The Boys: scassando il super-eroe, l'MCU e tutto quanto (la recensione senza spoiler)
The Boys di Amazon Prime Video. Ovvero: trasformare in una serie TV un fumetto sui super-eroi incredibilmente volgare, esagerato e fuori di zucca - anche per gli standard di Garth Ennis - senza snaturarlo. O anche: cosa succede quando i super-eroi sono davvero degli stronzi pericolosi? (All'incirca quello che succede nel mondo là fuori tutti i giorni, pure senza raggi laser) [...]
È l'autunno di tredici anni fa quando Garth Ennis e Darick Robertson prendono a raccontare abusi, perversioni sessuali e deboscia dei metaumani in un fumetto che dopo soli sei numeri è costretto a traslocare, a cercarsi un'altra casa. Perché quel prendere anarchicamente per il culo i supertipi non andava molto bene in casa DC Comics (The Boys nasce come testata dell'etichetta Wildstorm), per ovvie ragioni.
Col passaggio alla Dynamite il mese dopo la cancellazione, nel febbraio 2007, Ennis e Robertson hanno avuto però la libertà di portare avanti il discorso, di continuare la loro fiera di orge, corpi esplosi e humor nerissimo. Di provare a tener fede a quel "The Boys will out-preacher Preacher" detto da Ennis. Anche se sì, si trattava solo di una frase promozionale scema, per spingerti a scoprire che diavolo si sarebbero inventati nel numero successivo. La serie, pubblicata in Italia da Panini, è arrivata al settantaduesimo numero.
Fast forward al duemiladiciannove. Tradurre il tutto in un formato televisivo, in otto episodi da un'ora l'uno: perfino meno semplice del cavare una serie TV da Preacher. Perché qui hai a che fare con un nugolo di tizi in costume. Con una versione superdistorta della Justice League contrapposta a una banda di altri soggetti chiamati a impersonare il concetto scalciaculico e sboccato, tutto alla Ennis, di "buoni".
E fa strano dirlo, visto quello che il finto Aquaman Abisso/The Deep chiede a [X] nella prima puntata o dopo quelle scene di ammucchiate a base di superpoteri, o dopo i corpi esplosi, gli esplosivi ficcati dove non batte il sole, i bimbilaser, ma alcuni tra gli aspetti più esagerati del fumetto sono stati lasciati fuori. Non perché questa The Boys sia una serie edulcorata, ma perché non era semplice tradurre 1:1 quel tasso di cazzonaggine, soprattutto se pensiamo alla prima parte del fumetto.
Quel che conta però è che lo spirito del The Boys cartaceo di Ennis, e il suo mai domo tentativo di fare a pezzi i super-eroi perché gli stanno sul culo, Eric Kripke (il creatore di Supernatural), con l'aiuto di Evan Goldberg e Seth Rogen (entrambi già con le mani nella pasta di Preacher), siano riusciti a tradurli su schermo.
Non sono solo la violenza, il sesso e il turpiloquio, già abbondantemente visti altrove nel mondo delle tutine indossate da persone in carne e ossa (Hitman, Super - Attento crimine!!!), perché il punto non è mostrare un approccio realistico al super-eroe, ma l'esatto opposto. Dimostrare quanto quegli universi di fantasia siano finti e improbabili... e in quanto finti e improbabili così dannatamente vicini alla nostra realtà. Basta buttare via i simil-Superamici e piazzarci persone con altri poteri, ma la stessa influenza sulle persone normali.
Aggiungendoci del loro, Kripke, Rogen e Goldberg hanno trasformato così questo The Boys in una presa per il culo ad ampio spettro. Non solo di Superman, Batman e compagni, o del loro mondo, ma del nostro.
La Vought guidata da Elisabeth Shue, con i suoi duecento super-eroi, le campagne promozionali, il merchandising e i tizi sorridenti da mille prodotti e sagomati da drugstore, è la Disney/Marvel e i suoi film, chiaro. Ma è anche la legge del consenso e dei like da social. Della comunicazione in cui la forma è sempre più importante del contenuto, ammesso che ce ne sia uno.
Abisso è una freccia gigante, manco fosse Green Arrow, puntata agli scandali del #MeToo. Più in generale, negli eccessi di Homeland/Patriota e gli altri c'è il marcio di chiunque si trova in una posizione di potere e può fare il cacchio che vuole, purché coperto da una campagna PR adeguata.
I the Boys - Butcher di un assolutamente in parte Karl Urban, Latte Materno, Piccolo Hughie... a Karen Fukuhara, dopo Katana, fanno fare ormai sempre la giapponese letale che non parla - qui non lavorano per la CIA, e sono più che altro un'inusuale banda di investigatori alle prese, insieme al pubblico, con un mistero. Per così dire. Ma i the Boys rappresentano comunque l'unica alternativa al delirio condiviso, all'accettazione di quella realtà incarnata (l'accettazione, ma anche un po' la realtà) dal padre di Hughie, Simon Pegg.
L'idea del pianeta Terra che dev'essere salvato dai suoi super-eroi, ma nell'altro senso, del super-eroe stesso come unico vero pericolo, non è ovviamente un concetto nuovo. È un campetto in cui Alan Moore lanciava le bombe da tre punti della decostruzione già negli anni 80, con Watchmen e Miracleman. Ennis ha tentato un approccio più cazzone e meno apocalittico al tema, un approccio seguito anche dalla serie. Ma con la differenza che qualcosa del genere, in "TV" (o ovunque uno se la guardi in streaming, oblò della lavatrice compreso), è nuovo e fresco.
Abbiamo letto decine di fumetti in cui il potere aveva dato alla testa ai "mantelli" dai nomi fighi e dai costumi appariscenti, anche se magari non sessuomani come quelli di Ennis, ma calarli in una cornice live action li rende incredibilmente più realistici di tanti eroi veri visti in altre serie TV Marvel e DC.
Perché viviamo in un mondo lercio e terribile, e all'eroismo fine a se stesso e ai vigilèndi con la città da salvare e agli eroi crediamo fino a un certo punto. Cioè molto poco. Ma ai figli di ndrocchia in delirio da onnipotenza che vogliono farsi i cazzi propri e ti raccontano che sono lì per te, per noi, siamo fin troppo abituati.Non c'è questo grande collegamento empatico con i personaggi in The Boys, sì, e personalmente non credi ce ne fosse il bisogno, in un racconto cinico del genere. Non è una serie sui super-eroi, in fondo, anche se è piena di super-eroi, quanto sulla manipolazione del consenso, il potere, l'immagine candida con cui si vendono al pubblico degli squali mostruosi. In una parola, trumpHollywoosenzalaDsalvini e tutto il resto.
Il tuo problema con la prima stagione di The Boys è che fa tanto conto su una seconda stagione di The Boys, lasciando diverse cose appese a metà e chiudendosi con un finale un po' così. Ma il 19 luglio Amazon ha confermato che tanto una stagione 2 arriva. Pronta a buttare un altro po' di letame sui super-eroi anche per far contenti noialtri, fan dei super-eroi. Ché se ci pensi, le più amate storie di super-eroi di sempre sono quelle in cui i super-eroi sono degli stronzi, dei bastardi.
L'hai già detto che viviamo in un mondo lercio e terribile, no?
Una sola parola: Amen.
RispondiEliminaLa penso esattamente come te: cinica, infame e violenta, ma è la serie di cui c'è bisogno in un mondo ebbro di cazzate supereroistiche.
se vale anche solo la meta del fumetto allora è imperdibile,una domanda Doc? che sensazione lascia un live action su dei pervertiti con superpoteri vestiti da cretini? troppo finto? troppo vero? troppo parodistico?
RispondiEliminaFunziona. La cosa dei superpoteri è il filtro attraverso cui la satira del mondo vero ti scivola giù. In una serie, che so, come quelle Marvel-Netflix o dell'Arrowverso, se spingi troppo su costumi e realismo rischi di sfociare nel campy. Qui si parte dalla cinica presa per il culo dei super-eroi del grande (e a cascata piccolo) schermo, e si estende il campo della parodia a tanto altro. Capisci subito, come dire, che il punto non sono i supercretini pervertiti, ma quello che rappresentano.
EliminaAllora hanno fatto davvero un gran lavoro, sono stati davvero in gamba
EliminaSo Action Garth - come lo chiamano gli amici per il fatto che prova cose pericolose come parapendio e paracadutismo - legge spesso il blog del DocMan e quindi mi chiedo quando passerà a raccontare la versione 21mo secolo della Legione dei Mendicanti di Simon /Kirby ( ineffabile legione di Beggar nella traduzione di un numero di raccordo di Lee /Kirby nella saga Sterankiana di Stanotte muoio per la Editoriale Corno ndr ) ovvero una rete di esclusi dalla rete di influencers , preoccupati dalla prossima esplosione di Big Data, che si professano analogici , leggono la carta, promuovono il book crossing e le biblio itineranti ed i cantastorie e Chaplin e Keaton. Miniserie in b/n come la appena terminata The Walking Dead. Disegni di Andi Watson. Covers di Dash Shaw. Show amazonico entro un paio di anni.
RispondiElimina1) Mai letto The Boys ma da quanto ho letto in giro sembra parechio debitore al Marshal Law di Pat Mills.
RispondiElimina2) Quindi nel fumetto il protagonista aveva le sembianze di Simon Pegg, ma siccome ora lui sarebbe troppo vecchio non sono riusciti a fare la mossa Sam Jackson/Fury e lo hanno chiamato a fare il padre del protagonista. Ho capito bene?
1) ni, 2) sì.
EliminaIn che senso ni? chiedo per curiosità.
EliminaLa decostruzione - o meglio, dopo decenni di supertipi, la destruktion alla Heidegger - del concetto di super-eroe è un qualcosa che Ennis ha ripreso, in The Boys come altrove, soprattutto da Moore. Traducendo, come ho scritto, il tutto in chiave più cazzona ed esagerata, molto meno disperata. Il Marshal Law di Mills e O'Neill aggiungeva la satira e gli eccessi, sì, ma i concetti di base erano già in giro da prima. Il Marvelman/Miracleman di Moore lo precede di almeno un lustro, direi.
EliminaConcordo. Mills e O'Neill creano un universo post-apocalittico che è una critica del reaganismo e del tatcherismo in cui il loro anti eroe segna colla matita rossa i peccati del colonialismo supereroico nordamericano - il parsifalismo di Bats, il Supes governativo ed i picchiatelli nevrotici marvelliani in un nosocomio - con uno stile punk che Ennis non ha anche perché sotto sotto è un Marvel zombie true believer DC addicted che vorrebbe multiversi di supereroi che possano piacere al bimbo che nutre e nasconde. Cucciolone e birichino. Salvate il soldato Ennis...
EliminaNon nutro nessuna, nessunissima stima per Ennis come scrittore . Questa serie me la perdo volentieri.
EliminaNon per lesa maestá nei confronti dei supertizi, ci mancherebbe... Solo che come detto sopra , trovo che Pat Mills abbia detto di piú e meglio sull'argomento - e non solo con Marshall Law.
Fantastica serie.
RispondiEliminaPenso che:
A) la trovo persino realistica perché sono convinto che, se esistessero davvero i superpoteri, sarebbero pur sempre in mano alla razza umana, ed abbiamo detto tutto.
B) Questa è la dimostrazione che non servono stagioni scrause da 22 episodi, ma è meglio usare lo stesso budget per 8 episodio girati decisamente bene tanto quanto un film, cosa che quelli dalla CW non hanno ancora capito.
giusto!
EliminaToh, allora il fumetto e' ancora in corso?
RispondiEliminaTu pensa, io credevo fosse finito da mo'.
Paradossalmente...io ed Ennis ci siamo mollati proprio sulle pagine di The Boys.
Un peccato, perche' Preacher e' tra le robe piu' belle che abbia letto negli ultimi vent'anni.
E il suo ciclo del Punitore (in particolare la serie Max) e' una cosa a dir poco pazzesca.
Di lui, per un certo periodo, compravo tutto a scatola chiusa o quasi. Sapevo che non avrebbe mai rischiato di deludermi.
Poi...non so. Con The Boys ho avuto la sensazione che la stesse tirando troppo per le lunghe. Mi aveva stancato. Complice poi alcune scelte di trama che ho considerato non proprio felici...l'ho lasciato perdere.
A parte quello, Ennis e' impareggiabile quando ti racconta la storia amerrigana alla sua maniera. Facendo trasudare tutto il marciume da dietro la facciata di "paese piu' grande e migliore del mondo".
E' un grande per come da' vita a scene surreali, grottesche, violente, totalmente folli.
E non dimentichiamo i dialoghi. Il modo in cui caratterizza i personaggi tramite essi. Degli scambi di battute fulminanti dove chi parla ti esprime al volo le sue idee e come la pensa su certe cose...
E' e resta un grande, comunque.
La cosa che mi aveva fatto specie, ai tempi, era proprio l'idea che stava alla base. Quella di tramutare i super in veri e propri feticci da idolatrare e da buttare in pasto al popolo bue e ad orde di fan con capacita' di analisi e discernimento pari a quelle di un protozoo o giu' di li'.
Insomma...vale la pena mantenere quella gente?
Probabilmente si. E' un deterrente per tenerseli buoni. E considerando il mostruoso ritorno economico in termini di film, fumetti, merchandising.
Peccato che, poteri a parte, i super diventavano dei VIP e delle star svaccate e depravate, che si mettevano a far gara di porcate per vincere la noia esistenziale. Perche', poteri a parte...non e' che avessero poi molto da fare. Giusto qualche schermaglia con qualche villain di tanto in tanto.
Butcher diceva che chiunque diventa un pericolo pubblico, una volta che ha i poteri.
Pero' ritengo che lo stile di vita che si trovavano giocoforza a condurre influisse parecchio, sulla loro condotta morale.
Pero'...dopo molti anni, l'opera di Ennis assume un senso nuovo. Quasi profetico, direi.
Specie dopo che la "bolla" dell' MCU ha iniziato ad espandersi.
Perche' e' una bolla, e prima o poi scoppiera'. Come tutte le speculazioni.
Quando iniziarono a pubblicare The Boys, il Cinematic Universe della Marvel era agli albori. Forse il concetto stesso nemmeno esisteva.
E se Ennis ci avesse visto lungo? E se avesse gia' capito tutto gia' da allora?
Ok, col senno di poi e' facile.
Forse negli states gia' da allora se ne parlava.
Ma direi che si puo' iniziare a far satira anche su questo. E a criticarlo, perche' no. Mostrandone indirettamente limiti e difetti.
Perche' io adoro i supereroi (tra le altre cose). Ma inizio a detestare tutto quel che sta dietro.
Ottima rece, comunque. E anche ottimo articolo.
Fa riflettere.
Il fumetto è finito col settantaduesimo numero infatti, nel 2012.
EliminaIl Doc ha modificato il testo perché ricordo anch'io avesse scritto che la serie stava ancora continuando, ma nessun problema, ci sta.
C'era un errore nel testo (era saltato un rigo e la frase aveva preso un altro senso), l'ho corretto.
EliminaSuccede.
Il fumetto "funzionava" molto bene, ma (parere strettamente personale) aveva alcuni sottotesti che mi facevano un po' storcere il naso: il sesso è intrinsecamente roba da cattivi o degenerati, a meno che non sia quello vanilla etero, magari tra gli innamorati; verso gli ultimi numeri la critica del supereroe è funzionale ad un'esaltazione del "soldato autentico", visto che - ancora una volta - gli U.S.A. hanno perso il Vietnam solo per colpa del governo corrotto e dei sabotatori. Bahh. Sono curioso di vedere se nella serie c'è ancora traccia di tutto questo.
RispondiEliminaNon ho mai letto il fumetto originale, quindi mi sono buttato a capofitto in questa serie con le informazioni reperite in rete ed aspettavo la recensione del Doc...sono arrivato alla quinta puntata e trovo questa serie clamorosa, fatta davvero bene, adoro tutti i personaggi, tutte le tematiche affrontate (quelle religiose mi hanno addirittura sconvolto...). Ovviamente non posso dare ancora un giudizio finale (mi mancano 3 puntate), ma quello che ho visto mi ha colpito come ATrain con...nessuno spoiler...
RispondiEliminaVisti i primi 4 episodi, mi piace, rende bene lo spirito del fumetto anche se qualcosa è pure edulcorato (magari chi vede solo la seria stenta a crederci, ma è così), concordo con te, merita!
RispondiEliminaNon conosco il fumetto, ma sembra di vedere ciò che tutti i giorni ci viene propinato dai faccialibri vari, solo che i nostri "supereroi" hanno altri superpoteri - tipo far viaggiare i propri figli sulle moto d'acqua della Polizia e altre amenità simili. Ciò che mi ha fatto impressione è
RispondiElimina[ROVINATORE] l'impegno zero usato da Patriota per salvare i passeggeri dell'aereo [/ROVINATORE]
troppo simile all'impegno zero per salvare chi sta affondando in mare oggi.
Sono alla quarta puntata, finora non posso che concordare con la recensione, merita davvero!
Ho visto i primi mtre episodi e devo dire che per ora mi piace molto. Spero già in una seconda stagione.
RispondiEliminaBella serie con il numero adeguato di episodi, personaggi in parte (Specialmente Patriota) e molte scene pulp da antologia (baby laser, ecc).
RispondiEliminaDivertente il "potere" comunicativo di Abisso.
Semi-spoiler
Strano rivedere il paffuto barbone H. J. Osment dopo "Future Man"
Grazie Doc, me la segno perché me l'ero proprio persa questa.
RispondiEliminaDi Dark cosa mi dici?
Ok, in coda.
RispondiEliminaIn prima battuta mi faceva pensare al Powers televisivo, che per carità, cade quasi subito nella poraccitudine, ma almeno ci aveva provato già a portare un po' di supereroi più super che eroi in TV.
Sto vedendo e apprezzando prima di aver letto. Confermo e accendo ☺️
RispondiEliminaMmmm serie interessante e secondo me The Butcher potrebbe essere anche il nuovo Wolverine... la butto lì
RispondiEliminaOttima serie. Mi sta più in culo butcher di patriota. Non so se si sono resi conto di quello che gli hanno fatto fare nel finale. Unica nota stonata, la cinese e la comicità orribile sulle velleità animaliste di Abisso.
Eliminagrande Doc, mi è piaciuto molto il parallelo tra i supereroi di the boys e chi attualmente influenza e dovrebbe "governare" il mondo.
RispondiEliminaPS: so che arrivo in ritardo e che non è pertinente all'articolo, ma lo chiedo lo stesso: hai in cantiere di fare magari gli easter egg su spiderman 2 FFH?
durante la visione avevo lo stesso stato d'animo di KICK ASS...
RispondiEliminacomunque puntata 1 bombetta