Wild Bo(ys)
Ed era arrivato il momento che stavamo aspettando da tutta l'estate e non stavamo più nella pelle dovevamo solo passare a prendere gli altri due e non restare uccisi sulla strada spaziale. Agostino ci aspettava al bar del signor Vincenzo e l'abbiamo trovato che giocava a un gioco nuovo che c'è pacman però col cappello da minchione che gira in una città tipo bergamo e Agostino fa Oh, guardate come sono fortissimo! e il fantasma l'ha messo sotto con la macchina e Agostino ha detto Allanimadichitemmuort [...]
Poi Agostino si è messo davanti allo schermo per coprirlo tutto e ha detto che conosceva un trucco per resuscitare e ha fatto finta di continuare a giocare ma il signor Vincenzo se n'è accorto e da dietro al bancone dove sciacqua i bicchieri ma senza il sapone ha urlato Uè, succ de frutt, ma va' scazz l'rizz cu cul!
Io ci ho chiesto ad Agostino se aveva portato quella cosa e lui ci ha fatto vedere che era legata alla sua bici fuori dal bar. Allora io, Ciro, Luigino e Agostino siamo andati a chiamare pure Ruttazzo, che è sceso di corsa mentre sua madre urlava dal balcone che lo voleva uccidere e ci ha lanciato una ciavatta ciamp ma non l'ha preso che la tappina ha preso Ciro che è caduto dalla bici e la madre di Ruttazzo ha detto Oh, scusa, carissimo, coso, cometichiami, prima di riprendere a gridare al figlio che lo faceva morire gonfio se non riportava immediatamente sopra la scopa pippo nuova mentre si toglieva un'altra ciavatta.
Per quella cosa che dobbiamo fare abbiamo portato tutti un manico di scopa da casa ma Ruttazzo ha preso l'unica scopa che c'hanno ed è pure nuova ed è corso giù per le scale con questo palo verde ed è salito sulla saltafoss di suo fratello al volo come in un film uestern e ha detto Guagliò, fuimm. E siamo fuiti mentre piovevano altre ciavatte di tutta la famiglia di Ruttazzo pure della sorella piccola che la madre le stava usando tutte ma non c'aveva una buona mira e ha preso di nuovo Ciro sulla nuca e Ciro ha detto Signò, però!
E siamo andati e abbiamo fatto la stradina sterrata con le fosse invece della strada spaziale che c'avevamo tutti un manico di scopa sotto al braccio e e Ciro ha detto che sembravamo i cavalieri del medioevo quelli che si spingono giù dal cavallo con quei bastoni tipo filoncini lunghissimi celesti e rossi. Ha detto che eravamo davvero forti e ha provato a impennare ma il palo della scopa si è piantato a terra ed è caduto e noi abbiamo riso ah ah ah e sono caduto pure io. Due volte.
Per arrivare in spiaggia siamo dovuti passare sotto la casa del nostro grande nemico che si chiama Vencia ed è un anziano malvagio. Agostino lo odia perché l'anno scorso gli ha sequestrato il tango di cuoio che c'era finito sul terrazzo e non ce l'ha mai ridato. Vencia dice che l'ha bucato ma secondo Agostino gliel'ha regalato al nipote.
Vencia ha detto ad Agostino che se si fa rivedere sotto casa sua lo denuncia alla polizia e ai carabinieri e ai bersaglieri per quella cosa che ha fatto l'estate scorsa. Allora io ho detto Ma scusa Agostino cosa ci hai fatto al malvagio signor Vencia l'estate scorsa? E lui ha detto Ma no niente qualcuno ha scritto sul suo portone con l'uniposca baiosama VENCIA BASTARDO ADDAMURÌ STRONZO RATTUSO e lui pensa che sono stato io e ce l'ha detto ai miei genitori e vuole farmi finire in galera quel bucchino sfaccimma.
E ha continuato con altre parole di maleducazione e io non capivo come aveva fatto il malvagio signor Vencia a pensare che era stato proprio lui e poi Ciro ha detto Certo che se non ci scrivevi sotto Firmato il tuo nemico per sempre Agostino Carotenuto però era meglio. E allora ho detto solo Ah. E ho raddrizzato il manubrio che per il palo stavo cadendo un'altra volta.
Quando siamo arrivati in spiaggia dopo aver superato le case abusive dei ricchi era quasi il tramonto e c'erano poche persone e Aniello stava dicendo ai genitori cioè Don Peppe e sua moglie Rosaria che lì a Santa Maria non ci voleva restare perché non si scopava. La madre ha iniziato a piangere e a pregare la madonna che suo figlio stava sicuramente diventando un drogato per dire quelle cose davanti a lei, anime ro priatorio.
Il maestro era lì ad aspettarci.
Per giorni e giorni l'abbiamo visto allenarsi al tramonto e gli abbiamo chiesto di insegnarci pure a noi come sconfiggere i nostri nemici ma lui ha sempre risposto che no, non poteva, se no i monaci guerrieri s'incazzavano perché certi segreti non ce li puoi dire a nessuno.
Così quando ci ha detto Vabbuò, domani venite qui al tramonto, con un manico di scopa a testa, che cominciamo, eravamo così felici che saltavamo e ci abbracciavamo e gridavamo finché la signora dell'ombrellone rosso non ha detto Ohè! E che sfaccimm è tutt stu burdell? e abbiamo smesso.
Il maestro indossava lo slippino nero che ci ha detto che ce l'hanno dato i monaci guerrieri del tempio giapponese in cui ha studiato arti marziali per ringraziarlo della banda di ninja che ha sconfitto per loro un pomeriggio. In fronte aveva la sua fascia elleesse verde e gialla per non farsi andare i capelli lunghi davanti agli occhi, ai piedi le ciavatte giapponesi di gomma nera.
Col riflesso del sole sull'acqua vicino il maestro Gigino da Casavatore sembrava quasi tipo come bruslì. Però più alto. E più magro. E con i capelli e la faccia di Andrea Carnevale.
Il maestro ci aveva detto il giorno prima che un palo di scopa può diventare un'arma incredibile grazie all'arte marziale del bogizzu, basta farlo girare velocissimo e chiamarlo Bo. Allora Ciro gli ha chiesto cosa significa la parola Bo e lui ha risposto che vuol dire Ti uccido con questo bastone se attraversi la mia strada maledetto. Allora Ciro ha chiesto come faceva tutta quella frase a stare in due lettere e il maestro ha risposto E che cazz ne sacc', mica l'ho inventato io il giapponese. E poi dipende dalla pronuncia.
E tutti abbiamo detto Ma quante ne sa il maestro Gigino!
Ci siamo avvicinati e Agostino gli ha detto Maestro Gigino imparaci! e il maestro gli ha dato uno scappellotto forte e ha detto che per prima cosa per essere suoi discepoli bisogna imparare a parlare bene, che si dice Per piacere maestro Gigino imparaci.
Siamo stati a provare a far girare la scopa pippo trasformata in un bastone che si chiama ti uccido con questo bastone se attraversi la mia strada maledetto fino a quando siamo diventati bravi e ci siamo sentiti abbastanza pronti ad affrontare dei ninja delle medie e il maestro era soddisfatto e ha detto Brav, brav, sembrate chille cazz e maggiorett, mo iatevenn.
Questa mattina abbiamo attraversato lo stesso la spiaggia dei nemici dei villaggi vicini ma senza paura perché se ci attaccavano potevamo prendere i pali degli ombrelloni e difenderci con la mossa segreta del bogizzu della botta nelle palle che il maestro ci ha detto di usare solo nei casi veramente, veramente gravi.
Il maestro Gigino era lì che si allenava facendo le mosse strane di bruslì con la sua maglietta con la scritta Automeccanica Pitazzi e ci ha detto che i Bo non ci servivano più, la vera arma di un guerriero è il suo corpo e la sua forza di volontà e la cazzimma. E allora io ci ho detto Ma scusa signor maestro Gigino cos'è la cazzimma? e lui ha spiegato che è la capacità di colpire a tradimento il nemico prima che lui ti colpisce a tradimento a te.
Come tipo un gioco del fazzoletto delle arti marziali? ha chiesto Ruttazzo e il maestro ha guardato il cielo e ha sospirato. Poi ha sollevato un dito ed è rimasto in silenzio con l'espressione serissima mentre il vento gli muoveva i capelli e si sentiva solo il rumore delle canne alla fine della spiaggia e della signora Rosaria che piangeva perché il figlio Aniello se ne voleva andare davvero e noi aspettavamo un'altra lezione del maestro su come vivere e affrontare i nemici e crescere e diventare grandi e forti come lui.
Ma il maestro ne ha mollata una e con la voce dello sforzo ha detto Obbiglioc. Dicevamo?
Per spiegarci come si usa la cazzimma in un combattimento mortale, il maestro ha detto Fate finta che alle mie spalle ci sta un nemico armato di una coppia di manganelli alla Bruslì e di un coltello. Ma scusa maestro quante mani c'ha?, ha chiesto Luigino. Il maestro ha sospirato di nuovo e ha spiegato che i nemici il coltello lo tengono sempre tra i denti. Fate finta che sia qui dietro di me, ha detto.
E con uno scatto velocissimo si è girato e ha tirato un calcio volante in quella direzione urlando Uattà. E noi eravamo tutti a bocca aperta solo che nel farlo ci è partita la ciavatta giapponese di gomma e ha pigliato dritta in faccia una signora anziana che stava con la seggia di ferro e nailon a bagnarsi i piedi in riva al mare come fanno i vecchi e la signora si è sbilanciata ed è caduta di lato con la faccia nella sabbia bagnata urlando.
Il maestro è corso dalla signora ad aiutarla a rialzarsi e faceva gli inchini con la testa e diceva scusate scusate signò e ci cacciava la sabbia bagnata dalla faccia e alla fine è tornato da noi e la signora era di nuovo seduta dritta ma ancora incazzata e continuava a dire quelle cose sul gettare il sangue, gettare il veleno.
Allora noi c'abbiamo detto Ma maestro... ed eravamo un po' delusi perché anche un maestro che aveva studiato dai monaci guerrieri in Giappone prima di tornare a Casavatore poteva sbagliare, ma lui ci ha fatto avvicinare e ci ha detto a bassa voce che quella era in realtà una vecchia strega di un clan ninja e l'aveva colpita a tradimento apposta e quella era la cazzimma, era quella la sua lezione.
E poi ha aggiunto Lo sapete che è la cognata di Vencia, no? E Agostino aveva il fuoco negli occhi e si è gettato in ginocchio e ha urlato MAESTRO! e per poco non piangeva.
Poi il maestro si è aggiustato lo slippino e ha detto Domani vi imparo però la cosa più importante, ed è andato via, e col riflesso del sole così magro e coi capelli lunghi in lontananza sembrava pure un po' Gesù anche se non sa camminare sull'acqua. Forse, non ce l'abbiamo mai chiesto in realtà. E noi ci chiedevamo qual era questa cosa importante che ci doveva imparare e dicevamo Come siamo fortunati che il maestro Gigino ci ha voluto prendere come suoi allievi!
E saltavamo e ci abbracciavamo e gridavamo e la signora dell'ombrellone rosso ha detto Mo' c'avete veramente abbuffat a uallera, all'anima i chivebbiv.
GLI ALTRI CAPITOLI DI INSEGUENDO 2
Io ci ho chiesto ad Agostino se aveva portato quella cosa e lui ci ha fatto vedere che era legata alla sua bici fuori dal bar. Allora io, Ciro, Luigino e Agostino siamo andati a chiamare pure Ruttazzo, che è sceso di corsa mentre sua madre urlava dal balcone che lo voleva uccidere e ci ha lanciato una ciavatta ciamp ma non l'ha preso che la tappina ha preso Ciro che è caduto dalla bici e la madre di Ruttazzo ha detto Oh, scusa, carissimo, coso, cometichiami, prima di riprendere a gridare al figlio che lo faceva morire gonfio se non riportava immediatamente sopra la scopa pippo nuova mentre si toglieva un'altra ciavatta.
Per quella cosa che dobbiamo fare abbiamo portato tutti un manico di scopa da casa ma Ruttazzo ha preso l'unica scopa che c'hanno ed è pure nuova ed è corso giù per le scale con questo palo verde ed è salito sulla saltafoss di suo fratello al volo come in un film uestern e ha detto Guagliò, fuimm. E siamo fuiti mentre piovevano altre ciavatte di tutta la famiglia di Ruttazzo pure della sorella piccola che la madre le stava usando tutte ma non c'aveva una buona mira e ha preso di nuovo Ciro sulla nuca e Ciro ha detto Signò, però!
E siamo andati e abbiamo fatto la stradina sterrata con le fosse invece della strada spaziale che c'avevamo tutti un manico di scopa sotto al braccio e e Ciro ha detto che sembravamo i cavalieri del medioevo quelli che si spingono giù dal cavallo con quei bastoni tipo filoncini lunghissimi celesti e rossi. Ha detto che eravamo davvero forti e ha provato a impennare ma il palo della scopa si è piantato a terra ed è caduto e noi abbiamo riso ah ah ah e sono caduto pure io. Due volte.
Per arrivare in spiaggia siamo dovuti passare sotto la casa del nostro grande nemico che si chiama Vencia ed è un anziano malvagio. Agostino lo odia perché l'anno scorso gli ha sequestrato il tango di cuoio che c'era finito sul terrazzo e non ce l'ha mai ridato. Vencia dice che l'ha bucato ma secondo Agostino gliel'ha regalato al nipote.
Vencia ha detto ad Agostino che se si fa rivedere sotto casa sua lo denuncia alla polizia e ai carabinieri e ai bersaglieri per quella cosa che ha fatto l'estate scorsa. Allora io ho detto Ma scusa Agostino cosa ci hai fatto al malvagio signor Vencia l'estate scorsa? E lui ha detto Ma no niente qualcuno ha scritto sul suo portone con l'uniposca baiosama VENCIA BASTARDO ADDAMURÌ STRONZO RATTUSO e lui pensa che sono stato io e ce l'ha detto ai miei genitori e vuole farmi finire in galera quel bucchino sfaccimma.
E ha continuato con altre parole di maleducazione e io non capivo come aveva fatto il malvagio signor Vencia a pensare che era stato proprio lui e poi Ciro ha detto Certo che se non ci scrivevi sotto Firmato il tuo nemico per sempre Agostino Carotenuto però era meglio. E allora ho detto solo Ah. E ho raddrizzato il manubrio che per il palo stavo cadendo un'altra volta.
Quando siamo arrivati in spiaggia dopo aver superato le case abusive dei ricchi era quasi il tramonto e c'erano poche persone e Aniello stava dicendo ai genitori cioè Don Peppe e sua moglie Rosaria che lì a Santa Maria non ci voleva restare perché non si scopava. La madre ha iniziato a piangere e a pregare la madonna che suo figlio stava sicuramente diventando un drogato per dire quelle cose davanti a lei, anime ro priatorio.
Il maestro era lì ad aspettarci.
Per giorni e giorni l'abbiamo visto allenarsi al tramonto e gli abbiamo chiesto di insegnarci pure a noi come sconfiggere i nostri nemici ma lui ha sempre risposto che no, non poteva, se no i monaci guerrieri s'incazzavano perché certi segreti non ce li puoi dire a nessuno.
Così quando ci ha detto Vabbuò, domani venite qui al tramonto, con un manico di scopa a testa, che cominciamo, eravamo così felici che saltavamo e ci abbracciavamo e gridavamo finché la signora dell'ombrellone rosso non ha detto Ohè! E che sfaccimm è tutt stu burdell? e abbiamo smesso.
Il maestro indossava lo slippino nero che ci ha detto che ce l'hanno dato i monaci guerrieri del tempio giapponese in cui ha studiato arti marziali per ringraziarlo della banda di ninja che ha sconfitto per loro un pomeriggio. In fronte aveva la sua fascia elleesse verde e gialla per non farsi andare i capelli lunghi davanti agli occhi, ai piedi le ciavatte giapponesi di gomma nera.
Col riflesso del sole sull'acqua vicino il maestro Gigino da Casavatore sembrava quasi tipo come bruslì. Però più alto. E più magro. E con i capelli e la faccia di Andrea Carnevale.
Il maestro ci aveva detto il giorno prima che un palo di scopa può diventare un'arma incredibile grazie all'arte marziale del bogizzu, basta farlo girare velocissimo e chiamarlo Bo. Allora Ciro gli ha chiesto cosa significa la parola Bo e lui ha risposto che vuol dire Ti uccido con questo bastone se attraversi la mia strada maledetto. Allora Ciro ha chiesto come faceva tutta quella frase a stare in due lettere e il maestro ha risposto E che cazz ne sacc', mica l'ho inventato io il giapponese. E poi dipende dalla pronuncia.
E tutti abbiamo detto Ma quante ne sa il maestro Gigino!
Ci siamo avvicinati e Agostino gli ha detto Maestro Gigino imparaci! e il maestro gli ha dato uno scappellotto forte e ha detto che per prima cosa per essere suoi discepoli bisogna imparare a parlare bene, che si dice Per piacere maestro Gigino imparaci.
Siamo stati a provare a far girare la scopa pippo trasformata in un bastone che si chiama ti uccido con questo bastone se attraversi la mia strada maledetto fino a quando siamo diventati bravi e ci siamo sentiti abbastanza pronti ad affrontare dei ninja delle medie e il maestro era soddisfatto e ha detto Brav, brav, sembrate chille cazz e maggiorett, mo iatevenn.
Questa mattina abbiamo attraversato lo stesso la spiaggia dei nemici dei villaggi vicini ma senza paura perché se ci attaccavano potevamo prendere i pali degli ombrelloni e difenderci con la mossa segreta del bogizzu della botta nelle palle che il maestro ci ha detto di usare solo nei casi veramente, veramente gravi.
Il maestro Gigino era lì che si allenava facendo le mosse strane di bruslì con la sua maglietta con la scritta Automeccanica Pitazzi e ci ha detto che i Bo non ci servivano più, la vera arma di un guerriero è il suo corpo e la sua forza di volontà e la cazzimma. E allora io ci ho detto Ma scusa signor maestro Gigino cos'è la cazzimma? e lui ha spiegato che è la capacità di colpire a tradimento il nemico prima che lui ti colpisce a tradimento a te.
Come tipo un gioco del fazzoletto delle arti marziali? ha chiesto Ruttazzo e il maestro ha guardato il cielo e ha sospirato. Poi ha sollevato un dito ed è rimasto in silenzio con l'espressione serissima mentre il vento gli muoveva i capelli e si sentiva solo il rumore delle canne alla fine della spiaggia e della signora Rosaria che piangeva perché il figlio Aniello se ne voleva andare davvero e noi aspettavamo un'altra lezione del maestro su come vivere e affrontare i nemici e crescere e diventare grandi e forti come lui.
Ma il maestro ne ha mollata una e con la voce dello sforzo ha detto Obbiglioc. Dicevamo?
Per spiegarci come si usa la cazzimma in un combattimento mortale, il maestro ha detto Fate finta che alle mie spalle ci sta un nemico armato di una coppia di manganelli alla Bruslì e di un coltello. Ma scusa maestro quante mani c'ha?, ha chiesto Luigino. Il maestro ha sospirato di nuovo e ha spiegato che i nemici il coltello lo tengono sempre tra i denti. Fate finta che sia qui dietro di me, ha detto.
E con uno scatto velocissimo si è girato e ha tirato un calcio volante in quella direzione urlando Uattà. E noi eravamo tutti a bocca aperta solo che nel farlo ci è partita la ciavatta giapponese di gomma e ha pigliato dritta in faccia una signora anziana che stava con la seggia di ferro e nailon a bagnarsi i piedi in riva al mare come fanno i vecchi e la signora si è sbilanciata ed è caduta di lato con la faccia nella sabbia bagnata urlando.
Il maestro è corso dalla signora ad aiutarla a rialzarsi e faceva gli inchini con la testa e diceva scusate scusate signò e ci cacciava la sabbia bagnata dalla faccia e alla fine è tornato da noi e la signora era di nuovo seduta dritta ma ancora incazzata e continuava a dire quelle cose sul gettare il sangue, gettare il veleno.
Allora noi c'abbiamo detto Ma maestro... ed eravamo un po' delusi perché anche un maestro che aveva studiato dai monaci guerrieri in Giappone prima di tornare a Casavatore poteva sbagliare, ma lui ci ha fatto avvicinare e ci ha detto a bassa voce che quella era in realtà una vecchia strega di un clan ninja e l'aveva colpita a tradimento apposta e quella era la cazzimma, era quella la sua lezione.
E poi ha aggiunto Lo sapete che è la cognata di Vencia, no? E Agostino aveva il fuoco negli occhi e si è gettato in ginocchio e ha urlato MAESTRO! e per poco non piangeva.
Poi il maestro si è aggiustato lo slippino e ha detto Domani vi imparo però la cosa più importante, ed è andato via, e col riflesso del sole così magro e coi capelli lunghi in lontananza sembrava pure un po' Gesù anche se non sa camminare sull'acqua. Forse, non ce l'abbiamo mai chiesto in realtà. E noi ci chiedevamo qual era questa cosa importante che ci doveva imparare e dicevamo Come siamo fortunati che il maestro Gigino ci ha voluto prendere come suoi allievi!
E saltavamo e ci abbracciavamo e gridavamo e la signora dell'ombrellone rosso ha detto Mo' c'avete veramente abbuffat a uallera, all'anima i chivebbiv.
GLI ALTRI CAPITOLI DI INSEGUENDO 2
Doc, queste cose al mattino sono pericolose: mi ritrovo a ridere ad alta voce in ufficio guardato dai colleghi come un deficiente!
RispondiEliminaMi domando: come fai a immedesimarti così bene in certe situazioni nonostante siano passati tutti questi anni? Mi hai fatto tornare indietro nel tempo a quando anche io, nelle estati passate in campeggio in Sardegna, prendevo lezioni di vita da un Maestro, detto "il Puma", che compariva ogni giorno al tramonto sulla scogliera vicino alla spiaggia.
Con le storie del maestro non è difficile, perché è quasi tutto vero... :)
Elimina92 minuti di applausi, nient'altro da aggiungere.
RispondiEliminaConcordo e approvo!!!
EliminaGrazie. Capolavorò assoluto! Temevo, leggendolo - che potesse essere il racconto definitivo ma poi il finale mi ha rassicurato. Veramente da film, sarebbe una bellezza!
RispondiEliminaIl sommo maestro della scuola di O'rutto, Senpai Gigino, me lo sono sempre immaginato con la faccia di Andrea Silenzi. Ora che ho scoperto che assomiglia a Carnevale devo dire che non mi sono allontanato tanto, si chiamano tutti e due Andrea e si somigliano pure un pò, con i capelli lunghi!! Comunque le vecchiette ninja erano una piaga costante ai nostri tempi, meno male che il maestro si è dato da fare e ne ha eliminate un pò.
RispondiEliminaGrazie come sempre per questi racconti di vita quasi vissuta, Doc. A noi diversamente giovani ci ricordano com'erano le estati di una volta e si ringe a catena.
RispondiEliminaCerto che più magro di Bruce Lee non è facile, tipo Nino D'Angelo?
RispondiElimina#VenciaInfame
Bruslì era sì magro, ma in quanto un fascio di muscoli e nervi. Il Maestro di muscoli non ne teneva, ma solo perché non ne aveva bisogno. Chiaro.
EliminaImmagino che interrogato al riguardo avrebbe replicato gravemente qualcosa tipo:
Elimina"Ricordati che la forza di un guerriero sta tutta qui." [indica una parte del corpo a caso]
mi ero illuso fosse almeno atletico, ed invece era pure sul tisico andante? Grandissimo maestro!
EliminaVoglio imparare il bogizzu, fosse anche dalla signora dell'ombrellone rosso.
RispondiEliminaChe perle di saggezza, dal sensei Gigino.
RispondiEliminaChe solo agli occhi degli incolti e dei non avvezzi possono apparire unicamente come meenkiate senza alcun costrutto.
Ma chi lo conosce sa che non e' lecito dubitare. E si sottopone ai suoi severi addestramenti senza fare domande.
E' la fiducia nel maestro, che ti spinge a seguirlo anche se non si capisce bene quel che si sta facendo ne' perche', specie all'inizio. Ma pure dopo.
Essendo un uomo estremamente saggio, solo al sensei Gigino è concesso di dubitare, caro Roberto, anche se inizialmente la sua grande maestria potrebbe essere colta per menefreghismo. Niente di più sbagliato, le sue tecniche richiedono tempo per essere padroneggiate e lui usa il sistema di bruslì, che ti impara anche se non lo sai. Mentre noi siamo consapevoli che nella sua mente è già delineato il progetto del Cazzimma Kai, il problema è che ancora non lo sa.
EliminaNessuno ce la fa contro il Maestro <3 XD XD
RispondiElimina"Brav, brav, sembrate chille cazz e maggiorett, mo iatevenn." Quando un maestro è soddisfatto puoi ritenerti orgoglioso del risultato del tuo impegno.
RispondiEliminain South Park : Scontri Di-Retti una delle stat principali del personaggio è proprio la cazzimma, e ci sono tutta una serie di superpoteri basati sulla cazzimma (che è possibile incrementare utilizzando i giusti perk). inutile dire che ADOVO
RispondiEliminaCon ovviamente tutt'altra dialetto,?pure noi avevamo passato una fase Ninja da paura! Fascia di nylon biancorossa (quello per delimitatare i cantieri) in testa, uno di noi aveva addirittura una stella originale in ferro, noi altri si lanciava cose a caso.
RispondiEliminaNoi però non avevamo nessun maestro...
Mi scuso degli errori ortografici, la tastiera è straniera ed ha cambiato alcune parole, me ne sono accorto dopo...
EliminaQuando si pensa che anche i maestri possano sbagliare...e invece era tutto calcolato! La vecchianinja!! 😂😂😂
RispondiEliminaP.S. Ma "obbiglioc" cosa vuol dire? 😅
Vuol dire "eccolo lì".
Elimina'o bì = lo vedi . glioco / lloco = là
Ahaha grazie mille! 👍🏻👍🏻
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaI discepoli sono pronti quando il Maestro Giggino arriva . #KazzimaKai
RispondiEliminaAlle maggiorett sono morto... fantastico doc!
RispondiEliminaAh, l'insegnamento segreto della kazzimma con dimostrazione pratica!
RispondiEliminaCapelli lunghi, fisico alla Bruslì, ma più magro e più alto... il maestro Gigino è Edinson Cavani 😁
RispondiEliminaLa voce dello sforzo 😂Grandioso!!!
RispondiElimina