VIDICOLAMIASUJOKER®: i social e perché non ci frega più niente di niente
Stanchi di amici e conoscenti che sui social dicono la propria su Joker? Quello è il meno: solo una delle manifestazioni più clamorosamente evidenti, nella bolla su Facebook di noialtri nerd, di un fenomeno molto più vasto. Del fatto che tutti parliamo delle stesse cose, rendendole rapidamente noiose. Finché non ci danno fastidio e passiamo ad altro. Anche quando si tratta di cose serie [...]
Il fenomeno ha dinamiche molto semplici. Tutti i suoi amici stanno parlando di Joker, e dopo averlo finalmente visto al cinema, oppure male in streaming su un sito piratozzo hardsubbato in cinese, l'utente n°3459323203232 dell'Internet si sente in diritto-obbligo di dire al mondo la sua.
A ragione, perché è così che funzionano Internet e i social, con le persone che raccontano il proprio punto di vista su qualsiasi cosa. Figuriamoci i film, figuriamoci i film tratti dai fumetti, figuriamoci i film tratti dai fumetti in cui un tizio schioppa perché schiacciato dalla macchina. Su Facebook dei film si parla utilizzando due voti possibili, 0 e 10, e partendo da un "Non capisco quelli che" che fa subito libero pensiero antagonista, ma non divaghiamo, non è quello il punto.
Ma l'utente numero eccetera sa di avere un problema. Joker è uscito da più di dieci giorni, che su Internet sono una vastità siderale pari a un viaggio andata e ritorno su Ganimede in monopattino. Si scusa, l'utente numero eccetera, mette le mani avanti, inizia il suo stato spiegando che arriva tardi ma vuole dire anche lui la sua su Joker perché lo fanno tutti, e oh, non sarà il primo della lista, ma neanche l'ultimo degli stronzi.
Ha, ripetiamolo, il sacrosanto diritto di farlo come chiunque altro, ma il suo commento non è un corpo singolo, quanto più che altro il granello di sabbia di una spiaggia enorme su cui è dipinta la faccia di Joaquin Phoenix truccato da pagliazzo. Un atomo, una monade di Leibniz in un fronte compatto che ti arriva addosso quando apri Facebook, pronto a sbatterti in faccia un VIDICOLAMIASUJOKER a profili unificati.
Il che non sarebbe un problema, se non fosse in effetti un problema vero, e pure bello grosso.
Perché che Joker venga a noia, che il fatto che chiunque tra i vostri contatti su Facebook abbia scritto la sua sulla laurea per influencer (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega), sul non nobel a Greta Thunberg (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega), sul film della Ferragni (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega) e sul libro della De Lellis (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega), frantumandovi allegramente gli zebedei su queste faccende, alla fine importa niente.
Parlare tutti di una cosa è paradossalmente il modo migliore, per come funziona la ruota, per accantonarlo in fretta, per metterlo da parte in quanto roba vecchia, trita e ritrita, anche basta, signora mia, datemi altri gattini. Pure se è un argomento di due settimane fa e che ci dovrebbe interessare per i prossimi 2, 20, 200 anni.
Senza contare la visibilità che argomenti altri (non necessariamente più importanti, eh. Altri) perdono perché soffocati dal coro di quello che per semplicità potremmo chiamare a questo punto proprio effetto VIDICOLAMIASUJOKER®, o perché uno pianta lì la lettura annaspando in contenuti troppo simili.
Ogni singolo giorno, ti chiedi se sia strettamente necessario dire la tua sull'argomento in tendenza. Nel senso: hai qualcosa di interessante da aggiungere a quanto già letto in millemilleannimenouno post? Di davvero spiritoso, intelligente? Serve una presa di posizione su quell'argomento, o magari i pro e i contro del film della Ferragni li hanno già snocciolati in tremila? Se pensi che la risposta a queste domande sia no, non scrivi niente. I fregasega sono un discorso a parte, perché se di un argomento non ti importa niente, non senti il bisogno di parlarne comunque, mai.
Così non aumenti il rumore di fondo, non gonfi l'onda, puoi concentrarti su altro e avere a disposizione altri trenta secondi in più di tempo per te. Tutta vita. Ma questo è solo il tuo modo di vedere le cose. Cioè, da utente n°4764712094837 dell'Internet, che non ha conseguito una laurea da influencer.
Ma l'utente numero eccetera sa di avere un problema. Joker è uscito da più di dieci giorni, che su Internet sono una vastità siderale pari a un viaggio andata e ritorno su Ganimede in monopattino. Si scusa, l'utente numero eccetera, mette le mani avanti, inizia il suo stato spiegando che arriva tardi ma vuole dire anche lui la sua su Joker perché lo fanno tutti, e oh, non sarà il primo della lista, ma neanche l'ultimo degli stronzi.
Ha, ripetiamolo, il sacrosanto diritto di farlo come chiunque altro, ma il suo commento non è un corpo singolo, quanto più che altro il granello di sabbia di una spiaggia enorme su cui è dipinta la faccia di Joaquin Phoenix truccato da pagliazzo. Un atomo, una monade di Leibniz in un fronte compatto che ti arriva addosso quando apri Facebook, pronto a sbatterti in faccia un VIDICOLAMIASUJOKER a profili unificati.
L'effetto, inevitabile, è il senso di nausea al secondo stato simile che si becca in bacheca. Al quarto di fila eruzioni cutanee, al quinto orchiclastia grave. O più in generale la voglia di chiudere l'app/finestra e fare altro.Ed eccola lì, amici. La soglia di sopportazione sempre più sottile, la capacità di tollerare un argomento per un numero via via più ristretto di giorni, figlia del bombardamento di feed costante, del frullatore di argomenti per cui una roba in tendenza diventa presto noia e fastidio e gonadi frantumate. Ieri era un mese, oggi è una settimana, domani sarà magari mezza giornata. L'esaltazione del Pure io! Ne parlo pure io, aspettatemi! sfumata nell'Echeduepalle, ne parlano tutti.
Il che non sarebbe un problema, se non fosse in effetti un problema vero, e pure bello grosso.
Perché che Joker venga a noia, che il fatto che chiunque tra i vostri contatti su Facebook abbia scritto la sua sulla laurea per influencer (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega), sul non nobel a Greta Thunberg (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega), sul film della Ferragni (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega) e sul libro della De Lellis (scegliendo tra vergogna/noncivedonulladidiversoche/fregasega), frantumandovi allegramente gli zebedei su queste faccende, alla fine importa niente.
Ma che questo senso di nausea persistente e l'incapacità di reggere di fronte alla tautologia cfisiologica dei social rischino di scassare la macchina, e tendano a oscurare rapidamente anche questioni ben più importanti, quello sì che conta, eccome.Avremo presto a noia anche i post sui curdi e le bombe di Erdogan? Sulla crisi ambientale? Sull'Amazzonia? Potete scommetterci i pollici con cui scorrete le vostre timeline. Non c'è una durata diversa di accettazione di un argomento prima che sfondi la soglia dell'abbuffauallerometro: è l'esposizione in sé a una ripetizione di termini e immagini a produrre quell'effetto, indipendentemente dal loro contenuto o dalla sua importanza.
Parlare tutti di una cosa è paradossalmente il modo migliore, per come funziona la ruota, per accantonarlo in fretta, per metterlo da parte in quanto roba vecchia, trita e ritrita, anche basta, signora mia, datemi altri gattini. Pure se è un argomento di due settimane fa e che ci dovrebbe interessare per i prossimi 2, 20, 200 anni.
Senza contare la visibilità che argomenti altri (non necessariamente più importanti, eh. Altri) perdono perché soffocati dal coro di quello che per semplicità potremmo chiamare a questo punto proprio effetto VIDICOLAMIASUJOKER®, o perché uno pianta lì la lettura annaspando in contenuti troppo simili.
Che si può fare? Si deve fare qualcosa?Boh e boh. La macchina funziona così, e non sei un cacchio di nessuno per indicare soluzioni a quello che, magari, è un problema solo tuo, perché a tutti gli altri va benone. Non rifiuti i social, perché dai social, anche come utente e non come spammatore di contenuti tuoi, comunque scopri cose nuove, importanti o minchiate che siano. Quello che fai, nel tuo piccolo, è un processo di selezione mentale a priori.
Ogni singolo giorno, ti chiedi se sia strettamente necessario dire la tua sull'argomento in tendenza. Nel senso: hai qualcosa di interessante da aggiungere a quanto già letto in millemilleannimenouno post? Di davvero spiritoso, intelligente? Serve una presa di posizione su quell'argomento, o magari i pro e i contro del film della Ferragni li hanno già snocciolati in tremila? Se pensi che la risposta a queste domande sia no, non scrivi niente. I fregasega sono un discorso a parte, perché se di un argomento non ti importa niente, non senti il bisogno di parlarne comunque, mai.
Così non aumenti il rumore di fondo, non gonfi l'onda, puoi concentrarti su altro e avere a disposizione altri trenta secondi in più di tempo per te. Tutta vita. Ma questo è solo il tuo modo di vedere le cose. Cioè, da utente n°4764712094837 dell'Internet, che non ha conseguito una laurea da influencer.
Word.
RispondiEliminaQuesto, e il post di qualche mese fa sul frantumamento di zebedei by Facebook, sono quanto di più lucido abbia letto in argomento ultimamente... "quoto anche le virgole", come si diceva una volta :'(
RispondiEliminatutto nel mondo ha un suo inizio, un mometo di crescita, un suo picco massimo e per fortuna anche un momento in cui il tutto (finalmente) esaurisce la sua carica esplosiva e finalmente si assesta nel suo giusto range.
RispondiEliminahai presente i tormentoni estivi? per 2 mesi l'anno non esiste altro, poi per fortuna spariscono nel dimenticatoio.
vedrai che questa tendenza avrà lo stesso iter, raggiunto il punto di saturazione collasserà su se stessa e si potrà ricominciare a parlare civilmente.
o almeno spero...
Questo post andrebbe messo in tutti i contratti per le connessioni ad internet e nelle condizioni d'uso dei vari social. Il "tutti hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni" tradotto letteralmente in "puoi dire quello che ti pare di qualunque argomento anche di cose di cui non capisci una ceppa" diviene ogni giorno che passa un problema sempre più pesante. Le rare volte che passo su twitter per controllare i post di quella manciata di personaggi di mio interesse mi trovo a leggere anche qualche post legato ai trending topic e con tutta la buona volontà fatico a capire quali siano scritti da esseri umani e quali siano il frutto di una serie di bot addestrati ad arte.
RispondiEliminaPurtroppo tolta la soluzione assai banale di dismettere i social non vedo altro modo per ristabilire un rapporto s/n accettabile.
"Ogni singolo giorno, ti chiedi se sia strettamente necessario dire la tua sull'argomento in tendenza" : propongo la creazione di una targa in platino-iridio con questa frase scritta sopra. Personalmente lo faccio sempre (e il 98% delle volte la risposta è "no", mentre nel restante 2% probabilmente mi sto sbagliando), comunque non riesco a considerare i social qualcosa di diverso da un bar in cui ognuno ha il suo tavolino: al mio parlo di ciò che mi pare e piace con i miei amici seduti con me, che siano cose serie e meno, ma non mi aspetto che il mondo cambi per quello che si dice.
RispondiEliminatutte parole estremamente sensate quelle del doc. io stesso da tempo vivo quasi schifato, con quel retrogusto di un leccalecca allamm...arena, l'unico social che uso, chè di mio sono già asocial nel significato tradizionale del termine. esistono soluzioni? si, e no. e anche forse. secondo me basterebbe prenderlo per quello che è: un media - un mezzo - e non un fine. ma la eccessiva longevità della piattaforma non è un pò strana per il settore? quante cose abbiamo visto nascere e morire sul web? i social fanno oramai parte in maniera ineludibile della nostra esistenza, e resteranno per sempre al nostro fianco? qualcuno studiato potrebbe rispondere a questo quesito esiziale?
RispondiEliminaSi corre, si corre e si corre, e si assimila e si digerisce tutto sempre piu' in fretta. E si cerca di semplificare il tutto in modo che sia ancora piu' facile da metabolizzare.
RispondiEliminaPerche' perdere tempo a masticare?
Meglio ridurre tutto a pappetta, si fa prima.
Se la sono studiata bene. Alla fine e' una conseguenza della cultura televisiva.
Tira un argomento? E noi rincariamo la dose. Prima si giunge alla saturazione, piu' presto la gente si stufera' e quanto prima non ne vorra' sapere piu' niente.
Bisogna fermarsi. E parlare. Sempre ammesso che non escano solo rutti e grugniti, una volta aperto bocca.
Sapete com'e'...ci si disabitua.
STAY DISCONNECTED.
Perfetti i due paragrafi a chiusura del post. Io addirittura lo estendo a qualsiasi altro ambito. Persino qui scrivo pochissimo per lo stesso motivo e cioè che spesso entro la prima decina di risposte è già stato espresso quello che penso e/o il suo legittimo contrario, e avrei poco da aggiungere. Vabbè, poi sfocio quasi nel sociopatico perché anche in incontri vis a vis sono muto, per via del fatto che ogni pensiero che esce dalla mia bocca deve aver prima superato innumerevoli "test di correttezza" nel mio cervello. :P
RispondiEliminaDiceva a suo tempo il personaggio Nicolò Zito in "la forma dell'acqua" che per affossare una notizia se ne deve parlare, parlare, parlare finché la gente si rompe i co***oni. Un tempo ci dovevano pensare giornali e politici, ora facciamo da soli. Censura autogestita, la più efficace.
RispondiEliminaEcco, è proprio quello che avevo in testa ma riassunto perfettamente, per esempio il caso di bibbiano, questione molto delicata e degna di essere approfondita e che personalmente penso sia stata messa alla berlina dagli invasati di fb catto-dietrologi-novax con "parlarci di bibbiano"
EliminaIncredibile penso sia, e lo dico quasi con orgoglio, che venga a conoscenza di un film della Ferragni da te. Non lo sapevo e questo è un chiaro indice (secondo me) del mio distacco quasi assoluto dai social. Perché? Perché ovviamente quoto in tutto e per tutto quanto scrivi Doc. Le disquisizioni di personaggi che poco e nulla sanno ma che, ovviamente, si arrogano il diritto di dire la propria è assolutamente legittimo quanto scassazebedei, soprattutto quando poi quegli argomenti uno li conosce davvero e forse un pilino di cose in più potrebbe davvero dirle ma... ma ETUCHISSEI? Già. E se l'argomento (nel mio caso) è scientifico e rispondo con titoli e studi "MAIODICOLAMIACOMUNQUE", e il vattelapesca scatta sovrano. Inebetenti, li definirei (che citare Mentana con il Webeti mi pare anche un complimento ormai). Alla fine nella mia pagina FB non appaiono quasi più le cose pubblicate dai miei amici, non perchè non pubblico, ma perché "blocca questo" "ignora questo" FB ha capito che sono poche le notizie che leggo ancora volentieri. L'Antro, per dire, appare fisso, un motivo ci sarà! ;)
RispondiEliminaMa quindi, alla fine, si stava meglio senza socialcosi o no?
RispondiElimina... De Lellis? ..... ma chi ......
RispondiEliminaLa chiamo "sindrome da festival di sanremo": non ti frega un well loved di qualcosa, tipo il Festival di Sanremo, ma internet ha deciso che quello E' L'ARGOMENTO quindi prima o poi ti leggi almeno due righe per capire perché tutti assolutissimamente vogliono che tu ne sia informato.
EliminaFino a questa mattina ignoravo chi fosse questa De Lellis, e in parte lo ignoro pure adesso, ma ho scoperto che fa l'influencer ed ha scritto (o fatto scrivere) un libro che risulta il più venduto in Italia.
Si vede che sono fuori dal mondo dei social. Nemmeno io sapevo chi fosse questa De Lellis.
EliminaIo sapevo questo:
Eliminahttps://s1.dmcdn.net/v/4hFwg1KDvQR8YzAY6/x1080
Ma che mminghia è 'sto influencer?! Cos'è che fa nella vita, qual è il suo ruolo nella società?
EliminaL'ho chiesto all'internet, mi ha detto delle robe a tratti allucinanti.
In pratica è uno che ha un sacco di amici, quindi le aziende lo pagano per usare i loro prodotti così tutti poi li vogliono comprare. A volte manco viene pagato dalle aziende, riceve un "ritorno d'immagine".
Non è come i testimonial, che erano gente brava a fare qualcosa (e quindi giustamente famosa) a cui le aziende davano da pubblicizzare il loro prodotto (guarda! la pasta di Alberto Tomba!): è uno che è famoso PERCHE' usa quei prodotti, e usa quei prodotti PERCHE' è famoso.
Checcos?!?!
In pratica è il figo della classe, quello che si siede negli ultimi posti del pullman con un piede sul poggiatesta del sedile davanti, che quando si presenta a scuola con i pantaloni bracaloni poi tutti il giorno dopo vanno in giro coi pantaloni bracaloni. Non è per forza uno scemo, ai miei tempi ce n'erano almeno un paio che erano pure bravi mannaggia a loro. La Ferragni non è mica un'oca, è un'imprenditrice seria, colta e preparata, è la migliore in quello che fa, ma quello che fa è ballare sul banco mentre il professore spiega, per far vedere a tutti le Buffalo.
E' vero eh: Wikipedia dice che ci si rivolge agli influencer "per amplificare i messaggi di marketing al fine di contrastare la crescente tendenza di potenziali clienti di ignorare il marketing".
Cioè, tu cerchi di seguire la lezione, ti interessa, non vuoi pensare alle Buffalo in questo momento, ma quello mette su Gigi D'Ago a palla e ti costringe a girare la testa verso di lui. Il professore protesta, ma lui giustamente risponde di non seccarlo, che non sta mica giocando, sta lavorando e fattura anche più di lui.
E' uno che "trasmette la sua influenza" in maniera "virale". E' evidente fino dalla terminologia utilizzata che si tratta di una malattia, ma nessuno pare intenzionato a debellarla.
Ciao boyz, non è un'opinione ma un'affermità (cit. Checco Zalone): voglio fare anche io l'influencer, voglio andare a Uomini e Donne e fidanzarmi con Ida Platano, voglio partecipare a Temptation Island ed essere corteggiato anche se per finta da super tope, voglio partecipare all'Eredità e vincere tutte le sere, voglio andare da Gerry Scotti e mandarlo a cagare...
EliminaScusate, sono stato posseduto per un attimo dallo spirito dei Ferragnez...
Però essere pagato per provare dei videogiochi e fare dei video non sarebbe male...
Sono stato per tanto tempo e in parte sono ancora l'idealista antagonista, finendo per intervenire e dire la mia non solo sui social principalmente quando sono in disaccordo.
RispondiEliminaLa differenza è che sui social nessuno cambia mai posizione e a seconda di dove ti esprimi ti tocca ricevere centinaia di risposte fra l'insulto e il compatimento a volte anche qualcuno privato.
Ultimamente sempre più spesso passo oltre, o scrivo una risposta per poi cancellarla e passare oltre.
Non penso sia legato a presunta maturità visto che il range di età ormai esclude giusto i novenni e i novantenni da questa "macchina".
Ma non penso abbia molto senso buttare la propria opinione nel nulla sia che si parli di cazzate che di cose serie, il modus operandi e i toni sono gli stessi.
Ieri sembrava che saremmo morti tutti soffocati entro oggi per colpa degli incendi in amazzonia .
Oggi la Turchia è il nuovo impero del male che vuole distruggere il mondo e i curdi sono tipo gli Jedi.
Domani sarà il turno di qualcos'altro.
Come fanno le persone a farsi coinvolgere così tanto da questi fatti e con la stessa velocità andare oltre non lo capisco, a sto punto è più sensato e giusto fregarsene la minchia.
E a piccoli passi inizio a farlo pure io, e di cosa penso del joker lo dico a chi interessa fra le mie conoscenze e evito di esprimermi su situazioni di geopolitica nei commenti de "il fatto quotidiano"
Il mio modo di "comportarmi" su FB o sui social è come il tuo. Ho da dire qualcosa di "fondamentale" (nei limiti, ovviamente, del mio essere una povera stron*a sfigata), allora la dico, viceversa me ne guardo bene. Altrimenti, condivido post interessanti scritti da altri se offrono punti di vista illuminanti su ciò che mi interessa, a prescindere da cosa va di moda al momento. Sono ancora della vecchia scuola "il mio blog/facebook/instagram" sono come una Smemoranda piena di appunti personali, frammenti di cose che mi interessano: che abbiano successo o meno, detta in tutta sincerità, freganulla. (Anche se, avendo un blog di cinema, nel mio piccolo m'in*azzo quando leggo persino il fruttivendolo urlare al CAPOLAVORO!!1111!! per il Joker. Due marroni, davvero, soprattutto quando non sai spiegare il perché.)
RispondiEliminaMA.
Una cosa che ho imparato ad amare è sbugiardare l'ignoranza. Ah, come godo a prendere la fake news condivisa da conoscenti e linkare sotto la stessa un articolo comprovato che ne dimostra la falsità! E' liberatorio nonché utile, anche perché poi questi per giorni non pubblicano più nulla.
Non adopero socialcosi, ma penso che la strategia della saturazione sia antecedente: anche se solo con la nascita prima della "TV verità", e poi con internet ,il fenomeno sia divenuto visibile e forse inarrestabile. Dire le propria ,sempre e comunque ,è inutile? Si nella stragrande maggioranza dei casi: ma tieni conto che ormai anche votare sta diventando sempre meno utile. Niente di strano che la gente si sfoghi a parole,del resto era già uno dei problemi di Amleto.
RispondiEliminaPiù in generale ,quando neanche l'arte di amministrare la cosa pubblica si fa esente da mode e modelli superficiali, come si può pretendere che rimanga qualcosa da una macchina informativa che non diffonde ma " vende" notizie e pareri.
Si vabbe ma se non c'hai manco la laurea da influenzer ndo vai? Guarda che oggi il pezzo di carta ci vuole.
RispondiEliminaLa mia soluzione è stato eliminare tutti da facebook e richiedere l'amicizia solo a di chi mi rendevo mi fregasse leggere l'opinione.
RispondiEliminaHo una serie di pensieri alla rinfusa su questo argomento.
RispondiEliminaIn primis mi viene in mente Boldrin che racconta di un famoso premio nobel dell'economia con cui ha avuto il piacere di lavorare. Questo grande economista chiedeva sempre il parere altrui ma appena intuiva che il suo interlocutore aveva il suo stesso background e la sua stessa opinione in merito lo bloccava immediatamente. Voleva sempre parlare con qualcuno che aggiungesse un pezzo al suo modo di vedere mentre non gli interessava qualcuno che lo sostenesse nelle sue opinioni.
Per scrivere una opinione uguale a tante altre è meglio non scrivere nulla, soprattutto se qualcuno è stato molto più bravo di te a dire la cosa che vuoi dire tu. Poi se non hai una opinione che ritieni brillante e copi quella di altri che sono più brillante di te è molto peggio.
La gratificazione che si cerca nei social sta diventando il vero problema di scrive opinioni a raffica su internet sperando di essere applauditi. C'è gente che spamma i social sperando di farsi notare e questo non è proprio un modo di vivere sanissimo. Adesso stanno progressivamente togliendo il numero dei like su FB e figli, speriamo che serva a qualcosa.
La "folla di internet" e tutto quello che ne consegue relativamente ai linciaggi social. Nebo l'ha raccontato in uno splendido Ted ed è stato oggetto anche di un #TienimiBordone di qualche giorno fa. Se siete curiosi cercatevi il tutto.
In fine un aneddoto di molti anni fa. Siamo nel 2011 ed era appena uscito in italiano quella vaccata immonda di Bitch Slap. Le rece scherzone che demolivano i film si portavano molto in quell'internet di inizio anni 10 e allora sull'Antro il Doc, ogni tanto, recensiva anche film brutti, quelli così brutti che facendo il giro diventavano belli ma per altri motivi (Asaylum docet). Gli chiesi di recensire Bitch Slap in qualità di film scemo ma lui mi disse che non gli diceva niente, giustamente è una vaccata.
PS: quando ho visto Joker al cinema ero super stanco e avevo mal di testa. Per buona parte del film ho guardato l'orologio sperando che finisse il prima possibile quella maledetta agonia. Per onestà intellettuale non posso dire che fosse un film brutto ma non mi sento neanche di dire che mi sia piaciuto. L'unica cosa sensata da dire è che non era il film adatto per me in quel momento :P
Bello il TED di Nebo, lui bravo come sempre. Non sapevo avesse perso la casa per quella storia lì, che tristezza...
EliminaAnni fa lessi l'articolo che fece scoppiare la polemica e mi ricordo anche chi fece scoppiare quella polemica. Si capiva che era voluta quell'impostazione pulp dell'articolo e i personaggi di quella storia si prestavano molto ad un racconto di quel tipo. Lui era un lottatore della MMA con nome di battaglia tipo kill machine e lei un'attrice di film di "nicchia" che tra le altre cose aveva tatuato sul corpo il nome del tipo con scritto "proprietà di".
EliminaSapevo che aveva perso il lavoro per quella storia ma ho scoperto solo con il TED che per quel motivo perse la casa.
Un argomento a latere di quello trattato in questo post è quello sulla chiusura dei social a certi movimenti politici molto poco democratici. Nebo era tra quelli critici per esempio, se non hai letto l'articolo ripescalo perché è interessante. Personalmente non abbraccio in toto la sua tesi ma i rischi del sistema che sottolinea lui ci sono e vanno tenuti sotto controllo.
Tra l'altro, leggendo l'articolo con un minimo di senso critico (non ce ne voleva mica tanto eh, giusto il minimo sindacale al di sopra del livello "ortaggio") si capiva subito che il tono era volutamente caricaturale e grottesco al fine di condannare, ridicolizzandolo, il comportamento inqualificabile di quell'uomo. Gli eventi che sono seguiti sono farseschi quanto l'articolo che li ha innescati, la cosa spaventosa è che c'è una persona che tuttora sta dormendo il sonno dei giusti, convinta di aver raddrizzato un torto.
EliminaBitch Slap... Mi vergogno ma mi ha divertito. Il tipo di storia specie con i flashback che si spostano a ritroso semlre.in misura maggiore nel tempo , ammetto, mi hanno tenuto con una costante attenzione sul film. E di certo la gnoccosita delle protagoniste aiuta non poco. L'ho recuperato qualche giorno fa su Amazon Prime Video.
EliminaIl problema è che la situazione dei social si riflette anche nei rapporti quotidiani tra le persone. Diciamo la verità che a nessuno gli frega niente di te e delle tue problematiche e ancora meno della tua opinione su un soggetto dove si è già detto di tutto e di più, come nell'esempio del Joker.
RispondiEliminaOrmai esiste un egoismo / egocentrismo diffuso per cui "devi" dire la tua su tutto e gridandolo forte al mondo, ma del punto di vista altrui te ne fai una cippa...
Manca proprio la capacità del contraddittorio, del confronto civile tra opinioni.
In ogni caso la democrazia insita nel concetto stesso di social implica che ognuno dovrebbe fruirne come vuole, sempre seguendo le regole non scritte del rispetto delle opinioni altrui e cercando di rimanere all'interno topic del momento, anche se su questo punto ho delle riserve, perché se un argomento mi porta a fare dei collegamenti con altre cose altrettanto interessanti, perché devo limitare le mie osservazioni? Però bisogna anche rispettare lo spazio dove si commenta e anche il titolare di questo, un pò come dovrebbe essere nella vita quotidiana, dove, in teoria, bisognerebbe adeguarsi al contesto dove si manifestano le opinioni e anche alla platea a cui ci si rivolge, sia per quanto riguarda il registro utilizzato che per le argomentazioni portate, in modo che siano accessibili e comprensibili a tutti.
la battaglia per la nostra attenzione sui social è feroce e dagli esiti imprevedibili. se non l'ha letto, Doc, ti consiglio di dare un'occhiata a "Scansatevi dalla luce, libertà e resistenza nel digitale", che dice cose molto interessanti.
RispondiEliminaWelcome to the lurker side. We have cookies!
RispondiEliminaQuoto in pieno.
RispondiEliminaIl problema è che su Faccialibro, così come sugli altri social, si è tutti allo stesso piano.
Le dinamiche di gruppo sociale antecedente ai social faceva sì che è vero, c'era chi aveva una determinata opinione su un qualsiasi argomento, e si discuteva, ma c'erano delle gerarchie dettate dall'autorevolezza dei partecipanti, autorevolezza conquistata per merito.
Ora chiunque ha la medesima autorevolezza e diritto di scrivere, e questo porta il livello della "conversazione" molto in basso.
Oltre a ciò, la sovraesposizione alle informazioni genera una specie di scudo anti-informazioni, per cui finisce subito ogni dibattito e si perde il valore delle informazioni in arrivo. E' criminale porre sullo stesso piano la situazione in Siria/Turchia, Greta e il film su Joker o la Ferragni, eppure è così!
Cosa si possa fare per eliminare questa piaga... non lo so proprio, noi siamo quelli che l'hanno creata e spero i nostri figli siano in grado di trovare qualcos'altro per cui sbagliare.
Da mesi sto provando la lussuria di non commentare nè condividere le mie idee sull' internèt, non è una protesta solo mancanza di interesse. Che ne penso del Joker? misteeero
RispondiEliminaEh doc, per sfortuna tua questo è uno dei pochi lidi dell'internet dove qualche volta commento con pareri personali e/o qualche battuta.
RispondiEliminaMa l'effetto stanchezza di un argomento volenti o nolenti le subiamo tutti. Joker non lho visto e mi ha già stancato. Il problema principale è quando questo effetto si riversa su argomenti di attualità di rilevante importanza. Quella che sta morendo è la memoria storica a breve termine. Perché, come già detto, se ne parla cosi tanto in un lasso di tempo cosi breve che la gente si stanca e fa evaporare il ricordo e la sua importanza. Un vociare senza alcun fine, come già detto.
Che dire, per questo, questi piccoli angoli di internet sono bei posti.
Lantro ti impara le cose, e te le impara per sempre
Ed è per questo che contino a frequentare questo (e altri) blog invece di rovinarmi la vista su Fb...
RispondiEliminaGrazie per tutto Doc!
Sante parole. Darsi delle linee di condotta, che poi non sono altro che regole di buon senso applicate al mondo dei social, è utile non solo per evitare di sfrangiare gli zebedei altrui, ma anche per non essere risucchiati in un vortice di chiacchiere da bar virtuale e flame di nessun valore per chi li legge. Questo commento, per esempio, potevo non postarlo. Ma mi premeva darti ragione! :-)
RispondiEliminaE meno male che la rete doveva ampliare la finestra sul mondo: a lungo andare non ci guardi nemmeno piu', da quella finestra.
RispondiEliminaPerche' il panorama di ha rotto.
La consapevolezza si sta restringendo sempre piu, anziche' allargarsi.
Forse e' un limite nostro in quanto esseri umani, e non processori.
A fronte della mole di dati con cui veniamo bombardati ogni santo giorno, non distinguiamo piu' il buono dalla fuffa. L'utile dal perfettamente inutile.
E allora...finiamo con lo smettere di scegliere.
Ma alla fine la colpa non e' del mezzo in se'.
La rete e' una grandissima invenzione, come lo e' stata il telefonino.
Ma e' pessimo l'uso che se ne fa. Come il telefonino.
Senza contare che la massa e' portata per natura ad indignarsi per qualcosa, per poi dimenticarsi due secondi dopo il motivo per cui si stava indignando.
Ancora una cosa:
CHI CAPPERO E' , 'STA DE LELLIS?
da utente n. 1948567389289376595487 dell'internetto, nel mio piccolo penso che si', vero, potremmo non scrivere la nostra opinione se pensassimo davvero che non aggiunga nulla di piu' all'argomento, ma il problema e' proprio pensarlo. Secondo me nella maggioranza dei casi (me inclusa) il pensiero e' piu' o meno questo: "per me la mia opinione su questo fatto che mi interessa/va di moda conta e non la trovo banale neppure quando scrivo 'buongiornissimo caffe'. Quindi la voglio condividere con i miei amici in quel Bar Sport allargato che sono i social". Avete mai visto al bar qualcuno che si trattiene dal dire la sua? Non sarebbe piu' divertente!
RispondiEliminaPercio' ho affidato la mia sopravvivenza all'arte dell'ignorare: scorro veloce sul prato dei commenti fatti con lo stampino e mi soffermo solo quando raggiungo persone di cui stimo il ragionamento o che hanno le qualifiche per dire la propria opionione su di un determinato argomento, qualsiasi esso sia. Forse soluzione elitaria? Ci sta, ma per adesso funziona abbastanza bene.
Amen. La cosa che odio di più è la battuta ironica del cazzo che non fa ridere nessuno sull'argomento del giorno ripetuta identica decine, centinaia di volte. Oramai leggo pochissime opinioni, delle tre-quattro voci che mi interessano, cosa pensa il chiunque del momento è assoluto rumore di fondo.
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RispondiEliminaComunque curioso che in un post dove si sottolinea l'inutilità di dire la propria in rete ci siano così tanti commenti, compreso il mio.
;p
< sarcasm mode OFF>
Difatti ammetto che ho un paio di perplessità in merito.
EliminaNon so, non capisco. Sono allergico a faccialibro, cinguettatore e altra robaccia e soprattutto a gente con la terza media che ti dice di svegliarti, perché è ora della riscossa del popolo, che qui non siamo mica tutti fessi, ecché.
RispondiEliminaMa questo ve lo dico perché, oh, non sono mica l'ultimo degli stronzi.
Non capisco quelli che si affannano tanto a risponderti. Io arriveró tardi ma vorrei dire comunque la mia, ne avró il diritto,no?a me fregasega. Come diceva Jim Morrison " di sempre la tua, anche se dipende".
RispondiEliminaIl mio Joker preferito comunque é Al Pacino.
Molto, molto interessante questo discorso, doc. Per quanto mi riguarda, di solito non sento la necessità di dire la mia su questioni veramente serie, non dentro i social perlomeno, forse perchè (ammetto i miei limiti e la mia ignoranza) ne so troppo poco e tali faccende mi sembrano così poliedriche e piene di problemi, sotto problemi, implicazioni, che realmente spessissimo non saprei che posizione prendere (tanto per dirne una, la questione-clima). Invece sovente cado nella tentazione di inoltrarmi nelle questioni poco importanti ma che polarizzano il dibattito, come il calcio: quel giocatore è una pippa, no è un fenomeno, il presidente è capace, no è solo fortunato,ecc. Ecco, finchè si tratta di cose così vacue, no, direi che non mi vengono a noia. Invece sui temi importanti, nel mio caso, il problema non si pone: coltivo i miei dubbi e non prendo posizione prima, durante e dopo che l'argomento ha cessato di essere 'à la page'.
RispondiEliminaForse, e dico forse, peggio dell'utente n. xxxxxx che commenta anche lui Joker o altre cose, c'è chi fa il commento ai commenti. Basta ignorare, condividendo solo quelle riflessioni e giudizi che ci arricchiscono aprendo spunti di indagine ed approfondimenti costruttivi. Di solito condivido ciò che scrivi, ma stavolta mi sembra un post fuori luogo.
RispondiEliminaIo sono fuori dai social (non ho un profilo facebook da sette anni) e non li rimpiango. Questa necessità di dire la mia coram populo a "follower" o "amici" non c'è l'ho- anche perchè in passato ho scritto per riviste specializzate e oggi troverei sminuente fare la stessa cosa in post sommersi da milioni di altri.
RispondiEliminaLa mia idea è: se quello che hai da dire è scritto bene ed interessante, qualcuno che ti pubblica (cartaceo o on line) e magari ti paga, lo trovi pure.
In caso contrario, sticazzi della tua opinione su Joker!
oh gente, poi sarò io vecchio come lo stegosauro però i cari vecchi forum, per parlare di un qualsivoglia argomento, in maniera costruttiva nun se battono...ancora oggi, anzi i vari social hanno aiutato a trasferire il 99% dei troll in altri luoghi e quindi si sta molto più tranquilli in mezzo a gente che sta lì perchè da qualcosa da dire/apprendere.
RispondiEliminaIo conoscevo solo De Lollis, quello della scuola di teatro...
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