Perché senza Kurosawa non avremmo avuto Star Wars, i western di Leone, Mad Max, Trinità, Ken il Guerriero...
Nei panni del professor Guidobaldo Maria Riccardelli ("Ca-li-ga-ri!"), hai scritto ieri questo pezzo per IGN sul perché i samurai di Mifune, il pistolero di Clint Eastwood, Mad Max, Ken il Guerriero, Trinità e Bambino, il Mandaloriano e Sberla dell'A-Team sono tutti cugini. Neanche troppo alla lontana [...]
Ti rendi perfettamente conto del fatto che, per tanti, partire in un discorso che punta a Star Wars, Mad Max e Ken il Guerriero da Akira Kurosawa fa subito cineforum del professor Guidobaldo Maria Riccardelli di Fantozzi - il cinema espressionista tedesco, con Murnau e Das Cabinet des Dr. CaligariSSSS, sono subito dietro l'angolo - ma è effettivamente così. Senza il cinema di Kurosawa, buona parte dell'immaginario collettivo degli ultimi cinquant'anni semplicemente non esisterebbe. O avrebbe un volto diverso. Un volto (e un casco) molto diversi.
Oggi si fa presto, peraltro, a citare "l'Imperatore", come viene chiamato Kurosawa, come uno dei cineasti più importanti e influenti di tutto il ventesimo secolo, ma non è sempre stato così. Ci sono stati i tempi difficili, quelli in cui la 20th Century Fox lo aveva silurato dal progetto Tora! Tora! Tora!, dopo due anni di lavoro sulla pre-produzione (quel film sull'attacco giapponese a Pearl Harbor l'avrebbe poi co-diretto il Richard Fleischer di 2022: i sopravvissuti/Soylent Green). Anni in cui iniziarono a girare le voci di un regista finito. Gli anni in cui Kurosawa tentò il suicidio, il 22 dicembre del '71. Paradossalmente proprio mentre il suo lavoro continuava a ispirare, nel resto del mondo, saghe che hanno fatto la storia del cinema e della TV e popolato l'immaginario collettivo.
È l'Italia uno dei primi paesi stranieri a dar credito a Kurosawa, nel secondo dopoguerra, inserendo in concorso a Venezia, nel '51, il suo Rashomon (1950). Rashomon vince il Leone d'Oro (e l'anno dopo un Oscar ad honorem come film straniero) e l'Occidente scopre un cinema ritenuto fino a quel momento difficile da esportare.
Il resto potete leggerlo qui.
Nota a margine: nel novembre di quattro anni fa lanciasti una nuova collana di post, una rassegna di film western, partendo ovviamente da Per un pugno di dollari. Qualche mese dopo eri pronto a portare avanti la rassegna, ma la scomparsa di Giovanni, colui che ti aveva trasmesso l'amore per il genere da rEgazzino, ha reso più difficile il tutto. Era diventato anche quello uno degli argomenti a cui non ti era facile pensare.
Non sai se riprenderai mai quella rassegna, ma magari quella sui film di Kurosawa c'è caso la si metta in piedi. Ché a furia di parlarne in questi giorni, per via del Mandaloriano, ti è venuta una gran voglia di rivederli. Tutti. Tempo di convincere Effe a sciropparveli e magari si parte con il cineforumino. Ca-li-ga-ri!
Nulla da aggiungere, se non che su Netflix e' possibile guardare Samurai 7, adattamento ovviamente dei Sette Samurai, a mio dire uno degli anime più belli mai visti ma poco conosciuto in Italia.
RispondiEliminaLo guardero ma se non lo hai mai visto devi recuperare Sword of Stranger. E' meraviglioso.
EliminaBellissimo articolo e voto sicuramente a favore dei post sui film di Kurosawa.
RispondiEliminaL'articolo e il piccolo scambio su twitter di ieri mi sono piaciuti perché mostrano come tante cose sono collegate e tutto torna. Le idee buone influenzano e creano cose ancora più buone. Il cinema che cita il cinema e dall'estetica giapponese del 1600 si arriva fino a Darth Vader.
Quando leggi certe cose ne esci arricchito e poi articoli hanno questo potere.
[...] e POCHI articoli hanno questo potere.
EliminaChe articolo! 92 minuti di applausi! :-)
RispondiEliminaIo voto per il ritorno della rubrica sui western!
RispondiEliminaE' da un po' che lo sostengo (forse anche in qualche commento qui sul blog): i ronin e i cowboy solitari cacciatori di taglie si sovrappongono perfettamente, al punto di essere lo stesso personaggio vestito (e armato) in maneira differente.
RispondiEliminaCi metto dentro anche il gangster (avete visto "Ancora vivo" con Bruce Willis, sì? Ed avete subito pensato fortissimo "Per un pugno di dollari", che poi è "Yojimbo", che al mercato ecc ecc?), che con le loro "famiglie" riportano direttamente ai clan giapponesi (e alla yakuza, che poi è la mafia, che al mercato ecc ecc)
Tarantino nel suo Kill Bill mette in scena un gangster con cappello da cowboy e durango nel deserto del west, con una colonna sonora "rubata" ad un film chanbara, e la cosa fila liscia come l'olio. (la Sposa Beatrix Kiddo con sua figlia guardano in TV "Lone wolf and cub", il cui manga ha ispirato Frank Miller, il cui "Sin city" è stato portato al cinema da Robert Rodriguez, che è da sempre sodale di Tarantino, che al mercato ecc ecc)
Posso continuare anche tutto il giorno se volete :D
Interessante scoperta quella di Kurosawa che si ispira ai western di John Ford e a sua volta ispira i western di Leone, un po' come "Il Re leone" ispirato da "Kimba", a sua volta ispirato da "Bambi" che al mercato ok la smetto.
Mi hai fatto venire in mente il film Sole Rosso in cui c'è sia il pistolero sia il samurai. Un film che vorrei rivedere con due protagonisti spettacolari.
Elimina@Doc
Sole Rosso potrebbe essere un buon inizio per una rubrica sul cinema in cui si alterna film sui samurai a film sui cowboy.
Sole Rosso! Mentre scrivevo pensavo anch'io ad un film di cui avevo sentito parlare, con un samurai nel far west, era quello.
Elimina[ma anche "Il bianco, il giallo, il nero" con Tomas Milian...]
Leggo sulla locandina Charles Bronson, Toshiro Mifune, Ursula Andress, con la partecipazione di Alain Delon. Un cast da niente, proprio... :D
Lo trovi completo sul tubo, buona visione.
EliminaSì ma il top è sempre "Pallottole Cinesi", non scherziamo :D
EliminaE vogliamo parlare di Sapkowski? Chiamiamolo Witcher, Strigo, Wiedźmin, Geralt è la versione fantasy di un cacciatore di taglie, come tutta l'ambientazione è sostanzialmente un western alla Leone con elfi e nani. In altre parole un chanbara con un po' di mostri in più ed un protagonista con i capelli bianchi. E quindi senza Kurosawa niente nuova serie Netflix con il parruccone bianco.
RispondiEliminache dire? Sottoscrivo tutto ...dal più grande attore italiano di sempre (Volontè) fino ai Duran Duran.... e mi compiaccio pure del fatto che non abbia nulla a che fare con Kurosawa l'altro grande mito di questa deboscia.... (Blade Runner) O forse sì? ...ai posterS
RispondiEliminase non erro Borges diceva che ci sono solo 4 storie.
RispondiElimina“In the brief prose ‘The Four Cycles’, he [Borges] reviews four stories: one about a city sieged and defended by brave men (the Troy of the Homeric poems); another, the story of s return (Ulysses comes back to Ithaca);the third, a variation of the last, is about a search (Jason and the Golden Fleece, the thirty birds and the Simurg, Ahab and the whale, the heroes of James and Kafka); and the last one about a sacrifice of a god (Attis, Odin, Christ). Borges then concludes: ‘Four are the stories. During the time left to us we will continue telling them, transformed.'”
(From “Borges and the Kabbalah”, p. 184
Tutto giusto, ma devo ricordare una cosa importante: Kurosawa si ispirò a sua volta al romanzo di Dashell Hammett "Raccolto Rosso". È quindi questo il capostipite!
RispondiEliminaIl romanzo che citi ha ispirato la storia di Yojinbo. La storia di Yojinbo. Per un pugno di dollari è un film, ed è un remake (nato come tale) di un altro film. Non è la stessa cosa. C'è tutto un discorso di linguaggio cinematografico che la semplice storia non include. Fermo restando che il cinema di Kurosawa nasce ed è seminale prima di Yojinbo. E che la figura di guerrieri soli opposti a forze nemiche soverchianti è - ma ho scritto anche questo - un archetipo vecchissimo.
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Eliminano no, tranquillo, concordo su tutto quello che hai scritto, dalla grandezza del maestro Kurosawa e del fatto che l'eroe solo contro molti sia un topos letterario (basti pensare a Odisseo contro tutti i Proci). Semplicemente volevo ricordare questo dettaglio. Poi si, forse ho sbagliato a scrivere "capostitipite": possiamo dire che è stata l'ispirazione per il film che poi è stato la matrice per tutti.
EliminaHo letto l'articolo con la musica dei Magnificent Seven, film eccezionale, meno male che nell'articolo lo hai citato, mi era già caduto il monocolo nello champagne per tale ommissione, pevdincibacco ;)
RispondiEliminaKurosawa e Kubrik me li sciroppo sempre volentiri . Daje Doc
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