Il Grande Mazinga in Blu-ray: il guerriero fin troppo giapponese Tetsuya

Il Grande Mazinga in Blu-ray

Con le riedizioni rimasterizzate in Blu-ray di Yamato Video e Anime Factory (etichetta di Koch Media) stai continuando il ripassone delle serie classiche di robottoni di Nagai. Dopo Jeeg, ti sei sciroppato quindi i due cofanetti de Il Grande Mazinga. Riscoprendo pure a 1080p a) il tuo sempiterno amore per questa serie e b) che testa calda fosse Tetsuya. Jun Hono sempre santa ieri, chiaro [...]

Partiamo dai dati tecnici. Come per Jeeg, la serie de Il Grande Mazinga è stata raccolta in due box da quattro raggioblù ciascuno. Il vol. 1 include gli episodi da 1 a 28, il vol. 2 quelli da 29 a 56. Li trovate su Amazon a 42 euro l'uno, qui e qui.

Video e audio (2.0 DTS-HD italiano e giapponese) rimasterizzati, le sigle TV originali come extra e un libretto da 32 pagine per ciascun box, con le sinossi degli episodi e i bozzetti preparatori di personaggi, mezzi e mostri guerrieri. Il Duca Gorgon, la Fortezza delle Scienze e tutto il resto. Sempre stato un fan, oltre che del true uomotigro Gorgon, del Generale Yuri Caesar. Vai a sapere perché. Magari per l'elmo e la faccia da robot, magari perché boh.


Il generale Ardias (qui sopra, sulla sinistra), con tutti quei teschi capovolti addosso e la capoccia vera tenuta in mano, da bambino ti metteva invece addosso un'inquietudine pazzesca. E perciò ti piaceva pure lui, chiaro.

E qui potremmo divagare sul tasso di violenza a cui eravamo esposti in età prescolare ai tempi, sul fatto che quando arrivò il Grande Mazinga sulle tv private avevi l'età che ha ora tua figlia, quattro anni, eccetera eccetera. Su quella poetica di primi anni di elementari in compagnia di panche spezzate sulla schiena ne l'Uomo Tigre e allenamenti insanguinati di Shingo Tamai. Ma andiamo avanti.

Come per i cofanetti di Jeeg, sono presenti i sottotitoli italiani fedeli all'originale, per apprezzare quanto sia stato tagliato o alterato all'epoca nei dialoghi per praticità, fretta, whatev.


Episodio dopo episodio, hai guardato ipnotizzato la grande bellezza del tutto. L'impatto offerto da quei fondali viola, da quei cieli sempre plumbei pronti per esser bucati dai fulmini del Grande Mazinga - fondamentalmente un robot idroelettrico, diciamolo - o da un mostro guerriero in picchiata mandato a morire dagli sgherri con troppe teste parlanti (in tutti i sensi) dell'Imperatore delle Tenebre.

Gli sfondi dipinti e i colori, una guerra di toni scuri e tinte sul magenta supersature, danno una sobrietà incredibile, colpendo l'occhio anche quando ti ritrovi sotto il naso una classica animazione un po' sghemba, un primo piano di Tetsuya un po' storto, tirato via. Non è solo nostalgismo, fascino del vintaggio, vecchiettismo, è che a furia di frustare dipendenti e tizi in subappalto, la Toei tirava fuori a metà anni Settanta dei risultati notevolissimi per quello che alla fine doveva essere un prodotto televisivo usa e getta.

Salvato dal semioblio a cui furono destinati tanti robot coevi in patria solo per la parentela stretta con l'amatissimo - e al confronto inguardabile - Mazinga Z.


Riguardare oggi, quarant'anni dopo, quelle 56 puntate significa ricordare quanto bella sia sempre stata Jun Hono, nonostante il cappello da suora che usava in battaglia. Innamorati a quattro anni di una ragazza mezza giapponese e mezza di colore, e i razzisti muti. Ma nella grande battaglia ai Mikenes combattuta pur con le tette a razzo di Venus Alfa (e alla fine Diana A), le gag di Boss Robot e l'inutile Junior Robot, quasi nulla sembra distogliere dalla sua determinazione Tetsuya Tsurugi.

Tetsuya non è un rEgazzino come il primo Koji, non è un pilota tamarro e cosplayer di Elvis ritrovatosi con una campana di bronzo nel petto senza volerlo, non è un tizio con la chitarra ai falò venuto dallo spazio.

È un guerriero, o più che altro un soldato giapponese da seconda guerra mondiale. Quel cuore d'oro di Kenzo Kabuto, padre modello e punto di riferimento futuro per Gendo Ikari, ha cresciuto quest'orfano per l'unico scopo di pilotare un robot e combattere. E portare dei foulard viola nel tempo libero, pare.


Finge preoccupazione, Kabuto, quando Tetsuya ci resta quasi secco, un'infinità di volte. Ma in realtà non gliene frega niente, l'importante è che non gli scassino la Fortezza delle Scienze. Con quello che gli è costata, come direbbe l'archistar Donald Påare Raasse.

Tetsuya va, Tetsuya combatte, con la tempra del kamikaze, cioè del pirla testa calda sempre pronto ad attacchi frontali anche quando sono senza senso. E con la voce del compianto Piero Tiberi ti porta con sé nel Brian Condor, in mezzo a quei tastoni che fanno quel rumore supervintage quando li schiaccia, e allora non discuti il suo essere impulsivo. Si va, si combatte, tutti assieme, contro quelli con le tante teste.

Tratta malissimo Jun, nella prima puntata, perché è un giapponese maschilista di merda, come tanti, come quasi tutti. Lo sono ancora oggi, te figurati a metà anni Settanta. Le dice di andare a cucinare, letteralmente, ma è ovviamente innamorato della collega e alla fine ce n'è. Magari perché Kabuto se lo sono tolti dalle balle.


Il finale della serie, con l'attacco combinato dei quattro robot alla base volante Demonica, il riscatto di Mazinga Z, Venus e Diana, la Marchesa Yanus e il Gran Maresciallo (quel vecchio stronzo del Dott. Inferno) esplosi in un tripudio di miniciccioli, e infine quella stretta di mano e il pensionamento dei robottoni nel museo, ti fa ancora oggi un effetto difficile da descrivere.

Il Grande Mazinga e Mazinga Z che salutano il pubblico in volo, ovviamente davanti al monte Fuji e a un sole rosso fuoco, scena cardine dell'immaginario guaglionico dei primi anni 80, corroborata da gelati col biscotto di Mazinga, capuzzelle di Mazinga che uscivano dalle patatine, giornalini da edicola con i fumetti apocrifi di Mazinga e compagni di classe dell'asilo che urlavano fieri i nomi delle armi di Tetsuya.

Prima di spatafasciarsi a terra e chiamare le suore, in lacrime.


Troppi anni, troppi ricordi, troppi pugni atomici che magari poi arriva un doppio fulmine e si porta tutto via. Dall'euforia passi al magone, come Boss. Ma se il doppio fulmine invece che esser calamitato dal robot cornuto cade su una torre dell'orologio, magari rifiniamo pure nel '79. Così puoi dire alla baffuta suor Delfina che ti stava sul pazzo, ecco, anche e soprattutto quando non "vi faceva giocare a Mazinga".

Ha la mente di Tetsuya, tutto il resto fai un po' te.


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Commenti

  1. La domanda è forse stupida ma la faccio lo stesso: c'è anche in versione dvd?

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    1. Allora è mmmioooooo!
      Ho amato Mazinga Z alla follia da piccolo, ma è invecchiato proprio male; il Gureto invece ha mantenuto il suo fascino, a me la carta di credito!

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  2. Io ho già tutti i dvd (presi in edicola quando uscirono con la Gazza) e mi piacerebbe che un domani la mia piccola di 4 mesi si appassionasse a sti robottoni di metallo, con cuore e nervi umanissimi. Oh, io ci provo, tanto i dischi son là (assieme allo Z e Goldrake) ;)

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    1. Ho un maschio di 2 anni e la tua stessa speranza: teniamo duro!

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    2. Io sto usando GaoGaiGar come svezzamento al genere mecha, il mio primogenito (4 anni, mezzo Irlandese - in territorio ostile agli anime) e ha mostrato interesse per i Transformers G1 e Jeeg. La fortezza delle scienze é dietro l'angolo...

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  3. Kenzo Kabuto, :padre dell'anno anche per aver abbandonato i figli solo per dimostrare al padre Juzo di essere in grado di 1>costruire un robot migliore del suo e 2>addestrare un ragazzo ad essere un guerriero migliore del figlio. Altro che educazione spartana, noi siamo cresciuti con questi valori. Menzione per il grande Juri Caesar, generale ultrafigo. Da prendere perché sia sempre salvaguardato questo capolavoro

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  4. Talmente dura, la vita di Tetsuya, che la giustificazione della sua assenza in Goldrake, mentre Koji andava a guidare la sua scatoletta di tonno insuperabile, era che fosse ricoverato in una clinica per malattie mentali a causa dello stress post traumatico. Vabbè, poi abbiamo visto in Mazinkaiser che ne è uscito e, lungi dall'imparare la lezione, si è rimesso a pilotare robottoni.

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    1. Nasci per quello, fai sempre quello. Anche se l'aver finito la tua serie personale in un letto per le ferite riportate dovrebbe averti insegnato qualcosa.

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  5. Come può non piacere un robot che "lotta, cade, si rialza e sempre vincerà"?

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  6. Senza contare che nella puntata finale di Mazinga Z (dove entra in scena Tetsuya) a momenti LASCIA MORIRE SUO FIGLIO SENZA FAR NULLA. Perche' voleva la dimostrazione pratica e sul campo che lo Z non era abbastanza potente per distruggere i mostri di Micene.
    Esempio di metodo scientifico applicato all'estremo.
    No, dico. DEI MOSTRI.
    E poi...niente, se non che anche per il sottoscritto e' e resta la sua prima serie robotica in assoluto. E in tutti i sensi.
    La prima che ho visto, e la piu' amata.
    Almeno in campo strettamente Nagaiano, nessuna serie arrivera' anche solo lontanamente ai livelli di questa, almeno dal punto di vista epico.
    Nemmeno Goldrake, nonostante sia piu' evoluta. E matura, per come tratta certe tematiche.
    Sul duello all'ultimo sangue (e olio) con il Generale Nero ci si potrebbe scrivere un poema.
    E Tetsuya rimane uno dei miei miti, nonostante sia la seconda piu' gran testa di cavolfiore della storia degli anime tutti (al primo posto ci sta "Rocky" Joe Yabuki. Lui e' inarrivabile. Specie quello della prima serie).
    Nonostante sia un insopportabile fanatico e sbruffone, nonche' un violento. E che verso la fine decida di ritornare paurosamente su quei binari, con conseguenze nefaste.
    E Jun...lei e le sue due sorelle "di lecce" Evarista ed Ernesta occuperanno sempre un posto dentro al mio c...uore.
    Da tramandare ai posteri.
    Quanto abbiamo imparato, da questi cartoni.
    Si, c'erano i mostri. C'era la violenza. Ma c'erano anche l'amicizia, la lealta', lo spirito di sacrificio, il coraggio. Anche se spesso fini soltanto a loro stessi come dici tu, Doc.
    Siamo tutti cresciuti col cuore d'acciaio, grazie a loro.
    Chapeau.
    A proposito...ieri la mia piccola in tv vede la pubblicita' dei dvd de L' Uomo Tigre e mi fa:
    "PAPA'!! COMPRIAMOLO!!"
    Sono fiero di mia figlia.
    Ma e' davvero troppo presto, per Naoto e il suo stuolo di orfani.

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    1. Attenti alle mistificazioni. Molta, moltissima roba delle serie MZ, GM e URG è farina del sacco delle squadre di autori Toei. Consiglio il libro di Jérôme Wicky su Nagai, per capire cosa è quanto fu creato dalla mente di Nagai e quanto dagli autori Toei (es. Tetsuya, il grosso di URG a partire da Uchū enban daisemsō ecc.).

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    2. Si, in effetti e' meglio precisare.
      Mi ricordo che se era parlato in un post analogo.
      Hanno sempre detto che il contributo di Nagai, a parte l'impiego di personaggi e vicende, e' stato minimo.
      Ma credo fosse cosi' per la maggior parte dei cartoni.
      Ne approfitto per una domanda cretina, ma e' una vita e mezza che me la faccio.
      Ma gente come Nagai, Chiba, Kajiwara e Matsumoto ai tempi erano al corrente del fatto che le serie animate ispirate alle loro opere facessero cosi' tanto furore, qui in Italia?
      Non ne sapevano niente oppure se ne infischiavano pur sapendolo?
      Propendo per quest'ultima. Trattandosi di distribuzione ufficiale (anche se molti venivano adattati dalle versioni gianfransua'), penso lo sapessero.
      Ma presumo che fosse come i videogiochi ai tempi dell'importazione parallela.
      Contava il mercato interno. Dei gaijin...chissene.

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    3. All'epoca, il controllo totale dei diritti di licenza delle serie e dei personaggi Toei era appunto della Toei. La Dynamic forniva delle idee e da contratto prendeva una percentuale su tutti i diritti di sfruttamento; ergo, era la Toei ad avere dei contratti con le ditte di giocattoli, e a Nagai andava una percentuale sul licensing incamerato dalla Toei. Ho letto sul libro di Wicky (che si rifà a fonti giapponesi affidabili) che la Dynamic per diversi anni è stata all'oscuro del fatto che la Toei avesse preso accordi con compratori europei (inizialmente tramite la Marubeni Europe, con sede a Parigi), quindi ci rimase male e chiese gli arretrati.
      Per notizie sui primi vagiti del commercio degli anime Toei (e di altre case di produzione) in Europa e la dinamica con la Marubeni, rinvio a un mio saggio di prossima uscita sul n. 12 della rivista "Manga Academica", saggio che contiene numerose altre fonti in inglese e giapponese, per chi voglia saperne di più. Sono notizie di cui ha parlato a suo tempo e in modo esaustivo anche Massimo Nicora nel suo libro “C'era una volta Goldrake”, ma il mio saggio più che una investigazione giornalistica e descrittiva è una discussione teorica sul ruolo dei knowledge brokers e dei processi di meaning making nelle dinamiche aurorali di intermediazione culturale e imprenditoriale fra Giappone, Francia e Italia. Scusate il linguaggio tecnico... :-)

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    4. Grazie per le info.
      Se mi capita daro' un'occhiata.
      In effetti le dinamiche della distribuzione di quei cartoni mi sono sempre sembrate un po' oscure.
      Tipo le due lettere che comparivano in calce ad ogni puntata di Jeeg.
      AB...
      Se non mi sbaglio era francese.

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  7. E si metteranno via i soldini anche per questo che è sempre stato il mio preferito tra i Mazinga.

    E in mezzo a tutti i gadget, cibi e quant'altro a tema robotico, come dimenticare l'orrida poltiglia fosforescente venduta nelle teste dei robot preferiti dal pubblico guaglionico dei primi anni 80?

    Si chiamava sempre Micronite come quella venduta a tema Micronauti o aveva un altro nome?

    Cheers

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    1. Galaxy Putty. Avevo la capoccia di Gundam:
      https://www.picclickimg.com/d/l400/pict/123837873685_/Ceppi-Ratti-Gundam-Trider-G7-Daikengo-Zambot-Slime.jpg

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  8. Da classe '85 ho sempre avuto l'impressione netta di aver mancato di un soffio la stagione dei robottoni nagaiani, visto che nei primi anni '90 non passavano praticamente più in TV.
    Fa strano che ci siano un sacco di antristi (e non solo) poco più vecchi di me super appassionati.

    Però onestamente devo dire che non provo alcun interesse di riempire questa lacuna. Sbaglierò, ma mi sembra il tipo di materiale che è invecchiato in fretta e nel tempo non si ritaglia fan di nuove generazioni.
    Doc, ti risulta? Tu consiglieresti queste serie a gente che non ha il fattore nostalgia?

    Senza offesa per nessuno eh, solo una considerazione mia.

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    1. Se mi posso permettere un consiglio,io amo i real robot, ma se si vuole esaminare l'evoluzione del genere go nagai non si può saltare( e la mazinsaga meno che mai). Ti consiglierei anche una occhiata alle varie incarnazioni di Getter.

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    2. Ribadisco la mia ignoranza ben inteso, ma questo tipo di cartoni mi danno l'impressione che tra qualche anno saranno equiparabili alla golden age dei supereroi: fondamentale per tutto ciò che è venuto dopo, ma oggi chi legge più le storie degli anni '40 per divertimento? Credo nessuno, quelle storie oggi vengono rilette quasi solo per nostalgia o (come accennato da Blunoiah qui sopra) per studiare l'evoluzione del medium. I capolavori sono venuti col tempo, costruiti sulle spalle di quelle storie.

      La mia impressione è che tra 40 anni si potranno ancora apprezzare Gunbuster, NGE e diverse cose di Patlabor, ma i robottoni di Nagai saranno folklore come le storie di Capitan America che picchia Hitler.

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    3. Il fatto e' che in Nippolandia non se le sono sciroppate a getto continuo per dieci anni come abbiamo fatto noi, a furia di repliche su repliche.
      Li' si sforna roba a getto continuo. E le mode variano.
      Quando sono arrivate da noi, i robottoni li' erano gia' passati di moda. Dopo sono arrivati quelli a tema sportivo, le maghette, poi quelli di combattimenti...
      Per certi versi da noi hanno attecchito in maniera ABNORME.
      Ma non c'era altro, allora. E quel poco te lo dovevi far bastare.

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    4. In Giappone c'è chi è pronto a scommettere il contrario, cioè che alla lunga le trame schematiche dei primi super robot sopravviveranno più a lungo di introspezione,realismo,colpi di scena ed effetti speciali. In effetti se tu poni un attimo mente alla produzione degli ultimi 30 anni ,opere come Brave Saga,Dendoh o Gurren lagan sono nate per rivitalizzare il genere super robot,ed in un certo senso hanno fatto da apripista a Getter last days o mazinger infinity. Invece devo purtroppo registrare che Gundam o anche il superbo fss si stanno infilando in un collo di bottiglia, dalla quale potrebbero uscire del tutto a pezzi.

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    5. Da classe '81 ti posso dire che da piccino ricordo l'onda lunga dei super robot che si stava spegnendo. Ricordo molto bene Daitan III, Jeeg e Voltron/GoLion. Mazinga Z e il Grande Mazinga era già meno presenti e non certo sulle reti RAI da cui aveva sloggiato da tempo. Per essere stato testimone della golden age dei super robot in TV bisognava essere nati non più tardi della metà degli anni '70. Poi il tutto era molto legato alle TV locali che si prendevano visto che non tutte trasmettevano le stesse cose agli stessi orari o dal fare il tempo pieno alle elementari come il sottoscritto.
      Sul fatto che possano diventare folklore alcuni anime vecchi ci rifletto anche io ogni tanto.
      Le serie real robot, a partire da Gundam, sono invecchiate sicuramente molto meglio di tante serie super robot. Ho visto Gundam e parte di Getter Robot da adulto e mi sono appassionato alla prima mentre la seconda mi ha lasciato molto perplesso. Alcuni cattivi avevano un aspetto risibile e la storia non mi prendeva come quella di Amuro e Char in cui la componente orizzontale era molto più forte.

      Patlabor per me è un anime incompiuto che non ha un vero e proprio finale come il fumetto. Gli OAV che hanno tentato di dare una quadra alla storia di molti personaggi ci hanno messo una pezza ma si poteva fare meglio. La puntata di Goto e Shinobu che vanno in giro in Panda e si devono fermare in un sexmotel per la notte da fan la avevo apprezzata tantissimo.
      Adesso vado ad ascoltare Midnight Blu.

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    6. Per me, Jeeg e il Grande Mazinga vanno assolutamente visti. Hanno retto meglio gli anni sia di Z che di Goldrake, e sono ancora avvincenti. Perché i mostri (e i capoccia nemici) sono fighi, gli sfondi bellissimi, i robot super-iconici.

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    7. Fermo restando che le due serie citate dal Doc sono LE BASI...
      In genere continuo a preferire i robottoni vecchio stampo.
      Alla fine, contenevano tutto quello che ha fatto la fortuna degli shonen. Che resta il genere piu' amato, nonostante sia uno dei piu' vetusti.
      La crescita del protagonista attraverso le continue sfide e difficolta'.
      Gli ingredienti sono quelli. La ricetta e' vecchia come il mondo, eppure funziona sempre.
      Quei robot erano davvero iconici. Ma non solo per l'aspetto. Erano vere e proprie estensioni di chi li pilotava. E non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo. Batteva davvero un cuore, sotto quelle loro corazze in super lega.
      Poi, con le serie successive...abbiamo assistito ad un'evoluzione.
      Anche Gundam, gli Zack o i Valkyrie di Macross sono iconici. O i mech di Patlabor. Ma li' si era gia' entrati nella fase successiva. Prima di tutto era avvenuta la "spersonalizzazione" dei robot. Erano tornati ad essere semplici mezzi da combattimento, seppur sempre pheeghi. Poi era avvenuta anche la contaminazione con altri generi, come la soap.
      Oltre alle battaglie...si dava risalto anche all'introspezione psicologica, al rapporto tra protagonista e comprimari, e....ed evrntuali love - story.
      E senza dimenticare il fanservice.
      E' stato un passaggio naturale, ovvio. Ma non che questi elementi fossero assenti, nei vecchi cartoni.
      Solo, erano in sottofondo.
      Tetsuya e Jun, Koji e Sayaka, Hiroshi e Miwa, o Actarus con Venusia...
      Visto che se ne parlava...Ho adorato Gurren Lagann proprio perche' omaggia le vecchissime serie.
      Anche li' si sviluppano rapporti complessi, tra i vari personaggi. Ma in primo piano...c'e' l'epica.
      L'ascesa di un personaggio che comprende il suo ruolo, il suo posto nel mondo. E da quel momento parte, da' inizio alla scalata e non si ferma piu'.
      Su, su, sempre piu' su. Dal sottosuolo fino ai confini estremi dell'universo.
      Ho come idea che questa roba la studieranno per davvero a scuola, tra duecento anni.
      Ma se vogliamo trovare un lato per cosi' dire didattico...ritengo che le vecchie serie siano piu' efficaci di quelle venute dopo.
      Erano rozzi, semplici. Ingenui. Ma trasmettevano un messaggio chiaro, universale.
      E ogni episodio aveva una morale ferrea. Che da sempre contraddistingue ogni racconto per ragazzi.
      La generazione successiva, al confronto, presentava opere piu' stratificate e complesse.
      E certo, ci mancherebbe. Ma in alcuni casi era puro intrattenimento e basta.

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    8. Nei real robot la spersonalizzazione del robot è solo apparente, nelle storie continuerà ad avere un ruolo molto importante il robot. Il Gundam è un super robot camuffato da real robot viste le sue prestazioni nettamente superiori a tutti gli altri mobile suit. In Patlabor l'Ingram di Noa, Alphonse, è un protagonista a tutti gli effetti. Lo scontro principale è tra l'Ingram e il Griffon prima che tra Noa e Bad. In Macross Teschio-1 con le sue linee gialle e nere (che fa tanto antro atomico) e il jolly roger sugli alettoni di coda in battaglia è un appendice del mitico Roy Focker.
      Nei real robot imho si supera il concetto di forza di volontà, vera dote richiesta per pilotare i super robot, introducendo quello di abilità e capacità di trovare una sintonia estrema con il mezzo. Nei super robot il robot è come se fosse il corpo stesso del pilota. Il pilota ci sale e in un minuto riesce a guidarlo perché il robot è come se fosse parte delle sue membra. Nei real robot il robot è una macchina che bisogna imparare a conoscere fino a trovare una perfetta sintonia, un corpo estraneo che piano piano diventa lo strumento perfetto per esprimere al massimo le proprie potenzialità.

      Parlando delle serie di Jeeg e il Grande Mazinga, imho, rimarranno importanti non perché appartenenti ad un genere più efficace di altri ma perché opere veramente ben fatte il cui valore trascende il genere. Spesso ci sono delle opere superano che grazie alla loro qualità diventano universali e fruibili anche per chi quelle cose non le segue.


      PS: a quando un sondaggione Super Robot VS Real Robot o Mazinga Z VS Gundam oppure Miwa VS June. Personalmente ho le idee chiarissime su tutti e tre.

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    9. Forse la vera differenza tra real e super robot non sta nel rapporto homo macchina, che può essere complesso in entrambe i casi (esempi mazinkaiser e layzner), o utilitaristico in entrambe i casi,nel senso che ad emergere è quasi esclusivamente il pilota e la sua personalità (esempi:danguard\daitarn3 per i super e gundam Z per i real). La vera differenza per me sta nel rapporto tra nemici. Si era iniziato con Zambot a raccontare la guerra in modo più cruento,poi con Daitarn si introdussero pian piano le"motivazioni "del nemico. Da gundam in poi i real che hanno funzionato di più(penso a dougram), sono proprio quelli in cui il nemico è credibile,sfaccettato e con il giusto mix tra motivazioni personali e idealità comuni, anche se discutibili o riprovevoli.

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    10. Quello è un altro grande aspetto. Nei real robot l'inquadratura si allarga comprendendo un mondo molto più ampio e sfaccettato in cui vivono delle persone che sono attivamente coinvolte, certamente sono opere che ambiscono ad essere più corali e meno individualiste e che cercano di tratteggiare in modo più nitido una "lore" di cui i protagonisti fanno parte ma di cui non sono il fulcro.
      Zambot 3 ci fornisce un assaggio mostrando le devastazioni causate dallo scontro del robot con i mostri ma si ferma a quello. Il mondo in cui è calato Zambot 3 ruota attorno allo scontro tra il robot e gli invasori mentre in Gundam la Guerra di un Anno è il palcoscenico su cui si presenta la Base Bianca con il suo equipaggio e con il Gundam. Il Gundam riuscirà a influenzare le sorti della guerra ma certo non farà tutto da solo.
      Aggiungo che non necessariamente c'è una guerra come sfondo ma sicuramente un mondo complesso. Patlabor per esempio mostra un futuro prossimo in cui lo scontro tecnologico e l'uso dei labor è il contesto e questo te lo spiega all'inizio di ogni episodio. Spiegone iniziale presente anche in Gundam.

      Un ultima cosa: Tetsuya e Benjo per me sono l'archetipo dell'eroe. Sono forti e determinati, adatti a sconfiggere il nemico e perfetti per il contesto in cui sono calati. Finito lo scontro perdono quasi tutta la loro utilità e faticano a trovare una loro identità. Il robot finisce in un museo o in una base polverosa e loro messi da parte perché il mondo post conflitto non ha un posto anche per loro.

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    11. Straquoto il tuo ultimo paragrafo, perfetto

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    12. E' vero, Drakkan. Hai pienamente ragione.
      Tirando in ballo le opere di Tomino, ci si rende conto che li' non e' piu' tutto sulle spalle del robot e del suo pilota.
      Ma le opere di Nagai non si possono nemmeno paragonare a quelle di Tomino.
      E' come paragonare Tex a Ken Parker.
      Belli entrambi, ma Berardi e Milazzo hanno portato tutto ad un livello diverso. Superiore.
      In Zambot non c'e' solo Kappei. C'e' tutta la sua famiglia, i suoi amici tra cui Shingo che organizza la resistenza contro i Gaizok. In Daitarn non c'e' solo Banjo. Anche se e' la piu' simile, alle vecchie serie.
      Banjo ha il suo team. E non sempre usa il robot per sistemare le cose.
      E Gundam...ecco, forse e' uno dei motivi per cui, da ragazzino, non l'ho gradito. Solo in seguito ne ho compreso il valore.
      E' una guerra, punto. Non ci sono buoni o cattivi. Solo due fazioni, ognuna coi suoi ideali. Giusti o sbagliati che siano. Ed in mezzo ci sono solo UOMINI. E tante storie.
      Una roba troppo grande perche' possa venire decisa da un ragazzo che si ritrova a pilotare un mezzo quasi suo malgrado. Per quanto abile possa essere...al massimo puo' fare la differenza in qualche occasione.
      Io da piccolo dividevo in buoni e cattivi. Non coglievo le sottigliezze. Mi sembrava tutto complicato, in quel cartone. Poi l'ho rivalutato, eh.
      E Patlabor? Era quasi uno spaccato di vita di un distretto di polizia futuristico. C'erano indagini, rapporti, casini e problemi oltre che battaglie tra mech.
      Ribadisco: gli elementi che abbiamo elencato erano presenti in TUTTE queste serie. Solo che alcune prilegiavano certi aspetti a scapito di altre.
      Poi dobbiamo contare gli anni trascorsi tra una serie e l'altra. E' davvero possibile fare i confronti quando in realta' certi cartoni non sono altro che l'evoluzione, il livello successivo di altri?
      Tipo Holly e Benji con Arrivano i Superboys.
      Chi apprezzava uno e chi l'altro. Senza rendersi conto che Tsubasa esisteva solo perche' prima di lui era arrivato Tamai. Ma molti non lo sapevano, allora...
      Gran bella chiacchierata, comunque.

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  9. Ok doc il prezzo è giusto,considerando che si tratta di una serie bella lunga. In bd o DVD lo prenderò per mio fratello;fra un po' è il suo compleanno ed impazzisce per il gureto( e con somma incazzatura non ha mai completato l'edizione "edicolabile").
    Detto questo un paio di considerazioni:
    1)che è questo confidenziale Yuri Caesar. È il sovrumano Yuri Caesar. Un po'di rispetto per gli anziani.
    2)Kenzo Kabuto è uno stronzo e non ci piove; più che a quella di Gendo ,la sua stronzaggine lo avvicina agli scienziati costruttori dei Gundam Wing ,anche loro con l'hobby di allenare orfani fino a farne macchine da guerra inumane ,e con l'ossessione di creare macchine perfette che li porterà a cambiare fronte(o a fingere di farlo) più volte, tirandolo in tasca ai già confusi piloti(ed accelerando così quello scivolare verso i "cavalieri dello zodiaco con i robot",che ha seppellito definitivamente la serie ,specie in Italia).
    Personalmente ritengo che però la palma del padre più cesso( e con evidenti pessimi risultati educativi) spetti al padre di Takeru di Gakeen. Il ragazzino si è beccato un fulmine sulla capoccia,ha visto stramazzare la madre morta carbonizzata ai suoi piedi,ha evidenti problemi a relazionarsi. Come lo cresco? Ma è semplice! A mazzate e con la guida pedagogica di tana delle Tigri.

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  10. Fanno benissimo a pubblicare in BD i mazinga,jeeg e Goldrake. Sono pilastri indispensabili della robotica.
    Per blunoiah:Ne parlavi qualche post fa, ieri ho visto il trailer della nuova serie di gundam build divers. Non c'è traccia dello shining break/shining berkut. Sunrise ci ha preso di nuovo per i fondelli.

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  11. "...l'amatissimo - e al confronto inguardabile - Mazinga Z"

    applausi

    "Innamorati a quattro anni di una ragazza mezza giapponese e mezza di colore, e i razzisti muti."

    standing ovation

    "Tetsuya non è un rEgazzino come il primo Koji, non è un pilota tamarro e cosplayer di Elvis ritrovatosi con una campana di bronzo nel petto senza volerlo, non è un tizio con la chitarra ai falò venuto dallo spazio."

    coro da stadio e fuochi d'artificio

    "Dall'euforia passi al magone, come Boss."

    accendini accesi e lacrimuccia, eh si.

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  12. io amo tutti i super robot nagaiani,sono come le dita di una mano,per me è impossibile scegliere ,ho il cuore ,d'acciaio, pieno di affetto per loro
    quindi comprerò quest'edizione e me la godrò

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  13. Tempo fa mi sono riguardato tutte le puntate dello Zetto e poi ho iniziato il grande Mazinga ma mi sono fermato dopo una decina di episodi ma devo riprendere assolutamente la visione. Anche se preferisco il più piccolo degli zinghi, mi ci sono affezionato prima.

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  14. Uno dei miei robot 'vecchia scuola' preferiti; l'ho sempre considerato superiore a Mazinga Z, cosa che tra l'altro effettivamente è. Sarà per il design, sarà per il cazzutissimo Tetsuya, non c'è nulla che mi faccia preferite il suo più piccolo fratello maggiore.
    Tetsuya era ed è tutt'ora un grande...giappo e samurai banzai harakiri al 100%.
    I mostri guerrieri li ho sempre trovati più fighi dei mostri meccanici, sarà per quel mix di biomeccanico.
    Poi c'è lei, Jun, una delle mie prime 'cotte animate', a pari merito di Maria Fleed...se dovessi scegliere, non sceglierei, me le porterei a casa tutte e due :D
    E nonostante siano usciti remake, seguiti, manga, stramanga ecc..ecc..caro maestro Go Nagai mi spiace per te, ma io continuerò a dire che Great Mazinger > Mazinger Z

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  15. Ordinato ieri sera, come ha scritto il Doc la serie del Grande Mazinga è una delle basi del genere robotico.
    Goldrake, l'opera più matura, è arrivato da noi per primo, ma il tono epico, il carattere di Tetsuya ai limiti dell'arroganza, la caratterizzazione di mostri e comprimari rendono davvero un must questa serie.

    Anche in Mazinkaiser, per dire (dove il Kaiser è spettacolare) alcuni dei momenti più epici coinvolgono Tetsuya ed il suo Gureto.
    Nella serie funziona tutto, anche vista adesso con gli occhi "da grande"..è tempo che l'ottenne di casa inizi per bene la sua conoscenza di Mazinga.

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  16. Non ho mai capito però che cosa avesse da insegnare Kabuto (che è uno scienziato) a Tetsuya...

    E se gli capitava il Capitano Dan?

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    1. Eh...altro che te lo raccomando, a quello...
      Dicevamo dell'esimio dottor Kabuto.
      Come si educa un figlio a diventare il paladino nonche' salvatore dell'umanita' tutta?
      Ma e' semplice. Come hanno risposto in un commento qualche riga addietro.
      Il metodo pedagogico di Tana delle Tigri.
      Bastonate a colazione e cinghiate a merenda.
      Senza contare che Kenzo Kabuto era un cyborg, e aveva le mani della stessa superlega Z di cui era composto Il Grande Mazinga.
      Immagino che male facevano gli sberloni che tirava...al povero Tetsuya gli hanno scombinato il cervello.
      Ma in genere gli scienziati delle serie robotiche sono un'orda di pazzi scatenati.
      Basti vedere che combina il Dottor Saotome del Getta Robot alla prima puntata...
      E il dottor Shiba? Che infila nel corpo di suo figlio Hiroshi la campana di bronzo dopo averla fatta miniaturizzare?
      E a sua insaputa, pure!!
      Dei M - O - S -T - R - I.
      Lo dico e lo ripeto.

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    2. Si d'accordo. Dan ha tentato un paio di volte di fare fuori deliberatamente il figlio ,ok. Però lui è un duro militare che ha perso l'onore malgrado ogni sua buona intenzione; e che soprattutto si trova non solo a respingere gli attacchi militari del nemico, ma a rivitalizzare un ideale in cui il mondo militare e scientifico, ormai sotto il dominio della dittatura, largamente non credono in più. Il tutto con un cervello che gira un po' di spiego a causa del condizionamento mentale e con il tempo che gioca a suo favore. A ulteriore lieve attenuante mettiamoci pure che il materiale umano è quello che è. Arin non è né un newtype ne una pellaccia. In queste condizioni sbroccare anche di brutto è facile.

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    3. Non gioca a suo favore, il tempo, ovviamente.

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  17. Dimenticavo...pienamente d'accordo anche sul fronte maschilismo imperante.
    I piloti dei robottoni trattavano la varie fanciulle co - protagoniste COI PIEDI.
    Nel senso che a momenti gli parcheggiavano sul faccino pure quelli.
    L'unica eccezione era Duke Fleed/Actarus, che guarda caso era un alieno.
    E non a caso un sacco di tipe finivano per perderci dietro la testa. Pure qualche generalessa di Vega...

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  18. Vado OT, ma il Saturday Night Sondaggismo?
    Rimandato a data da destinarsi oppure proprio cancellato?
    Lo chiedo sapere chi ha vinto l'ultima sfida

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  19. Credo sia la mia serie preferita in assoluto, l'ho vista e rivista vuoi per il Mazinga che è figo già di suo, Tetsuya è tenace e risoluto, Jun (assieme alla povera Miwa che si beccava pure scariche a distanza per farla risvegliare dai vari svenimenti) è una co - protagonista a tutti gli effetti, non una semplice comprimaria per siperietti comici. Anche se Saiaka con Dianan qualcosa in più l'ha ottenuto (almeno la dignità di salire a bordo con un mezzo). Vabbè una crescita ! credo comunque che senza lo Z apprezzerei molto di meno il Grande. Il salto di livello è notevole, anche in termini di crescita morale dei personaggi.

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  20. "La Morte batte i denti: c'è Mazinga"

    Ma ancora è sempre onore al Generale Nero.

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