Captain Tsubasa: Rise of New Champions: Julian Ross mi si è accasciato al suolo dopo neanche mezzo minuto. Giuro


Contrariamente a quanto potreste pensare, Captain Tsubasa: Rise of New Champions, il nuovo gioco dedicato alla banda di Capitan Tsubasa (Holly e Benji), non è un gioco di calcio. Per niente. È un perfetto, quanto meno nel senso di meglio riuscito in assoluto tra tutti quelli visti finora, gioco di Captain Tsubasa. Un attimo che soccorri il povero Jun Misugi (Julian Ross), che ha ovviamente infartato appena messo piede in campo, e spieghi il perché [...]

Captain Tsubasa Rise of New Champions recensione antro
E un monte Fuji sullo sfondo non ce lo mettiamo? Tipo sempre? Se no pare brutto.


CAPTAIN TSUBASA: RISE OF NEW CHAMPIONS

Piattaforma: PS4, Nintendo Switch, PC
Quanto costa: 59
Link Amazon

Disponibile dal 28 agosto, Captain Tsubasa: Rise of New Champions è fortunatamente un gioco diverso, per impostazione, da tutti i titoli precedenti dedicati al manga di Yōichi Takahashi e alle sue declinazioni anime. Nel senso che non c'è più quella componente GdR, non ci sono più le pause in cui scegliere l'azione giusta, non è, si perdoni il termine, un gioco di strategia misto a picchiaduro in cui si asportano le tibie con una scivolata. 

Captain Tsubasa: Rise of New Champion è un gioco di pura azione, ma non strettamente un gioco di calcio per come li intendiamo.

Basta vedere con quanta lentezza i giocatori in campo si portano su una palla che rotola libera sul prato dopo un contrasto, come tengono male la posizione o non la tengono affatto, più in generale come l'IA sia a livelli da gioco per la prima PlayStation. E constatandolo sarebbe facile lasciarsi prendere dallo sconforto, se quello che ci si aspettava era un titolo di calcio puramente arcade, un nuovo Virtua Striker o Mario Smash Football con i tiri della tigre. 

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I fortissimi e sboronissimi Hyuga e Wakashimazu, e quel drogato di Danny Mellow (Takeshi Sawada).

Perché Captain Tsubasa: Rise of New Champion bisogna inquadrarlo sotto la giusta ottica. E cioè come una trasposizione riuscita di storie, situazioni, drammi personali e volitivi minchietti con i dentoni di Captain Tsubasa, in particolare dell'ultima incarnazione del franchise, la serie anime remake del 2018, vista da noi sulle reti Mediaset (torniamo a parlarne più sotto).

E allora, visto così, non solo ha tutto molto più senso, ma diventa anche divertente. A patto di conoscere questi personaggi, le loro caratteristiche, il fatto che Shun Nitta (Patrick Everett) abbia il tiro del falcone e un singolo canino aguzzo, e Kojiro Hyuga (Mark Lenders) sia il più grande giostraio dell'est che abbia mai calcato un campo di pallone in due diversi continenti.

I tiri normali in Rise of New Champions sono fiacchi quanto i rigori. Le punizioni semplicemente non esistono e fatto salvo il fuorigioco - e ogni volta che ne viene fischiato uno sembra una roba aliena in questo mondo - tutto si risolve in una costruzione della giocata finalizzata a scagliare una minella in porta. Una minella dopo l'altra, la barra del portiere si consuma, e al prossimo supertiro sarà possibile bucargli le mani o trascinarlo direttamente in porta, letteralmente. 

Così impara ad aggrapparsi a quella palla di cannone ovala e luminosa che gli è finita tra le braccia.

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Di Ishizaki (Bruce Harper) e della sua grande abilità nel "blocco di faccia" si diceva l'altra sera su Instagram e gli altri social dell'Antro.


Ci sono due modalità di gioco principali, due story mode raccolti sotto il nome Il viaggio e chiamati rispettivamente "Tsubasa" e "New Hero". Nel primo caso si guida la Nankatsu di Tsubasa Ozora durante l'arco narrativo del campionato delle medie. La squadra affronta le varie avversarie, come la Otomo di Nitta o la Hanawa dei gemelli Tachibana (Derrick), e parallelamente vengono raccontate le vicende di Hyuga (Lenders) e degli altri personaggi principali.

Tolte alcune sequenze scriptate in cui si deve mostrare il numero da circo di un dato personaggio (come lo Skylab Hurricane, cioè la Catapulta Infernale, dei gemelli dentoni Tachibana), la partita scorre senza interruzioni. I movimenti in attacco del trio della Shutetsu, i simpatici ma sostanzialmente coreografici e basta Izawa, Taki e Kisugi, servono solo a indebolire un po' il portiere avversario con qualche tiro caricato. Poi palla a Tsubasa, che salta un paio di avversari con scatti e finte (su PS4, tasti R1 e R2) e butta in porta palla e portiere.

Il resto sono gli interventi per recuperare palla, con spallate e scivolate assassine che fanno rotolare il malcapitato a corpo morto per qualche metro, e una sequenza di button mashing quando il pallone s'impenna in area, e la disfida mortale tra attaccante e difensore, a base di calci volanti e teste messe nel posto più pericoloso possibile, si gioca all'ultimo martellamento di tasti.

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I gemelli Tachibana (Derrick, come l'ispettore) e i danni che hanno provocato IRL. Gravi.


Il risultato di tutto questo è un gioco a tratti confusionario, ma divertente nell'animo, soprattutto sul medio periodo. Sbloccare squadre, filmati, brani della colonna sonora, passando in rassegna i personaggi che conosciamo e seguiamo a una vita intera (dalla prima messa in onda di Holly e Benji, 1986, santo cielo), cannoneggiando i portieri con i supertiri o mandando per campi un avversario con una spallata fa sorridere. 

Cioè, anche se si gioca in un campo di calcio relativamente normale e non su un asteroide (soluzione accantonata del resto anche nel recente remake anime). E per relativamente normale intendi che si passi per buono che ci sono 400mila spettatori e i maxi schermi da finale dei mondiali per una partita delle medie.

Terminata la modalità "Tsubasa", che si porta via quelle 7-9 ore zeppe di fasi tutorial per spiegarti la rava e la fava del gioco, ci si può dedicare a quella "New Hero". Che in realtà viene sbloccata molto prima, ma è consigliata per chi ha già dimestichezza con le varie meccaniche. Qui si crea un proprio alter ego e si segue la sua carriera, come nelle modalità analoghe dei vari FIFA e PES. Rinsaldando il legame con altri giocatori della squadra, migliorando le proprie statistiche e apprendendo nuove abilità. 

Si può scegliere fra tre diverse squadre in questa modalità: la Toho di Hyuga, Sawada e Wakashimazu (il grandissimo Ed Warner), la Musashi di Misugi (Julian Ross) e la Furano di Matsuyama (Philip Callaghan).

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Contento tu, Ralph.


Le altre modalità sono le partite Versus (campionati compresi), anche online, in cui si possono impiegare le varie squadre delle medie, le nazionali sbloccate nella storia New Hero e una squadra personale, customizzabile con un sistema di pacchetti di card in stile FIFA Ultimate Team. 

Hai inserito tra parentesi gli improbabilissimi nomi anglofoni storici dei personaggi per aiutare a orientarsi chi non fosse pratico del manga o degli ultimi anime, perché nel gioco ci sono ovviamente solo quelli originali. Anche nella versione italiana dell'anime del 2018, d'altra parte, sono stati lasciati quelli giapponesi.

Ah, sì, dimenticavi. Jun Misugi, cioè Julian Ross. La sua scheda parla di un "giocatore dotato di grande abilità, ma che non può giocare a lungo per via di una malattia cardiaca". Nella modalità storia "Tsubasa", Jun/Julian si presenta in campo così, carichissimo!

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Solo che poi infarta dopo neanche mezzo minuto. E lo lasciano lì, steso a pelle di leopardo in mezzo al campo, come nulla fosse. Maledetti incoscienti assassini.

Captain Tsubasa Rise of New Champions recensione antro
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Poi l'azione finisce, il numero 14 si rialza a fatica e chiede ai suoi compagni della Musashi: Oh, debosciati, *pant* *pant* *ansimo*, abbiamo almeno segnato, ché qui ci sto mettendo davvero il cuore, in senso letterale?

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E quelli: No, capità, mi spiace, siamo degli ebeti. Le durissime lezioni dello sport.

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Ricapito(mbo)lando: non è un gioco di calcio vero e proprio, ma un titolo d'azione che, pur con tutti i suoi difetti, finalmente rende un minimo di giustizia alla saga pedatoria del raccomandatissimo e sorridente Tsubasa e dei suoi amici/rivali. 

Con un po' più di cura in tutto quello che è poco hollyebenjico, cioè tiri normali e situazioni di gioco normali (rigori così mosci non credi di averne mai visti), poteva venirne fuori un titolo di calcio arcade divertente a prescindere. Così non è, ma per chi ama la saga di questi perennemente-giovani pirletti è divertente, ecco.

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Dicevi della serie anime remake più recente, il Captain Tsubasa del 2018, trasmesso anche da noi a partire dallo scorso dicembre. Per chi volesse recuperare il tutto, riguardarselo con calma a 1080p o tenerlo a casa per collezione, sono appena usciti i Blu-ray Anime Factory. Sono disponibili i primi due box, che coprono le puntate dalla prima alla 28a (la serie ne conta in totale 52). Purtroppo l'audio dei BR è solo in italiano.

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In questi primi due box, da due dischi ciascuno (a 23 euro circa. Esiste anche la versione DVD, a 15), viene raccontato tutto il torneo delle elementari, fino alla partenza di Roberto, dopo la finale con la Meiwa di Hyuga. Quindi tutta la prima metà dell'anime. 

Come si diceva la prima volta che ne abbiamo parlato in questi lidi, è un remake visivamente discreto, che si lascia seguire. Con molte esagerazioni in meno, clamorosamente un paio di esagerazioni tutte nuove, e un look aggiornato per scenari e personaggi. Con il merito principale, probabilmente, di continuare a ri-raccontare questa storia, (anche) per una nuova generazione. 

Cioè continuando a far accasciare quel povero cristo a bordo campo. All'infinito.


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Commenti

  1. Avevo seguito un po' i trailer e speravo in un gioco di calcio un po' sopra le righe, già dai primi gameplay l'aspettativa è stata disattesa, e questa recensione lo conferma.

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  2. Doc, potresti, magari sotto tag rovinatore per chi non la ancora visto, dire quali sono le due esagerazioni nuove di questa serie remake, a cui fai riferimento alla fine? Io l'ho vista e mi è Pavia molto ma non mi vengono in mente, essenzialmente perché non ricordo così bene la serie originale

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    1. * l'ha
      ** piaciuta

      Sempre un disastro quando scrivo da tablet

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    2. Certo. Un paio di esempi dal primo episodio:
      UNO e DUE.

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    3. Uimmèna! Wingenzo è diventato Elsa!

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    4. Ahahah madonna che brutta la cosa alla Elsa, me l'ero scordata... purtroppo ogni tanto ha sti effetti assurdi la serie ^^"

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    5. Caspita, è vero! Ricordo una scena del genere con una squadra che utilizzava la tecnica della gabbia. Letteralmente.

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    6. Ma è chiaramente il Crystal wall del Cavaliere di Ariete!

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  3. Il medico sportivo che ha fatto passare Ross alla visita agonistica per la sua professionalità è stato soprannominato dai suoi colleghi "il dr. Nick giapponese".

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  4. Mi permetto di dire una cosa sul nuovo remake: CHE HA ROTTO!
    Sarà il quarto (credo) che fanno, e sempre e solo sulla primissima parte del manga. Graficamente, ok, è più che bellino, però la storia è sempre quella. Ma andare avanti no? Ci sono tante di quelle partite fighe e di quelle scene tamarre e improbabili da far sembrare la catapulta infernale un giochino per bambini...

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    1. Ah, anche io vorrei un sacco una seconda stagione

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    2. Vero, ma ormai il primissimo torneo rappresenta un po' la parte "mitologica" della serie.
      La piu' popolare e conosciuta.
      Un po' come la storia di Ken dal rapimento di Julia fino alla morte di Raoul.
      O la corsa delle dodici case per i Cavalieri.

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    3. Dimenticavo...
      Un appunto sulle regole del torneo, che di volta in volta sembrano cambiare.
      Vale a dire finali giocate ad oltranza, oppure dopo quattro tempi supplementari, o trofei assegnati a pari merito.
      Assurdo, eh?
      Non tanto.
      Leggevo tempo fa il libro FUTEBOL di Alex Bellos (consigliatissimo).
      Parla di curiosi aneddoti sul calcio brasiliano. E in uno tratta di un vero e proprio campionato di calcio parallelo a quello ufficiale, che si svolge nella regione amazzonica.
      Dove partecipano innumerevoli squadre, visto che e' sufficiente avere il numero minimo di giocatori e pagare una minima tassa di iscrizione.
      E...ah, si. Avere una miss carina come supporter (qualcuno ha detto Patty?).
      Ci giocano tanti di quei teams che e' necessario suddividerli in gironi all'italiana, prima di passare all'eliminazione diretta.
      E in finale...alle volte hanno giocato ad oltranza, oppure con piu' tempi supplementari. O a rifare la partita il giorno dopo, in caso di parita'.
      Ogni anno cambiano le regole.
      E in un'occasione...hanno vinto due squadre a pari merito visto che cosi' prevedeva il regolamento, in caso di pareggio al termine del tempo regolamentare.
      Credo che l'autore abbia preso spunto da li'. In fin dei conti teneva molto in considerazione il calcio brasiliano...

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  5. di Philip Callaghan ricordiamo con ammirazione che è stato il primo tra tutti a dare la giusta importanza alla fi#a!

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    1. La FIFA, la federazione internazionale. Giusto.

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    2. ...ed è uno dei motivi che lo rende il mio preferito! ;)

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  6. Madonna, gli artwork di questo gioco sembrano più tarocchi persino di quelli delle vecchie scatole dei Cavalieri dello Zodiaco...

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  7. Povero Julian con la mano sul petto e l'occhio pallato.

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  8. Dire che questo gioco sembra, a prima vista, non entusiasmarmi molto, è un eufemismo. Ma poi riscopri la storia, ritrovi i personaggi, i tornei delle medie, i tiri impossibru , e lì si riaccende la fiamma.
    PS: lo sguardo di ross quando infarta è lo stesso che faccio io quando tossisco in pubblico, senza seguente accasciamento

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  9. A me invece questo gioco è piaciuto

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  10. Hmm... per quanto il solo sentir risuonare il nome di questo anime mi dia un immediato Momento Nostalgia(TM), non ho amato abbastanza Holly & Benji al punto da farmi sbavare su una versione videoludica, specialmente a 59 carte.
    Stavolta passo, a meno che più avanti il prezzo non venga fortemente scontato. Il che sullo Switch equivale a un miracolo.

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