra i preferiti ma era da tanto che non tornavo a darci un'occhiata. Molto, molto affascinante.

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  9. Buone notizie, ero rimasto orfano di rts dopo Company of Heroes e i Dawn of war. (Statcraft è un altro setting) :)

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  10. Anche a me il boardgame di Scythe piace un sacco, ma non lo consiglierei a chi si aspetta un gioco di combattimenti, sono pochi e molto guidati.....è un gestione risorse e controllo territorio. Però l ambientazione è esattamente la stessa e per quanto mi riguarda, splendida.

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  11. Esatto il combattimento in Scythe praticamente ha poco senso e non ci si investe se non necessario, il piazzamento e le risorse sono invece fondamentali.

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  12. E niente, a leggere la recensione m'è saltato in mente a come sarebbe una serie di Gundam versione dieselpunk... :/

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